Risposta. - Gli interroganti chiedono notizie circa l'attivazione dell'ufficio delle entrate di Castellammare di Stabia, uno dei sei uffici della Campania che non è stato
ancora possibile attivare a causa delle difficoltà incontrate nel reperire immobili idonei.
ad esibire un esiguo numero di vessilli del proprio Partito (partito di rilevanza nazionale, radicato nel territorio altolariano, rappresentato in Parlamento e nelle principali istituzioni locali); la seconda in quanto la manifestazione di Dongo è un appuntamento storico, al quale non sono mai mancate, negli anni, le adesioni e le presenze di tutte le forze politiche che si riconoscono nella Costituzione repubblicana;
Risposta. - Si fa presente che non risulta che il 25 aprile 2002, nel comune di Dongo, in occasione della tradizionale manifestazione di rievocazione della Liberazione, militari della locale stazione dei Carabinieri abbiano impedito ad alcune persone la esposizione di bandiere del Partito della Rifondazione comunista.
stazionato sul piazzale antistante il luogo di culto.
Risposta. - Al fine di adeguarsi alle disposizioni legislative relative alla liberalizzazione del mercato elettrico, nonché alle delibere dell'autorità di settore relative al raggiungimento di determinati livelli di qualità del servizio ed alla separazione amministrativa e contabile per soggetti giuridici che operano in più attività del settore dell'energia elettrica Enel distribuzione ha da tempo avviato il progetto di definizione
del nuovo assetto organizzativo della propria area rete. Tale progetto si pone l'obiettivo di ottimizzare la gestione della rete di distribuzione, conseguendo elevati standard di qualità del servizio e di efficienza e di offrire ai clienti la possibilità di dialogare con Enel in modo semplice e continuo.
Risposta. - In data 3 maggio 2002, il presidente del tribunale di Sulmona è stato autorizzato ad avviare l'indagine di mercato per l'acquisizione di preventivi per la fornitura di arredi.
Risposta. - Si comunica che l'attività dell'«osservatorio sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati», ora denominato «commissione sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati», è stata prorogata al 30 giugno 2002.
Risposta. - Al riguardo si ritiene necessario significare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
ratificato nel silenzio pressoché totale della stampa, ha modificato la natura delle interazioni possibili tra stati sovrani nella delicata e controversa materia del trattamento delle informazioni -:
Risposta. - La convenzione sui crimini informatici firmata a Budapest il 23 novembre 2001, non è stata ratificata dal nostro Paese, ma solo firmata con riserva di ratifica. Ciò vuol dire che l'atto internazionale, prima di essere recepito nel nostro ordinamento, sarà soggetto ad approvazione con legge ordinaria.
Risposta. - Sulle questioni segnalate nel documento parlamentare si fa presente che io stesso ho già riferito, nel corso di un dibattito svoltosi il 21 febbraio 2002 davanti all'assemblea della Camera dei deputati, ed ho fornito i dati numerici relativi all'attività svolta dalla commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato in occasione dello sbarco di profughi sulle coste di Gallipoli il 31 gennaio 2002.
dal Ministero dell'ambiente (anche sulla base di un atto di indirizzo parlamentare) con esperti ANPA, CNR, ENEA, ISS, CISAM e di varie università (fra cui quella di Belgrado) per il monitoraggio fisico chimico e fisico nei paesi dell'area balcanica;
Risposta. - a) La normativa internazionale attuale non prevede alcun divieto o limitazione all'uso dell'uranio impoverito per accrescere l'efficacia del munizionamento. L'eventualità di avviare trattative internazionali per metterne al bando l'utilizzo, pur valutata a seguito di determinate patologie sanitarie riscontrate in alcuni militari appartenenti a contingenti impegnati in zone di conflitto, è stata per il momento accantonata a seguito delle indagini sui rischi provocati all'esposizione a tale materiale, che non hanno portato ad alcuna conferma scientifica della sua presunta nocività.
L'assenza di conferme scientifiche sulla presunta pericolosità dei proiettili all'uranio impoverito ha fatto sì che il tema del munizionamento ad uranio impoverito non potesse essere preso in considerazione ai lavori della Seconda Conferenza di Riesame della CCW, svoltasi nel dicembre 2001 a Ginevra.
in merito alla missione di indagine in Bosnia Erzegovina. Tale sostegno, a valere sul contributo volontario italiano all'UNEP, potrebbe avere il valore indicativo di 150.000 Euro.
condotti, attualmente pubblicata sul sito Internet del ministero della difesa, alla quale è stata peraltro prestata collaborazione tecnica da parte dell'ANPA per gli aspetti di radioprotezione.
Tale profilassi è stata sottoposta al vaglio del Consiglio Superiore di Sanità che ha espresso parere favorevole indicando la necessità di aggiungere anche la vaccinazione contro «l'encefalite giapponese», in caso di impiego in zone in cui sia presente il rischio di tale patologia.
Risposta. - Si rappresenta che presso la casa circondariale di Brindisi, a fronte di una previsione organica di n. 78 unità, risultano presenti, secondo un recente prospetto trasmesso dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, 176 unità di personale di polizia penitenziaria.
di missione, è necessario evidenziare che l'insufficienza di fondi del relativo capitolo di bilancio, ha comportato, in generale, il mancato soddisfacimento delle legittime aspettative di tutto il personale inviato in missione, non soltanto di quello brindisino.
Risposta. - L'ANAS - ente nazionale per le strade - interessato al riguardo, fa presente che il progetto dei lavori della variante alla S.S. 80 «del Gran Sasso d'Italia» è stato redatto dal comune di Teramo mentre l'esecuzione è di competenza dell'ANAS stesso. Tale progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni ritenute utili e necessarie dal commissario ad acta avvocato Glauco Nori, dell'avvocatura distrettuale di Ancona.
al consolidamento del fronte di scavo con elementi in VTR iniettati con malta di cemento.
A seguito di sopralluogo congiunto con funzionari della prefettura di Teramo, del comune, della protezione civile, dell'ufficio tecnico del genio civile e dei Vigili del Fuoco è stato constatato che gli inevitabili cedimenti che hanno determinato alcune fessurazioni nei suddetti edifici non ne compromettono assolutamente la stabilità.
Risposta. - Le questioni poste nel documento parlamentare sono state ampiamente dibattute il 16 aprile 2002 davanti all'assemblea del Senato della Repubblica, in occasione della discussione della mozione n. 1-00063 del senatore Vitali, nel corso della quale ho riferito sull'impiego delle scorte.
(vedi allegato in calce)
da due persone annullando totalmente la concezione della privacy e ponendo la questione della promiscuità e convivenza anche con detenuti affetti da Aids e da altre malattie infettive -:
Risposta. - In data 29 gennaio 2002 i detenuti ubicati nel reparto alta sorveglianza della casa di reclusione di Opera di Milano hanno intrapreso una manifestazione di protesta astenendosi dalle attività lavorative, culturali e ricreative nonché dai colloqui con i familiari. La protesta è terminata il 14 febbraio 2002 senza ripercussioni per l'ordine e la sicurezza interna.
Risposta. - La centrale Montemartini è un complesso industriale storico di ACEA S.p.A. e della città di Roma, tanto è vero che i musei capitolini, citati nella interrogazione, sono stati allestiti all'interno dell'edificio che solo un tempo era destinato all'attività di produzione di energia elettrica: vanto dei musei è proprio il felice connubio fra reperti archeologici e macchinari ormai riconoscibili come «archeologia industriale».
del giorno, dal lunedì al venerdì, prevalentemente nei mesi invernali (da ottobre a marzo) ed occasionalmente in alcune settimane estive. Nel 2001 la durata di funzionamento è stata complessivamente pari a 625 ore, rispetto alle 8.760 ore totali di un anno. Nello scorso mese di gennaio 2002, a seguito di anomalie meccaniche dei gruppi di produzione, si è reso necessario eseguire prove di performance, con regimi di esercizio non consueti, per verificare la qualità dei componenti sostituiti: questa potrebbe essere stata la causa dei fastidi lamentati da alcuni abitanti della zona. Per il resto dell'anno si prevede di totalizzare ore di funzionamento in linea con i regimi degli anni precedenti. A conferma di ciò si fa presente che la centrale in oggetto è ferma dal 1o aprile 2002 e, a meno di impreviste richieste di carico e/o di funzionamenti per prove di brevissima durata, verrà riavviata nel prossimo mese di ottobre.
Risposta. - Nel richiamare alcune osservazioni sull'insegnamento della storia dell'arte, espresse dal Sottosegretario Sgarbi in risposta ad un intervento di Cesare De Seta e pubblicate sul quotidiano «La Repubblica» dell'11 febbraio 2002, chiede di conoscere «quali siano state le ragioni che hanno condotto all'esclusione dalla storia
dell'arte del curriculum obbligatorio di alcuni corsi di studio delle scuole secondarie superiori».
considera che le loro strutture carcerarie sono di dimensioni molto maggiori e quindi l'organizzazione interna necessita di meno personale rispetto alle strutture venete di medio piccola dimensione, con l'esigenza di maggiore impiego di personale per una conseguente moltiplicazione dei servizi da prestare;
Risposta. - Da un prospetto trasmesso dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, relativo agli incrementi di organico effettuati a seguito dell'assegnazione del personale al termine dei corsi di formazione per agenti effettivi di polizia penitenziaria e del corso di formazione per agenti ausiliari, risulta che l'organico degli istituti ricompresi nel triveneto è stato aumentato, in coincidenza con l'uscita dei corsi sottoindicati, nella seguente misura: 147o corso - 68 unità; 148o corso - 20 unità; 149o corso - 46 unità e 68o corso
Ausiliari - 18 unità, per un totale di 152 unità complessive.
Sono in corso di appalto i lavori per la ristrutturazione dell'istituto e per l'adeguamento della struttura alle prescrizioni normative dettate dal nuovo Regolamento penitenziario (I lotto) per un importo complessivo di Euro 3.652.552 circa; mentre i lavori relativi al II lotto sono stati inseriti nel programma di edilizia penitenziaria per gli esercizi 2002-2004 per un importo di circa 5.164.569 Euro.
Nell'anno 2001, a cura del Provveditorato Regionale sono stati eseguiti lavori per ripristinare il sistema di sorveglianza esterna a mezzo telecamera fissa. Allo stato, sono in corso interventi per la ristrutturazione della terza sezione detentiva.
L'istituto è inserito nel decreto ministeriale 30 gennaio 2001 che prevede la futura dismissione degli istituti ritenuti «strutturalmente non idonei alla funzione propria».
Trattasi di istituto di recente costruzione pertanto, allo stato, non necessita di importanti interventi strutturali.
Si fa presente che nel corso degli anni passati sono stati stanziati dal Comitato
Paritetico i seguenti finanziamenti per il completamento e la ristrutturazione dell'istituto:
Casa Circondariale BELLUNO:
Sono stati realizzati i lavori di:
Sono in corso di realizzazione i lavori di ristrutturazione dei locali lavanderia e centrale termica (Euro 91.721,04) e i lavori di ristrutturazione della cucina detenuti (Euro 91.009,18).
L'istituto, pur presentandosi in condizioni igienico-sanitarie discrete, grazie all'esecuzione di alcuni lavori eseguiti nel corso degli ultimi esercizi finanziari, necessita di ulteriori interventi finalizzati al miglioramento delle condizioni generali della struttura.
Sono stati eseguiti, a cura del provveditorato alle Opere Pubbliche di Venezia, lavori per l'eliminazione delle infiltrazioni di acqua dai terrazzi per una spesa di Euro 280.436.
L'istituto, situato nel centro storico presenta problemi di accessibilità e sicurezza; pertanto non vi è possibilità di ampliare l'attuale struttura e gli spazi risultano ristretti sia per i detenuti che per il personale.
Sono stati ultimati i lavori di ampliamento degli edifici per laboratori per le attività lavorative dei detenuti per un importo di Euro 774.686.
Sono stati realizzati i lavori di consolidamento e rifacimento delle coperture di un fabbricato denominato «Ala 17» per Euro 619.748, in vista di un recupero dell'immobile per lo svolgimento di attività lavorative e di addestramento professionale.
Con i fondi del Ministero dei Lavori Pubblici sono stati finanziati i lavori di sistemazione della copertura delle officine per un importo di Euro 715.293.
Vista l'impossibilità di realizzare un nuovo istituto di pena, per difficoltà nel reperimento dell'area, si è iniziato un recupero della struttura mediante radicali interventi di ristrutturazione.
Sono stati eseguiti lavori di sistemazione delle docce sezione maschile secondo braccio lato nord. Tali interventi sono stati previsti anche per il braccio lato ovest.
Sono stati autorizzati i seguenti lavori:
Il provveditorato regionale sta provvedendo alla redazione degli atti peritali per l'adeguamento della rete fognaria dell'istituto.
