Allegato B
Seduta n. 185 del 3/9/2002


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INTERNO

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il 28 luglio 2002 l'esplosione della polveriera Baschieri e Pellagri di Bologna ha provocato danni anche strutturali alle case e ai capannoni di tutta la zona;
le cause dell'incidente sono in corso di accertamento e quello che risulta è che risultano essere saltati in aria quattro essiccatoi per la preparazione della polvere da sparo nella storica fabbrica di munizioni per la caccia e il tiro a segno;
la fabbrica è stata posta sotto sequestro e la protezione civile sta appurando l'eventuale presenza di polvere d'amianto che poteva essere contenuta nelle strutture saltate in aria;
gli impianti di sicurezza sembrano aver funzionato e quindi i danni sono contenuti ma risulta evidente dover rivedere la localizzazione degli impianti a rischio nella cintura di Bologna, verificare i piani di protezione civile in caso di incidente, e informare le popolazioni residenti -:
se i ministri non ritengano attuare innanzitutto un piano più incisivo a tutela della popolazione di Bologna e provincia sui siti a rischio e se non ritengano urgente la pubblicazione dei piani di protezione civile;
se non ritengano ognuno per propria competenza di dover fornire la mappa dei siti industriali, chimici e militari a rischio in queste zone ed effettuare una verifica del rispetto della misure di prevenzione e di sicurezza, e la delocalizzazione dei siti pericolosi in aree non abitate.
(2-00449)«Cento».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il giorno 31 luglio 2002 nella zona antistante il Senato si è svolta pacificamente una manifestazione di protesta contro la legge in fase di approvazione al Senato che garantisce il legittimo sospetto;
il 1o agosto 2002 sin dalla mattina alcune centinaia di manifestanti si sono ritrovati nuovamente a protestare davanti al Senato esercitando un semplice diritto;
è stata predisposta in corso Rinascimento e nelle vie laterali una presenza spropositata e ingombrante di forze dell'ordine che con transenne e manganelli alla mano, impedivano a molti cittadini di protestare ed impedendo a molti addirittura l'accesso alle zone di protesta, e determinando, pertanto ad avviso dell'interrogante, un clima di repressione e di intimidazione verso i manifestanti -:
per quali ragioni sia stato disposto un simile spiegamento di forze dell'ordine davanti al Senato e quali iniziative intenda assumere perché sia garantito, anche per il futuro, per i cittadini il libero diritto di manifestare senza clima di repressione e intimidazione, anche davanti alle sedi delle rappresentanze parlamentari e di Governo.
(2-00450) «Cento».


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Interrogazioni a risposta orale:

SINISCALCHI, ROBERTO BARBIERI, CENNAMO, CHIAROMONTE, MARONE, PETRELLA e RANIERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi una pericolosa avaria ha colpito l'autovettura a bordo della quale viaggiava il presidente della regione Campania mentre stava percorrendo l'autostrada del Brennero;
il Presidente della regione Campania era stato prelevato dalla automobile all'aeroporto di Verona per raggiungere una località alpina in provincia di Bolzano;
a causa di un improvviso guasto al motore, l'automobile blindata, croma di colore blu all'interno della quale, oltre al presidente Antonio Bassolino, viaggiavano due agenti della Polizia di Stato, è stata, in un brevissimo lasso temporale, investita da un denso fumo e dalle fiamme;
al sopraggiungere delle fiamme, divampate all'interno della vettura, i passeggeri hanno fatto appena in tempo a mettersi in salvo e ad estrarre rapidamente i bagagli e gli effetti personali;
l'autista, nonostante si fosse immediatamente attivato per spegnere le fiamme, divampate improvvisamente, non è riuscito a domarle con l'estintore e l'incendio, che ha investito anche la zona di sosta d'emergenza, è stato sedato soltanto grazie al successivo intervento dei vigili del fuoco;
l'episodio ha messo in luce, in particolare, il concreto pericolo al quale sono esposti quotidianamente coloro i quali, oltre a ricoprire cariche istituzionali di rilievo, sono da tempo sottoposti ad una «tutela» specifica, essendo ritenuti possibili obiettivi di attentati terroristici o di azioni criminali;
la dinamica del pericoloso guasto occorso alla automobile blindata, a bordo della quale viaggiava il presidente della regione Campania, ha inevitabilmente suscitato perplessità in ordine alla concreta gestione delle risorse tecniche ed umane utilizzate nell'ambito delle attività di coordinamento afferente i programmi di sicurezza e di tutela;
episodi di tal fatta rischiano, inevitabilmente, di proiettare negli ambienti legati al terrorismo criminale ed all'eversione, una immagine di debolezza e di vulnerabilità che investe sia i possibili obiettivi che l'intero assetto delle protezioni e della sicurezza -:
se il Ministro interrogato intenda accertare la dinamica dei fatti esposti in premessa, anche attraverso la acquisizione di una dettagliata relazione afferente l'impiego della automobile di servizio utilizzata dal Presidente della regione Campania dall'aeroporto di Verona fino alla zona in cui, nei pressi della località Ala, la vettura, sulla corsia di emergenza, è stata avvolta dalle fiamme;
sempre nell'ambito dello specifico accertamento, se il Ministro sia in grado di acquisire informazioni relative alle attività di manutenzione effettuate sulla autovettura utilizzata;
se non ritenga doveroso un monitoraggio delle automobili di servizio utilizzate nell'ambito dei richiamati piani di «tutela» al fine di consentire specifiche valutazioni di idoneità all'uso, calibrate sulle concrete esigenze di sicurezza;
quali provvedimenti, nell'ambito delle proprie specifiche competenze, il Ministro intenda adottare al fine di garantire un miglioramento qualitativo del servizio idoneo a scongiurare il verificarsi di analoghi incidenti.
(3-01315)

