![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Ruta ha facoltà di ROBERTO RUTA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, in Molise sono state avanzate varie richieste volte all'ottenimento dell'autorizzazione per l'installazione di centrali turbogas con allocazione sia nel basso Molise sia nel territorio del comune di Venafro, ai sensi del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7. La procedura autorizzatoria è in fase avanzata, avendo ottenuto alcuni pareri positivi da parte di enti locali e quello della regione che nel mese di maggio 2002 nell'apposita Conferenza di servizi presso il Ministero delle attività produttive ha espresso parere positivo sia per la valutazione di impatto ambientale sia sulla iniziativa stessa nel merito. E ciò è abbastanza incredibile, come dirò dopo.
la presenza di più di una centrale significherebbe stravolgere irrimediabilmente i connotati della regione stessa.
di energia elettrica nel Molise, in attesa dell'approvazione delle linee guida o del piano energetico regionale. Vorremmo inoltre sapere se il Governo ritenga di non concedere le autorizzazioni per la realizzazione delle centrali per il bene della comunità molisana e della conservazione di quello straordinario patrimonio ambientale rappresentato dalla regione Molise, stante anche i pareri negativi - ancorché non vincolanti - espressi dalla provincia di Campobasso e dai comuni interessati.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Ventucci, ha facoltà di COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, credo siano necessarie una premessa ed una risposta articolata.
modifiche progettuali, in corso di ripresentazione). Per l'altra iniziativa di Montenero di Bisaccia, citata nell'interpellanza, è in conclusione il procedimento di VIA avviato secondo la normativa preesistente.
l'esame tecnico del progetto ha finora portato a posizioni favorevoli sotto l'aspetto ambientale e territoriale.
PRESIDENTE. L'onorevole Ruta ha facoltà di ROBERTO RUTA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, non posso ritenermi assolutamente soddisfatto, in primo luogo perché il Governo conferma che il 9 ottobre procederà e andrà avanti; in secondo luogo, perché i pareri non favorevoli della provincia e di altri comuni non sono evidentemente sufficienti per affermare che questa vicenda non ha il consenso della gente molisana. Su tale aspetto vorrei formulare un'osservazione breve e chiarificatrice. Siccome la volontà politica in Italia e negli enti, anche territoriali, si esplica attraverso atti formali, la prima ed unica delibera di giunta regionale esistente su tale vicenda reca una data, l'11 gennaio 2002, quando al governo vi era la giunta regionale di centrodestra, l'attuale Governo regionale. Perché dico questo? Perché l'unica argomentazione «a difesa» sostenuta dall'onorevole presidente della giunta Michele Jorio rispetto ad un'iniziativa di questo tipo e ai dati prima elencati, dati importanti e gravi per l'equilibrio ambientale della nostra regione, è quella di sostenere che questa procedura è iniziata quando al governo vi era il centrosinistra. Sterile polemica, semplicemente perché l'altro atto esistente, precedente rispetto a quella delibera, era una determinazione dirigenziale che reca la data del 27 novembre 2001, dopo che si sono celebrate le elezioni. Dico questo perché fortunatamente esistono gli atti formali che sgombrano il campo da qualsiasi equivoco; tuttavia c'è un dato che mi interessa sottolineare: un consigliere regionale del centrodestra, nel corso del dibattito avutosi ora in consiglio regionale, ha sostenuto che questo impianto, secondo i dati tecnici, comporterà che nella zona del basso Molise vi saranno non più di due ore di nebbia fitta al giorno. Il basso Molise è una parte del territorio che non conosce la realtà della nebbia. Si trattava di un elemento consolatorio: soltanto due ore di nebbia al giorno; questa centrale a turbogas ci regala solo questo. C'è a chi piace la nebbia e a chi no, purtroppo è così.
regionale nelle quali si diceva che si voleva puntare sulla capacità di attrazione turistica e ambientale, nonchè sulla conservazione di uno straordinario patrimonio che esiste nella regione Molise e che è già messo in crisi in qualche modo da presenze industriali che ho ricordato: l'industria chimica ed altri insediamenti che indubbiamente l'avanzamento del progresso a volte comporta.
centrosinistra, avevamo detto di voler puntare sulle risorse ambientali e turistiche, sulla vocazione propria della nostra regione! Voi ci volete rubare il futuro, ma noi faremo di tutto perché ciò non accada.