L'istituto è inserito nel decreto ministeriale 30 gennaio 2001 che prevede la futura dismissione degli istituti ritenuti «strutturalmente non idonei alla funzione propria».
Nell'anno 2001 sono stati eseguiti, a cura del provveditorato regionale, i lavori per la realizzazione di una cancellata con offendicoli antiscavalcamento (Euro 27.684).
L'istituto è inserito nel decreto ministeriale 30 gennaio 2001 che prevede la futura dismissione degli istituti ritenuti «strutturalmente non idonei alla funzione propria».
valutate di volta in volta, alla esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Risposta. - Viene segnalato lo stato di disagio arrecato ai disabili gravi per le ripetute visite di controllo dirette ad accertare la permanenza dei requisiti sanitari prescritti per la fruizione dei benefici economici connessi all'invalidità civile.
l'eventualità che la stessa persona possa essere sottoposta a ripetute visite di controllo.
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare in oggetto in cui l'interrogante chiede l'inserimento dell'insegnamento dell'organo nelle classi di scuola media ad indirizzo musicale e, conseguentemente nella classe di concorso 77/A.
Risposta. - Si fa presente che l'esame dei dati statistici relativi agli attentati dinamitardi e incendiari perpetrati in Sardegna nel periodo 1999-2001 fa registrare un decremento delle denunce (206 nel 1999 contro le 197 nel 2001) e dei reati scoperti (dai 14 del 1991 agli 11 del 2001).
locali. Lo sforzo sarà inoltre rivolto alla realizzazione della videosorveglianza e dell'interconnessione delle sale operative delle forze di polizia, talché possa operarsi una ridistribuzione appropriata delle forze sul territorio, riducendo il personale bloccato negli uffici e coinvolgendo sempre di più le polizie municipali.
Risposta. - Nell'attuale programma di edilizia penitenziaria non è prevista la costruzione di un nuovo istituto, in sostituzione dell'attuale casa circondariale di Fossano.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare indicata in oggetto, relativa all'attività di formazione dei docenti assunti a tempo indeterminato nell'anno scolastico in corso, con particolare riferimento all'attività di formazione on line.
fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici;
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale la S.V. Onorevole chiede iniziative volte ad una più congrua interpretazione dell'articolo 13 della legge 11 gennaio 1996 n. 3 al fine si consentire agli enti locali, demandati alla fornitura degli edifici scolastici, di poter interloquire con i capi di istituto circa l'attivazione di corsi per evitare gravosi oneri connessi alla messa a disposizione di nuovi locali.
attività e dei programmi della protezione civile, per l'acquisto di attrezzature.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede che venga valutata la possibilità di ridurre al 4 per cento l'aliquota IVA applicabile alle cessioni delle attrezzature effettuate nei confronti delle associazioni di volontariato, operanti nel settore della «protezione civile».
Risposta. - Il servizio Meteomont del comando delle truppe alpine produce:
Tali documenti, nell'ambito di un servizio di pubblica utilità, vengono resi disponibili a:
Inoltre, su uno specifico sito internet (www.meteomont.it), sono consultabili le informazioni a carattere generale, il bollettino meteonivologico giornaliero, l'organizzazione e l'attività del servizio meteomont.
Risposta. - Il palazzo di giustizia della città di Lucera, ove sono ubicati gli uffici giudiziari di proprietà comunale, è stato costruito alla fine del 1700 ed è sito in Piazza dei Tribunali n. 1.
Risposta. - Sulla base degli elementi forniti da Enel S.p.A. si fa presente quanto segue.
Per quanto riguarda le preoccupazioni rappresentate dall'interrogante «omissis ... di addensare in un'unica provincia un numero così alto di centrali elettriche ...» si ribadisce quanto sostenuto in precedenza, circa l'assenza di una scelta pianificata che predetermini il sito delle nuove centrali e la possibilità, invece, che gli enti territorialmente interessati esprimano le proprie opzioni nell'ambito della procedura autorizzativa. È noto, peraltro, come solo una parte delle domande potenziali di nuovi impianti diano origine a progetti veri e propri e, quindi, a richieste di autorizzazioni.
anche a province e enti locali, contenente criteri di valutazione da utilizzare al fine di verificare la maggiore o minore rispondenza delle richieste di autorizzazione di centrali elettriche alle esigenze di sviluppo omogeneo e territorialmente compatibile del sistema elettrico nazionale.
Risposta. - Si ritiene opportuno far presente che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo, non ha il potere di sindacarne l'operato in merito alla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società.
Risposta. - Le Ambasciate e i Consolati italiani nei principali Paesi dell'America latina si trovano attualmente ad operare in condizioni obiettive di particolare difficoltà.
carattere autentico del rapporto di discendenza dall'avo italiano - valutato attraverso i documenti dello stato civile - sia la regolarità della trasmissione della cittadinanza italiana attraverso le varie generazioni, in ossequio alla vigente normativa.
Risposta. - Si fa riferimento all'interrogazione parlamentare in discorso, relativa all'utilizzo dei locali del Liceo ginnasio statale «G. e Q. Sella» di Biella per lo svolgimento della lezione organizzata dall'università popolare subalpina (U.P.S.) sul tema «Mussolini: l'uomo della pace», dagli accertamenti svolti è risultato quanto segue.
Risposta. - Il Consolato generale in Buenos Aires è stato in contatto epistolare e telefonico, sin dall'agosto del 2001, con il signor Hugo Omar Agnelli, che attualmente si trova a Torino. È stato più volte segnalato al signor Agnelli che, per istruire la sua pratica, occorre presentare al Consolato una serie di documenti oltre a quelli già prodotti.
Risposta. - Sulla scorta delle informazioni fornite dall'Enel, si fa presente quanto segue.
Risposta. - Ai sensi dell'articolo 19 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, per l'anno 2002, alle amministrazioni dello Stato è fatto divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato.
lire, con una operazione frazionata che ha già visto il trasferimento del 75 per cento del pacchetto azionario di Carime e che dovrà completarsi entro il prossimo 2004;
Risposta. - Si risponde all'interrogazione concernente la situazione della Banca Carime, entrata a far parte del gruppo Banca Popolare commercio ed industria.
ad una ridondante presenza di extracomunitari clandestini che causano uno stato di pesante e visibile «illegalità permanente»;
Risposta. - Si ritiene che, indubbiamente, la zona di Porta Palazzo, sotto il profilo della sicurezza dei cittadini, costituisca quella a maggior rischio e più problematica della città di Torino.
(specialmente rapine, furti, lesioni, truffe, ricettazioni, stupefacenti), 147 persone sono state indagate, 226 sono state accompagnate in questura per accertamenti, 80 extracomunitari sono stati espulsi, 15 sono stati accompagnati alla frontiera, 30 sono stati trattenuti nei centri di permanenza temporanea.
Risposta. - Al fine di adeguarsi alle disposizioni legislative relative alla liberalizzazione del mercato elettrico, nonché alle delibere dell'Autorità di settore relative al raggiungimento di determinati livelli di qualità del servizio ed alla separazione amministrativa e contabile per i soggetti giuridici che operano in più attività del settore dell'energia elettrica Enel distribuzione ha da tempo avviato il progetto di definizione del nuovo assetto organizzativo della propria area rete. Tale progetto si pone l'obiettivo di ottimizzare la gestione della rete di distribuzione, conseguendo elevati standard di qualità del servizio e di efficienza e di offrire ai clienti la possibilità di dialogare con Enel in modo semplice e continuo.
e manutentive e per tutte le altre attività di più immediato interesse per la clientela, quali riparazione guasti ed interventi sui gruppi di misura.
che nelle condizioni su esposte, si penalizzi il basso Lazio, in particolare la città di Cassino e il suo circondario, che invece necessita della riconferma di un presidio territoriale qualificato, e creare quindi una Zona trasversale, in previsione della costituenda nuova provincia del Basso Lazio.
Risposta. - Al fine di adeguarsi alle disposizioni legislative relative alla liberalizzazione del mercato elettrico, nonché alle delibere dell'autorità di settore relative al raggiungimento di determinati livelli di qualità del servizio (delibera n. 202 del 1999) ed alla separazione amministrativa e contabile per i soggetti giuridici che operano in più attività del settore dell'energia elettrica (delibera n. 61 del 1999). Enel Distribuzione ha da tempo avviato il progetto di definizione del nuovo assetto organizzativo della propria area rete. Tale progetto si pone l'obiettivo di ottimizzare la gestione della rete di distribuzione, conseguendo elevati standard di qualità del servizio e di efficienza e di offrire ai clienti la possibilità di dialogare con Enel in modo semplice e continuo.
Cassino, S. Giorgio a Liri e Sora. Nella provincia sono presenti, inoltre, due account manager.
Risposta. - L'intervento italiano in favore dell'Argentina, oltre ad essere ispirato da ragioni di solidarietà, presenta anche un preciso contenuto politico, essendo finalizzato a modificare la situazione in maniera strutturale. Oltre a sostenere le imprese italiane e italo-argentine, il Governo italiano si propone di fornire all'Argentina progetti e studi di fattibilità indispensabili per accedere ai finanziamenti delle istituzioni finanziarie internazionali.
definitivamente la capacità produttiva del Paese.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione intesa a conoscere quali rapporti intercorrono tra il sistema creditizio e le società di calcio professionistiche.
Risposta. - Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto gli interroganti chiedono quali iniziative si intendano intraprendere per impedire che proseguano le speculazioni sui prezzi agricoli che, con il pretesto dell'inclemente andamento climatico del gennaio 2002, sarebbero state poste in essere dai grossisti. Intendono, inoltre, sapere se saranno svolti accertamenti sugli indebiti guadagni di quanti hanno causato l'ingiusto aumento dei prezzi ai danni dei consumatori.
di Palermo, con specifico riferimento al pericolo di infiltrazioni nell'ambito della municipalità;
Risposta. - La situazione politico-amministrativa del comune di Isola delle Femmine (Palermo) è attentamente seguita da questa amministrazione ed è sottoposta a costante monitoraggio da parte dell'ufficio territoriale del Governo di Palermo, anche in ordine alle vicende processuali cui fa riferimento l'interrogante.
Risposta. - Il commissario generale per le onoranze ai caduti in guerra presso il ministero della difesa, in data 16 giugno 1997 ha dichiarato di pubblica utilità, urgenti e indifferibili le opere necessarie alla sistemazione dei resti mortali mineralizzati dei militi della Repubblica Sociale Italiana caduti in combattimento sul fronte di Anzio nel 1944.
abbonamento telefonico e che non riescono a fare alcuna telefonata per la impossibilità di fare fronte alla spesa;
Risposta. - Al riguardo si fa presente che i primi interventi di agevolazione tariffaria per particolari categorie di utenti sono stati previsti dal decreto ministeriale 28 febbraio 1997 e dalla delibera dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 85 del 1998, che hanno disposto l'applicazione di condizioni agevolate per le cosiddette «utenze residenziali a basso traffico economico».
risolvere, ammesso e non concesso che tale intervento sia sufficiente, dirottando gli attuali dipendenti impiegati presso il centro di smistamento della corrispondenza di Prato che non accettino il trasferimento alla sede di Firenze, ai servizi di consegna della corrispondenza e di front-line (sportello);
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno far presente che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo, non ha il potere di sindacarne l'operato in merito alla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società.
comunque ad essere affidate, oltre alle attività di recapito, anche quelle di ripartizione sia dei plichi che presentano un formato non standardizzato, sia delle assicurate e delle raccomandate da avviare al recapito.
Risposta. - Le questioni poste nel documento parlamentare sono state ampiamente dibattute il 16 aprile 2002 davanti all'Assemblea del Senato della Repubblica, in occasione della discussione della mozione n. 1-00063 del sen. Vitali, nel corso della quale ho riferito sull'impiego delle scorte.
(vedi allegato in calce)
Risposta. - Le questioni poste nel documento parlamentare sono state ampiamente dibattute il 16 aprile 2002 davanti all'Assemblea del Senato della Repubblica, in occasione della discussione della mozione n. 1-00063 del Senatore Vitali, nel corso della quale ho riferito sull'impiego delle scorte.
(vedi allegato in calce)
Risposta. - In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto si comunica che nella G.U. del 24 novembre 2001 è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica 12 novembre 2001 riguardante «modificazioni del decreto 6 dicembre 2000 di approvazione del programma statistico nazionale 2001-2003», che contiene disposizioni relative allo svolgimento del censimento generale della popolazione e delle
abitazioni nella regione Friuli-Venezia Giulia con questionari anche in lingua slovena.
settimane ha segnalato all'Anas l'insufficienza delle segnaletiche orizzontale e verticale, in particolare all'altezza del bivio di Marrubiu, nonché i rischi derivanti dagli svincoli a raso e dai raccordi mal segnalati, con conseguenti rallentamenti del traffico e pericoli per gli automobilisti -:
Risposta. - L'ente nazionale per le strade, interessato al riguardo, riferisce che sulla strada statale n. 131 «Carlo Felice» sono attualmente in corso di esecuzione n. 5 distinti lavori di adeguamento e sistemazione della sede stradale ricompresa fra i km. 47+800 e 78+500.
