Allegato B
Seduta n. 233 del 3/12/2002


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COMUNICAZIONI

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:

ROSITANI e BUTTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la RAI ha affidato alla società Ballandi Entertainment SpA, di fatto a trattativa privata, l'organizzazione del programma «Uno di noi», malgrado i prezzi praticati siano normalmente molto alti rispetto a quelli degli altri operatori dello stesso settore meno fortunati;
la società Ballandi Spa opera in RAI, specialmente per la rete uno, da moltissimi anni in quasi regime di monopolio e sostanzialmente in posizione di esclusiva considerato che, ad esempio, l'80 per cento (56 miliardi di vecchie lire) delle proprie entrate per l'anno 2001 proviene dalla RAI;
risulta all'interrogante che:
il Consiglio di amministrazione, nella seduta del 31 luglio 2002, avrebbe indicato il tetto massimo del budget per il programma in questione in 19,4 milioni di euro, pari a 37,6 miliardi di vecchie lire;
il costo complessivo del programma ammonta a circa 27,3 milioni di euro, pari a circa 53 miliardi di lire, così ripartito: euro 15.130.000 per la società Ballandi, euro 3.800.000 per spese delegate e di rete, euro 8.370.000 per spese interdivisionali, per cui lo sforamento del tetto indicato dal Consiglio di amministrazione è decisamente alto;
il costo per puntata (180 minuti) è di circa 2.183.000 euro, pari a circa 4 miliardi e 230 milioni di vecchie lire, palesemente superiore rispetto a quello dell'uguale programma dell'anno scorso «Torno sabato» che è stato di euro 1.953.000, e scandalosamente più che raddoppiato rispetto a quelli riguardanti programmi analoghi per genere, rete e fascia oraria, tipo «Carramba, che fortuna! 2000» dell'anno 2000 che è di euro 981.000 e di euro 1.026.000 che è il costo medio dell'anno 2001. Con l'aggiunta che i programmi cui si riferiscono i costi ottenevano 9-10 milioni di ascolto e non 6.800.000 come quello in questione;
Gianni Morandi percepisce 749.000.000 di vecchie lire per ogni puntata così suddivisi: 413 milioni come conduttore, 83 milioni come autore e 250 milioni per consulenze che lo stesso Morandi si deve dare in quanto proprietario della società Mormora Music. Inoltre la RAI regala la pubblicità per circa un milione di contatti previsti, pari a un costo di circa 10 miliardi di lire, del suo nuovo disco che viene trasmesso nella campagna promo «Uno di noi» e nella sigla del programma «Supervarietà». In più è credibile pensare che su un milione di contatti percepisca anche i diritti d'autore;
Gianni Morandi ha imposto alla RAI, pena la non partecipazione al programma, la società «Argorà s.r.l.» per il monitoraggio e la diffusione audio, la quale società, grazie alla condizione di privilegio, ha proposto un preventivo iniziale, ad avviso dell'interrogante, a dir poco scandaloso - un miliardo e settecento milioni di vecchie lire - per poi miracolosamente ridurlo ad un miliardo e cento milioni;
i suddetti trattamenti a favore della società Ballandi e di Morandi sono, ad avviso dell'interrogante, presumibilmente il frutto, oltre che di una evidente benevolenza, anche della confusione dei ruoli che provoca lungaggini e lentezze nella


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conduzione delle trattative, Infatti tra la fine di giugno e l'inizio di luglio il programma incominciava ad essere pubblicizzato in televisione mentre le trattative si protraevano fino alla fine di settembre e il contratto veniva approvato a sanatoria dal consiglio di amministrazione una settimana dopo che era andata in onda la prima puntata;
il direttore generale della RAI, al fine di evitare lo sforamento del budget indicato dal consiglio di amministrazione, ha disposto il trasferimento della voce «Costumi» (un miliardo e quattrocento milioni di vecchie lire) dal contratto della società Ballandi al Centro di produzione di Roma come se a pagare dovesse essere altra azienda e non la RAI stessa. Si tratta, ad avviso dell'interrogante, di un vero e proprio inganno nei confronti del consiglio di amministrazione;
il direttore generale, secondo l'interrogante in spregio alle norme interne ed al codice civile, ha autorizzato la messa in onda del programma senza l'approvazione da parte del consiglio di amministrazione -:
se la linea gestionale seguita dalla RAI, alla luce di quanto indicato in premessa, sia conforme ai criteri di economicità e di efficienza che la società concessionaria del servizio pubblico è obbligata a rispettare.
(5-01469)