PRESIDENTE. Onorevole Ruta...
ROBERTO RUTA. Non so se la nebbia che ci si vuole regalare - si tratta, peraltro, non di nebbia vera e propria, ma di immissioni nocive che cambierebbero il clima di una parte importante del basso Molise - sia l'unico modo, secondo il Governo, per avvicinare il sud d'Italia al nord e per farci diventare, forse, un po' più... padani.
La provincia di Campobasso ha deliberato nuovamente in senso negativo all'installazione di tutte le centrali elettriche e turbogas nel territorio provinciale. Altri comuni (Larino, Campomarino, Guglionesi, San Martino in Pensilis), tutti del basso Molise, hanno espresso la propria contrarietà; sono comuni interessati dal passaggio dell'elettrodotto.
Associazioni e cittadini stanno raccogliendo firme e manifestano per esprimere la propria preoccupazione, stante le profonde modifiche al sistema ambiente Molise: enormi quantitativi di acqua necessaria per il funzionamento delle centrali che sono raffreddate ad acqua; notevoli quantitativi di immissione di fumi in zone di pianura; surriscaldamento dell'aria. Già la presenza di altri insediamenti rischiosi per la salute e l'integrità fisica dei cittadini molisani, come le centrali chimiche, rende insopportabile ulteriori insediamenti, oltretutto di tali dimensioni. Una centrale turbogas inciderebbe nefastamente sul piccolo territorio della regione Molise per la propria vocazione ambientale e turistica e
Il consumo di acqua - per dare qualche dato - previsto per il raffreddamento della centrale progettata nel nucleo industriale di Termoli è di circa 200 litri al secondo, ossia 6,15 milioni di metri cubi l'anno, una quantità equivalente a quella necessaria per irrigare quasi tutto l'agro di Larino e di San Martino in Pensilis. L'enorme fabbisogno d'acqua provocherebbe un forte deficit idrico per la regione. Infatti, il quantitativo d'acqua necessario alla centrale andrà prelevato dalla diga del Liscione, che già in condizioni normali si svuota durante alcuni mesi dell'anno, e si andrà a sommare a quello destinato alla regione Puglia. Con l'installazione della centrale si produrranno circa 4.500 chilogrammi al giorno di ossidi di azoto: questo potrà causare piogge acide oppure deposizioni acide secche che, oltre ai danni ambientali, hanno anche effetti sull'uomo, in particolare, con danno a carico dell'apparato respiratorio. Questi dati sono relativi anche a quanto prodotto dall'impresa che ha presentato l'iniziativa nella relazione che ha allegato ufficialmente agli atti della regione. La quantità di acqua immessa in atmosfera sotto forma di vapore sarà circa di 150 litri al secondo con tracce residue di additivi del circuito di raffreddamento e 50 litri di acqua calda al secondo verranno versati nel mare con ripercussioni negative sulla flora e fauna marina. La centrale dovrebbe sorgere a una distanza minore di 5 chilometri dal centro abitato di Termoli e a 3 chilometri dal comune di Campomarino: si tratta dei principali comuni rivieraschi della regione Molise e della costa molisana complessivamente lunga 33 chilometri. A due chilometri dal comune di Portocannone vi è una zona in cui esiste già un forno di incenerimento per rifiuti liquidi ad alto carico inquinante e una discarica per rifiuti speciali. La centrale verrebbe inoltre a porsi in una posizione estremamente pericolosa, proprio a ridosso delle due industrie chimiche a rischio di incidente rilevante.
