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marittimi): a Bari il numero 8 e a Trieste il numero 5, da Lisbona a Kiev, passando per Milano e Venezia»;
di Calabria, cugino del Re di Spagna e quarto in linea di successione al trono spagnolo, diversamente da quanto accade già da tempo per quelle concesse da tale Ferdinando di Borbone;
Collare dell'Ordine Piano (vedi Libro d'oro della nobiltà italiana del 1988), poi risultate mai ad essi conferite -:
a Skopje, in occasione del vertice annuale dell'Ince, l'Iniziativa a cui aderiscono 17 paesi dell'area balcanica e centroeuropea, più i membri Ue di Italia e Austria, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha rilanciato la funzione e l'obiettivo strategico del Corridoio intermodale numero 5;
il sottosegretario agli esteri Antonione, sempre nel corso del medesimo vertice, ha riferito che «è stata confermata l'assegnazione all'Italia della cabina di regia per i due corridoi intermodali paneuropei (autostrada, ferrovia, collegamenti
proprio quest'ultimo è al centro di pressioni a livello europeo per la scelta di un tracciato che aggiri le Alpi e si colleghi all'asse Parigi-Budapest, una scelta che taglierebbe fuori l'Italia e il progetto dell'Alta velocità da Torino a Trieste;
in più circostanze è stato posto in evidenza lo squilibrio esistente, in termini di infrastrutture e di trasporto, a sfavore delle aree a Sud delle Alpi rispetto a quelle poste a Nord delle stesse;
il mancato sviluppo delle infrastrutture di trasporto Ovest-Est a Sud delle Alpi e il lento miglioramento delle loro connessioni Sud-Nord verso l'Europa centrale creano crescenti effetti negativi rispetto a un contesto di progressiva integrazione tra Ovest ed Est, nel quadro dell'allargamento Ue;
il mancato sviluppo della direttrice Ovest-Est devierà ulteriormente i traffici a Nord delle Alpi, mentre i benefici del progresso di integrazione economica Ovest-Est, nonché la competitività posta a Sud delle Alpi, risulteranno sensibilmente ridotti rispetto alle potenzialità esistenti;
l'Italia, per quanto riguarda il settore ferroviario, ha effettuato negli ultimi anni cospicui investimenti verso Nord, con il potenziamento della linea del Brennero e il raddoppio della Pontebbana: nel primo caso i due binari registrano 100 tracce libere al giorno, ma una volta che i treni arrivano a Innsbruck si trovano di fronte a un classico «collo di bottiglia», dove non passa più un treno. Ancora più clamorosa la situazione della Pontebbana, con 150 tracce libere al giorno fino a Villaco, mentre in territorio austriaco si registrano «due colli di bottiglia»;
verso Est la situazione non è molto differente: sia la rete slovena e sia l'ungherese sono obsolete, essendo state costruite intorno al 1850 e sono collegate da un binario singolo e non completamente elettrificato;
benché la Slovenia stia procedendo nella realizzazione dei collegamenti autostradali verso l'Ungheria, previsti nell'ambito del Corridoio 5, il ritmo dei lavori risulta ritardato rispetto ai programmi iniziali e anche l'Ungheria, per il tratto tra il confine sloveno e il lago Balaton, è in forte ritardo: si stima che ci vorranno dai 6 agli 8 anni per completare l'intera tratta Lubiana-Budapest, mentre da Vienna a Budapest si va in autostrada già da diversi anni -:
in vista dell'allargamento a Est dell'Unione europea, e all'importante prossimo Consiglio europeo di Copenaghen, quali sono gli indirizzi che il Governo italiano intende assumere in sede europea affinché sia confermata la natura strategica del Corridoio 5 al fine di evitare un pericoloso isolamento dell'Italia dai collegamenti autostradali, ferroviari e marittimi con il centroeuropa; e se non ritenga il Governo italiano, per porre rimedio all'attuale situazione che rischia di vedere una integrazione sbilanciata verso il Nord dei Paesi dell'Europa centro-orientale nell'Ue, finanziare con maggiore intensità le opere previste nei Paesi associati, eventualmente anche con un finanziamento aggiuntivo da parte dei singoli Paesi membri interessati, nella fattispecie l'Italia.
