Risposta. - Si fa riferimento all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, concernente il mancato riconoscimento della parità scolastica in relazione ad una classe collaterale dell'Istituto «Prealpi» di Saronno (Varese). Al riguardo si fa presente quanto segue.
Rainone, funzionaria della Soprintendenza per i beni e le attività culturali dell'Emilia (finanziamento per 1,3 miliardi su fondi ordinari in tre annualità);
le opere realizzate sono in contrasto con l'articolo 36 legge regionale n. 47 del 7 dicembre 1978 e successive modificazioni poiché sono state alterate le quote delle coperture oltre ad aver apportato modificazioni volumetriche»;
Risposta. - In ordine alla interrogazione parlamentare indicata in discorso, interpellati
gli uffici competenti di questo Ministero, si rappresenta quanto segue.
Risposta. - Si fa riferimento all'interrogazione parlamentare indicata in oggetto relativa ai comandi presso l'Istituto Nazionale storia del movimento di liberazione in Italia per l'anno scolastico 2002/2003.
Risposta. - Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare citata in discorso e si comunica quanto segue in merito al computo dei punteggi per l'inserimento nelle graduatorie per le supplenze di strumento musicale.
concorsi per la formazione di graduatorie del personale insegnante per le scuole comunali dell'infanzia, graduatorie che cesseranno i propri effetti in data 22 marzo 2003. I titoli per l'accesso alle graduatorie erano quelli prescritti dall'articolo 334 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, che prevede appunto che il titolo di studio di maturità magistrale o il titolo di studio legale di abilitazione all'insegnamento conseguito presso le scuole magistrali, costituiscano abilitazione all'insegnamento;
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in discorso.
legge n. 388, nelle scuole non statali che chiedono il riconoscimento.
Risposta. - Il primo ottobre 2002 il Presidente degli Stati Uniti ha firmato la legge annuale sul finanziamento del dipartimento di Stato, approvata dal Congresso.
La legge (che conta più di 300 articoli) contiene un articolo in cui si impegna l'esecutivo a: riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, trasferire l'Ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, ivi comprese le aree al di là della «linea verde» che segna il confine pre-1967.
Risposta. - In seguito dell'entrata in vigore della legge n. 476 del 1998, che ha riformato la legge n. 184 del 1983, il controllo del sistema delle adozioni internazionali spetta esclusivamente alla commissione
per le adozioni internazionali (CAI), istituita presso la Presidenza del Consiglio, alla quale, dal 4 maggio 2000, è stata trasmessa dal Ministero della giustizia la documentazione concernente le richieste di autorizzazione ad operare in campo di adozioni internazionali.
Risposta. - Con riferimento alla interrogazione parlamentare citata in discorso si comunica quanto riferito dal direttore generale regionale per la Campania in merito
alle presunte irregolarità nelle operazioni dei trasferimenti dei docenti specializzati per portatori di handicap.
Risposta. - In gran parte del Corno d'Africa si è verificata quest'anno una grave diminuzione delle piogge sia in primavera che in estate. La produzione alimentare ne ha risentito di conseguenza, evidenziando una situazione di estese carenze alimentari sempre più critica.
Risposta. - Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare citata in discorso e si comunica quanto riferito dal direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Lombardia.
dei giovani, abituandoli al rispetto delle regole, alla puntualità, all'assunzione delle proprie responsabilità, nella nota citata viene anche chiesta la collaborazione dei genitori per il conseguimento dei suddetti obiettivi, allo scopo di rendere più efficace l'azione formativa della scuola.
Risposta. - Ribadito che la certamente complessa situazione dell'Irlanda del Nord costituisce una questione interna di un paese, la Gran Bretagna, governato, come riconosce l'interrogante, da antichi principi di libertà e di democrazia, non si concorda con l'affermazione relativa alla «volontà di autodeterminazione del popolo nord-irlandese». In Irlanda del Nord vi sono infatti circa un milione e mezzo di abitanti dei quali circa il 50 per cento protestanti e poco più del 40 per cento di cattolici. I nazionalisti cattolici aspirano a separarsi
dal resto del Regno Unito ed a riunificarsi alla repubblica d'Irlanda, mentre gli unionisti protestanti - che fino ad oggi hanno sempre ottenuto la maggioranza parlamentare - desiderano il mantenimento del rapporto attuale. La politica del governo britannico prevede che l'Irlanda del Nord rimanga parte del Regno Unito fino a quando questa sarà la volontà della maggioranza della sua popolazione (tale principio è sancito nel Northern Ireland Constitution Act del 1973, e ribadito successivamente nell'Accordo anglo-irlandese del 1985, nella dichiarazione di Downing Street firmata nel 1993 dai primi ministri britannico ed irlandese e soprattutto negli Accordi del Venerdì Santo del 1998).
Risposta. - L'interrogante chiede che il signor Sanvito Renzo venga esonerato dal pagamento del canone che corrisponde allo Stato per il passaggio di un ponte sul torrente Chiebbia, nel comune di Biella, che deve attraversare per raggiungere la sua abitazione.
riscossione dei canoni non ancora corrisposti.
Risposta. - Al riguardo si fa anzitutto presente che il risultato netto negativo relativo al primo semestre 2002 fatto registrare dalla società Poste italiane è stato in realtà pari a 62 milioni di euro (e non 99 milioni di euro) da rapportare al risultato di 44 milioni di euro dello stesso periodo del 2001.
attraverso la realizzazione della nuova rete logistica, il restyling e l'informatizzazione degli uffici postali, la realizzazione degli impianti di tracking e tracing necessari per la tracciatura della corrispondenza.
Risposta. - Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare indicata in discorso e si comunica che ai sensi della normativa vigente in materia di edilizia scolastica e, per ultima, della legge 11 gennaio 1996, n. 23, questa amministrazione non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica sul territorio, essendone riservata la programmazione alle rispettive regioni e la loro concreta attuazione (realizzazione, fornitura, manutenzione ordinarie e straordinaria, compresi l'adeguamento la messa a norma ed in sicurezza) ai singoli enti locali, comuni e province, puntualmente obbligati.
tra i quali anche quelli diretti all'adeguamento delle strutture e che, mentre la legge 23 dicembre 2001, n. 448 già contempla per l'anno 2004 un finanziamento complessivo di più di 300 milioni di euro per l'avvio del terzo triennio, la legge finanziaria per il 2003 prevede, per le stesse finalità, su iniziativa di questa amministrazione una somma di circa 100 milioni di euro; nella stessa legge sono stati inseriti interventi per le necessità rappresentate, con particolare riguardo a quelle collegate ai recenti eventi calamitosi. E così, infatti, sono stati previsti:
A seguito, poi, del recente monitoraggio sulla «cultura della sicurezza nelle scuole» - sostanzialmente rivolto a conoscere lo stato di avanzamento delle attività di competenza dell'amministrazione scolastica, con particolare riguardo alle iniziative di formazione del relativo personale - si è intervenuti con l'assegnazione di più di 20 milioni di euro alle direzioni regionali, prioritariamente finalizzati all'esercizio di tali attività, anche con la collaborazione dei Vigili del Fuoco, con i quali è stata sottoscritta un'apposita convenzione diretta ad agevolarne il compimento.
anni successivi un taglio complessivo di 34 mila insegnanti statali di ruolo in tutta Italia;
Risposta. - La legge finanziaria del 1998, aveva previsto di realizzare nell'anno 1999 una riduzione del 3 per cento del personale della scuola rispetto a quello dell'anno 1997, destinando i conseguenti risparmi alla retribuzione accessoria dello stesso personale della scuola; successivamente la legge finanziaria del 2000 ha previsto un'ulteriore riduzione del medesimo personale, non inferiore all'1 per cento, rispetto ai dipendenti in servizio al 31 dicembre 1999, destinando i risparmi alle finalità suddette.
le condizioni socio-economiche e la specificità dei diversi contesti territoriali, il disagio scolastico presente negli stessi, con particolare riferimento alla dispersione, ai tassi di ripetenza ed ai flussi migratori, in conformità alle prescrizioni di cui all'articolo 22, commi 1 e 2, della citata legge finanziaria.
Novara contiene un articolo redatto da due studentesse sull'omosessualità;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare indicata in oggetto riguardante l'articolo sull'omosessualità pubblicato sul giornalino scolastico dell'istituto tecnico statale per geometri «P.L. Nervi» di Novara.
Risposta. - L'Italia ha sempre fortemente condannato gli attacchi ai giornalisti e, più in generale, al personale dei media, da qualunque parte essi provenissero. In particolare nel tristemente noto caso del fotoreporter Raffaele Ciriello, ucciso a Ramallah, il governo, immediatamente dopo l'accaduto, era intervenuto sulle autorità israeliane, sollecitando un'inchiesta e pronte risposte sulla dinamica dei fatti, come già riferito durante la seduta del Senato di mercoledì 13 marzo 2002.
fornito, nei primi giorni di agosto, a giornalisti israeliani che ne avevano fatto richiesta un comunicato stampa dell'esercito israeliano (IDF), reso pubblico peraltro poche ore dopo l'accaduto, dove si affermava che le informazioni ricevute fino a quel momento erano preliminari e non era stato determinato se i colpi che avevano ucciso il giornalista... provenivano dall'IDF. È stato questo comunicato, superato poi dalla lettera del 25 marzo 2003 che ha dato origine a notizie distorte su una nuova versione israeliana dell'accaduto.
Risposta. - Le preoccupazioni manifestate dall'interrogante possono ormai considerarsi superate.
della commissione al valore e merito civile, istituita in seno al Ministero dell'interno sotto la presidenza di un prefetto e con la partecipazione di due parlamentari e di esperti delle amministrazioni dello Stato.
Risposta. - La materia cui si riferisce l'interrogante è oggetto della legge 30 luglio 2002 n. 189, che modifica il «Testo unificato delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero» (decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286). In particolare, l'articolo 33 della nuova normativa prevede la regolarizzazione dei rapporti di lavoro con cittadini extacomunitari privi dell'apposito permesso di soggiorno per lavoro che, nei tre mesi antecedenti all'entrata in vigore della legge, sono stati occupati come domestici, o con mansioni di sostegno familiare per l'assistenza alle persone non autosufficienti. I termini sono scaduti il 9 novembre 2000. La regolarizzazione in questione si basa sulla dichiarazione del datore di lavoro che denuncia la sussistenza di rapporto di lavoro, in essere come si diceva da almeno tre mesi al momento di entrata in vigore della legge, presso le prefetture - uffici territoriali di Governo.
quanto assegnato ad altri rami della pubblica amministrazione;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione indicata in oggetto, con la quale vengono posti quesiti in ordine alla società poste italiane S.p.A.
degli accorpamenti e 34 sono soppressioni formali di uffici già da tempo non funzionanti.
garantire la copertura finanziaria degli interventi di riqualificazione -:
Risposta. - Riguardo alle problematiche esposte dall'interrogante in materia di edilizia scolastica nella provincia di Gorizia, si fa presente che su tale problematica, la vigente normativa ed in particolare la legge n. 23 dell'11 gennaio 1996 ha previsto la diretta ed esclusiva competenza delle regioni nella programmazione delle opere di edilizia scolastica, attribuendone la concreta attuazione agli enti locali delegati.
mentre sembrano venir meno i parametri oggettivi nei finanziamenti e appaiono certe le decurtazioni in materia di funzionamento-amministrativo e probabili quelle per l'autonomia;
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in discorso, concernente le disposizioni in materia di organici per l'anno scolastico 2002/2003, con particolare riguardo all'applicazione delle stesse disposizioni relativamente alla regione Veneto.
organica nazionale per l'anno scolastico 2002/2003, di cui allo schema di decreto allegato alla circolare ministeriale n. 16 del 19 febbraio 2002, si fa presente che la ripartizione stessa è stata effettuata sulla base di indicatori e di parametri che hanno tenuto conto, tra l'altro, in applicazione del principio di differenziazione dell'andamento e delle caratteristiche delle frequenze scolastiche, delle condizioni socio-economiche nonché delle specificità dei diversi contesti territoriali e del disagio scolastico presente negli stessi, in conformità delle prescrizioni dell'articolo 22 della suddetta legge finanziaria 2002.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, interpellati gli uffici competenti, si comunica quanto segue.
tale ruolo in quanto riconosciuto in possesso dei requisiti di provata competenza amministrativa e giuridica, con particolare riguardo al campo cinematografico e audiovisivo, previsti dall'articolo 7 dello statuto della fondazione.
musei il cui prezzo d'ingresso oggi è di 8.000 lire, costeranno dal 1 gennaio 4 Euro (7.745) con una flessione di neanche 250 lire;
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, interpellati gli uffici competenti, si comunica quanto segue.
In merito al primo criterio, la direzione generale per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico rende noto che l'arrotondamento in eccesso, pari a circa 500 lire, è stato applicato soltanto ad un ridottissimo numero di sedi espositive.
hanno subito il predetto aumento solamente in 22, di cui 16 unici e 6 cumulativi.
e formare i nuovi quadri tecnici relativi al personale del ministero per i beni culturali e ambientali presso le soprintendenze archeologiche, nel 1994 e nel 1995 il servizio tecnico per l'archeologia subacquea ha organizzato un (r)corso di tecniche di rilevamento archeologico subacqueo» da cui sono risultati idonei 80 persone selezionate in tutta Italia, che formano i quadri relativi alla tutela del patrimonio sommerso;
Risposta. - In ordine all'atto di sindacato ispettivo indicato in discorso, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
esteri, il convegno internazionale sulla cooperazione nel Mediterraneo per la protezione del patrimonio culturale subacqueo (Siracusa 3/5 aprile 2003).
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante, con riferimento ad una classifica stilata dall'Unicef, che ha individuato gli studenti italiani tra i meno preparati tra quelli dei paesi industrializzati, chiede di conoscere le iniziative che si intendono assumere per migliorare la preparazione degli allievi e la selezione e la preparazione dei docenti.
docenti e sarà sviluppato un sistema nazionale di valutazione che consenta di verificare costantemente i livelli di qualità della scuola.
Risposta. - Si premette che nell'Istituto comprensivo «F. Mazzei» di Poggio a Caiano, da diversi anni, si attuano iniziative didattiche sul tema della pace, allo scopo di richiamare l'attenzione degli alunni sulla costruzione di una civile convivenza tra i popoli.
di Potenza e per le cui necessità dei 71 istituti di propria competenza sono ritenuti necessari interventi di adeguamento e riqualificazione per un importo di 65 miliardi di vecchie lire;
Risposta. - Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare indicata in discorso si comunica che ai sensi della normativa vigente in materia di edilizia scolastica e, per ultima, della legge 11 gennaio 1996, n. 23, questa amministrazione non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica sul territorio, essendone riservata la programmazione alle rispettive regioni e la loro concreta attuazione (realizzazione, fornitura, manutenzione ordinarie e straordinaria, compresi l'adeguamento la messa a norma ed in sicurezza) ai singoli enti locali, comuni e province, puntualmente obbligati.
prestiti per anticipare le spese per la progettazione delle opere dirette ad adeguare le scuole alla normativa antisismica. Questo comporta l'anticipo, ai soggetti attuatori, delle somme necessarie, che però dovranno poi essere da essi restituiti alla cassa, restando a carico dello Stato solo gli interessi. Non si tratta, quindi, di mutui a totale ammortamento a carico dello Stato e la loro concreta assegnabilità dipende dall'effettiva sussistenza - al momento della rispettiva richiesta - della necessaria copertura di cassa dipendente, quest'ultima, dall'intervenuta restituzione all'Istituto mutuante dei prestiti fatti in precedenza ed ammontanti, a decorrere dal 1996, ad una somma iniziale di lire 500 miliardi;
A seguito, poi, del recente monitoraggio sulla «cultura della sicurezza nelle scuole» - sostanzialmente rivolto a conoscere lo stato di avanzamento delle attività di competenza dell'amministrazione scolastica, con particolare riguardo alle iniziative di formazione del relativo personale - si è intervenuti con l'assegnazione di più di 20 milioni di euro alle direzioni regionali, prioritariamente finalizzati all'esercizio di tali attività, anche con la collaborazione dei vigili del fuoco con i quali è stata sottoscritta un'apposita convenzione diretta ad agevolarne il compimento.
Risposta. - Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare indicata in discorso e si comunica che ai sensi della normativa vigente in materia di edilizia scolastica e, per ultima, della legge 11 gennaio 1996, n. 23, questa amministrazione non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica sul territorio, essendone riservata la programmazione alle rispettive regioni e la loro concreta attuazione (realizzazione, fornitura, manutenzione ordinarie e straordinaria, compresi l'adeguamento la messa a norma ed in sicurezza) ai singoli enti locali, comuni e province, puntualmente obbligati.
A seguito, poi, del recente monitoraggio sulla «cultura della sicurezza nelle scuole» - sostanzialmente rivolto a conoscere lo stato di avanzamento delle attività di competenza dell'amministrazione scolastica, con particolare riguardo alle iniziative di formazione del relativo personale - si è intervenuti con l'assegnazione di più di 20 milioni di euro alle direzioni regionali, prioritariamente finalizzati all'esercizio di tali attività, anche con la collaborazione dei vigili del fuoco con i quali è stata sottoscritta un'apposita convenzione diretta ad agevolarne il compimento.
stesso Consiglio di Stato spagnolo (parere n. 45.823/JR del 2 febbraio 1984);
Risposta. - Il Ministero degli affari esteri in merito alla autorizzazione a cittadini italiani a fregiarsi delle onorificenze del sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio, non può non riferirsi all'insieme di articolate ed approfondite pronunce sulla questione da parte di organi giurisdizionali e consultivi, nonché di commissioni di esperti che si sono occupate ormai da molti anni della problematica. È da tener presente inoltre che con Decreto del Presidente della Repubblica n. 337 del 30 marzo 1973 fu autorizzata l'elevazione ad ente morale in Napoli dell'associazione dei cavalieri italiani del predetto ordine che persegue fini caritatevoli ed assistenziali meritevoli di considerazione.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in discorso con la quale l'interrogante chiede interventi per una sollecita riliquidazione delle pensioni dei dirigenti scolastici collocati in pensione per raggiunti limiti di età alla data del 1o settembre 2001.
di Napoli, il giovane Davide Guarino, di soli quattordici anni, affetto dalla nascita da una grave forma di nanismo, ha denunciato, con una lettera scritta di proprio pugno, l'impossibilità di realizzare il proprio desiderio più grande, che è semplicemente quello di proseguire gli studi;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante chiede interventi per assicurare il diritto allo studio allo studente Davide Guarino.
450.000 dalle Poste Italiane Spa nel caso in cui gli ospiti siano dipendenti delle Poste);
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno anzitutto rammentare che le «case albergo» sono immobili realizzati tra gli anni '70 ed '80 per offrire ospitalità temporanea al personale delle aziende dipendenti dal Ministero delle poste e delle telecomunicazioni applicato presso un ufficio sito nell'ambito della provincia ove questa è ubicata, nei casi in cui il dipendente non disponeva, nella stessa circoscrizione provinciale, di abitazione in proprietà o in affitto si evince dal regolamento delle case-albergo.
dei servizi resi dalla Gesta, ha comunicato alla predetta società la disdetta del contratto in parola, con decorrenza dal 29 settembre 2002 per la parte relativa agli immobili ubicati in Via Sella Nuova e in Via Ippodromo.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in discorso con la quale l'interrogante chiede chiarimenti circa l'espletamento dell'appalto concorso per la ideazione e la realizzazione di una campagna di comunicazione e informazione integrata finalizzata a favorire la conoscenza delle innovazioni nel ministero ed in particolare circa le procedure per l'apertura delle offerte economiche avvenuta il 10 dicembre 2002.
Certosa di Pavia, Borgarello, San Genesio ed Uniti e Giussago;
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
e ministeriali oltre cento paesi ed un Forum di oltre trecento organizzazioni non governative;
Risposta. - La seconda conferenza ministeriale community of democracies si è tenuta a Seoul dal 10 al 12 novembre 2002. Vi hanno preso parte 106 paesi (94 partecipanti a pieno titolo e 12 osservatori) oltre ai rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali. Circa 30 paesi erano rappresentati a livello di ministro degli esteri, altrettanti a livello di vice ministro ed i restanti erano rappresentati da alti funzionari o dai rispettivi ambasciatori in loco.
che sono stati poi illustrati nella plenaria della conferenza ministeriale dai rispettivi relatori.
Risposta. - In ordine all'interrogazione parlamentare indicata in discorso, interpellati gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
Risposta. - In un contesto di risorse fortemente limitate ed attenendosi pertanto ai criteri di estrema selettività e ad un sistema di compensazioni interne, l'amministrazione, anche alla luce delle indicazioni fornite in tal senso dal Parlamento, ha avviato, a partire dal biennio 1995-96, un complesso programma di ristrutturazione dell'articolazione degli uffici all'estero. Incentrato principalmente sulla razionalizzazione della rete consolare, il piano di ristrutturazione ha interessato anche le missioni diplomatiche in modo da tenere conto delle nuove priorità emergenti dall'evoluzione del contesto internazionale e dei connessi interessi generale del paese. Una tale impostazione ha pertanto consentito di ottimizzare la distribuzione funzionale delle risorse (umane, finanziarie e strumentali) a disposizione, rendendo possibile anche l'apertura di nuove sedi.
di un ulteriore impiegato con contratto temporaneo di sei mesi rinnovabili in base alla summenzionata legge.
Risposta. - In ordine ai quesiti posti con il documento cui si risponde il consiglio di presidenza della giustizia tributaria, interessato al riguardo, ha rappresentato quanto segue.
di spettanza dei comuni stessi per la parte corrispondente all'aliquota eccedente il tre per mille». Lo stesso comma aggiunge: «ai rimborsi spettanti al contribuenti provvedono i comuni medesimi, con diritto alla restituzione a carico dello Stato della parte corrispondente all'aliquota del quattro per mille. Con decreti del Ministro delle finanze di concerto con i ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e dell'interno, adottati ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabiliti i termini e le modalità di attuazione delle disposizioni di cui al presente comma» -:
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede di chiarire la corretta interpretazione dell'articolo 74, comma 6, della legge 21 novembre 2000, n. 342, il quale ha stabilito che le disposizioni di cui all'articolo 2 del decreto legge 23 gennaio 1993, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 1993, n. 75, concernente i ricorsi presentati dai comuni avverso le tariffe d'estimo all'epoca in vigore, si applicano anche all'imposta comunale sugli immobili, nonché le relative procedure di rimborso del tributo stesso.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in discorso riguardante le certificazioni richieste dal dirigente scolastico della scuola elementare «Balilla» di Bari agli allievi iscritti ai corsi serali.
con abitudini per nulla consone al senso di umanità ed al rispetto delle differenti specie animali presenti sul territorio;
Risposta. - La pratica dell'addestramento degli elefanti in Thailandia riflette una tradizione millenaria che ha le sue origini nella cultura, nella religione e nell'economia locali.
livello diplomatico efficaci forme di intervento miranti ad indurre le autorità thailandesi a porre fine all'impiego di tali pratiche di addestramento.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno anzitutto rammentare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, l'operato riguardante la gestione aziendale rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
corrispondenza, nonché modalità operative alternative allo scopo di contenere i costi di gestione.
stampa e un'attività di formazione funzionale alle necessità del servizio e di formazione sul campo: informatica di base e avanzata, catalogazione, grafica...); a rischio è anche la prosecuzione dei corsi di alfabetizzazione informatica e di inglese nella casa di reclusione e nella casa circondariale e dei corsi di training autogeno nella casa circondariale -:
Risposta. - Si risponde, su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla interrogazione parlamentare in discorso, con la quale l'interrogante chiede interventi per adeguare l'organico del personale docente del centro territoriale permanente della scuola «Parini» di Camposampiero alle esigenze del centro derivanti anche dalle attività intraprese in favore degli istituti di pena.
il diritto allo studio e all'istruzione è costituzionalmente garantito;
la legge deve assicurare, per gli alunni delle scuole non statali, un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali;
la Costituzione stabilisce che la scuola è aperta a tutti;
la vigente legge n. 62/00 articolo 1 comma 4 lettera f) prevede «che non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe»;
nel distretto scolastico di Saronno opera l'istituto Prealpi Via S. Francesco, 13-21047 Saronno (Varese) (Scuola paritaria decreto ministeriale 29 dicembre 2000) che offre corsi funzionanti con orario serale;
tale Istituto offre, fra gli altri presenti, il corso completo di Istituto Tecnico per il Turismo che è rimasto l'unico ad «ordinamento generale» (dunque non «Iter»), presente in tutto il territorio dell'Italia settentrionale;
nelle scuole paritarie le classi intermedie, con orario serale, sono scarsamente richieste, trattandosi, gli alunni, di persone adulte che lavorano e dunque non interessate a frequentare l'intero corso di studi, anno per anno, ma che si concentrano su modalità cosiddette «due anni in uno»;
l'istituto in oggetto ha numerose richieste di iscrizione alla classe quinta serale, per l'anno scolastico 2002-2003, da parte di studenti lavoratori che hanno sostenuto esami di idoneità, così come consentito dalla normativa scolastica vigente, e che a distanza di anni hanno ripreso gli studi, desiderando giungere al traguardo agognato del diploma di scuola media superiore;
a fronte di una ovvia concentrazione di richieste di iscrizioni serali, limitatamente all'ultima classe, presso l'istituto Prealpi, non è possibile però formare più sezioni della stessa classe quinta perché la normativa vigente non riconosce la paritarietà alle sole classi quinte collaterali, non derivanti da un corso completo iniziato dalla prima classe;
anche in riferimento alle disposizioni contenute nella circolare ministeriale n. 245 del 20 febbraio 2002, avendo cioè interpellato l'ufficio scolastico della Lombardia per la Parità Scolastica, lo stesso ha rimandato qualsiasi decisione in merito ad un pronunciamento del Ministero -:
quali provvedimenti intenda adottare per risolvere tale problema di limitazione di esercizio di un servizio pubblico che, parecchi istituti paritari ed in particolare l'istituto Prealpi, si trovano ad affrontare a fronte della disposizione della suddetta legge.
