TESTO AGGIORNATO AL 29 APRILE 2003
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che fa registrare prezzi molto onerosi sia per l'acquisto che per la locazione -:
in denaro contante consegnato ai dipendenti, dagli economi degli uffici, brevi manu;
e quale sia il progetto industriale tale da valorizzare le specificità, le peculiarità e l'esperienza da questa accumulata in tutto il mondo partecipando a progetti di rilevanza internazionale;
con il decreto-legge n. 138 del 2001 il Governo ha introdotto forti restrizioni alla disciplina del credito d'imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate, introdotto dall'articolo 8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388;
la legge di conversione del decreto n. 138 ha modificato le previsioni del testo originario del decreto, legando tra l'altro la decorrenza delle nuove disposizioni alla data di entrata in vigore della legge stessa (11 agosto 2002);
la circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 66 del 6 agosto 2002, mentre conferma l'immediata applicabilità di alcune delle nuove disposizioni introdotte dal decreto-legge n. 138 come modificato in sede di conversione in legge, sospende l'applicabilità delle disposizioni che: 1) riammettono all'agevolazione gli investimenti effettuati nelle aree svantaggiate del centro nord, 2) sopprimono il riferimento al momento di «avvio» dell'investimento e modificano la decorrenza dell'agevolazione. La circolare afferma che queste disposizioni «in mancanza dell'approvazione comunitaria, non possono trovare immediata applicazione» e prosegue concludendo che, pertanto, «nelle more dell'eventuale approvazione da parte della Commissione europea delle richiamate novità introdotte dalla legge di conversione, il momento di effettuazione dell'investimento coincide con l'avvio dell'investimento e (...) la nuova disciplina del credito d'imposta è applicabile agli investimenti "avviati" a decorrere dall'8 luglio, cioè dalla data di entrata in vigore del decreto legge»;
in questo modo con una circolare ministeriale è stata sospesa l'applicabilità di disposizioni di legge in vigore, con un procedimento di dubbia legittimità; e a quasi tre mesi dall'emanazione della circolare ministeriale che ha disposto la sospensione di tali disposizioni in mancanza di un'approvazione comunitaria, non è ancora stato sciolto il nodo sull'applicabilità delle disposizioni di legge in vigore;
il susseguirsi di modifiche e di sospensioni delle modifiche ha creato un clima di pericolosa incertezza per tutti gli operatori economici, che ha di fatto bloccato gli investimenti nelle aree svantaggiate con pesanti ricadute in termini di sviluppo e occupazione -:
quale sia l'orientamento del Ministro interrogato in ordine alla questione prospettata e, poiché lo stato di incertezza è legato all'eventuale approvazione da parte della Commissione europea delle modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto-legge n. 138, quando siano state notificate tali modifiche dal Governo alla Commissione e quale sia lo stato della procedura comunitaria per l'eventuale approvazione.
