Allegato B
Seduta n. 259 del 5/2/2003

TESTO AGGIORNATO AL 15 OTTOBRE 2003


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ROTUNDO e LUIGI PEPE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere:
se il Governo nel suo complesso sia a conoscenza della gravissima crisi che at


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traversa il settore del tabacco orientale, prodotto quasi interamente nella provincia di Lecce, le cui conseguenze si ripercuotono drammaticamente sia sui lavoratori (sono circa 15.000 le famiglie impegnate nel comparto), che sulle aziende produttrici e/o di trasformazione, messe letteralmente alle corde da una crisi di mercato che si protrae da alcuni anni e che ha comportato che circa 150.000 quintali di tabacco restassero invenduti nei magazzini;
se e quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per fronteggiare la situazione sopra descritta e se non ritenga di dover intervenire utilizzando lo strumento dello stoccaggio, quale misura di sostegno al reddito delle famiglie dei produttori (misura consentita dallo stesso regolamento CEE del 1982, che prevede tale possibilità in presenza di gravi crisi di mercato);
se il Governo non ritenga necessario istituire un tavolo nazionale di confronto sul problema del tabacco orientale che coinvolga oltre ai Ministri interessati, la regione Puglia, la provincia di Lecce e le organizzazioni professionali e dei produttori per ricercare le possibili soluzioni anche attivando le risorse derivanti da finanziamenti europei;
se, entro il quadro sopra richiamato, il Governo non ritenga di doversi attivare nei confronti dell'INPS al fine di pervenire quanto meno alla sospensione temporanea delle procedure relative al pagamento delle cartelle esattoriali riguardanti i contributi agricoli unificati, il cui mancato pagamento tra l'altro comporta problemi patrimoniali e persino penali a carico degli amministratori delle società;
se il Governo non ritenga pertanto di doversi adoperare con una iniziativa immediata per scongiurare azioni da parte dell'INPS che comprometterebbero in modo irrimediabile la situazione già così precaria delle aziende di produzione e/o trasformazione del settore tabacchicolo della provincia di Lecce.
(5-01613)

REALACCI e STRADIOTTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
il 90 per cento dell'insieme del traffico petrolifero comunitario è effettuato via mare, mentre il resto è affidato a trasporti terrestri e per vie navigabili interne o convogliato lungo gli oleodotti;
sono 800 milioni di tonnellate quelle che ogni anno sono trasportate verso porti comunitari o provengono da questi: circa il 70 per cento del traffico mediante navi cisterna nell'Unione europea, parte dalle coste atlantiche e da quelle del mare del nord e il restante 30 per cento interessa il mediterraneo e quindi il nostro Paese;
lo stato della flotta europea è drammaticamente preoccupante: nel 1999 oltre il 45 per cento delle navi della flotta petrolifera immatricolata nell'Unione europea aveva un'età superiore ai 20 anni;
esiste una correlazione diretta tra età e incidenti navali, 60 delle 77 petroliere andate perse tra il 1992 e il 1999 avevano, appunto più di 20 anni;
a fronte di questa situazione obsoleta e anche a seguito degli ultimi incidenti marittimi che hanno visto l'affondamento della Prestige, di fronte le coste della Galizia, e della Nicole, in prossimità delle coste ricadenti all'interno del parco regionale del Conero, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti hanno annunciato agli organi di stampa l'immediata emanazione di un decreto interministeriale contenente misure urgenti per contrastare il ripetersi di questi gravi incidenti anche attraverso il divieto di transito nei nostri mari delle cosiddette «carrette dei mari» -:
perché, ancora oggi, non sia stato ancora emanato il provvedimento già annunciato agli organi di stampa.
(5-01627)


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Interrogazioni a risposta scritta:

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
negli anni novanta Landi Antonino e la di lui figlia Agnese rappresentavano una delle più certe realtà imprenditoriali nell'asfittico clima siciliano: il gruppo Landi spa e la società cooperativa Lex, operanti nello smaltimento dei rifiuti sia in ambito nazionale che internazionale, realtà economiche che risultavano sicuro porto occupazionale;
tale realtà imprenditoriale ed economica fu posta nel nulla a seguito di un'indagine scaturita a quanto risulta all'interrogante da uno scritto anonimo pervenuto nel maggio del 1998 presso la questura di Catania, squadra mobile sezione antiracket ove si assumeva che erano stati posti in essere degli illeciti, attraverso la falsa attestazione dell'avvenuto versamento dei contributi previdenziali;
l'asserita truffa sarebbe perpetrata attraverso la falsificazione dei timbri apposti sui modelli DM 10 dalle filiali di Roma e Marsala del Credito Italiano;
fu inscritta notizia di reato nell'ambito del procedimento rubricato al n. 8620/98 RGNR Procura di Catania e, in data 16 maggio 1998, l'allora sostituito procuratore, dottor Vincenzo Serpotta, richiese al giudice per le indagini preliminari, dottoressa Recupido, l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della signorina Landi Agnese, nella sua qualità di presidente della cooperativa LEX, del vicepresidente Cacciatore Diego e del consigliere Testa Giovanni;
l'ordinanza custodiale, eseguita in data 27 maggio 1998, fu accompagnata, specie per la Landi Agnese, da grande eco sulla stampa, giungendosi a parlare dell'arresto di una pericolosa latitante e del rinvenimento di sostanze stupefacenti;
ad oggi il procedimento, dopo ben quattro anni, verte ancora nella fase delle indagini preliminari-:
se, considerata l'irragionevole durata delle indagini preliminari rispetto a quanto previsto dall'ordinamento, non intenda promuovere un'azione disciplinare nei confronti del magistrato titolare dell'indagine.
(4-05319)

