Allegato B
Seduta n. 266 del 17/2/2003


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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

VOLONTÈ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte di martedì 11 febbraio 2003 un incendio ha distrutto l'autovettura del segretario dell'UDC di Cerveteri (Roma), Claudio Torquati ed ha provocato il ferimento di una signora di 58 anni;
sull'accaduto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Civitavecchia per accertare l'origine dolosa dell'incendio;
secondo la sezione dell'UDC di Cerveteri si tratta di un atto intimidatorio a carattere politico tenuto conto anche della prossima scadenza elettorale che interesserà l'amministrazione comunale del comune romano -:
se non ritenga opportuno, soprattutto in vista di una campagna elettorale amministrativa carica di tensioni e toni aspri, aumentare il controllo del territorio specialmente durante le ore notturne, al fine di evitare che un normale dibattito politico possa degenerare in uno scontro fisico e violento, ma si svolga, invece, all'insegna della normale dialettica democratica.
(3-01951)

FOLENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Michele Pellegrino, ispettore della polizia di Stato e segretario provinciale del sindacato Silp-CGIL di Foggia è stato sottoposto in data 30 gennaio 2003 ad un procedimento disciplinare dal questore di Foggia, dottor Masi; tale procedimento è stato avviato a seguito della fuga, nelle prime ore del giorno 21 gennaio 2003, turno di servizio del signor Pellegrino, di 31 dei 48 immigrati cingalesi presenti nel centro di permanenza temporanea (Cpt) in località Borgo Mezzanone (comune di Manfredonia in provincia di Foggia);
l'ispettore Pellegrino prendeva in consegna la sorveglianza del Cpt in questione da un maresciallo dei carabinieri in servizio nel turno delle ore 19-24, il quale riferiva che gli immigrati dormivano; sempre il maresciallo riferiva e mostrava all'ispettore Pellegrino le nuove disposizioni del questore che prevedevano il conteggio degli immigrati solo durante la consumazione dei pasti; tali disposizioni descrivevano inoltre le modalità della vigilanza e l'ubicazione dei diversi agenti, senza prevedere l'ingresso nei dormitori del centro;
l'immigrato che ha fatto rilevare ad un sottoposto dell'ispettore Pellegrino l'assenza dei 31 connazionali riferiva che costoro si erano allontanati dal campo dopo la cena della sera del giorno 20, quindi prima del turno di servizio dell'ispettore Pellegrino;
precedentemente le disposizioni del questore prevedevano il conteggio degli ospiti ogni 6 ore, anche durante la notte; contro tale disposizione l'ispettore Pellegrino, in qualità di sindacalista, aveva nel periodo precedente l'accaduto protestato, rilevando che tali controlli fossero degradanti per la dignità personale degli immigrati in quanto costringeva gli agenti in servizio a svegliare gli ospiti del campo, scoprirli delle coperte dei letti e contarli uno ad uno; l'ispettore esprimeva tali perplessità anche in una intervista al quotidiano L'Unità e in una lettera al ministero dell'interno e al prefetto di Foggia;
per quanto detto, risulta quindi che il procedimento nei confronti del Pellegrino


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non sia suffragato da fatti che attestino la responsabilità dello stesso in ordine alla fuga degli immigrati, ma semmai tale procedimento sembra essere motivato, nei fatti, dalle proteste dell'ispettore in merito alle disposizioni del questore, poi revocate, e in generale, ad avviso dell'interrogante, alla sua attività sindacale, molto intensa;
all'interrogante risulta che la pratica del conteggio ogni 6 ore sia stata ripristinata, a seguito dell'accaduto, dal questore di Foggia -:
se il Ministro sia conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quale sia il giudizio del Ministro su:
a) le disposizioni del questore in ordine al conteggio, ogni 6 ore, degli immigrati ospitati nel Cpt di Borgo Mezzanone e, segnatamente, se il Ministro ritenga che tale disposizione sia o meno lesiva della dignità delle persone oggetto di siffatta sorveglianza;
b) il comportamento dell'ispettore Pellegrino, il quale, con lodevole senso civico e a dimostrazione del senso di umanità presente in larghissima parte degli appartenenti alle forze dell'ordine, ha denunciato tale pratica che ad avviso dell'interrogante, ricorda più i campi di detenzione che i Centri di accoglienza per gli immigrati;
c) il procedimento a carico dell'ispettore Pellegrino, la cui unica responsabilità consiste, stando ai fatti su esposti, nell'aver denunciato una disposizione di cui non condivideva i contenuti, esercitando così il suo diritto-dovere di vigilanza democratica quale cittadino, sindacalista e servitore dello Stato;
se il Ministro non ritenga di avviare una indagine interna sull'accaduto;
se il Ministro, qualora ritenga ingiustificato il procedimento nei confronti dell'ispettore Pellegrino, intenda attivarsi al fine di sospendere tale procedimento;
se il Ministro, nel caso in cui ritenga le rinnovate disposizioni del questore in ordine al conteggio degli immigrati ospitati del Cpt di Borgo Mezzanone lesive della dignità degli immigrati stessi, intenda attivarsi affinché tali disposizioni vengano revocate o modificate.
(3-01952)

