TESTO AGGIORNATO AL 13 MARZO 2003
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di cui sono riforniti i sommergibili, poiché vengono armati direttamente dalla nave in fonda che batte bandiera statunitense, mentre, come prevede il trattato, solamente il materiale bellico stoccato nel deposito comune può essere sottoposto al controllo della Marina italiana. Tale escamotage consente inoltre di eludere tutte le disposizioni Ace in materia di sicurezza dei depositi di armamenti, che vietano la prossimità e la compresenza di armamenti nucleari in depositi esplodenti;
IV Commissione:
ha reso noto che militari italiani fanno parte di equipaggi aerei da ricognizione AWACS;
dall'interrogante, ha parlato espressamente di «comunicazioni diramate dagli organi centrali verso la periferia, il cui oggetto, si affermava, non perfettamente rispondente ai reali contenuti della comunicazione stessa, che ha prodotto iniziative condizionate da un equivoco di fondo...» e che «nell'oggetto dell'informativa è stato fatto erroneamente cenno ad associazioni professionali a carattere sindacale, ingenerando una conseguente impropria interpretazione della nota...» -:
scali degli aerei militari non siano tecnici a differenza di quanto dichiarato dal Governo in data 1o marzo -:
nell'isola de La Maddalena - S. Stefano a partire dalla fine degli anni sessanta, è stato edificato un complesso di sterminati depositi sotterranei e di superficie per carburanti, armi e munizionamento navale, attraverso un fondo comune tra la Marina italiana e quella degli Stati Uniti con le modalità del trattato Nato del 1951;
in una delle banchine nel 1972 ha avuto diritto d'attracco una nave statunitense a propulsione nucleare con armamento missilistico atomico, nominata dagli stessi militari americani nave «balia» per la propria funzione di approvvigionamento ai sommergibili «in sonno» nelle caverne sottomarine de La Maddalena;
è su questa nave che gli Usa stoccano il munizionamento per il rifornimento dei sottomarini, ed è direttamente da tale nave «balia» che avviene il trasbordo dei missili nucleari sui sommergibili che così armati vengono ospitati nel deposito sottomarino comune;
con questo escamotage viene aggirato ogni possibile controllo sul tipo di armamento
a supporto di questo complesso apparato militare e del personale statunitense che vi opera, sull'isola, a dieci metri da MariSardegna, massima espressione della Marina militare italiana in Sardegna, in un'area privata, è situata la sede della Naval Support Activity, complesso amministrativo logistico con ruolo non tecnico-operativo che, fin dal suo insediamento, ha issato la bandiera a stelle e strisce del governo americano, affiancata, solo a seguito della visita del Presidente Cossiga in Sardegna, dalla bandiera della Repubblica italiana;
le direttive cui devono attenersi i comandi delle Forze armate dei vari Stati ospitati e ospitanti, in merito alle servitù militari Nato, sono regolamentate dal Patto di Londra e dal susseguente accordo di Parigi, ambedue successivi al trattato del 1951, e prevedono che le sedi dei Comandi di qualsiasi reparto, compresi i reparti logistico-amministrativi, devono consistere in aree demaniali di proprietà del paese ospitante le cui Forze armate hanno anche il dovere di garantire la sicurezza di tutto il complesso dell'area nella quale sul pennone più alto dovrà essere esposta la bandiera della Nato, affiancata quella del paese ospitante e del paese ospite;
nell'area dove ha sede la Naval Support Activity tutto questo è totalmente disatteso: la Naval Support Activity non solo è dislocata in un terreno di proprietà di un privato cittadino, ma espone in detta area la bandiera di un reparto armato di nazionalità diversa da quella italiana, con ciò rappresentando una gravissima violazione della sovranità territoriale nazionale e venendo meno ai sopraccitati accordi di Londra e Parigi;
ancora nei giorni scorsi, come testimoniato da articoli di giornali e dal comunicato Ansa del 20 febbraio 2003, e probabilmente ancora adesso, malgrado le reiterate proteste di alcuni cittadini e del Comitato «Gettiamo le basi», in quest'area continua a garrire la bandiera statunitense con grave lesione all'istituzione della Repubblica e alla sovranità nazionale -:
se l'insistenza di questo supporto logistico-amministrativo della Marina statunitense in un'aerea non demaniale, in inosservanza delle stesse direttive Nato, non configuri un'occupazione illecita del territorio nazionale violandone la potestà territoriale e se il gravissimo episodio dell'esposizione della bandiera statunitense in questo contesto e con queste modalità non costituisca un oltraggio alla sovranità del nostro paese oltre che alla stessa istituzione della Repubblica;
se il Governo, che tanto si preoccupa di sanzionare l'esposizione della bandiera della pace, che non lede alcuna sovranità ma casomai, simbolicamente, rappresenta l'istanza fondante della Repubblica italiana del ripudio della guerra come sancisce l'articolo 11 della Costituzione, non intenda ripristinare i dettami costituzionali oltre alla legalità e le regole del diritto militare internazionale.