L'installazione dell'impianto non appare in alcun modo giustificabile agli occhi della popolazione sulla base dell'incremento delle cooperazione. Infatti, la stessa società proponente chiarisce che saranno disponibili non più di 20, 25 posti di lavoro, presumibilmente altamente specializzati, vista l'elevata tecnologia della centrale con un detrimento corrispondente nell'occupazione nel settore turistico penalizzato dall'installazione della centrale. L'elettrodotto di collegamento tra Termoli e Larino sarà lungo circa 15 chilometri e attraverserà il bacino della valle del Biferno e la zona delle piane di Larino con circa 36 tralicci di sostegno alti 60 metri. I territori attraversati rientrano nel piano territoriale paesistico ambientale d'area vasta, n. 1 e n. 2, e sono classificati come terreni di interesse produttivo agricolo per caratteri naturali di valore eccezionale, con elevati e particolari valori percettivi potenzialmente instabili e di rilievo, nei quali le infrastrutture devono essere sottoposte a valutazione di impatto ambientale.
La regione Molise, che non ha ancora il proprio piano energetico né tantomeno ha approvato le linee guida, ha un deficit energetico minimo - 118 Gwh, questi sono i dati forniti dall'ENEL - e la sola centrale in Termoli produrrebbe un quantitativo di energia oltre cinquanta volte superiore al quantitativo necessario per eliminare il deficit stesso. Il 9 ottobre prossimo gli enti territoriali locali interessati sono stati convocati per l'ultima conferenza di servizi per realizzare l'intesa con la regione Molise e recepire i pareri, non vincolanti ma necessari, degli altri enti locali territoriali (provincia di Campobasso, comune di Termoli ed altri comuni), così come previsto dalla normativa vigente, che tuttavia ci sembra limiti e leda l'autonomia costituzionalmente garantita alle regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione.
L'interpellanza è volta a sapere se il ministro - in questo caso l'autorevole esponente del Governo oggi presente - intenda sospendere le procedure volte al rilascio delle autorizzazioni per l'installazione di centrali turbogas per la produzione
La richiesta di energia elettrica è caratterizzata da un sempre crescente andamento del fabbisogno, confermato anche da recenti rilevazioni statistiche (+ 4,5% nel 2000, +2,6% nel 2001: dato provvisorio poiché siamo a settembre).
A sua volta la punta massima del fabbisogno in potenza ha evidenziato incrementi di entità ancora maggiori, passando dai 49 mila megawatt, registrati nel dicembre 2000, ai 52 mila megawatt registrati lo scorso dicembre. Peraltro, nel corso della recente stagione estiva, in concomitanza degli elevati valori di temperatura e di umidità registratisi nella seconda quindicina di giugno, è stata registrata una punta della richiesta di energia elettrica di oltre 51 mila megawatt, paragonabile, quindi, alla punta invernale.
A fronte delle predette richieste il gestore della rete di trasmissione nazionale ha stimato una potenza disponibile alla punta, per l'anno 2000, di 53.400 megawatt rispetto ai 75 mila megawatt che contabilmente risultano installati. La pur notevole differenza è dovuta a ragioni obiettive quali, in particolare, l'imponderabilità della fonte energetica primaria (fonti idroelettriche, eoliche e fonte termoelettrica).
Pertanto, ai generali obiettivi di diversificazione delle fonti primarie di energia e di riduzione dei costi nella produzione di energia elettrica, si aggiunge l'immediata necessità del rafforzamento del parco di generazione al fine di evitare crisi ed interruzioni della fornitura di energia elettrica.
Per far fronte a tale emergenza nel medio termine, il Governo ha recentemente adottato il decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7, convertito in legge 9 aprile 2002, n. 55 (cosiddetto decreto «sblocca centrali»), che ha permesso di ricondurre in un unico procedimento, dai tempi certi e definiti, la valutazione delle varie iniziative energetiche proposte permettendo, comunque, il contemperamento dei molteplici interessi relativi alla realizzazione dell'impianto, ivi comprese le opere connesse e le infrastrutture indispensabili all'esercizio dell'impianto medesimo.