ROBERTO BARBIERI, CENNAMO, CHIAROMONTE, DE LUCA, ALBERTA DE SIMONE, DIANA, MARONE, PETRELLA, RANIERI e SINISCALCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi il quartiere di San Giovanni a Teduccio di Napoli e, più in generale tutta la zona orientale della città, come rilevato sulle pagine degli organi di


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stampa locali, è stato oggetto di un costante stato di soggezione, ad opera della criminalità organizzata, culminato in numerosi episodi di richiesta di tangenti a cantieri di lavoro;
ciò è avvenuto, in particolare, per i cantieri di costruzione della nuova metropolitana di Napoli, che nei precedenti anni non risulta avessero mai subito pressioni di carattere camorristico;
le imprese comunali, per sottrarsi al racket della camorra, sono riuscite a svolgere il loro lavoro solo sotto la scorta delle forze dell'ordine;
tali fatti criminosi sono culminati nel raid nella darsena di Vigliena, nel corso del quale sono state incendiate numerose imbarcazioni da diporto;
la zona orientale nei prossimi mesi sarà interessata da una serie di interventi sia pubblici che privati, miranti a riqualificare il territorio, come tali potenzialmente oggetto di criminalità organizzata -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per garantire la sicurezza del territorio e dei cittadini al fine di consentire un reale sviluppo sociale ed economico del quartiere;
in che modo il Governo intenda rivitalizzare il contratto di sicurezza per la zona orientale e potenziare il coordinamento delle forze dell'ordine operanti sul territorio.
(3-01316)

GRANDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano «l'Unità» del 3 agosto è comparsa la notizia che nell'azienda Teleinvest di San Giovanni in Persiceto (Bologna) c'è stata un'indagine dei carabinieri in azienda durante un'assemblea sindacale, con la motivazione di una richiesta della prefettura di Bologna che, peraltro, ha smentito di averla richiesta;
questo grave episodio, del tutto immotivato e al quale sembra estranea una richiesta dell'azienda, fa seguito ad altre analoghe iniziative segnalate in altre parti d'Italia e in particolare in Lombardia durante lo sciopero generale regionale indetto dalla Cgil, a Bergamo, a Tolentino, a Benevento, in occasioni diverse;
l'avvio di indagini sugli scioperi indetti dalla Cgil in Lombardia e in Emilia-Romagna trae origine da una precisa quanto illegittima richiesta del ministero del lavoro e delle politiche sociali, in quanto adottata senza averne i poteri e per di più partendo dall'indagine sugli scioperi indetti dalla Cgil si è arrivati ad un'indagine sui sindacati e sul loro operato che ha coinvolto settori dei carabinieri e della polizia e che in alcuni casi, come a Benevento, ciò sembra essere avvenuto su richiesta della prefettura;
questi comportamenti contraddicono la Costituzione della Repubblica e in particolare gli articoli 39 e 40, sono al di fuori delle leggi dello Stato perché non ricorrono i fondamenti dell'impiego delle forze dell'ordine che vengono così distolte dal loro compito di garantire la sicurezza dei cittadini -:
se non ritenga che l'iniziativa suddetta ha sia illegittima e, in caso affermativo, se non ritenga necessario ed urgente disporre ufficialmente il blocco di ogni iniziativa di questo tipo, e se non ritenga necessario quindi rimuovere immediatamente dai rispettivi incarichi responsabili delle iniziative suddette.
(3-01318)

CARBONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 1o agosto 2002 in Sassari nelle prime ore del pomeriggio, l'ing. Francesco Loi, dirigente responsabile dell'ufficio edilizia privata del comune di Alghero, è stato ferito nel giardino della propria abitazione appena sceso dall'autovettura, da un individuo a volto scoperto che gli ha esploso un colpo di pistola e si è allontanato fuggendo in moto;
il grave episodio è l'ultimo di una lunghissima serie di attentati e di fatti


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criminosi attuati in Sassari e nei comuni del circondario contro amministratori, pubblici funzionari ed edifici pubblici: fra i più gravi, oltre a quello che ha coinvolto l'ing. Loi, l'attentato incendiario di alcuni mesi fa alla abitazione dell'ing. Zolezzi funzionario del settore dell'edilizia privata del comune di Sassari, quello contro il funzionario del comune di Macomer e l'incendio che ha distrutto la casa comunale di Uri;
è evidente che stanno venendo meno progressivamente le condizioni di sicurezza ed il controllo del territorio, talché queste azioni possono essere compiute impunemente e senza conseguenze;
ciò, nonostante il programma della attuale maggioranza di governo contenesse fra i principi ispiratori la questione della sicurezza e della sorveglianza del territorio (con l'ormai mitico poliziotto di quartiere);
allo stato invece si deve constatare una pericolosa caduta dei livelli di sicurezza -:
quali iniziative l'onorevole Ministro intende assumere per riportare nella città di Sassari e nei comuni viciniori i livelli di tranquillità, di sicurezza e di serena convivenza da sempre conosciuti fino a qualche tempo fa.
(3-01319)

GUIDO GIUSEPPE ROSSI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sul confine italo-francese del colle della Maddalena, a partire dalla notte del 15 agosto 2002 si è svolto per alcuni giorni un raduno di musica tecno (a cui hanno partecipato secondo fonti della questura di Cuneo dalle 15.000 alle 18.000 persone per lo più di nazionalità francese) precedentemente vietato dalle autorità della pubblica sicurezza francese;
la prefettura di Cuneo è stata tardivamente informata dalle autorità transalpine;
si è venuta a creare un'assoluta mancanza di legalità sia attraverso il blocco di un valico internazionale, sia attraverso minacce e intimidazioni subite da turisti e da ignari cittadini transitanti sul colle -:
quali siano le motivazioni per le quali non si è provveduto ad impedire l'assembramento sul territorio italiano;
quali siano le eventuali misure di risarcimento danni proponibili nei confronti degli organizzatori;
quali iniziative intenda adottare per impedire che manifestazioni di questo genere si possano ripetere nel futuro.
(3-01321)

FOLENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni è stato rinvenuto dalla rappresentanza sindacale unitaria della Fiat-Powertrain di Termoli (Campobasso) un volantino di minaccia terroristica;
tale volantino rappresenta il quinto caso negli ultimi cinque anni e pone interrogativi inquietanti in quanto accentua un clima di tensione in un'azienda già provata da incertezze sul futuro occupazionale del personale;
esprimendo la massima solidarietà alla rappresentanza sindacale e tutti i lavoratori dell'azienda, non si può non essere preoccupati dal fatto che a distanza di tre anni, come riportato anche da diversi organi di stampa, permane il massimo dell'incertezza sulla natura e sulle dinamiche con cui si sono sviluppati i fatti descritti;
gli ultimi due volantini di minacce sono stati rinvenuti in concomitanza con gli scioperi proclamati dalla CGIL e dalla Fiom il 4 e il 13 luglio 2002, intervenendo di fatto sulle normali dinamiche sindacali che rappresentano un elemento essenziale per la democrazia;


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è compito esclusivo delle autorità competenti verificare l'autenticità o meno dei documenti rivendicativi, individuando e perseguendone gli autori -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sovra descritti;
se il Governo visto il protrarsi di una situazione di incertezza non intenda promuovere azioni precise ed immediate atte a tutelare la sicurezza e l'incolumità dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali presenti in azienda.
(3-01328)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la curiosa ed incredibile vicenda del cd-rom contenente le intercettazioni eseguite all'interno del Bar Mandara di Roma (cd-rom frantumato dall'erculea forza delle ginocchia del maresciallo Daniele Spello) sta mostrando sviluppi inquietanti;
ilquotidiano Il Giornale di martedì 20 agosto 2002, alla pagina 8, rivela che la diffusione della notizia di quello che viene definito «incidente» (e che costituisce la «madre di tutte le prove») avvenne attraverso il solitamente troppo ben informato Corriere della Sera secondo cui la frantumazione del dischetto sarebbe avvenuta in data 17 luglio 2002;
la Dottoressa Ilba Boccassini, secondo quanto riferisce il quotidiano citato, in data 20 luglio avrebbe scritto di suo pugno: «... nella tarda serata di ieri il m.c. GdF Daniele Spello ... accidentalmente causava la rottura del cd-rom n. 1...»;
il curioso «incidente», dunque, non sarebbe avvenuto il 17 luglio bensì il 19 luglio 2002;
la Dottoressa Ilda Boccassini, con precisione svizzera, ha aggiunto: «Su mia disposizione ... Spello Daniele ha provveduto a fotografare tutti i supporti specificati. Dalla fotografia del cd-rom n. 1 risulta che alle ore 19.53.10 lo stesso era ancora integro...»;
la vicenda è certamente inquietante non solo per le modalità inconsuete con le quali si sarebbe verificata la rottura, ma anche per l'incertezza sulla data dell'incidente, atteso che secondo il Corriere della Sera sarebbe in realtà avvenuto non il 19 luglio 2002 ma il 17 luglio 2002;
a nessuno potendo sfuggire la delicatezza della questione, è evidente che la vicenda deve essere ricostruita in modo assolutamente certo non soltanto sotto il profilo delle cause della frantumazione del cd-rom, ma anche sotto il profilo della data esatta dell'incidente -:
se non ritenga che sussistano i presupposti per l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del maresciallo Daniele Spello.
(3-01332)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stampa nazionale ha dato notizia dell'incidente tecnico occorso al maresciallo Daniele Spello che, mentre stava predisponendo a Milano la documentazione da inviare al Gip di Perugia dottor Paolo Micheli che sta indagando sui falsi delle registrazioni avvenute nel Bar Mandara di Roma, maldestramente ha lasciato cadere il dischetto frantumandolo nel tentativo di fermarlo serrando le ginocchia;
la questione, se non centrale certamente rilevantissima e significativa nell'ambito del processo Sme, attiene alle manipolazioni che sarebbero state operate sulla registrazione medesima;
il Procuratore Capo di Milano dottor Gerardo D'Ambrosio è intervenuto immediatamente in difesa del disattento sottufficiale affermando che «il Maresciallo Daniele Spello lo conosco da un decennio, ne conosco la diligenza e le sue indiscusse capacità che hanno destato rispetto e ammirazione da parte dei sostituti e mia personale» (cfr. Libero di giovedì 1o agosto 2002 alla pagina 4);


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per mera coincidenza, la dichiarazione del dottor D'Ambrosio è giunta il giorno successivo all'incarico dato dal Gip di Brescia al professor Paolo Giua (lo stesso tecnico che aveva documentato la manipolazione dei nastri) per tentare di estrarre dal cd rom i dati riversati;
ad avviso dell'interrogante, si è superato ormai ogni limite di decenza anche nella giustificazione di questi «incidenti» che rendono pressoché impossibile, o quanto meno difficilissimo, documentare l'attività criminale di coloro che potrebbero aver manipolato una prova in base alla quale sono stati sbattuti in galera cittadini;
ad oggi nulla è accaduto pur sapendosi che vi è stata manipolazione e la frantumazione del dischetto rappresenta, secondo l'interrogante, l'apoteosi di una farsa che deve finire non solo per garantire i cittadini inquisiti ma per lo stesso prestigio che doverosamente si deve riconoscere all'autorità giudiziaria -:
se non ritenga che sussistano i presupposti per l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del maresciallo Daniele Spello.
(3-01333)

Interrogazioni a risposta scritta:

GASPERONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sulla stampa locale e con particolare evidenza su Il Messaggero, cronaca di Pesaro, del 26 luglio 2002, si denuncia in un articolo dal titolo «Caccia alle badandi clandestine, espulsioni a raffica, denunciate undici famiglie» una situazione di accanimento dei carabinieri nei controlli sulle badanti non in regola con il permesso di soggiorno -:
se non ritenga ingiustificato quanto lì denunciato alla luce di una legge appena approvata dalle Camere e alla vigilia della sua entrata in vigore (manca solo la firma del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione) che prevede proprio la sanatoria per tutte queste posizioni irregolari;
cosa intenda fare con urgenza per impedire che migliaia di famiglie della provincia di Pesaro-Urbino vivano nell'angoscia di vedersi private di un supporto fondamentale nell'assistenza di anziani spesso non autosufficienti di cui le strutture pubbliche sono assolutamente insufficienti ed inadatte a farsene carico e per consentire loro di utilizzare le nuove disposizioni della legge per regolarizzare tutte queste persone.
(4-03688)

LUMIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi si sta assistendo ad un'allarmante recrudescenza di atti delinquenziali nella zona del trapanese che risulta essere anche ad alta densità mafiosa; non ultimi alcuni episodi legati al mercato clandestino dell'acqua che hanno portato il questore a delegare apposite indagini alla squadra mobile di Trapani che di recente ha scoperto un acquedotto privato nelle campagne di Trapani collegato ad una condotta di adduzione;
contro la mafia non si risponde con un'adeguata strategia investigativa a causa della carenza di uomini e mezzi, penalizzando, così, la lotta contro la mafia nel territorio;
nella provincia di Trapani, e in particolare ad Alcamo e Castellammare del Golfo, manca una seria azione di monitoraggio della criminalità organizzata a causa anche dell'assenza di funzionari e dirigenti in grado di coordinare le azioni investigative;
risulta scoperto il commissariato di Castellammare; analoga situazione a Mazara del Vallo, e privo di dirigente risulta essere anche l'importante ufficio preposto alla redazione delle proposte per l'applicazione di misure di prevenzione e sequestro di beni;
per le carenze di risorse, è praticamente impossibile istituire una task force che si occupi degli immigrati clandestini;


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che è stata data notizia dell'invio di 20 agenti presso la questura di Trapani, ma si tratta di ausiliari che perciò potranno essere comandati solo a semplici servizi di sorveglianza e non applicati, come invece serve nei servizi importanti di controllo del territorio e di prevenzione e repressione di episodi criminosi -:
quali interventi urgenti si vogliano adottare per risolvere il problema della carenza di organico nel territorio del trapanese affinché non venga penalizzato il cammino della lotta alla mafia in zone fortemente a rischio;
se il Ministro interrogato intenda promuovere provvedimenti urgenti per intensificare la presenza delle forze dell'ordine nelle zone ad alta densità criminale e mafiosa e che si sostanziano intanto nella nomina dei dirigenti destinati ai posti in atto vacanti.
(4-03691)

OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si è diffusa la notizia che il corpo dei vigili del fuoco delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta sia al momento privo di un servizio di elicotteri che consentano operatività reale e continuativa di soccorso ad ampio raggio, poiché i soli apparecchi che ha attualmente in dotazione sono di tipo AB 206, che non consentono interventi adeguati in relazione ai limiti strutturali e di dotazione impiantistica in quanto privi di verricello di soccorso e assai limitati nella capacità di sollevamento di carichi al gancio baricentrico;
tale situazione, stando a tali notizie, non avrebbe il carattere di eccezionale contingenza ma rischierebbe di protrarsi lungamente nel tempo, in quanto la dotazione di nuovi mezzi adeguati al soccorso risulta legata all'iter di scelte della tipologia dei veicoli e alle procedure di acquisto e di assegnazione, che richiedono tempi lunghi di definizione con il risultato di lasciare scoperto dal servizio di soccorso le regioni interessate per un periodo di mesi e mesi -:
se il Ministro interrogato ritenga che la suddetta situazione risulti oggettivamente gravissima e allarmante in particolare perché riferita ad un territorio che, per le caratteristiche oggettive, è esposto a permanenti situazioni di rischio come dimostrato reiteratamente dalla stessa esperienza recente e in particolare dalle alluvioni susseguitesi negli ultimi anni, rischi nei quali l'intervento di soccorso tempestivo a mezzo elicottero si è rivelato assolutamente indispensabile e l'unico possibile per salvare centinaia di vite umane;
se non ritenga che tale stato di fatto risulti incompatibile non solo con un corretto servizio di protezione civile ma con le esigenze elementari di prudenza e di responsabilità che impongono di prevedere e apprestare misure appropriate di pronto ed efficace intervento soprattutto su un territorio così esposto a rischi gravi e permanenti e così vasto e popolato;
se il Governo non ritenga necessario, nel caso la situazione risultasse nei termini sopra ricordati, attivare misure immediate ed adeguate tese a superare il suddetto gravissimo stato di fatto e a garantire alle popolazioni interessate un servizio a mezzo elicotteri da parte dei vigili del fuoco, e quindi dell'apparato di protezione civile, tempestivo ed efficace in caso di necessità;
quali misure concrete il Governo intenda attivare a tali fini.
(4-03696)

CARDINALE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalla ricostruzione dei fatti diffusa dagli organi di stampa viene emergendo il profilo criminoso dell'attività del signor Alessandro Martello, professionalmente collegato al Gruppo Moccia e ritenuto in rapporti di collaborazione con il Vice-Ministro dell'economia e delle finanze Gianfranco Miccichè -:
quale natura e quali contenuti specifici connotino il contratto che lega il


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Gruppo Moccia al Ministero dell'economia e delle finanze.
(4-03697)

CARBONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 30 luglio 2002, nelle prime ore della notte è stato appiccato un incendio all'interno del municipio di Uri, comune della provincia di Sassari;
l'incendio ha origine dolosa poiché è stato appiccato all'interno della stanza destinata ad ufficio del sindaco posta al primo piano elevato dello edificio;
l'incendio ha distrutto tutti i mobili, gli arredi, i documenti e l'impianto informatico che si trovavano nella stanza ed ha profondamente lesionato le altre stanze poste sullo stesso piano, rendendo impraticabile la attività in diversi settori della amministrazione comunale;
il fatto, che si inserisce tra i numerosi attentati perpetrati contro sindaci, amministratori e strutture municipali in vari comuni della Sardegna, desta maggior preoccupazione tra gli amministratori ed i cittadini di Uri poiché da circa due mesi il personale assegnato alla stazione dei carabinieri è stato trasferito presso la stazione del vicino comune di Usini per la inagibilità dei locali che ospitavano la stazione di Uri -:
quali iniziative intende assumere il Ministro interrogato per restituire sicurezza ai cittadini ed agli amministratori del comune di Uri e per riportarvi in tempi brevi la stazione dei carabinieri.
(4-03701)

SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dal 18 al 28 luglio scorso si è svolta a Rieti, nell'area dell'ex zuccherificio, la quindicesima edizione della festa del «Secolo d'Italia», quotidiano di Alleanza Nazionale;
durante lo svolgimento della festa di cui sopra, sono state vendute - dal movimento Azione Giovani - sotto lo sguardo di agenti della polizia, bandiere (con sopra stampata l'aquila della RSI), magliette (di stampo razzista, con lo slogan tipo «l'Italia agli italiani» oppure «100 per cento italiano»), adesivi (riportanti celtiche e aquile) e altro materiale riportante in materia esplicita richiami al disciolto partito fascista -:
se non ritenga opportuno adoperarsi, con tutti gli strumenti in suo possesso, al fine di predisporre necessari accertamenti, e nell'intento di evitare che altre simili manifestazioni di dichiarata apologia del fascismo si svolgano sul territorio del nostro paese.
(4-03704)

VALPIANA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle politiche agricole e forestali, al Ministro delle attività produttive, al Ministro per gli affari regionali. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto 2002, una prima volta intorno alle ore 1, una seconda intorno alle ore 4, una tromba d'aria e una grandinata di misure e intensità eccezionali hanno colpito diversi paesi della provincia di Verona, soprattutto del basso lago di Garda, con epicentro a Lazise, spostandosi poi in Valpantena e in Valpolicella, creando una vera e propria catastrofe in termini ambientali;
oltre a piantagioni e colture (in particolare ulivi e vigneti, base economica della zona), sono stati sradicati e divelti alberi, uccisi gabbiani, ferite almeno una ventina di persone (si sono visti «chicchi» di grandine del peso di 700 grammi), scoperchiate case (oltre il 60 per cento dei tetti ha riportato danni più o meno gravi) e campeggi (particolarmente frequenti e frequentati nella zona), distrutto macchine e barche ormeggiate;
il fenomeno, assolutamente imprevedibile, è stato di un'irruenza tale che non si ricorda nulla di simile se non nel 1929;


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l'immediata mobilitazione del prefetto, dei sindaci della zona, di polizia e carabinieri nulla ha potuto, però, contro la furia degli elementi, se non portare soccorso e aiutare i cittadini a tamponare le conseguenze più immediate dello sconvolgente fenomeno atmosferico (allagamento di cantine, case, alberghi);
evidentemente, gli ingentissimi danni non sono attualmente ancora quantificabili, ma va sottolineato come l'agricoltura, principale risorsa economica della zona soprattutto per la produzione vitivinicola, famosa in tutto il mondo, ha subito una devastazione che, oltre ad azzerare la stagione 2002, avrà sicuramente ripercussioni anche sulla produzione del 2003;
altro settore particolarmente colpito è quello turistico, in particolare sulla riviera degli olivi, incantevole zona lacustre dal clima particolarmente temperato e dal paesaggio impareggiabile, colpita, così duramente nelle sue strutture nel pieno della stagione -:
se il Governo intenda proclamare al più presto lo stato di calamità per tutta la zona così duramente colpita e azzerata da una simile catastrofe ambientale;
se intenda nominare una specifica unità di crisi per gestire la gravissima situazione creatasi, onde intervenire nel più breve tempo e con la massima efficacia possibili;
quali iniziative necessarie ed urgenti intenda assumere nell'immediato e nel prosieguo per salvaguardare e ripristinare l'ambiente e il territorio così pesantemente devastato, soccorrere la popolazione anche per i danni personali e per i beni privati non assicurati, gli agricoltori e gli operatori turistici per i danni immediati e futuri.
(4-03709)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per gli italiani nel mondo. - Per sapere - premesso che:
il signor Mazzia René Lucien Joseph, nato a Le Theil sur Huisne (Francia) il 20 aprile 1938, attualmente cittadino francese, con residenza anagrafica a Le Man, è figlio di Mazzia Renato Candido Giuseppe, nato ad Ailoche (Biella) il 24 novembre 1902 e di Agnès Clotilde Diard nata a Savigny Sur Braye il 7 dicembre 1901;
il padre del signor Mazzia René Lucien Joseph, quale cittadino italiano, ha svolto il servizio militare in Italia nel 4o Reggimento Alpini ed è stato illimitatamente congedato in data 8 ottobre 1923;
nel 1925 il padre del signor Mazzia René Lucien Joseph emigrò in Francia ove si sposò ed ebbe appunto, come figlio unico, il predetto signor Mazzia René Lucien Joseph;
nel corso della seconda guerra mondiale il signor Mazzia Renato, padre del signor Mazzia René Lucien Joseph, venne naturalizzato francese prestando dunque servizio militare nell'esercito francese, nell'Arma del Genio, con il grado di sergente, nella Brigade de Gendarmerie du Theil (Orne);
il signor Mazzia René Lucien Joseph, ora pensionato, è tornato in Italia ed intende stabilirsi definitivamente nel nostro Paese nella casa del padre ubicata appunto in comune di Ailoche (Biella);
il signor Mazzia René Lucien Joseph ritiene di avere il diritto di ottenere la cittadinanza italiana ed all'uopo, dopo essersi recato per informazioni al consolato italiano di Parigi, da questo è stato rinviato al consolato francese di Torino;
al consolato francese di Torino, esaminata la pratica, il signor Mazzia si è sentito dire che non vi erano problemi e che avrebbe dovuto recarsi presso il comune di Ailoche per chiedere un certificato di cittadinanza italiana del defunto padre, ottenuto il quale il signor Mazzia avrebbe potuto ottenere la cittadinanza italiana;