(5-01478)
con interrogazione parlamentare n. 4-04389 del 6 novembre 2002, è stato chiesto di conoscere quali iniziative l'onorevole Ministro per gli affari esteri intenda intraprendere al fine di normalizzare, con la necessaria richiesta sollecitudine, la situazione relativa alla mancata autorizzazione all'uso delle onorificenze concesse dal Capo della ex Casa Reale di Borbone delle Due Sicilie e legittimo Gran Maestro dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio, S.A.R. Don Carlo di Borbone-Due Sicilie e Borbone-Parma, Infante di Spagna e Duca
la posizione del Ministero per gli affari esteri è fondata sul noto parere del Consiglio di Stato italiano n. 1869/81 del 26 novembre 1981;
il predetto parere parrebbe assumere a fondamento della legittimazione del citato Ferdinando, cittadino francese, un presunto riconoscimento della qualità di Gran Maestro da parte della Santa Sede e del Sovrano Militare Ordine di Malta;
in effetti, i suddetti presunti riconoscimenti, per quanto riguarda il Vaticano e la Santa Sede, sono fondati su documentazione assolutamente falsa, come dichiarato nella nota n. 227.917 della Segreteria di Stato vaticana del 24 ottobre 1988 e della Nunziatura Apostolica in Spagna n. 4112/89 del 31 gennaio 1989 e su di una lettera del 29 maggio 1980 dell'allora Segretario di Stato Cardinale Agostino Casaroli, che rifiuta il richiesto riconoscimento e presentata invece come determinazione a favore;
anzi, sempre la Segreteria di Stato vaticana con nota n. 204.582 del 5 novembre 1987, ha espressamente dichiarato l'Ordine Costantiniano come «Ordine dinastico in merito al quale continuano a sussistere contestazioni» ragione per cui «non apparirebbe opportuna la nomina di un rappresentante pontificio che potrebbe essere interpretata come una presa di posizione della Santa Sede a favore di una parte»;
ancora, parimenti falsa risulta essere l'attestazione della Segreteria di Stato vaticana n. 202.794 del 15 ottobre 1987, in ordine al presunto riconoscimento del predetto Ferdinando come Gran Maestro, come dichiarato con nota della prima sezione - affari generali della stessa Segreteria di Stato n. 263.925 del 15 giugno 1990;
il Vicariato di Roma con nota n. 90/95 del 25 gennaio 1995, a firma del Cardinale Camillo Ruini, ha, poi, espresso le proprie felicitazioni e congratulazioni a S.A.R. Don Carlo di Borbone per il conferimento della dignità di Infante di Spagna, qualificandolo espressamente come «Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Capo della Reale Casa delle Due Sicilie e Duca di Calabria»;
a conferma di ciò numerosi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, nonché numerosissimo clero della Chiesa Cattolica sono, in atto, membri dell'Ordine Costantiniano in quanto insigniti dal legittimo Gran Maestro Don Carlo di Borbone, Duca di Calabria ed Infante di Spagna;
per quanto riguarda il Sovrano Militare Ordine di Malta, lo stesso Gran Maestro S.A. Em.ma Fra' Andrew Bertie, attualmente regnante, con nota del 28 ottobre 1988 indirizzata a S.A.R. Don Carlo di Borbone, Duca di Calabria ed Infante di Spagna, ha dichiarato la assoluta neutralità dell' Ordine di Malta nella contesa dinastica, come poi pure ribadito dal Consultore del Gran Cancelliere per gli affari speciali con nota del 19 novembre 1995 indirizzata al Presidente della Commissione per l'Italia della Reale Deputazione dell'Ordine Costantiniano;
il predetto Principe e Gran Maestro ha, anzi, più volte riconosciuto a S.A.R. Don Carlo di Borbone, Infante di Spagna, il titolo di Duca di Calabria, proprio dei capi della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, come nelle note del 28 ottobre 1988, del 14 gennaio 1995 e del 4 dicembre 1995;
dalle notizie di stampa raccolte, il più volte citato Ferdinando di Borbone ed il di lui figlio Carlo sarebbero pure adusi ad accreditare nell'opinione pubblica, senza mai smentire, l'attribuzione alle loro persone di alte onorificenze vaticane, riservate ai capi di Stato, come quella dell'Ordine Supremo di Cristo (vedi il periodico France Monarchiste del giugno 1988) e del
se i suddetti elementi di valutazione siano stati, in passato ed in atto, prontamente rappresentati dagli uffici all'organo politico ai fini di una corretta valutazione della vicenda;
se risponda al vero che numerosi componenti di spicco del cerimoniale diplomatico della Repubblica, istituzionalmente deputato all'esame della controversia, siano stati in passato e siano in atto, membri dell'Ordine Costantiniano, in quanto insigniti dal citato Ferdinando di Borbone;
se risponda al vero che tra i predetti membri del Cerimoniale, insigniti dell'onorificenza costantiniana dal citato Ferdinando di Borbone, alcuni si siano direttamente occupati della vicenda formulando relazioni e pareri;
se risponda al vero che i membri del gruppo di studio sugli ordini cavallereschi non statali istituito presso il Ministero degli affari esteri, il quale si è occupato della questione relativa all'Ordine Costantiniano, facciano parte tutti o quasi tutti dell'Ordine all'obbedienza del citato Ferdinando di Borbone, ed alcuni, addirittura, con cariche di governo di rilievo all'interno del predetto Ordine, e che i prefati membri non abbiano mai, in occasione dell'esame delle questioni relative alla controversia costantiniana, rappresentato la presenza dell'evidente conflitto di interessi;
se risponda al vero che il figlio del citato Ferdinando di Borbone, Carlo, unitamente alla consorte Camilla Crociati, svolge in giro per l'Italia meridionale attiva propaganda politica borbonica, venendo ricevuti presso enti ed istituzioni pubbliche, anche militari, con modalità ed onori militari riservati ai Capi di Stato e di governo esteri, circostanze evidenziate, peraltro, dallo stesso periodico Cronache Costantiniane edito dal loro Ordine;
se, in caso affermativo, non ritenga l'onorevole Ministro che i predetti comportamenti, con riferimento alle concrete modalità di esercizio, siano apprezzabili negativamente sotto il profilo disciplinare e della correttezza amministrativa;
quali provvedimenti il Ministro intenda assumere al fine di ristabilire le condizioni per una corretta valutazione di tutti gli elementi relativi alla vicenda in questione.
(4-04731)