Risposta. - Al riguardo nel far presente che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale, che rientra nella competenza propria degli organi statutari della società, si significa che non si è mancato di richiedere specifiche informazioni alla stessa, in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame.
Risposta. - Le questioni poste nel documento parlamentare sono state ampiamente dibattute il 16 aprile 2002 davanti all'Assemblea del Senato della Repubblica, in occasione della discussione della mozione n. 1-00063 del senatore Vitali, nel corso della quale ho riferito sull'impiego delle scorte.
(vedi allegato in calce)
l'anno 1996, si discostino da quelli fondatamente attribuibili sulla base delle caratteristiche della specifica attività svolta;
fissate dal Ministero delle Finanze, al fine di evitare sia l'aumento, in modo esponenziale, delle controversie presso le Commissioni Tributarie che la riduzione o financo l'azzeramento delle potenziali maggiori entrate percepibili dalla corretta e produttiva gestione dei contraddittori relativi agli accertamenti per parametri;
Risposta. - L'interrogante segnala che l'ufficio delle entrate di Viterbo avrebbe operato diversificate valutazioni nella gestione delle pratiche riguardanti gli accertamenti per parametri relativi al periodo d'imposta 1996, discostandosi anche dalle istruzioni ministeriali impartite in materia. La richiesta, pertanto, è finalizzata a far sì che il predetto Ufficio si uniformi ai criteri fissati al riguardo dal ministero dell'economia e delle finanze e che, a livello di normativa generale, vengano adottate iniziative volte a favorire la definizione automatica delle procedure di accertamento in base ai parametri.
che svolgono attività con analoghe caratteristiche.
civile di Pisa diretto dall'ingegnere Duilio Palla e dopo due ispezioni nel cantiere del Servizio sismica del dipartimento ambiente della regione toscana diretto dall'architetto Maurizio Ferrini;
Risposta. - La vicenda menzionata nell'interrogazione in oggetto, trae origine dalla realizzazione, risalente al 1987, di un capannone prefabbricato da parte dell'impresa «Stimet» s.r.l. di Arezzo e da questa fornito alla «Bielectric» s.r.l. di Ospedaletto di Pisa, rappresentata da Antonio Biondi.
preliminari limitatamente al procedimento n. 10339/98 mod. 22 - pubblico ministero Pisa, a fronte della richiesta di archiviazione formulata il 5 novembre 2001 dal procuratore capo, l'avviso della quale è stato inoltrato alla persona offesa ex articolo 408 codice di procedura penale).
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno ribadire quanto più volte già fatto presente e cioè che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
di polemiche e demagogie varie circa la situazione igienico ambientale in cui si trovano sia ad operare gli agenti della polizia penitenziaria che a vivere i reclusi ospitati;
Risposta. - Si rappresenta che è intendimento di questa amministrazione procedere, gradualmente, alla ristrutturazione dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino.
procura distrettuale sono apparsi ripetutamente sulla stampa -:
Risposta. - Le questioni poste nel documento parlamentare sono state ampiamente dibattute il 16 aprile 2002 davanti all'Assemblea del Senato della Repubblica, in occasione della discussione della mozione n. 1-00063 del senatore Vitali, nel corso della quale ho riferito sull'impiego delle scorte.
(vedi allegato in calce)
Risposta. - Il Governo ha approvato il disegno di legge relativo a «Disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e l'interazione tra pubblico e privato», approvato definitivamente dal Parlamento in data 19 giugno 2002 per valorizzare le professionalità già esistenti nella pubblica amministrazione e per promuovere la possibilità di
scambi tra esperienze professionali tra dirigenti pubblici e privati.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in oggetto, si comunica che il decreto di finanziamento del suddetto patto è intervenuto in data 20 dicembre 2001 e che, all'attualità, questo ministero è in attesa di ricevere dal soggetto responsabile del patto stesso l'atto di stipula e la sottoscrizione da parte di tutti i soggetti beneficiari; atti indispensabili per poter procedere ad attivare le procedure di erogazione presso la cassa depositi e prestiti.
Risposta. - Si fa presente che il fenomeno delle rapine in abitazioni, ville e cascine isolate si è manifestato in forme e dimensioni nuove soprattutto a partire dall'anno 2000.
i servizi di prevenzione e controllo del territorio ed a conferire maggiore impulso alle indagini.
Risposta. - La legge 157 del 1992 (legge quadro sul prelievo venatorio e la protezione della fauna omeoterma) deve leggersi alla luce del nuovo assetto di competenze tra Stato e regioni delineato dal novellato articolo 117 della Costituzione.
già da considerarsi preoccupante in sé, sostituita da una forma leggera di tutela;
Risposta. - Si fa presente che la revoca della misura della scorta nei confronti dell'onorevole Antonio Bassolino fu decisa nel mese di ottobre 2001 dal prefetto di Napoli nel quadro di una rimodulazione complessiva dei dispositivi di tutela di personalità e magistrati, allo scopo di contemperare le esigenze di protezione delle persone a rischio, secondo aggiornati parametri di valutazione dei pericoli, con quelle di recupero di personale di polizia da destinare a compiti operativi di prevenzione e di controllo del territorio.
Risposta. - Si fa presente che viale Carlo III, importante arteria che collega la città di Caserta con i comuni a nord di Napoli, costituisce uno tra i principali obiettivi di vigilanza e controllo da parte delle Forze dell'ordine.
di nazionalità nigeriana ed albanese, vittime dei loro stessi connazionali e della criminalità organizzata locale, nel febbraio 2002 è stata portata a termine un'importante operazione di polizia giudiziaria denominata «Alto Impatto», iniziata il 15 gennaio 2002 e conclusasi il 19 febbraio 2002, nel corso della quale sono state arrestate 21 persone responsabili di sfruttamento e di favoreggiamento della prostituzione di extracomunitarie.
ed il Brasile, per esempio, sono stati condotti dal FMI sull'orlo di un crac come quello dell'Argentina e d'altre nazioni, quali: Polonia, Turchia. Questo sta a manifestare la crisi dell'intero sistema che si evidenzia, in maniera sempre più quantificabile e tangibile anche negli USA, in Giappone ed in Europa. Per cui una duratura soluzione per l'Argentina può avvenire solo nel contesto di un totale riorientamento produttivo e di una riorganizzazione del sistema economico e finanziario internazionale;
Risposta. - A seguito delle recenti crisi finanziarie che hanno colpito Messico, sud est asiatico, Brasile e Russia, l'attenzione della comunità internazionale si è concentrata sul rafforzamento dell'architettura finanziaria internazionale, ripensando l'assetto istituzionale dei mercati e le pratiche adottate dai governi e dagli operatori privati in linea con le nuove esigenze dell'economia globale. D'altra parte in occasione della crisi asiatica il Fondo Monetario Internazionale era stato oggetto di aspre critiche con riferimento sia alla sua incapacità di previsione e prevenzione, sia alla inadeguatezza dei programmi di aggiustamento suggeriti ai paesi in crisi.
chiave ha assunto lo sviluppo e la diffusione di standard e codici internazionali. In particolare essi riguardano le politiche fiscali e monetarie, la vigilanza sulle banche, la regolamentazione dei mercati dei titoli, la contabilità del settore pubblico e di governo dell'impresa. L'adozione di questi standard ha l'effetto di rendere più efficienti le decisioni di investimento degli operatori internazionali e di rendere trasparenti le politiche dei governi e del settore privato.
popolazione di Roncocesi, frazione del Comune di Reggio Emilia;
Risposta. - L'ente nazionale per le strade, sentita la società autostrade, rappresenta che a causa dell'incidente del 2 ottobre 2001, sul tratto dell'autostrada A1 tra Parma e Reggio Emilia, la circolazione è rimasta bloccata per diverse ore su disposizione di polizia stradale e vigili del fuoco al fine di garantire l'incolumità degli automobilisti data la pericolosità della sostanza dispersa, altamente corrosiva e tossica.
e degli enti competenti e delle associazioni di categoria.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno ribadire quanto più volte già fatto presente e cioè che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di sindacarne l'operato per la parte riguardante la gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
sono inserite in un'area geografica molto vasta, ma scarsamente popolata, costituita prevalentemente da seconde abitazioni utilizzate quasi esclusivamente nel periodo estivo.
Risposta. - La società Alfa Cabel, con sede legale a Vercelli e stabilimento a Rubano (PD), ha comunicato alla provincia di Padova - competente in materia di servizi per l'impiego e di mobilità per riduzione di personale, a seguito del trasferimento di tali compiti alle regioni ed agli enti locali - di aver avviato, a far data dal 14 gennaio 2002, la procedura di mobilità ai sensi e per gli effetti degli articoli 4 e 24 della legge 223 del 1991, con il conseguente licenziamento collettivo del personale impiegato - quantificato in 5 impiegati e 21 operai - per cessazione dell'attività produttiva.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in oggetto, il ministero dell'economia e delle finanze, interpellato al riguardo, ha fatto presente che al fine di accertare quanto rappresentato nell'atto in esame sono stati effettuati controlli presso alcuni distributori di benzina collocati sui moli di Ischia e Capri sia dal servizio vigilanza antifrode accise dell'U.T.F di Napoli, sia dalla guardia di finanza.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in oggetto, preliminarmente si precisa che questa amministrazione esercita un mero potere di vigilanza nei confronti dei collegi ed ordini professionali che riguarda il rispetto della regolarità formale e delle norme nelle procedure di elezione e nello svolgimento delle funzioni dei consigli.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante rappresenta l'opportunità di emanare una circolare in cui sia
fissata, in modo preciso ed univoco su tutto il territorio nazionale, la procedura di cambio lire/euro per la determinazione della tassa di cui all'articolo 23 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sull'esercizio dell'attività venatoria, stimolando altresì le regioni, per la parte di loro competenza relativa agli adempimenti del sopracitato articolo 23, ad assumere analoghe iniziative.
il ricongiungimento dei loro figli minori.
Risposta. - Si fa presente che l'articolo 29 del Testo unico sull'immigrazione, approvato con il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, subordina il rilascio del nulla-osta al ricongiungimento familiare alla disponibilità da parte dell'extracomunitario, titolare di carta o di permesso di soggiorno, di un reddito annuo necessario per il mantenimento dei familiari, nonché di un alloggio.
Risposta. - Si fa presente che l'allertamento delle forze dell'ordine, particolarmente nelle città d'arte di Firenze, Milano, Venezia, e Verona, per la concreta possibilità di attentati terroristici nel periodo pasquale ad opera di gruppi estremisti islamici, era stato disposto sulla base di informazioni acquisite dall'arma dei carabinieri ancor prima che preoccupazioni in questo senso venissero comunicate dalle autorità statunitensi nell'ultima settimana del mese di marzo 2002.
arterie stradali, lungo le autostrade, nonché in ambito ferroviario ed aeroportuale.
Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'onorevole interrogante fa presente che in alcuni comuni, tra cui quello di Casavatore, sono stati recapitati ai contribuenti avvisi di comunicazione di iscrizione al ruolo di cartelle esattoriali relative al pagamento delle tariffe per il servizio di fognature e depurazione afferenti l'anno 1996. In ragione di ciò vuole sapere quale sia il termine di prescrizione da applicare per il canone del servizio di fognatura e depurazione e se non si intenda predisporre un'apposita circolare di chiarimento affinché vi sia uniformità di comportamento da parte dei comuni.
n. 448 per l'entrata in vigore della predetta tariffa), la suddetta prestazione in corrispettivo di diritto privato, poiché, da tale data, il corrispettivo dei servizi di depurazione e di fognatura costituisce «quota di tariffa».
però, dichiara estinto il reato per la tardiva denuncia dell'ufficio del Genio civile di Pisa, essendo ormai trascorsi oltre tre anni dal 1986;
di Pisa con l'ausiliario di P.G. Andrea Di Santolo (già commissario della commissione tecnica provinciale di Udine);
Risposta. - La vicenda menzionata nell'interrogazione trae origine dalla realizzazione, risalente al 1987, di un capannone prefabbricato da parte dell'impresa «Stimet» s.r.1. di Arezzo e da questa fornito alla «Bielectric» s.r.l. di Ospedaletto di Pisa, rappresentata da Antonio Biondi.
ufficio del territorio nella provincia del Verbano Cusio Ossola;
Risposta. - La problematica sollevata attiene alla legittimità delle procedure di mobilità per il trasferimento di personale presso il costituendo ufficio del territorio nella provincia del Verbano Cusio Ossola e, al riguardo, l'interrogante vuole sapere quando sarà effettivamente operativo il predetto ufficio, quanti dipendenti vi saranno assegnati e quale sarà per lo Stato il costo complessivo, a causa del trasferimento di dipendenti da amministrazioni con sedi lontane.
lavoro, a svantaggio degli uffici situati nel nord del paese.
sin dal 1984 l'amministrazione finanziaria ha previsto l'allocazione nel comune di Castellammare di Stabia di ben due uffici delle entrate;
è evidente l'importanza di tali uffici per la rinascita sociale ed economica dell'intero territorio sud della provincia napoletana caduta in crisi generale;
per motivi non noti, ad oggi, non sono ancora stati realizzati tali uffici;
risulta che l'amministrazione finanziaria fosse a suo tempo orientata a realizzare uno o entrambi gli uffici nel plesso denominato «Padiglione del Gesù» di proprietà demaniale e nell'adiacente plesso costituito dal cosiddetto «Seminario», all'uopo reso disponibile dalla Curia locale, realizzando così oltre che un molto opportuno risparmio di denaro pubblico, il recupero di un importantissimo comprensorio di grande valenza storica, architettonica e culturale, oltre ad un significativo rilancio del centro storico di Castellammare, del quale esso fa parte;
l'amministrazione comunale si oppose a tale proposta;
risulta che l'amministrazione finanziaria, dato il lungo tempo decorso abbia modificato la sua determinazione originaria, stabilendo di realizzare in Castellammare di Stabia non più due ma un solo ufficio delle entrate;
per l'allocazione di tale ufficio sono stati promulgati due bandi, tendenti a reperire immobili da fittare. L'esito dei bandi è stato negativo;
risulta da notizie di stampa al 26 febbraio 2002 che sono in corso indagini da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata volte ad accertare eventuali responsabilità;
vi è dunque il concreto rischio che si determinino condizioni per le quali non si realizzi neanche l'unico ufficio delle entrate di cui sopra;
ad oggi, dopo quasi un decennio, non è stato ancora possibile individuare gli immobili da destinare a sede dell'ufficio delle entrate di Castellammare di Stabia -:
se e quali provvedimenti urgenti il Ministro abbia già adottato o intenda adottare per consentire l'apertura dell'ufficio delle entrate di Castellammare di Stabia, fornendo in tal senso chiare ed immediate direttive agli uffici e alle amministrazioni interessate.
(4-02324)
La direzione regionale della Campania è impegnata da molto tempo nella ricerca di un immobile da destinare a sede del nuovo ufficio. Al riguardo, è stata verificata l'impossibilità di utilizzare gli immobili demaniali tra cui quello denominato «Padiglione del Gesù» presso il quale risultano allocate numerose famiglie ed il cui stato manutentivo risulta essere tale che il suo ripristino richiederebbe un notevole impegno economico. Pertanto, non è stato preso in considerazione concretamente un suo prossimo, diverso utilizzo da quello attuale.
A seguito di ciò, la stessa direzione, già nell'aprile del 1999, ha avviato un'indagine di mercato, facendo pubblicare un avviso su quotidiani a rilevanza locale e nazionale.
La migliore proposta è risultata quella della società CON. SUD CASA, che disponeva di un immobile in avanzato stato di realizzazione. Non è stato però possibile concludere la trattativa, dal momento che a luglio 2000 è scaduta la concessione edilizia e l'amministrazione comunale ha ritenuto di non poterla prorogare.
A questo punto la direzione regionale ha avviato le trattative per l'acquisizione in locazione di un immobile di proprietà della società Gerardo di Nola, che si era impegnata a realizzare i lavori e consegnare l'immobile entro giugno 2001.
L'impegno non è stato rispettato - peraltro, durante i lavori, una parte dell'immobile è crollata - ed inoltre la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha sequestrato il cantiere, avendo rilevato l'esecuzione di opere abusive.
Venuta meno anche questa opportunità, la citata direzione ha fatto pubblicare sui quotidiani un altro avviso di ricerca di immobili ricevendo tre proposte che, non rispondendo alle esigenze funzionali del nuovo ufficio, non sono state prese in considerazione.
Permanendo, quindi, le difficoltà di reperimento di un immobile idoneo, la direzione regionale ha interessato della questione l'amministrazione comunale di Castellammare di Stabia. Questa ha fatto presente di non disporre di immobili idonei, segnalando però cinque offerte che essa aveva ricevuto a seguito di un proprio avviso di ricerca immobili (tra queste, tra l'altro, figurava anche quella della società CON. SUD CASA, cui, come accennato, l'amministrazione stessa aveva negato il rinnovo della concessione edilizia).
La direzione regionale, pertanto, ha avviato un'indagine sugli immobili segnalati, tuttora in corso. Se questa indagine consentisse di individuare un immobile idoneo che non necessiti di rilevanti interventi di ristrutturazione, l'attivazione del nuovo ufficio potrebbe avvenire entro la fine del 2002. Diversamente, per non ritardare ulteriormente l'apertura del nuovo ufficio, verrà valutata la possibilità di attivarlo in un altro comune del distretto.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
nella giornata del 25 aprile 2002, in occasione delle tradizionali manifestazioni rievocative della Liberazione, a Dongo (Como), paese noto storicamente perché teatro dell'epilogo della fuga di Mussolini, i carabinieri della locale stazione hanno fermato per l'identificazione un gruppo di giovani militanti di Rifondazione Comunista, assolutamente pacifici, che legittimamente partecipava all'iniziativa indetta dall'ANPI e dal comune. I militi hanno impedito l'esposizione delle bandiere di partito;
risulta all'interrogante che il sindaco di Dongo abbia affermato ai giornali che «per legge i gruppi politici che intendono aderire devono inoltrare opportuna segnalazione» e che «nelle passate edizioni mai erano state esposte bandiere di partito». Entrambe le affermazioni sono palesemente prive di fondamento: la prima, in quanto il PRC non era presente in forma organizzata, ma si trattava di cittadini che, nell'aderire ad una pubblica manifestazione di valenza istituzionale, si limitavano
domenica 27 aprile 2002 circa trecento persone si sono radunate a Giulino di Mezzegra, bardate con camicie nere ed altri simboli fascisti, ostentando saluti romani e slogan del ventennio, davanti all'ultima dimora del dittatore Mussolini. Non risulta che nei confronti dei manifestanti sia stato adottato, da parte delle forze dell'ordine, lo stesso zelo registrato a Dongo nei confronti dei giovani comunisti, malgrado vi siano documentazioni fotografiche comprovanti atti e comportamenti sicuramente rubricabili come apologia di fascismo;
nell'occasione si è anche appreso di un progetto, addirittura in accordo con l'ente regione e il comune di Mezzegra, per un non meglio precisato «Museo della Guerra» da realizzare in loco; il fatto che se ne sia parlato in margine ad un convegno neofascista lascia pensare che si tratti di una iniziativa dai contorni politici e culturali non ammissibili a norma del dettato costituzionale -:
se non si ritenga opportuno intervenire presso tutti i soggetti istituzionali che, ad avviso dell'interrogante, si sono resi responsabili di abusi (nel caso dei fatti di Dongo) e di omissioni (nel caso dei fatti di Giulino di Mezzegra) per ribadire, da un lato il pieno diritto di manifestare per coloro che esprimono sentimenti antifascisti, dall'altro lato la assoluta necessità che non siano consentite manifestazioni dichiaratamente fasciste;
se si sia provveduto a vigilare sui contenuti del progetto di «Museo della Guerra» che si intenderebbe realizzare a Mezzegra, al fine di verificarne la compatibilità con l'ordinamento Costituzionale e, qualora necessario, di impedirne la realizzazione.
(4-02816)
Risulta, invece, che il sindaco di quel comune, in qualità di autorità locale di pubblica sicurezza, ha invitato quattro persone a spostarsi nella parte della piazza riservata al pubblico che assisteva alla manifestazione, poiché si erano poste con le bandiere di Rifondazione Comunista nello schieramento ufficiale dei gonfaloni comunali e dei labari delle associazioni combattentistiche.
Avendo constatato che il suo invito non aveva avuto alcun esito, lo stesso sindaco si è rivolto al comandante della locale stazione dei Carabinieri, presente alla manifestazione, il quale è riuscito a convincere i quattro simpatizzanti ad ottemperare alla richiesta ed a spostarsi solo dopo rumorose rimostranze da parte loro.
È stato in tale contesto che lo stesso comandante ha ritenuto di procedere alla identificazione dei quattro.
Nell'occasione, dunque, non risultano commessi abusi o discriminazioni ai danni di simpatizzanti o militanti di Rifondazione Comunista, non essendo stato contestato il loro diritto di esporre le proprie bandiere durante la cerimonia in questione, purché, però, nelle aree della piazza destinate al pubblico e non negli ambiti riservati agli enti ed alle organizzazioni ufficialmente invitate o autorizzate.
Quanto all'episodio avvenuto il 28 aprile nel comune di Mezzegra (CO), si è trattato di una manifestazione di commemorazione dell'anniversario della morte di Benito Mussolini, alla quale hanno partecipato circa 250 persone, provenienti da varie province lombarde.
Dopo la celebrazione eucaristica, presso la parrocchia locale, i partecipanti hanno
Dal sagrato sono stati pronunciati discorsi di rievocazione degli eventi da parte del segretario nazionale dell'associazione combattenti della Repubblica sociale italiana e del segretario provinciale del movimento sociale italiano-fiamma tricolore.
Al termine, i manifestanti si sono mossi in corteo sino a raggiungere il luogo in cui fu eseguita la esecuzione di Benito Mussolini, ove è stato deposto un cuscino di fiori.
La commemorazione si è svolta in forme pacifiche e senza dar luogo a comportamenti penalmente rilevanti, neppure con riferimento ai reati di apologia previsti dall'ordinamento vigente.
In relazione all'ipotesi di istituzione di un «Museo della Guerra» nello stesso comune di Mezzegra, risulta che il progetto sia tuttora in una fase embrionale, non essendo stato ancora discusso né in sede di consiglio, né di giunta comunale.
La sede del nuovo museo dovrebbe essere l'edificio delle ex scuole elementari, ed il sindaco ha avviato contatti con i direttori di altri musei per informazioni sull'iter amministrativo necessario.
I promotori dell'iniziativa ne sottolineano, comunque, le finalità storiche e non politiche, essendo il museo concepito per la raccolta e la conservazione di cimeli risalenti alle due guerre mondiali ed al periodo intermedio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'Azienda Enel Distribuzione ha predisposto un progetto di ristrutturazione della rete e vari rami aziendali: produzione, trasmissione e distribuzione;
la riorganizzazione dell'area della distribuzione, è quella che di fatto sta interessando la parte più consistente del personale Enel, poiché riguarda le attività che sono praticamente dislocate e ramificate su tutto il territorio nazionale;
la «Distribuzione» è quella società del gruppo Enel più direttamente a contatto con i cittadini, poiché si occupa di quelle attività strettamente legate al servizio alla clientela diffusa: commerciale - sportelli al pubblico e tecnico - presidio degli impianti di distribuzione sul territorio, manutenzione, investimenti, pronto intervento;
in particolare, nel sud Lazio è in atto la chiusura di strutture anche tecniche dell'Enel, che da nove strutture di zona, tra cui Anagni, Sora, Cassino, Formia e Terracina, distribuite sul territorio tra le province di Latina e Frosinone, si riducono a due, ciascuna nella sede di provincia. Una struttura di zona oggi dà lavoro a circa cinquanta addetti impiegatizi, con il relativo indotto, nonché con l'effettivo presidio del territorio a livello tecnico soprattutto per il pronto intervento;
allontanando gli operatori del settore elettrico da chi paga le bollette, aumenta il disagio dei cittadini che, in particolare nel sud pontino, vedono sempre più lontani i punti di riferimento di società di servizi, rischiando di essere sempre più classificati cittadini di serie B -:
quali iniziative intenda intraprendere affinché si attivi un tavolo di confronto tra azienda, enti locali interessati e sindacati al fine di garantire un serio confronto di merito che porti ad una soluzione che permetta di contenere la penalizzazione dei lavoratori e che sia in grado di rispondere alle reali esigenze di cittadini residenti in una parte della regione Lazio che vive una continua migrazione di servizi e di occupazione verso i capoluoghi di provincia.
(4-02377)
La possibilità di un migliore governo delle reti, sulla base dell'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e di una maggiore efficienza operativa determinata da sistemi più evoluti di gestione delle risorse, consente una razionalizzazione delle strutture senza alcuna ricaduta negativa sulle capacità di intervento del personale tecnico. Con la nuova organizzazione saranno, comunque, mantenute sul territorio attività e risorse quantitativamente e qualitativamente adeguate al più efficace presidio, tenendo anche conto dell'attuale dislocazione del personale.
