Allegato B
Seduta n. 242 del 18/12/2002


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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

ALBONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alle ore 3.30 di sabato 14 dicembre 2002, è divampato un incendio presso il deposito del CTNM (Consorzio Trasporti Nord Milano) di via Salvo D'Acquisto a Cazzano di Besana Brianza (Milano) che ha coinvolto 8 autobus: sette completamente distrutti e l'ottavo gravemente danneggiato e non più utilizzabile;
l'incendio è partito dal fondo del deposito, un'area di circa 2000 metri quadrati recintata con all'interno una piccola casetta;
gli autobus distrutti non erano nuovi. Solo uno era stato acquistato recentemente, gli altri avevano dai due ai sette anni di vita;
un autobus nuovo ha un prezzo di mercato che si aggira attorno al 150/200 mila euro;
lo scorso 22 novembre 2002 a Solaro (Milano), in un altro deposito dello stesso consorzio sembra sia stato incendiato un pullman mentre, dieci giorni fa, a Desio (Milano), dove si trovano sede e deposito del gruppo, è stata coinvolta un'autovettura;
nel deposito di autobus di Solaro un analogo episodio era già successo nel febbraio del 2001 causando maggiori danni -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza degli ultimi fatti e quali azioni intenda intraprendere visto il costante ripetersi degli atti su citati nei confronti del Consorzio Trasporti Nord Milano.
(3-01750)

DI TEODORO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi due anni il consorzio trasporti nord Milano (CTNM) è stato preso di mira da diversi attentati ben cinque volte;
nessuno dei quattro depositi del consorzio (Desio, Solaro, Besana Brianza e Cambiago) è stato risparmiato;
l'ultimo attentato risale al mese di dicembre 2002, e ha distrutto otto autobus su undici nel capannone di Besana Brianza, causando danni per 800 mila euro;
tutto ciò va ad aumentare ulteriormente una situazione di crisi del consorzio


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(gestito da 35 comuni, con oltre 100 pullman e 17 linee), che ad oggi ha accumulato 2 milioni di euro di perdite;
questa dinamica sembra essere collegata, nell'ipotesi investigativa più accreditata, all'imminenza dell'indizione delle gare (1o gennaio 2004) per l'aggiudicazione delle tratte oggi servite dalle linee del CTNM;
l'importanza del consorzio risiede soprattutto nell'essere i suoi autobus gli unici mezzi di trasporto ad oggi a disposizione degli studenti della Brianza per percorrere il tratto casa/scuola -:
se intenda valutare, il Ministro interrogato, la possibilità di fornire a cura delle forze dell'ordine un servizio di tutela permanente ai mezzi e alle installazioni del CTNM.
(3-01752)

