Allegato B
Seduta n. 241 del 17/12/2002

TESTO AGGIORNATO AL 24 GIUGNO 2003


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SALUTE

Interrogazione a risposta orale:

OLIVIERI e RUZZANTE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la regione Veneto ha elaborato le cosiddette «schede di riorganizzazione ospedaliera» che di fatto hanno cancellato una sperimentazione di centro ortopedico interregionale a cui era deputato il nosocomio di Malcesine;
è stato inoltre annullato un concorso di idee per riqualificare il citato centro ortopedico benché vi fossero ben tre proposte provenienti tra l'altro anche da privati;
nei giorni scorsi sono stati convocati i primari di ortopedia e riabilitazione dell'ospedale di Malcesine da parte della regione per informarli dei tempi per la smobilitazione di tutto il personale: il 30 giugno 2003 riduzione dei posti letto ospedalieri di riabilitazione (da 150 a 50), il 31 dicembre 2003 o al massimo 30 giugno 2004 chiusura di tutto l'ospedale;
l'associazione disabili motori, a mezzo del proprio vice presidente Adriano Piffer, ha denunciato da tempo la volontà della regione Veneto di chiudere l'ospedale e con la conseguente privazione dell'unico punto di riferimento nazionale di un centro d'alta specializzazione per i poliomielitici: malati che hanno patologie di ritorno legate all'età ed in proiezione per tutti coloro che purtroppo ancora oggi contraggono quella malattia;
l'associazione disabili motori aveva anche presentato un progetto di rilancio dell'ospedale ed è disposta a costituire una fondazione ed a gestire il centro ortopedico (tra l'atro sull'ospedale l'associazione vanta una eredità morale essendo questi nato da un lascito indirizzato espressamente ai poliomielitici);
risulta che i problemi dell'ospedale di Malcesine non sono legati né alla produzione (riabilitazione e chirurgia lavorano al massimo ritmo possibili che liste d'attesa anche di 18 mesi), né l'utenza (persino dalla Germania sarebbero disponibili ad inviare pazienti), né conti di bilancio (nell'ultimo anno risultano utili per 2 milioni di euro);
la regione Veneto sostanzia la sua volontà di chiusura dell'ospedale di Malcesine con riferimento alla marginalità del medesimo rispetto al sistema sanitario veneto;
si ha la sensazione che la vera motivazione per la chiusura sia da individuarsi con riferimento alla appetibilità edilizia-turistica che rivestono i due edifici del centro ortopedico immersi in uno splendido parco a balcone sul lago di Garda -:
se le prestazioni ortopediche di cui si è detto in premessa rientrino tra le prestazioni da erogare nei livelli essenziali di assistenza e in caso affermativo se la regione Veneto, dopo la chiusura del citato centro, sia in grado di soddisfarli.
(3-01736)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANNUNZIATA, IANNUZZI e MOLINARI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dal 7 novembre 2002, la nuova edizione del prontuario farmaceutico nazionale ha classificato i farmaci antistaminici nella fascia C, ovvero in quella a totale carico dei cittadini;
gli antistaminici sono i medicinali usati per la cura delle allergie, patologie che interessano almeno quindici milioni di italiani, il 25 per cento della popolazione;
in questa classe di farmaci è compresa anche l'adrenalina auto-iniettabile che costa 87 euro ed è un farmaco che può salvare la vita in caso di improvviso shock anafilattico;


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il provvedimento ha di fatto ignorato quanto definito nel decreto Ministeriale del 27 settembre 2002, ovvero. «...assicurare alla popolazione la copertura completa di tutte le patologie clinicamente ed epidemiologicamente rilevanti....», come nel caso in specie dovrebbe classificarsi una patologia che affligge un quarto della popolazione generale;
il suddetto provvedimento comporterà per i pazienti allergici una spesa annua pro capite variabile dai 100 ai 250 euro, che si aggiunge a quella per l'acquisto dei vaccini antiallergici, già a carico dei pazienti, che varia dai 300 ai 600 euro all'anno;
in pratica questi cittadini restituiranno in termini di acquisto di farmaci necessari alla loro salute molto di più di quanto non gli verrà dato con la tanto «reclamizzata» riduzione delle aliquote IRPEF -:
se, in considerazione di quanto esposto, il ministro interrogato non intenda provvedere ad una urgente ed immediata revisione del nuovo prontuario farmaceutico;
se non ritenga considerare l'esonero dalla spesa per l'acquisto dei vaccini antiallergici, tenuto conto che questi farmaci sono essenziali nell'approccio al problema, perché consentono di guarire, prevenire le involuzioni delle allergie e ridurre il costo sociale di queste patologie.
(4-04877)