(2-00660) «Deiana».
il Ministro della difesa nel corso di una intervista ad una trasmissione televisiva
tale notizia è stata poi confermata da ufficiali Nato;
il compito degli AWACS sarebbe, in base alle dichiarazioni del Ministro degli esteri italiano, quello di sorvegliare il confine Turco con l'Iraq come stabilito da accordi Nato;
il governo Turco è stato sconfitto in Parlamento respingendo il decreto che autorizzava la presenza di truppe militari Usa quale misura difensiva e di pressione nei confronti del regime iracheno;
qualora vi fosse un intervento militare unilaterale non avvallato dall'Onu, i militari italiani facenti parte dello staff operativo degli AWACS in Turchia si troverebbe coinvolto in uno scenario militare di guerra senza che il nostro Paese abbia espresso il suo pronunciamento -:
a quale titolo il Governo italiano abbia autorizzato, anche in base alle osservazioni formulate nelle premesse, la partecipazione di militari italiani all'aeronautica a missioni con equipaggi di aerei Nato AWACS in Turchia alla luce anche delle recenti decisioni del governo di Ankara.
(5-01724)
con la Gazzetta Ufficiale - quarta serie speciale n. 97 - del 15 dicembre 2000 il Ministero della difesa ha bandito un concorso per 504 posti di «collaboratore amministrativo»;
dopo le prime prove selettive sono stati ammessi agli orali circa 1000 concorrenti e le stesse prove orali nonché gli ulteriori adempimenti si sono conclusi nel dicembre del 2002, con l'individuazione dei vincitori;
il serrato calendario delle prove e la loro rapida conclusione, considerati i tempi medi di numerosi concorsi pubblici, sono state motivate dalla necessità non tanto di ampliare quanto di ripianare, gli organici dell'Amministrazione della difesa, decisamente carenti nelle figure professionali messe a concorso soprattutto a fronte delle nuove esigenze indotte dalla riforma strutturale delle Forze armate;
la conclusione del concorso entro il dicembre 2002 consente inoltre di derogare al blocco delle assunzioni introdotto con la legge finanziaria del 2003, previa approvazione da parte del Ministero dell'economia del piano di assunzioni -:
se il Ministro, considerate le pressanti esigenze dell'Amministrazione, intenda sollecitare al Ministero dell'economia l'immediata copertura di tutti i posti messi a concorso o se intenda rinunciarvi accettando, e in tal caso con quali cadenze temporali e in quali misure, una soluzione diluita nel tempo mettendo con ciò in secondo piano le esigenze del dicastero da lui diretto.
(5-01725)
sul Nuovo giornale dei militari, ed n. 3 del 2003, è stata pubblicata una lettera-articolo riguardante una riunione, svoltasi il 10 dicembre 2002 presso il 1 reggimento Corazzato di Teulada, avente per oggetto «Riunione sulla sicurezza - istruzione semestrale»;
in tale articolo si riportava come, nel corso della riunione, il relatore, maggiore Olla, ufficiale addetto alla sicurezza, nell'elencare le associazioni pericolose e sovversive, ha evocato la dicitura «pseudo sindacalisti» facendo espressamente riferimento a una direttiva emanata dal Sottocapo dello Stato Maggiore dell'esercito, generale Roberto Speciali, con la quale si ribadisce il divieto per i militari all'adesione e associazione a carattere sindacale, evidenziando come tale violazione comporterebbe grave sanzione disciplinare oltre che reato penalmente perseguibile;
il relatore, inoltre, ha proseguito invitando i presenti a segnalare nominativi di colleghi iscritti a tali associazioni e anche eventuali richieste di adesione ad esse, citando espressamente l'Associazione Solidarietà Diritto e Progresso quale organismo a carattere sindacale la cui attività metterebbe in discussione la buona immagine delle forze armate;
nel suddetto articolo viene, inoltre, sottolineato lo sconcerto e il disorientamento determinatosi tra i militari presenti alla riunione per sentirsi invitati apertamente alla delazione e per il clima e modalità con cui l'invito veniva rivolto, tanto da apparire chiaramente un vero e proprio atto intimidatorio;
sin dal mese di gennaio 2002, presso diversi enti dell'aeronautica, i locali comandi, tramite comunicazioni riservate - prot. CL/US/01/63 - hanno richiamato l'attenzione del personale dipendente sui divieti di cui all'articolo 8 della legge n. 382 del 1978, in materia di diritti associativi e sindacali, richiedendo, contestualmente, ad personam notizia di eventuali adesioni ad alcune associazioni, elencate in apposito allegato, classificate come associazioni professionali a carattere sindacale che opererebbero in assenza di autorizzazione ministeriale;
risultano quindi, sia dalla riunione del 1 Reggimento Corazzato di Teulada, sia dalla divulgazione presso i vari enti dell'esercito della citata informativa riservata, emanata dal generale Roberto Speciali, gravi affermazioni rivolte in particolare all'attività dell'Associazione Solidarietà Diritto e Progresso;
tale sodalizio, indebitamente classificato come professionale a carattere sindacale, è già stato «monitorato» nel 1993, dallo Stato maggiore della Difesa e dal Ministro pro tempore, con esiti liberatori per lo stesso sodalizio, scaturiti dal riscontro dell'inesistenza di elementi obiettivi per essere considerato illegale;