Nella provincia di Frosinone sono oggi presenti le zone di Frosinone, Cassino, Sora e Anagni articolate in gruppi operativi e squadre distaccate. La nuova organizzazione delle attività di «Rete» (che prevede l'individuazione delle zone su base provinciale) prevede, invece, la presenza di una unica zona con sede nella stessa città di Frosinone. A tale struttura si affiancheranno le unità operative di Frosinone, Cassino e Sora e le squadre distaccate di Pontecorvo, Alatri, Anagni, Fiuggi, Atina e Ceprano. Le strutture operative, presenti nell'ambito della zona di Frosinone, continueranno ad assicurare un adeguato presidio per l'esecuzione delle attività costruttive e manutentive e per tutte le altre attività di più immediato interesse per la clientela, quali riparazione guasti ed interventi sui gruppi di misura.
Enel conferma la piena reimpiegabilità di tutto il personale presente nella provincia in questione. Laddove l'attivazione della mobilità volontaria non debba essere sufficiente a garantire l'implementazione e l'avvio delle nuove strutture, si procederà a spostamenti di personale che terranno conto dei criteri dell'anzianità e della distanza tra la residenza e la sede della nuova struttura. Il processo di razionalizzazione delle strutture e di efficientamento dei processi sarà attuato, inoltre, anche attraverso una oculata gestione del turn-over.
Sempre al fine di ottimizzare la gestione dell'attività di distribuzione nel mutato contesto del settore elettrico, Enel distribuzione ha già concluso il processo di riorganizzazione della propria rete commerciale. L'architettura organizzativa della nuova rete commerciale è costituita da un contact center unico nazionale per il presidio ininterrotto di tutti i canali di contatto con la clientela in tutti i casi in cui non occorra la presenza fisica del cliente. Per la gestione delle pratiche che richiedono la presenza fisica del cliente nei capoluoghi di provincia e nelle aree nelle quali è presente una notevole concentrazione di clientela o caratterizzate da peculiari criticità logistiche, sono stati costituiti i Punti Enel. Il cliente può, inoltre, accedere a taluni servizi di Enel Distribuzione anche attraverso i punti Qui Enel, presenti presso i negozi della società Enel.si e attraverso i Punti Enel.si.
Per la gestione personalizzata della clientela medium business è stata, infine creata una rete di Account Manager. Nella provincia di Frosinone tale struttura commerciale si concretizza con i punti Enel di Frosinone e Cassino, i punti Qui Enel di Frosinone e Sora e i Punti Enel.si di Cassino, S. Giorgio a Liri e Sora. Nella provincia sono presenti, inoltre, due Account Manager.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
gli uffici del tribunale civile e penale di Sulmona (Aquila), nei quali sono in corso da diverso tempo lavori di ristrutturazione, presentano numerose carenze di spazi per lo svolgimento delle attività giudiziarie primarie (aula delle udienze, camera di consiglio, aula giudice indagini preliminari) e di arredi (spazi comuni piano terra e primo piano, completamento biblioteca e cancelleria civile);
lo stesso presidente del tribunale ha inoltrato richiesta agli uffici ministeriali competenti per autorizzare urgentemente l'acquisto dei beni indispensabili per il pieno funzionamento della riforma istitutiva del giudice unico di primo grado -:
se non ritenga opportuno autorizzare con sollecitudine le suddette spese finalizzate al miglioramento del servizio giudiziario per i cittadini.
(4-02199)
In merito al lamentato ritardo, si chiarisce che esso è dovuto alla recente riorganizzazione di questo ministero.
Si assicura, comunque, di aver intrapreso tutte le iniziative necessarie per una migliore efficienza e celerità del lavoro.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il 12 aprile 2001 il ministero della giustizia insediava l'«Osservatorio sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati», strumento permanente chiesto con forza da diversi anni dai familiari delle vittime con il compito di dare esecuzione alla legge-quadro del Consiglio dell'Unione europea del 15 marzo 2001 per adeguare il codice di procedura penale in favore di tutte le vittime dei reati, nonché per procedere alla ricognizione e alla rilevazione delle esigenze delle vittime, sia nel momento del loro coinvolgimento nell'azione giudiziaria, sia in riferimento alle diverse situazioni verificabili per effetto degli specifici programmi di assistenza per esse previste;
l'Osservatorio, composto da rappresentanti di associazioni di vittime dei reati, esperti di vittimologia e rappresentanti del ministero della giustizia e del ministero dell'interno, deve provvedere alla individuazione dei problemi delle vittime e alla elaborazione di proposte organizzative e normative;
al 31 dicembre 2001 l'Osservatorio ha svolto 14 sedute di cui 4 plenarie, ha realizzato con la collaborazione del Censis un'«indagine sulle vittime di reato organizzate in associazioni». Ha inoltre predisposto una bozza di «Legge-quadro per l'assistenza, il sostegno e la tutela alle vittime dei reati», bozza di legge che tiene conto della decisione quadro del Consiglio della Unione europea del 15 marzo 2001 e inviata al Ministro Roberto Castelli il 21 dicembre 2001 con richiesta di un urgente iter parlamentare;
per il 6 febbraio 2002 era già prevista la prima seduta plenaria dell'anno, ma poiché il ministero non ha ancora provveduto al rinnovo, i lavori sono bloccati;
questo «blocco» rischia di vanificare l'impegnativo lavoro svolto sino ad ora, impedisce la tutela alle vittime di reato e non ottempera al dettato dell'articolo 17 della decisione quadro del Consiglio dell'Unione europea di adeguare il codice di procedura penale entro il termine del 22 marzo 2002:
quali ragioni abbiano impedito al Ministro di rinnovare l'insediamento dell'osservatorio sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati;
se intenda rinnovarlo e in quali tempi.
(4-02179)
Con decreto del Ministro in data 8 marzo 2002, si è anche provveduto alla sostituzione del presidente, dottor Giorgio Lattanzi, dimissionario, con il consigliere Giorgio Santacroce, magistrato di cassazione con funzioni direttive superiori.
L'ex osservatorio, ora commissione, è stato quindi reintegrato sia nella sua composizione sia nei suoi compiti istituzionali che continua a coltivare.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
la direzione rete territoriale, filiale di Messina, ha disposto la chiusura dell'ufficio postale ubicato nella frazione Mongiuffi, nel comune di Mongiuffi Melia (Me);
tale decisione ha suscitato notevoli proteste da parte della popolazione locale, a causa dei disagi che provocherà nella cittadinanza in gran parte costituita da persone anziane;
l'ufficio postale suddetto serviva il Santuario della Madonna della Catena, il quale registra un notevole afflusso di fedeli e visitatori -:
se intenda assumere le iniziative necessarie presso le Poste italiane spa perché sia assicurata l'apertura parziale dell'ufficio postale della frazione di Mengiuffi, nel comune di Mengiuffi Melia, anche mediante l'erogazione del servizio un giorno alla settimana.
(4-02141)
Ciò premesso, si fa presente che Poste Italiane s.p.a. - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame - ha riferito che, in ottemperanza a quanto stabilito con il piano di impresa 1998-2002, è stato da tempo avviato un processo di complessa riorganizzazione finalizzato ad un concreto recupero di produttività allo scopo di raggiungere livelli più adeguati di efficienza ed affidabilità, nonché la competitività ed il risanamento economico-finanziario della società.
In tale ottica, ha precisato la medesima società, va inquadrata la chiusura dell'ufficio postale di Mongiuffi - Madonna della Catena, nel comune di Mongiuffi-Melia (ME) che è stata disposta a decorrere dal 1o dicembre 2001, tenendo conto del basso volume di traffico che l'ufficio faceva registrare consistente in circa 12 operazioni giornaliere.
D'altra parte, ha proseguito Poste italiane, nel comune in parola è attivo un altro ufficio postale - l'ufficio principale di Mongiuffi Melia - distante circa 2 chilometri dal primo, che pure presenta flussi di traffico talmente bassi da far ritenere opportuna la sua chiusura; tuttavia, in adesione al principio aziendale secondo cui in ogni comune è assicurata la presenza di almeno un ufficio, non è stato adottato alcun provvedimento in tal senso.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il Washington Post del 14 febbraio 2002 ha reso nota una dichiarazione dell'esperto di Bush in materie tecnologiche, Richard Clarke, secondo il quale gli Usa sono pronti a rispondere con ogni mezzo alle minacce «virtuali» del cyberterrorismo;
nel corso di una seduta dedicata al cyberterrorismo di una commissione giudiziaria del Senato Clarke ha dichiarato: «Ci riserviamo il diritto di rispondere nella maniera che considereremo più opportuna: con azioni segrete o con mezzi militari, con ognuno degli strumenti che si trovano insomma a portata del presidente»;
la convenzione internazionale per i reati internazionali siglata a Budapest il 23 novembre, che il nostro Governo ha
se le affermazioni di Clarke, alla luce dei recenti accordi internazionali sui crimini informatici, possano esser considerate di applicazione legale all'interno del nostro Paese, in particolare in rapporto alla normativa sulla privacy.
(4-02160)
Naturalmente, se l'applicazione della convenzione dovesse comportare una modifica delle norme interne regolanti la stessa materia, la legge di autorizzazione alla ratifica non sarà di pura adozione dell'atto, ma includerà delle norme di adattamento. Si ricorda peraltro che la firma della convenzione è stata preceduta dal consenso unanime sul testo, espresso dal comitato dei ministri del Consiglio d'Europa. La stessa è stata poi firmata da buona parte dei paesi europei, nonché da Stati Uniti e Giappone.
Si evince, quindi, che la convenzione entrerà in vigore solo dopo l'emanazione di una legge che autorizza la ratifica presidenziale e che il Parlamento nell'adozione della convenzione potrà modulare la norma interna con quella internazionale, evitando, nel caso, un possibile conflitto con le norme in tema di privacy.
La Convenzione non impone obblighi vincolanti e prefissati ma chiede agli Stati di modificare la loro legislazione al fine di colpire una serie di reati informatici quali: l'accesso illegale ad un sistema informatico, l'intercettazione, l'integrità delle banche dati e del sistema (tutte norme peraltro anche a tutela della privacy), la falsificazione di dati informatici, la pornografia infantile, la tutela della proprietà intellettuale. Essa consente, altresì, l'estradizione per i reati sopra citati.
Il crimine informatico non è sconosciuto al nostro ordinamento, già la legge 547 del 1993 ha introdotto delle norme che perseguono tale tipo di reato. Dette norme non sono state oggetto di provvedimenti da parte del Garante per la protezione dei dati perché suscettibili di contrasto con la normativa a tutela della privacy.
Le riportate dichiarazioni del signor Clarke, alla luce di quanto sopra espresso relativamente all'adozione sul piano interno della convenzione, non possono considerarsi rilevanti per il nostro ordinamento.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
il 31 gennaio 2002 circa trecento profughi soprattutto irakeni e curdi (106 provenienti dalla Turchia, 48 dall'Iraq, 2 dal Pakistan, 1 dal Bangladesh, 2 dall'Afghanistan, 46 dallo Sri Lanka) tra questi moltissime donne e 32 minori, sono approdati sulle coste di Gallipoli in provincia di Lecce;
le autorità hanno disposto un primo trasferimento dei profughi presso il centro di accoglienza «L'Orizzonte», dove sono stati oggetto di un sommario riconoscimento, operato in soli due giorni dalla commissione centrale, nominata ad hoc per l'evento, solo 25 dei 200 richiedenti hanno avuto il riconoscimento dello status di rifugiato;
quanti non hanno ottenuto il riconoscimento del diritto d'asilo sono stati «accompagnati» al centro di permanenza temporanea «Regina Pacis» di San Foca, in attesa di espulsione con accompagnamento alla frontiera; in questa sede è previsto l'arrivo del console turco per una ulteriore identificazione che i profughi «rigettati» hanno ovviamente deciso di rifiutare, intenzionati ad opporsi legalmente al rimpatrio forzoso;
martedì 19 febbraio 2002 il questore di Lecce, applicando impropriamente l'articolo 8 della legge n. 40 del 1998, ha emanato nei confronti dei nuovi «ospiti» del centro un decreto di «respingimento alla frontiera»;
il suddetto articolo, che prevede l'espulsione coatta, è infatti normalmente applicabile solo a quegli stranieri che, essendosi sottratti ai controlli di frontiera, sono stati fermati all'ingresso, o subito dopo, dalle autorità competenti; in questo caso il provvedimento è stato applicato in modo arbitrario e illegale nei confronti di individui già presenti sul territorio da dodici giorni, regolarmente richiedenti asilo; le persone in questione saranno invece rimpatriate oggi stesso, senza alcuna possibilità di fare ricorso non essendo stati «espulsi» ma «respinti» come se non fossero mai scesi da quella nave;
l'asilo è un diritto soggettivo fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione all'articolo 10 comma 3 e, nello specifico, l'articolo 17 della legge 6 marzo 1998, n. 40, recita: «In nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione»;
il diritto dei richiedenti asilo che si vedano respingere la domanda di asilo ad adire all'autorità giudiziaria ordinaria per la tutela del proprio diritto fondamentale sancito dalla Costituzione non può pertanto in alcun modo essere compresso od ostacolato e pertanto non può essere ammesso in nessun caso un allontanamento coatto dello straniero dal territorio nazionale prima che all'interessato sia stata data la possibilità di appellarsi all'autorità giudiziaria contro la decisione negativa;
anche l'ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) e medici senza frontiere Italia hanno espresso in un documento congiunto «la propria fortissima preoccupazione ed allarme per la grave situazione di violazione del diritto di asilo che si sta verificando in questi giorni presso i centri di prima accoglienza della Puglia»;
il caso illustrato non è, sfortunatamente, un caso isolato -:
sulla base di quale motivazione, lecita e legale, non si sia tenuto conto, al fine del riconoscimento dello status di profugo, dei segni di maltrattamenti e torture che molti degli sbarcati a Gallipoli denunciavano e se non siano necessari esami, al fine dell'accoglimento della domanda d'asilo, esami più approfonditi di quelli realizzati, nel Centro d'accoglienza «L'Orizzonte»;
come sia possibile che un questore, applichi un decreto in violazione delle vigenti norme in materia di condizione giuridica dello straniero in Italia, e segnatamente alle disposizioni inerenti la materia del trattenimento e delle espulsioni;
quali siano le recenti direttive del ministero inviate alle prefetture in materia;
se il Governo stia applicando le disposizioni del disegno di legge Bossi-Fini, prima ancora che venga approvato.