Infatti, il rilascio dell'autorizzazione è subordinato al pregiudiziale espletamento della procedura di valutazione dell'impatto ambientale e all'intesa con la regione interessata; inoltre, nel corso del procedimento sono obbligatoriamente raccolti i pareri motivati del comune e della provincia nel cui territorio ricade l'impianto.
Peraltro, lo scorso 5 settembre è stato sancito un accordo tra Governo, regioni, province, comuni e comunità montane per «l'esercizio dei compiti e delle funzioni di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica», in cui sono individuati criteri generali di valutazione dei progetti presentati per l'autorizzazione e definite linee comuni per l'espletamento delle attività amministrative di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica.
Per quanto riguarda specificamente le richieste di autorizzazione per l'insediamento di impianti di produzione di energia elettrica nel territorio della regione Molise, si fa presente che, ai sensi della legge n. 55 del 2002, sono in corso i procedimenti per gli impianti proposti nei comuni di Termoli e di Venafro (la procedura di VIA per quest'ultima è stata recentemente sospesa dal proponente per
Quanto evidenziato nell'interpellanza in questione si riferisce alle fasi procedurali relative al progetto di Termoli, che risulta in fase di conclusione e se ne riassumono gli elementi rilevanti della valutazione sinora effettuata, quindi in itinere.
In primo luogo, a seguito della richiesta della società Energia, lo scorso 13 maggio si è tenuta la prima riunione della conferenza di servizi convocata per la valutazione dell'iniziativa consistente nella realizzazione di una centrale a ciclo combinato della potenza elettrica di 800 megawatt, da realizzare nel territorio del comune di Termoli, unitamente ad un elettrodotto e ad un metanodotto, entrambi della lunghezza di circa 15 chilometri.
In secondo luogo, dal punto di vista ambientale, il complesso di tali opere è stato oggetto della favorevole pronuncia di compatibilità ambientale (DEC/VIA/7584 del 3 settembre 2002) del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il ministro per i beni e le attività culturali.
In particolare, sono stati presi in esame e ritenuti positivamente compatibili gli aspetti inerenti: al controllo delle emissioni in atmosferica; alla sicurezza idraulica ed ai rischi incidentali; all'inquinamento acustico; ai campi elettromagnetici e all'inquinamento luminoso; alla sistemazione paesaggistica e vegetazionale del sito della centrale e delle aree adiacenti; al monitoraggio biologico della qualità dell'aria; all'utilizzo delle risorse idriche; alla cessione di energia termica ad altri soggetti utilizzatori, dando così, nel contempo, una risposta approfondita e motivata ai dubbi formulati nel corso del procedimento, nonché ai timori paventati dalla popolazione locale.
In terzo luogo, per quanto concerne la posizione delle istituzioni territoriali, la regione Molise ha già fatto pervenire al ministero il parere favorevole alla realizzazione dell'elettrodotto a 380 chilowatt per l'allacciamento della centrale di Termoli alla stazione elettrica di Larino, formulato sulla base dell'esito positivo delle procedure di VIA e relativa istruttoria tecnica, svolta ai sensi della legge regionale n. 21 del 2000 e per la quale la regione non ha proceduto al rilascio del giudizio definitivo di compatibilità ambientale, stante il ricorso alla legge n. 55 del 2002, che prevede un'unica autorizzazione, oltre alla deliberazione della giunta regionale a delegare un proprio rappresentante in seno alla conferenza di servizi sopra richiamata, con l'espresso richiamo alle favorevoli deliberazioni in ordine alla centrale e all'elettrodotto.
