...
dalla direttiva, della quale non si indica la paternità, di ricusare in ogni occasione i giudici aderenti alla corrente e dal progetto di allargare i casi di ricusazione;
in seguito al decreto-legge n. 107 del 10 giugno 2002, furono «sospese», dal ministero della giustizia, le elezioni in corso presso taluni ordini professionali, tra cui quelle dell'ordine degli ingegneri di Roma, l'organizzazione professionale più grande d'Europa;
nel caso specifico sopra citato, si era giunti alla fase conclusiva del ballottaggio con il primo turno e il relativo spoglio delle urne già espletato;
il Parlamento, resosi conto della grave situazione di stallo che si era determinata, approvò all'unanimità, nella seduta del 24 luglio 2002, un ordine del giorno in cui si impegnava il Governo ad assumere tutte iniziative necessarie per sbloccare la situazione determinatasi in seguito all'emanazione del decreto-legge in oggetto;
a tutt'oggi, nonostante l'urgenza del problema e la situazione di totale anomalia che si è determinata, con ordini professionali che hanno votato i loro nuovi rappresentanti senza che questi siano in alcun modo riconosciuti, niente è stato fatto dal Ministero della giustizia e dal Governo -:
per quale motivo è stato disatteso quanto approvato dal Parlamento, con un ordine del giorno approvato all'unanimità, e non è stato fatto nulla per porre rimedio a questa situazione anomala che lede il diritto di tanti professionisti di poter decidere, democraticamente e liberamente, da chi intendano essere rappresentati;
se e quando si intenda, da parte del ministero della giustizia, attuare tutte le procedure necessarie per ristabilire una situazione di normalità in questa materia.
(3-01568)
(4-04417)
parrebbe che l'Associazione nazionale magistrati, per iniziativa del Presidente, abbia richiamato l'attenzione, di magistrati europei, «sulla situazione della magistratura italiana nei confronti del potere politico». In particolare, sarebbe stato criticato il comportamento assunto dalle emittenti televisive italiane in occasione del recente sciopero dei magistrati;
il Presidente dell'Associazione nazionale magistrati avrebbe denunziato, quale programma del Governo avverso alla magistratura, le leggi approvate dal Parlamento. Lo specifico l'intento di rendere più difficile l'accesso in Magistratura, l'approvazione di un presunto «scudo fiscale», la amnistia fiscale per i capitali che dall'estero rientrano in Italia, la riforma del diritto penale societario con la presunta depenalizzazione del delitto di falso in bilancio, il nuovo sistema di elezione dei componenti il Consiglio Superiore della Magistratura, con il finale commento secondo cui «l'apprendista stregone» avrebbe ricevuto una buona risposta con la «vittoria dei gruppi progressisti dei magistrati»;
lo stesso magistrato avrebbe inoltre denunziato «una serie di attacchi contro Magistratura democratica» accompagnati
il Presidente dell'Associazione nazionale magistrati avrebbe infine denunziato la prossima approvazione da parte del Parlamento della legge di modifica degli articoli 45, 46 e 47 del codice di procedura penale con la reintroduzione della rimessione per legittimo sospetto, asserendo esplicitamente che finalità della legge sarebbe esclusivamente quella di bloccare il processo in corso a Milano nei confronti di «un deputato vicino al Presidente del Consiglio Berlusconi» -:
se abbia avuto conoscenza di siffatta attività da parte dell'alto magistrato che non avrebbe esitato a denigrare con colleghi stranieri l'istituzione parlamentare e il Governo del Paese e, effettuati gli opportuni accertamenti e accertata la veridicità;
se non ritenga che siffatta attività di natura squisitamente politica e di denigrazione del Governo e del Parlamento, non sia consona, alla terzietà del giudice, soggetto soltanto alla legge e ai compiti ed alle funzioni di un magistrato e dell'Associazione Nazionale Magistrati che dovrebbe essere «apolitica» e rappresentare tutti i magistrati italiani e non la soltanto la corrente di «Magistratura democratica» e in caso affermativo, se non ritenga di esercitare l'iniziativa disciplinare di sua competenza.
(4-04423)