TIDEI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte di martedì 11 febbraio 2003, il Segretario dell'UDC di Cerveteri è stato bersaglio di un vile e vergognoso attentato intimidatorio, attraverso l'incendio della sua auto e del tentativo di incendiare anche l'auto della moglie;
ad avviso dell'interrogante gli autori di questa esecrabile bravata notturna probabilmente non sono da ricercarsi nell'ambito dei soliti teppisti dediti al vandalismo e alla microcriminalità, considerato il ruolo politico del proprietario dell'auto e la fase preelettorale nella quale si trova Cerveteri chiamata a rinnovare il consiglio comunale -:
se non ritenga di dover impartire disposizioni per intensificare la vigilanza e i controlli, soprattutto durante la notte, per evitare che le tensioni proprie di un confronto politico acceso possano scadere e degenerare nello scontro, nella rissa e peggio ancora, in gesti delittuosi, assicurando uno svolgimento ordinato della campagna elettorale, nel rispetto della libertà e della democrazia.
(3-01954)

ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 15 maggio 2001 l'allora ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, emanò un decreto per la costituzione di un «Ufficio centrale analisi e monitoraggio della falsificazione monetaria ed altri mezzi di pagamento» con compiti di «gestire le informazioni ai fini della valutazione dell'impatto economico e finanziario». A capo di questo ufficio, venne collocato tale


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Renzo Antonini, da poco rientrato da Bruxelles, dirigente presso quel dicastero;
la costituzione di questo Ufficio, denominato poi «UCAMP», è stata più volte fatta apparire come prevista, dapprima nell'orientamento (prima della definitiva approvazione), poi nello specifico contenuto del Regolamento Europeo n. 1338 del 2001, dell'articolo 2. Ciò può essere ravvisato anche nella stessa presentazione del decreto-legge n. 350 del 25 settembre 2001, convertito dalla legge n. 409 del 23 novembre 2001, la quale comunque non entra nella trattazione della specifica istituzione di questo ufficio, ma su una più generica previsione di dati da comunicare al ministero dell'economia e delle finanze per le valutazioni sull'impatto economico-finanziario e per le cosiddette «finalità di cui al regolamento europeo 1338/2001;
ma non risulta così, infatti l'articolo 2 di tale regolamento prevede in modo chiaro e non equivoco come ufficio centrale per raccogliere ed analizzare i dati sulle falsificazioni dell'euro quello di cui alla convenzione di Ginevra del 1929 (articolo 12), e l'ufficio ai sensi della convenzione di Ginevra del 1929 in Italia già esisteva (dal 1935) e tuttora esiste presso il servizio Interpol del ministero dell'interno (come del resto in tutti gli altri Paesi europei;
quindi l'UCAMP, che si è contrapposto alle competenze altrui, non doveva essere costituito;
le altre autorità riconosciute per analizzare i dati tecnici e statistici sono da sempre: la Banca d'Italia (Centra Nazionale Analisi - CNA) per le banconote e la Zecca dello Stato (Centro Nazionale Analisi per le Monete - CNAC) per le monete, per le forze di polizia, l'arma dei carabinieri (cui è riconosciuto il consolidato interesse nel settore), la polizia di Stato e la guardia di finanza;
non è stata poi persa alcuna occasione per imporre all'attenzione degli organismi europei e nazionali questo nuovo ufficio;
inoltre, ai sensi dell'articolo 10 del regolamento europeo 1338/2001, «gli Stati membri (non i ministeri dell'economia) dovevano comunicare alla Banca centrale europea ed alla Commissione europea l'elenco delle autorità nazionali competenti di cui all'articolo 2, lettera b);
la lettera è stata così inviata da parte del solo dicastero dell'economia e delle finanze (si veda lettera n. 704419 del 14 dicembre 2001), ma senza l'intervento, almeno apparentemente, «indispensabile» né dal ministero dell'interno, né della Presidenza del Consiglio (quest'ultima avrebbe dovuto indicare le «autorità» anche per il coinvolgimento, predominante nella lotta alla falsificazione monetaria, di organismi che non fanno capo al solo ministero dell'economia e delle finanze);
stupisce in particolare l'inerzia del ministero dell'interno che ha, in pratica, scarsamente contrastato ciò che è accaduto solo in Italia e cioè la creazione di un altro ufficio centrale del falso monetario, con l'accettazione di 2 uffici di tale tipo: uno, quello che, esiste in quasi tutti i Paesi del mondo e cioè quello «ai sensi della Convenzione di Ginevra» presso il ministero dell'interno con compiti e funzioni ben definite sin dal 1929, l'altro, l'UCAMP (esistente solo in Italia ed in nessun altro Paese europeo), che di centrale ha solo il nome, non avendo alcuna funzione di coordinamento e tantomeno operativa, ma solo quella, peraltro già prevista per l'ufficio convenzione di Ginevra, di raccogliere dati statistici che non possono essere né di carattere operativo né di polizia;
i responsabili dell'UCAMP, quasi a giustificare l'importanza che si sono auto attribuiti, hanno cominciato a realizzare i cosiddetti «rapporti sul falso» che fanno sorgere notevoli perplessità, basti pensare che le cosiddette «segnalazioni», prese come elementi fondamentali dal citato ufficio, non tengono presente, come principale elemento di valutazione (fornendo quindi dati provvisori e parziali), la consistenza dei sequestri effettuati per cui se una Forza di polizia sequestra un milione


