Allegato B
Seduta n. 218 del 6/11/2002


Pag. 6146


...

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
continua il «bollettino di guerra» dei tabaccai sull'intero territorio nazionale;
in data 11 ottobre 2002 i ladri, nottetempo, hanno svaligiato un bar tabacchi sito al centro della cittadina di Avezzano (Aquila) asportando tabacchi per circa 40.000 euro;
in pari data i ladri, nottetempo, hanno svaligiato a La Spezia la tabaccheria di Via Garibaldi asportando tabacchi per circa 10/15.000 euro;


Pag. 6147


in pari data i ladri, nottetempo, hanno svaligiato a Gioia Tauro (Reggio Calabria) la tabaccheria di Piazza Matteotti asportando tabacchi, marche da bollo, cambiali e da altri generi per circa 44.000 euro;
in data 12 ottobre 2002 il titolare di un bar tabacchi in Via Torre Nova, al Casilino, a Roma, subito dopo l'apertura dell'esercizio si è trovato di fronte un malvivente incapucciato, armato di pistola, che ha intimato la consegna di quanto contenuto nella cassa, ottenendo una risposta armata da parte del coraggioso esercente;
in data 12 ottobre 2002, a Napoli, due ragazzi, armati di coltello, si sono introdotti nella tabaccheria di Via Poggioreale, sottraendo un cellulare ed un cospicuo numero di tessere telefoniche;
in data 12 ottobre 2002, a Cosenza, sono state effettuate due rapine con un bottino di 250 e di 200 euro, pari agli incassi;
in data 13 ottobre 2002, a Bologna, la tabaccheria di via Mondo è finita nel mirino di due giovani rapinatori che si sono impossessati di circa 400 euro;
in data 14 ottobre 2002, a Vittoria (Ragusa), è stata realizzata una rapina in danno nella tabaccheria di Via Negrelli, con un bottino di circa 5.000 euro;
in data 14 ottobre 2002, a Torre Annunziata (Napoli), due rapinatori sono stati arrestati dopo avere messo a segno un colpo nella tabaccheria del paese asportando 400 euro e 25 stecche di sigarette;
in data 17 ottobre 2002, a Mantova, nottetempo, i ladri sono entrati in una tabaccheria-cartoleria di Via Semeghini, sottraendo merci per circa 6.000 euro;
lo stillicidio di atti criminali nei confronti delle tabaccherie - già segnalato con altri atti di sindacato ispettivo - testimonia la recrudescenza, da parte dei malviventi, nei confronti di questo particolare tipo di esercizi commerciali, ritenuti, dal punto di vista dei criminali, a rischio contenuto -:
se e come intenda affrontare il problema della sicurezza dei tabaccai, diventati vittime privilegiate di una criminalità che sembra aver prescelto la strada del «minimo rischio».
(3-01563)

Interrogazione a risposta in Commissione:

LUCIANO DUSSIN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è possibile analizzare, sulla base di uno schema dell'ufficio di statistica del ministero dell'interno (Sistan), le distribuzioni totali, regionali e nazionale, aggiornate al 2001, relative alle tre forze di polizia (polizia di Stato, arma dei carabinieri e guardia di finanza); la presenza media nazionale di forze di polizia risulta essere di un'unità ogni 214 abitanti a differenza del 2000 che era di uno ogni 211, a fronte di una diminuzione di forze dell'ordine nel 2001, rispetto al 2000, di ben 2.515 unità;
il rapporto tra cittadini ed agenti varia in modo significativo nei vari ambiti regionali; passando da un addetto di Polizia ogni 108 abitanti del Lazio, ad uno ogni 146 abitanti in Friuli-Venezia Giulia, uno ogni 164 in Trentino-Alto Adige, uno ogni 167 in Liguria, uno ogni 188 in Sicilia e ad uno ogni 211 abitanti in Abruzzo; queste sono le regioni che si trovano in linea e addirittura al di sopra della media nazionale, nonostante una diminuzione di forze dell'ordine rispetto all'anno precedente. Si passa poi ad un agente ogni 272 abitanti in Piemonte, fino ad arrivare ad un addetto ogni 324 abitanti nel Veneto, ed uno ogni 339 in Lombardia, regioni ampiamente al di sotto della media nazionale. Rispetto al dato nazionale in Lombardia mancherebbero 15.752 unità e nel Veneto 7.214;
la distribuzione delle forze dell'ordine nel territorio regione per regione è la seguente: Lombardia (forze di polizia: 26.872;


