Allegato B
Seduta n. 214 del 30/10/2002

TESTO AGGIORNATO ALL'8 NOVEMBRE 2002


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
mercoledì 23 ottobre 2002 un gruppo di uomini armati, riconducibili alle fazioni


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ribelli cecene, fanno irruzione nel teatro Dubrovka, alla periferia di Mosca, prendendo in ostaggio circa 800 persone;
il gruppo di terroristi, chiede che le truppe russe pongano fine alla guerra entro una settimana e che cessino tutte le ostilità in Cecenia minacciando di far saltare il teatro se le loro richieste non verranno accolte, e dichiarandosi disposti anche a morire pur di ottenere la fine della guerra;
la televisione araba Al Jazira mostra un video che ritrae i componenti del commando ceceno, fra cui cinque donne vedove cecene kamikaze con il volto coperto, ognuna di loro con indosso cinture di esplosivo;
il presidente Putin accusa apertamente il presidente indipendentista ceceno Aslan Maskhadov di essere il mandante dell'attacco e dichiara che si tratta di «un'azione pianificata col contributo di centri internazionali del terrorismo», dicendosi pronto a «qualsiasi contatto per salvare la vita agli ostaggi»;
il presidente Maskhadov, che fino ad oggi rappresentava per la Russia l'unico possibile interlocutore, condanna l'azione del commando e si dice convinto che l'operazione sia stata organizzata da coloro che non vogliono la pace in Cecenia; opinione vicina a quella di Brzezinski, ex consigliere alla sicurezza nazionale Usa e autore di un piano per la Cecenia sostenuto dalla Casa Bianca ma respinto dal Cremlino, che prevedeva la rinuncia dell'indipendenza in cambio di una larga autonomia e un ruolo centrale per Mashadov, che suggerisce l'ipotesi che l'operazione sia stata organizzata dai ceceni in combutta con chi «nelle strutture del potere russo» non vuole la pace;
la situazione in Cecenia rischia di essere paragonata, per il trattamento subito dalla sua popolazione, a quella dei curdi nell'Iraq settentrionale per i quali Saddam Hussein è colpevole di crimini contro l'umanità;
l'assalto al teatro Dubovka ha fatto riaccendere i riflettori su un conflitto dimenticato, quello in atto da oltre otto anni in Cecenia, ma che ha origini molto più remote e che è probabilmente dovuto all'accanita resistenza cecena alla colonizzazione da parte della Russia, interessata a quella regione per la presenza di petrolio, ma soprattutto a sedare il contagio indipendentista che potrebbe allargarsi a tutto il Caucaso; dal 1994 il conflitto ha causato decine di migliaia di morti, ha portato all'esodo di oltre 200 mila profughi, e ha azzerato completamente la sua economia;
nelle ore che seguono l'attacco dei terroristi vengono rilasciati a più riprese circa 170 ostaggi e alcuni riescono a fuggire;
il capo del commando Movsar Barayev si dichiara estraneo al terrorismo internazionale e comunica che gli ostaggi saranno uccisi a partire dalle sei di sabato mattina;
i parenti degli ostaggi inviano una petizione a Putin pregandolo di non ordinare l'assalto al teatro, e un centinaio di loro manifesta sulla Piazza Rossa in favore della pace in Cecenia;
sabato verso le 2.00 di notte si sente una violenta esplosione seguita da una sparatoria; dopo circa un'ora si avvertono altre due esplosioni e i soldati hanno fatto irruzione nel teatro; alle 5.00 le autorità comunicano che con un blitz le forze di sicurezza hanno liberato tutti gli ostaggi;
la versione ufficiale dice che le forze speciali russe sarebbero intervenute perché il commando di terroristi aveva iniziato a giustiziare gli ostaggi in anticipo sull'ultimatum dato precedentemente; le teste di cuoio, per neutralizzare i sequestratori prima dell'intervento armato, avrebbero usato gas speciali passati attraverso il sistema di ventilazione di cui fino ad oggi il Governo russo non ha reso nota la natura;
dalle dichiarazioni ufficiali e dai video resi pubblici, i terroristi sarebbero


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stati tutti uccisi dal gas o in seguito a scontri a fuoco, anche se sulle modalità verte il più profondo silenzio e nonostante si continui a cercare tra i ricoverati qualche cellula terrorista scappata al blitz; anche sulla morte delle donne kamikaze rimane il mistero di come tutte non abbiano avuto il tempo di azionare almeno un esplosivo, e soprattutto se siano state giustiziate dopo essersi addormentate dal gas, in questo caso sarebbe palese la violazione dei diritti umani;
118 ostaggi morti durante e dopo l'intervento delle forze speciali, ad eccezione di uno colpito con arma da fuoco, circa 405 ricoverati in ospedale, 46 persone in fin di vita, questi gli effetti del gas micidiale del quale non è stato detto il composto neanche ai medici che li hanno soccorsi;
secondo esperti americani, la decisione russa di impiegare potenti agenti chimici per mettere fine al sequestro, dimostra che i ricercatori russi siano andati molto più avanti degli americani e di altre nazioni, nella ricerca nel campo dei gas nervini, poiché l'adesione alla Convenzione sulle armi chimiche nel 1997 ha determinato la fine della ricerca in questo campo;
questo è un macigno che pesa sulla decisione presa dai Presidente Putin, che insieme ai messaggi di complimenti, stima, solidarietà e cordoglio per le vittime, ha ricevuto dai governi e dalle istituzioni internazionali avvertimenti e invito al dialogo con la Cecenia;
per mettersi al sicuro da critiche più aspre, il Servizio di sicurezza federale russo ha reso noto all'agenzia Novosti, che il blitz è stato deciso con la consulenza di esperti antiterrorismo di trenta servizi segreti stranieri, tra i quali figura anche l'Italia, e di aver chiesto a loro un parere su come affrontare l'emergenza;
purtroppo, ci si è preoccupati poco degli interventi da attuare subito dopo l'irruzione, la mancanza di ambulanze e il conseguente uso improprio di autobus, l'insufficienza di sieri anti-gas e di personale medico in grado di effettuare interventi respiratori, ha determinato il ritardo degli aiuti agli ostaggi, molti dei quali sono morti per soffocamento;
se corrispondesse a verità la dichiarazione del Servizio di sicurezza federale russo, quale sia stata la posizione del Governo italiano, quale sia stato il suo contributo tecnico-scientifico e in che modo ha offerto la sua collaborazione;
se in seguito alle notizie frammentarie rese note dal Governo russo, il Governo abbia richiesto per via diplomatica maggiori dettagli circa la natura del gas usato, l'esatta procedura dell'irruzione all'interno del teatro Dubrovka e il modo con il quale sono stati uccisi tutti i terroristi ceceni.
(2-00522) «Cima, Zanella, Cento».