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di banconote sicuramente false, ciò è considerato un caso e lo stesso vale se un commerciante versa in banca una banconota sospetta (poi risultata vera);
circa lo studio dell'impatto economico e finanziario delle falsificazioni euro (obiettivo principale dell'UCAMP, che svolge attività prevalentemente statistica sui dati già raccolti dalla Banca d'Italia ed altri enti - ex articolo 7, del decreto-legge 350/2001) c'è da constatare che l'ammontare globale del valore nominale di tutte le banconote euro false sequestrate nel 2002 è una somma che non riesce a coprire la sola retribuzione annua dei suoi effettivi(escluse cioè le altre ingenti spese per database, frequenti missioni all'estero di elevato numero di persone attività promozionali, cene di rappresentanza, pagamento corsi, impiego di locali e personale, guardia di finanza compresa, per le quali è riuscito ad ottenere appositi capitoli nel bilancio del ministero dell'economia). Un po' troppo per un ufficio non previsto da alcuna disposizione europea, che svolge l'unica funzione di assemblare dati già elaborati e riepilogati da altri -:
se i Ministri interrogati possano fa saper le valutazioni realistiche e concrete sulle notevoli spese per la creazione ed il mantenimento dell'UCAMP rispetto alla contenuta resa;
a quanto ammontino gli stipendi annuali di tutto il personale dell'UCAMP;
quanto sia costata e quanto stia costando la invero appariscente e completa banca dati (ce ne sono già altre esistenti o in corso di installazione, come quella della Banca d'Italia, quella della Banca Centrale Europea - Counterfeit Monitoring System - quelle di EUROPOL e di INTERPOL);
quanto costino le frequenti missioni all'estero di appartenenti all'UCAMP ed alla guardia di finanza e se sia vero che alle riunioni estere si presentano quattro o cinque persone quando la consistenza media delle altre delegazioni è di una ogni unità;
a quanto ammontino i fitti figurativi di locali e ambienti;
a quanto ammonti la spesa sostenuta dal ministero dell'economia, per l'intera struttura e se corrisponda al vero che il 5 dicembre 2002 siano state invitate a cena presso Villa Miani in Roma, centinaia di persone in occasione di un seminario PERICLES tenutosi nei locali dell'Hotel Excelsior;
se non ritenga di dover sopprimere questo ufficio e lasciar lavorare chi, da sempre, si è occupato di lotta alla falsificazione monetaria, evitando così sovrapposizioni, burocratizzazione eccessiva (con richiesta di dati e formulari minuziosi).
(3-01955)

