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F) Interrogazione
COLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 30 novembre 1993 Carmina Ferrante, moglie del dottor Michele Lamacchia, attuale sindaco di San Ferdinando di Puglia (Foggia), veniva trovata morta a soli trent'anni d'età nell'abitazione nella quale conviveva con il marito, in seguito all'esplosione al capo di un colpo della pistola regolarmente detenuta dal Lamacchia;
le sbrigative indagini sul decesso si chiudevano con un decreto di archiviazione per suicidio, ma solo nel novembre del 1997, successivamente a un circostanziato esposto del padre della vittima che lamentava lacune negli accertamenti, si avevano gli esiti dell'esame stub eseguito sul corpo della vittima;
si evidenziava, allora, l'impossibilità del suicidio, poiché risultava positiva la mano destra, mentre il foro di entrata del proiettile che aveva causato la morte della donna era sulla tempia sinistra;
a cinque anni dai fatti, il pubblico ministero presso il tribunale di Foggia nominava un perito d'ufficio, il professor Francesco Vinci, che il 20 marzo 1998 depositava la sua relazione escludendo l'ipotesi suicidiaria, ma il pubblico ministero, in contrasto con il suo stesso consulente, chiedeva nuovamente l'archiviazione al giudice per le indagini preliminari, pur rubricando questa volta i fatti con l'incredibile ipotesi incriminatrice di istigazione al suicidio da parte di ignoti;
come riportato dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno del 23 giugno 2000, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Foggia, dopo aver rilevato che «già nell'immediatezza dei fatti le indagini venivano effettuate in maniera quanto meno poco approfondita»,
chiarì che gli stessi dati obiettivi «paiono contrastare con l'ipotesi suicidiaria. La consulenza del perito medico ha evidenziato l'estrema difficoltà, improbabilità e irragionevolezza di un suicidio posto in essere impugnando la pistola con la mano destra - unica ipotesi possibile, secondo i risultati dell'esame stub - e facendo fuoco alla tempia sinistra»;
anche l'esame della traiettoria del colpo che ha ucciso la donna, con foro di uscita in regione retromastoidea destra con direzione moderatamente dall'avanti all'indietro e marcatamente dall'alto verso il basso, avrebbe dovuto escludere definitivamente l'ipotesi suicidiaria, ma, da quando il giudice per le indagini preliminari nel 2000 ha rimesso gli atti alla procura della Repubblica «per valutare la sussistenza di elementi di reità in ordine al reato di omicidio volontario, colposo o preterintenzionale», non ci sono state significative novità o sviluppi conosciuti;
a giudizio dell'interrogante, questa tragedia non deve restare impunita e occorre imprimere impulso all'accertamento dei fatti e dare alla famiglia della giovane quella parola di verità che attende da troppi anni -:
se non ritenga alla luce dei fatti esposti il Ministro interrogato di procedere ad un'ispezione presso la citata procura per accertare eventuali inerzie, omissioni od altre anomalie nelle indagini. (3-00434)
(19 novembre 2001)