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il comune di Ailoche ha precisato che il certificato di cittadinanza italiana del defunto padre può essere rilasciato ma con l'indicazione che quest'ultimo aveva mantenuto la cittadinanza italiana soltanto sino alla data di partenza per la Francia;
il signor Mazzia René Lucien Joseph si sente a tutti gli effetti cittadino italiano ed intende ottenere la cittadinanza che, allo stato, attesa la risposta del comune di Ailoche, non potrà essere dichiarata;
il comune di Ailoche, peraltro, ha consegnato al signor Mazzia un modulo per l'istanza di riconoscimento del possesso dello status civitatis italiano ai cittadini stranieri di ceppo italiano, contenente peraltro una dichiarazione, che il signor Mazzia non può rilasciare, con la quale si attesta che il defunto padre non ha mai acquisito altra cittadinanza straniera;
il signor Mazzia che - come detto - si sente e si è sempre sentito «italiano all'estero» indipendentemente dalla cittadinanza straniera, si trova dunque nella condizione di avere il consolato francese che ritiene che egli abbia il diritto di acquisire la cittadinanza italiana mentre lo Stato italiano - e per esso il comune di Ailoche - non è nelle condizioni di concedergliela;
il signor Mazzia sottolinea che il proprio defunto padre, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu messo nella condizione di acquistare la cittadinanza francese e di prestare servizio militare nell'esercito francese, in quel momento in condizione di belligeranza con il nostro Paese, per evitare conseguenze giudiziali che prevedevano anche l'arresto -:
quale soluzione tecnica sia applicabile al caso in esame e come dunque il signor Mazzia René Lucien Joseph possa acquistare la cittadinanza italiana, considerando le condizioni particolari con le quali il proprio defunto padre fu costretto ad accettare la cittadinanza francese.
(4-03712)

CALZOLAIO, VIOLANTE, GASPERONI, PAOLA MARIANI, GIACCO, DUCA, ABBONDANZIERI, AGOSTINI, BOGI, INNOCENTI, MAGNOLFI, MONTECCHI, NICOLA ROSSI e RUZZANTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia, al Ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza. - Per sapere - premesso che:
mercoledì 24 luglio 2002 tre carabinieri in borghese del comando della compagnia di Tolentino, importante cittadina industriale della provincia di Macerata, hanno chiesto in almeno tre aziende: Poltrona Frau, Nazzareno Gabrielli, Laipe, l'elenco nominativo di tutti i dipendenti iscritti a sindacati, consultandoli e, nel caso della Poltrona Frau, ottenendone una copia in cambio di un foglio firmato come verbale e ricevuta;
un carabiniere della stazione di Belforte del Chienti è andato a chiedere informazioni sul sindacato presso la ditta Nuova Simonelli;
di fronte alle perplessità manifestate da alcuni rappresentanti delle aziende, considerato anche che non vi è alcun obbligo di visione o consegna di elenchi senza un mandato specifico, i carabinieri avrebbero espresso valutazioni sulle norme relative alla privacy, sulla loro applicabilità e sulla loro applicazione;
la richiesta è stata giustificata ai rappresentanti dell'azienda come attività di controllo del territorio connessa ad una disposizione generale e nel foglio firmato si fa riferimento scritto ad un «monitoraggio» in corso in tutto il territorio nazionale;
una ferma critica dell'intollerabile iniziativa è subito giunta da tutte le organizzazioni sindacali, da varie forze politiche e sociali, da enti locali;
il ministero dell'interno ha successivamente diffuso una nota che definisce l'episodio una improvvida deplorevole ingiustificata iniziativa locale;