(5-01348)
già nel mese di gennaio 2002, una volta appreso della sospensione attuata dall'Enel, l'interrogante aveva segnalato vive preoccupazioni riguardanti le trattative per la cessione alla Provincia Autonoma di Trento e Bolzano delle centrali idroelettriche insistenti sul territorio, sospensione che era apparsa quanto meno sospetta perché coincideva con prese di posizione di alcuni ministri con riferimento al ruolo strategico che avrebbero rivestito le due Province nell'ambito del settore energetico sia nel campo della produzione che in quella della distribuzione e con la messa in discussione, sempre da parte di alcuni esponenti di Governo, della peculiarità normativa data da norme di attuazione dello Statuto di autonomia che hanno la ratio nel contributo che le risorse idriche del Trentino-Alto Adige/Sudtirol hanno dato nei cinquanta anni scorsi per la produzione di energia elettrica nazionale;
queste preoccupazioni si sono poi rivelate assolutamente fondate visto che risale al luglio 2002 la notizia secondo la quale il Governo - con ben quattro pareri di altrettanti ministeri - bocciato la norma di attuazione sull'energia, quella che riscritta dalla «Commissione dei Dodici» avrebbe dovuto sbloccare il passaggio delle centrali idroelettriche alle Province di Trento e Bolzano;
decisivo a tal proposito era stato il parere negativo del Ministro della funzione pubblica che riteneva che lo schema in esame recepisse solo in parte le osservazioni della Commissione Europea, lasciando impregiudicato il sistema di confronto comparativo come sistema alternativo a quello della gara pubblica in caso di rinnovo delle concessioni in scadenza: tale meccanismo di selezione, secondo il Ministro, non solo non avrebbe assicurato che sia scelta la società più efficiente ma avrebbe provocato anche un'ingiustificata disparità di trattamento tra i diversi operatori economici;
la soluzione era stata individuata dalle Province di Trento e di Bolzano nel correggere la norma di attuazione, distinguendo le vecchie concessioni (per cui si sarebbe mantenuta la prelazione alle società locali) dalle nuove (per le quali si sarebbe indetta la gara pubblica). Questa, ad esempio, era la proposta che il presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai notificava il 4 marzo al ministro agli Affari regionali Enrico La Loggia e al presidente della Commissione dei 12, Flavio Mosconi, chiedendo di prendere in buona considerazione il suggerimento e di sottoporlo al parere della Commissione paritetica dei dodici nel più breve tempo possibile;
almeno inizialmente, le cose sembravano essere favorevoli alle Province di Trento e Bolzano: il 18 marzo 2002 il Dipartimento per le politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio esprimeva parere positivo sulla riscrittura. Il 4 aprile 2002 anche il ministero dell'Economia scriveva di non avere osservazioni da formulare. Ma allegava la nota di una direzione del Tesoro, la VII, che segnalava come la nuova formulazione non superasse tutte le obiezioni sollevate dalla Commissione Europea. È la stessa perplessità manifestata dal ministero della Funzione pubblica il 30 aprile. Ed è qui che le cose prendono una piega decisamente avversa agli interessi di Trento e Bolzano. Il 27 maggio 2002 anche il ministero alle Attività produttive giudica la norma non completamente conforme ai rilievi comunitari comunitari suggerendo una ulteriore modifica della stessa. E il 19 giugno 2002 lo stesso Dipartimento per le politiche comunitarie, in prima battuta favorevole, ci ripensa, aderendo ai rilievi del ministro delle attività produttive. Il Presidente della «Commissione Paritetica dei dodici» confermava l'esistenza di difficoltà ma si diceva fiducioso di poterle risolvere per arrivare ad approvare la norma entro la fine di luglio;
successivamente, per opera quasi esclusiva della PAT, la Commissione paritetica dei 12 definiva una norma di attuazione, ora all'esame del Governo, che distingueva per quanto riguarda il diritto di preferenza tra nuove concessioni a cui non va riconosciuto tale diritto e rinnovo di concessioni in essere a cui invece veniva riconosciuto;
in questi giorni da Bruxelles è stata notificata alla Giunta Provinciale di Trento l'intenzione di tagliare quella parte di decreto Bersani, ritenendola non in linea con le norme di libero mercato, che concedeva alla pubblica amministrazione il diritto di prelazione;
questa mossa di fatto rende inutile anche la modifica della norma di attuazione approvata quest'estate dalla commissione dei 12 proprio su pressione della Giunta Provinciale di Trento;
sembra inoltre che la censura della commissione dell'UE si estenda anche all'analoga preferenza prevista per il rinnovo delle concessioni idroelettriche in essere a favore dell'Enel e della Montedison;
si ha l'impressione che tutto ciò dipenda non solo da una «rigidità della Commissione» ma anche da una fittizio attivismo del Governo nazionale che non ha saputo e non sa difendere i tempi nazionali e delle Province autonome in sede europea; risulta infatti evidente il grave nocumento all'industria energetica nazionale derivante da siffatta censura al cosiddetto decreto Bersani;
tale osservazione deriva anche dalla consapevolezza che personaggi politici della maggioranza di Governo, divenuti anche ministri, hanno da sempre ostacolato l'approvazione della norma di attuazione anticipando notizie di impugnativa da parte della Commissione europea che erano sconosciute a tutti, al punto da sospettare che gli stessi fossero stati suggeritori -:
quali sono le indifferibili iniziative che intende assumere il Governo e dei ministri competenti per tutelare appieno gli interessi nazionali delle Province autonome di Trento e Bolzano;
quale sia stata l'attività posta in essere dai ministri competenti e della rappresentanza italiana a Bruxelles per evitare la nefasta decisione di censura del decreto Bersani come sopra evidenziato;
quali siano stati, se ve ne sono stati, gli elementi di concertazione con le Province autonome di Trento e Bolzano per condividere la battaglia che quest'ultima ha effettuato per difendere il decreto Bersani;
se ritenga di adottare al più presto con idoneo decreto legislativo la norma di attuazione definita dalla commissione paritetica del 12 e sostenerla fino in fondo in sede europea con tutela se necessario, anche innanzi alla Corte di Giustizia europea.