GRILLINI, VALPIANA, POLLASTRINI, MONTECCHI, FOLENA, TITTI DE SIMONE , DEIANA, MAGNOLFI, ZANOTTI, BONITO, VENDOLA, BELLILLO, BUFFO e GRANDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Milano il giorno venerdì 29 novembre 2002 le forze di polizia hanno effettuato una retata in un cinema a luci rosse notoriamente frequentato da omosessuali, soprattutto anziani, trattenendoli per oltre due ore nell'atrio senza poter accedere né alla sala né ai servizi e tantomeno uscire;
alle proteste dello scrittore Alessandro Golinelli, presente nel cinema, che chiedeva di aprire le porte considerando che gli anziani erano facilmente identificabili come italiani e che era inutile sequestrare persone prive di qualsiasi colpa, le forze di polizia non hanno voluto giustificare la loro operazione in alcun modo, e al suo tentativo di uscire dal cinema è stato subito ammanettato e percosso (come confermato da referti medici e da un articolo apparso su Repubblica);
il risultato dell'operazione di polizia che ha privato una ventina di persone della loro libertà personale per oltre due ore, impedendo loro inoltre di usufruire di un servizio per cui avevano pagato, è stato solo il fermo di polizia di due extracomunitari con il permesso di soggiorno scaduto, per altro arrestati fuori dalla sala;
ripetute sono le incursioni della polizia nei locali Milanesi frequentati da omosessuali, come quelle in via Sammartini il 17 ottobre scorso, nella quale gli organi di polizia si sono rivolti agli omosessuali presenti con un linguaggio offensivo e discriminatorio. La via, nota come gay street milanese e nella quale sono presenti tre locali gay, è soggetta a ripetute incursioni e retate con l'effetto di intimidire i clienti e ridurre la frequantazione dei locali;
le motivazioni portate dalla questura a giustificazione di tali retate - la ricerca di extracomunitari senza documenti - sembrano pretestuose, in quanto questi sono o possono essere presenti dappertutto a Milano;
nonostante le buone intenzioni del questore di Milano più volte ribadite, sembra essere in corso un processo intimidatorio nei confronti della nutrita comunità omosessuale di Milano (la più numerosa del paese), anche alla luce della continua violazione della privacy di chi frequenta i suddetti locali -:
quali provvedimenti intenda prendere affinché sia garantita la tranquillità e la possibilità di socializzare degli omosessuali senza essere continuamente sottoposti a perquisizioni e identificazioni inutili - e spesso sgarbate e discriminatorie - dalle forze dell'ordine;
quali siano le giustificazioni per cui si usano mezzi e uomini della polizia per operazioni costose per la comunità e il cui unico effetto è quello di spaventare liberi cittadini che si riuniscono in luoghi pubblici e sicuri.
(3-01754)

Interrogazione a risposta in Commissione:

OLIVERIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel territorio della Piana di Sibari è in atto una preoccupante recrudescenza della criminalità organizzata e del fenomeno mafioso;


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nelle settimane scorse la Commissione parlamentare antimafia ha effettuato una serie di audizioni a Cosenza e a Cassano Jonio dove negli ultimi mesi si sono verificati numerosi delitti di mafia;
è crescente nei cittadini e nell'opinione pubblica la preoccupazione rispetto alla espansione di questi fenomeni anche per il ripetersi di atti di intimidazione nei confronti di imprenditori, professionisti, rappresentanti di organizzazioni sindacali, di uomini impegnati nelle Istituzioni, nella pubblica amministrazione e negli organi di informazione;
l'ultimo episodio in ordine di tempo nella Città di Rossano è stato l'incendio di tre automobili di proprietà rispettivamente di Antonio Schiavelli sindacalista CGIL, del dottor Alberto Avenoso, giudice presso il locale Tribunale, del dottor Settimio Ferrari, farmacista ed esponente politico; e nella vicina città di Corigliano con il danneggiamento dell'autovettura del dottor Fabio Bonofiglio, corrispondente della Gazzetta del Sud;
malgrado l'impegno e l'abnegazione degli uomini in servizio, le strutture preposte al presidio e alla sicurezza del territorio sono assolutamente insufficienti sia sul versante della quantità che dei mezzi a disposizione;
il Procuratore della Repubblica del tribunale di Rossano ha avuto modo più volte di evidenziare le gravi carenze negli organici delle forze dell'ordine e degli stessi uffici giudiziari;
detta situazione è stata più volte da noi rappresentata al Governo anche attraverso apposite iniziative parlamentari, mentre molteplici sono state le iniziative delle forze sociali e di numerose Istituzioni locali di denuncia sullo stato preoccupante della sicurezza -:
quali iniziative intenda assumere per individuare e colpire i responsabili dei fatti richiamati in premessa;
quale sia la valutazione del Governo in relazione al fenomeno della criminalità organizzata nella piana di Sibari, anche alla luce degli elementi emersi attraverso la recente visita della Commissione parlamentare antimafia;
quali misure in direzione della lotta alla criminalità organizzata nella Piana di Sibari e nella provincia di Cosenza intenda assumere;
se non ritenga di dover procedere al potenziamento degli uffici giudiziari e all'immediato rafforzamento dei presidii e delle strutture preposte alla sicurezza ed al controllo del territorio nonché al potenziamento dei servizi di intelligence nella lotta al crimine organizzato.
(5-01522)

Interrogazioni a risposta scritta:

BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il signor Ltaief Sinail alias Khairi Amin, espiata la pena detentiva, pagato così il suo debito con la giustizia italiana, è stato trasferito in un Centro di permanenza temporanea di Bologna essendo privo di documenti che gli permettessero una regolare permanenza nel suolo italiano;
Khairi Amin, nato il 14 novembre 1966, di cittadinanza incerta si è sempre dichiarato palestinese, il personale addetto alla rieducazione nel carcere in cui Khairi è stato detenuto: il Padre Adelio Giuseppe, i volontari di Amnesty International, la psichiatra del carcere lo giudicano attendibile, e di atti dello Stato italiano in cui egli viene considerato nato in Israele;
il 5 novembre 2002 il prefetto della provincia dell'Aquila emetteva e notificava al signor Khairi un decreto di espulsione dall'Italia sul presupposto della mancanza di permesso di soggiorno, è stato quindi disposto il «rimpatrio» verso la Tunisia, infine individuato dalla prefettura, su indicazioni dell'Interpol come probabile paese d'origine di Khairi;


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Khairi Amin rifiuta di partire per la Tunisia, adducendo rischi gravi per la sua incolumità fisica qualora fosse stato trasferito in quel Paese;
il 6 dicembre 2002 il tribunale dell'Aquila, ritenendo infondate le allegazioni della prefettura, emetteva l'ordinanza con cui, in accoglimento del ricorso, annullava il decreto di espulsione dall'Italia, motivando sull'esistenza del divieto di cui all'articolo 19, comma 1, del testo unico del decreto legislativo n. 286 del 1998, che vieta l'espulsione verso un Paese ove lo straniero potrebbe rischiare la persecuzione o la vita;
nonostante l'ordinanza di cui sopra, e la diffida dell'avvocato Cristina Errede, il 7 dicembre 2002 il prefetto di Bologna emetteva nei confronti del signor Khairi un nuovo decreto di espulsione;
essendo ogni eventuale ricorso privo di efficacia sospensiva, Khairi è stato quindi «rimpatriato» in Tunisia;
il caso di Khairi Amin, al di là della valutazione sul singolo caso, fa emergere delle lacune nello Stato di diritto del nostro Paese -:
se il provvedimento del prefetto di Bologna, che vanifica negli effetti un'ordinanza di un tribunale italiano, sia in linea con l'ordinamento giuridico in vigore o ne costituisca una violazione;
quali siano gli intendimenti del Governo per evitare che in futuro si ripetano casi simili;
se, infine, il Governo intenda, attraverso il suo corpo diplomatico, seguire le sorti processuali del signor Khairi Amin in Tunisia.
(4-04899)

FLORESTA e FALLICA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Gaggi è un comune di circa 3.500 abitanti, situato in provincia di Messina, a 6 chilometri da Giardini Naxos e da Taormina, attraversato dalla strada statale 120, che costituisce un'importante bretella di collegamento tra dette località, e le Gole dell'Alcantara e l'Etna;
tale circostanza, e la sua vicinanza ai siti turistici sopra indicati, trasformano la città di Gaggi, soprattutto nel periodo estivo e in occasione di feste, in luogo di villeggiatura, con notevole incremento della popolazione residente;
Gaggi è priva di una stazione dei carabinieri, che è allocata nel comune di Graniti, distante circa sette chilometri;
per la vastità del territorio controllato e per l'esiguità dell'organico non si ritiene che detto presidio sia in grado di assicurare una sufficiente ed adeguata azione di prevenzione;
l'aumento, in questi ultimi tempi, nella città di Gaggi in termini qualitativi e quantitativi, di episodi criminosi è venuto ad incidere negativamente sull'opinione pubblica turbandola a tal punto da farla determinare sulla necessità di avere in loco un presidio di salvaguardia -:
se tale situazione sia ritenuta soddisfacente ai fini della salvaguardia della quiete e della sicurezza pubblica;
se non ritenga di provvedere a dotare la città di Gaggi, per le peculiarità di cui sopra, di una autonoma stazione dell'arma dei carabinieri.
(4-04901)

RICCIOTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la periferia Sud-Est di Roma Capitale, e più precisamente parte del territorio dell'VIII municipio (quartieri di Torre Angela, Tor Bella Monaca, Finocchio, Borghesiana, Colle Prenestino, Castelverde di Lunghezza, S. Vittorino, Corcolle, Valle Castiglione), sempre più spesso è oggetto di atti di delinquenza e di degrado sociale e si assiste ad una crescente accentuazione di delitti contro il patrimonio e la persona ad opera di gruppi delinquenziali;
alla criminalità autoctona, costituita principalmente da giovani e da tossicodipendenti, si unisce una delinquenza di origine extracomunitaria, organizzata su


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base etnica (nigeriani, polacchi, rumeni, albanesi, e nordafricani) priva di scrupoli e che vive dei proventi della prostituzione, dei furti e delle rapine;
un altro dato negativo è il forte aumento del traffico delle sostanze stupefacenti (eroina, cocaina, e hashish), facilitato anche dal nodo autostradale che rappresenta il crocevia dei traffici nazionali per il meridione e per il nord Italia e quindi per lo smistamento per la Capitale a prezzi più competitivi;
il municipio si estende su un territorio di 113 chilometri quadrati con una popolazione di circa 200.000 residenti e con un numero superiore ai 20.000 di irregolari. Su quest'area, conosciuta come campagna romana, si è consumato un abusivismo selvaggio che dagli anni sessanta in poi - agevolato anche dalle varie sanatorie che nel tempo si sono succedute - ha creato dei complessi di abitazioni posizionate a macchie di leopardo senza alcun criterio urbanistico;
molte di queste abitazioni, e specialmente le più fatiscenti, prive anche delle più elementari condizioni igieniche, sono date in locazione a stranieri spesso senza contratto ed a prezzi altissimi;
il Comune di Roma ha iniziato ad abbattere le case abusive (circa 200 abitazioni) creando ulteriori possibili scontri sociali difficilmente controllabili sull'area indicata essendo insediamenti creatisi grazie allo scarso controllo del territorio;
la situazione igienica sociale è ulteriormente compromessa anche dalla presenza di due grandi insediamenti di nomadi di oltre un migliaio di persone ciascuno, di cui uno insiste su un'area idrologica assoluta (Acqua Vergine). Le forze di polizia recentemente sono intervenute in uno di questi campi nomadi sequestrando auto, camion, e molta altra refurtiva di provenienza illecita;
il dato più allarmante è rappresentato dall'arresto a Tor Bella Monaca di un gruppo di presunti terroristi internazionali (tre algerini ed un marocchino), riconducibili alla rete di Al Quaeda, trovati in possesso di quattro chili di ferrocianuro di potassio e un chilo di polvere pirica, componenti utili per la fabbricazione di un ordigno chimico;
le forze dell'ordine che operano in questo municipio sono costituite in tutto da un numero inferiore alle duecento unità e quotidianamente gran parte del personale viene comandato a diversi compiti, tra cui, ricevere il pubblico (ogni giorno in tutto si registra un'affluenza di oltre un centinaio di persone), controllare le 600 persone sottoposte a misure di prevenzione ed effettuare i servizi delegati dall'autorità giudiziaria;
la prevenzione viene assicurata con sole quattro auto che risultano essere insufficienti allo scopo;
esiste in località Tor Bella Monaca una stazione dei carabinieri, nonché un distaccamento della polizia di Stato con solo due agenti di servizio per turno atte alle recezioni delle denunce, del tutto insufficiente;
risulterebbe inoltre indispensabile una prevenzione contro gli spacciatori davanti alle scuole -:
quali urgenti provvedimenti il Ministro intenda adottare per far fronte alla situazione sopra descritta;
se non si ritenga indispensabile predisporre un considerevole aumento di uomini e mezzi delle forze dell'ordine da impegnare per un'adeguata presenza nel territorio;
se intenda creare una nuova sede della polizia di stato in località Borghesiana-Finocchio collegata alla sede del commissariato Casilino che permetta una presenza visibile dello Stato.
(4-04908)