(4-03460)
Come è noto, la legge 10 marzo 2000, n. 62, ai fini del riconoscimento della parità scolastica, richiede il possesso di alcuni requisiti, tra cui «l'organica costituzione di corsi completi», e stabilisce in proposito che «non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe».
Inoltre, la circolare ministeriale n. 245 del 20 febbraio 2002, emanata in applicazione della suddetta legge n. 62 del 2000, ribadisce che è preclusa la possibilità di concedere lo status di scuola paritaria a singole classi non facenti parte di un corso completo, precisando espressamente che «le condizioni per lo sdoppiamento di una classe non possono essere precostituite attraverso gli esami di idoneità (che sono consentiti solo nel limite della capienza della classe a cui si aspira) o attraverso artificiose riduzioni del numero degli alunni di una classe».
Nel caso di specie risulterebbe che tutti gli alunni firmatari dell'esposto, che presumibilmente ha dato origine alla interrogazione, hanno sostenuto gli esami di idoneità per la classe V dell'Istituto tecnico commerciale e per il turismo paritario «Prealpi» di Saronno.
Conseguentemente, gli alunni medesimi sono venuti a trovarsi nella esatta situazione ipotizzata dalla citata circolare ministeriale n. 245 del 20 febbraio 2002 per negare la estensione della parità.
Pertanto, allo stato, deve ritenersi non consentita la estensione della parità all'unica classe collaterale funzionante con alunni provenienti tutti da esami di idoneità.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
Piacenza è una delle poche città capoluogo ad aver conservato la cinta muraria bastionata del XVI secolo. Costruita a partire dal 1525 per volontà del papa Clemente VII, in un ampio programma di rinnovo delle fortificazioni delle città dello Stato Pontificio, affidato ad alcuni tra i più grandi architetti ed ingegneri militari del rinascimento - fra i quali Giuliano da Sangallo, Francesco Peruzzi e lo Stesso Michelangelo - fu completata sotto nel 1548 con la costruzione della cittadella pentagonale di Pier Luigi Farnese, principe del neonato ducato farnesiano che in Piacenza aveva la sua prima capitale;
le mura di Piacenza, esempio tra i più significativi dell'architettura militare cinquecentesca, hanno conservato tre quarti del loro sviluppo, il tratto nord-orientale essendo stato demolito per costruire la stazione ferroviaria, nel secondo Ottocento. Per decenni, dalla fine del XIX secolo al primo dopoguerra, sono sfuggite al pericolo di demolizione integrale che le amministrazioni comunali avrebbero voluto attuare. Per altri decenni sono sopravvissute all'incuria e all'abbandono. Negli anni cinquanta alcune porzioni di esse, come il bastione di Borghetto di cui si parla (bene demaniale), sono state occupate - si ritiene, previa concessione - da piccoli capannoni per rimesse e laboratori artigianali, cresciuti come vere superfetazioni sulle strutture rinascimentali;
dagli anni Ottanta cresce nella città un interesse sempre maggiore sulle mura, sulla loro storia, sul loro possibile restauro. Si sviluppano ricerche storiche, tesi, convegni, pubblicazioni. Si costituisce un'associazione per la realizzazione di un «Parco delle Mura». L'Ente per il Restauro di Palazzo Farnese e delle Mura Farnesiane si attiva per il reperimento dei fondi necessari per l'opera di conservazione del monumento;
nel giugno 1996 ha inizio il restauro con un primo intervento diretto dall'architetto
nel luglio 2000 un secondo intervento riguarda la Porta Borghetto e il bastione omonimo per complessivi 4,8 miliardi finanziati con i fondi straordinari derivati dal gioco del lotto (legge finanziaria 1996) destinati «alla conservazione e al recupero di beni storici». Il 1 stralcio di quest'intervento prevede 2,2 miliardi di lavori: progetto e lavoro sono affidati direttamente dal Soprintendente ai beni e le attività culturali dell'Emilia, Elio Garzillo, ai professionisti esterni Marco Dezzi Bardeschi e A. Lalatta;
nessun progetto è presentato al Consiglio Comunale né portato a conoscenza degli Uffici comunali competenti in materia edilizio-urbanistica;
nel luglio 2001 dal cantiere emergono forme e colori completamente estranei all'architettura del bastione cinquecentesco e alle sovrastanti strutture edilizie destando stupore e preoccupazione nella realtà politica, sociale e culturale della città. Al Presidente dell'Ente per il restauro di Palazzo Farnese e delle Mura farnesiane, che visita il cantiere, si spiega che i nuovi volumi con la copertura in lamiera curva e azzurra sono «ali che vogliono ricordare la postazione contraerea collocata sul bastione in tempo di guerra»;
ne deriva una accesa discussione critica nei confronti dell'intervento di restauro che vede protagonisti la commissione consiliare comunale competente, il consiglio della prima circoscrizione, l'Ente per il restauro di Palazzo Farnese e delle Mura farnesiane, l'Associazione per il Parco delle Mura di Piacenza, la sezione piacentina della Deputazione di Storia Patria per le province Parmensi, Italia Nostra, autorevoli protagonisti della vita culturale piacentina nonché comuni cittadini;
il 12 novembre 2001, a seguito di un sopralluogo, i consiglieri membri della Commissione «Assetto del territorio» pongono una serie di quesiti agli uffici comunali competenti per conoscere le prescrizioni di Prg nell'area interessata dall'intervento, nonché le procedure seguite nei confronti del Comune di Piacenza da parte della Soprintendenza per i beni Architettonici e il Paesaggio dell'Emilia. I responsabili degli uffici comunali rispondono il 28 novembre, parlando di «assoluta mancanza di informazioni», ribadendo che non esistono agli atti richieste di pareri né trasmissioni di procedimenti e sottolineando che - da quanto è possibile verificare informalmente - le opere non sono conformi alla definizione di «restauro scientifico», secondo definizione e norma dell'articolo 47 della legge regionale n. 47 del 1978;
il 15 novembre 2001 il Consiglio della Circoscrizione I (Centro Storico) invita il Sindaco a richiedere un'ispezione ministeriale. Stessa richiesta è fatta da alcuni consiglieri comunali di minoranza e maggioranza;
il 20 novembre 2001 si svolge un pubblico dibattito, con la presenza del sottosegretario onorevole Vittorio Sgarbi (che aveva precedentemente fatto un sopralluogo), del Soprintendente per i beni e le attività culturali della regione Elio Garzillo e del progettista architetto Marco Dezzi Bardeschi. In questo contesto il sottosegretario propone la rimozione delle «orripilanti volte» della copertura, lasciando intendere, invece, la disponibilità ad accettarne la sottostante muratura poiché è ormai costruita;
il 29 novembre 2001 gli uffici comunali competenti in materia urbanistica documentano alla Regione Emilia-Romagna e al Ministero delle infrastrutture, le difformità dell'intervento rispetto alle norme del piano regolatore nonché le omissioni procedurali da parte della Soprintendenza. Nella relazione si afferma esplicitamente che «le opere in corso di realizzazione in Piacenza, Bastione di Porta Borghetto, sono in contrasto con quanto previsto dal Prg vigente... ed inoltre
il 19 dicembre 2001 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti chiede alla Regione Emilia-Romagna di riferire in merito ai lavori in corso di realizzazione sul Bastione di porta Borghetto per i quali il Comune ha rilevato difformità dalle prescrizioni del Piano Regolatore;
alla luce di quanto esposto, l'interrogante rileva che non risulta si sia adempiuto alle prescrizioni del decreto-legge n. 490 del 1999, articolo 46 (Restauro dei beni dello Stato in uso ad altra amministrazione) e articolo 29 (Vigilanza sui beni culturali), secondo il quale l'approvazione del progetto e la vigilanza sui lavori è di competenza del Ministero per i beni culturali che deve trasmettere il progetto al Comune e comunicare allo stesso l'inizio dei lavori. Inoltre: quando i lavori sono in contrasto con lo strumento urbanistico locale (Prg), non sussistendo alcun autonomo potere di deroga da parte dello Stato sugli strumenti urbanistici comunali, siano attivate le procedure già stabilite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 24 luglio 1977, modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 383 del 18 aprile 1994 secondo il quale (articolo 2) «l'accertamento della conformità alle prescrizioni delle norme e dei piani urbanistici ed edilizi...è fatto dallo Stato di intesa con la Regione interessata, entro sessanta giorni dalla richiesta da parte dell'amministrazione statale competente»;
relativamente al fatto che si dovessero attivare tali procedure si consideri come il Prg in vigore all'epoca della progettazione prevedeva che una parte degli edifici presenti sul Bastione di Borghetto, precisamente individuata, in caso d'intervento fosse assoggettata a restauro scientifico secondo le modalità comprese nell'articolo 31, comma c) della legge 457 del 1978 e successive modificazioni e integrazioni, mentre la rimanente parte di volumi, identificata con specifica simbologia grafica, dovesse demolirsi;
in evidente difformità con previsioni e disposizioni di Prg l'intervento in corso di realizzazione ha demolito alcune delle componenti edificate per le quali era previsto il restauro scientifico ed ha ricostruito, variando quote e sagome, alcuni dei volumi per i quali era prevista la demolizione;
infine l'interrogante rileva che è stata tradita la finalità per la quale era stato erogato il finanziamento stanziato dalla legge finanziaria 1996 «per il recupero e la conservazione dei beni culturali, archeologici, storici». Infatti, nel caso in questione sono stati realizzati nuovi volumi difformi rispetto ai preesistenti per quote, sagoma, colore (coperture curve in lamiera colorata) e tessitura muraria (corsi di laterizio «a graticcio», su modelli dell'architettura rurale), sono stati costruiti nuovi corpi d'impianto totalmente estraneo all'architettura del bastione (torrini a pianta poligonale) ed infine le coperture dei corpi minori sono state rifatte con materiali totalmente nuovi;
ciò è in evidente difformità con i criteri che definiscono il recupero e la conservazione -:
se non ritenga di verificare la correttezza della procedura per l'approvazione del progetto in base alle disposizioni vigenti;
se non ritenga di accertare, tramite ispezione ministeriale, la corretta applicazione dei princìpi del restauro monumentale contenuta nel richiamato testo del decreto-legge 490 del 1999;
quali misure intenda adottare qualora siano accertate violazioni di legge relativamente all'intervento in oggetto.
(4-02364)
Si premette che l'articolo 822 del codice civile riconosce, ai beni immobili di proprietà dello Stato, aventi valore di beni culturali, la qualità di beni demaniali e, in quanto tali, la loro tutela amministrativa spetta al Ministero dell'economia e delle finanze ed al Ministero per i beni e le attività culturali.
Si rammenta, altresì, che l'articolo 46 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, attribuisce alla competenza esclusiva dell'amministrazione dei beni culturali il potere di approvazione degli interventi di restauro da eseguire sui beni del demanio storico artistico, nonché i poteri di vigilanza sui lavori. Si precisa, peraltro che, per quanto riguarda l'esclusiva competenza in materia, da affermare in via di principio, tutta la più accreditata dottrina si è espressa in tal senso.
Più in generale si sottolinea, altresì, il principio - più volte affermato dalla giurisprudenza amministrativa - secondo il quale l'azione di tutela dei beni culturali demandata alla competente amministrazione statale non può «essere in alcun modo condizionata dai provvedimenti amministrativi volti ad attuare la disciplina urbanistica delle costruzioni, degli insediamenti e del territorio» (Consiglio di Stato, Sezione IV, 24 ottobre 1980, n. 994).
Alla luce di quanto sopra, la competente soprintendenza riferisce che, nel caso dell'intervento di restauro del bastione di Porta Borghetto, l'amministrazione comunale di Piacenza non poteva che prendere atto di un progetto di restauro del bene appartenente al demanio statale, espressamente e specificamente approvato dal competente Soprintendente, non potendo esprimere al riguardo valutazioni sia nel merito intrinseco delle singole scelte progettuali che nei riguardi della «filosofia» del restauro.
Al di là di questo astratto quadro normativo di riferimento, la Soprintendenza evidenzia che, in concreto, vi è stato un proficuo ed ampio rapporto collaborativo tra la stessa ed il comune di Piacenza e la giunta, i quali sono stati informati sulle scelte effettuate nonché sul progettato intervento illustrato in ogni sua parte e significato, con ciò partecipando al medesimo.
La soprintendenza fa presente che il bastione Borghetto, unico punto di reale possibile fruizione pubblica e quotidiana del bene architettonico «mura», fino ad oggi inaccessibile, offre alla città un inedito luogo di incontro per lo sviluppo di attività artistiche e culturali.
Si rende noto che le strutture di cui è previsto l'impiego - e di cui si è ritenuta funzionale la conservazione - sono tutte preesistenti, ivi inclusi due recenti corpi di fabbrica fino a poco tempo fa destinati ad attività artigianali - quali la lavorazione dei vetri e l'idraulica - senza alcuna perdita volontaria di stratificazione storica.
La stessa Soprintendenza ha precisato, altresì, che una diversa impostazione metodologica di intervento, corrispondente al periodo storico di costruzione delle predette mura, avrebbe dovuto comportare l'eliminazione di tutte quelle molteplici «superfetazioni o serie di costruzioni eterogenee, sorte sulla sommità del bastione» nel tempo, e la conseguente evidente assimilazione del bastione Borghetto alle condizioni del vicino bastione Campagna, attualmente un rudere senza alcun utilizzo.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
l'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, nell'anno scolastico 2001-2002 ha ottenuto 85 comandi da impiegare presso la sede dell'istituto nazionale e presso le sedi dei 62 istituti decentrati regionali, provinciali e biblioteche;
fino al 1997 i comandi erano 65; successivamente, fu sottoscritta un'apposita Convenzione tra il Ministero della pubblica istruzione e l'istituto per la destinazione di ulteriori 20 comandi decentrati, tra i quali quello presso la sede di Cesena;
nel luglio di quest'anno sono stati rinnovati soltanto 65 comandi, mentre i 20 previsti dalla Convenzione sono stati annullati -:
se, in considerazione del ruolo svolto dalla rete degli istituti per la conservazione del patrimonio documentario, bibliotecario e di aggiornamento per gli insegnanti - che spinse il Ministro alla stipula della Convenzione per ulteriori 20 comandi - non intenda intervenire al fine di reinserire i comandi annullati, che nuocciono in particolare alle presenze necessarie nelle sedi decentrate e rischiano di far volgere al declino il lavoro peculiare svoltovi.
(4-04339)
In particolare l'interrogante lamenta che i comandi disposti presso il predetto istituto sono stati 65 anziché 85 e che, quindi, il Ministero avrebbe mancato di disporre i comandi in relazione al contingente aggiuntivo di 20 unità previsto da «un'apposita convenzione tra il ministero della pubblica istruzione e l'istituto».
Al riguardo si fa presente quanto segue.
Il decreto interministeriale del 7 maggio 1999, in attuazione del protocollo d'intesa dell'8 aprile 1999, a cui si riferisce l'interrogante, disponeva, ai sensi della legge 16 gennaio 1967, n. 3, che il contingente dei comandi presso l'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, limitatamente agli anni scolastici 1999/2000, 2000/2001 e 2001/2002, fosse aumentato di venti unità in aggiunta al contingente di sessantacinque già disposto con decreto del ministero della pubblica istruzione del 20 ottobre 1986.
La convenzione a cui si riferisce l'interrogante, il protocollo d'intesa dell'8 aprile 1999, aveva pertanto efficacia limitata al predetto triennio scolastico.
Poiché il nuovo protocollo d'intesa, firmato in data 17 luglio 2002, non ha previsto un contingente aggiuntivo rispetto ai sessantacinque comandi di cui al suddetto decreto ministeriale del 20 ottobre 1986, correttamente il Ministero, per l'anno scolastico 2002/2003, ha provveduto a disporre i sessantacinque comandi previsti per l'istituto in parola dal citato decreto ministeriale 20 ottobre 1986 presso le sedi indicate dal medesimo ente.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'insegnamento di strumento musicale è stato introdotto nella scuola media con la legge n. 124 del 1999 e con decreto ministeriale n. 201 del 1999 è stata istituita la relativa classe di strumento;
le graduatorie per supplenze sono stilate in base ai criteri predeterminati per legge (Tabella B annessa al decreto ministeriale 25 maggio 2000, n. 201);
le medesime sono formulate dalla scuola capofila a cui l'aspirante docente rivolge la domanda;
la predetta tabella viene difformemente e disomogeneamente interpretata ed applicata, per cui accade che una scuola capofila attribuisce diciotto punti per il servizio militare prestato contro altre che non considerano tale servizio, con gravi sperequazioni ed ingiustizie -:
se il Ministro non ritenga di emanare una circolare esplicativa che dia certezza interpretativa sulla suddetta Tabella B, al fine di ripristinare equità o serenità ai docenti;
se non ritenga opportuno far calcolare i punteggi didattici o di servizio ad un soggetto unico onde evitare disparità di computo.
(4-04401)
L'applicazione delle tabelle di valutazione dei titoli annesse al decreto ministeriale n. 201 del 25 maggio 2000, rimessa alle singole scuole, è stata ed è costantemente resa omogenea da questa amministrazione mediante la costituzione di nuclei di supporto e consulenza, a livello periferico e centrale; il nucleo centrale, inoltre, tiene continuamente aggiornato - tramite un sistema sintetico di domande e risposte che corrispondono ai problemi che più frequentemente si pongono in materia - un servizio di F.A.Q. (frequently asked questions) che è noto a tutte le scuole e reso disponibile tramite accesso informatico alla rete Intranet.
Per quanto riguarda il servizio militare di leva, chiarimenti sulla valutazione del medesimo sono intervenuti sia con l'articolo 8, comma 2, del decreto ministeriale n. 103 del 4 giugno 2001 sia con la FAQ n. 38 che ha precisato che tale servizio, purché sia stato prestato da aspirante all'epoca già in possesso del titolo di studio valido per l'accesso all'insegnamento, deve essere valutato in maniera del tutto analoga alla prestazione dell'insegnamento stesso.
Le disposizioni regolamentari in materia di costituzione e gestione delle graduatorie di circolo e di istituto, così come lo stesso contesto normativo di spiccata autonomia delle istituzioni scolastiche non sembrano consentire - se non nelle forme e nei modi già attuati da questa amministrazione per conseguire ogni possibile uniformità di valutazione dei titoli - che le competenze relative alla valutazione delle domande degli aspiranti, alla costituzione delle graduatorie e alla decisione dei reclami, possano essere sottratte al dirigente scolastico responsabile.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
con l'entrata in vigore della legge n. 62 del 2000 le scuole non statali (tra le quali quelle degli enti locali) possono chiedere la parità entrando a far parte del sistema nazionale di istruzione. Il comma 4 dell'articolo 1 di tale legge prevede, tra gli altri requisiti per ottenere la parità, che le scuole utilizzino personale docente fornito di abilitazione all'insegnamento;
con la legge finanziaria per l'anno 2001, n. 388 del 23 dicembre 2000, è stato tuttavia previsto che per il personale docente in servizio alla data del 18 gennaio 2001 nelle scuole per l'infanzia che chiedono il riconoscimento si applichi l'articolo 334 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, approvato con decreto legislativo del 16 aprile 1994, n. 297. Ciò significa che il personale docente in questione deve essere in possesso del titolo di studio legale di abilitazione all'insegnamento conseguito presso le scuole magistrali o del titolo di studio di maturità magistrale, rilasciato dagli istituti magistrali, senza che sia necessaria l'abilitazione conseguita attraverso il concorso statale;
con lettera circolare prot. 2668 del 29 ottobre 2001 il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a fronte della «segnalata impossibilità da parte di gestori di scuole paritarie di reperire personale fornito del prescritto titolo di abilitazione... in casi particolari di effettiva carenza di personale abilitato» ha consentito il conferimento di incarichi a tempo determinato anche a personale fornito del solo titolo di studio;
in data 10 agosto 2001 l'ufficio scolastico regionale ha decretato il riconoscimento della parità scolastica ai sensi della legge 10 marzo 2000 n. 62 per le scuole dell'infanzia del comune di Rimini. Tale comune, tuttavia, con disposizioni dirigenziali del 1 luglio 1999, 1 settembre 1999 e 27 febbraio 2001 aveva già bandito
in data 11 dicembre 2001 il dirigente del settore istruzione del comune di Rimini interpellava l'ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, facendo presente l'insufficienza delle graduatorie a far fronte alle sostituzioni prevedibili per l'anno scolastico 2001-2002, chiedendo il riconoscimento da parte del ministero della situazione di carenza del personale abilitato e notificando l'assoluta necessità di ricorrere a personale fornito di abilitazione magistrale per il conferimento di incarichi a tempo determinato;
in data 27 dicembre 2001 il dirigente dell'ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna del ministero dell'istruzione rispondeva al settore istruzione del comune di Rimini riconfermando quanto previsto sia dalla legge n. 62 del 2000 che dalla circolare prot. 2668 del 29 ottobre 2001 -:
se la validità della lettera circolare prot. 2668 del 29 ottobre 2001 debba intendersi circoscritta all'anno scolastico 2001-2002 e, se così fosse, se non ritenga opportuno estenderne la vigenza anche per gli anni futuri;
se non ritenga che, per i motivi sopra esposti, il superamento del concorso per insegnare presso una scuola degli enti locali (chiamato «idoneità») venga considerato alla stessa stregua del superamento di un concorso per insegnare presso una scuola statale (chiamato «abilitazione») e che tale equiparazione debba essere sancita anche sul piano normativo (ad esempio nel disegno di legge modificato della riforma scolastica) nonché nei contratti di lavoro del personale degli enti locali e della scuola statale;
se non ritenga che, in subordine, dovrebbero essere indetti corsi abilitanti aperti al personale delle scuole degli enti locali, superando l'attuale norma che prevede il possesso di 365 giorni di servizio in scuole materne nell'ultimo triennio, mantenendo con circolare del ministero dell'istruzione l'attuale normativa nella fase transitoria che non può essere inferiore a due o tre anni;
se non ritenga necessario che vada chiarito, al fine delle assunzioni e della prima applicazione della normativa sulla parità scolastica, che il «personale docente» (per il quale la legge finanziaria del 2001, n. 388 del 23 dicembre 2000, prevede che, se in servizio alla data del 18 gennaio 2001 nelle scuole per l'infanzia che chiedono il riconoscimento, sia applicato l'articolo 334 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, approvato con decreto legislativo del 16 aprile 1994 n. 297) al quale è sufficiente il possesso del titolo di studio legale di abilitazione all'insegnamento conseguito presso le scuole magistrali o del titolo di studio di maturità magistrale, rilasciato dagli istituti magistrali, e non l'abilitazione conseguita attraverso il concorso statale, è formato sia dal personale di ruolo che dal personale a tempo determinato in servizio il 18 gennaio 2001.
(4-03585)
Al riguardo si fa presente che ai sensi della legge n. 62 del 2000 le scuole non statali per accedere alla parità devono utilizzare personale docente in possesso del titolo di studio e dell'abilitazione all'insegnamento; ciò fatto salvo quanto disposto dalla legge 23 dicembre 2000 n. 388, legge finanziaria 2001, per i docenti in servizio alla data di entrata in vigore della stessa
Nell'anno scolastico 2001-2002 è stata segnalata da parte di numerosi gestori l'impossibilità di reperire personale fornito del prescritto titolo di abilitazione, e pertanto, al fine di garantire il regolare avvio dell'anno scolastico, con lettera circolare del 29 ottobre 2001 è stato precisato che, nei casi di effettiva carenza di personale abilitato, i gestori delle scuole paritarie possono conferire incarichi a tempo determinato a personale docente fornito solamente del prescritto titolo di studio.
Con riguardo alla richiesta che la citata circolare sia confermata per gli anni scolastici successivi al 2001-2002 occorre precisare non è necessaria alcuna riconferma della su indicata circolare alla luce di una accertata carenza di personale fornito della necessaria abilitazione.
Con riguardo poi alla proposta che l'idoneità conseguita nei concorsi per le scuole comunali dell'infanzia, indetti dagli enti locali, per l'accesso ai posti di docente nelle scuole comunali sia equiparata all'abilitazione prevista dai concorsi statali o, in subordine che siano attivati corsi abilitanti ai quali possa partecipare il personale delle scuole degli enti locali, superando il requisito dei 360 giorni di servizio nella scuola materna statale previsto dall'articolo 2 della legge n. 124 del 2 maggio 1999, occorre precisare che ciò comporterebbe una modifichi dell'impianto normativo che disciplina la materia.
