Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 219 del 7/11/2002
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(Ripresa esame articolo 12 - A.C. 3200-bis)

PRESIDENTE. Riprendiamo, dunque, l'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 3200-bis sezione 3), precedentemente accantonato.
Poiché si è già svolta ieri la discussione sull'articolo 12, sul complesso delle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELINO ALFANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, l'intervento del presidente Giancarlo Giorgetti ha sottratto qualche argomento all'espressione dei pareri. Per quanto mi riguarda, resta da dire che, nel Comitato dei nove, abbiamo espresso un parere contrario sulle proposte emendative soppressive; tuttavia, consultato informalmente il Comitato dei nove, anche per quanto riguarda il versante della maggioranza, e facendo seguito al dibattito sviluppatosi ieri, mi pare assolutamente evidente che non ci sia vincolo di maggioranza sulla materia. Quindi, tendenzialmente non vi è una riproposizione del parere espresso ieri dal Comitato dei nove. Dunque, la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, come è noto, su questi articoli il Governo si è rimesso alla Commissione perché simili argomenti non rientrano nella politica fiscale del Governo; quindi, analoga posizione terrà per quanto riguarda l'esame in aula.
In relazione ad alcune critiche avanzate dall'opposizione nella seduta di ieri, colgo l'occasione per far presente, innanzitutto, che questa tassa non era stata preordinata a finanziare alcunché, non riscontrandosi una parte relativa all'utilizzo dei fondi; quindi, non c'è un'utilizzazione di una tassa di questo genere. D'altra parte, il meccanismo, per come è stato previsto, non rappresenta un sistema di censura nei confronti di espressioni e di manifestazioni della libertà di pensiero.
Detto questo, il Governo, in questa sede, assume la stessa posizione del relatore e, quindi, si rimette all'Assemblea sia sul mantenimento del testo sia su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zanella 12.1 e Grignaffini 12.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grignaffini. Ne ha facoltà.

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Signor Presidente, credo che l'imbarazzo con cui il relatore e il Governo hanno oggi sottolineato la portata di questo articolo convinca ancor di più l'Assemblea che il testo presentato in Commissione e che viene oggi qui all'approvazione è un vero e proprio articolo pornografico, non sulla tassazione della pornografia, ma pornografico in quanto offende il buon costume legislativo o quanto meno la buona legislazione.


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Infatti, se è vero che le leggi presentano una loro moralità e, quindi, devono essere chiare nei loro scopi, definire oggetti e campi di applicazione, avere le caratteristiche di efficacia ed applicabilità, di cui questo articolo manca completamente. Si tratta di una articolo rozzo - la definizione è del presidente della V Commissione, Giancarlo Giorgetti - per alcune questioni di sostanza. Innanzitutto, è rozzo perché fa confusione nel definire le forme del prelievo, una confusione fra i reddito e ricavi; oppure, non sa o dimostra di non sapere che la commissione per il nullaosta degli spettacoli teatrali è già stata abolita nel 1998. Ancora, esso non dice se questo prelievo ipotizzato impedisca anche la circolazione delle opere sottoposte, appunto, al prelievo, come avviene normalmente con le istituzioni oggi preposte a rilasciare il nullaosta. Quello che più conta - e da qui il carattere pornografico di questo articolo - è che esso si fa scudo di un tema delicato, sensibile e complesso come quello della pornografia, della mercificazione dei corpi e della sessualità, per produrre però effetti e costruire strumenti che nulla hanno a che vedere con quella campagna di moralizzazione nei cui confronti pure si sono sollevate molte autorevoli voci. Anzi, quello che emerge da questo testo è l'esistenza di una vera e propria doppia morale. Si sbandiera un tema di grande presa - compassionevole potremmo dire, citando una celebre espressione - e così ci si salva la coscienza pubblica. In realtà, non si fa nulla per attaccare quel problema laddove esso si manifesta nella sua forma più subdola e virulenta, cioè nelle trasmissioni quotidiane televisive. Dunque, una volta salvata la coscienza pubblica si possono anche salvare gli interessi privati. Liberismo compassionevole: forse questa definizione, che tante volte abbiamo fatto delle politiche della Casa delle libertà, funziona anche per questa proposta.
Vediamo brevemente perché ci troviamo di fronte ad una falsa di legge, ad una doppia morale e ad un insieme davvero inestricabile di contraddizioni. Intanto, registro un fatto, vale a dire che la sbandierata Casa delle libertà, tra le tante cose da tassare, ha scelto quella della sessualità, in cui non vive solo la pornografia, ma anche la libertà sessuale. In altre parole, visto che la tassazione è anche un patto di cittadinanza che definisce un sistema di valori, ossia una separazione non tra buono e cattivo, ma quanto meno tra lecito ed illecito) si potevano scegliere tante cose e tanti esempi di immoralità pubblica documentata: per esempio, le successioni, i condoni, i capitali esportati all'estero e tante altre questioni di pubblica immoralità. Invece, la Casa delle libertà è andata a scegliere di entrare nella sfera dei comportamenti privati.
Dico questo sapendo bene che quello della pornografia è un campo ambiguo su cui non abbiamo definizioni, legislazione, ricerche, analisi e per il quale - lo voglio dire senza nessuna provocazione - forse può ancora valere l'unica definizione che abbiamo del termine «pornografia» per cui essa non sarebbe altro che l'erotismo e la sessualità degli altri. Comunque, non è su questo che mi voglio soffermare perché, se si tratta di pornografia, di tutela dei minori, noi siamo pronti a discutere, ma non si può - come fa questo provvedimento - partire da un tema per poi ribadire, con una formulazione quanto meno ambigua, il fatto che ci si rivolge a tutte quelle opere (letterarie, artistiche, cinematografiche, audiovisive, teatrali, telematiche, eccetera) che offendono il buon costume.

PRESIDENTE. Onorevole Grignaffini, la prego di concludere, si è spiegata bene.