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pur nella critica dell'episodio, la prefettura e altre strutture periferiche del Governo hanno fatto riferimento a esigenze di controllo sociale del territorio, di verifica della consistenza sindacale e di prevenzione del terrorismo e di fenomeni allarmanti;
l'episodio costituisce una lesione dei diritti dei lavoratori garantiti dalla Costituzione, un attacco alla positiva funzione della rappresentanza sindacale, un inquinamento delle relazioni sociali in un momento delicato dell'economia (anche in provincia di Macerata);
l'episodio si inserisce in un clima di intimidazione, di diffidenza e di scontro che il Governo ha promosso contro le organizzazioni sindacali, oscurando fra l'altro il decisivo ruolo del sindacato italiano nella lotta al terrorismo;
già in precedenza, in particolare dopo gli scioperi generali regionali indetti dalla CGIL, uffici del ministero dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali hanno promosso una specifica censurabile rilevazione dei dati sull'adesione allo sciopero; comandi dei carabinieri hanno richiesto alle aziende private i dati percentuali di partecipazione allo sciopero, ad esempio a Pero (Milano); analoghe rilevazioni sono avvenute in Lombardia, Emilia, Campania e in altre regioni;
già in precedenza, in particolare nello stabilimento della Sanpellegrino di Ruspino in provincia di Bergamo, le rappresentanze sindacali avevano dovuto incontrare i carabinieri in azienda in un clima ostile e minaccioso;
già in precedenza, in particolare dopo lo sciopero nazionale dei magistrati, il ministero della giustizia ha emanato una specifica censurabile circolare per conoscere e rendere noti i nomi dei partecipanti allo sciopero;
già in precedenza il ministro della funzione pubblica aveva promosso analoghe censurabili iniziative;
successivamente la DIGOS della questura di Benevento, dopo lo sciopero del pubblico impiego nei servizi, su richiesta della prefettura, su richiesta degli uffici del lavoro, ha richiesto ufficialmente a organizzazioni sindacali il grado di rappresentanza in ambito provinciale;
successivamente la DIGOS della questura di Isernia, ha richiesto ufficialmente a organizzazioni sindacali i nominativi dei responsabili delle diverse strutture e l'articolazione interna dell'associazione;
nel caso di Tolentino, nei giorni successivi sono stati rimossi il comandante Gemma, un giovane di 27 anni, e il maresciallo Aringoli, della locale compagnia -:
quale monitoraggio nazionale o quali verifiche nazionali siano in corso nei confronti di organizzazioni sindacali, con quali ragioni, con quali finalità, con quale base giuridica, con quali strumenti e con quale eventuale coordinamento;
rispetto all'episodio di Tolentino: chi abbia dato l'ordine di recarsi nelle aziende per ottenere gli elenchi nominativi degli iscritti al sindacato, chi abbia deciso quali aziende, chi abbia visionato l'elenco consegnato relativo alla Poltrona Frau, quali altri elenchi siano stati visionati e quali informazioni risultino sulle organizzazioni sindacali nel rapporto dei carabinieri; chi era stato informato dell'iniziativa di recarsi nelle aziende; chi ha ricevuto il rapporto sui sopralluoghi (con l'elenco eventualmente allegato) e che uso intenda farne; quali violazioni di legge comporti la richiesta di tali elenchi;
come si motivino iniziative simili di controllo e intimidazione nei confronti del sindacato, prese da strutture periferiche di ministeri in varie parti d'Italia, nelle stesse settimane, dopo una primavera di conflitto sociale e alla vigilia di un autunno in cui si annunciano legittime contestazioni, vertenze e lotte contro provvedimenti del Governo;
se non ritengano opportuno emanare precise direttive nazionali contro il ripetersi


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di analoghi episodi e di simili iniziative.
(4-03717)

VALPIANA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle politiche agricole e forestali, al Ministro delle attività produttive, al Ministro per gli affari regionali. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto 2002, un uragano eccezionale per intensità ha colpito diversi paesi della provincia di Vicenza, soprattutto Torri, Camisano, Cornedo, Quinto, Malo, creando una vera e propria catastrofe in termini ambientali;
oltre a piantagioni e colture (in particolare mais, soia, girasoli e vigneti), sono stati sradicati e divelti alberi, scoperchiate case e resi inagibili lo stadio e il tetto del cinema Roma nel capoluogo;
il fenomeno atmosferico imprevedibilmente irruente e sconvolgente ha prodotto ingentissimi danni, non attualmente ancora quantificabili, soprattutto all'agricoltura, una delle principali risorse economiche della zona, che, oltre all'azzeramento della stagione 2002, avrà sicuramente ripercussioni nel futuro -:
se intenda proclamare lo stato di calamità per tutta la zona così duramente colpita e azzerata da una simile catastrofe ambientale;
se intenda nominare una specifica unità di crisi per gestire la gravissima situazione creatasi, onde intervenire nel più breve tempo e con la massima efficacia possibili;
quali iniziative necessarie ed urgenti intenda assumere nell'immediato e nel prosieguo per salvaguardare e ripristinare l'ambiente e il territorio così pesantemente devastato, soccorrere la popolazione anche per i danni personali e per i beni privati non assicurati, gli agricoltori per i danni immediati e futuri.
(4-03718)

DI GIOIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il continuo perdurare delle cattive condizioni atmosferiche che stanno interessando la provincia di Foggia e in modo particolare la città capoluogo, il comune di Lucera e l'intera zona del sub-appennino settentrionale, ha provocato alluvioni e impraticabilità della statale 17 Foggia-Campobasso e della statale 16 Foggia-San Severo, nonché una serie di smottamenti e frane nei comuni di Lucera, Troia e del sub-appennino dauno settentrionale, mettendo in pericolo i cittadini di tali aree. Tale situazione sta mettendo a rischio le aree interessate -:
quali interventi immediati di protezione civile intenda adottare per scongiurare pericoli alle popolazioni interessate e se non ritenga, vista l'estrema urgenza della situazione di predisporre interventi di carattere finanziario per scongiurare possibili situazioni di difficoltà e di incolumità per le popolazioni di tali aree.
(4-03733)

DELMASTRO DELLE VEDOVE, GHIGLIA e GIANNI MANCUSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'autostrada Torino-Milano registra un numero di incidenti stradali che supera quello delle altre strade della Regione Piemonte;
nel corso del 2001 sono stati rilevati circa 1.000 incidenti su un percorso di chilometri 124;
il dato è stato oggettivamente acquisito dalla Procura della Repubblica di Torino, che, a quanto risulta all'interrogante, da circa un anno sta conducendo un'indagine per accertare eventuali responsabilità di ordine penale derivanti dalla inusitata frequenza degli incidenti;
contestualmente è stato rilevato un numero esiguo di contravvenzioni attribuibili alla scarsità di uomini a disposizione della polizia stradale: 1.320 in un anno


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contro le 5.763 elevate sull'autostrada Gravellona Toce e le 4.348 sull'autostrada Torino-Bardonecchia;
già il Comando della polizia stradale ha chiesto al Ministero dell'interno una implementazione dell'organico, senza peraltro ottenere risultati soddisfacenti e comunque adeguati;
è doveroso sottolineare che l'autostrada Torino-Milano resta assolutamente centrale nei collegamenti fra Piemonte e Lombardia e che, dunque, al di là di quanto si ritiene di poter realizzare dal punto di vista dell'ampliamento, è necessario garantire sui 124 chilometri della tratta un sistema di sicurezza adeguato all'importanza dell'autostrada e della frequenza del traffico -:
se non ritenga in relazione ai dati acquisiti relativamente alla frequenza degli incidenti stradali, molti dei quali con gravissime conseguenze, sull'autostrada Torino-Milano e anche in ragione delle formali richieste già avanzate dal Comando della polizia stradale, di aumentare la dotazione di organico della Polstrada per consentire un più intenso controllo e pattugliamento della tratta al fine di ridurre il numero degli incidenti che si verificano su di essa.
(4-03740)