Con riguardo, infine, al quesito di cui all'ultimo capoverso del testo dell'interrogazione in parola, ed in particolare, se il possesso del titolo legale di abilitazione all'insegnamento conseguito presso le scuole magistrali o del titolo di studio di maturità magistrale, rilasciata dagli istituti magistrali, richiesto dall'articolo 51 della legge n. 388 del 2000 per il personale docente delle scuole dell'infanzia, in servizio alla data di entrata in vigore della legge stessa nelle medesime scuole che chiedono il riconoscimento, possa valere anche per personale con contratto a tempo determinato, in servizio alla data di entrata in vigore della legge stessa, si fa presente che poiché nessuna indicazione si ricava dal testo normativo, nulla esclude che in tale ambito possa essere ricondotto anche il personale a tempo determinato.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il Congresso degli Stati Uniti d'America ha approvato il 1 ottobre 2002, un provvedimento subito firmato dal Presidente che di fatto identifica Gerusalemme come la vera capitale d'Israele, sede della prossima ambasciata statunitense;
l'occupazione israeliana di Gerusalemme risale al 1967, in seguito alle guerra dei sei giorni, fino ad ora la comunità internazionale, neppure gli USA, avevano riconosciuto quest'occupazione come un'annessione legittima e permanente;
la comunità palestinese sia cristiana che mussulmana, non ha mai smesso di considerare la città santa, segnatamente Gerusalemme Est, come unica potenziale e naturale capitale di una Palestina finalmente libera;
il provvedimento in discussione avrà effetti catastrofici su qualsivoglia processo di pace consensuale -:
se, in considerazione dell'alta valenza simbolica della decisione presa dagli Stati Uniti, il Ministro interrogato non intenda manifestare alla comunità internazionale e all'alleato americano, il disappunto del nostro Paese; se il nostro Governo intenda prendere provvedimenti analoghi o comunque se esistano progetti per spostare l'ambasciata italiana in Israele.
(4-04051)
Subito dopo la firma, il portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che il Presidente non considerava tale impegno vincolante, ma intendeva trattarlo alla stregua di un «consiglio non obbligatorio», salvaguardando così le sue prerogative costituzionali nella definizione della politica estera. Ha altresì sottolineato che la questione di Gerusalemme sarebbe stata trattata nel quadro dei negoziati sullo statuto finale.
Una tale procedura di inserire impegni per l'esecutivo all'interno di provvedimenti di finanziamento di singoli ministeri è relativamente comune nel sistema legislativo americano. Essa non ha dunque carattere innovativo o straordinario. Peraltro, nel caso specifico, per evitare che si bloccassero le attività del dipartimento di Stato la legge doveva necessariamente essere firmata, inclusa quindi la parte su Gerusalemme.
A questo proposito, vale la pena notare comunque che, in analoghi episodi accaduti in passato (nei confronti ad esempio di Cuba) l'amministrazione statunitense ha generalmente disapplicato i «consigli» del Congresso.
Alla luce di quanto precede, il nostro Governo non ritiene necessario compiere passi di natura formale nei riguardi di una decisione congressuale statunitense.
L'Italia, in particolare, ritiene che la questione di Gerusalemme, come le altre legate allo status finale dell'area, vada risolta mediante negoziati tra le parti (con la mediazione della comunità internazionale), in accordo con le pertinenti risoluzioni e principi delle Nazioni Unite, e rispettando lo status quo del bacino sacro contenente i luoghi sacri delle tre religioni monoteiste. Quindi, per quanto riguarda il nostro paese non si intende, rebus sic stantibus, riconoscere la decisione israeliana di annettere Gerusalemme o spostare l'Ambasciata d'Italia da Tel Aviv a Gerusalemme.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la legge n. 184 del 1983, successivamente modificata dalla legge n. 476 del 1998, disciplina il sistema delle adozioni internazionali, affidandone la gestione solo ad enti autorizzati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Commissione per le adozioni internazionali;
tale legge nata nello spirito di semplificare la notevole burocrazia che precede il sistema delle adozioni internazionali oltre che complicarlo ulteriormente diminuendo i soggetti autorizzati alla gestione di tale sistema affida nelle mani di pochi funzionari passaggi delicati dell'intero processo delle adozioni;
nell'ultimo periodo uno dei paesi maggiormente interessati dalle domande di adozione è l'Ucraina;
nell'ultimo periodo, molte delle coppie che hanno avuto rapporti con l'ambasciata italiana a Kiev in Ucraina hanno dovuto scontrarsi con la disonestà di alcuni funzionari;
molte segnalazioni sono giunte alle diverse Associazioni autorizzate e tante altre sono state indirizzate anche ai Ministri interrogati -:
se, in seguito alle numerose lettere dei cittadini e degli enti autorizzati, sia già stata aperta una istruttoria riguardante i fatti segnalati;
quali iniziative si intenda intraprendere per tutelare gli interessi dei cittadini e l'onorabilità delle istituzioni.
(4-01441)
È la stessa CAI ad autorizzare le attività delle associazioni e le singole pratiche di adozione, nonché tutti gli adempimenti burocratici di competenza delle Ambasciate. Queste ultime hanno funzioni meramente consultive, esprimono pareri sui referenti locali, assistono i connazionali e le coppie adottanti, qualora ve ne sia la necessità, e presiedono alla legalizzazione dei documenti ed al rilascio del visto per adozione (previa autorizzazione della suddetta commissione).
In particolare, per quanto riguarda la rappresentanza diplomatico-consolare italiana a Kiev, citata dall'interrogante, non risultano al Ministero degli affari esteri atti inerenti eventuali istruttorie riguardanti le asserite irregolarità menzionate dall'interrogante, o segnalazioni di disservizi.
Infine, la commissione ha il compito di controllare, ma anche di orientare, l'attività degli enti che svolgono i compiti propri dell'autorità centrale e propone la stipulazione di accordi bilaterali in materia di adozione internazionale.
Con riferimento alla mancanza di adeguate risposte alle esigenze poste dai minori in stato di adottabilità e dalle coppie aspiranti all'adozione, si ritiene comunque utile rilevare che l'ampia e qualificata composizione della commissione (vi partecipano il dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'interno, della giustizia, della sanità e il Ministero degli esteri, nonché le regioni, le province e i comuni) offre ampie garanzie all'utenza nel rito delle adozioni.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
undici docenti (Verderese Luigia Cl. Con. AO43, Caccese Alessandra Cl. Con. A345, Cavotta Anna Maria Cl. Con. AO43, Russo Adriana Cl. Con. AO43, Sica Grazia Cl. Con. AO43, Pepe Giuliana Cl. Con. A345, Pericoli Gabriella Cl. Con. AO59, Giordano Mariangela Cl. Con. AO59, Garofano Regina Margherita Cl. Con. AO59, Mirabile Antonino Cl. Con. AO30, Cardone Luciana Cl. Con. AO33) in possesso dei titoli di studio richiesti per l'accesso ai ruoli e del relativo corso di specializzazione per l'insegnamento agli alunni portatori di handicap, sono titolari delle cattedre di insegnamento curriculari sopra elencate nelle classi costituite con alunni minorati dell'udito presso la Sms «N. Monterisi - Sezione audiolesi di Salerno», come da nomina provveditorale -:
a quale ruolo appartengano dal momento che il codice loro assegnato SAMM000VA6 corrisponde a quello della provincia di Salerno e non della scuola media «N. Monterisi», nel cui organico svolgono tutte le attività collegiali e di verifica didattica del proprio lavoro;
quale sia la loro posizione nell'ordine delle operazioni dei trasferimenti, dal momento che sia dalla scuola che dall'ufficio provinciale di Salerno non si evince nessuna risposta certa, mentre per i richiedenti pare sicuro il diritto alla piena partecipazione ai trasferimenti (ordinanza ministeriale n. 3 del 14 gennaio 2002 articolo 32);
quale fondamento abbiano le voci di una privatizzazione dei due corsi (6 classi), attualmente incardinate nell'organico dei docenti di ruolo della scuola media statale di I grado, i cui alunni sono convittori dell'istituto Smaldone di Salerno che, dal prossimo anno scolastico, intenderebbe dar vita ad una scuola paritaria dal prossimo anno;
quali iniziative intenda adottare in merito.
(4-02182)
I docenti in servizio presso la scuola media Monterisi di Salerno sezione audiolesi, funzionante presso l'istituto «Smaldone» di Salerno, appartenevano al ruolo speciale per sordomuti al quale erano stati assegnati a seguito di domanda di passaggio di ruolo con il codice SAMM000A6 relativo alla provincia di Salerno, pur prestando di fatto servizio nell'unica scuola della provincia ove sono funzionanti tali classi.
Per l'anno scolastico 2002/2003, in mancanza assoluta di alunni audiolesi iscritti alla predetta sezione staccata, i predetti docenti sono risultati in soprannumero e pertanto sono stati ammessi a partecipare alle operazioni di trasferimento come se appartenenti al ruolo normale e titolari presso la scuola media «Monterisi» di Salerno ed hanno, pertanto, ottenuto il trasferimento a sedi del comune di Salerno, indicate nella relativa domanda.
L'annuale ordinanza ministeriale sulla mobilità, infatti, in applicazione della contrattazione decentrata, prevede tale possibilità e cioè la presentazione della domanda per il passaggio a cattedra appartenente al ruolo normale, fissando l'ordine delle operazioni, possibilità peraltro dai medesimi già utilizzata negli anni precedenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
in Etiopia si sta consumando una tragedia senza precedenti, con decine di migliaia di persone che tentano disperatamente di sfuggire alla fame cercando territori che possono offrire qualcosa da mangiare;
in tale situazione, secondo fonti di informazioni vicine all'ONU, almeno dieci bambini sono gia morti di fame mentre una grande quantità di persone è al limite della sopravvivenza -:
se il Governo segua la vicenda e se sia in grado di fornire precise informazioni sulla questione;
se non ritenga di doversi attivare, sia direttamente sia attraverso gli organismi internazionali, al fine di predispone immediati aiuti che possano evitare la pi- atroce delle morti, la morte per fame.
(4-04404)
L'Etiopia è la principale nazione a risentire di tale crisi, con circa 14 milioni (su 65 milioni) di persone a rischio di grave malnutrizione.
Peraltro, in aggiunta alle regioni che erano state colpite più duramente già nel 2000 (Afar, Hararghe, alcune zone del Sud), gravi scarsità alimentari si stanno ora manifestando anche in parti del Tigray, del Wollo, del Goggiam e persino in aree tradizionalmente eccedentarie dell'Oromia. Secondo il Governo etiopico, gli aiuti internazionali hanno permesso nel mese di ottobre di coprire il 58 per cento delle necessità alimentari.
Il nostro Governo è stato il primo a rispondere concretamente con un contributo di 3 milioni di euro concessi al P.A.M. (programma alimentare mondiale dell'ONU) all'appello etiopico per la siccità che ha colpito le aree orientali del paese, coinvolgendo quasi sei milioni di persone, lanciato il 9 agosto 2002. La metà di tale contributo sarà impiegata per l'acquisto in loco di integratori alimentari a favore delle popolazioni delle regioni di Afar, Somali e in una zona della regione Amhara; il restante, per la riabilitazione di infrastrutture idrauliche, sia per consumo umano che per bestiame, che verranno affidate anche alle organizzazioni non governative italiane già operanti in quelle zone (COOPI, LVIA, CISP).
In questo momento naturalmente prevale l'esigenza di corrispondere alla prima necessità provvedendo con aiuti alimentari ma gli accordi di aiuto già sottoscritti sono numerosi.
Infatti, oltre all'attuale intervento di emergenza, l'Italia è particolarmente attiva per migliorare le condizioni di sicurezza alimentare della popolazione etiopica. Il 1o ottobre 2002 questo ministero degli affari esteri ha approvato la costituzione di un fondo presso la banca mondiale per finanziare il progetto «partecipazione al programma nazionale di sicurezza alimentare», con uno stanziamento di 4,6 milioni di euro. Il Governo italiano sostiene inoltre dal 1998 un programma di sviluppo rurale volto a garantire un aumento della produttività agricola e, quindi, un miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali del paese.
Alla luce delle dichiarazioni del Primo Ministro Etiopico Meles Zenawi, circa la possibilità che l'attuale crisi alimentare possa rivelarsi peggiore di quella che colpì l'Etiopia nel 1984 e le comunicazioni del commissario per la «Disaster Prevention and Preparadness» (DPPC), impegnato ad effettuare rilevamenti in tutto il Paese, circa il progressivo peggioramento della situazione nelle aree più colpite, dove più del 90 per cento del raccolto sarebbe stato perso, l'Ambasciata italiana ad Addis Abeba monitorerà l'evolversi della crisi, anche allo scopo di poter definire eventuali interventi del nostro Paese a sostegno delle popolazioni colpite, in stretto coordinamento con la Commissione europea e i rappresentati degli altri Stati membri dell'Unione.
Infine, la delegazione italiana al Consiglio affari generali, tenutosi a Bruxelles il 18 e il 19 novembre 2002, nell'ambito della discussione relativa all'emergenza umanitaria in Africa Australe ha sottolineato la necessità di accomunare in ogni iniziativa dell'Unione europea anche il Corno d'Africa, in particolare la zona centro settentrionale dell'Etiopia, facendo sì che programmi di emergenza, come quello degli aiuti alimentari, ed i programmi di sviluppo, soprattutto in agricoltura e nella gestione delle risorse idriche, siano interconnessi e coerenti, al fine di affrontare in maniera più adeguata le cause strutturali delle carestie.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
nel Liceo-Ragioneria San Felice di Viadana nel Mantovano, il preside ha emesso una circolare tesa a dettare regole di comportamento ai suoi studenti in merito all'abbigliamento più consono per frequentare la scuola;
di fatto queste regole altro non sarebbero che il divieto di indossare alcuni capi di abbigliamento e oggetti di ornamento;
il capo dell'istituto non si sarebbe limitato solo a questo ma avrebbe anche vietato lo sciopero prevedendo che chi vi avesse partecipato sarebbe risultato automaticamente assente ingiustificato -:
se non ritienga tali comportamenti lesivi della libertà fondamentale del singolo e della libertà di espressione degli studenti e delle studentesse nonché un atteggiamento autoritario retrivo e repressivo.
(4-04037)
All'inizio dell'anno scolastico 2002/2003, il dirigente scolastico dell'Istituto statale di istruzione tecnico-scientifica «E. Sanfelice» di Viadana, con nota protocollo n. 2530 del 12 settembre 2002, ha inviato ai genitori degli studenti una comunicazione, per ricordare sinteticamente le norme relative ad assenze, permessi e ritardi.
Premesso che la regolarità della frequenza è uno degli elementi che favoriscono l'attività didattica e la formazione del carattere
La nota in parola fa inoltre presente che negli ultimi anni si sono verificate assenze collettive con le motivazioni più varie e pretestuose, e invita i genitori a non assecondarle.
Nella parte conclusiva della lettera viene richiamata l'opportunità per gli studenti di indossare un abbigliamento «decoroso, consono all'istituzione scolastica».
L'invio della lettera ed il relativo contenuto erano stati preventivamente approvati all'unanimità dal collegio docenti e dal consiglio d'istituto della scuola.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
in data 29 giugno 2002, nella città di Belfast, si sono verificati seri e prolungati incidenti tra la polizia nord-irlandese e manifestanti nazionalisti cattolici, i quali protestavano, come avviene da numerosi lustri, dopo la contestata sfilata dei protestanti dell'Ordine degli Orange, che non rinunciano a sottolineare la volontà di mantenere l'assoggettamento della cosiddetta provincia dell'Ulster alla Gran Bretagna;
la questione nord-irlandese non può certamente essere liquidata come un «problema interno» di uno Stato sovrano, atteso che essa attiene al principio universalmente accettato dell'autodeterminazione dei popoli e che coinvolge un Paese, l'Inghilterra, considerata universalmente governata dai principi di libertà e di democrazia;
l'occupazione dell'Irlanda del Nord da parte dell'esercito inglese ha provocato, nel passato, sanguinosi incidenti ed ha generato la nascita e l'attività dell'IRA, che continua a voler por fine all'occupazione inglese, avvalendosi di mezzi leciti e non leciti;
appare difficile, mentre si tenta di dar vita ad un nuovo ordine mondiale rispettoso della volontà dei popoli, accettare che nell'ambito dell'Unione europea permangano situazioni di gravissima tensione come quella che caratterizza la vita dell'Irlanda del Nord senza che alcuno, a livello internazionale, metta in agenda la questione nord-irlandese;
pur nel rispetto della sovranità dell'Inghilterra, nulla vieta che il nostro Paese si attivi per iscrivere, all'ordine del giorno dei lavori di una sessione del Parlamento Europeo, la questione della volontà di autodeterminazione affermata dai cattolici dell'Irlanda del Nord -:
se non ritenga doveroso porre, nell'ambito del Consiglio europeo di cui la Gran Bretagna è prestigiosa ed importante componente, nei termini dovuti e nel rispetto della sovranità dell'Inghilterra, la questione dell'affermata volontà di autodeterminazione del popolo nord-irlandese che da decenni si batte per acquistare l'indipendenza e che subisce la repressione da parte delle forze armate inglesi che applicano leggi eccezionali fortemente lesive delle più elementari libertà personali.
(4-03350)
L'attuale fase di sviluppo della situazione è iniziata nel 1994, con un negoziato che consentì a tutti i rappresentanti politici di partecipare alle trattative, andato faticosamente avanti fino ad un cessate il fuoco nel 1997. Nel 1998 (10 aprile) con gli Accordi del venerdì santo fu deciso di costituire una nuova Assemblea dell'Irlanda del Nord, che venne eletta il 25 giugno 1998. Il panorama politico era suddiviso tra i quattro partiti maggiori: i protestanti moderati dell'Ulster Unionist Party (UUP), i protestanti contrari agli Accordi del Democratic Unionist Party (DUP), i cattolici moderati del Socialist Democratic Labour Party (SDLP) ed i cattolici radicali del Sinn Fein.
Nelle ultime elezioni generali, l'UUP del primo ministro David Trimble ha ottenuto il 26,8 per cento dei voti e sei seggi, il DUP 22,5 per cento (5 seggi), il Sinn Fein di Gerry Adams il 21,7 per cento (4 seggi) ed il SDLP il 21 per cento con 3 rappresentanti nel Parlamento di Westminster. Le prossime elezioni regionali si terranno nel maggio del 2003.
Gli accordi di pace prevedevano: a livello istituzionale, il ritorno all'autodeterminazione della regione con il suo Parlamento (108 membri) ed un suo Governo, un Consiglio ministeriale Nord/Sud a livello di ministri irlandesi ed un Consiglio britannico/irlandese a livello governativo; a livello politico, il disarmo completo delle organizzazioni paramilitari entro due anni, il rilascio dei prigionieri fermati per ragioni legate ad atti terroristici, la progressiva demilitarizzazione della regione ed il conseguente ritiro delle forze armate britanniche, nonché la riforma del corpo di polizia per renderlo più «bipartisan».
Un referendum per l'approvazione degli Accordi del Venerdì Santo diede il 71,1 per cento dei voti a favore in Irlanda del Nord e il 94,4 per cento nella repubblica d'Irlanda. Tuttavia parte degli unionisti (DUP) non ha mai accettato gli Accordi.
Per quanto riguarda la volontà dell'Irlanda del Nord di congiungersi alla repubblica d'Irlanda, appare opportuno sottolineare che lo stesso Gerry Adams - leader del Sinn Fein - ha dichiarato in occasione del World Economic Forum di New York che un'eventuale Irlanda unita potrebbe risultare solo da un accordo con il movimento unionista nordirlandese.
Per quanto riguarda l'applicazione dell'Accordo del Venerdì Santo, il disarmo delle organizzazioni paramilitari non è stato ancora completato, mentre sono stati rilasciati 447 prigionieri fermati per ragioni legate ad atti terroristici (tra cui 194 dei gruppi protestanti «lealisti» e 241 dei gruppi cattolici repubblicani). La progressiva demilitarizzazione dell'area ha visto finora la riduzione della presenza militare britannica da 17.000 a 13.500 uomini (20 per cento) e lo smantellamento di 43 installazioni militari sul territorio dell'Ulster. Nella primavera del 2002 è entrata in vigore la riforma della polizia che prevede la ripartizione proporzionale (50 per cento) degli agenti tra cattolici e protestanti. Tale processo si è interrotto a seguito della perquisizione degli uffici del Sinn Fein, il 4 ottobre 2002, che ha portato all'arresto per spionaggio di individui che, secondo le indagini, risultano legati all'Ira. Dal 14 ottobre 2002, quindi, Londra, in accordo con il governo di Dublino, ha sospeso il Parlamento di Stormont ed ha ripreso il controllo diretto dell'Irlanda del Nord.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
il signor Sanvito Renzo risiede in comune di Biella, in casa di proprietà sita in Strada Molino del Ratto n. 5;
il signor Sanvito, per accedere alla sua abitazione deve necessariamente attraversare il ponte sul torrente Chiebbia, essendo altrimenti completamente intercluso il fondo su cui inerisce l'unità immobiliarie;
il signor Sanvito è gravato, da parte del Ministero della economia e delle finanze - direzione compartimentale del territorio per le regioni del Piemonte Valle d'Aosta e Liguria di una concessione onerosa;
da tempo il signor Sanvito tenta di liberarsi da tale onere, ritenendo assurdo dover pagare un canone per l'attraversamento di un ponte che, come detto, costituisce l'unica possibilità di accesso alla propria abitazione;
la somma di trentamila vecchie lire al mese;
appare in effetti del tutto illogico che un cittadino debba pagare, con sapore di gabella medievale, una «tassa» per attraversare un ponte -:
se non ritenga di dover esonerare il signor Sanvito Renzo dal pagamento del canone per l'attraversamento del ponte sul torrente Chiebbia che costituisce l'unico accesso alla propria abitazione.
(4-03444)
Occorre premettere che il signor Sanvito Renzo è concessionario dall'8 novembre 1983 di un diritto di servitù di passaggio del ponte sul torrente Chiebbia nel comune di Biella, che, secondo quanto precisato dall'Agenzia del demanio, fa parte del demanio idrico e costituisce un necessaria via di accesso alla sua privata abitazione.
Il canone attualmente dovuto è pari a lire 240.000, e ciò in base all'articolo 7 del regolamento recante norme per la rideterminazione dei canoni, proventi erariali ed indennizzi comunque dovuti per l'utilizzazione dei beni immobili del demanio e del patrimonio disponibile dello Stato (approvato con decreto ministeriale 2 marzo 1998 n. 258), che, a decorrere dal 1o gennaio 1990, ha aumentato, nella misura del sestuplo, l'importo precedentemente dovuto secondo l'articolo 16 del decreto legge 2 ottobre 1981, n. 546 (convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 1o dicembre 1981, n. 692).
Ciò posto, la problematica sollevata non può trovare accoglimento in quanto la legislazione attualmente in vigore prevede che l'accesso a fondi interclusi attraverso beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato sia assoggettato all'obbligo del pagamento di un canone ricognitorio.
Infatti, l'articolo 32, comma 7 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, attualmente in vigore, prescrive che, a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima legge (10 gennaio 1995), «"... le superfici destinate ad attraversamento di torrenti o fiumi, che costituiscono un necessario ed insostituibile accesso a case di civile abitazione su fondo intercluso, sono soggette al pagamento di un canone meramente ricognitorio».
Va, peraltro, precisato che la sussistenza dell'obbligo legale di pagamento del canone era stata comunicata al signor Sancito in occasione del ricorso che lo stesso presentò il 1994, avverso il loro pagamento, alla ex direzione compartimentale del territorio - sezione staccata di Vercelli.
L'autorità amministrativa adita infatti respinse il ricorso, con decisione del 20 maggio 1996, in quanto nel caso in argomento trova applicazione la predetta legge n. 724 del 1994, e, di conseguenza, invitò l'allora ufficio del registro a procedere alla
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
il risultato netto di Poste italiane alla data del 30 giugno 2002 presenta perdite per 99 milioni di euro, rispetto ai 42 milioni di euro dello stesso periodo dell'anno 2001;
il pareggio di bilancio era previsto dal piano d'impresa che ipotizzava addirittura un leggero attivo alla fine del primo semestre del 2002;
secondo l'amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi, il deludente risultato è dipeso da una previsione ottimistica sul fronte dei ricavi, dalla contrazione dei volumi di traffico dovuta alla crisi economica e dalla crescita della concorrenza in alcuni settori, come la corrispondenza e i pacchi;
risulta già spostato da un anno (dal 2003 al 2004) l'obiettivo di avere un'azienda potenzialmente quotabile, così come previsto nella precedente bozza del piano d'impresa;
la situazione di Poste italiane desta dunque qualche preoccupazione -:
se ritenga convincenti le diagnosi avanzate dall'amministratore delegato di Poste italiane Massimo Sarmi per giustificare il risultato del primo semestre dell'anno 2002, deludente rispetto alle previsioni della precedenza bozza del piano d'impresa.
(4-04093)
La legge finanziaria per il 2002 ha stanziato, a titolo di integrazione per le riduzioni tariffarie che la società Poste pratica nei confronti degli editori e delle associazioni no-profit, un importo di circa 256 milioni di euro, a fronte di un rimborso di 323 milioni di euro riconosciuto alla società nel 2001.
La differenza - pari a 67 milioni di euro - di cui circa 33 milioni di euro di competenza del 1o semestre 2002 - è stata riconosciuta per intero ed iscritta al capitolo 1850 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, relativo all'anno 2003.
Il risultato netto - al giugno 2002 - del gruppo Poste italiane s.p.a., pertanto, ha risentito della scelta prudenziale di non attribuire ai ricavi della controllante l'importo dei suddetti 33 milioni di euro.
Va precisato che nel primo semestre 2002 si è registrato un decremento dei ricavi del settore della corrispondenza attribuibile allo spostamento al secondo semestre 2002 di alcune attività da parte dello Stato e degli enti previdenziali, in relazione all'entrata in vigore dell'euro ed al rallentamento dell'economia, che ha determinato una flessione dei volumi delle attività economiche, di cui ha risentito in particolare la corrispondenza commerciale.
Come è noto, minori volumi di posta correlati agli obblighi derivanti dalla fornitura del servizio universale, si traducono nella sottoutilizzazione della rete e, conseguentemente, nell'aumento del costo del servizio. Inoltre, nel 2002 non si è ripetuta la commessa straordinaria relativa al trasporto delle monete euro, che aveva consentito, nell'esercizio 2001, l'assorbimento di costi derivanti dalla sottoutilizzazione della rete per un importo pari a 80 milioni di euro.