In quarto luogo, la posizione delle altre amministrazioni locali interessate è omogenea. A fronte dei pareri favorevoli dei comuni di Termoli, di Portocannone e di San Martino in Pensilis, si sono espressi in senso contrario: la provincia di Campobasso, con un parere negativo all'installazione di tutte le centrali elettriche e turbogas nel territorio provinciale; il comune di Larino, con un parere non favorevole all'elettrodotto; il comune di Guglionesi, con un parere «non favorevole sulla costruzione di un tratto di metanodotto nel proprio territorio comunale, in quanto il tracciato proposto è motivo di interferenze con il piano paesistico regionale, i SIC ed i Bioitaly presenti nella zona» (al riguardo, si evidenzia che nella citata pronuncia di compatibilità ambientale, DEC/VIA7584 del 3 settembre 2002, viene specificato che l'interferenza data dall'attraversamento del metanodotto non viene considerata significativa), il comune di Campomarino, con un generico parere negativo all'installazione delle centrali turbogas e delle relative infrastrutture.
In quinto luogo, al fine di concludere l'istruttoria nel rispetto dei tempi massimi definiti dalla legge, è stata convocata la conferenza di servizi conclusiva per il prossimo 9 ottobre, ancora una volta invitando tutte le amministrazioni interessate. Si sottolinea ancora una volta che
In merito alle obiezioni di carattere generale sollevate in ordine alla realizzazione dell'iniziativa, improntate sul fatto che la regione Molise, che non ha ancora definito il proprio piano energetico regionale, registra un deficit di produzione di energia elettrica del 15 per cento della richiesta, mentre la centrale di Termoli produrrebbe un quantitativo di energia elettrica notevolmente superiore a tale deficit, si osserva preliminarmente che la mancanza di un piano energetico regionale - strumento di programmazione che, peraltro, poco si armonizza con la liberalizzazione dell'attività di produzione di energia elettrica, sancita dal decreto legislativo n. 79 del 1999 regolante il mercato interno dell'energia elettrica - non appare certamente ostativa alla eventuale realizzazione dell'impianto.
Il recente accordo fra Stato, regioni ed enti locali fornisce, comunque, sufficienti criteri per una corretta valutazione delle proposte presentate sotto un profilo anche di coerenza con le esigenze del territorio.
Non si ritiene invece corretto rapportare ogni iniziativa esclusivamente al fabbisogno energetico locale e regionale, in quanto ciò sarebbe frutto di una visione impropria del sistema energetico che, in quanto sistema a rete, possiede una dimensione sicuramente sovraregionale se non addirittura europea, nonché causa di sicure inefficienze di sistema, dovendo per paradosso tendere ad un'autosufficienza non di paese ma di micro-area.
In ogni caso, la richiesta di sospensione degli iter di autorizzazione non è compatibile con l'attuazione di una legge appositamente emanata per fronteggiare una situazione di criticità strutturale che i dati ufficiali sul settore elettrico dimostrano ampiamente.
Il tema straordinario è tuttavia che noi abbiamo letto le linee programmatiche del governo regionale ed abbiamo assistito ad un anno di dichiarazioni del Governo
Nessuno vuole sottrarsi al contributo di solidarietà, onorevole sottosegretario, che il Molise vuole offrire al resto d'Italia per tutto quello che è necessario. Però è straordinario che vi possa essere, come lei ha detto, la possibilità di avere fino a tre centrali turbogas (sette sono le richieste per la regione Molise): una a Termoli, di quelle dimensioni, una addirittura a Montenero, più piccola, e una a Venafro di dimensioni straordinarie. Si tratta degli unici due posti di pianura del Molise dove l'agricoltura è produttiva e ancora attrae forze di lavoro significative, e lì noi andiamo ad installare due centrali turbogas! Non a caso la Coldiretti, la CIA ed anche gli operatori turistici sono assolutamente contrari a questa iniziativa, come pure le associazioni ambientaliste e le associazioni degli alberghi (i pochi che ci sono in Molise).