GIOVANNA GRIGNAFFINI. Cosa significa architettare questo meccanismo? Significa che, di fatto, non si colpisce la pornografia, ma la libertà di espressione e di manifestazione e si istituisce una commissione alle dirette dipendenze del ministro Tremonti che dovrà valutare quali sono norme e comportamenti corretti secondo l'ambigua definizione di buon costume. Anziché una lotta rivolta alle questioni, anche pesanti, che la pornografia


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sta determinando nel nostro paese, si costituisce il profilo di uno Stato etico che stabilisce cosa è bene, cosa è male e quali sono i comportamenti corretti; è questo il carattere pornografico di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, intervengo solamente per sostenere l'idea sottesa a questa disposizione inserita nella legge finanziaria, che adesso viene messa in discussione. Questa aliquota che si chiede di imporre sul materiale pornografico, non credo possa essere intesa - ed il nostro gruppo, sicuramente, non la intende in questo modo - come un attacco, un'aggressione, un modo ed uno strumento per colpire qualcuno e qualcosa. Si tratta solamente di un modo utile per ricavare qualcosa applicando un principio già scritto nel nostro sistema; abbiamo la necessità di ricavare utilità economiche. Credo si tratti di un lavoro che qualunque legislatore deve fare nel momento in cui predispone una legge finanziaria. Per ottenere questo applichiamo il principio che, come dicevo, è già scritto nel nostro sistema. Bisogna graduare le aliquote di imposizione in base alla utilità e alla necessità del bene che si prende in considerazione. Nel nostro sistema vi è una distinzione tra beni di prima necessità, beni di lusso e beni voluttuari. È in questa ottica che, credo, si possa lavorare a questo articolo che non ritengo debba essere soppresso.
Penso sia giusto, forse, riesaminare la norma così come è stata formulata perché, sicuramente, evidenzia alcuni problemi tecnici. È giusto rivedere l'oggetto dell'imposizione, il concetto di pornografia e cercare di stabilire quale sia il materiale pornografico. Noi pensiamo, come diceva anche la collega poco fa, che non costituisce, forse, materiale pornografico solamente tutto quello che viene descritto nell'attuale formulazione. È bene che si individui come materiale pornografico quello strettamente legato alla materia hard, quella veramente non accettabile per l'opinione pubblica in generale. Non credo che in questo atteggiamento, in questa intenzione vi sia alcuna censura, non credo sia questo un atteggiamento ed un comportamento che possa definirsi moralista. Credo, invece, che sia più moralista l'atteggiamento di quanti si vogliono opporre ad un prelievo di questo tipo. Non credo che ci siamo opposti alla tassazione di altri beni dei quali, nel nostro quotidiano, possiamo fare a meno.
Non credo che abbiamo condotto battaglie così forti per altri interventi che hanno penalizzato ben altre realtà economiche del nostro vivere quotidiano. Non capisco l'attacco a questa norma. Se è di natura tecnica, riguardiamola, accantoniamola nuovamente e miglioriamone la formulazione. Se è perché si ritiene che contenga una censura, non credo che ciò sia da accogliere, per cui se si andrà avanti per questa strada, sosterremo la linea del mantenimento di questa posizione che ci sembra valida (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU) e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, non si tratta di condurre una battaglia ideologica.
Vorrei ricordare all'Assemblea l'origine della modifica dell'articolato riguardante il tema in discussione da parte della Commissione: è stato presentato un emendamento da parte dell'onorevole Falsitta che inviterei ad intervenire per spiegarne l'intento. Da quanto ho letto sui giornali, l'intento era proprio quello di cominciare a mettere mano alla pornografia, per non incentivarne il consumo e, attraverso questa misura, vale a dire il maggior costo dei prodotti, cercare di moralizzare i consumi. È uno dei punti del famoso Manifesto blu di cui l'onorevole Falsitta è promotore.
Credo che l'approccio al problema della pornografia, come esposto da qualche collega,


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non debba essere questo perché non lo ritengo giusto.
Ricordo che su un'analoga proposta, avanzata da un deputato o da una deputata, mi pare, in Francia, il ministro del bilancio francese ha espresso la sua contrarietà in quanto, a suo avviso, è sbagliato utilizzare lo strumento della leva fiscale per affrontare questioni morali, quale quella della pornografia.
Se questo era l'intento dell'onorevole Falsitta, credo che vada inquadrato con riferimento ad un'altra proposta di legge e, quindi, in un altro contesto. Se, invece, si tratta di incrementare le entrate su un tipo di prodotto considerato o di lusso o superfluo, come ha affermato prima un'altra collega, allora sarebbe bene preoccuparsi delle misure necessarie per colpire il sommerso molto consistente in questo mercato. Bisognerebbe avere il coraggio di regolare il settore, inibendo anche forme gravi di sfruttamento del lavoro che esistono in questo settore e perseguire tutta l'illegalità fortissima che è connessa a questo tipo di lavoro, di produzione e di mercato.
Mi sembra, invece, che l'intento sia quello di fare propaganda a buon mercato, bacchettare consumi ritenuti peccaminosi senza indagare sugli utenti reali di quest'ultimo, con il pericolo che nell'individuare la categoria del materiale pornografico, anche attraverso il parere di una commissione, che dovrebbe poi giudicare i prodotti, alle dipendenze del Ministero per i beni e le attività culturali, ci si lavi in tal modo la coscienza, senza preoccuparsi del danno che potrebbe essere causato alle produzioni artistiche, a quelle che rientrano invece nella libertà di espressione, garantita dalla Costituzione.
Quanto invece a prevedere gli strumenti per chi ne ha competenza al fine di contrastare e lottare contro la pedopornografia e contro le modalità di scambio di questi prodotti (che realmente devono essere oggetto di contrasto assoluto e risoluto), mi sembra non sia presente all'interno del disegno di legge finanziaria una precisa proposta; anzi vi è la previsione per cui gli enti locali e le istituzioni preposte non sono dotati degli strumenti e delle risorse necessarie per perseguire ciò che deve essere perseguito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Verdi-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillini. Ne ha facoltà (Commenti).

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, evidentemente molti colleghi attendevano il mio intervento.

PRESIDENTE. Lei ha facoltà di intervenire, onorevole Grillini.

FRANCO GRILLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei dire ai proponenti dell'articolo e al collega Falsitta che sarei quasi tentato di esprimere il mio voto a favore dell'articolo di legge in esame. Dico «quasi» perché ho l'impressione che chi ha avanzato questa proposta non conosca bene la materia.
Non dico in pratica, perché non mi permetterei mai (Applausi), quanto in termini giuridici. Si dà il caso che nel nostro paese la pornografia sia un reato; si contravviene agli articoli 529 e 528 del codice penale, al testo unico di pubblica sicurezza, e, soprattutto, alla tanto vituperata legge Merlin. Possiamo dilungarci sulle ragioni per le quali sia configurato come reato, ma che sia un reato lo dimostra il fatto che periodicamente chi gestisce sexy shop subisce - ho la esse sibilante perché sono bolognese - sequestri del materiale, quindi deve chiedere licenze per giocattoli, materiale sanitario oppure materiale addirittura estetico. Non esiste una licenza per la vendita di materiale pornografico, perché in Italia questo è illegale. Non a caso esiste l'impossibilità per un produttore estero di vedersi riconosciuto il copyright, perché questo non si può chiedere su un materiale la cui vendita sia illegale.
Il provvedimento al nostro esame, oltre ad essere moralista, bacchettone, bigotto e quant'altro, è soprattutto inutile ed inefficace. Infatti, la leva fiscale su questa


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materia non serve a nulla. Infatti, oltre che illegittimo, naturalmente, questo mercato è dominato dalla pirateria, per cui con una cassetta proveniente dall'estero se ne producono migliaia! Migliaia di cassette che non costano nulla, perché questo mercato sfugge totalmente ad ogni controllo, non essendoci una legge che lo regolamenti.
Personalmente sto predisponendo un disegno di legge, che sottoporrò a tutti i colleghi, nel quale sono presenti una serie di paletti e di divieti e che regolamenta questo mercato e lo rende finalmente legale. È un mercato, badate bene, caratterizzato da un consumo di massa. In questo paese ci sono infatti 25 milioni di videoregistratori e nelle famiglie non si è acquistato il videoregistratore per vedere La corazzata Potemkin (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di deputati del gruppo di Forza Italia)!