ANTONIO RUSSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 38, comma 8, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 stabilisce le modalità delle dimissioni dalla carica di


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consigliere comunale, prevedendo quando si deve provvedere alla surroga e quando, viceversa, allo scioglimento del relativo consiglio;
in applicazione alle suddette disposizioni il ministero ha sempre ritenuto la irretrattabilità delle dimissioni dopo la loro acquisizione al protocollo dell'ente;
in un episodio, l'atto formale delle dimissioni è stato presentato al protocollo dopo che l'interessato aveva comunicato al Presidente del consiglio comunale la volontà di permanere nella carica, disconoscendo e revocando ogni diversa dichiarazione anteriormente formulata, denunciando alla procura della Repubblica falsificazioni operate da terzi nel corpo della dichiarazione di dimissioni;
a seguito di quanto sopra, la direzione generale per le autonomie (ufficio rapporti con gli amministratori degli enti locali) avrebbe ritenuto di intraprendere una consultazione con il Consiglio di Stato, con specifico riguardo alle modalità di presentazione delle dimissioni;
il Supremo Consesso ha reso il proprio parere (n. 3049 del 2002) su tale vicenda nell'adunanza del 10 ottobre 2002 -:
se siano salvi i provvedimenti adottati precedentemente e pubblicati in Gazzetta Ufficiale di scioglimenti di consigli comunali secondo il principio del tempus regit actum;
se non si possa ritenere valida l'interpretazione e la procedura sinora seguite, salvo casi di denuncia all'autorità giudiziaria di falsificazioni di volontà nell'atto delle dichiarazioni di dimissioni da parte di qualche consigliere;
se i consiglieri comunali, quali pubblici ufficiali, sono a pieno titolo legittimati alla identificazione dei dimissionari;
ove mai si ravvisasse la necessità di una modalità diversa dal disposto legislativo, così come consiglia il Consiglio di Stato (dimissioni risultanti da atti contestuali o contemporanei presentati personalmente dagli interessati al protocollo dell'ente con la necessaria identificazione) questo non richieda una modifica legislativa e non viceversa, se un'interpretazione, anche se autorevole, del Consiglio di Stato.
(4-04909)

BULGARELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante il giorno 30 novembre 2002 si recava con una delegazione presso il Centro di Permanenza Temporanea Regina Pacis di San Foca, in provincia di Lecce, dove incontrava numerosi extracomunitari di varie nazionalità;
tra essi aveva modo di incontrare il signor Ranasinghe Janat Kumarasiri, cittadino dello Sri Lanka, residente in Italia da oltre undici anni e con un contratto di collaborazione coordinata presso la società cooperativa di produzione e lavoro «Le opere», sita in Via Tiburtina 912, a Roma;
la cooperativa «Le Opere» impiega da tempo, per periodi determinati, il signor Ranasinghe; quest'ultimo fermato per un controllo durante l'intervallo di tempo che intercorre tra i periodici rinnovi del contratto (che non è carattere continuativo), veniva ritenuto sprovvisto di attività lavorativa e inviato presso il Centro di Permanenza Temporanea di San Foca, dove giungeva il 9 ottobre 2002;
il signor Ranasinghe, che nell'incontro avuto con l'interrogante in data 30 novembre 2002 manifestava evidenti problemi di carattere psicofisico, è inoltre padre di un bambino di 5 anni, le cui condizioni di vita sono ora fortemente pregiudicate dal fermo e dalla prospettiva di espulsione del genitore -:
se non ritenga immotivato il provvedimento di espatrio di cui è destinatario il signor Ranasinghe e ingiustificata la sua permanenza presso il centro Regina Pacis, considerato che egli da tempo - e prima dell'entrata in vigore della nuova normativa in materia di immigrazione e asilo - lavora nel nostro paese con contratti di collaborazione coordinata;


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se non ritenga che i gravi motivi familiari del Ranasinghe, in particolare l'avere a carico il figlio di cinque anni, osterebbero in ogni caso l'espatrio in base al principio della prevalenza del diritto del minore.
(4-04912)