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l'intera questione assume connotazioni inquietanti ed esige un chiarimento immediato con conseguente accertamento di eventuali responsabilità;
l'incredibile e scandalosa vicenda della cassetta contenente l'intercettazione, avvenuta nel Bar Mandara di Roma il giorno 2 marzo 1996, del colloquio fra Renato Squillante e Francesco Misiani si è arricchita di nuovi inquietanti dettagli riportati in modo particolareggiato dal quotidiano Il Giornale di domenica 16 febbraio 2003 alla pagina 9;
secondo quanto riportato da Il Giornale, il perito del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale penale di Perugia avrebbe non solo ribadito che la cassetta è stata manipolata, ma avrebbe anche accertato che la manipolazione potrebbe essere stata tecnicamente realizzata a Milano;
il perito avrebbe scoperto la stazione Sonic solution per il riversamento, la trascrizione ed il filtraggio delle intercettazioni, compatibile con la manipolazione eseguita, stranamente confinata in una soffitta della Procura di Milano e significativamente priva del computer, senza il quale non può essere tecnicamente raggiunta la prova certa che proprio quella apparecchiatura realizzò la manifestazione;
se a questa paradossale situazione si aggiunge l'episodio del 17 luglio 2002, e cioè la rottura del cd-rom contenente la copia del 1998 della registrazione che doveva essere consegnata dalla Procura della Repubblica di Milano a quella di Perugia, rottura causata dal Maresciallo Daniele Spello, collaboratore del Pubblico ministero dottoressa Ilda Boccassini, con modalità assolutamente non convincenti, il quadro complessivo di questa vicenda si presenta ormai a tinte fosche;
è bene ricordare che, sulla base della cassetta artamente manipolata, è stato incarcerato il giudice romano Renato Squillante, e che la cassetta è considerata una delle prove più importanti dei processi Sme ed Imi-Sir;
appare urgente - al di là di responsabilità di altra natura che saranno eventualmente giudicate dalla magistratura stessa - attivare un percorso ispettivo da parte del Ministero della giustizia, atteso che il perito del GIP di Perugia, dottor Paolo Gina, ha evidenziato elementi più che sufficienti per avviare un'accurata indagine amministrativa -:
se, in relazione a quanto già emerso sia in ordine alla manipolazione della cassetta sia in ordine alla rottura del cd-rom, sia già stata disposta, o comunque si intenda disporre, un'ispezione ad ampio raggio per accertare la sussistenza di responsabilità in eventi che lasciano sconcertati i cittadini.
(3-01960)
dal mese di luglio 2001 il comune di Vallemosso (Biella) ha distaccato una propria dipendente presso l'Ufficio del giudice di pace di Biella;
l'amministrazione comunale, prima del trasferimento, ha chiesto ed ottenuto garanzie, da parte del ministero della giustizia, che il trattamento stipendiale, erogato dal comune medesimo, sarebbe stato sollecitamente rimborsato dal ministero stesso;
dal mese di luglio 2001 il comune di Vallemosso ha regolarmente provveduto al pagamento dello stipendio (sino a tutto il mese di gennaio 2003 circa 33 mila euro) senza ricevere alcun rimborso;
il sindaco del comune di Vallemosso ha sacrosantamente e pubblicamente protestato, non escludendo l'avvio di procedure esecutive nei confronti del ministero;
considerando le modeste dimensioni del comune di Vallemosso, la somma di 33 mila euro vantata a credito appare consistente, al di là della più generale considerazione secondo cui è inammissibile che il ministero non provveda al puntuale pagamento di un debito certo, liquido ed esigibile -:
se, non ritenga doveroso disporre, senza ulteriore indugio, il rimborso al comune di Vallemosso delle somme anticipate dal medesimo a titolo di trattamento stipendiale alla propria dipendente distaccata presso l'ufficio del giudice di pace di Biella a far data dal mese di luglio 2001.
(4-05454)