(4-02218)
Ribadisco comunque che le audizioni in loco dei richiedenti asilo da parte della commissione si sono sempre svolte per il tempo necessario a formare il convincimento dell'organo collegiale sulla sussistenza o meno dei requisiti previsti dall'articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951.
Dal 13 al 16 febbraio 2002 la commissione, trasferitasi a Lecce con la presenza di tutti i suoi componenti e con la partecipazione a fini consultivi, di un rappresentante dell'alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati in conformità al decreto del Presidente della Repubblica 15 maggio 1990, n. 136, ha esaminato 203 richieste di asilo, riconoscendo lo status di rifugiato a 61 di essi.
L'ospitalità concessa ai cittadini stranieri presso i centri di accoglienza di San Foca di Melendugno e Orizzonte di Lecce è stata convalidata dalla competente autorità giudiziaria.
Non risulta adottato dal questore di Lecce alcun provvedimento di espulsione. Gli stranieri per i quali è stato riconosciuto lo status di rifugiato sono stati muniti di regolare permesso di soggiorno.
Per quanto concerne i segni di maltrattamenti e torture che, secondo quanto riferito dall'interrogante, molti degli sbarcati a Gallipoli lamentavano, si osserva che, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, l'onere della prova, anche soltanto indiziaria, delle persecuzioni subite o che si tema di subire, grava sul richiedente asilo ai sensi della già citata convenzione di Ginevra.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
durante la guerra del Golfo, secondo l'Army Environmental Policy Institute, sono state utilizzate armi contenenti uranio impoverito (circa 940.000 pallottole e 14.000 proiettili di grande calibro); sono state disperse nel suolo del Kuwait, dell'Arabia Saudita e dell'Iraq almeno 350 tonnellate di particelle e polveri di uranio impoverito; più di 90.000 del 697.000 soldati Usa hanno accusato problemi medici;
nei vari conflitti balcanici, secondo la Nato, sono state più volte utilizzate armi contenenti uranio impoverito, in particolare in Bosnia e in Kosovo; i governi dei paesi interessati e in particolare il nuovo governo serbo hanno segnalato gravi conseguenze per l'ambiente e la popolazione civile; militari italiani, francesi, cechi, spagnoli, inglesi, portoghesi e rumeni hanno accusato problemi medici con un forte aumento di casi di linfomi;
armi ad uranio impoverito sono state utilizzate anche in altri conflitti nell'ultimo decennio, vengono prodotte e vendute;
un recente studio diffuso da Eos Carcer Services ha segnalato che armi ad uranio impoverito sono state utilizzate anche nelle operazioni militari in corso in Afghanistan;
è stata più volte sollecitata in sedi istituzionali e politiche la messa al bando delle armi contenenti uranio impoverito, a causa della sua capacità di formare rotture a doppia elica sul DNA;
i ministeri italiani degli esteri, della difesa, dell'ambiente si sono già occupati dell'utilizzo di armi contenenti uranio impoverito, anche su sollecitazione del Parlamento nella XIII legislatura -:
a) se le armi contenenti uranio impoverito rientrino fra quelle il cui uso è bandito secondo risoluzioni e accordi internazionali;
b) se vi sono trattative internazionali per metterle al bando, qual è lo stato della ricerca sugli effetti dell'uso di tali armi per la popolazione civile e per l'ambiente, quale ruolo viene svolto dal Ministro degli esteri;
c) se tali armi sono state utilizzate in Afghanistan, da quali forze armate, in quali quantità; quali paesi le producono e le possiedono, in quali siti militari;
d) se e come il Ministero degli esteri intenda contribuire al monitoraggio della popolazione civile nell'area balcanica;
e) quali sono le attività attuali della commissione tecnico-scientifica istituita
f) se è escluso un collegamento fra l'utilizzo di armi contenenti uranio impoverito e aumento dei pazienti con linfoma di Hodgkin fra i soldati reduci dai Balcani, in particolare sulla base delle attività della commissione presieduta dall'ematologo professor Franco Mandelli istituita dal Ministero della difesa, quali sono comunque le cause accertate dei gravi effetti noti come la «Sindrome dei Balcani» (già 16 vittime e 67 malati);
g) se per i soldati italiani all'estero vengono rispettate le norme vigenti in Italia sull'ambiente e la difesa della salute, ad esempio per quanto riguarda l'uso del benzene;
h) quali notizie possono fornire sui 10 chilogrammi di uranio impoverito trafugati dai depositi congolesi e negoziati il 24 gennaio 2001 a Bruxelles da un mediatore italiano e tutta la scorsa primavera tra il Belgio e l'Italia con destinazione finale Iraq.
(4-01807)
Negative erano state infatti le conclusioni del comitato ad hoc sull'uranio impoverito istituito in ambito NATO, nonché il rapporto dell'UNEP (United Nations Environment Programme) del marzo 2001. Tali conclusioni sono state confermate più di recente anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che tuttavia raccomanda la prosecuzione delle indagini scientifiche.
b) Nel caso in cui la presunta nocività venisse confermata da successive indagini, si ritiene che la sede internazionale più appropriata per trattare la questione sarebbe rappresentata da un eventuale negoziato di un protocollo aggiuntivo alla convenzione su alcune armi c.d. «inumane» («Certain Conventional Weapons» - CCW), firmata a Ginevra il 10 ottobre 1980, che disciplina o vieta l'impiego nei conflitti armati di armi, proiettili, materiali o metodi di guerra in grado di causare «lesioni superflue e sofferenze non necessarie».
È da segnalare inoltre che, per motivi sostanzialmente analoghi, un progetto di risoluzione presentato dall'Iraq, e che fra l'altro impropriamente includeva le armi ad uranio impoverito tra le armi di distruzione di massa, è stato respinto - caso peraltro rarissimo - in sede di voto all'ultima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Da parte italiana ci si è uniti al voto negativo dei Paesi membri dell'Unione Europea.
Il lavoro di indagine sugli effetti dell'uranio impoverito, svolto dall'UNEP in Kossovo dal 5 al 19 novembre 2000, ha notevolmente ridimensionato i rischi di inquinamento successivi all'utilizzo di munizioni all'uranio impoverito.
Tuttavia, nella medesima circostanza è emersa la necessità di approfondire i risultati e le conclusioni raggiunte nel corso della suddetta missione attraverso un'analoga attività di indagine da condursi in Bosnia Erzegovina al fine di valutare l'impatto di tali armamenti nel medio termine.
L'Italia ha già risposto favorevolmente alla richiesta di sostegno finanziario presentata dalla Task Force Balcani dell'UNEP
c) Per quanto concerne la produzione e l'impiego di armamenti con uranio impoverito, da fonti ufficiali risultano essere produttori ed utilizzatori di tali tipi di armamenti gli Stati Uniti; non si dispone invece di notizie ufficiali riguardo ad altri paesi.
d) L'articolo 8 della legge del 21 marzo 2001, «disposizioni per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell'area balcanica», istituisce un fondo per le attività di monitoraggio dell'inquinamento chimico-fisico e radioattivo nell'area balcanica e assegna al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio il compito di disporre le attività di monitoraggio, d'intesa con il Ministero degli Affari Esteri. In tale ambito è prevista la valutazione dei possibili effetti sull'ambiente, in particolare sul suolo e sulle acque sotterranee, dei livelli di radioattività riscontrati nelle zone teatro del conflitto.
e) Non risulta che la commissione citata dall'interrogante abbia mai operato nella presente legislatura. Nel febbraio 2000, l'ANPA (agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) ha redatto, su richiesta del ministero dell'ambiente, un rapporto contenente stime preliminari sui fischi di radioprotezione relativi all'utilizzo in Bosnia-Kossovo da parte di aerei A-10 della NATO di munizioni contenenti un «dardo» (penetratore) costituito da uranio impoverito, con caratteristiche di elevata penetrazione in materiali ad alta densità, quali le blindature di carri armati. Sono altresì disponibili al riguardo valutazioni di radioprotezione dell'ottobre 1999 della Balkans Task Force (BTF), costituita per iniziativa dello United Nations Environment Programme (UNEP).
A seguito della comunicazione all'UNEP del luglio 2000 da parte della NATO relativamente alle azioni belliche condotte da aerei A-10 su siti in Kossovo interessati dall'impiego del predetto munizionamento con uranio impoverito, l'UNEP ha effettuato nel novembre 2000 una campagna di rilevazioni radiometriche in loco con prelievi e successive analisi di campioni, in uno sforzo congiunto con la International Atomic Energy Agency (IAEA) delle Nazioni Unite e con qualificati organismi europei e statunitensi, tra i quali l'AINPA. I risultati dello studio UNIEP, che hanno rilevato bassi livelli di radioattività nei campioni sottoposti a misura, sono stati pubblicati nel 2001 in un apposito rapporto in cui non vengono rilevati motivi di preoccupazione a breve termine, mentre si raccomanda di continuare a monitorare il possibile impatto ambientale a lungo termine.
Sempre per quanto riguarda i rischi radioprotezionistici derivanti da possibili esposizioni all'uranio impoverito esiste autorevole letteratura tecnica internazionale oltre che studi, del pari autorevoli, effettuati da qualificati organismi scientifici esteri. Si ritiene qui opportuno ricordare, in particolare, le conclusioni - espresse a seguito di richiesta di parere della Commissione europea - alle quali pervengono gli esperti di cui all'articolo 31 del Trattato Euratom; in via di sintesi, tali conclusioni indicano che l'esposizione a uranio impoverito non è, negli scenari di dose realisticamente ipotizzabili, suscettibile di produrre effetti sanitari discernibili rispetto al rischio di incidenza tumorale di base (c.d. base line risk).
Va peraltro rilevato che tutte le valutazioni scientifiche di cui sopra indicano rischi di radio protezione molto contenuti in relazione agli scenari realisticamente ipotizzabili per la popolazione civile.
f) Quando è emersa la questione della potenziale pericolosità dell'uranio impoverito il ministero della difesa ha affrontato la problematica con la massima attenzione, sia sotto il profilo dell'accertamento delle ipotesi di rischio a carico dei militari e dei civili impegnati nelle aree dell'ex Jugoslavia, sia sotto quello della corretta informazione fornita preventivamente ai militari impiegati in missione in quel teatro.
In particolare, per quanto attiene alle ipotesi di rischio, la commissione presieduta dal professor Mandelli ha presentato, alla fine del mese di maggio 2001 una seconda relazione con il risultato degli studi
La commissione ha considerato i tassi di incidenza specifici per classi quinquennali di età per le patologie del linfoma di Hodgkin, non di Hodgkin, leucemia linfatica acuta, tumori solidi e totalità di tumori maligni in base ai dati forniti dai Registri Tumori e studiando una popolazione di oltre 39.000 militari compresi tra i 20 e i 59 anni, con maggior prevalenza di personale dell'Esercito (84,5 per cento).
Le patologie individuate, 35 in tutto, sono in gran parte relative a personale dell'esercito, 29 casi, mentre 4 casi interessano personale dell'Arma dei Carabinieri e due casi personale dell'aeronautica militare.