Perché sono contrari? Forse perché hanno paura, come nell'ottocento, quando si inventò il treno, che lì vi sia il diavolo? No, sono contrari perché quella presenza è incompatibile con il tipo di sviluppo che quella regione tenta di realizzare! Noi siamo usciti dall'obiettivo 1, siamo in phasing out. Da questo Governo abbiamo ricevuto solo moltissime promesse, ma nessun fatto concreto. Questo è il primo fatto concreto che il Governo Berlusconi realizza in Molise: ci regala una centrale a turbogas, subito, il 9 ottobre! Questo è il primo atto concreto ed è un atto che modificherà, al di là della nebbia, il sistema climatico e ambientale: siccome la centrale viene raffreddata ad acqua e, quindi, ne è necessaria una grande quantità, quell'acqua riscaldata va nel mare, perché Termoli sta a 6 chilometri dalla costa, nell'unico tratto che oggi è ancora uno dei più puliti d'Italia! E lì noi andiamo ad installare una centrale turbogas!
Quando arriviamo alla votazione in consiglio regionale, nell'unico momento in cui bisogna esprimere un parere di merito, per dire «sì» o «no» alla centrale turbogas, la maggioranza di centrodestra si blinda, fa quadrato, si richiama all'unità e decide lì, per la prima volta, nel merito. Le altre decisioni, come quella sull'impatto ambientale, sono decisioni tecniche, ma qui si tratta di una valutazione politica, perché alla politica è dato il compito di scegliere che cosa si può fare in un territorio! L'occasione in quella circostanza gli è stata data e loro hanno detto: sì, la vogliamo. Il Governo nazionale di centrodestra dice: sì, la vogliamo e la vogliamo nel Molise, lungo la costa molisana, lì dove, invece, abbiamo detto che vogliamo puntare sulle risorse ambientali, turistiche e su un altro tipo di sviluppo.
Allora il Governo non si meravigli, né quello nazionale e né quello regionale, entrambi di centrodestra, di questa vicenda, perché poteva eliminare il «sì» semplicemente dicendo «no». È così semplice: invece di dire «sì alle centrali», sarebbe stato sufficiente che la regione o il Governo, resosi conto dell'incompatibilità di questa iniziativa, per tutte le suddette ragioni, dicesse semplicemente «no». È l'espressione di una volontà politica, al di là delle valutazioni di tipo tecnico, della valutazione di impatto ambientale e quant'altro. Esiste una valutazione politica, quindi, politicamente, il centrodestra a Roma e nel Molise dice «sì» ad una centrale turbogas, subito a Termoli, poi vedremo a Venafro e poi ancora in altri luoghi.
Una cosa concreta dunque il Governo Berlusconi ce l'ha data e noi non ringraziamo, perché siamo convinti che quella centrale turbogas rimarrà lì, come è previsto nel progetto, per quarant'anni. Noi diciamo assolutamente «no» e continueremo a dire «no» in tutte le forme civili possibili. Noi protestiamo perché questo Governo, insieme al Governo regionale, ci sta rubando un pezzo del nostro futuro, del Molise, quando insieme, centrodestra e
Lo faremo manifestando a Termoli e, il 9 ottobre, sotto il Ministero delle attività produttive affinché qualcuno, tenuto conto anche dei pareri di altri enti che dicono «no» e preso atto della situazione, o sospenda o dica semplicemente «no»: pure questa seconda soluzione sarebbe praticabile, anche se, non rispondendomi, mi ha implicitamente fatto capire, signor sottosegretario, di non avere alcuna intenzione di percorrere tale strada.
Noi, invece, vorremmo interventi strutturali, infrastrutture e, ad esempio, finanziamenti reali per la Termoli-San Vittore, perché abbiamo un sistema di viabilità arcaico. Questo vorremmo dal Governo, non un po' di nebbia! Il Molise ha un bisogno limitatissimo di energia elettrica cui può fare fronte semplicemente attraverso mezzi alternativi.