(5-01352)
già nel 1990, il comune di Adrano (Catania) ha avviato le procedure di decentramento dell'ufficio unico delle entrate a seguito della scelta operata dall'ufficio centrale di Catania al fine di consentire una migliore distribuzione degli uffici nel territorio;
il comune di Adrano, già sede fino agli anni '70 dell'ufficio di imposte dirette e ufficio del registro, ha adottato una serie di atti che hanno portato recentemente all'acquisto dei locali necessari ad ospitare la sede dei nuovi uffici;
la volontà di costituire nuovi uffici è stata espressa dal consiglio comunale della città di Adrano con atto n. 191 del 25 maggio 1990;
tale iniziativa è stata condivisa e sostenuta anche dai comuni di Biancavilla, Bronte, Maniace, Maletto e S. Maria di Licodia i quali, rilevando e approvando la necessità del decentramento, hanno deliberato attraverso i rispettivi consigli comunali l'approvazione del mandato, sottoscrivendo in data 6 febbraio 1996 la relativa richiesta, inviata per via gerarchica al Ministero delle finanze, dipartimento delle entrate di Roma;
il procedimento così avviato, ha avuto il suo naturale esito con il decreto del 18 giugno 1997 emesso dal Ministero delle finanze, il quale individuava il comune di Adrano tra le sedi staccate degli uffici delle entrate;
naturalmente, il procedimento di assegnazione della sede si è reso possibile a seguito della disponibilità dei locali, assicurata dal comune di Adrano con l'acquisto di un edificio conforme alle caratteristiche tecnico-dimensionali richiesti dal ministero;
l'esigenza di un ufficio delle entrate nella zona pedemontana dell'Etna si è manifestata quasi subito dopo la soppressione del citato ufficio, avvenuta nel 1970, poiché la numerosa popolazione che usufruiva del servizio, gravitante nella zona occidentale della provincia di Catania, era costretta, con notevoli difficoltà, a lunghi spostamenti (circa 70 chilometri) per raggiungere la città capoluogo;
la posizione geografica del comune di Adrano, infatti, assicura al comprensorio occidentale dell'Etna, rappresentato dai comuni di Bronte, Maniace, Biancavilla, S. Maria di Licodia e perfino da alcuni paesi della provincia di Messina ed Enna (S. Teodoro, Cesarò, Regalbuto, Troina), la naturale sede per il bacino d'utenza, costituito da circa 113.150 abitanti;
tali particolari specificità e peculiarità hanno determinato l'avvio del procedimento di decentramento, totalmente condiviso da comuni della fascia occidentale pedemontana, senza per ciò limitare la sfera d'influenza della città di Paternò, che rimane pienamente nell'area metropolitana, pertanto connessa funzionalmente al comune capoluogo;
la fascia della costa ionica e il comune di Paternò inclusi nell'area metropolitana sono serviti nell'arco di pochi chilometri e con una viabilità di grande comunicazione dagli uffici di Acireale, Giarre e Catania -:
se il Ministro interrogato ritenga opportuno velocizzare l'iter relativo all'assegnazione dell'ufficio delle entrate al comune di Adrano.