l'associazione di cui sopra fonda la sua esistenza e la sua attività sui principi e i dettami della Costituzione della Repubblica nonché sui diritti insopprimibili da essa garantiti;
l'oggetto statutario dichiarato dall'Associazione Solidarietà Diritto e Progresso è quello di operare in difesa del pieno esercizio dei diritti individuali e collettivi garantiti dalla Costituzione, impegnandosi, in particolare, a favore delle FF.AA, FF.PP., Corpi di Polizia civili, in servizio, in quiescenza nonché a favore dei dipendenti pubblici di cui agli articoli 1 e 2 del decreto legislativo n. 29 del 1993;
la sua attività prevalente si esplica attraverso la promozione di iniziative volte alla tutela dei diritti e degli interessi morali e materiali dei soci, mediante interventi diretti agli Organi Istituzionali, all'opinione pubblica e ai mezzi di informazione, per stimolare e sollecitare ogni risposta utile al raggiungimento dei suoi fini sociali;
la scelta di attribuire caratteri sindacali a tale associazione appare del tutto immotivata e arbitraria, considerata la forma associativa di volontariato che opera nel sociale senza alcuno scopo di lucro, e appare una evidente violazione all'esercizio dei fondamentali diritti di cui sono titolari i singoli cittadini militari anche nelle loro istanze di natura collettiva;
l'iniziativa del maggiore Olla, come l'informativa del generale Roberto Speciali, tendono inoltre a esercitare una potestà di intervento verso soggetti estranei alla giurisdizione militare nonché ad acquisire presso il personale militare stesso, con modalità del tutto arbitrarie, dati e informazioni che violerebbero apertamente il diritto all'associazionismo e all'esercizio della libertà di cittadinanza dei singoli militari che deve essere sempre costituzionalmente piena, non inibita ma neanche dimidiata né sovradimensionata dallo specifico ruolo militare;
il sottosegretario Berselli, rispondendo ad un interrogazione rivolta in Commissione Difesa lo scorso 21 novembre
se non si ritengano illegittime le iniziative assunte dall'amministrazione militare e quali provvedimenti si intenda adottare al fine di evitare per il futuro il verificarsi di episodi analoghi che possano compromettere le libertà associative in ambiti e con finalità non vietate dalla legge ai cittadini militari.
(5-01714)
il decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1995, numero 394, ha modificato le modalità di corresponsione dell'indennità di impiego operativo al personale militare;
l'articolo 1 del detto decreto ha definito l'ambito di applicazione della normativa in questione circoscrivendolo al «...personale militare dell'esercito, della marina e dell'aeronautica...» limitandone gli effetti temporali al periodo «1 gennaio 1994-31 dicembre 1997, per la parte normativa e dal 1 gennaio 1994 al 31 dicembre 1995, per la parte economica»;
l'evocata normativa ha determinato criteri diversi di attribuzione della suindicata indennità per i sottufficiali nei gradi apicali cessati dal servizio in data precedente il 1 settembre 1995;
la questione ha assunto aspetti particolarmente gravi per coloro che, alla data del 1 settembre 1995, si trovavano in posizione ausiliaria o che comunque erano cessati dal servizio nel periodo di efficacia del decreto del Presidente della Repubblica n. 394/95 (1 gennaio 1994-31 agosto 1995). Durante detto periodo temporale erano attivi i gradi di maresciallo maggiore e maresciallo maggiore aiutante, sospesi con decorrenza 1 settembre 1995 in ragione dell'istituzione del grado di aiutante;
per evitare disparità di trattamento il Ministero della difesa, nelle more di eventuali disposizioni di legge intese ad interpretare in modo più puntuale la norma che qui interessa, emanava la circolare DGPM/VI/1000/394/95 del 19 maggio 1999;
detta circolare stabiliva che «...la rideterminazione della pensione provvisoria al personale deve essere effettuata computando l'importo previsto dalla V fascia della Tabella 1, allegata al citato decreto del Presidente della Repubblica 394/95, anziché quello della III fascia; lo stesso criterio dovrà essere adottato in sede di emissione dei decreti di pensione definitiva»;
detta tabella non ha previsto ove collocare nella fasce citate, in ragione delle rispettive anzianità, i gradi di maresciallo maggiore e maresciallo maggiore aiutante;
detti gradi erano, invece, specificatamente indicati nella circolare del Ministero della difesa del 7 maggio 1993 numero 63697/249/1/TE, nella quale veniva attribuito ai sottufficiali il trattamento economico corrispondente ai livelli retributivi;
risulta, quindi, evidente un'omissione destinata a produrre un'ingiustificabile disparità a danno dei sottufficiali aventi il grado di maresciallo maggiore e di maresciallo maggiore aiutante, per i quali la citata circolare del 19 maggio 1999 nulla ha disposto in via provvisoria -:
se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per il superamento della citata disparità di trattamento e attraverso quali modalità intenda disciplinare, in via definitiva, la materia della rideterminazione della pensione provvisoria per i sottufficiali cessati dal servizio in data precedente il 1o gennaio 1995.