A completamento di informazione si fa presente che la flessione del risultato operativo netto è stata determinata anche dall'incremento degli ammortamenti e degli accantonamenti effettuati dalla società, per provvedere all'ammodernamento delle infrastrutture
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
la legge n. 23 del 1996 ha trasferito le competenze in materia di edilizia scolastica alle province;
per l'esercizio della funzione, negli anni scorsi, sono stati trasferiti fondi assolutamente inadeguati e nella finanziaria del 2002 non è stato previsto alcun trasferimento, con la conseguenza che le province hanno impegnato risorse materiali nel loro bilancio;
a fronte della necessità di adeguare gli edifici, ai sensi del decreto legislativo n. 626 del 1994, entro il 31 dicembre 2004 e di corrispondere alle nuove esigenze della scuola dell'autonomia le province non sono in grado di operare con le sole risorse proprie;
l'esercizio della funzione rischia pertanto di esaurirsi nella semplice manutenzione ordinaria, compromettendo così sia la sicurezza, sia la vivibilità degli edifici scolastici;
il problema dell'edilizia scolastica non è frazionabile negli sforzi delle singole realtà provinciali, ma deve essere una priorità dell'agenda politica nazionale, pena il degrado progressivo del patrimonio edilizio -:
quali finanziamenti intenda destinare alle esigenze di questo importante settore.
(4-03982)
Ciò nonostante questo ministero vi ha spesso fattivamente contribuito, ad adiuvandum, attraverso l'attribuzione di appositi finanziamenti, sotto forma di mutui accendibili presso la Cassa depositi e prestiti, con totale ammortamento a carico dello Stato ed, in particolare - ai sensi dell'articolo 4 della citata legge n. 23 del 1996, che ha previsto l'attivazione di piani triennali di programmazione regionale, articolati in singoli piani annuali attuativi: al momento è stata complessivamente attribuita una somma di lire 2.964 miliardi, che ha consentito l'attivazione di circa 9.000 interventi edilizi.
Somma, questa, che - giusti gli indirizzi previsti nei singoli decreti di riferimento - è stata essenzialmente dedicata all'adeguamento ed alla messa a norma degli edifici scolastici, favorendo così la concreta applicazione, da parte dei competenti enti locali, dell'articolo 15 della legge n. 265 del 1999 (che prevede il completamento di tali attività entro il 31 dicembre 2004) e che, peraltro, si aggiunge a quelle già erogate in precedenza per analoghe finalità ed ammontanti ad altri 5.700 miliardi di lire (leggi n. 488 del 1986, n. 430 del 1991 e n. 431 del 1996).
Premesso quanto sopra - evidenziato, quindi, come sia cura costante di questo dicastero, nell'ambito delle proprie competenze, attribuzioni e possibilità, ricercare ogni iniziativa finalizzata a favorire la più idonea erogazione del servizio scolastico all'utenza - si ricorda che nel disegno di legge per la riforma degli ordinamenti scolastici è inserito, tra l'altro, un apposito piano programmatico di interventi finanziari,
a) la riserva del 30 per cento del fondo di rotazione presso la Cassa depositi e prestiti per anticipare le spese per la progettazione delle opere dirette ad adeguare le scuole alla normativa antisismica. Questo comporta l'anticipo, ai soggetti attuatori, delle somme necessarie, che però dovranno poi essere da essi restituiti alla cassa restando a carico dello Stato solo gli interessi. Non si tratta, quindi, di mutui a totale ammortamento a carico dello Stato e la loro concreta assegnabilità dipende dall'effettiva sussistenza - al momento della rispettiva richiesta - della necessaria copertura di cassa dipendente, quest'ultima, dall'intervenuta restituzione all'istituto mutuante dei prestiti fatti in precedenza ed ammontanti, a decorrere dal 1996, ad una somma iniziale di lire 500 miliardi;
b) un piano straordinario per la messa in sicurezza nelle scuole nell'ambito del programma delle infrastrutture previsto dalla legge 443 del 21 dicembre 2001, con ripartizione, da parte del CIPE, della somma necessaria tratta dalle risorse di cui all'articolo 13, comma 1 della legge n. 166 del 2002 attivabile, tenuto conto del richiamo fatto all'articolo 3 della legge n. 23 del 1996, secondo le attuali competenze di comuni e province;
c) l'introduzione di nuove entrate (fumo, eccetera), i cui proventi andrebbero, totalmente o parzialmente, a finanziare gli interventi i cui si tratta.
Tale assegnazione, peraltro, che si aggiunge a quella di lire 40 miliardi già disposta, per le stesse finalità, nel 2001.
Poiché, poi, nel corso del monitoraggio sono emerse anche altre indicazioni afferenti alle attività di diretta pertinenza degli enti locali - quali certificazioni ed alle attività strutturali - esso è stato opportunamente inoltrato, per quanto di rispettiva competenza, anche alle rappresentanze degli enti locali medesimi.
Quanto sopra, non mancando, altresì, di attivarsi nelle sedi opportune per il reperimento di fondi ad hoc per sovvenire alle necessità delle amministrazioni citate, tant'è che nella bozza dell'emananda legge finanziaria già era stato previsto, prima dei recenti ulteriori interventi, un congruo finanziamento per l'edilizia scolastica, con particolare riguardo all'adeguamento e messa a norma delle strutture.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'applicazione della legge finanziaria 2002 sta producendo una forte riduzione del numero di insegnanti nelle scuole statali per il prossimo anno scolastico, quantificabile in 8500 unità;
questa riduzione rappresenta solo l'inizio di una manovra che prevede nei tre
l'effetto sarà la non attivazione di nuove sezioni di scuola dell'infanzia, la diminuzione dei tempi pieni nella scuola elementare e dei tempi prolungati nella scuola media, con l'eliminazione di tutti i posti di organico funzionale, il conseguente aumento del numero di alunni per classe, la soppressione dei progetti di qualificazione dell'offerta formativa, di supporto all'handicap e alle altre situazioni di disagio;
l'effetto inevitabile sarà una drastica caduta della qualità dell'offerta formativa della scuola statale, ad unico ed esclusivo vantaggio della scuola privata;
nella provincia di Bologna la situazione è molto grave in ogni ordine di scuola, come risulta dalle proteste che si stanno diffondendo nel mondo della scuola;
Cgil-Cisl scuola degli insegnanti hanno reso noti i seguenti dati: nella scuola dell'infanzia vi sarà un aumento di 558 alunni per il prossimo anno scolastico con una riduzione di 2 posti in organico; nella scuola elementare vi sarà un aumento di 615 alunni con una riduzione di 22 posti; nella scuola media vi sarà un aumento di 521 alunni con un aumento di soli 6 posti, e si calcola che manchino circa 102 cattedre; nella scuola superiore vi sarà un aumenta di 316 alunni con una riduzione di 94 posti in organico, e si calcola che manchino circa 129 cattedre -:
se i dati riportati siano esatti e quali provvedimenti intenda assumere per evitare una situazione di grave disagio per il mondo della scuola e le famiglie bolognesi, oltre ad una pesante caduta della qualità della scuola pubblica a Bologna come in tutto il Paese.
(4-02870)
Le risorse corrispondenti ai risparmi previsti sono, in effetti, state utilizzate per incrementare il trattamento accessorio del personale: peraltro, le verifiche sulla spesa hanno evidenziato che le riduzioni di personale non erano state realizzate: ne è quindi derivato, un incremento di spesa non previsto né coperto dalle due leggi finanziarie sopra ricordate.
Questo episodio, al di là della non coerenza con i principi costituzionali che impongono la copertura della spesa, dimostra che anche il precedente governo era consapevole del sovradimensionamento degli organici della scuola e aveva deciso di operare nel senso di un loro contenimento, ancorché non vi sia riuscito.
Infatti, come rimarcato dall'OCSE, il rapporto docenti/alunni nella scuola italiana, che è di un docente per circa dieci alunni, è anche il più basso tra quelli presenti nei paesi europei: vi sono, pertanto, margini per effettuare una razionalizzazione finalizzata a una migliore allocazione delle risorse, che consenta di migliorare la qualità del servizio allineandolo agli standard europei.
Gli interventi normativi sugli organici della scuola hanno l'obiettivo di ridurre e, possibilmente, azzerare sprechi e inefficienze. Per il personale docente, in particolare, è stato rilevato che vi sono 18 mila insegnanti distolti a vario titolo dall'insegnamento: occorre, quindi, razionalizzare con interventi mirati a realizzare il pieno impiego degli insegnanti nei compiti di istituto.
La consistenza dell'organico dei docenti e la distribuzione dei posti tra le regioni e tra i diversi gradi di istruzione è stata effettuata sulla base di indicatori che hanno preso in considerazione il numero degli alunni iscritti, l'andamento della scolarità,
I direttori regionali hanno operato la ripartizione provinciale della dotazione organica per assicurare non solo i servizi scolastici essenziali nel rispetto delle diverse situazioni sociali e delle specifiche peculiarità geografiche, ma anche la prosecuzione di progetti di particolare rilevanza didattica e/o sociale.
Agli uffici regionali è stata riconosciuta, inoltre, la facoltà di operare compensazioni di posti tra di diversi gradi di istruzione, tenendo conto delle effettive esigenze del territorio.
Dall'anno scolastico 2002/2003, cessa di trovare applicazione il decreto 3 aprile 200, n. 105, che ha introdotto l'organico funzionale in un limitato numero di istituzioni scolastiche dell'istruzione secondaria: pertanto, per salvaguardare le titolarità e quindi la progettualità delle istituzioni scolastiche interessate, la dotazione organica verrà gradualmente ricondotta nell'ambito della dimensione ordinaria, solo in relazione alla disponibilità di posti non coperti da titolari.
Per quanto riguarda le classi a tempo pieno e a tempo prolungato, è previsto un contenimento delle stesse soprattutto nelle realtà locali in cui la percentuale delle medesime supera maggiormente la media nazionale.
Per quanto riguarda la ricaduta sulla provincia di Bologna delle norme di contenimento della spesa nel settore scolastico il dirigente del centro servizi amministrativi di Bologna ha riferito che per l'anno scolastico in corso è stato possibile definire i contingenti di posti per ciascun istituto mediante una accurata ricognizione degli accorpamenti possibili di classi ed una formazione delle prime classi con un numero di alunni tendenzialmente non inferiore a 25.
Inoltre sono stati mantenuti cinque progetti di dimensione provinciale, altamente qualificanti per la scuola bolognese e molto apprezzati dalla stessa, dalle famiglie e dagli enti locali (progetto Marconi, progetto per la sicurezza nelle scuole, progetto aula didattica a Lonte Sole-Marzabotto, progetto Life Learning Center, progetto per l'integrazione di alunni cinesi).
È stata confermata la qualità della integrazione scolastica degli alunni con handicap, ed in proposito non è stato effettuato alcun «taglio» di posti, a testimonianza dell'attenzione verso una problematica così delicata ed importante.
I tagli di cui sopra incidono prevalentemente sulle richieste di aumento del tempo scuola, condizione necessaria ma non sufficiente per assicurare la più alta qualità del servizio. Pertanto, il rischio che in questa provincia alla diminuzione di posti corrisponda automaticamente un abbassamento qualitativo dell'offerta formativa non appare concreto: infatti le tante classi funzionanti a tempo modulare e a tempo normale garantiscono una qualità ampiamente apprezzata dalle famiglie ed i tagli.
In particolare riguardo alla problematica del tempo scuola, indubbiamente di grande significato anche sociale, il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, i dirigenti scolastici e gli enti locali restano impegnati a promuovere l'avvio di nuove modalità organizzative del servizio scolastico da un lato e, dall'altro, una nuova filosofia degli interventi per il diritto allo studio prevalentemente finalizzati proprio al tempo scuola.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'ultimo numero del giornalino scolastico dell'istituto tecnico per geometri di
nello scritto sono riportate affermazioni gravemente lesive dei cittadini omosessuali e tutto l'articolo è teso ad avvalorare la tesi che l'omosessualità è da condannare in quanto tale;
l'articolo ha turbato fortemente la sensibilità degli studenti omosessuali della scuola stessa come testimonia una lettera al giornale La Stampa;
il giornalino rientra nell'attività didattica dell'Istituto ed è, a quanto risulta all'interrogante, sotto diretta responsabilità di un docente e, quindi viene valutato prima della sua uscita;
è stata indetta una assemblea sull'accaduto senza invitare i rappresentanti delle associazioni omosessuali, senza, quindi, garantire pari opportunità di espressione;
sempre più spesso avvengono episodi simili in un quadro di bullismo, discriminazioni e violenze verso giovani omosessuali e lesbiche nel mondo della scuola -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questo gravissimo episodio e quali iniziative intenda assumere per garantire che la scuola non diventi una palestra di razzismo omofobico;
se non ritenga di intervenire per garantire nell'ambito scolastico, e in particolare nella scuola in oggetto, pari opportunità di espressione anche attraverso la possibilità per le organizzazioni omosessuali di far conoscere il loro pensiero partecipando ad una discussione con gli studenti e gli insegnanti.
(4-02347)
Al riguardo si fa presente che il direttore generale regionale per il Piemonte ha disposto visita ispettiva, presso l'istituto in parola che si è svolta in diverse fasi e si è protratta per tutto l'anno scolastico 2001-2002.
Il dirigente tecnico incaricato ha rilevato preliminarmente che l'istituto è conosciuto per l'alto livello professionale dei docenti e «respira per lunga tradizione un clima di vivacità culturale, di serietà negli studi, d'impegno sul sociale».
Il giornale degli studenti «Il Bradipo» è nato come «luogo di dialogo, approfondimento, partecipazione» all'interno del laboratorio di storia e con la precisa ed esplicita volontà di dare spazio ai ragazzi, ai loro sentimenti, alle loro proposte in un clima di libertà, di rispetto e di spontaneità.
Il gruppo di redazione è costituito da n. 5 ragazzi ed è affiancato da una insegnante.
Nel secondo numero del giornale, uscito a febbraio 2002, l'argomento trattato nella rubrica è stato l'omosessualità «pro e contro».
La forma è quella dell'intervista che lascia libero accesso al pensiero reale dei ragazzi intervistati. La maggioranza ha espresso un parere fortemente negativo nei confronti del fenomeno usando espressioni tipiche del mondo degli adolescenti.
Le reazioni sono state violente da parte di singoli e di organizzazioni omosessuali e finalizzate alla deplorazione, alla censura delle espressioni usate, alla richiesta di un intervento riparatorio e a promuovere un atteggiamento positivo di accettazione morale dei comportamenti omosessuali.
Il docente tutor dell'equipe studentesca di redazione, apprezzato da tutti per la grande capacità di dialogo, l'impegno sociale e l'alta professionalità che contraddistingue il suo insegnamento era assente nel periodo dell'uscita del 2o numero del giornalino per malattia, ed è rimasto sconvolto per la virulenza delle reazioni.
I ragazzi della redazione durante il colloquio con l'ispettore hanno riconosciuto l'errore di aver riportato alla lettera le espressioni dei loro compagni pur sottolineando che dall'articolo risulta un pluralismo di idee e che il medesimo è privo di commenti di sorta.
Dagli stessi è stata comunque manifestata l'intenzione di riprendere l'argomento sul giornalino per riparare i termini violenti ed offensivi e ristabilire un clima di rispetto e di dialogo.
Nelle settimane successive vi è stato un forte impegno di tutte le componenti scolastiche per ricondurre l'episodio alle giuste dimensioni ed in data 20 maggio 2002, dopo un percorso di approfondimento e di consapevolezza condiviso dai docenti si è svolto, in modo sereno e costruttivo, un incontro dibattito cui ha partecipato l'onorevole Vattimo. Con detto incontro la vicenda si può considerare felicemente conclusa.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il medico fotoreporter lucano Raffaele Ciriello, come è noto, fu assassinato il 13 marzo scorso a Ramallah in territorio palestinese;
le autorità israeliane, pur di fronte alle evidenze fotografiche, hanno cinicamente negato le responsabilità dell'esercito israeliano, che in quel momento era impegnato in una feroce azione di attacco e rastrellamento in terra di Palestina;
lo scontro armato tra le forze israeliane ed un gruppo di palestinesi, al cui centro purtroppo venne a trovarsi il dottor Ciriello, risulta filmato dallo stesso fotoreporter prima di accasciarsi al suolo colpito a morte, e vi sarebbero, inoltre, le testimonianze dei giornalisti RAI Ricucci e Sanna, che in modo inconfutabile evidenziano le responsabilità dei militari israeliani;
perciò è davvero grave che le autorità di governo dello Stato di Israele, negando l'evidenza, con grande improntitudine neghino qualsiasi responsabilità. Ciò offende la verità e testimonia scarso rispetto per l'Italia e per il suo Governo, che finora non ha sentito il bisogno di rintuzzare le affermazioni delle autorità suddette -:
quali atti ed iniziative intenda adottare nei confronti del Governo israeliano perché ratifichi le affermazioni finora fatte e si assuma tutte le responsabilità della barbara uccisione del valoroso fotoreporter lucano.
(4-03878)
Da parte israeliana, una prima risposta veniva data il 18 marzo 2002 con la consegna di alcuni materiali relativi al caso, ed in seguito con una lettera recapitata personalmente dall'Ambasciatore di Israele, Gol, al segretario generale del Ministero degli affari esteri ambasciatore Baldocci (25 marzo 2003) in cui, nell'esprimere profondo rammarico per l'accaduto, si faceva un breve sunto della posizione israeliana secondo cui: «l'area era stata dichiarata zona militare; vi si trovavano palestinesi armati; colpi sono stati esplosi contro soldati israeliani, che hanno risposto al fuoco; Ciriello si trovava in un gruppo di palestinesi armati, ed è rimasto accidentalmente colpito a morte».
Il 23 agosto 2002, si sono diffuse notizie di stampa, riprese dai giornali, secondo cui le autorità israeliane (per bocca di un non meglio precisato «portavoce militare»), mutando la versione precedente sostenuta, avrebbero affermato che non c'erano prove..., che alcuna unità delle (forze armate israeliane) avrebbe aperto il fuoco in direzione del fotografo. Il Governo ha immediatamente chiesto spiegazioni, tramite la nostra Ambasciata in Tel Aviv, alle autorità israeliane. Sembrerebbe anche che sia stato nuovamente
Al momento, dunque, la versione dei fatti contenuta nella sopraccitata lettera del 25 marzo resta immutata. Vale altresì la pena notare che l'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica, presso il tribunale di Milano, cui questo Dicastero ha già trasmesso tutti gli atti relativi, non è ancora conclusa. Parimenti, gli Israeliani hanno affidato la gestione della vicenda al dipartimento giuridico del loro ministero degli affari esteri. Naturalmente, qualora dall'inchiesta in corso presso la procura di Milano emergesse una versione dei fatti in contrasto con quella israeliana, il Governo valuterà con estrema attenzione gli ulteriori passi che saranno ritenuti utili a raggiungere una soluzione pienamente soddisfacente della vicenda.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
la città di Rionero in Vulture merita e chiede un riconoscimento ufficiale al valore e merito civile per i tragici fatti verificatisi nel settembre 1943;
come è noto non solo agli storici e alla Comunità regionale, la cittadina lucana fu vittima della barbarie nazifascista durante fa ritirata tedesca;
un nutrito gruppo di tedeschi, e - pare - unitamente ad un gruppo di ufficiali e sottufficiali italiani, fece saltare un deposito viveri situato in alcuni padiglioni delle casette presso la chiesetta di Sant'Antonio, provocando la morte del diciassettenne Antonio Cardillicchio e della signora Luisa Giordano;
inoltre, per ritorsione alla reazione del proprietario di una gallina che i tedeschi avevano requisito, questi barbaramente fucilarono ben 16 cittadini rioneresi innocenti: Emilio Buccino, Pasquale Di Pierro, Pasquale Di Lucchio, Pietro Di Lucchio, Marco Grieco, Michele Greco, Donato Lapadula, Giuseppe Antonio Libutti, Angelo Mancusi, Donato Manfreda, Giovanni Manfreda, Pasquale Manfreda, Antonio Santoro, Gerardo Santoro, Giuseppe Santoro e Pasquale Sibilia. Quei tragici fatti, anche se sono trascorsi sessant'anni, sono ancora vivi nella memoria dei cittadini di Rionero e dell'intera Basilicata;
la città di Rionero in Vulture, ricca di passione e impegno civile, orgogliosa della sua storia democratica, che ha in Giustino Fortunato l'espressione più alta, da decenni legittimamente chiede un attestato e il un riconoscimento ufficiale dello Stato per la barbarie subita;
non aver finora assegnato al comune in questione una medaglia al valore e merito civile è stato sicuramente un grave atto di omissione e di sottovalutazione di quanto avvenuto in quel tragico settembre del 1943 -:
se e quali atti intenda adottare affinché si giunga al riconoscimento di cui si è detto.
(4-05039)
Infatti l'istruttoria intesa ad ottenere la concessione di una onorificenza al merito civile per i tragici eventi verificatisi nel comune di Rionero in Vulture nel settembre del 1943, avviata su proposta della prefettura - ufficio territoriale del governo di Potenza dell'8 gennaio 2003, si è di recente conclusa. Pertanto, secondo la vigente normativa, la questione verrà sottoposta nella prima seduta utile all'esame
Il Ministro dell'interno: Beppe Pisanu.
nel nostro Paese vi sono giovani dell'est europeo che svolgono importanti lavori di assistenza agli anziani e ai bambini e che si dedicano a lavori domestici;
trattasi di giovani lavoratori seri, che rispettano le nostre leggi, ma che purtroppo si trovano senza permesso di soggiorno;
questi giovani hanno un posto di lavoro certo, un'abitazione dove vivono e le famiglie italiane vogliono regolarizzare la loro posizione, pagando i dovuti contributi all'Inps;
si tratta di giovani provenienti da Paesi che al più presto entreranno a fare parte della Comunità europea -:
se non si ritenga di adottare le opportune iniziative, anche normative, affinché anche ai soggetti sopramenzionati possa essere concesso il permesso di soggiorno per lavoro.
(4-01252)
La legge 9 ottobre 2002, n. 222 «conversione in legge del decreto-legge 9 settembre 2002, n. 195, recante disposizioni urgenti in materia di legalizzazione del lavoro irregolare di extracomunitari», prevede poi la regolarizzazione dei lavoratori stranieri impiegati presso imprese nazionali. Termini e modalità per la regolarizzazione sono analoghi a quelli previsti dalla legge n. 189 del 2002.
L'esame delle domande di regolarizzazione è in corso.
Infine, riferendosi l'interrogante ai paesi dell'Europa orientale, si può rilevare che alcuni di essi aderiranno a breve all'Unione europea e, a seguito dell'adesione, sarà esteso ai loro cittadini il diritto alla libera circolazione dei lavoratori, anche se con l'applicazione di periodi transitori.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
quali siano i presupposti del risanamento della società poste, interamente a capitale pubblico;
quale sia stato l'ammontare del finanziamento pubblico a detta società nel 2001;
quanti uffici postali siano stati chiusi, con disagio di tanti cittadini, in particolare nei piccoli centri, costretti a viaggiare per recarsi in un ufficio postale;
quanto personale dipendente è stato collocato anticipatamente in quiescenza,
quanti contratti di consulenza sono stati assegnati a personale esterno ed a studi vari e l'ammontare della relativa spesa;
quale sia l'ammontare per pubblicità della società poste sugli organi di stampa nel 2001;
a quanto ammonti la spesa per il mantenimento della intera impalcatura delle relazioni esterne ed ufficio stampa;
a quanto ammontino le spese complessive di rappresentanza della società poste e se vi siano state concessioni di carte di credito, a carico della società, ed a chi siano state assegnate e per quali spese;
se si ritiene di operare una giusta correzione nelle spese della società poste, così come in tutte le altre che si reggono con denaro pubblico, quindi dei cittadini, costretti sempre a pagare tasse ed imposte di ogni tipo.
(4-02728)
Al riguardo, per quanto attiene al risanamento della società si fa presente che il piano di impresa 1998-2002, a suo tempo approvato dai Ministri del tesoro e delle comunicazioni, dopo aver riesaminato scelte strategiche, lavorazioni, portafoglio prodotti e dotazione di strumenti, risorse tecniche e informatiche, ha individuato le azioni e delineato i progetti necessari per elevare il livello dei servizi resi dall'azienda agli standard qualitativi europei e puntare al risanamento economico e finanziario, nonché al rilancio della società stessa.
La politica di sviluppo ha consentito di portare i ricavi dell'azienda dagli 11.644 miliardi di lire del 1998 ai 12.292 del 1999 e ad oltre 13.000 miliardi alla fine del 2000. Anche nel 2001 è stato conseguito un risultato netto di esercizio positivo, in conformità alle previsioni del citato piano.
Per quanto riguarda il riferimento ai finanziamenti pubblici a favore dell'azienda, si precisa che, a seguito e per effetto della trasformazione dell'ente poste italiane in poste italiane S.p.A. avvenuta il 28 febbraio 1998, le perdite di gestione non sono più a carico dello Stato.
Le somme corrisposte all'azienda, a scadenze regolari o in specifici casi, remunerano i servizi resi alla collettività o alla pubblica amministrazione, ovvero compensano parte degli oneri complessivamente sostenuti dall'azienda per offrire i propri servizi.
Si precisa, inoltre, che la Commissione europea, durante un apposito procedimento, ha valutato le erogazioni che l'azienda ha ricevuto dallo Stato sia come prestazioni del servizio universalmente offerto, sia a titolo di integrazioni tariffarie per l'editoria e il no profit.