Pag. 6148

numero abitanti per agente: 339); Veneto (forze di polizia: 14.005; numero abitanti per agente: 324); Emilia Romagna (forze di polizia: 14.343; numero abitanti per agente: 279); Piemonte (forze di polizia: 15.767; numero abitanti per agente: 272); Umbria (forze di polizia: 3.290; numero abitanti per agente: 255); Puglia (forze di polizia: 16.398; numero abitanti per agente: 249); Marche (forze di polizia: 6.055; numero abitanti per agente: 243); Campania (forze di polizia: 24.251; numero abitanti per agente: 238); Basilicata (forze di polizia 2.700; numero abitanti per agente: 224); Toscana: (forze di polizia: 15.917; numero abitanti per agente: 223); Abruzzo (forze di polizia: 6.073; numero abitanti per agente: 211); Sicilia (forze di polizia: 26.999; numero abitanti per agente: 188); Sardegna (forze di polizia: 9.516; numero abitanti per agente: 173); Liguria (forze di polizia: 9.700; numero abitanti per agente: 167); Molise (forze di polizia: 1.974; numero abitanti per agente: 166); Trentino-Alto Adige (forze di polizia: 5.741; numero abitanti per agente: 164); Calabria (forze di polizia: 12.823; numero abitanti per agente: 159); Friuli-Venezia Giulia (forze di polizia: 8.118; numero abitanti per agente: 146); Valle d'Aosta (forze di polizia: 868; numero abitanti per agente: 139); Lazio (forze di polizia: 49.286; numero abitanti per agente: 108); totale (forze di polizia: 270.696; numero abitanti per agente: media 214);
la distribuzione non sembra essere in stretta relazione né con il numero di residenti nella regione, né con il numero di delitti che vi si commettono -:
se non si ravvisi la necessità di assicurare una presenza più omogenea e razionale delle forze dell'ordine nelle varie regioni, al fine di garantire una maggiore difesa dei cittadini nei confronti di una criminalità sempre più difficile da contrastare;
se non sia il caso di rivedere queste disparità anche a livello provinciale, in quanto risultano inspiegabili le posizioni di sotto organico che si registrano nelle province più penalizzate, come ad esempio nella provincia di Treviso, essendo interessata a sua volta da un elevato numero di reati denunciati.
(5-01392)

Interrogazioni a risposta scritta:

CORONELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
San Marcellino è un comune dell'Agro aversano (provincia di Caserta), zona definita dal ministero dell'interno ad «alto rischio criminale»;
in tale centro, che conta più di 13.000 abitanti, preoccupante è il fenomeno della criminalità organizzata, soprattutto per il forte numero di extracomunitari (albanesi e tunisini) dediti perlopiù allo spaccio di stupefacenti e furti in appartamenti. Ricorrenti sono anche gli scontri tra gruppi rivali con sparatorie e accoltellamenti;
ultimamente, in data 28 ottobre 2002, ignoti hanno incendiato un capannone nel quale sono andati distrutti mezzi di proprietà del comune di San Marcellino tra cui un pullmino per il trasporto degli alunni a scuola nonché una macchina della polizia municipale;
tale episodio, che ha avuto un notevole risalto sulla stampa locale, ha riproposto il preoccupante fenomeno della criminalità organizzata recepito dalla cittadina come vero e proprio allarme sociale;
il territorio del comune di San Marcellino ricade, attualmente, addirittura sotto la competenza di due stazioni dei carabinieri, Frignano e Trentola Ducenta;
risulta all'interrogante che da tempo è stata istituita una nuova stazione dei carabinieri a San Marcellino e non si capisce per quale motivo non viene aperta;


Pag. 6149


la presenza di una stazione dei carabinieri a San Marcellino contribuirebbe senz'altro a contrastare la criminalità organizzata -:
per quale motivo non venga predisposta l'apertura della stazione dei carabinieri e quali iniziative intenda intraprendere per garantire condizioni di maggiore sicurezza ai cittadini di San Marcellino.
(4-04378)

ANGELA NAPOLI e GERACI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 novembre 2002 a Cassano Jonio è stato ucciso, in un agguato di mafia, il quindicenne Carmine Pepe;
nell'agguato è stato ferito il ventottenne Sergio Benedetto;
l'omicidio del giovane si inquadra nella faida iniziata lo scorso mese di ottobre con l'omicidio di Edoardo Pepe, esponente di spicco della cosca di Cassano, e che ad oggi ha registrato ben quattro omicidi;
l'intera comunità cassanese è estremamente intimidita e preoccupata;
il sindaco, l'amministrazione e tutto il consiglio comunale di Cassano Jonio hanno annunciato le dimissioni quale forma di protesta per testimoniare con clamore lo sdegno e la preoccupazione per la recrudescenza criminale esplosa nel territorio cassanese, che inciderà negativamente sulla già debole realtà;
con insistenza vengono richiesti maggiori controlli ed interventi immediati -:
quali urgenti iniziative intenda attuare per garantire la sicurezza dei cittadini preoccupati di Cassano Jonio;
se non ritenga necessario ed urgente sia aumentare la dotazione organica dei carabinieri di Cassano, sia l'istituzione del commissariato di polizia di Stato a Sibari.
(4-04388)