(4-04254)
le coppie di fatto sono state equiparate da diverse e concordanti sentenze della Cassazione alle coppie regolarmente sposate anche in materia di locazione;
la legge n. 513 del 1977 include all'articolo 22 come appartenenti al nucleo familiare dell'assegnatario «i conviventi in forma continuativa a qualsiasi titolo»;
nella vendita del patrimonio immobiliare ai sensi della legge n. 410 del 2001, gli Enti previdenziali ed in particolare l'Inpdap non riconoscono il diritto di acquisto dell'immobile locato al convivente non intestatario del contratto di locazione anche nel caso in cui quest'ultimo rinunci espressamente;
tale ingiusta discriminazione crea gravissimi disagi a molte famiglie di fatto che si trovano per tale motivo costrette a lasciare la casa, non potendo esercitare il diritto all'acquisto dell'immobile in cui risiedono;
per molte persone in tali condizioni è poi assai arduo reperire un altro alloggio dato l'andamento del mercato immobiliare
se siano a conoscenza di questo comportamento degli Enti previdenziali ed in particolare dell'Inpdap e se non ritenga assolutamente indispensabile ed urgente adottare le opportune iniziative legislative per correggere tale discriminazione;
come si concili il comportamento degli Enti predetti con l'esigenza di favorire una rapida vendita del patrimonio immobiliare tutelando dal punto di vista sociale il diritto di prelazione di coloro che da molto tempo risiedono in tali appartamenti;
se da tale atteggiamento, che ad avviso dell'interrogante risulta illogico ed iniquo, degli Enti predetti si possa intravedere la volontà di pilotare le vendite a danno dei residenti.
(4-04258)
nel mese di maggio 2000, l'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, su indicazione dei responsabili del CED e dell'Area Amministrativa deliberò l'acquisto del Sistema Informativo SAP/R3 versione 4.6 dalla società tedesca SAP, di lì a poco integrata in joint-venture con SIEMENS (Governet), di cui è presidente il dottor Michele Tedeschi;
l'investimento stimato al tempo era di oltre 14 miliardi di lire, al netto di un costo di manutenzione annua superiore a 1 miliardo e 200 milioni di lire, con la previsione di possibili risparmi in relazione alla riduzione dei tempi di completamento del progetto di informatizzazione ipotizzato in un arco di tempo massimo di 18-24 mesi;
il sistema doveva garantire la completa ed efficiente informatizzazione della contabilità generale, clienti/fornitori, ciclo acquisti, gestione del magazzino, gestione degli abbonamenti e, per la produzione, dello Stabilimento Salario che doveva fungere da «pilota» per gli altri Stabilimenti;
il processo di informatizzazione doveva inoltre favorire un forte risparmio dei costi di gestione con la riduzione del personale impiegatizio, addetto alle attività amministrative di 200-250 unità, indicato in esubero già nel primo piano industriale della gestione Tedeschi -:
se risponda al vero:
a) che il costo iniziale dell'introduzione del SAP/R3 è stato di gran lunga superato sfiorando, già adesso, i 30 miliardi di vecchie lire;
b) che l'ipotesi di completamento del progetto in 18/24 mesi è del tutto irreale ed è slittata sine die;
c) che i risultati finora realizzati, con costi elevatissimi, con il supporto della società di consulenza CSC (oltre 100 addetti retribuiti dall'istituto) sono particolarmente negativi;
d) che il costo del personale amministrativo non è stato affatto ridotto, al contrario incrementato da ulteriori assunzioni di personale;
quale tipo di controllo sia stato esercitato sull'intera vicenda dal Consiglio di amministrazione dell'epoca e dalla stessa Corte dei conti.