Al termine del procedimento, la Commissione ha giudicato tali erogazioni regolari, in quanto non eccedono la misura dell'onere in questione e assicurano lo svolgimento del servizio universale, escludendo che possano essere considerate «aiuti di Stato».
Peraltro, durante l'anno 2001, l'azienda, a fronte di una spesa di 1.650 miliardi di lire sostenuta per lo svolgimento del servizio universale, ha ottenuto solo un rimborso, pari a 850 miliardi.
Anche per i contributi all'editoria e no profit, dai dati 2001 risulta che a fronte di un contributo di 625 miliardi, l'azienda ha registrato costi per 770 miliardi di lire con una differenza pari a 145 miliardi di lire, che costituisce un onere improprio. Inoltre, Poste italiane esegue pagamenti e incassi per conto delle pubbliche amministrazioni attraverso le tesorerie provinciali dello Stato.
Per quanto concerne la chiusura di alcuni uffici postali, si fa presente che nell'anno 2001 sono state operate 382 chiusure, in quanto i costi risultavano eccessivi rispetto ai volumi di lavoro. Di esse, 341 erano già state programmate in ottemperanza alle disposizioni del contratto di programma, 7 configurano più propriamente
La chiusura di un ufficio postale i cui ricavi, a causa di volumi di lavoro complessivamente inadeguati, non coprono i corrispondenti costi, è considerata una soluzione estrema, alla quale si ricorre quando non sono possibili soluzioni alternative.
Sulla base del principio, mai disatteso, secondo il quale in ciascun comune almeno un ufficio postale deve garantire l'apertura giornaliera, sono stati individuati gli uffici la cui chiusura, in relazione allo specifico contesto territoriale e alla vicinanza di altri uffici postali non comporta rilevanti disagi per la clientela.
Per quanto riguarda il personale collocato in quiescenza o transitato nella pubblica amministrazione, si fa presente che a seguito dell'applicazione delle clausole contenute nell'accordo siglato il 17 ottobre 2001 tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, che ha concluso la procedura prevista dalla legge n. 223 del 1991, nell'anno 2001 circa 5.500 rapporti di lavoro nei confronti di personale avente titolo alla pensione di anzianità o vecchiaia, sono giunti a compimento. Il numero dei dipendenti di poste comandati presso amministrazioni pubbliche è in progressiva consistente riduzione: nel corso del 2001, è passato da 1559 a 629.
Per quanto riguarda, invece, i contratti di consulenza e in generale di collaborazioni esterne l'azienda si è avvalsa e continua ad avvalersi di professionisti esterni, in possesso di specifiche professionalità non presenti nell'azienda stessa, idonee ad assistere e sostenere le attività dirette a conseguire gli obiettivi di rilancio e risanamento previsti nel piano d'impresa.
La spesa relativa ai citati incarichi di consulenza ammonta a circa 6,8 miliardi di lire, a fronte di 55 incarichi avviati o conclusi nell'anno 2001, dei quali 13 sono collaborazioni occasionali.
Per quanto concerne gli oneri per pubblicità dell'azienda sugli organi di stampa, si premette che le iniziative pubblicitarie favoriscono la diffusione su larga scala dei servizi offerti, nonché delle modalità di accesso ai servizi stessi. Per l'anno 2001 il costo della pubblicità attraverso gli organi di stampa ammonta a circa 4,6 miliardi di lire. Le inserzioni pubblicitarie sono state pubblicate sulle principali testate a diffusione nazionale, sui quotidiani a maggiore diffusione regionale e nei periodici finanziari e/o commerciali a loro volta più venduti.
Il costo affrontato dall'azienda nell'anno 2001 per curare le relazioni esterne e gestire l'ufficio stampa ammonta a 33 miliardi di lire.
Per quanto concerne le spese di rappresentanza, si fa presente che nel corso del 2001 le stesse ammontano complessivamente a 2,3 miliardi di lire, somma contenuta, se si considera la complessità e l'importanza dell'azienda.
Relativamente alla concessione di carte di credito, si precisa che anche Poste italiane, analogamente alla generalità delle aziende sul mercato, assegna carte di credito a dirigenti e/o dipendenti che operano abitualmente in trasferta, al fine di ovviare agli inconvenienti connessi al sistema degli anticipi sull'importo relativo alla missione.
Attraverso la rendicontazione, comunque, i titolari sono tenuti a produrre i documenti giustificativi di ciascun addebito.
Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Mario Baldassarri.
la legge prevede che le scuole vengano messe a norma sia per quanto riguarda l'impiantistica che per i servizi a favore dei disabili entro il 31 dicembre 2004;
in provincia di Gorizia servono oltre 18 milioni di euro per mettere a norma edifici scolastici carenti dei requisiti previsti per legge;
provincia e comuni si trovano nell'impossibilità con il proprio bilancio di
come e in che tempi il Governo intenda far fronte allo stanziamento di fondi agli enti locali preposti perché si possa operare nel senso previsto dalla legge;
inoltre come si intenda agire per assicurare la qualità dell'offerta formativa considerato che i tagli degli organici, previsti per attingere risorse da destinare all'avvio della riforma scolastica, rischiano non solo la riduzione delle classi che saranno formate da un numero sempre più numeroso di alunni a scapito della qualità dell'offerta didattica ma anche di depauperare una serie di iniziative che la scuola offre agli studenti, quali la doppia lingua in alcune scuole medie, l'insegnamento dell'inglese anche nel primo ciclo delle elementari o altri progetti didattici nei vari gradi di istruzione, possibili ora grazie ad un organico sufficientemente ampio.
(4-02748)
Questa amministrazione, limitatamente alle proprie attribuzioni tra l'anno 1999 ed il 2001, ha ripartito la somma complessiva di lire 2.936 miliardi, finalizzata a favorire essenzialmente l'adeguamento e messa a norma degli edifici scolastici, tra le competenti regioni le quali hanno poi provveduto ad assegnarla agli enti locali interessati nel rispettivo ambito territoriale.
Va ricordato infine che il disegno di legge per la riforma degli ordinamenti scolastici prevede, tra l'altro un apposito piano programmatico di interventi finanziari, tra i quali anche quelli diretti all'adeguamento delle strutture e che, mentre la legge n. 448 del 23 dicembre 2001 ha previsto per l'anno 2004, un finanziamento di più di 300 milioni di euro per l'avvio del terzo triennio, la legge finanziaria 2003 prevede, per gli stessi fini, una somma di circa 10 milioni di euro per l'anno 2003.
Riguardo ai posti di organico assegnati alla provincia di Gorizia premesso che quelli riservati agli alunni disabili e della scuola dell'infanzia, che si ricorda non è scuola dell'obbligo, non hanno subito alcuna variazione, i dirigenti scolastici da parte loro nell'ambito, dell'autonomia, hanno poi provveduto a coprire i posti dell'organico di fatto confermando incarichi con nomine a tempo determinato.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
la legge finanziaria 2002 ha previsto tagli di risorse e di docenti;
la sua applicazione nel Veneto è stata condotta solo su una base di risparmio di spesa, senza tener conto dell'aumento del numero degli alunni e l'ingresso nella scuola dell'obbligo di nuovi studenti di madrelingua non italiana, per i quali sarebbe necessario investire risorse aggiuntive per l'integrazione e la positiva formazione;
la consistente presenza di alunni portatori di handicap, le cui diverse abilità dovrebbero determinare valutazioni differenziate nell'attribuzione del numero degli insegnanti di sostegno, mentre la direzione del Veneto si è mossa secondo una mera logica numerica, che insieme ha portato da 1 per 2 alunni a 1 per 3 alunni gli insegnanti di sostegno;
l'incertezza normativa nella quale si muove la scuola italiana, da cui non è esente la scuola veneta;
la decurtazione già avvenuta delle risorse e l'incertezza sulle risorse future,
la riduzione di 1.800 insegnanti già avvenuta nel Veneto;
la specialità del territorio veneziano, non a caso sancita dalla legislazione nazionale, che richiede anche in materia di istruzione valutazioni specifiche di merito -:
se il Ministro sia a conoscenza di tutto quanto sopra esposto e se dunque si sia resa conto della grave situazione nel mondo della scuola veneto e veneziano;
quali iniziative intenda assumere per ripristinare le condizioni necessarie per un sereno svolgimento dell'anno scolastico, già iniziato nel Veneto il 16 settembre, fornendo adeguate risorse economiche e adeguato numero di personale docente e non docente;
quali provvedimenti intenda adottare per garantire a tutti il diritto allo studio, in particolar modo agli alunni svantaggiati, ulteriormente penalizzati dalle leggi regionali, che favoriscono gli studenti della scuola privata a scapito di quella pubblica, in particolare attraverso lo strumento del buono scuola agli alunni che frequentano le scuole private, anziché sostenere le famiglie con i redditi più bassi.
(4-03901)
In merito al lamentato taglio di risorse e di docenti, è opportuno ricordare che il precedente Governo, con la legge finanziaria per il 1998, aveva previsto di realizzare per l'anno 1999 una riduzione del 3 per cento del personale della scuola rispetto a quello dell'anno 1997, destinando i conseguenti risparmi alla retribuzione accessoria del personale stesso. Inoltre, la legge finanziaria per il 2000 aveva previsto un'ulteriore riduzione di personale della scuola non inferiore all'1 per cento rispetto ai dipendenti in servizio al 31 dicembre 1999, destinando i risparmi alla stessa finalità.
Le risorse corrispondenti ai risparmi previsti sono in effetti state utilizzate per incrementare il trattamento accessorio del personale. Peraltro, le verifiche sulla spesa hanno evidenziato che le riduzioni di personale non erano state realizzate. Ne è derivato, di conseguenza, un incremento di spesa non previsto né coperto dalle due leggi finanziarie appena ricordate.
Ciò, al di là della non coerenza con i principi costituzionali che impongono la copertura della spesa, dimostra che anche il precedente Governo era consapevole del sovradimensionamento degli organici della scuola e aveva deciso di operare nel senso di un loro contenimento, ancorché non vi sia riuscito. Infatti, come rimarcato dall'OCSE, il rapporto docenti-alunni nella scuola italiana (pari a circa un docente per ogni dieci alunni) è il più basso tra quelli presenti nei paesi europei. Vi sono, pertanto, margini per effettuare una razionalizzazione finalizzata ad una migliore allocazione delle risorse, che consenta di migliorare la qualità del servizio allineandolo agli standard europei.
Gli interventi normativi sugli organici della scuola realizzati da questo Governo hanno l'obiettivo di ridurre e, possibilmente, azzerare sprechi e inefficienze. Per il personale docente, in particolare, è stato rilevato che vi sono 18 mila insegnanti distolti a vario titolo dall'insegnamento. Occorre, quindi, razionalizzare con interventi mirati a realizzare il pieno impiego degli insegnanti nei compiti di istituto.
Le disposizioni in materia di organici del personale della scuola contenute nella legge finanziaria per il 2002 nonché quelle contenute nella legge finanziaria per il 2003 sono, pertanto, finalizzate a proseguire questo percorso di razionalizzazione. Tutti i risparmi sono destinati alla valorizzazione professionale dei docenti.
Ciò premesso, per quanto riguarda la ripartizione tra le varie regioni della dotazione
Per effetto di quanto sopra i posti assegnati in organico di diritto al Veneto nell'anno scolastico 2002/2003, per tutti gli ordini di scuola, sono stati 630 in meno rispetto a quelli assegnati nell'anno scolastico 2001/2002 e di questi 630 posti 90 sono stati poi autorizzati dal Ministero in organico di fatto.
È pertanto del tutto infondato il dato riportato nell'interrogazione, secondo cui la riduzione dei posti ammonterebbe a 1800.
Per quanto concerne in particolare i posti di sostegno, si fa presente che in sede di adeguamento della situazione di diritto alla situazione di fatto, a fronte di 9627 alunni in situazione di handicap, funzionano in organico di fatto 4180,5 posti di sostegno. Ciò dimostra che il rapporto posti/alunni è sostanzialmente rimasto invariato rispetto al precedente anno scolastico 2001/2002, nel quale furono attivati 4084 posti a fronte di 8909 alunni con handicap.
Quanto, infine, alla vicenda del «buono scuola» per gli alunni frequentanti le scuole private del Veneto, si fa presente che l'iniziativa di cui trattasi è stata decisa e messa in atto, con i propri fondi, dalla regione Veneto.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'articolo 5, comma 3, del decreto legislativo n. 426 del 1997, relativo agli organi della scuola nazionale di cinema, prevede che «La durata degli organi è di quattro anni. Ciascun componente può essere riconfermato per una sola volta e, se è nominato prima della scadenza quadriennale, resta in carica fino a tale scadenza»;
il direttore generale della «scuola nazionale di cinema», pur essendo equiparato ad «organo», così come previsto dal comma 1 del sopra citato articolo 5, continua ad essere presente nella fondazione;
il mandato del predetto «direttore» è scaduto con quello del precedente consiglio di amministrazione, cioè con la fine del quadriennio;
ciò nonostante lo stesso continua, da 12 anni, ad esercitare la funzione di direttore generale di tale fondazione -:
se il Ministro non intenda esercitare il proprio potere di vigilanza, affinché la durata degli organi della scuola nazionale di cinema sia rispettosa del dettato legislativo.
(4-03309)
Il centro sperimentale per la cinematografia era un ente di diritto pubblico, il cui direttore generale è stato nominato, ai sensi del decreto legge 14 gennaio 1994, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 marzo 1994, n. 153, con deliberazione del commissario straordinario, per il periodo 24 luglio 1995-23 luglio 2000.
Come è noto, il decreto legislativo 18 novembre 1997, n. 426, ha trasformato tale ente in una fondazione denominata «scuola nazionale di cinema».
Il consiglio di amministrazione della suddetta fondazione, alla scadenza del 23 luglio 2000, ha provveduto alla nomina del direttore generale.
L'incarico di cui sopra è stato affidato allo stesso soggetto che aveva già ricoperto
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
il 1 gennaio del 2002 entrerà in vigore l'Euro;
si sta procedendo in tutti i Paesi dell'Unione europea interessati alla conversione dei prezzi di beni e servizi dalla moneta corrente all'Euro;
il 12 dicembre 2001, il ministero per i beni e le attività culturali ha comunicato la nuova lista dei prezzi dei biglietti dei musei statali conseguente all'adeguamento di tali prezzi in Euro;
dalle informazioni ricavabili dal sito Internet e dal numero verde del ministero risulta falso quanto affermato dal ministero e cioè che, con l'entrata in vigore dell'Euro, i prezzi dei biglietti dei musei statali resteranno pressoché invariati;
al contrario, i prezzi di quasi tutti i principali e più visitati luoghi d'arte d'Italia, con il pretesto degli arrotondamenti, è destinato ad aumentare tra le 500 e le 6.000 lire;
per rendersi conto degli aumenti basta consultare l'elenco con i nuovi prezzi pubblicato sul sito Internet del ministero. Quasi tutti i principali musei, monumenti e luoghi d'arte nazionali, infatti, vedranno crescere il prezzo dei biglietti. Ecco qualche esempio - tratto dalle tabelle pubblicate dal Ministero - tra i più macroscopici e che riguarda alcuni tra i luoghi d'arte più visitati d'Italia:
a) Terme di Caracalla: oggi 8.000. Dal 1 gennaio 2002 5 Euro (9.681 lire) con un aumento di 1.600 lire;
b) Museo di Capodimonte: oggi 14.000. Dal 1 gennaio 2002 7,50 Euro (14.522 lire) con un aumento di oltre 500 lire;
c) La Reggia di Caserta, gli Uffizi, il Museo ed i templi di Paestum, Villa Adriana e Villa D'Este di Tivoli, il Cenacolo Vinciano a Milano, il Museo Archeologico di Napoli, il Museo Egizio di Torino, la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d'arte Moderna di Roma, le Gallerie dell'Accademia a Venezia il 1 gennaio del 2002 passeranno dalle attuali 12.000 lire a 6,50 Euro (12.585 lire) con un aumento di oltre 500 lire;
ancora più ingiustificato è l'aumento del costo dei biglietti cumulativi, il cui scopo dovrebbe essere, al contrario, quello di incentivare i visitatori. Qualche esempio:
a) biglietto cumulativo valido 7 giorni per visitare tutte le sedi del Museo Nazionale Romano: oggi 15.000. Dal 1 gennaio 2002, 9 Euro (17.426 lire) con un aumento di quasi 2.500 lire;
b) biglietto cumulativo valido 7 giorni per visitare Colosseo, Palatino, Terme di Caracalla, Museo Nazionale Romano e Villa dei Quintili: oggi 33.000. Dal 1 gennaio 2002 20 Euro (38.725) con un aumento di quasi 6.000 lire;
c) biglietto cumulativo valido un giorno per visitare Pompei ed altri 3 siti confinanti o Ercolano ed altri 3 siti: oggi 16.000. Dal 1 gennaio 2002 8.50 Euro (16.458) con un aumento di quasi 500 lire;
arrotondamenti irrisori per difetto sono stati apportati, invece, per musei che hanno un minore afflusso di visitatori. Solo per fare un esempio il costo del biglietto di piccoli luoghi d'arte come il Castello Piccolomini in Abruzzo o altri piccoli musei passa dalle attuali 4000 lire a 2 euro (3.872) con una riduzione di poco più di 100 lire. Allo stesso modo molti piccoli
proprio mentre si stanno ricercando intese con commercianti e produttori di beni e servizi che non penalizzino i consumatori ed indicano a crescite del tasso di inflazione, lo Stato dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio e a non approfittare del cambio di moneta a danno dei visitatori dei musei;
inoltre questo aumento è in totale controtendenza con le scelte in materia di prezzi dei musei operate negli ultimi anni dai Governi dell'Ulivo, che avevano portato ad esempio all'introduzione di uno sconto del 50 per cento per i ragazzi tra i 18 ed i 25 anni;
questi aumenti poi rappresentano, insieme con i vistosi tagli della Finanziaria alle risorse destinate alla cultura, l'ennesima prova dell'assenza assoluta di una politica culturale nel nostro Paese. E sono ancora più paradossali se confrontati con le scoppiettanti dichiarazioni dei mesi scorsi in merito alla ventilata ipotesi di introduzione dell'assoluta gratuità dei musei statali -:
se nella maggior parte degli arrotondamenti apportati al prezzo del biglietto di alcuni tra i musei statali più visitati (Uffizi, Cenacolo eccetera) il cui prezzo attuale è di 12.000 lire non sarebbe stato più giusto arrotondare per difetto a 6 Euro e non per eccesso a 6,50 Euro;
se siano consapevoli che in altri casi, come nel caso di alcuni biglietti cumulativi relativo a siti del Polo archeologico Romano, gli aumenti, fino a 6.000 lire siano dei tutto incongruenti con l'intento di adeguamento dei prezzi in Euro;
se siano consapevoli che è proprio lo Stato italiano che, mentre da un lato chiede uno sforzo di serietà a produttori e commercianti nel processo di conversione dei prezzi dalle lire in euro, dall'altro dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio;
se siano consapevoli del danno che tale aumento può comportare, soprattutto in un momento come questo in cui, la flessione del turismo soprattutto straniero dovrebbe portare a politiche tariffarie di segno opposto;
come si concili tale aumento con l'intento più volte espresso dal sottosegretario Sgarbi di rendere totalmente gratuito l'ingresso nei musei statali;
se non ritengano, infine, a fronte di quest'ultimo grottesco episodio, che vi sia una totale assenza di indirizzo e strategia unitarie e coerenti delle politiche culturali.
(4-01744)
Il nuovo assetto tariffario adottato da questo dicastero, a seguito dell'introduzione della moneta unica europea, si fonda su due criteri:
1) rispondere ad esigenze di funzionalità del servizio, avvalendosi del principio dell'arrotondamento. Si è ritenuto che la matematica conversione in euro degli importi in lire avrebbe comportato disagi per l'utenza a causa dell'inevitabile rallentamento delle operazioni di incasso;
2) attuare una reale revisione tariffaria, nell'esercizio delle potestà conferite dal decreto ministeriale dell'11 dicembre 1997, n. 507, in conformità al parere espresso dal comitato biglietti previsto dall'articolo 3 del decreto ministeriale medesimo. Si precisa che tale sistema è stato adottato per un esiguo numero di casi.
Infatti, su un totale di 250 biglietti in vigore, comprensivo anche di biglietti cumulativi,
In particolare, tale arrotondamento in aumento è stato effettuato sui biglietti del valore di 12.000 lire, oggetto di una crescita pari a 30 centesimi di euro, e quindi rideterminati in euro 6,50 rispetto alla conversione matematica corrispondente ad euro 6,20.
In questa tipologia rientrano i siti segnalati dagli interroganti alla lettera c), comprendenti ad esempio la Reggia di Caserta e gli scavi archeologici di Pompei.
È stato adottato il medesimo criterio per il museo di Capodimonte, menzionato alla lettera b), il cui biglietto di lire 14.000, pari ad euro 7,23, è stato aumentato ad euro 7,50.
La direzione generale informa che per la maggioranza delle tipologie dei biglietti in vigore, corrispondenti a 212 ed aventi un valore inferiore alle 10.000 lire, sono stati al contrario effettuati arrotondamenti per difetto.
Per quanto attiene l'aumento del costo dei biglietti cumulativi, adottati in particolare per l'ingresso alle sedi espositive della soprintendenza archeologica di Roma - quali il museo nazionale romano, le terme di Caracalla, il Colosseo, il Palatino e la villa dei Quintili - è stata operata una reale revisione tariffaria.
La revisione è stata proposta dalla medesima soprintendenza in relazione al miglioramento del servizio, conseguito intraprendendo più iniziative, come l'estensione dei giorni di validità del biglietto cumulativo, attuate per garantire una migliore risposta alle maggiori esigenze di fruizione dei visitatori.
Si rende noto, infine, che nell'ambito della citata revisione tariffaria, è stato adottato il biglietto unico, pari ad 8,00 euro, per avere accesso alla visita del Palatino e del Colosseo, di valore inferiore alla somma dei singoli biglietti precedentemente in vigore, ammontanti rispettivamente a lire 12.000 e 10.000.
Per quanto riguarda le iniziative adottate dal ministero dell'economia e delle finanze, si segnala l'approvazione da parte del comitato interministeriale per la programmazione economica, in data 15 novembre 2001, della delibera riguardante le «modalità di conversione in euro di importi espressi in lire di tariffe e prezzi regolamentati nei servizi di pubblica utilità».
La delibera ha fornito alcuni indirizzi operativi ed ha, tra l'altro, precisato che le operazioni di conversione in euro degli importi monetari riferiti a tariffe e prezzi regolamentati, dovessero avvenire nel rispetto della normativa comunitaria ed italiana.
La stessa delibera non ha escluso, in alcuni casi eccezionali e per ragioni di semplificazione delle operazioni di esazione dei pagamenti, la possibilità di arrotondare prezzi e tariffe in modo diverso dalle predette disposizioni, assicurando, tuttavia, un effetto di neutralità della spesa per la generalità degli utenti del servizio.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
il servizio tecnico per l'archeologia subacquea del ministero dei beni culturali nasce nel 1986 sulla base dell'esigenza di provvedere a una verifica delle centinaia di segnalazioni che ogni anno le soprintendenze archeologiche facevano pervenire al ministero;
da quella data ad oggi il servizio tecnico per l'archeologia subacquea ha sviluppato e fornito metodologie di lavoro alle soprintendenze archeologiche competenti sul territorio nazionale contribuendo a realizzare centinaia di operazioni di recupero di patrimonio sommerso, convegni nazionali e internazionali, attività didattica, collaborazione con le forze dell'ordine, missioni, mostre itineranti e didattiche;
per quanto riguarda la formazione del personale specializzato, dopo alcuni tentativi negli anni ottanta di organizzare
con la riforma del Ministero per i beni culturali e ambientali in Ministero per i beni e le attività culturali, di cui al decreto legislativo 368/1998 e regolamento dal decreto del Presidente della Repubblica 441/2000 e dal decreto ministeriale 11 maggio 2001, nell'ambito del patrimonio sono state create quattro nuove direzioni generali, tra cui quella per i beni archeologici;
il servizio tecnico per l'archeologia subacquea è stato inserito ufficialmente nel decreto ministeriale 11 maggio 2001, come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 33 del 9 febbraio 2001 - come (r)Servizio III Tutela e Conservazione dei Beni» gestione del servizio tecnico Archeologia subacquea all'interno della direzione generale per i beni archeologici;
di fatto l'organizzazione dell'attività del ministero in materia di archeologia subacquea è però ferma dal momento in cui è uscito il regolamento 441/2000 e il decreto ministeriale 11 maggio 2001; malgrado le previsioni normative, infatti, da allora tale servizio non è mai stato reso operativo;
al contrario è stata realizzata una politica di riduzione del personale del servizio tecnico per l'archeologia subacquea da 6 persone a 2 persone attualmente in servizio, riduzione inspiegabile visto che il Ministero ha a disposizione personale tecnico, scientifico, amministrativo di alta professionalità;
l'Italia ha il pi- antico e vasto patrimonio sommerso, conteso da tutti e pericolosamente in balia di saccheggiatori e, dovrebbe di conseguenza, strutturare presso gli organismi competenti in materia di tutela, il ministero per i beni e le attività culturali, nella maniera pi- tempestiva ed efficace gli strumenti tecnici ed operativi atti a garantirne la tutela;
in tal senso di notevole importanza è la conclusione e le realizzazione di attività quali la collaborazione con altri enti a progetti ordinari e straordinari di recupero del patrimonio sommerso o la collaborazione con il ministero degli affari esteri o dell'ambiente e tutela del territorio, le forze dell'ordine civili e militari, la Marina Militare, le capitanerie di porto e guardia costiera, il volontariato e le associazioni culturali non profit per il censimento e la tutela del patrimonio sommerso di siti, di relitti, di approdi e quanto altro su tutto il territorio italiano;
è altresì necessario effettuare un monitoraggio costante di parchi archeologici marini, di musei del mare ai fini della valorizzazione del patrimonio marino;
la paralisi organizzativa successiva all'entrata in vigore della riforma, blocca ed impedisce l'espletamento di tali compiti in maniera ottimale;
nel novembre 2001 il Ministro Urbani provvedeva alla presentazione di un disegno di legge recante (r)Disciplina dell'attività archeologica subacquea attualmente in sede deliberante presso la Commissione cultura del Senato, ma fermo in Commissione Bilancio per mancanza di copertura finanziaria;
attualmente la legislazione nazionale, e in particolare quella riguardante il ministero per i beni e le attività culturali, si basa ancora su poche disposizioni che necessitano di estensione ed integrazione con l'intero corpo della normativa in materia di tutela -:
quale sia il motivo della paralisi che ha paralizzato l'entrata in funzione effettiva del servizio tecnico archeologia subacquea all'interno della direzione generale per i beni archeologici;
se tale paralisi sia conseguenza diretta o indiretta del consistente taglio di fondi per il funzionamento della direzione generale per i beni archeologici operato con la legge finanziaria per il 2002 e con quella attualmente in discussione in Parlamento (per il 2003);
quali siano i reali intendimenti del Ministero per il rilancio dell'attività legata alla tutela del patrimonio subacqueo.