ANGELA NAPOLI e MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è ormai comprovato che la 'ndrangheta arriva dovunque spunta l'affare «grosso»: dalle estorsioni al traffico di droga, dagli appalti al riciclaggio;
notizie di stampa del maggio 2002 hanno riportato la notizia che cosche della 'ndrangheta avrebbero investito denaro sporco nel «Mugello» in Toscana, attraverso società formalmente pulite;
l'inchiesta, affidata alla Procura della Repubblica di Firenze, ha preso l'avvio dalla denuncia presentata da un imprenditore agricolo del Mugello, la cui azienda agricola sarebbe stata acquistata ad un'asta giudiziaria da una di queste presunte società per una cifra inferiore di oltre la metà rispetto al suo effettivo valore di mercato;
all'asta giudiziaria citata avrebbe partecipato un'unica società acquirente, costituita nel dicembre 2000 da due agricoltori di Lamezia Terme (Catanzaro), padre e figlio: una Srl con capitale sociale di 13 mila euro, di cui solo i 3/10 versati ed in seguito ritirati;
nonostante la modestia della società in questione, questa è riuscita a versare l'intero prezzo di acquisto dell'azienda agricola del Mugello per un miliardo e 90 milioni di lire in 60 giorni;
gli stessi due agricoltori di Lamezia Terme hanno acquistato, in precedenza, sempre partecipando ad un'asta giudiziaria a Firenze, un'altra azienda agricola del Mugello di 240 ettari con due case coloniche, pagandole appena 140 mila euro; una terza azienda di 80 ettari con due case coloniche è stata comprata per 160 mila euro da un'altra società, ma sembra in accordo con gli investitori di Lamezia Terme;
nella città di Lamezia Terme è in atto una guerra di mafia tra tre agguerrite cosche mafiose ed una di queste fa capo


Pag. 6150

ad una famiglia con lo stesso cognome di quello degli acquirenti delle sopra elencate aziende agricole del Mugello -:
se siano a conoscenza dei fatti esposti;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno disporre una ispezione presso il Tribunale di Firenze finalizzata alla verifica del corretto funzionamento degli uffici giudiziari preposti alle vendite immobiliari al pubblico incanto;
se il Ministro dell'interno abbia allo studio iniziative normative volte a scongiurare il concreto pericolo che gli uffici giudiziari preposti alle vendite immobiliari al pubblico incanto possano essere utilizzati dalla criminalità organizzata come canali di riciclaggio di capitali di illecita provenienza.
(4-04394)

VASCON, BRICOLO, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, LUCIANO DUSSIN, CAPARINI, PAROLO, STUCCHI, ERCOLE, RIZZI, GIBELLI, DIDONÈ, FONTANINI e DARIO GALLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come riportato dalla stampa nazionale e, in particolare, da Il Giornale del 6 novembre 2002, risulta che: «In Molise vi sono dieci sismografi spenti dal 1996; uno era installato a Casa Casacalenda, a una decina di chilometri da San Giuliano. Per otto anni quelle apparecchiature hanno registrato tutte le anomalie naturali, tra cui molti terremoti di piccola entità, fino a quando, in seguito a una gara d'appalto contestata, vennero spenti. Nel 1986 infatti la MAE (Molisana apparecchiature elettroniche), costruttrice di rilevatori sismici e apparecchi collegati, quali sismografi e geofoni firmò con la regione Molise una convenzione per realizzare e gestire una rete di sismografi e posizionò i primi due rilevatori. Negli anni successivi, anche con gare di appalto, ne mise altri otto, coprendo l'intero territorio molisano. Periodicamente veniva inviato agli assessorati regionali competenti un bollettino con i risultati dell'attività svolta. Poi nel 1996 la Regione indì una gara di appalto al massimo ribasso: la gara se l'aggiudicò un'altra società molisana, che offrì il 25 per cento in meno, quasi subito subentrarono difficoltà tecniche e nel giro di poco i sismografi si bloccarono. Ma la MAE presentò ricorsi ed esposti anche alla magistratura, ma senza ottenere nulla»;
si è appreso inoltre che già nel mese di febbraio era stata chiesta riclassificazione sismica del territorio comprendente anche il comune di San Giuliano -:
quando risulti che sia stato consegnato l'ultimo bollettino informativo della attività di rilevamento;
se risponda al vero che subito dopo il subentro della nuova società (che all'epoca vinse la gara di appalto) i sismografi furono spenti;
quali iniziative, nell'ambito della propria competenza intenda adottare, affinché possa essere garantita la piena funzionalità dei sismografi ed episodi come quelli descritti non abbiano a ripetersi.
(4-04397)