PRESIDENTE. Onorevole Grillini, ci sono stati dei momenti...

FRANCO GRILLINI. Alcuni analisti sostengono addirittura che buona parte delle nuove tecnologie si sia diffusa a livello di massa grazie alla pornografia. Naturalmente non dico questo, perché non voglio assolutamente intervenire e dire se sono a favore o contro. Semplicemente mi limito ad osservare che in uno Stato liberale il consumo legale di persone adulte e consenzienti deve essere fuori dall'interesse dello Stato. Questo è il punto nodale.

GIANFRANCO BLASI. Abbiamo i figli a casa!

FRANCO GRILLINI. Bravo, avete figli! Allora preoccupati del fatto che l'educazione sessuale dei due figli viene fatta attraverso la pornografia e non attraverso l'educazione sessuale che in uno Stato democratico dovrebbe essere svolta, e non lo è, nelle scuole, con i rischi che ne conseguono, per esempio, in termini di malattie a trasmissione sessuale, di cui abbiamo discusso tanto in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani e di deputati dei gruppi di Forza Italia e della Margherita, DL-l'Ulivo).
In conclusione, vorrei esprimere il mio voto contrario sull'articolo 12 ed invitare i colleghi a fare altrettanto, perché si tratta di un articolo inutile, stupido, ridicolo e soprattutto inaccettabilmente moralista (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e di deputati dei gruppi di Forza Italia e della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Titti De Simone. Ne ha facoltà.

TITTI DE SIMONE. Vedo che si sono infuocati gli animi, signor Presidente...

PRESIDENTE. Lasciate parlare la collega!

TITTI DE SIMONE. Onorevoli colleghi e colleghe, abbiamo avuto modo, sia ieri che oggi, durante il dibattito, di spiegare le profonde ragioni di buonsenso che motivano la nostra netta contrarietà all'introduzione di una tassa che, oltre ad essere grottesca, dimostra anche molto chiaramente i limiti della portata della sua efficacia.
Questa mattina sono stati ricordati degli elementi che possono essere difficilmente smentiti, se si ha una conoscenza del fenomeno (e in quest'aula, sicuramente, alcuni colleghi ce l'hanno). Utilizzare la leva fiscale nel settore della pornografia costituisce un intervento del tutto illusorio, visto e considerato che la gran parte di questo mercato si esprime ormai nelle forme della pirateria e che l'80 per cento di esso oggi, sostanzialmente, si muove sui canali della comunicazione elettronica ovvero Internet, il grande serbatoio di comunicazione, di trasmissione di messaggi e prodotti legati alla pornografia.
Se vogliamo tassare i beni di lusso, in questo paese, noi di Rifondazione comunista


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certamente non ci opporremo: non siamo mai stati contrari all'introduzione, nella logica di una giustizia sociale, di elementi che operino anche una redistribuzione legata ad una tassazione dei beni di lusso, di chi si può permettere le Ferrari, i gioielli, le pellicce e così via. Ma l'obiettivo di questa norma è un altro! L'obiettivo sotterraneo e poco evidente, che è stato ricordato ieri da un collega, è quello di condurre, attraverso questo sistema di tassazione, un altro attacco - e non è un caso che sia stato scelto proprio il tema della sessualità - al terreno della libera espressione delle scelte individuali e delle forme della sessualità!
Qualcuno ha detto: bisogna tassare il vizio. A parte il fatto che definire cosa sia pornografico e cosa non lo sia è un compito impossibile; basterebbe guardare - e vergognarsene - gli elementi di pornografia che circolano sulle televisioni, pubbliche e private, di questo paese, anche in prima serata. Il vero obiettivo è attaccare un settore, un tema così fortemente legato alle libertà individuali!
È un modo per mettere insieme - lo abbiamo ripetuto ieri con chiarezza - quella cultura mercantile, ma anche ipocrita, che voi portate avanti in tutti gli interventi di questo Governo. L'apologia del consumo e del mercato - perché in questo caso voi introducete un guadagno sul consumo della pornografia - che fate vostra in ogni ambito del vostro intervento politico, si unisce all'ipocrisia di un moralismo di doppia facciata, che tace sul degrado del consumo e del mercato, ma si esercita con autoritarismo sulle libertà individuali, sui comportamenti privati ed impone modelli, principi etici e scelte. Non potendo farlo con la scomunica delle coscienze, imponete un dazio mercantile su queste libertà individuali!
Onorevoli colleghi, cerchiamo di far lavorare, per una volta, la libera coscienza dell'essere parlamentare, per non offendere - lo ripetiamo con forza - quel buon costume laico che dovrebbe attenere al ruolo e alle funzioni di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Falsitta. Ne ha facoltà.

VITTORIO EMANUELE FALSITTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non amo le polemiche e non le alimenterò, o almeno, tenterò di non alimentarle anche questa volta. Semplicemente, vorrei esprimere la mia opinione.
Non entrerò nel merito della definizione concettuale «pornografia sì, pornografia no». Vorrei, invece, ricollocare gli oggetti di questo dibattito nell'alveo al quale, secondo me, devono appartenere. Mi limiterò, dunque, a svolgere tre considerazioni, di cui due generali, di tipo tecnico ed una di tipo politico. Vorrei iniziare da quelle generali di tipo tecnico.
La porno tax non è un'ipotesi fiscale isolata...

RENZO INNOCENTI. Finanza creativa!

VITTORIO EMANUELE FALSITTA. ...ma va inquadrata all'interno di un più ampio modo di pensare l'attività finanziaria dello Stato, quindi, l'attività di prelievo e l'attività di spesa. Questo modo di pensare è il fisco etico (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

RENZO INNOCENTI. Fisco etico!