Interrogazione a risposta in Commissione:

VIALE e TABORELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la parrocchia dei SS. Giovanni ed Ambrogio a Maslianico (Como) dispone di una unità immobiliare, limitrofa alla chiesa, adibita a casa parrocchiale; sulla suddetta unità la parrocchia ha versato erroneamente l'ICI per gli anni dal 1995 al 2001, vedendosi poi pervenire dal comune avviso di accertamento per rettifica in aumento, in relazione alla medesima imposta per gli anni dal 1994 al 1999;
in base all'articolo 7, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 504 del 1992, sono esenti da ICI gli edifici di culto e le loro pertinenze ai sensi dell'articolo 817 del codice civile, quali sono gli immobili adibiti a casa parrocchiale. L'unitarietà funzionale degli edifici di culto è più volte ribadita nella legislazione post-unitaria, dall'articolo 4 della legge n. 5784 del 1870, sull'esenzione dalla demanializzazione; dall'articolo 2 del decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato n. 35 del 1946 in materia di ricostruzione post-bellica dei luoghi di culto; dalla legge n. 168 del 1962 sulla costruzione delle


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chiese e delle loro pertinenze; dal Concordato (articolo 5 della legge n. 121 del 1985 e articolo 53 della legge n. 222 del 1985); dalla normativa in materia di opere di urbanizzazione secondaria nella quale sono classificate le chiese e gli altri edifici per i servizi religiosi (articolo 44 della legge n. 865 del 1971, circolare applicativa del ministero dei lavori pubblici n. 1242 del 1972);
viceversa il comune di Maslianico sembra aver ignorato la normativa citata e l'istanza di annullamento degli accertamenti e di rimborso delle imposte indebitamente versate, inviata dalla parrocchia dei SS. Giovanni ed Ambrogio all'ufficio tributi del comune in data 29 agosto 2002, quasi che queste giustificassero l'insorgere di una obbligazione ed il titolo per chiederne successive rettifiche -:
se non intenda emanare un'apposita circolare volta a confermare che, ai fini dell'applicazione dell'imposta comunale sugli immobili, tra le pertinenze degli edifici di culto che risultano esenti ai sensi dell'articolo 7, comma 1, lettera d), rientrano anche le unità immobiliari limitrofe alle chiese che siano adibite a case parrocchiali.
(5-01669)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 28 giugno 2000 si è conclusa l'operazione giudiziaria della DDA della procura della Repubblica di Messina, con la richiesta di custodia cautelare nei confronti di Domenico Fausto Arena di Briatico (Vibo Valentia) più quarantasette componenti la 'ndrina imperversante da decenni nella vasta Area dello Stretto, con particolare radicamento operativo nell'università degli studi di Messina, incredibilmente proprio nel contesto temporale della scoperta, da parte della Commissione Nazionale Antimafia, del grumo politico - affaristico - giudiziario;
il suddetto Arena con la propria 'ndrina, costituita da altri componenti della provincia vibonese, condiziona con minacce i professori universitari per costringerli a fare superare immeritevolmente ai propri protetti gli esami per il conseguimento del titolo di studio della laurea;
in data 11 gennaio 2003 i professori Saverio Di Bella e Giuseppe Crea, cittadini da sempre impegnati nella lotta alla mafia, hanno indirizzato a numerose alte cariche istituzionali dello Stato, ed anche all'interrogante, una nota in cui viene ripercorso l'iter tenuto dal prefetto di Vibo Valentia per l'autorizzazione alla Commissione d'accesso nel comune di Briatico, in ordine all'ipotesi di scioglimento per infiltrazioni mafiose;
fin dal 2000 ci si aspettava lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Briatico per la presenza nello stesso del consigliere Arena, invece nel dicembre 2000 si è ottenuta solo la tardiva sospensione del consigliere, peraltro con profondo rammarico ufficializzato dall'allora capo dell'opposizione, dottor Lidio Vallone, anche assessore provinciale di Vibo Valentia, il quale a tutt'oggi mantiene quest'ultima carica (dichiarazione riportata su Gazzetta del Sud del 28 dicembre 2000);
in data 12 dicembre 2002, sulla base di puntuali relazioni della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri contenenti la valutazione sulle modalità con cui si sono svolte le elezioni amministrative del 26-27 maggio 2002 per il rinnovo del consiglio comunale di Briatico, si è insediata finalmente la Commissione d'accesso agli atti amministrativi di quel Comune;
l'attuale Amministrazione ed il relativo consiglio comunale di Briatico risultano eletti attraverso la presentazione di un'unica lista, che ha monopolizzato oltre il settanta per cento dell'elettorato e che ha visto la riconferma di gran parte degli amministratori precedenti;
alcuni degli attuali amministratori e consiglieri del comune di Briatico risulterebbero