(4-04416)
La crescente attenzione, da parte del ministero per i beni e le attività culturali alla tutela del patrimonio archeologico sommerso e allo sviluppo delle attività di ricognizione e ricerca nei siti ricchi di testimonianze spesso inedite, ha reso possibile negli ultimi anni un aumento delle iniziative e delle strutture che operano nel settore.
Come è noto, verso la fine dell'anno 1997, secondo un preciso progetto volto al potenziamento delle unità operative presso le soprintendenze preposte alla tutela del patrimonio archeologico, presente sia sul territorio sia nelle aree sommerse, il ministero ha costituito i nuclei operativi periferici in quasi tutte le soprintendenze archeologiche d'Italia.
Si rammenta che tali nuclei sono prevalentemente diretti da funzionari archeologi subacquei ed il personale addetto, che ha superato appositi specifici corsi di addestramento, è stato abilitato all'attività subacquea.
Si evidenzia che tutto ciò ha reso possibile una notevole autonomia delle strutture periferiche: infatti, tali nuclei possono intervenire direttamente in loco a seguito delle numerosissime segnalazioni di rinvenimenti, conducendo lavori di documentazione, scavo e salvaguardia con una costante direzione tecnico scientifica di specialisti nel settore.
A seguito della creazione di queste strutture, si è, nel contempo, alleggerita l'attività del servizio tecnico per l'archeologia subacquea, istituito nel 1986, il quale ha mantenuto un ruolo di supporto e di consulenza per le iniziative di ricerca.
S'informa che attualmente, in conseguenza della riorganizzazione delle direzioni generali, con la relativa ottimizzazione del personale in servizio e la specifica assegnazione di fondi a ciascuna direzione, il servizio tecnico per l'Archeologia subacquea è stato assorbito nel nuovo servizio III «tutela e conservazione» della direzione generale per i beni archeologici.
Lo stesso servizio, nell'ambito delle più generali problematiche di salvaguardia e conservazione del patrimonio archeologico, provvede alla tutela dei siti sommersi, garantendo i necessari collegamenti con le soprintendenze archeologiche, gli enti e le strutture che operano nel settore.
In proposito, si rende noto che le soprintendenze che ancora non dispongono di archeologi e tecnici subacquei da poter impiegare in operazioni di pronto intervento e tutela, possono anche avvalersi della collaborazione del servizio III. Per questo motivo, è costantemente a disposizione un'unità mobile-laboratorio attrezzata per primi e pronti interventi, che avvengono sempre utilizzando la collaborazione tecnico-logistica dei subacquei dell'Arma dei carabinieri, attivati dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale.
Si informa, inoltre, che lo stesso servizio III si occupa del coordinamento delle operazioni di ricerca negli alti fondali, resa possibile dalla convenzione con la marina militare. Queste attività si sono regolarmente svolte negli anni passati e per l'anno 2003 prevedono alcune prospezioni lungo le coste della Toscana, della Basilicata e della Campania.
Si segnala, altresì, che proseguono e sono state potenziate le iniziative volte all'organizzazione di corsi, lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche in acqua, per gli operatori subacquei delle Forze dell'ordine, attraverso incontri presso i relativi comandi navali.
Il Servizio III della direzione generale per i beni archeologici sta organizzando, in collaborazione con il Ministero degli affari
Si fa presente, inoltre, che nel campo della didattica e della formazione, a seguito di una convenzione con l'istituto, universitario «suor Orsola Benincasa» di Napoli - facoltà di lettere - ogni anno viene organizzato, presso l'isola di Procida, un cantiere al quale partecipano subacquei delle soprintendenze, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza. Per quest'anno, su espressa richiesta dei rispettivi comandi, si prevede di organizzare analoga attività per i subacquei della guardia costiera, della Polizia di Stato e della marina militare.
Si comunica, infine, che nel novembre 2001, è stato sottoposto all'esame del Consiglio dei Ministri un disegno di legge governativo, concernente la disciplina dell'attività archeologica subacquea, attualmente in discussione presso la Commissione 7o del Senato della Repubblica.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
una classifica stilata dall'Unicef ha individuato gli studenti italiani tra i meno preparati dei principali Paesi industrializzati;
il sistema scolastico italiano mostra evidenti debolezze a causa, anche, della carenza di adeguate sollecitazioni all'apprendimento;
i nostri insegnanti sono i più numerosi del mondo, con una media di dieci allievi ciascuno -:
quali iniziative urgenti intenda assumere per garantire un'effettiva preparazione degli allievi;
quali iniziative intenda assumere per migliorare la selezione e la preparazione dei docenti.
(4-04798)
Al riguardo si fa presente preliminarmente che il Governo è consapevole del divario esistente in materia d'istruzione tra il nostro e gli altri paesi europei tant'è che uno degli obiettivi prioritari del Governo medesimo è quello di ridare all'istruzione quel grado di qualità e di innovazione necessaria ad accelerare il processo di integrazione europea.
Il disegno di legge di riforma del sistema scolastico, attualmente all'esame del Parlamento, tende ad armonizzare il sistema d'istruzione a quello degli altri paesi europei ed a rispondere all'esigenza di creazione di uno spazio educativo comune.
Ciò attraverso la riaffermazione della nostra tradizione culturale con nuovi piani di studio e un percorso liceale rinnovato, ed inoltre, attraverso la definizione di un canale di istruzione e formazione professionale di pari dignità, prestigio ed efficacia di quello liceale.
La riforma del sistema scolastico prevede anche percorsi formativi personalizzati, ma soprattutto flessibili, attraverso una organizzazione dei piani di studio che contemplino la possibilità di differenziare lo studio e la formazione nei contenuti, nella durata e nei percorsi; saranno le istituzioni scolastiche in autonomia a rispondere efficacemente ai bisogni degli allievi.
Il provvedimento legislativo in discussione affronta anche alcuni aspetti legati alla promozione della professionalità dei docenti, prevedendo un nuovo sistema di formazione iniziale, che superi il vecchio modello concorsuale e valorizzi sia i contenuti disciplinari che quelli tipici della professione di insegnamento.
In coerenza con i contenuti del nuovo assetto ordinamentale saranno adottate tutte le misure necessarie di formazione dei
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il 9 novembre 2002 in Poggio Caiano (Prato), nello stesso giorno dello svolgimento del corteo No global a Firenze, presso l'istituto scolastico G. Mazzei è stata apposta irritualmente accanto alla bandiera nazionale ed europea, la bandiera della pace -:
se l'esposizione della bandiera della pace nel suddetto istituto scolastico sia conforme alla disciplina dettata dalla legge 5 febbraio 1998, n. 22 e del decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121.
(4-04707)
In data 5 febbraio 2002 la maggioranza dei docenti ha richiesto l'adozione della bandiera della pace presso le scuole dell'istituto e il collegio dei docenti, il 12 marzo 2002 ha deliberato in proposito; l'amministrazione comunale, da parte sua, ha aderito all'iniziativa sostenendo le spese per i pennoni e per la collocazione delle bandiere presso le scuole.
Si ritiene di dover precisare che l'esposizione della bandiera della pace è avvenuta nel settembre 2002 con il solo scopo di sostenere con la condivisione della comunità territoriale, un'iniziativa didattico-educativa e non aveva alcun collegamento con il Social Forum svoltosi successivamente a Firenze e senza altro scopo se non quello didattico.
La bandiera della pace non è più esposta nell'istituto comprensivo di cui si tratta dal 10 dicembre 2002.
Si precisa infine che la legge 5 febbraio 1998 n. 22 ed il decreto del Presidente della Repubblica n. 12 del 2000 cui fa riferimento l'interrogante si limitano a regolare esclusivamente l'uso delle bandiere della Repubblica italiana ed europea.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
prima della entrata in vigore della legge n. 23 del 1996 gli istituti scolastici di competenza della provincia di Potenza erano 35;
a seguito della entrata in vigore della citata legge sono state attribuite alla provincia di Potenza competenze su altri 36 istituti scolastici precedentemente gestiti dai comuni;
nella maggior parte dei casi si tratta di strutture non adeguate alle vigenti normative sulla sicurezza, agibilità e igiene;
il raddoppio delle competenze non ha fatto registrare alcun trasferimento di risorse umane, mentre dal punto di vista finanziario la provincia di Potenza si è vista assegnare, ai sensi della legge citata n. 23 complessivi 5,9 miliardi di vecchie lire;
tale cifra è da divedersi per l'arco di quattro anni e quindi con uno stanziamento di 1,5 miliardi di vecchie lire all'anno;
si tratta di cifre del tutto inadeguate rispetto alle reali esigenze del patrimonio edilizio scolastico in dotazione della provincia
per quanto concerne i trasferimenti operati ai sensi della legge n. 23 del 1996 per il solo funzionamento degli edifici scolastici sono stati attestati intorno ai 2,5 miliardi di vecchie lire all'anno;
il costo sostenuto dalla provincia per adempiere alla funzione assegnatali da legge dello Stato è pari a 7,5 miliardi circa l'ente è pertanto costretto a far fronte con i fondi di bilancio pari al 65 per cento del totale;
ad aggravare questa condizione vi è la scadenza del 31 dicembre 2004 per l'adeguamento alle norme di sicurezza di tutti gli edifici scolastici;
la legge finanziaria per il 2002 (legge n. 488 del 2001) ha eliminato ogni trasferimento in favore dell'edilizia scolastica -:
si chiede di conoscere quali misure questo Governo intenda adottare con urgenza, viste le scadenze, al fine di procedere ad uno stanziamento in favore dell'edilizia scolastica in considerazione dello sforzo compiuto dalla provincia di Potenza nell'adempiere alle competenze previste dalla legge n. 23 del 1996.
(4-03933)
Ciò nonostante questo ministero vi ha spesso fattivamente contribuito, ad adiuvandum, attraverso l'attribuzione di appositi finanziamenti, sotto forma di mutui accendibili presso la Cassa depositi e prestiti con totale ammortamento a carico dello Stato ed, in particolare - ai sensi articolo 4 della citata legge 23 del 1996, che ha previsto l'attivazione di piani triennali di programmazione regionale, articolati in singoli piani annuali attuativi: al momento è stata complessivamente attribuita una somma di lire 2.964 miliardi, che ha consentito l'attivazione di circa 9.000 interventi edilizi.
Somma, questa, che - giusti gli indirizzi previsti nei singoli decreti di riferimento - è stata essenzialmente dedicata all'adeguamento ed alla messa a norma degli edifici scolastici, favorendo così la concreta applicazione, da parte dei competenti enti locali, dell'articolo 15 della legge 265 del 1999 (che prevede il completamento di tali attività entro il 31 dicembre 2004) e che, peraltro, si aggiunge a quelle già erogate in precedenza per analoghe finalità ed ammontanti ad altri 5.700 miliardi di lire (leggi 488 del 1986, 430 del 1991 e 431 del 1996).
Premesso quanto sopra - evidenziato, quindi, come sia cura costante di questo dicastero, nell'ambito delle proprie competenze, attribuzioni e possibilità, ricercare ogni iniziativa finalizzata a favorire la più idonea erogazione del servizio scolastico all'utenza - si ricorda che nel disegno di legge per la riforma degli ordinamenti scolastici è inserito, tra l'altro, un apposito piano programmatico di interventi finanziari, tra i quali anche quelli diretti all'adeguamento delle strutture e che, mentre la legge 23 dicembre 2001, n. 448 già contempla per l'anno 2004 un finanziamento complessivo di più di 300 milioni di euro per l'avvio del terzo triennio, la legge finanziaria 2003 prevede, per le stesse finalità, su iniziativa di questa amministrazione una somma, di circa 100 milioni di euro; nella stessa legge sono stati inseriti interventi per le necessità rappresentate, con particolare riguardo a quelle collegate ai recenti eventi calamitosi. E così, infatti, sono stati previsti:
a) la riserva del 30 per cento del fondo di rotazione presso la Cassa depositi e
b) un piano straordinario per la messa in sicurezza nelle scuole nell'ambito del programma delle infrastrutture previsto dalla legge 443 del 21 dicembre 2001, con ripartizione, da parte del CIPE, della somma necessaria tratta dalle risorse di cui all'articolo 13, comma 1 della legge 166 del 2002 attivabile, tenuto conto del richiamo fatto all'articolo 3 della legge 23 del 1996, secondo le attuali competenze di comuni e province;
c) l'introduzione di nuove entrate (fumo, eccetera) i cui proventi andrebbero, totalmente o parzialmente, a finanziare gli interventi di cui si tratta.
Tale assegnazione, peraltro, si aggiunge a quella di lire 40 miliardi già disposta, per le stesse finalità, nel 2001.
Poiché, poi, nel corso del monitoraggio sono emerse anche altre indicazioni afferenti alle attività di diretta pertinenza degli enti locali - quali certificazioni ed alle attività strutturali - esso è stato opportunamente inoltrato, per quanto di rispettiva competenza, anche alle rappresentanze degli enti locali medesimi.
Quanto sopra, non mancando, altresì, di attivarsi nelle sedi opportune per il reperimento di fondi ad hoc per sovvenire alle necessità delle amministrazioni citate, tant'è che già nella fase preparatoria della legge finanziaria 2003 era stato previsto, prima dei recenti ulteriori interventi, un congruo finanziamento per l'edilizia scolastica, con particolare riguardo all'adeguamento e messa a norma delle strutture.
Riguardo alla situazione degli edifici scolastici nella città di Potenza e provincia si riportano di seguito i dati aggiornati forniti dal direttore generale dell'anno scolastico regionale della Basilicata.
Su un totale di 36 istituzioni scolastiche (sedi centrali di dirigenza scolastica) gravano un totale di 44 sedi aggregate e/o sezioni staccate che sommate alle prime fanno registrare un complessivo di 80 edifici scolastici di competenza dell'amministrazione provinciale di Potenza alla quale risultano assegnate, ai sensi della Legge 23 del 1996 nel primo triennio le seguenti somme: anno 1996 (lire 2.800.000.000), anno 1997 (lire 2.100.000.000), anno 1998 (lire 2.100.000.000) ai sensi della stessa legge nel secondo triennio: anno 1999 (lire 1.000.000.000), anno 2000 (lire 1.100.000.000), anno 2001 (lire 1.768.000.000).
L'ammontare complessivo delle risorse già utilizzate risulta pertanto pari a lire 10.868.000.000 per spese di funzionamento degli edifici, lavori realizzati ed opere eseguite.
All'amministrazione provinciale di Potenza il POR nell'annualità 2002, ha assegnato lire 7.250.000.000, unica risorsa disponibile tanto per le spese di funzionamento (stimate pari a lire 2.500.000.000) quanto per lavori da appaltare.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
molte amministrazioni provinciali hanno notevoli difficoltà nel reperire i fondi utili all'edilizia scolastica;
non v'è dubbio che insegnamento, apprendimento e rendimento scolastico dipendono anche dalla possibilità di disporre di strutture adeguate -:
se non ritenga urgente prevedere un adeguato rifinanziamento della legge n. 23 del 1996 recante «Norme per l'edilizia scolastica».
(4-04048)
Ciò nonostante questo ministero vi ha spesso fattivamente contribuito, ad adiuvandum, attraverso l'attribuzione di appositi finanziamenti, sotto forma di mutui accendibili presso la cassa depositi e prestiti con totale ammortamento a carico dello Stato ed, in particolare - ai sensi dell'articolo 4 della citata legge 23 del 1996, che ha previsto l'attivazione di piani triennali di programmazione regionale, articolati in singoli piani annuali attuativi: al momento è stata complessivamente attribuita una somma di lire 2.964 miliardi, che ha consentito l'attivazione di circa 9.000 interventi edilizi.
Somma, questa, che - giusti gli indirizzi previsti nei singoli decreti di riferimento - è stata essenzialmente dedicata all'adeguamento ed alla messa a norma degli edifici scolastici, favorendo così la concreta applicazione, da parte dei competenti enti locali, dell'articolo 15 della legge 265 del 1999 (che prevede il completamento di tali attività entro il 31 dicembre 2004) e che, peraltro, si aggiunge a quelle già erogate in precedenza per analoghe finalità ed ammontanti ad altri 5.700 miliardi di lire (leggi 488 del 1986, 430 del 1991 e 431 del 1996).
Premesso quanto sopra - evidenziato, quindi, come sia cura costante di questo Dicastero, nell'ambito delle proprie competenze, attribuzioni e possibilità, ricercare ogni iniziativa finalizzata a favorire la più idonea erogazione del servizio scolastico all'utenza - si ricorda che nel disegno di legge per la riforma degli ordinamenti scolastici è inserito, tra l'altro, un apposito piano programmatico di interventi finanziari, tra i quali anche quelli diretti all'adeguamento delle strutture e che, mentre la legge 23 dicembre 2001, n. 448 già contempla per l'anno 2004 un finanziamento complessivo di più di 300 milioni di euro per l'avvio del terzo triennio, la legge finanziaria 2003 prevede, per le stesse finalità, su iniziativa di questa Amministrazione una somma, di circa 100 milioni di euro; nella stessa legge sono stati inseriti interventi per le necessità rappresentate, con particolare riguardo a quelle collegate ai recenti eventi calamitosi. E così, infatti, sono stati previsti:
a) la riserva del 30 per cento del fondo di rotazione presso la cassa depositi e prestiti per anticipare le spese per la progettazione delle opere dirette ad adeguare le scuole alla normativa antisismica. Questo comporta l'anticipo, ai soggetti attuatori, delle somme necessarie, che però dovranno poi essere da essi restituiti alla cassa, restando a carico dello Stato solo gli interessi. Non si tratta, quindi, di mutui a totale ammortamento a carico dello Stato e la loro concreta assegnabilità dipende dall'effettiva sussistenza - al momento della rispettiva richiesta - della necessaria copertura di cassa dipendente, quest'ultima, dall'intervenuta restituzione all'Istituto mutuante dei prestiti fatti in precedenza ed ammontanti, a decorrere dal 1996, ad una somma iniziale di lire 2500 miliardi;
b) un piano straordinario per la messa in sicurezza nelle scuole nell'ambito del programma delle infrastrutture previsto dalla legge 443 del 21 dicembre 2001, con ripartizione, da parte del CIPE, della somma necessaria tratta dalle risorse di cui all'articolo 13, comma 1 della legge 166 del 2002 attivabile, tenuto conto del richiamo fatto all'articolo 3 della legge 23 del 1996, secondo le attuali competenze di comuni e province;
c) l'introduzione di nuove entrate (fumo, eccetera), i cui proventi andrebbero, totalmente o parzialmente, a finanziare gli interventi di cui si tratta.
Tale assegnazione, peraltro, che si aggiunge a quella di lire 40 miliardi già disposta, per le stesse finalità, nel 2001.
Poiché, poi, nel corso del monitoraggio sono emerse anche altre indicazioni afferenti alle attività di diretta pertinenza degli enti locali - quali certificazioni ed alle attività strutturali - esso è stato opportunamente inoltrato, per quanto di rispettiva competenza, anche alle rappresentanze degli enti locali medesimi.
Quanto sopra, non mancando, altresì, di attivarsi nelle sedi opportune per il reperimento di fondi ad hoc per sovvenire alle necessità delle amministrazioni citate, tant'è che nella bozza dell'emananda legge finanziaria già era stato previsto, prima dei recenti ulteriori interventi, un congruo finanziamento per l'edilizia scolastica, con particolare riguardo all'adeguamento e messa a norma delle strutture.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
con parere del Consiglio di Stato n. 1869/81 del 26 novembre 1981 il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è stato qualificato come «entità cavalleresca, religiosa e militare, patrimonio dinastico e familiare della Casa di Borbone-Due Sicilie» ed in quanto tale «Ordine non nazionale, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 7 della legge n. 178 del 1951» da cui «deriva la legittimazione dei cittadini italiani insigniti dal legittimo titolare del potere di conferire onorificenze costantiniane a chiedere l'autorizzazione all'uso delle stesse nel territorio della Repubblica»;
nel predetto parere è apoditticamente indicato come capo della ex Casa Reale di Borbone-Due Sicilie un cittadino francese, tale Ferdinando Maria Duca di Castro, senza fornire alcuna motivazione in ordine alla sua pretesa legittimazione;
al contrario di quanto affermato nel predetto parere, il Governo spagnolo e la Casa Reale di Spagna - il primo unico Stato nel cui ambito hanno vigenza legislativa e rilievo pubblicistico le disposizioni in tema di successione dinastica della Casa di Borbone e la seconda unica delle varie dinastie Borbone attualmente regnante - riconoscono come legittimo Capo della Casa di Borbone Due Sicilie e Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano S.A.R. Don Carlo di Borbone, Duca di Calabria, Infante di Spagna, cittadino spagnolo e membro della stessa Casa Reale spagnola, in conformità ai pareri, tutti univoci nel senso predetto, del Ministero della Giustizia spagnolo, della Reale Accademia di Giurisprudenza e Legislazione, del Ministero degli Affari esteri spagnolo, dell'Istituto Salazar y Castro del Consiglio Superiore di Investigazioni Scientifiche e dello
lo Stesso Gran Maestro ed Infante di Spagna Don Carlo di Borbone è ufficialmente rappresentato, in Italia, per gli affari concernenti l'Ordine Costantiniano, dall'Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede;
in atto vengono autorizzate per l'uso solo le onorificenze concesse dal nominato Ferdinando Maria Duca di Castro, sull'assunto che solo i cavalieri appartenenti alla sua obbedienza si sarebbero costituiti in associazione nazionale in Italia, requisito quest'ultimo non richiesto dalle vigenti disposizioni di legge ed in contrasto con la prassi seguita dal ministero degli affari esteri in riferimento ad altri Ordini non nazionali per la cui autorizzazione all'uso non è mai stata richiesta l'esistenza di una associazione nazionale (si veda la nota n. 022/713 del 13 dicembre 1999, nella quale il ministero degli affari esteri ha individuato alcuni ordini non nazionali per i quali il ministero stesso ritiene concedibile l'autorizzazione all'uso delle relative onorificenze e, tra questi, il Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - ramo napoletano, l'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, l'Ordine del Merito sotto il Titolo di San Giuseppe, la Decorazione di San Giorgio per il Merito Militare di Lucca, il Real Ordine al Merito sotto il Titolo di San Lodovico e l'Ordine dell'Aquila Estense);
lo stesso ministero degli affari esteri, per l'Insigne Real Ordine di San Gennaro, per l'Ordine di San Ferdinando e per il Real Ordine di Francesco I delle Due Sicilie, ha riconosciuto, contraddittoriamente, che l'attuale situazione dinastica non consente di identificare esattamente il titolare dei diritti magistrali (che sono gli stessi dell'Ordine Costantiniano) e ritenuta opportuna l'astensione dalla concessione dell'autorizzazione all'uso delle relative onorificenze, in attesa che sia definito il contrasto dinastico;
tale situazione di ingiustificata disparità nei confronti di un rappresentante della Casa Reale spagnola, riconosciuto legittimo Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano dallo stesso Re di Spagna e dal Governo spagnolo, appare non ulteriormente sostenibile e potenzialmente idoneo, laddove dovesse perdurare, di determinare conseguenze negative sugli stessi rapporti tra i governi italiano e spagnolo -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di normalizzare, con la necessaria richiesta sollecitudine, la situazione sopra evidenziata;
se non reputi comunque opportuno disporre, per par condicio ed in attesa che la disputa dinastica trovi l'auspicata composizione (laddove non si ritenesse già risolta in favore del legittimo Gran Magistero spagnolo), l'immediata ammissione all'autorizzazione anche delle onorificenze costantiniane concesse dal Gran Maestro S.A.R. Don Carlo di Borbone, Infante di Spagna e Duca di Calabria o, in subordine, sospendere tutte le autorizzazioni all'uso per quelle già concesse dal signor Ferdinando di Borbone.