VITTORIO EMANUELE FALSITTA. Prelievo e spesa vengono rimodulati con obiettivi speciali, così da coniugare sviluppo, sviluppo sostenibile e perequazione sociale. Il fisco, mentre promuove la crescita economica del paese, è attento a rendere partecipi tutti di questa crescita, soprattutto i più deboli e l'ambiente in cui viviamo.
La crescita, in questo caso, è intesa con ampia latitudine di significato: è crescita economica, ma anche culturale; anzi, la seconda, ossia la crescita culturale, anticipa la prima. Il profitto, e solo questo, non ci piace. Assieme al profitto, vogliamo valori e, tra i valori, preferiamo quelli


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cristiani (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia e dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
Questo nuovo tributo, dunque, in generale, è limitato all'espressione di un pensiero più ampio, così come ho rappresentato poco fa. In particolare, è una parte del fisco etico con cui il prelievo raggiunge scopi che non sono solo tributari. Tende, non già a sopprimere taluni consumi, ma, semplicemente, ad orientarli. Il fisco etico poi è bicausale, ha una causa giuridica nella legge delega per la riforma del sistema tributario statale - anzi, di questa è una possibile interpretazione, un possibile sviluppo -, ed una sociale, a causa della società cambiata dalla globalizzazione, la nuova società, alla quale ha fatto riferimento nel manifesto blu.
Vorrei svolgere ora la seconda considerazione di tipo politico. Il fisco etico è idea e volontà allo stesso momento: è idea di come vorremmo vedere le cose del futuro, di come vediamo in avanti, e volontà di come vediamo, invece, le cose del presente e l'impegno politico.
Vogliamo veramente combattere per gli ideali in cui crediamo e in ciò, se dobbiamo perdere tutto, sia! Almeno saremo stati coerenti, decisi ed onesti con noi stessi e con il paese. Non avremo mai mentito.
Nella certezza che, oggi, il fisco etico si farà, perché questo attributo, che piace, ne è parte, sono disposto ad introdurlo nel contesto di una revisione sistematica più ampia che implicherà il nuovo fisco, una revisione che mi è stato detto essere imminente.
Ai cinquanta colleghi che hanno sostenuto l'idea, con i quali formiamo un tutt'uno granitico, dico grazie. Chiedo loro di confidare nei buoni esiti delle battaglie che, oggi, sono solo appena iniziate: questo è il momento storico in cui chi saprà combattere con forza e con determinazione per i valori alti in cui crede, vincerà (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e di deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Burani Procaccini. Ne ha facoltà.

MARIA BURANI PROCACCINI. Signor Presidente, faccio parte di quei cinquanta colleghi che, insieme, hanno voluto stabilire un principio da far valere in quest'aula: il principio di coloro che, lì, in quelle scritte sulla parete dell'aula, hanno voluto sancire l'unità della nostra nazione in base a valori che non sono valori bollati, che non sono valori da poco: sono i valori della civiltà!
Allora, di fronte a questi valori, non esistono due morali: quella che si sbandiera al Social forum e quella che non si vuole affermare qui adesso (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Non esiste la morale a corrente alternata, ma esiste un'unica morale, che non è l'eticità, e basta, con la quale ci si pulisce spesso la bocca: è il modo di essere cittadini; è il modo di pagare le tasse fino in fondo (e c'è gente come me che le paga; io rappresento gente che paga le tasse!); è la morale di chi non porta i propri capitali all'estero; è la morale di chi non fa le piccole e piccolissime televisioni che funzionano, dalle undici in poi, semplicemente per fare una sorta di casino all'aperto, di casino telematico; è la morale di chi crede che le leggi dello Stato formino i cittadini; è la morale che ci ha fatto venire qui!
Per quella morale, dico che la norma, purtroppo, è stata scritta male; ma non voglio che - mai e poi mai! - io possa essere assimilata...

PRESIDENTE. Onorevole Burani Procaccini...

MARIA BURANI PROCACCINI. Mi consenta di concludere, signor Presidente.

PRESIDENTE. E no che non consento: ha superato il tempo a sua disposizione!

MARIA BURANI PROCACCINI. ...a chi sostiene la morale a corrente alternata,


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favorevole solo ad un certo tipo di discorso libertario che non mi appartiene (Proteste dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)!

NICHI VENDOLA. L'esorcista! Ci vuole l'esorcista!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, preannuncio che voteremo contro l'introduzione della porno tax, non perché i Socialisti non siano d'accordo (per noi, parla la storia) per la tassazione dei beni superflui, come la collega Mazzone ha definito la pornografia, ma perché riteniamo che, prima di ogni altra cosa, vada chiarito - e, certamente, questo articolo non lo fa - cosa sia veramente la pornografia. Così si corre il rischio di «punire» anche alcuni libri che hanno fatto la storia della cultura letteraria del nostro paese ed internazionale!
Lo Stato e le sue leggi non debbono formare ed educare i cittadini, ma ne debbono semplicemente regolare la convivenza sociale e civile (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Verdi-l'Ulivo). Crediamo che la porno tax, punitiva del contenuto di alcune divulgazione pubbliche, sia lo specchio di un fisco etico e di uno Stato etico che vogliono fare della morale di alcuni parlamentari la morale della società (Applausi del deputato Grignaffini).
Già in altre occasioni abbiamo pronunciato in quest'aula la nostra netta contrarietà ad una tale concezione; ancora oggi, non perdiamo quest'occasione per manifestare la nostra più totale avversione verso qualsiasi tipo di Stato etico e, quindi, anche di fisco etico (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e di deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e di Forza Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.

UGO INTINI. Signor Presidente, non voglio far perdere tempo all'Assemblea; parlerò pochi secondi. Non voglio entrare in un dibattito di carattere morale con esercitazioni retoriche, perché è stato detto tutto quanto si doveva dire. Voglio solo insistere sulla preoccupazione per il riaffiorare di una concezione da Stato etico. Lo Stato non può imporre giudizi morali validi per tutti cittadini, anche se i giudizi fossero giusti (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo), non può imporre leggi che implicitamente contengono giudizi morali. Questa norma è intrisa di ideologia illiberale, è una norma da Stato etico, lo Stato etico che in Italia abbiamo conosciuto per effetto della tradizione fascista. È una norma inaccettabile e va respinta proprio per una forte ragione di principio. Attraverso il fisco etico è chiaro che si apre la porta allo Stato etico, una porta che va tenuta rigorosamente chiusa.
Vorrei concludere ringraziando l'onorevole Falsitta, che ha esposto con misura e dignità i suoi argomenti, ma che è stato uno straordinario avvocato nello spiegarci, con la sua teorizzazione del fisco etico, anticamera allo Stato etico, perché questa norma debba essere respinta (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colasio. Ne ha facoltà.