Lo studio ha rilevato un valore statisticamente significativo di linfoma di Hodgkin (11 casi), mentre il numero di tumori solidi e neoplasie nel loro complesso è risultato inferiore a quanto statisticamente prevedibile rispetto al campione esaminato.
L'eccesso di casi di linfomi di Hodgkin è stato esaminato sia alla luce della letteratura scientifica esistente in materia, sia sotto il profilo radioprotezionistico, in relazione allo scenario di esposizione del contingente italiano, sia ancora in base al livello di contaminazione, peraltro non significativo, rilevato nelle aree di operazioni dal programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), dall'Agenzia nazionale protezione ambientale (ANPA) e dal centro interforze studi ed applicazioni militari (CISAM).
In base alle risultanze, la commissione è pervenuta alla conclusione che allo stato delle conoscenze attuali non è dimostrabile una correlazione causale tra linfomi di Hodgkin ed esposizione ad uranio impoverito. La stessa commissione ha, comunque, ritenuto che si debba continuare ad analizzare il fenomeno con l'approfondimento di tutte le possibili esposizioni dei soggetti in studio e seguendo nel tempo tutti i militari impegnati nelle aree che rappresentano il teatro riferito a questo caso. Di conseguenza, il ministero della difesa ha dato mandato alla commissione di proseguire ed ampliare l'indagine scientifica. Nello stesso tempo, è stato proposto agli altri paesi alleati di individuare metodologie uniformi per valutare l'incidenza di tali malattie sui militari rendendo così confrontabili i risultati acquisiti.
g) Per quanto attiene al rispetto delle norme vigenti in Italia sull'ambiente e la difesa della salute dei militari italiani impegnati in missioni all'estero, si precisa che gli stessi sono sottoposti alle misure preventive in vigore sia rispetto a rischi infettivologici, sia rispetto a rischi lavorativi come quelli connessi con l'uso di solventi o altre sostanze chimiche.
Relativamente all'uso del benzene e, più in generale, all'impiego di «sostanze pericolose» si rappresenta che la loro manipolazione e lo stoccaggio è conforme a quanto prescritto dalle specifiche norme di legge.
Per quanto attiene alla profilassi preventiva adottata nei confronti dei militari impiegati nel teatro balcanico, attualmente essi sono sottoposti alle vaccinazioni previste dal decreto ministeriale 19 febbraio 1997 che prevede:
«un modulo A», a cui sono sottoposti tutti i militari all'atto dell'incorporamento (comprende l'antitetanica, l'antidifterica, l'antifoidea, l'antimeningococcica, l'antimorbillo/rosolia/parotite);
«un modulo B», in aggiunta a quello «A», per il solo personale non di leva (antiepatite A e B);
«un modulo C», specifico per l'impiego all'estero, che in base allo stato vaccinale dei singoli soggetti, prescrive anche quelle contro la poliomielite, il tifo addominale e la febbre gialla. A tale modulo sono stati sottoposti i militari italiani impiegati nel teatro balcanico.
In ultimo, si rappresenta che i militari impiegati in operazioni fuori dal territorio nazionale sono sottoposti a controllo sanitario periodico (visita medica e esame di laboratorio secondo le indicazioni della Commissione Mandelli) che, per il teatro balcanico, ha cadenza quadrimestrale nei primi tre anni successivi al rientro.
h) Il traffico di risorse minerarie, tra le quali figura anche l'uranio impoverito, rappresenta una delle conseguenze della situazione di conflitto in cui la Repubblica Democratica del Congo si trova dal 1998. Le Nazioni Unite hanno pubblicato due successivi rapporti su tale tematica, mettendo in evidenza le responsabilità dei vari Stati coinvolti nel conflitto. Il primo rapporto ha sottolineato il ruolo di Ruanda ed Uganda nel traffico di Colombo-Tantalite (minerale usato per la produzione dei telefoni cellulari), mentre il secondo si è soffermato sulle responsabilità dello Zimbabwe con la connivenza del Governo congolese, nello sfruttamento dei minerali di cui è ricca la parte meridionale del Congo (cobalto, rame ed uranio). Dagli stessi rapporti emerge peraltro che l'Italia non è fra i Paesi importatori dei minerali che più sono oggetto di sfruttamento e traffici illeciti.
La soluzione al problema del traffico di minerali congolesi va cercata nel più ampio contesto della pacificazione della Repubblica democratica del Congo e della regione dei Grandi Laghi. Assieme ai partners comunitari, l'Italia è attivamente impegnata, anche finanziariamente, sia nel sostegno ai negoziati di pace tra le fazioni congolesi ed il Governo, che negli sforzi di disarmo e smobilitazione dei combattenti impegnati nel conflitto.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
i 185 agenti di polizia penitenziaria di Brindisi vivono, in una con tutti gli altri colleghi delle case circondariali del territorio nazionale, una situazione precaria ed insostenibile, come la manifestazione di protesta del 30 novembre 2001 ed i ripetuti interventi dei sindacati hanno evidenziato;
le ragioni del malessere sono svariate, e vanno dalla carenza di personale ai turni massacranti ed alla cancellazione, consequenziale, delle ferie;
la causa pregnante è inoltre da ricercarsi nel fatto che il Dipartimento per gli affari penitenziari non ha ancora disposto il pagamento del salario accessorio maturato dai dipendenti;
a ciò va aggiunto che, nonostante le norme vigenti stabiliscano che al lavoratore vada riconosciuto un anticipo di almeno l'80 per cento delle spese per il vitto e l'alloggio, quando sia comandato alla traduzione dei detenuti in altre città, gli agenti sono costretti ad anticipare con proprio denaro tutte le spese (e questo avviene già fin dal mese di ottobre 2001);
nessuna iniziativa è stata finora posta in essere per sanare la situazione e gli agenti di polizia penitenziaria vengono danneggiati economicamente ed umanamente beffeggiati -:
se il ministro sia a conoscenza della grave situazione venutasi a creare per i lavoratori del comparto di polizia penitenziaria;
cosa intenda fare e quali iniziative assumerà per salvaguardare la dignità degli agenti penitenziari;
se e come interverrà nei confronti della Direzione amministrativa penitenziaria per sanare la situazione.
(4-01978)
Per quanto concerne la problematica della mancata anticipazione dell'indennità
Nella fattispecie, peraltro, la competente direzione generale del citato dipartimento, in data 2 gennaio 2001, ha provveduto ad inviare al provveditore regionale di Bari Euro 516.456,90 al fine di consentire il pagamento delle spese di missione concernenti il primo semestre 2002 e delle spese in conto residui del 2001.
Successivamente, lo scorso mese di febbraio, è stato assegnato al predetto Provveditorato un ulteriore finanziamento, in conto residui, di Euro 258.228,45.
Riguardo alla mancanza di disponibilità di risorse economiche sui capitoli di bilancio per la corresponsione del compenso spettante in ordine alle prestazioni di lavoro straordinario e delle indennità accessorie, ed il conseguente mancato pagamento di tali compensi, è stato comunicato che ciò ha determinato numerose proteste sindacali.
In proposito è stato riferito che, eccettuate circoscritte realtà locali, sono stati liquidati tutti i compensi dovuti al personale per il lavoro straordinario. Per quanto riguarda le indennità accessorie è stato comunicato che risulta esaurito l'intero stanziamento di cassa sul pertinente capitolo di bilancio per il pagamento di dette indennità fino alla data del 31 dicembre 2002.
Detta deficienza di cassa è stata determinata dalla impellente necessità di procedere al pagamento dei residui relativi al decorso esercizio finanziario, nonché per consentire il pagamento delle indennità accessorie relative al primo semestre del corrente anno.
Si è quindi provveduto a richiedere al competente ministero dell'economia e delle finanze una integrazione del pertinente capitolo di bilancio, per corrispondere alle esigenze fino al 31 dicembre 2002.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
a Teramo è in fase di realizzazione dall'ANAS il tratto di variante alla strada statale 80 denominato «lotto zero» che lambisce la città collocandosi in parte nell'alveo fluviale del Tordino;
una parte del tracciato (che comprende un complesso svincolo pluridirezionale) è stato progettato e si sta realizzando in galleria e si estrinseca sotto ad uno dei quartieri più significativi del centro storico di Teramo, su cui insiste la struttura del Convitto nazionale «Melchiorre Delfico» e del liceo classico, le strutture dell'ex distretto militare e dell'ex caserma «Grue», quest'ultima in fase di ristrutturazione per poter ospitare la caserma provinciale dei Vigili del fuoco e la «Scuola di prevenzione incendi», i giardini pubblici in parte attrezzati a parco giochi per i bambini, l'edificio di una scuola materna, oltre numerosi edifici privati residenziali ed esercizi commerciali esistenti lungo le tre vie più interessate che sono: corso Porta Romana, via Tom Di Paolantonio e circonvallazione Spalato;
nel corso dei lavori della galleria, il 3 dicembre 2001 alle ore 7.00 si è determinata una voragine di 8 metri circa di diametro ed una profondità di 20 metri circa lungo via Di Paolantonio, a ridosso del parco giochi e su un di un tratto di strada normalmente ad elevato traffico per cui solo la fortuna e l'ora mattutina hanno impedito la perdita di vite umane;
nel corso dei lavori si erano già verificati danni alla staticità degli edifici e la frana del 3 dicembre 2001 li ha notevolmente peggiorati ed ampliati, verificandosi:
a) dissesto e lesioni con rischio di crollo per l'edificio «Ciotti-Ventili» che ospitava gli uffici del Giudice di Pace oltre ad alcune associazioni che hanno subito uno sgombero forzato;
b) gravi lesioni degli edifici abitativi all'inizio di Corso Porta Romana e di via Di Paolantonio;
c) dissesto e lesioni per le due «Torri daziarie» in circonvallazione Spalato;
d) abbassamento del livello stradale di parte della zona sovrastante i lavori, con lesioni dello stesso manto stradale e dei marciapiedi di Corso Porta Romana la cui nuova pavimentazione era stata realizzata di recente;
i cittadini residenti nella zona interessata ai lavori, ma anche l'intera collettività teramana è fortemente preoccupata e teme che il prosieguo dei lavori, senza le documentate garanzie di sicurezza, possa determinare ulteriori irreversibili danni all'intero quartiere e rischi per cose e persone;
dopo la frana del 3 dicembre 2001 i cittadini residenti dei quartieri non avendo ancora trovato rassicurazioni se non verbali, né tanto meno garanzie che non si verifichino ulteriori e ancor più gravi danni, si sono costituiti in comitato ed hanno adito le vie legali per veder rispettato il loro diritto di vivere in sicurezza e tranquillità;
la magistratura ha aperto un'inchiesta -:
se i ministri interrogati non ritengano di verificare presso l'Anas se:
il progetto esecutivo dello svincolo sia congruente con la tipologia del territorio su cui interviene;
se nel corso dell'esecuzione dell'opera ed in particolare nel tratto in galleria descritto siano state messe in atto tutte le misure di sicurezza (la galleria suddetta insiste su terreno di riporto) a tutela degli stessi lavoratori del cantiere e dei cittadini;
se siano stati eseguiti preventivamente accurati studi geomorfologici del territorio interessato dall'opera e quali siano i risultati;
se siano stati eseguiti studi in merito all'inquinamento acustico e quali siano i risultati, affinché la qualità della vita dei cittadini residenti, sia nel corso dei lavori che successivamente con il traffico in galleria, non venga ulteriormente mortificata;
se sussistano omissioni e relative responsabilità per quanto verificatosi;
se il prosieguo dei lavori possa avvenire sulla base di documentata certezza in merito alla sicurezza affinché quello che è accaduto il 3 dicembre 2001 non possa divenire il campanello d'allarme di una tragedia annunciata.
(4-01695)
Il progetto dei lavori in argomento è corredato dalle necessarie indagini geognostiche per la determinazione dei parametri geotecnici dei terreni interessati dalle costruende gallerie.
L'ANAS riferisce che detti studi hanno evidenziato l'assenza di processi morfogenetici in atto e, nel complesso, il sito in cui l'opera si sviluppa presenta buone condizioni di stabilità geomorfologica.
Sulla base dei dati conosciuti e desunti dalle indagini geognostiche svolte, sono stati attribuiti ai terreni interessati dallo scavo in galleria i parametri geomeccanici di progetto e, tenendo conto della criticità del sito interessato dalla galleria, nei calcoli sono stati sistematicamente adottati i limiti inferiori di detti parametri.
Il metodo adottato in tale prospettiva dall'Ente consiste nell'eseguire prima dello scavo il precontenimento del cavo mediante l'esecuzione di ombrelli tronco conici mediante infilaggi metallici, sull'estradosso della sezione di scavo e procedere, inoltre,
Tale metodologia rappresenta quanto di più collaudato e sperimentato in Italia e all'estero per quel che riguarda lo scavo di gallerie superficiali in ambito urbano.