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contigui a personaggi legati ad alcune principali cosche mafiose del vibonese;
peraltro si è dovuta registrare l'uccisione di un consigliere della provincia di Vibo Valentia, nonché atti intimidatori contro due componenti dell'amministrazione (uno dei quali, il vice presidente) e due funzionari dello stesso ente;
inquietanti e doverose di approfondimento appaiono alcune dichiarazioni rese dal suddetto procuratore della Repubblica nell'audizione del 30 ottobre 2002 innanzi alla Commissione antimafia in missione ad Aosta -:
se siano state avviate indagini volte ad accertare il ruolo di alcuni rappresentanti di famiglie calabresi legate alla criminalità organizzata e radicata nella Valle d'Aosta;
se non ritengano di dover rafforzare la Commissione prefettizia di accesso agli amministrativi, attualmente composta da due soli membri;
quali misure intendano adottare a tutela della società civile, dei cittadini denuncianti e delle istituzioni locali, in riferimento alle superiori inquietanti ipotesi di gravissimo condizionamento 'ndranghetistico, ripetutamente denunziato dall'interrogante con precedenti atti ispettivi, risultando ormai conclamato che la 'ndrangheta è, per diffusione e capacità di infiltrazione, la più pericolosa tra le organizzazioni criminali operanti nel nostro Paese, anche in considerazione degli atti intimidatori ai danni di consiglieri e funzionari della provincia di Vibo Valentia.
(4-05447)

FISTAROL. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comando provinciale dei vigili del fuoco di Treviso presenta una situazione critica in tutti i settori operativi: carenza di personale, mancanza di mezzi ed attrezzature, un nuovo distaccamento a Vittorio Veneto che esiste ma tuttavia è malfunzionante;
non solo dal punto di vista nazionale, i vigili del fuoco lamentano da anni una inadeguatezza del trattamento economico ai rischi a cui giornalmente si sottopongono;
la pianta organica nella provincia di Treviso è bloccata dal 1985 e presenta un totale di 264 vigili del fuoco distribuiti in una sede centrale più sette distaccamenti. Le carenze di organico sono oltretutto incrementate da altri due elementi: formazione e addestramento. I corsi di formazione, infatti, hanno la durata di una o più settimane e mediamente sottraggono quattro unità operative al singolo turno. Lo stesso discorso va fatto per l'addestramento che non è fattibile durante il turno di servizio, poiché viene continuamente interrotto da chiamate di soccorso;
molti degli automezzi in servizio hanno più di venti anni, le attrezzature e alcune particolari vestizioni devono essere condivise da più colleghi compromettendo la rapidità e l'esecuzione dell'intervento;
il 25 ottobre 2002 il ministero decretava l'apertura del nuovo distaccamento di Vittorio Veneto, ma ad oggi non esiste una caserma corredata di mezzi ed attrezzature e il territorio di Vittorio Veneto è presidiato da una squadra (presente dalle ore 9 alle ore 19) che parte ogni mattina dalla sede centrale. Sostituzioni e rifornimenti di gasolio si effettuano presso il distaccamento di Conegliano -:
se non debba essere incrementato il personale sia per la sede centrale che per i distaccamenti, di almeno 164 unità operative;
se sia giunto il momento di ammodernare i mezzi e acquistare nuove attrezzature per creare anche riserve;
se e quali iniziative intenda assumere per il distaccamento di Vittorio Veneto;
se ritenga opportuno che lo stipendio venga adeguato al particolare servizio svolto, vista la modesta indennità di rischio oggi pagata.
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