(4-04264)
i dipendenti del ministero dell'economia e delle finanze ricevono una retribuzione «base» rappresentata dallo stipendio mensile e dalla tredicesima, ed una retribuzione accessoria, costituita da somme di denaro che vengono erogate di tanto in tanto e che costituiscono una volta saldo/acconto del fondo unico di amministrazione un'altra volta saldo/acconto indennità di amministrazione; queste somme vengono quasi tutte corrisposte
in questo modo risulta difficile, se non addirittura impossibile, per il dipendente, ricostruire sia la dinamica con cui ha percepito una certa somma, sia le trattenute previdenziali assistenziali e fiscali sulla stessa effettuate, posto che nessuna di dette somme è accompagnata dalla consegna al lavoratore di uno «statino» attraverso il quale ricostruire gli elementi retributivi sopra descritti;
sulle somme costituenti retribuzione accessoria regna la più totale mancanza di trasparenza, dato che, a parità di anzianità di servizio, qualifica funzionale, giorni di presenza, tempo lavorato, si verificano disparità di trattamento economico di notevole spessore con la conseguenza che, lavoratori in condizioni di assoluta parità tra loro, vengono pagati in modo di gran lunga inferiore l'uno dall'altro;
tutta la specifica contabile della retribuzione accessoria viene riportata su tabulati i quali vengono distrutti dopo un certo periodo di tempo rendendo impossibile per i lavoratori che sono in procinto di andare in pensione la ricostruzione della reale base contributiva su cui dovrebbe essere calcolata la pensione;
gli stessi tabulati non possono essere consultati per motivi inerenti la, privacy dei percettori di dette somme (motivazione del tutto arbitraria qualora si consideri che la percezione di dette somme, opportunamente epurata dall'aliquota fiscale applicata, non è dato sensibile e non consente di ricostruire il reddito annuo percepito da ciascun lavoratore) -:
se questa procedura di erogazione retributiva, che si traduce in un autentico paternalismo contrattuale, sia in uso solo presso il ministero delle finanze o se sia praticato da tutte le pubbliche amministrazioni;
se, vista la necessità di rinnovare il contratto dei dipendenti statali, non sia opportuno procedere anche ad una riforma della retribuzione accessoria, istituendo in sua vece una «quattordicesima mensilità» commisurata a criteri univoci e assolutamente trasparenti quali la qualifica funzionale, l'anzianità di servizio, il tempo lavorato, i giorni di presenza;
se, a breve termine, non ritenga di intervenire per dare istruzioni agli uffici competenti affinché predispongano il riepilogo delle somme in uno statino avente valore legale da cui risultino le trattenute previdenziali, assistenziali e fiscali, e su cui poter esercitare il diritto di controllo sulla retribuzione accessoria percepita e affinché sia data la possibilità ai lavoratori di avere l'accredito di dette somme su conto corrente bancario.
(4-04266)
nell'agosto 2002, Telecom Italia ha concluso con Finmeccanica un accordo per la cessione di Telespazio, società leader nello sviluppo di servizi satellitari ad elevato valore aggiunto;
l'indiscussa competenza tecnologica, acquisita negli anni, unita ad un sistema di alleanze strategiche a livello mondiale hanno conferito a Telespazio una capacità di servizio globale a tutto campo;
ad oggi, Telespazio è pienamente impegnata nella progettazione e realizzazione di progetti importanti tra i quali il sistema europeo di comunicazione e radio-localizzazione satellitare Galileo ed il sistema di telecomunicazioni globali per i servizi multimediali interattivi a banda larga Astrolink;
si stanno attivando le procedure per la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione di Telespazio -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda predisporre affinché si possa valutare:
se rientri nelle strategie di Finmeccanica spa valorizzare il ruolo di Telespazio
se nella scelta dei componenti del consiglio d'amministrazione di Telespazio si intenda tenere, come elemento fermo, ogni tipo di incompatibilità contestabile anche attraverso esperienze trascorse dei candidati.
(4-04268)