(4-04389)
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
circa 600 dirigenti scolastici, collocati con tale titolo, riconosciuto in base alla legge dello Stato (articoli 39 e 40 del CCNL, Area V), in pensione per raggiunti limiti di età il 1 settembre 2001, con 40 e più anni di servizio alle dipendenze dello Stato, sono ancora in attesa dell'erogazione della pensione riconosciuta;
costoro, infatti, contrariamente a quanto avvenuto non solo per i colleghi dirigenti scolastici in servizio, ma anche per i docenti incaricati di presidenza, non hanno ancora ottenuto una sola lira (o millesimo di euro) né per la differenza di stipendio tabellare né per la retribuzione individuale di anzianità (RIA), compresi i ratei maturati al 31 dicembre 2000, né per la valutazione relativa agli anni scolastici 1999-2000 e 2000-2001 -:
a quali cause, responsabilità e disfunzioni, è imputabile la mancata stipula dei decreti individuali, con la conseguente definizione delle spettanze, aventi effetto anche sul trattamento di quiescenza e sull'indennità di buonuscita (articolo 41, comma 1 CCNL Area V);
quali provvedimenti urgenti si vogliano mettere in atto affinché siano eliminate le cause di tale lentezza ed insopportabile disservizio, ripristinando il pieno diritto dei suddetti dipendenti pubblici.
(4-04067)
Al riguardo si ritiene opportuno premettere che a decorrere dal 1o settembre 2000 la liquidazione delle pensioni spettanti al personale della scuola è divenuta di competenza dell'Inpdap, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 2, comma 3, della legge 8 agosto 1995 n. 335.
Tuttavia, poiché il suddetto istituto previdenziale non era, come non è tuttora, in possesso di tutti gli elementi di calcolo, questa amministrazione è obbligata a trasmettere i relativi dati.
Primaria importanza rivestono i dati afferenti alla carriera, ed in particolare tutte le retribuzioni, principali ed accessorie, che rientrano nel periodo di riferimento sul quale viene calcolata la quota B, cioè il servizio prestato dal 1o gennaio 1993 alla data della cessazione dal servizio.
Ciò premesso occorre evidenziare che, a seguito dell'attribuzione della qualifica dirigenziale ai capi d'istituto, si è reso necessario procedere per detto personale ad una vera e propria ricostruzione di carriera; per operare celermente e contemporaneamente nei confronti di tutti gli interessati e, nel contempo, conservare i relativi dati è stato realizzato un apposito programma informatico.
Appena approvati dalle competenti ragionerie generali dello Stato i provvedimenti di ricostruzione di carriera, potranno essere inviati all'Inpdap che dovrà provvedere alla riliquidazione delle pensioni e delle buonuscite già erogate.
Si ritiene di dover precisare infine che a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 268 del 22 novembre 2002, di conversione del decreto legge 25 settembre 2002 n. 212, nei casi in cui detto personale aveva ancora in corso provvedimenti di ricostruzione di carriera come docenti e/o come presidi, si applicano le disposizioni, contenute nell'articolo 3-bis della legge medesima, finalizzate a semplificare ed accelerare la definizione delle pensioni del personale della scuola.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
lo scorso 27 settembre 2002 in un articolo apparso sul quotidiano Cronache
il ragazzo che ha finito le medie con ottimi voti, nell'Istituto D'Azeglio di Marano, ha «bussato alle porte» di ben cinque istituti di informatica presenti nell'hinterland, ma nessuno gli ha potuto garantire un'assistenza materiale continuata;
il diritto allo studio è uno dei capisaldi della nostra Costituzione;
il giovane ha manifestato grandi capacità, ed impegno nello studio -:
se non intenda adottare iniziative normative per i non abbienti o predisporre lo stanziamento di maggiori risorse volte a garantire il diritto allo studio.
(4-04042)
Al riguardo si fa presente che lo studente in parola frequenta con regolarità e con profitto l'Istituto superiore «L.S. I.M. Segre» di Marano di Napoli. La richiesta d'iscrizione al suddetto istituto è stata fatta in ritardo, nel mese di novembre, e la scuola ha tempestivamente provveduto all'adeguamento dei servizi igienici. Dagli inizi del mese di dicembre lo studente Davide Guarino ha potuto frequentare la scuola citata ed al medesimo è stato affiancato un insegnante di sostegno per diciotto ore settimanali.
Per quanto riguarda l'assistenza dell'allievo, il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Campania ha comunicato che il centro servizi amministrativi di Napoli, competente in materia dal 1o gennaio 2003, provvederà al più presto ad assicurare il necessario supporto.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
da notizie stampa, comparse nei primi giorni di gennaio 2002 sulle pagine di cronaca dei principali giornali milanesi, si è appreso del tentativo, effettuato da quattro individui, di espellere alcuni dipendenti delle Pp Tt, ospiti presso la casa albergo di Via Ippodromo 8 (Milano);
una pattuglia dei carabinieri, chiamata per l'episodio, ha proceduto al fermo degli autori dell'operazione - poi convalidato dall'autorità giudiziaria - che sono stati condannati, previo patteggiamento, ad una pena dai sei agli undici mesi;
l'operazione «di espulsione» era diretta verso persone che vivevano da tempo presso la casa albergo di Via Ippodromo 8;
tale casa albergo risulta attualmente gestita dalla GEST.A. srl (società con sede a Montebelluna);
l'allontanamento forzato degli ospiti sarebbe stato giustificato dalla assenta morosità degli stessi, pur essendo tuttora pendenti numerosi procedimenti presso il giudice di pace di Montebelluna, proprio in relazione alla assenta e contestata morosità di tali ospiti;
tale episodio, seppur il primo ed unico sanzionato penalmente, segue ad altri analoghi episodi, avvenuti lo scorso anno, nei confronti di persone non presenti per le ferie natalizie e che si sono conclusi con lo sgombero degli oggetti, di proprietà degli inquilini, che si trovavano nelle stanze della casa albergo Pt;
attualmente due case albergo Pt di Milano sono gestite dalla società GEST.A. che, per l'affitto dei posti letto, percepisce direttamente dai lavoratori «esterni» circa 600.000 lire mensili (mentre ne riceve
tali case albergo furono costruite negli anni ottanta - con fondi pubblici - a cura dell'allora Amministrazione Poste e Telegrafi per ospitare dipendenti delle Poste, la cui famiglia risiedeva in altre città;
solo in caso di disponibilità residua, dovrebbero essere ospitati, presso tali edifici, anche lavoratori esterni;
il comportamento della GEST.A srl fa ritenere che tale società tenda a riservare l'affitto dei posti letto soprattutto ai lavoratori esterni, tanto è vero che i lavoratori delle Poste non riescono a trovare alloggio nelle case albergo;
il titolare della suddetta società pretende il pagamento delle 600.000 lire mensili anche dai lavoratori «esterni» che hanno stipulato precedentemente un contratto di affitto con le Poste italiane Spa di lire 450.000;
la gestione delle case albergo era in passato affidata all'Istituto Postelegrafonici ente costituito per prestazioni di natura previdenziale e assistenziale -:
quale sia la situazione giuridica degli immobili in questione;
quale sia la posizione attuale delle Poste Italiane Spa in merito all'assegnazione degli immobili Pt;
se effettivamente sia in corso - e, in caso affermativo, da quanto tempo e a quali condizioni - la gestione di tali alloggi da parte della GEST.A. srl;
se il Ministro sia al corrente delle iniziative che le Poste Italiane S.p.A intendano intraprendere al fine di evitare il ripetersi dei gravi episodi esposti in premessa.
(4-02856)
Dopo la trasformazione dell'amministrazione poste e telecomunazioni in ente pubblico economico, l'ente poste italiane sottoscrisse, nel 1997, una convenzione con l'Ipost per avviare un programma che provvedeva la progressiva dismissione di detti alloggi. Nella convenzione si precisava anche che l'Ipost a partire dal 31 dicembre 1997, non si sarebbe più occupato della gestione di tali immobili, come avvenuto fino ad allora, e si stabiliva che l'ente Poste avrebbe curato lo svolgimento delle necessarie «gare per l'adeguamento strutturale, impiantistico e tecnologico degli immobili stessi alle normative vigenti».
Successivamente alla trasformazione dell'ente Poste in società per azioni, e precisamente nel mese di maggio 2001, la proprietà degli immobili in parola venne trasferita alla E.G.I, Società per azioni interamente controllata da Poste italiane, incaricata di completare il programma suddetto.
Alla società Poste rimaneva affidata la gestione delle case-albergo, in forza di un contratto di comodato stipulato con la E.G.I., in data 31 maggio 2001; in attesa della futura definitiva chiusura delle case-albergo, Poste italiane per motivi di ordine tecnico, interrompeva l'assegnazione dei posti letto.
La società Poste ha, inoltre, precisato che i rapporti con la società Gesta, citata nell'atto parlamentare in esame, erano iniziati già nel febbraio 2000 - prima del trasferimento della proprietà delle case-albergo alla società E.G.I. - attraverso la stipula di un contratto che affidava alla Gesta stessa la gestione di alcune case-albergo fra le quali quelle site in via Sella Nuova ed in Via Ippodromo a Milano.
Nel giugno 2002, Poste italiane, in considerazione dei rilevanti costi sostenuti che non trovavano giustificazione nella qualità
Per completezza di informazione la società Poste ha comunicato che la Gesta ha chiesto ed ottenuto una proroga degli effetti della disdetta che, pertanto, è operante dal 1o gennaio 2003.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il ministero ha indetto un appalto concorso per l'ideazione e la realizzazione di una campagna di comunicazione e informazione integrata finalizzata a favorire la conoscenza delle innovazioni nel ministero;
all'appalto, ammontante a 5 milioni di euro, avrebbero concorso le aziende Bgs/D'Arcy, Lowe Pirella, Young&Rubicam - Burson Marsteller, D'Adda Lorenzini Vigorelli - Adnkronos Comunicazione, Opera - Mia Economia, Battes, Jwt, Saatchi&saatchi, Euphon, Bnl Eventi -:
se corrisponda al vero che l'apertura delle offerte economiche, avvenuta il 10 dicembre 2002, è stata effettuata prima di dare divulgazione alle società partecipanti, dalla graduatoria provvisoria di merito, e ove ciò corrispondesse al vero, come il ministero abbia provveduto a tutelare il principio di trasparenza a cui la pubblica amministrazione deve uniformarsi.
(4-04887)
Al riguardo si fa presente che nessuna norma né tanto meno il disciplinare di gara - capitolato d'oneri - prevede la presenza di rappresentanti delle società concorrenti all'apertura delle buste contenenti le offerte economiche, come è invece espressamente dettato per la fase di apertura delle buste relative alle offerte (allegato 4, lettera b, punto 10 del decreto legislativo n. 157 del 1995)
Conseguentemente l'invito rivolto dall'amministrazione alle imprese di presenziare all'apertura delle «buste n. 3» contenenti l'offerta economica, rappresenta chiaramente un omaggio alla trasparenza ed alla pubblicità delle operazioni di gara.
Nessun obbligo giuridico, infatti, impone alla commissione l'apertura pubblica delle buste n. 3, né tanto meno eventuali comunicazioni di graduatorie provvisorie formulate sulla base della qualificazione delle imprese proponenti e delle già valutate offerte tecniche, semmai esige invece riservatezza sui lavori a tutela della privacy come ben noto ai rappresentanti delle imprese al momento presenti. I convenuti, peraltro, pur sollecitati verbalmente dal Presidente più volte, non hanno posto domande né fatto osservazioni in ordine alle procedure eseguite.
Nell'assicurare che ogni operazione è accuratamente descritta nei verbali che di seduta in seduta sono stilati dalla commissione, si rammenta che, comunque, chi abbia uno specifico interesse, può chiedere l'accesso ai documenti di gara ai sensi della legge n. 241 del 1990.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
alle porte di Milano e prima di giungere a Pavia c'è una zona bellissima compresa nel territorio dei comuni di Pavia,
questa zona, molto conosciuta e meta quasi obbligata del turismo internazionale, è individuata dal piano territoriale paesistico regionale come ambito di specifico valore storico e ambientale perché caratterizzata:
a) da elementi storici quali il Barco Visconteo (il parco che dal castello di Pavia raggiungeva la Certosa), il monumento della Certosa di Pavia, tracciati di epoca romana;
b) da elementi naturali quali le Garzaie tra cui quella della Carola e quella di Porta Chiossa;
c) da entrambi gli elementi quale il Naviglio Pavese;
in comune di Borgarello si vuole realizzare un mega centro commerciale, con annessi fiera, centro congressi e albergo per 400 persone con conseguente enorme parcheggio e svincolo stradale con due ponti di attraversamento del Naviglio Pavese, mentre in comune di San Genesio ed Uniti si vuole realizzare un enorme polo logistico-centro stoccaggio merci con enormi capannoni;
si è costituito un comitato di difesa della Certosa che in zona sta raccogliendo migliaia di firme di cittadini e la Legambiente della provincia di Pavia e i circoli interessati hanno avviato una importante iniziativa. Hanno scritto ai sindaci dei comuni del Parco Visconteo, tutti piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti tranne Pavia, invitandoli ad opporsi e ad abbandonare questi progetti devastanti e ad aderire all'iniziativa «Piccola Grande Italia», la campagna nazionale promossa dalla Legambiente, dal «Costanzo show» e da alcuni organi di stampa avviata proprio per valorizzare le bellezze naturali e artistiche dei piccoli comuni che fanno grande l'Italia -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del progetto indicato e se intenda attivarsi per scongiurare il rischio rappresentato da iniziative che non tengono in debito conto del nostro patrimonio culturale e di intervenire per difendere la Certosa di Pavia, una grande bellezza e un grande patrimonio di tutta l'umanità contro questi indebiti appetiti speculativi.
(4-03592)
La soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano è venuta a conoscenza che, nel luglio 2002, il comune di San Genesio ed uniti, in provincia di Pavia, ha convocato una conferenza di servizi, alla quale gli organi di questo Ministero non sono stati invitati, al fine di esaminare un progetto riguardante la realizzazione di un polo logistico, denominato «La Carlesca», che prevedeva, tra l'altro, il cambio di destinazione d'uso dell'area interessata.
Attualmente, risulta che, in considerazione dei vincoli preesistenti, delle testimonianze di epoca romana nonché della presenza di aree naturali protette, la regione Lombardia, con delibera 12 luglio 2002, ha espresso parere negativo in merito alla realizzazione di tale progetto.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
dal 9 al 12 novembre 2002 avrà luogo a Seul, in Corea del Sud, la seconda assemblea della Community of Democracies con la presenza di delegazione governative
questo appuntamento è particolarmente significativo perché costituisce un momento di riflessione e di impulso sugli strumenti e le modalità per promuovere lo stato di diritto, la democrazia politica ed il rispetto dei diritti umani nel mondo;
hanno sin d'ora annunciato la partecipazione numerosi Ministri degli affari esteri tra cui il Segretario di Stato americano Colin Powell -:
in che modo parteciperà il Governo italiano a questo importante appuntamento e quale sarà il contributo del nostro Governo al Community of Democracies i cui obiettivi coincidono con gli impegni ed i principi più volte affermati dall'Unione europea sulla necessità di promuovere e consolidare la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani nel mondo.
(4-04277)
La delegazione italiana era guidata dall'onorevole Emma Bonino ed era composta dall'Ambasciatore italiano in Corea, Francesco Rausi, dal ministro plenipotenziario Alessandro Fallavollita (coordinatore diritti umani della direzione generale affari politici nonché Presidente del comitato interministeriale per i diritti dell'uomo) e dal consigliere d'Ambasciata Fabrizio Pignatelli, dell'Ambasciata d'Italia a Seoul.
Il segretario di Stato Americano Powell è stato costretto a disertare l'impegno per partecipare al negoziato in ambito consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Iraq. La delegazione americana è stata pertanto guidata dal sottosegretario di Stato Paula Dobriansky.
La conferenza si è articolata in quattro tavole rotonde: Consolidating Democratic Institutions», «Regional Cooperation to promote Democracy», «Media and Democracy», «Coordinating Democracy Assistance». L'Italia ha partecipato ai lavori della tavola rotonda sulla cooperazione regionale, fornendo un importante contributo alla predisposizione del relativo rapporto. Nel suo intervento l'onorevole Bonino, dopo aver evidenziato l'azione svolta dall'Unione europea, dal consiglio d'Europa e dall'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) per promuovere la democrazia e la difesa dei diritti umani nei paesi in transizione, si è soffermata in particolare sulle iniziative di cooperazione regionale nelle quali il nostro paese svolge un ruolo di primo piano. L'onorevole Bonino ha ricordato in proposito i progetti realizzati nell'ambito dell'iniziativa centro Europa, dell'iniziativa adriatica ionica, del patto di stabilità (in particolare quelli di institution building e di formazione), menzionando anche gli importanti contributi in materia di «ingegneria costituzionale» che la commissione di Venezia del consiglio d'Europa ha fornito ai paesi in transizione nel loro difficile cammino verso la democrazia. In questo contesto, si è inoltre soffermata sul ruolo fondamentale svolto dalla società civile attraverso le sue varie articolazioni (partiti politici, movimenti d'opinione, associazioni e organizzazioni non governative).
Alla vigilia della conferenza ministeriale, inoltre, si è tenuto a Seoul - in sede diversa - anche un Forum delle organizzazioni non governative, organizzato fra l'altro con il sostegno finanziario di alcune importanti ONG americane (Soros). L'Italia era presente con rappresentanti del partito radicale transnazionale, tra cui la stessa onorevole Bonino. Il Forum ha prodotto una serie di documenti su alcune tematiche centrate soprattutto sull'esigenza di un maggiore coinvolgimento della società civile nella promozione della democrazia, documenti
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
la Torre del Capo (costruita nel 1300 dai regnanti di casa angioina) è collocata nei pressi della frazione Cirimarco. Pur essendo diventata anni fa di proprietà comunale, essa è stata abbandonata ai vandali, cosicché la vicina abitazione, ad essa integrata e con essa restaurata anche qui con fondi regionali, per di più proposta dalle associazioni vanamente come sede per il Cfs e base di turismo rurale, tre
ing e bird-watching, ha subito gravissimi danni da almeno dieci anni, anche qui senza alcun intervento riparatore;
a peggiorare la situazione già grave, da alcuni mesi è stata addossata alla suddetta abitazione un'antenna (pare della telefonia cellulare) che deturpa l'incantevole prospettiva della torre, mentre la stessa poteva essere posizionata sulle vicine alture;
esistono inoltre intorno alla torre delle gravi condizioni di pericolo per l'incolumità fisica;
alle spalle della torre due profondi pozzi sono lasciati senza copertura, né esiste alcun tipo di recinzione per l'intero pregiato complesso di architettura difensiva -:
se non ritenga di interessare la locale soprintendenza, affinché i monumenti siano tutelati e conservati e perché siano rimosse le cause di abuso e degrado.
(4-03118)
La competente soprintendenza ha promosso una serie di incontri con i rappresentanti del comune di Bonifati e della società Vodafone Omnitel S.p.A., in occasione dei quali è stato convenuto lo spostamento della stazione radio base situata in prossimità della torre del Capo.
La società di telecomunicazioni, in qualità di soggetto erogatore di un servizio di pubblica utilità, ha, tuttavia, evidenziato l'esigenza di dover garantire lo stesso livello di copertura del segnale sostituendo l'attuale installazione con due nuovi impianti.
Attualmente, è in corso di valutazione da parte di questa amministrazione, ai sensi dell'articolo 151 del decreto legislativo n. 490 del 1999, la proposta relativa a due nuove localizzazioni autorizzate dall'amministrazione comunale di Bonifati.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.
risulta all'interrogante che, a seguito della chiusura del Vice Consolato a Tangeri, avvenuta il 30 giugno 2001, dell'ampliamento della competenza territoriale di questa circoscrizione (praticamente tutto il Marocco con l'esclusione della città di Rabat e delle sue immediate vicinanze), della progressiva riduzione di personale disposta dal Ministero dell'interno, iniziata ormai 18 mesi fa, ed infine del richiamo immediato di ben quattro dipendenti della Polizia di Stato, il Consolato Generale si trova nell'impossibilità di sostenere (vista la esiguità numerica di personale) l'incremento di pubblico e di richieste, e si vede costretto a disporre la temporanea chiusura dell'ufficio visti;
le vicende degli ultimi mesi hanno comportato la riduzione a cinque unità (tre di ruolo e due a contratto) del personale in forza; niente a fronte di una domanda di visti soggetta a trattazione (concessione, diniego o rettifica) in continuo incremento -:
per quale motivo sia stata disposta la chiusura del Vice Consolato a Tangeri;
se non si ritenga necessaria la riapertura di detta struttura, visto che l'esame delle pratiche per il rilascio dei visti per il ricongiungimento familiare è, attualmente, fermo, secondo quanto scrive lo stesso Consolato, ai nulla osta rilasciati nel luglio 2001.
(4-04342)
Mentre nelle prime due fasi gli interventi attuati nell'ambito del programma di ristrutturazione avevano interessato, in particolare, paesi di emigrazione storica, i provvedimenti della terza fase hanno interessato anche nuove aree geografiche e nuovi paesi tra cui il Marocco. La chiusura dell'ufficio consolare a Tangeri, intervenuta il 30 giugno 2001, ha tenuto conto, tra l'altro, dei seguenti aspetti, entità della collettività italiana e suo livello di integrazione nel contesto sociale; carichi di lavoro connessi ai servizi consolari; concentrazione dell'attività dell'ufficio essenzialmente nei settori dell'assistenza ai turisti italiani ed all'utenza locale.
L'ipotesi di riapertura dell'ufficio consolare a Tangeri appare in questo momento di difficile realizzazione a causa delle limitate risorse umane e finanziarie a disposizione. Stante l'attuale carenza generalizzata degli organici ed il vigente blocco delle assunzioni, le risorse in questione andrebbero necessariamente stornate da altri impieghi, in base ad un'attenta rivisitazione delle priorità.
Qualora fossero disponibili congrue risorse aggiuntive, la riapertura dell'ufficio consolare a Tangeri - ove fra l'altro esistono numerosi immobili demaniali di pregio - potrebbe comunque essere inclusa in un piano di potenziamento della nostra presenza istituzionale all'estero.
Quanto all'esigenza di un potenziamento del personale in servizio presso il Consolato generale d'Italia a Casablanca, a seguito della chiusura del Vice Consolato di Tangeri, l'emergenza di organico di cui si fa cenno nella premessa dell'interrogazione parlamentare in oggetto trae origine dal contestuale richiamo in Italia, da parte dei Ministero dell'interno, di quattro agenti di pubblica sicurezza distaccati presso l'ufficio visti.
Tale provvedimento si inquadra nell'orientamento del Ministero dell'interno volto a richiamare in Italia l'intero personale di pubblica sicurezza in servizio presso la rete diplomatico-consolare. Gli effetti di tale iniziativa sulla nazionalità delle sedi estere dovrebbero essere compensati, almeno parzialmente, dall'assunzione presso le rappresentanze diplomatico-consolari, di 80 nuovi impiegati a contratto, resa possibile dall'entrata in vigore della legge n. 189 del 2002. Nel caso del Consolato generale d'Italia a Casablanca, il richiamo degli agenti di pubblica sicurezza è tuttavia intervenuto prima che fossero completate le procedure per l'assunzione di tre impiegati a contratto di cui alla legge succitata.
Comunque, per far fronte all'emergenza, sono state anzitutto attuate le procedure per l'invio in missione temporanea presso il Consolato generale d'Italia a Casablanca di tre dipendenti con pregressa esperienza nel settore visti, al momento già in loco.
È stata altresì autorizzata, in tempi particolarmente rapidi, l'assunzione da parte del predetto Consolato generale di tre impiegati con contratto temporaneo di sei mesi rinnovabili in base all'articolo 30 della legge n. 189 del 2002.
Si sta valutando, inoltre, l'attribuzione al Consolato generale d'Italia a Casablanca
Per quanto concerne il personale di ruolo, tutti i posti-funzione presenti nell'organico del Consolato generale a Casablanca risultano al momento ricoperti. Tenuto conto, tuttavia, dell'emergenza determinatasi, si sta attentamente valutando la possibilità di un potenziamento dell'organico da attuare in occasione della prossima lista ordinaria di trasferimento delle aree funzionali.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
nei giorni scorsi notizie di stampa hanno riferito che il dottor Marcello Mondello, già Presidente presso la Corte d'Appello del tribunale di Messina, è stato nominato Presidente di Sezione della Commissione Tributaria di Messina;
il dottor Marcello Mondello era stato arrestato il 19 marzo del 2000 per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa;
le ipotesi accusatorie che determinarono la custodia, e che attualmente pendono in dibattimento, si riferivano al fatto che, come si legge nell'ordinanza, il dottor Mondello «quale magistrato in servizio presso il tribunale di Messina con le funzioni di giudice istruttore prima e, successivamente, di giudice per le indagini preliminari, concorreva nell'associazione di tipo mafioso promossa e diretta da Luigi Sparacio, Michelangelo Alfano e Santo Sfameni, affiliata all'organizzazione denominata "Cosa Nostra", associazione finalizzata, mediante la forza di intimidazione del vincolo associativo e la conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, alla commissione di molteplici delitti fra cui omicidi, estorsioni ed usura nonché reati concernenti le sostanze stupefacenti oltre che alla acquisizione della gestione e del controllo di attività commerciali ed imprenditoriali, finanziate in tutto o in parte mediante il profitto dei reati stessi»;
attualmente il dottor Mondello è sottoposto a procedimento penale avanti il tribunale di Catania;
all'interrogante appare evidente il rilievo dei profili di incompatibilità (o perlomeno di inopportunità) tra l'assunzione di compiti delicatissimi di giustizia tributaria e la condizione di imputato per reati di mafia -:
se la notizia del conferimento al dottor Marcello Mondello dell'incarico di Presidente di Sezione della Commissione tributaria di Messina risponda al vero;
quale giudizio dia il Governo della vicenda suddescritta.