Interrogazioni a risposta scritta:

INNOCENTI e RAFFAELLA MARIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra martedì 22 e mercoledì 23 ottobre 2002 un nubifragio di eccezionale intensità si è abbattuto su vaste porzioni del territorio compreso nelle province di Pistoia e Lucca interessando diversi comuni tra i quali Piteglio, Pistoia, Pescia, Villa Basilica, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano;
le precipitazioni atmosferiche hanno causato allagamenti, frane e smottamenti con danni gravi alla viabilità, a numerose abitazioni civili, alle infrastrutture di servizio, provocando l'isolamento di alcune frazioni e/o casolari, l'interruzione di importanti vie di comunicazione con gravi disagi per gli abitanti;
da una prima valutazione i danni subiti vengono stimati in 65 milioni di euro senza considerare quelli relativi alle attività economiche ed agli edifici privati;


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la regione Toscana ha deliberato la richiesta al Governo della stato di emergenza -:
se e quando intenda accogliere l'istanza avanzata dalla regione Toscana e dichiarare lo stato di emergenza per i territori colpiti dal nubifragio;
quando intenda trasferire le risorse finanziarie necessarie per i lavori di massima urgenza, di ripristino dei servizi e di risarcimento dei danni;
quali altre eventuali iniziative intenda adottare per alleviare i disagi degli abitanti residenti nelle zone colpite e agevolare la ripresa delle attività produttive.
(4-04306)

RAVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, ha stabilito misure urgenti per la ricostruzione e la ripresa delle attività produttive nelle zone colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade del mese di novembre 1994;
la legge n. 448 del 2001 (legge finanziaria 2002) all'articolo 52. comma 28, ha previsto l'emanazione di un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno e con il Ministro delle attività produttive, al fine di stabilire i criteri e le modalità di assegnazione di contributi nell'ambito delle residue disponibilità del predetto decreto-legge;
a tutt'oggi non è stato emanato il suddetto decreto, fortemente atteso dalle imprese danneggiate dall'evento alluvionale -:
se non ritenga di avviare una azione di sollecito e di coordinamento dei ministeri interessati affinché il decreto previsto dal comma 28 dell'articolo 52 della legge n. 448 del 2001 venga adottato senza ulteriori ritardi.
(4-04308)

GAZZARA, NARO, BRIGUGLIO, STAGNO d'ALCONTRES, GERMANÀ, D'ALIA, CRIMI, CARRARA e LO PRESTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
sulla Gazzetta Ufficiale della regione siciliana n. 48 del 18 ottobre 2002 è stato pubblicato il decreto dell'assessore regionale per il territorio e l'ambiente del 4 settembre 2002, con il quale il cosiddetto comprensorio del Mela, in cui ricadono i comuni di Condrò, Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, S. Filippo del Mela, San Pier Niceto, tutti in provincia di Messina, viene dichiarato «area ad elevato rischio di crisi ambientale» ai sensi dell'articolo 74 del decreto legislativo n. 112 del 1998;
ciò è avvenuto considerati, tra l'altro, l'elevata concentrazione di insediamenti industriali e la loro attiguità a quelli urbani; l'elevato carico antropico; l'elevato carico ambientale che ha determinato una situazione che protende verso valori dei promotori ambientali tali da richiedere rapidi e improrogabili interventi di risanamento e riqualificazione;
conseguentemente vengono a concretizzarsi tutti i presupposti (previsti dall'articolo 15, comma 1, del decreto ministeriale n. 471 del 1999) perché il comprensorio in oggetto sia inserito nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati e possa fruire delle risorse destinate ai «primi interventi di bonifica di interesse nazionale» (ai sensi dell'articolo 1, comma, della legge n. 426 del 1998), alla stregua delle altre aree industriali e siti ad alto rischio ambientale (come è avvenuto per Bagnoli, Sesto San Giovanni, Falconara, Porto Torres, eccetera) -:
se non ritengano urgente provvedere all'inserimento con assoluta priorità del comprensorio del Mela nel programma nazionale di bonifica e di ripristino ambientale adottando celermente le opportune iniziative per il finanziamento dell'intervento.
(4-04309)