Allegato B
Seduta n. 256 del 30/1/2003


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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

VENDOLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che:
il 23 gennaio 2001 il dottor Nicolò Marino, sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia del tribunale di Catania, rendeva alla Commissione parlamentare antimafia dichiarazioni con le quali denunciava comportamenti anomali da parte del procuratore distrettuale dello stesso ufficio di procura, dottor Mario Busacca;
in particolare, il dottor Marino denunciava la condotta abusiva del dottor Busacca relativamente ad una indagine di una certa delicatezza: e cioè un reiterato intervento favoritistico nei confronti di tale ingegner Ignazio Sciortino, cognato di altro sostituto della stessa procura (dottor Carlo Caponcello), denunciato per gravi reati in materia di appalti;
il dottor Busacca tentava ripetutamente di scongiurare persino l'iscrizione, da parte del dottor Marino, dell'ingegner Sciortino nel registro degli indagati: non vale la pena di sottolineare quanto quella iscrizione fosse, a norma di legge, un atto obbligatorio;


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in data 15 marzo 2001 il procuratore Mario Busacca rilasciava un'intervista al quotidiano La Sicilia sulle vicende catanesi nella quale sminuiva la consistenza degli indizi a carico dell'imprenditore Sebastiano Scuto, coimputato dell'ingegner Sciortino; l'intervista precedeva di pochi giorni la fissazione dell'udienza presso il tribunale del riesame di Catania relativa alla richiesta di revoca della misura cautelare emessa dal gip nei confronti dei due suddetti coimputati;
la procura distrettuale della Repubblica presso il tribunale di Messina, interessata ex articolo 11 del codice di procedura penale del conflitto insorto in seno agli uffici giudiziari catanesi, elevava imputazione nei confronti del dottor Busacca per il reato di abuso d'ufficio in relazione alle resistenze dapprima opposte nei confronti del dottor Marino per non fare iscrivere l'ingegner Sciortino nel registro degli indagati (atto dovuto per legge), e, successivamente, perché non ne fosse richiesta la cattura nell'ambito del procedimento penale relativo all'appalto per i lavori del secondo lotto dell'ospedale Garibaldi di Catania, provvedimento eseguito solo per gli altri coimputati;
con provvedimento dell'11 luglio 2002 l'ufficio di procura di Messina richiedeva l'archiviazione della posizione del dottor Busacca;
scrivono i magistrati che «appare evidente la sussistenza di atti idonei ed univocamente posti in essere in violazione di legge», ma nei fatti addebitati a Busacca mancherebbe, tuttavia, il vantaggio di naturale patrimoniale dell'ingegner Sciortino, cioè l'elemento oggettivo del reato;
è evidente quindi, che le condotte del dottor Busacca sono sicuramente meritevoli di valutazione sotto il profilo penale e disciplinare;
alla luce del provvedimento adottato dal pubblico ministero di Messina sull'operato del dottor Busacca emerge chiara, ad avviso dell'interrogante, la violazione dell'articolo 18 del regio decreto-legge 31 maggio 1946 n. 511 (ordinamento giudiziario) per avere il dottor Busacca mancato ai suoi doveri, rendendosi perciò immeritevole di fiducia e considerazione e compromettendo il pregio dell'ordine giudiziario e ciò per aver impedito al dottor Nicolò Marino l'iscrizione dell'ingegner Sciortino nel registro degli indagati per interessi non di giustizia -:
quali iniziative disciplinari intenda adottare nei confronti del dottor Mario Busacca, procuratore capo presso il tribunale di Catania.
(4-05257)

PECORARO SCANIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 16 novembre 2002 si sarebbe verificato il distacco di due lamiere esterne dall'ultimo piano del tribunale di Trapani, di cui una avrebbe semidistrutto due automobili parcheggiate nel lato est del posteggio interno e l'altro sarebbe ancora visibile in mezzo al giardinetto antistante l'ingresso principale del tribunale in via XXX maggio a Trapani;
il comune di Trapani riceverebbe dal ministero della giustizia un canone locativo annuo di circa 420.000 euro, oltre ad un rimborso forfettario per le spese di manutenzione;
i lavori di manutenzione, più volte segnalati come imminenti, non sarebbero ancora iniziati;
il presidente del tribunale di Trapani, dottor Mario D'Angelo, avrebbe ampiamente sollecitato il sindaco di Trapani e a quant'altri di competenza, affinché si desse inizio ai lavori necessari;
a tutt'oggi occorrebbe segnalare, peraltro, il non funzionamento del metal detector su nastro del palazzo di giustizia di Trapani -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per sollecitare lavori urgenti necessari a preservare l'incolumità degli


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utenti ed ovviare quindi alla situazione di pericolo per i dipendenti, gli avvocati, i magistrati ed i cittadini.
(4-05260)