(4-02751)
Il 18 marzo 2000 il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Catania emetteva ordinanza di custodia cautelare domiciliare nei confronti del dottor Marcello Mondello, presidente di sezione della commissione tributaria provinciale di Messina, per il delitto di cui agli articoli 61 n. 9, 110, 416-bis, commi 1, 2, 4, e 6 del codice penale.
Conseguentemente, su conforme richiesta del presidente della commissione tributaria regionale della Sicilia, il consiglio di presidenza della giustizia tributaria, con delibera del 5 maggio 2000, disponeva la sospensione dall'incarico e dal compenso fisso del dottor Mondello (in applicazione dell'articolo 14 del regolamento per il procedimento disciplinare nei confronti dei componenti delle commissioni tributarie regionali e provinciali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 152 del 1o luglio 1999).
Con ordinanza del 15 luglio 2000 il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Catania ordinava la scarcerazione del dottor Mondello, il quale, con istanza del 27 settembre 2000, reiterata con atto stragiudiziale del 22 novembre 2000, chiedeva al Consiglio la revoca di detto provvedimento di sospensione.
Il Presidente della commissione tributaria regionale per la Sicilia (con nota del 6 dicembre 2000), nel prendere atto dell'ordinanza suddetta, evidenziava, tuttavia, la gravità del reato ascritto al dottor Mondello e chiedeva che venisse dato inizio al procedimento disciplinare, con conferma della sospensione provvisoria dall'incarico e dal compenso fisso, ai sensi dell'articolo 14, comma 2, del citato regolamento disciplinare, in relazione all'articolo 7, lettera C) del decreto legislativo n. 545 del 1992.
Il consiglio, nella seduta del 20 dicembre 2000, convocava il dottor Mondello in relazione al procedimento di sospensione provvisoria dall'incarico e, con separata delibera, contestava al medesimo (ai sensi dell'articolo 16, comma 3 del decreto legislativo n. 545 del 1992 e dell'articolo 16, comma 2, del regolamento per il procedimento disciplinare) di essersi reso immeritevole della fiducia e della considerazione di cui deve godere il giudice tributario, compromettendo, di conseguenza, il prestigio della giurisdizione tributaria, per essere venuto meno ai doveri di magistrato ordinario per i fatti oggetto dell'imputazione di cui all'ordinanza di custodia cautelare del 18 marzo 2000.
Il dottor Mondello veniva rinviato a giudizio dal tribunale di Catania, il quale però, con sentenza del 10 novembre 2000, dichiarava la propria incompetenza e trasmetteva gli atti al pubblico ministero presso il tribunale di Reggio Calabria.
Il dottor Mondello, con nota del 16 dicembre 2000, rimetteva a consiglio la sentenza suindicata chiedendo la revoca del provvedimento di sospensione e il consiglio, nella seduta del 16 gennaio 2001, a seguito di audizione personale dell'incolpato, deliberava di chiedere notizia sullo stato del procedimento al procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, il quale, con nota del 23 gennaio 2001, comunicava che non era stata formulata richiesta di rinvio a giudizio.
In tale situazione il consiglio, con delibera del 13 marzo 2001, revocava la sospensione dall'incarico deliberata il 5 maggio 2000.
Trascorso circa un anno senza che venissero fornite altre informazioni, con nota del 19 febbraio 2002 il consiglio chiedeva nuovamente notizie in merito alla posizione del dottor Mondello al procuratore della Repubblica presso il tribuna1e di Reggio Calabria, il quale con nota del 21 febbraio 2002, comunicava che il procedimento, a seguito di sentenza della corte di Cassazione emessa su denuncia di conflitto di competenza sollevato dal giudice per le indagini preliminari presso detto Tribunale, era stato trasmesso in data 7 luglio 2001 alla procura della Repubblica di Catania.
Il presidente della commissione tributaria regionale della Sicilia, con nota del 23 aprile 2002, nel comunicare che, a seguito di nuova ordinanza di rinvio a giudizio, il procedimento penale è attualmente pendente per il giudizio innanzi al tribunale di Catania ha chiesto che il procedimento disciplinare prosegua sulla base dell'imputazione di cui a tale processo e che venga nuovamente disposta la sospensione provvisoria dalle funzioni.
Pertanto il consiglio, con delibera del 7 maggio 2002, ha avviato il procedimento di sospensione del dottor Mondello dall'incarico di presidente della commissione tributaria provinciale di Messina, intanto conseguito in qualità di soprannumerario nominato nel 1996 dall'allora ministro delle finanze; e, con delibera del 23 maggio 2002, rilevato che il nuovo capo di imputazione penale è parzialmente diverso da quello originario (essendo state indicate ulteriori circostanze di fatto), ha rinnovato in tal senso la contestazione disciplinare.
Il dottor Mondello, convocato ai fini del procedimento di sospensione cautelare, nella seduta del 4 giugno 2002 si è nuovamente dichiarato estraneo ai fatti oggetto dell'imputazione.
Il consiglio, con provvedimento in pari data, ha applicato la misura cautelare richiesta e ha perciò sospeso il dottor Mondello dall'incarico e dal compenso fino alla definizione del giudizio penale, sospendendo allo stesso modo il procedimento disciplinare.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
con circolare numero 7/Dpf del settembre 2002 il Ministero dell'economia e delle finanze, in merito alle modificazioni delle tariffe di estimo delle unità immobiliari urbane, interviene sulla efficacia delle tariffe d'estimo ai fini Ici del 1993 e dell'articolo 74, comma 6 della legge n. 342 del 2000;
la circolare 7/Dpf considera necessario esaminare la portata del citato articolo 74 «...che in virtù dell'assimilazione del tributo comunale alle imposte dirette, potrebbe legittimare l'applicazione ai fini Ici delle minori tariffe d'estimo determinate con il decreto legislativo n. 568 del 1993» e arriva a stabilire che «i circa 1.400 comuni (...) non possono prendere in esame le istanze di rimborso presentate dai contribuenti»;
si motiva tale diniego in quanto: 1) «il rapporto tributario deve ormai considerarsi definito relativamente alle istanze per le quali l'ente locale abbia già formulato il proprio diniego di rimborso»; 2) «è ormai intervenuta la decadenza stabilita dall'articolo 13, comma 1, del decreto legislativo n. 504 del 1992, per le istanze presentate oltre il limite di tre anni dal pagamento»;
il citato articolo 74, stabilisce «le disposizioni di cui all'articolo 2 del decreto-legge 23 gennaio 1993, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 1993, n. 75, si interpretano nel senso che, ai soli fini del medesimo decreto, tra le imposte dirette si è inclusa anche l'imposta comunale sugli immobili;
tale articolo ha trovato commento nella circolare ministeriale 207 del 2000: «in particolare tale disposizione contenuta nel citato articolo 2, consente ai contribuenti di applicare dal 1 gennaio 1994, i nuovi estimi catastali revisionati per effetto dei ricorsi dei comuni avverso rendite catastali, qualora gli stessi siano inferiori a quelli risultanti dalla normativa precedente»; che il cosiddetto «rapporto tributario sia ormai da definirsi definito» per diniego espresso e la «ormai avvenuta decadenza» sono da respingere in quanto l'autentica interpretazione, come sopra riportato dell'articolo 2 del decreto-legge n. 16 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 75 del 1993 ha posto i cittadini nella condizione prevista dall'articolo 13 del decreto legislativo 30 novembre 1992, n. 504: «1) Il contribuente può chiedere al comune al quale è stata versata l'imposta il rimborso delle somme versate e non dovute, entro il termine di tre anni dal giorno del pagamento ovvero da quello in cui è stato definitivamente accertato il diritto alla restituzione (...) principio che trova conferma nel comma 2 dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 546 del 1992, come modificato dall'articolo 69 del decreto-legge 30 agosto 1993 convertito dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, che dispone al comma 2: (...) la domanda di restituzione, in mancanza di disposizioni specifiche, non può essere presentata dopo due anni dal pagamento, ovvero, se posteriore, dal giorno in cui si è verificato il presupposto per la restituzione»;
i comuni interessati hanno provveduto al recupero dell'evasione e alla riliquidazione dell'imposta relativa al 1993 in base agli estimi modificati e quindi ove venisse negato il rimborso si verificherebbe una penalizzazione di quanti pagarono con gli estimi precedenti più elevati;
il comma 3 dell'articolo 3 della legge n. 146 del 1998 recita «le somme riscosse dai comuni per effetto del comma 1 sono
quali iniziative intenda intraprendere allo scopo di chiarire la corretta interpretazione dell'articolo 74, comma 6 della legge 10 novembre 2000, n. 342, allo scopo di porre fine alla confusione in cui viene a trovarsi il cittadino in merito all'applicazione degli estimi catastali per effetto della circolare 7/Pdf;
se non ritenga necessario dare la possibilità ai contribuenti di calcolare autonomamente, come hanno sempre fatto per il pagamento, l'ammontare del rimborso spettante e portarlo in detrazione nel successivo anno di imposta;
se non ritenga necessario adottare gli opportuni provvedimenti affinché i comuni interessati possano far fronte ai rimborsi.
(4-04139)
Al riguardo, come rappresentato dal dipartimento per le politiche fiscali, si conferma quanto già espresso a tal proposito nella circolare n. 7/DPF del 19 settembre 2002.
Infatti, nel caso in questione si è in presenza di rapporti giuridici esauriti, in quanto è ormai intervenuta la decadenza stabilita dall'articolo 13, comma 1, del decreto legislativo n. 504 del 30 dicembre 1992, per i quali, come costantemente affermato dalla corte di Cassazione, lo ius superveniens non produce effetti.
Vi è inoltre da aggiungere che la ingenerata confusione è stata essenzialmente determinata proprio dalla disposizione di cui al citato articolo 74, comma 6, della legge n. 342 del 2000 risalente alla scorsa legislatura, che ha fatto nutrire aspettative ai contribuenti in ordine al rimborso dell'ICI per l'anno 1993. Detta operazione, tecnicamente, non poteva essere effettuata, poiché la norma in esame era priva della copertura finanziaria necessaria affinché lo Stato, in esecuzione delle disposizioni di cui all'articolo 3, comma 3, della legge 8 maggio 1998, n. 146, potesse rimborsare ai comuni, nel limite del 4 per mille, l'imposta che detti enti avrebbero dovuto a loro volta rimborsare ai contribuenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
presso la scuola elementare «Balilla» di Bari si svolgono corsi formativi in orario serale destinati ai cittadini stranieri;
per potersi iscrivere ai suddetti corsi è necessario presentare il permesso di soggiorno non scaduto ma anche un certificato di vaccinazione;
il certificato di vaccinazione, assolutamente non prescritto da alcuna vigente normativa, viene richiesto come se fosse obbligatorio, e viene giustificato con l'argomento di salvaguardare i bambini che frequentano la scuola in orario diurno;
la direzione didattica della scuola elementare «Balilla» si arroga il diritto di imporre il certificato di vaccinazione e persino di organizzare l'accompagnamento, da parte della stessa insegnante dei corsi serali, presso le Asl degli stranieri in cui viene ingiunta la vaccinazione;
come è noto la vaccinazione è un diritto individuale e non una imposizione;
questa sorta di coazione alla vaccinazione degli stranieri, presentata come uno strumento di tutela della salute dei bambini, è un'idea priva di qualunque argomentazione scientifica e pare una semplice manifestazione di mentalità superstiziosa e discriminatoria -:
se non ritenga di verificare anche mediante ispezione ministeriale, quanto su descritto;
quali intendimenti abbia il Governo per impedire il procrastinarsi di pratiche, che, ad avviso degli interroganti, si palesano come discriminatorie e xenofobe nella scuola elementare «Balilla» di Bari.
(4-04442)
Al riguardo si fa presente che presso detto istituto, dipendente dal centro territoriale permanente di educazione degli adulti «Quasimodo-Melo» del distretto 010 di Bari, si svolgono corsi di alfabetizzazione primaria frequentati in gran parte da cittadini stranieri.
Gli stranieri iscritti ai corsi per adulti sono tenuti ad allegare alla domanda di iscrizione valido certificato di soggiorno e certificazione sanitaria relativa al loro stato vaccinale.
Relativamente a quest'ultima certificazione, richiesta dal dirigente scolastico al solo fine della prevenzione e della tutela della salute della comunità scolastica, il centro servizi amministrativi di Bari, a seguito di quesito scritto posto dalla scuola, ha investito il consiglio territoriale per l'immigrazione dell'ufficio territoriale del governo di Bari per definire il problema relativo alla obbligatorietà o meno di documentare lo stato vaccinale per gli adulti stranieri frequentanti la scuola dell'obbligo in attesa della risoluzione del quesito, intanto, il dirigente del circolo didattico ha ammesso alla frequenza dei corsi in questione i cittadini stranieri iscritti.
In data 21 novembre 2002 la commissione sanità, istituita nell'ambito del suddetto consigli territoriale per l'immigrazione, ha esaminato il quesito relativo alle certificazioni sanitarie degli stranieri iscritti ai corsi di educazione degli adulti, ed ha decretato, in ottemperanza a quanto disposto con circolare del ministero degli affari esteri n. 14 del 24 ottobre 2001 contenente «norme sui visti e sull'ingresso degli stranieri in Italia e nello Schengen» che non sussiste alcun obbligo di vaccinazione per gli stranieri adulti e che per gli stessi non ricorrono i termini per l'inibizione alla frequenza di qualsiasi corso di studio.
Il verbale di tale seduta è stato notificato in data 14 dicembre 2002 al dirigente scolastico della scuola elementare «Balilla» di Bari il quale ha fornito assicurazione circa il regolare adempimento di quanto deciso dalla suddetta commissione.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'opinione pubblica italiana ed internazionale ha espresso sentimenti di sconcerto e di turbamento di fronte alle notizie dei maltrattamenti dei cuccioli di elefante in Thailandia;
la Thailandia trova nel turismo di massa una delle più importanti, se non la più importante, forma di economia e di sostentamento del Paese; l'industria turistica del divertimento talvolta è costruita
è uso costante e comune per alcuni thailandesi servirsi di animali indifesi per rallegrare il soggiorno di quei turisti in cerca di «esotismo» e poco sensibili alle sofferenze a cui vengono sottoposti gli animali: un esempio particolarmente raccapricciante è rappresentato dai cuccioli di elefante che in tenerissima età vengono con la forza strappati alle proprie madri;
gli elefanti si dividono in due specie viventi: l'elefante africano (Loxodonta africana), considerato il più grande essere vivente terrestre, e l'elefante indiano (Elephas maximus) di taglia più piccola. L'elefante è uno dei mammiferi più longevi presenti sulla terra, vive fino all'età di 150 anni, e si distingue per la sua indole docile, inoffensiva e per la spiccata intelligenza;
l'elefante per la sua peculiare docilità negli ultimi decenni è stato oggetto di una caccia spietata e senza fine da parte di trafficanti di avorio: si pensi che la popolazione dei grandi mammiferi si è drasticamente più che dimezzata nel corso del Novecento (non per selezione naturale);
gli elefanti rischiano di essere tra non molto classificati tra le specie in via di estinzione, nella indifferenza di quasi tutte le legislazioni nazionali degli Stati nei cui territori vivono; né vi sono norme che sanzionino il maltrattamento di questi animali;
in Thailandia, i cuccioli di elefante, dopo essere stati strappati alle madri (sono animali che vivono in branco di 10-20 individui), vengono trascinati e legati con delle corde in gabbie di legno di dimensioni assai ristrette. La cattura avviene con il lancio di funi caratterizzate da un nodo scorsoio che nel l'attimo dell'istintivo gesto di autodifesa dei cuccioli tende a stringersi fino a provocarne il soffocamento. Una volta ingabbiati vengono da più persone e, da più parti, picchiati selvaggiamente per giorni interi con dei bastoni puntuti all'estremità che producono sui piccoli delle ulcere impressionanti; gli vengono infilzate nelle orecchie dei bastoni, con conseguente fuoriuscita di pus; successivamente vengono picchiati con degli uncini metallici che producono ferite cruente;
una volta piagati su tutto il corpo e iniettati di dosi disumananti di terrore, i cuccioli sono pronti per essere utilizzati come attrazione e divertimento per i turisti;
le pratiche suddescritte «servono» per addomesticare i cuccioli e farli recitare, come dei robot, sul teatrino del divertimento turistico;
si tratta dunque di animali sottoposti a tortura piuttosto che a politiche rigorose di protezione -:
quali iniziative il Governo abbia intenzione di porre in essere per sensibilizzare le autorità della Thailandia su un fenomeno che inquieta l'opinione pubblica mondiale sia per le crudeltà inflitte ai cuccioli di elefante sia per i rischi di estinzione della medesima specie animale.
(4-04574)
Mentre fino a pochi anni fa l'utilizzo di questi animali era limitato al trasporto, soprattutto del legname, attualmente tale tipo di impiego è andato progressivamente diminuendo, sostituito dall'addestramento soprattutto a fini turistico-commerciali, pratica che si è rivelata proficua come fonte di reddito in particolare per le fasce più povere della popolazione.
Sebbene quest'ultimo aspetto di sostegno ai redditi delle fasce più povere della popolazione sia degno di attenzione, la violenza e crudeltà che sovente caratterizzano l'addestramento dei cuccioli di elefante destano indubbiamente preoccupazione.
Si auspica pertanto che tali pratiche vengano depurate dei loro aspetti più brutali, pur essendo difficile individuare a
Nell'ambito della recente sessione della Conferenza delle parti alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie in pericolo (CITES), tenutasi a Santiago del Cile dal 3 al 15 novembre 2002, il problema - che peraltro non rientra nel mandato della Convenzione - non è stato infatti affrontato, né è stato sollevato da parte di enti o organizzazioni di tutela degli animali.
L'Italia non mancherà tuttavia di seguire la questione dei maltrattamenti dei cuccioli di elefante con attenzione, anche in vista della prossima sessione della Conferenza delle parti della CITES che si terrà in Thailandia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
si è posto anche nella provincia del Verbano Cusio Ossola il problema di razionalizzare l'utilizzo di alcuni uffici postali in località montane che da una parte rappresentano quote minori di traffico, ma dall'altra anche un indispensabile presidio sociale e di servizi in località dove spesso mancano già le più minimali infrastrutture e servizi ad una popolazione limitata di numero ma spesso prevalentemente anziana e di non elevate capacità economiche;
apprezzabili sono gli sforzi sia della dirigenza provinciale delle Poste che degli enti locali e dei sindacati per arrivare ad un equilibrio che permetta il mantenimento dei servizi in una condizione di sufficiente economicità;
pertanto nella quasi totalità gli uffici sono stati mantenuti aperti anche se a tempo forzatamente parziale e con personale costretto ad operare in più sedi;
un'ipotesi di soluzione sarebbe potenziare i collegamenti tra uffici postali e realtà amministrative locali affinché nelle stesse strutture possano convergere sia i servizi postali che bancari, ma anche gli uffici di informazione turistica, i servizi comunali ecc. anche in regime di convenzione con le amministrazioni locali -:
se non ritenga di assumere le opportune iniziative affinché le specifiche risorse siano destinate al finanziamento di esperimenti di questo tipo, per realizzare questi «centri di servizio» favorendo quindi l'allargamento degli orari di apertura, ma anche l'utilizzo ottimale dei locali e del personale addetto.
(4-04166)
Ciò premesso, si fa presente che Poste italiane s.p.a. - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame - ha riferito che nell'ambito delle iniziative adottate al fine di riorganizzare le proprie strutture operative ha sempre cercato di trovare il punto di equilibrio fra la necessità di conseguire risultati economico-finanziari in linea con gli impegni assunti e la volontà di non disattendere le aspettative della clientela in materia di facilità di accesso ai servizi.
In aderenza a tale obiettivo, ha continuato la società Poste, è stato adottato un nuovo modello di organizzazione della rete ed una serie di iniziative finalizzate ad ottimizzare l'offerta dei servizi tenendo conto delle specifiche realtà territoriali e sociali interessate.
Come è noto alcune innovazioni hanno riguardato l'apertura part time degli uffici (a giorni alterni o con orario ridotto), l'introduzione della figura dell'operatore polivalente che per metà dell'orario di servizio svolge compiti di sportelleria e per l'altra metà mansioni di recapito della
La chiusura di un ufficio, invero, è una soluzione estrema che viene adottata solo quando ogni altro strumento si sia dimostrato non praticabile, tenendo, altresì, conto di parametri oggettivi quali la distanza dall'ufficio più vicino, la composizione della popolazione, il tipo di domanda di servizi (se rigida e non suscettibile di incrementi), nonché la realtà territoriale interessata; la società Poste, infatti, non è interessata a rinunciare alla risorsa costituita dalla diffusione capillare dei propri uffici, pur dovendo prendere in considerazione i limiti imposti dalla sostenibilità economico-finanziaria della propria rete operativa.
Tutto ciò premesso la ripetuta società Poste ha comunicato che, ovunque, la collaborazione con le amministrazioni comunali si è dimostrata utile ed, in alcuni casi determinante, per individuare soluzioni idonee al conseguimento del duplice obiettivo di contenere le spese gestionali e di assecondare le aspettative delle popolazioni interessate.
Tale collaborazione si è estrinsecata in numerosi accordi e convenzioni stipulate con le amministrazioni comunali locali le quali, con la loro disponibilità a cooperare hanno offerto l'opportunità di rimuovere ragioni ostative al mantenimento dell'operatività di alcuni uffici in particolari situazioni territoriali o, al contrario, a riconsiderare le decisioni già assunte, consentendo la riapertura di uffici in precedenza chiusi a causa della non sostenibilità dei costi di gestione.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
l'attività del Centro territoriale per l'istruzione e la formazione in età adulta della Scuola «Parini» di Camposampiero è fortemente compromessa dal mancato rinnovo dell'organico deciso recentemente dal Centro servizi amministrativi di Padova (ex Provveditorato agli Studi) su indicazione della Direzione scolastica regionale;
da quando nel 1998 il Centro territoriale permanente (C.T.P.) è divenuto interdistrettuale ed ha esteso le sue attività alla Casa di reclusione e alla casa circondariale di Padova l'organico di base era stato ampliato raggiungendo nell'anno scolastico 2001-2002 il numero di nove insegnanti di scuola media e cinque di scuola elementare;
nel rispetto della normativa vigente (ordinanza ministeriale 455/97, Accordi sulla formazione del 2 marzo 2002, Direttiva 22/01), il C.T.P. ha organizzato in questi anni numerose e articolate attività, in particolare negli istituti di pena, la cui prosecuzione è messa in pericolo dal taglio di ben cinque unità, essendo stati gli insegnanti ridotti a quattro di scuola elementare e cinque di scuola media;
particolarmente grave è stato il taglio per la scuola media dove l'organico è praticamente dimezzato, ed è uguale all'organico di un C.T.P. del territorio, ove in media sono presenti uno o al massimo due corsi di scuola media, e non cinque o sei come nel Centro di Camposampiero;
ad essere colpita è soprattutto l'attività in carcere, dove la richiesta di cultura, istruzione e formazione, elemento centrale della rieducazione prevista dall'articolo 27 della Costituzione, è fortissima;
se non verranno intraprese iniziative da parte degli organi competenti, infatti, in carcere sarà presente ma ridotta l'attività di alfabetizzazione e dei corsi per il conseguimento della licenza media, dovranno essere interrotte (o gravemente ridimensionate) attività che si svolgono da anni come la rassegna stampa attività di formazione pre-professionale e culturale esistente nella casa di reclusione da cinque anni (che comprende un'attività finalizzata alla produzione di fascicoli di rassegna
quali provvedimenti urgenti intendano adottare per assicurare la prosecuzione da parte del Centro territoriale di Camposampiero di attività indispensabili per assicurare il rispetto di un diritto e un dovere costituzionale come la rieducazione e il recupero sociale e culturale dei detenuti ed il diritto all'istruzione.
(4-03931)
Al riguardo si fa presente che l'organico di diritto del centro in questione risponde alle previsioni della normativa vigente, contenuta nelle ordinanze ministeriali n. 455 del 1997 essendo costituito da n. 8 docenti (n. 5 di scuola media e n. 3 di scuola elementare); tale organico, inoltre, è stato integrato in fase di adeguamento alla situazione di fatto, con l'assunzione di alcuni docenti con contratto a tempo determinato.
Il dirigente scolastico ha fornito assicurazioni che tutte le richieste sono state soddisfatte e tutti gli impegni assunti sono stati mantenuti come la convenzione con la provincia di Padova per l'attività di «rassegna stampa». Ciò è stato possibile anche per la professionalità e la disponibilità dei docenti, motivati e di notevole esperienza.
A tale riguardo occorre far presente che i docenti in servizio nei centri territoriali permanenti e nelle scuole annesse alla istituzioni carcerarie sono stati coinvolti nell'ultimo triennio in specifiche attività di formazione.
Nelle riunioni di coordinamento, che la scuola svolge con periodicità settimanale, non sono state rappresentate situazioni di disagio o di difficoltà. Con specifico riferimento alle carceri, la scuola ha assicurato anche l'attivazione di un ulteriore corso di alfabetizzazione primaria finanziato dalla scuola stessa con un progetto interno, in considerazione dell'afflusso continuo di detenuti stranieri.
Per poter meglio corrispondere alle necessità dei numerosi corsisti magrebini è stato attivato un corso di lingua araba, riservato ai docenti.
Conclusivamente si ritiene che il centro territoriale permanente di Camposampiero con le risorse assegnate, sia in termini di organico che di contributi finanziari, abbia corrisposto e corrisponda in modo soddisfacente alle richieste di istruzione provenienti dalla popolazione adulta, compresa quella delle locali carceri.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.