ANDREA COLASIO. Signor Presidente, colleghi, io credo che non sfugga a nessuno di noi che ci stiamo muovendo su un terreno che presenta asprezze e criticità. Rischiamo di muoverci su un piano inclinato i cui effetti non sono da noi configurabili compiutamente. Lo facciamo spesso - ahimè - in quest'Assemblea. È evidente che noi, appartenenti al gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo, siamo consapevoli e capiamo lo slancio, le intenzioni, l'intenzionalità sottesa alla porno tax; è evidente, lo capiamo, ma ci poniamo alcuni interrogativi. Si sono individuati gli


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strumenti più idonei? Si sono individuati gli strumenti più adatti a fornire una risposta alle problematiche che la pornografia presenta? È evidente che si pongono problemi serissimi. In modo particolare, la risposta è data dal comma 5. Il comma 5 definisce e chiude la partita. Quando noi reintroduciamo il tema delle immagini offensive del buon costume, voi capite che affrontiamo problemi estremamente complessi: in primo luogo, quello della definizione della categoria di pornografia; in secondo luogo, come definire compiutamente la categoria del buon costume.
La storia culturale del nostro paese, con molte sentenze che sono state pronunciate, ha dimostrato come si tratti di una dilatazione semantica. Come è possibile attribuire ad un regolamento del Ministero dei beni culturali la definizione corretta di un'opera d'arte teatrale, musicale, cinematografica, che rientri in una categoria piuttosto che in un'altra? È assolutamente un terreno impervio, un terreno politicamente sbagliato.
Va detta anche un'altra cosa. È sbagliato politicamente dare l'immagine di un'Assemblea che riesce a dividersi anche su questo problema. È sbagliato lo strumento; è improprio lo strumento fiscale che, di fatto, viene surrettiziamente a legittimare quello che voi chiamate pornografia, pur essendo indefinibile e, al tempo stesso, non diamo una risposta coerente perché non andremo a disincentivare il fenomeno.
Sia chiaro, colleghi, il problema esiste, ma andava affrontato con altre modalità. Noi siamo per disciplinarlo, per regolamentarlo, ma troviamo eticamente scorretto invocare la finanza etica come risposta politica alla questione della pornografia. Crediamo che sia una battaglia politicamente regressiva.
Vedete, noi forse abbiamo più fiducia di voi negli italiani e nelle famiglia, noi crediamo che una società complessa e matura come la società italiana sia in grado di definire autonomamente stili di vita e di comportamento. Introdurre principi che contrastino con la cultura liberale di questo paese francamente sarebbe un errore gravissimo di questo Parlamento.
Il gruppo della Margherita ha espresso la sua posizione: riteniamo che il problema sussista, ma sia sbagliato lo strumento. Crediamo, al tempo stesso, che la società italiana esprima compiutamente un grado di maturità che questa norma nega. Crediamo che le famiglie, la società italiana, gli italiani non meritino questa norma (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e di deputati dei gruppi della Margherita, DL-l'Ulivo e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Blasi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO BLASI. Signor Presidente, volevo chiedere scusa al collega Grillini, credo di essere stato aggressivo. Rispetto le sue idee (che restano le sue), ma le mie sono diverse; in ogni caso, gli chiedo scusa, forse ci ho messo troppa passione.
Volevo però cogliere questa occasione per dire ai colleghi che non stiamo parlando di emancipazione, di libertà; non stiamo neanche parlando di desiderio o di eros che sono valori e sentimenti tutti positivi. Stiamo parlando di pornografia, parliamo cioè di schiavitù mentali, in qualche modo, di assenza di libertà, parliamo di donne e di uomini ridotti, non già ad oggetto di desiderio - nulla a che fare con la bellezza, colleghi - parliamo di donne e uomini oggetto di attenzioni spesso perverse, al limite della legalità. Anche uno Stato laico deve avere un'etica. Giudico la porno tax sotto questo aspetto: introduce e pilota un principio, semplicemente un principio, difende dei valori e rende meno fruibile una cattiva prassi di vita.
Cari colleghi, un disvalore non può indurvi ad invocare diritti individuali, garanzie democratiche; non commettete un errore così banale.

PRESIDENTE. Onorevole Blasi, deve concludere.


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GIANFRANCO BLASI. Concludo, Presidente.
Pensavo a Shakespeare, ad una civiltà che non può vivere accettando di privilegiare la parte notturna dell'anima, credo che vada protetta l'estetica della bellezza rispetto all'esaltazione del brutto, il bello sull'imbarbarimento dell'amore (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).
Colleghi, giovedì sarà qui in aula il Santo Padre per una visita storica (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo)...

GRAZIA LABATE. Non confondere le leggi con la religione!

GIANFRANCO BLASI. No, no, no, non voglio speculare, non voglio speculare!
Si tratta di una visita storica, affascinante, straordinaria. Io mi richiamo...

LUIGI OLIVIERI. Blasi, vai a casa!

PRESIDENTE. Onorevole Blasi, non mi costringa a toglierle la parola.

GIANFRANCO BLASI. Io mi richiamo ad un suo insegnamento. Colleghi, fisicità e spiritualità si devono coniugare, non devono deprimere (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, capisco che l'argomento sia interessante sotto vari profili e aspetti del pensiero e delle opinioni, però se il tempo a disposizione è un minuto, tale deve rimanere. Non credo di dover essere costretto a togliere la parola; non lo faccio mai, c'è chi lo fa, io non lo faccio, però non dovete approfittarne.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Violante. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, sui rapporti tra morale e politica, naturalmente, ciascuno può avere le proprie opinioni. Io condivido le cose che, da ultimo, sono state dette dalla collega Moroni e dal collega Intini, però, dopo quello che ha detto il collega che mi ha preceduto, vorrei porre una questione. Se la pornografia è questa cosa gravemente immorale ed illecita, imporre una tassa vuol dire legittimarla, depenalizzarla; anzi, vuol dire che ne vogliamo l'aumento per aumentare le entrate dello Stato.
Il secondo argomento è il seguente: mettere un'imposta vuol dire aumentare il nero, cioè aumentare la circolazione in nero di questo materiale ed aumentare l'uso di questo materiale che noi vorremmo condannare (cioè minori, bambini e così via). Comunque la mettiamo, è un grave errore.
Sul piano dei valori ideali potremmo non essere d'accordo, ma sul piano del fine dello strumento, imporre una tassa - lo ha già detto il collega della Margherita che ha parlato prima di me - su un'attività che si vuole disincentivare, in realtà, non la disincentiva ma la legittima; diviene uno strumento di ingresso di tributi per il paese e se ne incentiva la circolazione in nero e la produzione.
Comunque la si consideri, è un errore.
Dunque, ritengo che il collega Falsitta potrebbe riflettere bene anche su proposte fatte da altri colleghi prima di portare la Camera al voto su questo strumento che, davvero, raggiunge uno scopo diverso da quello che si vorrebbe proporre (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bondi. Ne ha facoltà.