POTENZA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
gli eventi sismici del 9 settembre 1998 hanno interessato tutti i comuni dell'area del Lagonegrese, del Senisese e della Valle del Sarmento, provocando danni alle strutture pubbliche e private in queste aree interne di per sé già fortemente svantaggiate e senza un reale tessuto produttivo;
la regione Basilicata sta per approvare tutti i Pir e che alcuni comuni hanno già provveduto al rilascio di buoni contributi per le famiglie sgomberate;
sono emerse alcune difficoltà relativamente all'accollo spese cui il cittadino è costretto per quanto concerne l'Iva ed altri costi ed alla mancata inclusione «nella legge finanziaria per il 2003» della autorizzazione alla proroga, per un altro triennio, dei tecnici convenzionati e del finanziamento del contributo per il 2003 alle amministrazioni comunali per il mancato introito dell'Ici, della tariffa sui rifiuti solidi urbani (Rsu), e di altri contributi;
la ricostruzione vera e propria è appena cominciata ed è nella situazione più delicata;
i primi nuclei di famiglie evacuate, se tutto procederà speditamente, entreranno nelle proprie case non prima dei mesi di settembre-ottobre 2003;
il mancato introito dei tributi comunali sta provocando gravi difficoltà alla compilazione dei bilanci comunali (riesce


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difficile capire il perché del non inserimento nella legge finanziaria, quando per altre zone nel passato è stato fatto);
gli ulteriori tagli nella nuova legge finanziaria peseranno maggiormente sui bilanci comunali riducendo ulteriormente l'attività di questi piccoli enti alla sola amministrazione ordinaria (quando sarà possibile);
la maggior parte dei comuni colpiti dal sisma sono inferiori ai 3.000 abitanti; con forti indici di disoccupazione, con il rischio che molti di essi devono dichiarare il dissesto economico, proprio per la ristrettezza economica di fondi, e la difficoltà di recuperare risorse in loco;
il Governo centrale emanava nel 1999 il decreto-legge n. 132 del 1999, convertito dalla legge 13 luglio 1999, n. 226, recante interventi urgenti in materia di protezione civile;
fra le norme contenute era previsto (articolo 2, comma 2) che «per l'anno 1999 ai comuni interessati dal sisma del 9 settembre 1998 è concesso dal ministero dell'interno un contributo straordinario, rispetto alle risorse in godimento nell'anno 1998, pari al 20 per cento, al 30 per cento ed al 40 per cento, rispettivamente per i comuni con abitazioni totalmente o parzialmente inagibili superiori al 15 per cento, al 25 per cento e al 35 per cento del totale delle abitazioni. Le risorse sono costituite dal contributo ordinario, consolidato e perequativo assegnato ai comuni e dell'imposta comunale sugli immobili a suo tempo detratta. L'onere, valutato in euro 5.700.000 circa, e posto a carico del contributo ordinario ai sensi della citata legge n. 226 del 1999. Le regioni provvederanno a versare direttamente i contributi agli enti locali interessati sulla base di apposita tabella di ripartizione predisposta dal ministero dell'interno»;
tale disposizione è stata ulteriormente prorogata al 31 dicembre 2002 dalla legge finanziaria per il 2002;
la fase di ricostruzione non è ancora avvenuta e quindi gli enti si trovano nelle stesse condizioni dell'anno 1999, e cioè quelle di non poter gravare di tassazione le abitazioni tuttora sgomberate -:
quali iniziative normative intenda porre in essere il Governo per determinare:
a) la proroga dei contributi di cui al precedente articolo 2, comma 2, della legge n. 226 del 1999 di conversione del decreto-legge n. 132 del 1999, per l'anno 2003;
b) l'autorizzazione alla proroga per almeno ulteriori tre anni delle convenzioni stipulate con dei tecnici per il potenziamento degli uffici tecnici, che sono scadute il 31 dicembre 2002, per evitare di bloccare completamente la ricostruzione di queste realtà;
c) l'esenzione dell'Iva per le attività legate alla ricostruzione per tutto il territorio che ha subito danni da calamità naturali.
(4-05337)