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ritardi, visto il proseguire di forti temporali nella zona, potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.
nel mese di settembre 2002, in seguito a violenti temporali, straripò il canale Vallone e alcuni quartieri periferici della città di Apricena, in provincia di Foggia, furono inondati da fango e detriti;
a tutt'oggi, nonostante gli appelli a tutte le istituzioni competenti più volte fatti dall'amministrazione comunale impossibilitata a risolvere, da sola, i gravi problemi subiti dalla città nulla è stato fatto e l'amministrazione comunale non è riuscita neanche ad ottenere i fondi utili per fronteggiare le somme spese durante l'emergenza;
i danni provocati ammonterebbero, secondo uno studio fatto dai tecnici comunali a 10 milioni di euro, con molte famiglie che non sono ancora potute rientrare nei propri alloggi e diversi piccoli imprenditori che senza aiuti economici saranno costretti a chiudere per sempre;
questo si aggiunge la necessità di un intervento di sistemazione idrogeologica dell'area chiamata Ingarano, che si trova a monte dei quartieri di Apricena che hanno subito più danni -:
se corrisponda al vero che, su indicazione della protezione civile, sia stato già predisposto un decreto per un finanziamento speciale per la città di Apricena per i danni subiti a seguito dell'alluvione e, in caso affermativo, entro quanto tempo si intenda arrivare all'emanazione di questi fondi indispensabili per riportare alla normalità la città;
in caso contrario, se non si ritenga necessario, in collaborazione con la regione Puglia, arrivare immediatamente allo stanziamento dei fondi necessari per ridare serenità e speranza alla popolazione di Apricena così duramente colpita, tenendo conto, oltretutto, che eventuali
(4-04735)
in occasione della giornata nazionale di mobilitazione dei Centri di permanenza temporanei, nella città di Agrigento si è svolta una manifestazione di solidarietà nei confronti di cittadini stranieri, vittime di una legge ingiusta che lede i più basilari diritti della dignità umana;
la manifestazione si è svolta, in forma pacifica, davanti al Centro di permanenza temporanea, luogo di detenzione che priva i cittadini di ogni forma di libertà individuale, costringendoli a vivere in uno stato di assoluto isolamento;
i partecipanti alla manifestazione, hanno chiesto di visitare con una delegazione il Centro per verificare il degrado nel quale, versa il suddetto luogo. La richiesta ha avuto risposta negativa da parte del prefetto di Agrigento che non ha ritenuto di motivare in alcun modo il diniego -:
se non ritenga opportuno provvedere alla chiusura del Centro in questione visto lo stato di estrema precarietà e degrado delle strutture del centro stesso, situazione che incide sui più elementari diritti di rispetto delle dignità e della persona umane dei cittadini stranieri che vi sono ospitati;
se non ritenga vista la precarietà delle condizioni igenico-sanitarie presenti all'interno del Centro in questione, accertare le eventuali responsabilità amministrative di tale stato di abbandono.
(4-04740)
il commissariato di pubblica sicurezza «Flaminio nuovo», è ubicato in Roma in un edificio di proprietà privata sito al numero civico 1 di piazza Manfredi Azzarita;
risulta all'interrogante che il privato proprietario dell'edificio che ospita gli uffici di detto commissariato non riceva il pagamento dell'affitto da oltre un anno e mezzo, sebbene il canone di locazione sia inferiore ai prezzi di mercato praticati nella zona;
per tale motivo il proprietario, vista l'impossibilità di godimento del bene di proprietà e l'assoluta negligenza del conduttore, che risulta in mora dall'inizio del 2001, ha chiesto ed ottenuto dall'autorità giudiziaria lo sfratto esecutivo del commissariato di pubblica sicurezza «Flaminio nuovo»;
la morosità in questione si configura come un atto compiuto da organi dello Stato che risulta gravemente lesivo del diritto di proprietà di un privato cittadino;
l'interrogante auspica che lo sfratto esecutivo che incombe sul commissariato di pubblica sicurezza «Flaminio nuovo», senza che nessuno intervenga, non rappresenti un modo per ottenere il suo trasferimento, già più volte ipotizzato in passato, e fortemente contestato dai cittadini residenti, che vedrebbero leso il proprio diritto alla sicurezza, dovendo usufruire in tal caso di un posto di polizia spostato a molti chilometri di distanza -:
quali iniziative urgenti ed immediate i ministri interrogati, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, intendano adottare per saldare subito il debito contratto dall'amministrazione statale competente in ragione del canone di locazione arretrato relativo all'edificio di piazza Manfredi Azzarita numero 1, assicurando la puntualità dei pagamenti futuri e scongiurando con ciò il pericolo di chiusura e trasferimento del commissariato di pubblica sicurezza «Flaminio nuovo» di Roma.