(5-01720)
il 17 dicembre 2002, il quotidiano Corriere della Sera pubblica un'inchiesta, a firma dell'inviato Fabrizio Dragosei, dal titolo: «Valujki, la valle degli alpini perduti»;
in tale articolo si denuncia la presenza in molti villaggi (Starokozhevo, Nasonovo, ecc.) di quello che fu, nella seconda guerra mondiale, il «fronte del Don», dove sarebbero stati seppelliti - dagli abitanti del luogo - centinaia (se non migliaia) di alpini italiani caduti durante la ritirata del 1942;
da quanto riportato nell'articolo, il generale Bruno Scandone (commissario generale per le onoranze ai caduti in guerra) avrebbe dichiarato: «Quella del Valujki è certamente una zona interessante, ma ancora non abbiamo potuto compiere ricerche» -:
quali urgenti iniziative e in quali tempi intenda promuovere presso il governo russo, al fine di poter immediatamente disporre delle indagini in loco tese ad esumare e rimpatriare i resti dei nostri alpini caduti;
quanti risultano ancora essere i soldati dell'Armir dispersi nel corso della campagna di Russia;
quali siano attualmente le zone in cui opera l'Onorcaduti e quanti resti di nostri soldati siano stati rimpatriati dopo la fine della seconda guerra mondiale;
con quali criteri e con quali mezzi (personale, finanziamenti) siano state svolte sinora le ricerche dell'Onorcaduti.
(5-01721)
le maggiori agenzie di stampa europee hanno diffuso la notizia relativa a trattative in corso per la cessione di «FIAT AVIO» a gruppi italiani ed internazionali, tra cui figurerebbero FINMECCANICA e la francese SENECMA;
in considerazione della qualità delta produzione di FIAT AVIO, concernente, tra l'altro, attività relativa alla difesa italiana e allo spazio;
tenendo conto del fatto che la principale mission dell'azienda inerirebbe, pertanto, ad interessi strategici per il sistema di difesa nazionale -:
se il Ministro non ritenga che la vendita dell'azienda ad un società straniera possa nuocere agli interessi della difesa nazionale.
(4-05619)
risulta agli interroganti da diverse segnalazioni che, da alcune settimane, nello spazio aereo di Bologna, si stia verificando un intensificarsi di voli militari spesso non identificabili e risulta anche l'utilizzo dell'aeroporto civile di Bologna come scalo militare;
inoltre risulta che anche nell'aeroporto intercontinentale di Fiumicino vi sia la presenza di velivoli aerei tipo Boeing 747 ed Md11 nello scalo aereo e in particolare nell'area merci-Cargo City;
ilGoverno ha affermato in data 1o marzo che si tratta di scali tecnici diretti per Kuwait City provenienti da New York e viceversa, ma questa tesi è smentita dal fatto che sugli aerei viene caricato materiale e ciò può dar adito a pensare che tale aeroporto sia utilizzato anche per operazioni militari;
inoltre, da giorni ormai, sul grande raccordo anulare di Roma e sull'autostrada Roma-Fiumicino che collega all'aeroporto si registra un'intensa attività di passaggio di mezzi militari per cui non si pensa male se si ritiene da parte dell'interrogante che gli
chi abbia autorizzato i voli militari sullo spazio aereo di Bologna e di Fiumicino;
se gli aeroporti civili della città di Bologna e di Fiumicino siano Stati utilizzati per scali militari e se lo siano tuttora;
se i voli militari siano legati alle attività preparotorie della guerra in Iraq e se, così stando le cose, non ritengano opportuno riferire alle Camere cosa stia realmente accadendo in questi aeroporti circa il loro utilizzo e come si intenda garantire la sicurezza dei voli civili e delle popolazioni e se non sia opportuno sospendere immediatamente tali voli sopra i centri abitati.
(4-05623)