SANDRO BONDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, penso che le ragioni personali, ideali, morali e culturali che hanno spinto l'onorevole e l'amico Falsitta, nonché altri colleghi del gruppo di cui faccio parte, a formulare la proposta che stiamo, con tanto calore, discutendo - questo, forse, è anche un merito che dobbiamo riconoscere all'amico Falsitta - siano sicuramente molto nobili e che, in questo caso, vadano apprezzate. Credo altresì che sia molto nobile il desiderio dei


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proponenti e di coloro che hanno parlato a favore di questa proposta, nonché il desiderio di affrontare il problema della pornografia per tentare di fronteggiare un fenomeno che, penso, tutti noi, nessuno escluso, stigmatizziamo e disprezziamo.
Tuttavia, pur apprezzando la buona fede e le ragioni morali dell'amico Falsitta e degli altri colleghi, credo che Forza Italia non possa condividere alcuni accenti che possono confondere, in qualche modo, la sfera dell'economia e della laicità dello Stato con imperativi di carattere morale e religioso che, pur condivisibili, appartengono però alla sfera della coscienza personale. Questa è un'acquisizione fondamentale dello Stato moderno di diritto e ritengo che unisca tutti noi all'interno del Parlamento, laici e cattolici. Ripeto, pur condividendo le finalità etiche di questa proposta, credo che non si possa condividere lo strumento prescelto per poter affrontare la questione. Ritengo sia importante poter demandare l'intera materia ad un provvedimento specifico, per cui chiedo di esprimere un voto avverso a questa proposta (Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bolognesi. Ne ha facoltà.

MARIDA BOLOGNESI. Signor Presidente, condivido molte cose già dette dai colleghi, e pertanto non mi ci soffermerò. Vorrei però solo far riflettere il collega Falsitta (portandolo quindi anche a ritirare tale proposta o comunque a trovare una soluzione per eliminare la porno tax) su un fatto; il fisco etico, che non è affatto una sciocchezza, è un'altra cosa: fisco etico significa, almeno per me, aiutare le coppie e le famiglie ad accogliere ed adottare un bambino; fisco etico è aiutare il volontariato; fisco etico è aiutare i consumatori ad acquistare prodotti che provengono dai paesi in via di sviluppo e così via (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-UDEUR-Popolari per l'Europa). Questo è fisco etico, onorevole Falsitta, e ciò ci può trovare anche d'accordo! Discutiamo di questo! Ciò che voi proponete è però un'altra cosa! Chiudo dicendo che la prima eticità dello Stato è proprio quella di far pagare le tasse. Forse questo è il primo punto del fisco etico (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Misto-Socialisti democratici italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che la discussione nata in Assemblea, alla quale di fatto fino ad ora il gruppo di Alleanza nazionale non ha partecipato, sia un fuor d'opera. Stiamo parlando della legge finanziaria, stiamo parlando dell'articolo 12 e cioè del prelievo speciale sugli utili derivanti dalla produzione, dalla vendita e da altre forme di sfruttamento del materiale pornografico. Ne è scaturito, invece, un dibattito etico, gentile: si è parlato di fisco etico e di altro ancora.
Ci sembra, peraltro, che anche all'interno dei gruppi siano presenti alcune contraddizioni: da un lato si dice che non esiste il fisco etico, dall'altro si qualifica il fisco etico indicando cosa sia etico e cosa no. Mi sembra cioè che si sia presa una china completamente estranea alla materia che dovremmo discutere oggi.
In particolare, lo voglio ricordare, si è sostenuto che quella che viene definita ormai porno tax sarebbe inapplicabile in quanto la pornografia sarebbe vietata dalla legge e che, istituendo tale tassa, si finirebbe così per legalizzarla; lo ha detto l'onorevole Violante nonché altri colleghi. In questo c'è un fondo di verità, ma, in realtà, l'onorevole Violante sa meglio di me che l'articolo 528 non parla di pornografia, bensì di spettacoli e pubblicazioni oscene, e che l'articolo 529 del codice penale spiega che non può mai essere


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oscena, per esempio, un'opera scientifica o un'opera d'arte.
Il problema è che cosa voglia dire pornografia, e questo è relativo al comune senso del pudore, concetto che il legislatore, pensate, di tanti anni fa, non ha voluto stabilire in maniera precisa, lasciandolo all'interpretazione che, via via, si andava modificando nel comune sentire della gente. Grande intuizione, grande capacità di non bloccare, con una definizione fissa, un concetto così delicato e così suscettibile di ampia discussione, come si è visto anche oggi.
Ciò detto, dovremmo dichiarare se intendiamo votare per la soppressione o per il mantenimento dell'articolo 12. Così come formulato, anche apprezzandone pienamente le finalità e condividendo gran parte delle affermazioni degli amici del gruppo dell'UDC (CCD-CDU) e anche dei Popolari, riteniamo non vi sia niente di male a trovare il modo di tassare (come accade per i beni di lusso) quella che non è pornografia, ma costituisce quel tipo di pubblicazione per la quale la legge prevede particolari accorgimenti. Come sapete, per i giornali pornografici, che possono essere legalmente venduti nelle edicole, sono previsti alcuni accorgimenti (ad esempio, non possono essere esposti o devono essere coperti), il che significa che sono già legalizzati. Si tratta di decidere se, con riferimento a questo materiale, è giusto che vi siano gli sgravi che la legge ha consentito in altri casi (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale e di deputati del gruppo di Forza Italia) o se sia più logico che sia fissata un'aliquota IVA pari a quella che si paga sui profumi o una tassa pari a quella sulle sigarette e via dicendo. Su ciò siamo assolutamente e totalmente d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale e di deputati del gruppo di Forza Italia).
Allora, la nostra preghiera è la seguente: può il Governo riformulare l'articolo 12 in maniera più chiara e in modo che non si ponga un problema di eticità, facendo capire in maniera più diretta che stiamo soltanto aumentando il livello di tassazione per un bene che, pur consentito dalla legge, non merita gli sgravi che sono, invece, dovuti ad altro tipo di editoria e ad altro tipo di opere d'arte? Tutto qui. Invito, pertanto, il Governo a valutare la possibilità di una riformulazione dell'articolo 12 (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e dell'UDC (CCD-CDU) e di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà.