VALPIANA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7 del decreto ministeriale 6 aprile 1994, n. 500 disciplina la pubblicità di alimenti per lattanti prevedendo che non sia consentita la distribuzione di campioni gratuiti diretta a promuoverne la vendita;
nella rivista Bimbisani e belli di ottobre 2002, per festeggiare il suo centenario che si è compiuto il 15 ottobre 2002, la Plasmon annuncia che per tutti i bambini nati in quel giorno avrebbe regalato una fornitura di prodotti delle oasi ecologiche Plasmon, sufficiente per tutto il primo anno di vita del piccolo, completa di latte di proseguimento, omogeneizzati di carne e di frutta, biscotti e altre specialità; per partecipare all'iniziativa, denominata «100 di questi giorni», è sufficiente inviare il certificato di nascita del bambino o della bambina e l'indirizzo a cui recapitare i prodotti, al numero di fax 02/92162644 entro il 22 ottobre 2002;
nella risposta all'interrogazione Valpiana n. 4/04040 il Sottosegretario Antonio Guidi ha ribadito l'impegno del ministero della salute per la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno -:
se non ritenga che la Plasmon abbia contravvenuto ad una norma posta a tutela dell'allattamento al seno e quali iniziative intenda adottare in merito.
(4-04880)

BATTAGLIA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
presso la Clinica S. Francesco Caracciolo in Roma ha sede un hospice per malati di cancro in fase terminale;
tale struttura rientra da oltre tre anni in un progetto concordato tra la Regione Lazio, la ASL RMA e tre strutture private del territorio per sperimentare tipologie assistenziali suggerite in materia da norme europee e che eroga ai malati terminali prestazioni sia residenziali che domiciliari;
da oltre un anno incomprensibilmente la ASL RMA ritarda i pagamenti alla struttura, tende ad imporre procedure per l'acquisto dei farmaci che determinano ritardi gravi nella somministrazione degli stessi ai malati, dispone continue verifiche strutturali, tecniche effettuate con modalità tali da apparire vessatorie;
tutte le sollecitazioni degli operatori e dei familiari dei malati nei confronti della Regione Lazio e della ASL RMA non hanno ottenuto alcuna risposta e soprattutto non hanno determinato alcuna iniziativa tesa a migliorare la situazione;


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il protrarsi di tale situazione sta determinando un ormai sostenibile stato di crisi che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza di un servizio considerato da tutti valido, efficace e che gode del massimo gradimento dell'utenza -:
se la cura dei malati di cancro in fase terminale rientri tra le prestazioni di cui la regione deve garantire i livelli minimi essenziali e in caso affermativo, quali iniziative di propria competenza ritenga di poter adottare affinché possa essere evitata la chiusura della struttura.
(4-04883)

BULGARELLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'I.N.R.C.A. (Istituto Nazionale Ricovero Cura Anziani), I.R.C.C.S. pubblico a carattere geriatrico con sede centrale ad Ancona e sede legale a Roma, ha proceduto nel mese di luglio all'elaborazione di un piano di rilancio che:
a) rivela un deficit strutturale di 60 milioni di euro con 20 milioni di euro di ritardo nei pagamenti dei fornitori;
b) ipotizza un improbabile rientro economico, senza definire una vera strategia di rilancio dell'istituto, inoltre non quantifica le iniziative annunciate, che risultano così avulse da una seria programmazione finanziaria;
c) preannuncia sostanziali espulsioni di personale amministrativo senza aver definito il nuovo modello organizzativo e il relativo fabbisogno di operatori, esternalizzazioni generiche senza verifica del rapporto costi-benefici così come ha finora utilizzato consulenze di dubbia efficacia e nello stesso tempo continua ad espletare concorsi;
d) mantiene la voluta genericità della missione (geriatrica) per preservare una realtà che di geriatrico ha spesso solo la denominazione, non definisce una strategia che abbia una progettualità capace di giustificare il ruolo di tale ente, sorvola la questione della ricerca biomedica di cui dovrebbe essere un polo qualificato;
e) annuncia un nuovo modello funzionale che ha il solo obiettivo di sostenere le difficoltà economiche della sede centrale di Ancona, smantellando le altre sedi e privandole di identità organizzativa senza direzioni amministrativa e sanitaria;
f) per le sedi di Cosenza e Cagliari preannuncia chiusure per insufficiente finanziamento regionale e allo stesso tempo ne definisce in maniera generica il rilancio, mentre per la sede di Firenze presagisce addirittura il trasferimento presso la IPAB di Montedomini con inevitabile esubero di personale amministrativo e non solo -:
se l'operato dell'attuale commissario straordinario sia in linea con le scelte politiche nei confronti dell'istituto dal ministero e se il piano di rilancio sia condiviso;
se il modello proposto, così come quello preesistente, corrispondano alla strategia messa in atto per la ricerca geriatrica nel paese;
quali siano le prospettive dell'ente in questione nella nuova realtà del federalismo sanitario;
se esista da parte del ministero la volontà di procedere ad una conferenza nazionale di servizio con le organizzazioni sindacali e le regioni interessate, come più volte proposto dalla Rdb-Cub, per definire futuro operativo dell'istituto e futuro lavorativo per gli operatori.
(4-04885)