(4-04743)
da quanto riportato dal quotidiano La Stampa in data 26 novembre 2002 in un articolo a nome di Giorgio Ballario, si sarebbe consumato un furto all'interno dei locali occupati dall'Associazione «Libera», facente capo al gruppo Abele e al suo fondatore, Don Luigi Ciotti;
sarebbero stati rubati importanti documenti relativi alla gestione - da parte di cooperative sociali legate a Libera - di terreni sequestrati alla mafia;
in data 6 novembre 2002, l'interrogante ha già presentato una lunga e dettagliata interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri onorevole Silvio Berlusconi, per conoscere (anche attraverso la disponibilità di adeguata documentazione) la rendicontazione delle decine di miliardi - erogati dallo Stato e da una moltitudine di enti locali e pubblici - a favore del gruppo Abele e di tutte le associazioni ed enti ad esso facenti capo nel corso degli ultimi 10 anni;
circa due anni orsono, il gruppo Abele subì un furto analogo e Don Ciotti è protetto da una cospicua scorta a causa della sua attività contro la mafia -:
se fra il materiale sottratto vi siano anche rendiconti o bilanci, relativi all'uso (da parte del gruppo Abele o delle consociate) di somme ricevute dallo Stato o da altri enti pubblici e se materiale eventualmente analogo, sia stato sottratto anche nel corso del furto precedente;
se sia a conoscenza dell'elenco delle cooperative o associazioni relativamente alle quali è stata sottratta la documentazione;
quale sia il motivo per cui, nonostante i pericoli che corre Don Ciotti e nonostante parte della (nuova) sede non sia ancora protetta da un sistema di antifurti, le forze dell'Ordine non avessero predisposto un adeguato servizio di sorveglianza;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare al fine di tutelare meglio, per il futuro, un'associazione evidentemente nel mirino della criminalità e quali attività investigative abbiano messo in campo le autorità locali.
(4-04749)
ormai da tempo si ripetono con scadenza puntuale e sistematica atti di violenza ed intimidazione ai danni dei militanti e delle strutture della Lega Nord Padania, nell'asse Trento-Rovereto-Riva;
l'ultimo episodio, riguarda l'ennesimo assalto, il terzo in un anno, alla sede della Lega Nord di Viale Dante nel Comune di Riva del Garda;
con una frequenza allarmante vengono prese d'assalto le sedi leghiste (imbrattati i muri con scritte ingiuriose, spaccate le vetrine, incendiate le porte con lanci di bottiglie molotov);
le forze dell'ordine hanno mostrato una certa preoccupazione nel constatare, la sistematica tecnica e dettagliata programmazione che presentano queste azioni di dissenso violento, nei confronti del movimento leghista;
le azioni vengono sempre rivendicate dai movimenti anarchici e di estrema sinistra extraparlamentari, che si firmano con l'«A» cerchiata o con la stella a cinque punte, simbolo, quest'ultimo, utilizzato anche dalle famigerate brigate rosse;
non è più possibile banalizzare e sottovalutare questi episodi, credendo che siano soltanto il frutto di «bravate giovanili»;
l'Italia, purtroppo è stata afflitta nel recente passato dalla piaga della violenta contrapposizione politica che è sfociata poi nel terrorismo armato;
è doveroso quindi fare tesoro della storia per evitare che si ripetano fatti simili;
i movimenti politici extraparlamentari sono soggetti per loro natura a facili strumentalizzazioni e rischiano di diventare spesso, a loro insaputa, il «braccio armato» per intimidire le forze politiche democratiche , quali la Lega Nord, che con il consenso popolare cercano di attuare importanti riforme, troppo scomode per alcune lobby di potere -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti nelle premesse e quali provvedimenti intende prendere affinché questi episodi oggettivamente preoccupanti, vengano bloccati sul nascere.
(4-04752)