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, vorrei ricordare all'onorevole Bondi che i valori cristiani e religiosi non sono un fatto esclusivamente intimistico o personale, come egli ha fatto intendere. La storia dei cattolici democratici ispirati all'etica sociale cristiana, ha intriso di valori la nostra Costituzione in modo laico, ma in modo collettivo. Per quanto riguarda l'onorevole Falsitta, vorrei dire che qui emerge proprio il concetto che Forza Italia ha della politica fiscale. La politica fiscale, se vuole perseguire alcuni valori che possiamo definire cristiani, deve farlo con riferimento a quelli che stanno nella Costituzione, ossia l'obiettivo della ridistribuzione della ricchezza, per dare a tutti, anche e soprattutto ai più poveri, le stesse opportunità di studio e di lavoro.
Ciò significa rendere effettivo e concreto un valore; troppe forze politiche, infatti, si vogliono appropriare dei valori cristiani a parole.
Infine, per quanto riguarda l'aspetto etico e la porno tax, fate attenzione: non solo si rischia di depenalizzare ciò che potrebbe essere un vero e proprio reato, ma addirittura con questo accostamento si rende etica la pornografia (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e sarò brevissimo. Credo che, così come formulato,


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l'articolo 12 non convinca. Esso, infatti, rischia di raggiungere obiettivi opposti rispetto a quelli che si propone. Rischia di alimentare un mercato nero e parallelo ancora più ampio di quello che c'è già e ciò non va bene. Sarei, quindi, tentato di sopprimerlo, se il Governo non intendesse riformularlo in maniera chiara, se vi sono le condizioni per farlo.
Non entro nel merito delle altre questioni. Ho sentito parlare di fisco etico: è bene rimanere un po' con i piedi per terra. Per quanto riguarda i valori, credo che il mondo cattolico non abbia certo bisogno di queste forzature islamiche (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU), dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo e di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Margherita, DL-l'Ulivo).
Restiamo sul terreno proprio della difesa dei valori, del concetto della statualità, perché, diversamente, ci infileremmo in un terreno minato. Inoltre, anche sul piano estetico, si dà proprio la sensazione di voler raschiare il barile in ogni direzione. Cerchiamo di stare in piedi con un po' di dignità (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU), dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo, e di deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Margherita, DL-l'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Intervengo solo per ricordare, da cattolico, agli amici cattolici, un punto di vista di massima comprensione e di rispetto per tutti. Il punto di vista del più grande liberal-democratico della storia, che ad una domanda più o meno simile avrebbe risposto: diamo al fisco ciò che è del fisco e diamo alla morale ciò che è della morale. Per tale motivo io sono per la soppressione di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Grazie Presidente. La pornografia, come la vediamo oggi nelle edicole ed in tutti gli angoli delle strade, è vietata dall'articolo 21 della Costituzione, questo mi sembra sia stato riconosciuto un po' da tutti. Di fatto è entrata nel vivere quotidiano di molti cittadini, per cui è un dato di fatto con il quale dobbiamo fare i conti. Sicuramente la materia ha bisogno di regolamentazione. La proposta di Falsitta, perlomeno, ha una funzione di grande stimolo nei confronti del Parlamento, che per troppi anni ha trascurato questo problema. Non possiamo accettare che esistano delle situazioni di fatto che sono contro la Costituzione, senza affrontare in maniera responsabile il problema e senza affrontare anche il problema della regolamentazione. Il tutto va affrontato fondamentalmente per ragioni connesse al buon costume ed alla responsabilità di chi può accedere allo strumento pornografico. Non sono d'accordo con Falsitta quando parla di eticità, non dobbiamo pensare allo Stato etico, lo Stato etico è pericoloso. Qualcuno mi potrà obiettare che sui temi della procreazione ho assunto una posizione opposta, ma si trattava di un tema estremamente diverso che riguardava soggetti non ancora nati che dovevano essere tutelati. Allo stesso modo, non possiamo far diventare la regolamentazione una forma inquisitoria della moralità personale che, in ogni caso, appartiene al singolo individuo e che nessuno di noi è in grado di giudicare adeguatamente, né tantomeno lo è l'istituzione parlamentare. Credo fortemente, tra l'altro, che non bisogna promuovere la pornografia, che è altra cosa rispetto al consentire la libertà di accesso agli adulti. Credo poi che sia lecito tassare di più la pornografia, per le questioni che sono già state esposte e perché sicuramente non rappresenta un genere di prima né di seconda necessità. Da questo punto di vista, si tratta di un intervento che io ed il mio gruppo auspichiamo. Guardando invece a come le cose


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si sono svolte direi, però, che la Commissione forse non ha riflettuto a lungo, perché oggi vedo il portavoce di Forza Italia che addirittura si esprime per la soppressione di questo articolo. Vorrei richiamare il gruppo di Forza Italia ad un comportamento più coerente anche in Commissione, perché, anche se non si tratta degli stessi componenti della Commissione, un minimo di discussione preliminare su tali argomenti andava fatta. Ribadisco che esiste un problema urgente da risolvere. La Lega è a favore di una rigida regolamentazione dell'accesso alla pornografia. Tuttavia, se questa discussione parlamentare si trasforma in una contrapposizione fra un'ala libertaria ed un'ala che io voglio definire di liberalismo responsabile, è chiaro che la Lega si schiera dalla parte del liberalismo responsabile [Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e dell'UDC (CCD-CDU)]. . È chiaro che, anche esaminando il testo, constatiamo che esso, pur essendo nella parte fiscale condivisibile, presenta degli aspetti, evidenziati anche da interventi di colleghi della sinistra, che destano grande perplessità, perché il limite fra la pornografia e l'arte o altre forme di esibizione del nudo è abbastanza poco definibile. Mi trovo sostanzialmente d'accordo con la proposta dell'onorevole La Russa; se il Governo ed il relatore accettano questa nostra richiesta e se il Governo è in grado di porre mano a questo emendamento per riformularlo in modo tale che vengano perlomeno risolti tutti gli aspetti più dubbi, possiamo tenere aperto il problema.
In caso contrario, come capogruppo, do una indicazione di libertà di voto; personalmente, ed unicamente per sollecitare la risoluzione di tale annoso problema - che necessita di essere strettamente regolamentato -, voterò a favore in modo che tale misura, eventualmente, possa costituire almeno uno stimolo per la Camera (e, in ipotesi, anche per il Senato, in un passaggio successivo) a risolvere la questione e ad impegnarsi tutti (qualunque sia la forza politica di appartenenza) su un testo largamente condiviso, un testo che regolamenti la normativa del settore (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, la proposta dell'onorevole Falsitta, condivisa o non condivisa, ha avuto per lo meno il merito di suscitare, anche se per breve tempo, un piccolo dibattito; il dibattito, su tali argomenti, è proprio del nostro Parlamento. Però, ho la sensazione che molti colleghi - mi perdonino - confondano un po' quanto rientra nell'etica e quanto è, invece, confessionale. Assolutamente, i due termini non sono equivalenti. Etica significa buon comportamento, rispetto, difesa dei valori e non dei disvalori. Dunque, l'etica deve essere alla base di ogni legge, anche di quelle economiche (Applausi del deputato Falsitta); orbene, la pornografia (e ricordiamo che negli ultimi mesi sono stati chiusi oltre 4 mila siti pornografici su Internet) costituisce un grave disvalore che può minare alla base la formazione dei nostri giovani e giovanissimi. Ma, forse, di ciò, come Giano bifronte, ci lamentiamo soltanto quando riguarda personalmente le nostre famiglie.
Uno Stato laico - e lo Stato deve essere laico e non confessionale - si fonda e deve fondarsi sui valori che, per fortuna, sono largamente presenti nella nostra Costituzione. Perciò, ne discende logicamente che i disvalori devono essere disincentivati e combattuti; è la verità che ci fa liberi e la libertà è fondata sui valori. Quindi, ogni iniziativa, anche economica, che vada in questa direzione, è soltanto benefica. (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà. Le ricordo, onorevole Rotondi, che ha un minuto di tempo.