MOLINARI e ADDUCE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito delle sollecitazioni poste in essere costantemente dal sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp) il ministero dell'interno nel gennaio 2001 aveva assicurato che i lavori di affidamento delle opere di ristrutturazione da eseguirsi al poligono di tiro della questura di Matera erano stati affidati ai progettisti;
i rappresentanti della sigla sindacale dei lavoratori di polizia evidenziano lo stato di disuso del poligono di tiro ubicato all'interno dell'edificio del compartimento della polizia stradale di Potenza;
la funzionalità delle citate strutture è fondamentale affinché ai dipendenti della polizia di Stato della Basilicata vengano garantiti sistematicamente i cicli destinati alla formazione e all'aggiornamento professionale;
lo stato di non efficienza delle strutture presenti a Matera e Potenza impedisce che questa funzione essenziale venga svolta in Basilicata -:
quali iniziative il Ministro intenda promuovere al fine di ripristinare nel più breve tempo possibile il pieno ed efficiente funzionamento dei poligoni di tiro di Potenza e Matera.
(4-03750)

DI GIOIA, FOLENA e BONITO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il continuo perdurare delle cattive condizioni atmosferiche, le abbondanti precipitazioni a carattere temporalesco e alluvionale che stanno interessando la provincia di Foggia, hanno provocato alluvioni e impraticabilità di varie arterie stradali, mettendo in pericolo i cittadini di tali aree. Questa situazione sta mettendo a rischio le aree interessate -:
se non si intendano adottare interventi immediati della Protezione Civile per scongiurare pericoli alle popolazioni interessate e se non si ritenga vista l'estrema urgenza della situazione, di predisporre interventi di carattere finanziario per scongiurare possibili situazioni di difficoltà e di incolumità per le popolazioni di tali aree.
(4-03754)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il presidente dell'Associazione Commercianti di Torino Giuseppe De Maria ha lanciato un forte appello dai portici di Via Nizza, a fianco della stazione di Porta Nuova, prendendo a simbolo dell'offensiva contro il degrado dell'intero quartiere il caso del commerciante Giovanni Cocchis, titolare di una profumeria aperta da ben


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35 anni e più volte danneggiata dopo le proteste contro spacciatori e venditori abusivi;
la protesta dell'Ascom, legittima ed anzi sacrosanta, è stata ripresa anche dalle agenzie di stampa (cfr. Ansa 9 agosto 2002 ore 19,57);
nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente dell'Ascom De Maria, questi ha dichiarato che «è inaccettabile che in una città come Torino ci siano negozi costretti a chiudere per questi motivi. Non può passare il segnale per cui in questi 200 metri i commercianti non possano lavorare. Siamo qui per non rassegnarci»;
è di tutta evidenza che l'intera zona non è più qualitativamente vivibile per la tolleranza sin qui mostrata dai precedenti governi e, soprattutto, non sembra possibile la presenza di un esercizio commerciale gestito da persone che non facciano parte della genìa che si è impadronita ormai da anni del quartiere di S. Salvario;
l'operazione di drastica «ripulitura» non può che essere effettuata attraverso l'apertura di un presidio permanente di uomini delle forze dell'ordine sino allo sradicamento totale della mala pianta della micro e macro-criminalità che avvelena l'esistenza dei residenti ed impedisce il libero esercizio dei commerci;
la protesta dell'Associazione Commercianti è tanto più importante e significativa in quanto deriva dalla delusione sin qui patita per non aver visto, ad oggi, significativi progressi nella lotta contro la delinquenza, malgrado le promesse della nuova maggioranza governativa;
se, anche a seguito dell'appello e della protesta dell'associazione commercianti, non ritenga di dover affrontare finalmente, con la dovizia di risorse umane necessarie, il problema dell'ordine pubblico del quartiere di S. Salvario attraverso l'organizzazione di un presidio permanente delle Forze di Polizia per garantire il diritto dei commercianti non abusivi (chè gli abusivi i loro «diritti» se li sono conquistati in danno dei commercianti regolari) di esercitare la propria attività in modo sereno e tranquillo.
(4-03761)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sindacato della Polizia di Stato Uilps ha compiuto una visita ispettiva al Commissariato della Polizia di Stato di Cortina d'Ampezzo, la cui inadeguatezza è denunciata da tempo dagli operatori che ivi prestano la loro attività;
il sindacato, pur dando atto degli interventi migliorativi eseguiti soprattutto per gli alloggi del personale, ha sottolineato, che i locali restano comunque in una situazione non accettabile;
Gianantonio Sottile lamenta il fatto che l'amministrazione comunale di Cortina abbia disatteso le numerose promesse intese a reperire una struttura idonea ad un moderno commissariato di polizia;
il disagio è ormai evidente tanto che l'Uilps, interpretando il clima di insoddisfazione che si sta trasformando in clima di esasperazione, ha promesso di organizzare una non meglio precisata manifestazione «eclatante» alla fine della stagione turistica in corso;
appare opportuno prendere atto della legittima protesta degli agenti della Polizia di Stato ed intervenire senza indugio -:
quali provvedimenti immediati intenda assumere per accogliere la legittima protesta della Polizia di Stato operante nel Commissariato di Cortina d'Ampezzo e per sapere se, quanto meno, non intenda assumere i contatti del caso con la Questura competente e con le organizzazioni sindacali locali della Polizia per concordare un piano di interventi adeguato alle esigenze oggettive del personale.
(4-03764)