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GIANFRANCO ROTONDI. Signor Presidente, intervengo solo per fare una considerazione elementare. È vero che, forse, ci attendono alcune migliaia di votazioni e che l'accusa di «votificio» rivolta al Parlamento ci suscita il desiderio di riscattare quella condizione; ma credo che di accademia ne abbiamo fatta, forse, già troppa per cui possiamo acconciarci a votare con minori scrupoli di coscienza.
Tornerei, ora, all'oggetto della proposta Falsitta; ebbene, vorrei ricordare al presidente Violante che una parte della pornografia è consentita dalla legge attualmente vigente e che la proposta di Falsitta si riferisce ovviamente a quelle pubblicazioni che sono legittimamente in circolazione. Sinceramente, in una finanziaria in cui si rincorrono emendamenti che aggiungono costi, credo non vi sia nulla di scandaloso se fuori di qui, presso l'opinione pubblica, spieghiamo che è «passato» un articolo che aggiunge entrate a danno di un commercio che non so se sia un genere di prima necessità ma che come tale non è avvertito, evidentemente, dall'opinione pubblica (Applausi di deputati del gruppo di Forza Italia).

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rotondi.

GIANFRANCO ROTONDI. Poiché voglio mantenermi nei tempi previsti, signor Presidente, concludo con una osservazione elementare. Ho promesso che voterò a favore, ma ai colleghi cattolici pongo un interrogativo che riprende un discorso a suo tempo fatto dal collega Intini, che cattolico non è.

PRESIDENTE. Lei deve concludere, onorevole Rotondi.

GIANFRANCO ROTONDI. Le domando, per concludere, signor Presidente, se un dibattito di tale tipo - non mi riferisco alla proposta ma al dibattito che ne è seguito - vi sarebbe stato quando era ancora al Governo la Democrazia cristiana. Un partito che ha governato questo paese per cinquant'anni ma, chissà perché, si è mosso - da partito di ispirazione cristiana ma straordinariamente laico - sempre con grande prudenza e circospezione circa le questioni riguardanti l'etica e le «lenzuola».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gerardo Bianco. Ne ha facoltà.

GERARDO BIANCO. La ringrazio, Presidente. In questo dibattito ho visto muovere - come diceva Benedetto Croce - come i «caciocavalli appisi», grandi idee e grandi principi, che peraltro non attengono minimamente alla materia che stiamo trattando.
Qui si tratta di una questione molto semplice, altro che Stato etico e questioni che riguardano il nostro sistema di libertà: vi è una proposta riguardante le pubblicazioni che possono ancora circolare. Ha ragione il collega Violante quando afferma che esiste una fascia che non può essere assolutamente considerata come qualcosa a cui si applica una tassa, cioè le pubblicazioni pornografiche, ma esiste una fascia (ora ricordata dal collega Rotondi e già individuata dal collega La Russa) che si trova in circolazione.
Quando si entra in una cineteca, si trovano reparti il cui ingresso è vietato ai minori. Su questo aspetto si è concentrata l'attenzione di coloro che hanno presentato l'emendamento. La questione è molto semplice: non si tratta di affidare al fisco una valutazione di carattere etico - impostazione che reputo errata - ma il fisco incentiva determinati prodotti e ne disincentiva altri. Questo è il criterio a cui è necessario attenersi.
Vorrei ricordare al collega Intini, che ha parlato più vigorosamente di altri, che poiché in quest'aula, in anni passati, insieme a lui abbiamo difeso la libertà (nessuno oggi avrebbe il diritto di denominarsi Casa delle libertà, perché la libertà l'abbiamo difesa e conquistata noi), non posso accettare...

PRESIDENTE. Vi erano anche altri in vostra compagnia.


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IGNAZIO LA RUSSA. Bravo, Biondi!

GERARDO BIANCO. Signor Presidente, non posso accettare la logica secondo la quale avendo firmato l'emendamento in Commissione, con il quale è stato introdotto l'articolo 12, possa essere considerato favorevole allo Stato etico. Mi rivolgo ai colleghi della sinistra: siamo prudenti; cerchiamo di capire esattamente per quali ragioni sia stata seguita una determinata linea e, su questa base, potremo valutare la situazione [Applausi di deputati dei gruppi di Forza Italia e dell'UDC (CCD-CDU)].
Abbiamo semplicemente voluto affermare il nostro «no» alla mercificazione. Non vorrei, signor Presidente - mi si consenta la battuta - che certi mutamenti oggi avvenuti in Assemblea, da parte della maggioranza, siano legati ad alcuni interessi con le televisioni di carattere internazionale e locale.

ALESSIO BUTTI. Bisogna conoscere le cose prima di parlare!

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Intervengo per ricordare che, essendosi il Governo rimesso all'Assemblea su questa delicata materia, questa posizione, e non è possibile fare altrimenti, è confermata.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, non si può chiedere alla Commissione bilancio ciò che si chiede all'Assemblea. È una questione di coscienza: che l'Assemblea si pronunci!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, il gruppo di Alleanza nazionale ha chiesto una riformulazione, alla luce delle considerazioni emerse nel corso del dibattito dell'Assemblea, che non è stata effettuata. Quindi, preannuncio che, nelle votazioni riguardanti l'articolo 12 e le relative proposte emendative soppressive, la posizione del mio gruppo sarà di astensione.
Per quanto riguarda gli emendamenti soppressivi relativi al successivo articolo 13, attinenti all'IVA, annuncio che esprimeremo un voto contrario (Applausi di deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Avverto che gli identici emendamenti Zanella 12.1 e Grignaffini 12.2 sono interamente soppressivi dell'articolo 12.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zanella 12.1 e Grignaffini 12.2, sui quali il Governo e la Commissione si rimettono all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni - Applausi di deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, Misto-Socialisti democratici italiani e Misto-Verdi-l'Ulivo).
(Presenti 407
Votanti 307
Astenuti 100
Maggioranza 154
Hanno votato
250
Hanno votato
no 57).

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