In merito alla sicurezza dei fabbricati, ubicati nell'area sovrastante le costruende gallerie, l'ANAS precisa quanto segue:
in data 28 novembre 2001 a causa della rottura di una condotta fognaria comunale, durante le fasi di scavo della gallerie dell'asse principale della variante, la cui posa risale a moltissimi anni addietro, si è determinato, con la fuoriuscita delle acque, lo sfornellamento della volta del cavo;
il terreno franato per una profondità di circa 10 metri e per una lunghezza di metri 8, interessava una zona compresa tra via di Paolantonio e il Parco giochi;
a seguito di tale evento, peraltro senza conseguenza alcuna, l'ANAS ha provveduto a riempire e, successivamente, a tamponare il cavo della galleria;
sono state quindi predisposte opere di consolidamento del terreno per proseguire in sicurezza lo scavo della galleria;
sulle cause dell'evento, da parte della Procura di Teramo è stato dato incarico quale consulente al comandante dei Vigili del Fuoco di Teramo;
l'edificio «Ciotti Ventili» che ospitava il giudice di pace, già prima dell'inizio dei lavori di costruzione delle gallerie della variante in oggetto, presentava delle lesioni alle strutture, come rilevato dal comando dei vigili del fuoco di Teramo all'uopo intervenuto in data 7 luglio 2000 e, quindi, circa un anno prima dell'inizio dell'esecuzione delle gallerie dietro richiesta del tribunale di Teramo;
detti dissesti furono altresì accertati da tecnico incaricato dal competente compartimento ANAS prima che lo stesso fabbricato venisse interessato dai lavori di scavo delle costruende gallerie sottostanti;
a seguito della esecuzione delle citate gallerie e, quindi, degli inevitabili modesti cedimenti dei terreni, tali dissesti sono aumentati ma senza determinare pericolo di crollo per il fabbricato che potrà essere reso di nuovo agibile con idonee opere di ristrutturazione;
degli edifici abitativi ubicati all'inizio del corso Porta Romana e di via Paoloantonio, soltanto uno ha subito delle lesioni di una certa entità, mentre altro ad esso continuo non ha evidenziato fessurazioni rilevanti, il che potrebbe far supporre una già precaria condizione di stabilità dell'edificio peraltro costruito moltissimi anni fa;
le modeste lesioni subite dalle due vecchie «Torri Daziarie» ubicate nella circonvallazione Spalato non creano alcun pericolo per la stabilità delle stesse che potranno facilmente essere staticamente sistemate;
le lievi deformazioni del piano viabile in una parte della zona sovrastante i lavori, rientrano nella assoluta normalità e, così come le lievi fessure sulla pavimentazione di corso Porta Romana, non destano pericolo alcuno.
L'ente stradale ribadisce, infine, che le opere propedeutiche poste in opere per lo scavo della gallerie rispettano il progetto esecutivo e in alcune zone sono state ulteriormente integrate per assicurare ogni possibile sicurezza sia dei fabbricati che delle maestranze.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
il Comitato provinciale dell'ordine e la sicurezza pubblica di Napoli ha adottato un provvedimento di abolizione delle scorte a tutela di quasi tutti i magistrati operanti nella Direzione distrettuale antimafia di Napoli;
il provvedimento, pur se finalizzato all'esigenza di un recupero di uomini e risorse da adibire a compiti di indagini o comunque di prevenzione, appare sproporzionato non solo perché priva quasi del tutto di ogni forma di tutela i magistrati della DDA ma, anche, perché potrebbe essere colto come segnale di delegittimazione dei magistrati impegnati in prima linea nei confronti della criminalità organizzata, che, specie a Napoli, è di una virulenza inaudita;
in una precedente riunione del mese di luglio 2001 lo stesso Comitato provinciale aveva disposto il rafforzamento dell'attività di tutela nei confronti di alcuni magistrati particolarmente esposti ed oggetto di minacce;
i maggiori quotidiani napoletani hanno dato con particolare evidenza la notizia dell'abolizione delle scorte pubblicando, tra l'altro, i nomi di tutti i magistrati per i quali è stato abolito o ridimensionato il servizio di scorta o di tutela, a partire dal Procuratore della Repubblica, sicché i stessi magistrati sembrano quasi essere additati quali possibili bersagli della criminalità organizzata;
a giudizio degli interroganti la situazione è estremamente preoccupante -:
a quali direttive del Ministro si sia ispirato il Comitato provinciale nell'assumere decisioni così gravi;
se non ritenga che debba essere mantenuto, in considerazione dell'altissimo rischio connesso alle funzioni svolte dai magistrati della DDA, il servizio di scorta e/o vigilanza.
(4-01012)
Si allega copia del resoconto stenografico della seduta.
Preciso inoltre che il disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dell'Amministrazione dell'interno» anticipato in Aula dal Ministro dell'Interno è attualmente all'esame della Ia Commissione del Senato della Repubblica in sede referente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.
i detenuti delle sezioni di alta sorveglianza della casa di reclusione di Opera di Milano, già dal mese di gennaio 2002 si stanno astenendo pacificamente dalle attività lavorative, scolastiche e culturali per protestare contro la realizzazione di un presunto imminente progetto di raddoppiare il numero dei detenuti previsti in ogni sezione;
ciò quindi comporterebbe ben due detenuti per ogni cella, progettata come singola e i ridottissimi spazi destinati ai «passeggi», concepiti per 25 persone, dovrebbero servire in seguito ben 50 persone, ogni saletta «conviviale» di circa 40 metri quadri dovrebbe contenere 50 persone ed ogni persona starebbe in uno spazio inferiore ad 1 metro quadro;
altra problematica è la tipologia dei servizi igienici poiché il bagno, uno spazio di meno di 2 metri quadri privo di finestra, dovrebbe essere condiviso in futuro
quali provvedimenti intendano intraprendere, ognuno per la propria competenza, affinché tale progetto venga sospeso e annullato.
(4-02143)
Le ragioni della protesta sono da ricondurre alla decisione di ubicare in una cella, progettata come singola, due detenuti, con conseguente raddoppio di brande, suppellettili e armadietti.
Al riguardo si fa presente che per i detenuti ristretti in sezioni protette si deve intendere soggetti che, per la tipologia di reato, per caratteristiche personologiche, per motivi processuali o per altre particolari ragioni detentive, per le quali risultano invisi alla restante popolazione detenuta, devono essere allocati in sezioni appositamente istituite al fine di tutelarne l'incolumità personale.
Già da tempo è in corso una complessa attività di monitoraggio finalizzata a verificare i criteri di determinazione della capacità ricettiva di ogni singolo istituto penitenziario e di utilizzazione degli spazi detentivi al fine di ottimizzare l'utilizzo delle strutture detentive.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
all'interno della bella struttura museale della centrale Montemartini (che fa parte del sistema dei musei capitolini) di via Ostiense a Roma vi è una centrale che produce energia attraverso la combustione di gas, gestita dalla società Acea Spa;
i cittadini del quartiere sono costretti ogni giorno a subire sia il fastidiosissimo rumore determinato dalle turbine dei motori della centrale che l'emanazione di gas di scarico da essa prodotto;
tra gli abitanti della zona si sono verificati numerosissimi casi di tumore;
ogni giorno si organizzano visite guidate all'interno del museo per ammirare copie delle statue romane senza tener minimamente conto della centrale che è lì a pochi passi -:
se non ritengano che i suddetti fumi inquinanti possano danneggiare i beni custoditi all'interno del suddetto museo e quali provvedimenti intendano assumere al riguardo.
(4-02392)
In una area localizzata in prossimità del retro dell'edificio suddetto, e quindi in luogo fisicamente distinto da quello che ospita i reperti archeologici, sono in esercizio dal 1972 tre gruppi turbogas, da circa 25 MW per unità, che alimentano la rete elettrica di Roma.
Nell'evidenziare, quindi, che le statue sono contenute in uno spazio fisicamente separato e segregato dall'attuale impianto di produzione, si fa presente che l'impianto stesso, data la tipologia, è adibito ad un funzionamento cosiddetto «di punta», ossia limitato alle ore di maggior carico sulla rete elettrica. A conferma di ciò, secondo l'ACEA S.p.A. i bollettini di esercizio della centrale testimoniano che negli ultimi venti anni l'attività di produzione si è limitata alle ore
Peraltro, l'installazione di tali generatori nella localizzazione attuale, consente di immettere l'energia prodotta direttamente sulla rete elettrica che alimenta il centro storico di Roma, ove sono presenti alcune utenze rilevanti delle istituzioni cittadine e nazionali. La centrale, in tal senso, costituisce una riserva strategica in grado di consentire alimentazione di emergenza, anche in caso di eventi di black out delle normali alimentazioni provenienti dalla rete elettrica nazionale.
L'impianto, in occasione di una recente ristrutturazione, è stato sottoposto ad indagini ambientali, sia per quanto attiene le emissioni acustiche, che quelle in atmosfera, che ne hanno messo in evidenza la piena compatibilità con la legislazione vigente e con le raccomandazioni degli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni e al monitoraggio.
Inoltre, l'impianto è dotato di centraline di misura in grado di rilevare con continuità il livello di emissioni di gas in atmosfera, affinché tali dati possano essere periodicamente messi a disposizione degli Enti preposti al controllo.
Infine, si rappresenta che come per la centrale Tor di Valle, che analogamente insiste sul territorio comunale, anche per l'impianto di Montemartini è in corso la procedura di certificazione ambientale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
sul quotidiano la Repubblica dell'11 febbraio 2002, il Sottosegretario di Stato onorevole Vittorio Sgarbi, in risposta ad un intervento di Cesare De Seta che paventava l'esclusione della storia dell'arte dal curricolo obbligatorio di determinati corsi di studio della scuola secondaria superiore, ha fornito la seguente motivazione, estendibile peraltro a qualsivoglia insegnamento: "Io ringrazio il Ministro Moratti non per avere escluso storia dell'arte dall'insegnamento scolastico, ma per averla dimenticata. Il suo è un merito inconsapevole e passivo». (...) «Si può vivere anche senza conoscere Simone Martini. O De Seta è convinto che lo studio degli scrittori a scuola abbia migliorato l'uso ordinario della lingua italiana? Non sente come parlano gli italiani che hanno frequentato, per lunghi anni, la scuola dell'obbligo (inquietante formula)? -:
se il Ministro Moratti condivida le affermazioni del sottosegretario Sgarbi;
se queste siano le ragioni che hanno condotto alla esclusione della storia dell'arte dal curriculum obbligatorio di alcuni corsi di studio della scuola secondaria superiore.
(4-02146)
Al riguardo, premesso che dalla lettura dello stralcio delle osservazioni del Sottosegretario, contenuto nel testo della interrogazione, non sembra possa rilevarsi compiutamente il pensiero del medesimo, si fa presente che la richiesta rivolta dall'interrogante parte dal presupposto che siano stati già definiti i nuovi curricoli dei corsi di studio della scuola secondaria superiore.
Ed invero allo stato attuale non è ancora possibile ipotizzare quale sarà la struttura di detti curricoli atteso che la loro formulazione potrà essere effettuata soltanto dopo che sarà concluso in sede parlamentare l'iter della legge delega di riforma del sistema scolastico attualmente all'esame delle assemblee parlamentari.
Occorre in ogni caso sottolineare che la individuazione delle discipline non può prescindere da quelli che saranno gli obiettivi formali generali e specifici dei nuovi percorsi di studio.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
con decreto legislativo del 21 maggio 2000, n. 146 il fabbisogno di personale organico complessivo del Corpo di polizia penitenziaria, con riferimento ai soli ruoli degli agenti e assistenti, dei sovrintendenti e degli ispettori è stato valutato nella quantità di 44.406 unità per l'intero territorio italiano;
con decreto ministeriale diramato con nota avente numero di protocollo 140935/5.1 del 14 febbraio 2001 si è suddivisa fra i provveditorati regionali la consistenza organica complessiva di 44.406 unità e si è assegnato al Triveneto una quota pari a 2.784 unità a fronte di una dotazione attuale di 2.315: gli istituti penitenziari del Triveneto sono quindi attualmente sotto organico di 469 unità;
in data 10 dicembre 2001, stante questa situazione di organico, il ministero della giustizia comunicava che, in concomitanza con l'uscita del 149 corso effettivi e del 68 corso ausiliari si sarebbe proceduto ad un incremento di 17 unità per il Triveneto, quantità determinata da un calcolo fra le «perdite» e i «guadagni» per ciascun Istituto delle varie regioni nel complessivo risultato della mobilità intervenuta a seguito di precedenti provvedimenti legislativi (legge n. 104 del 1992) o atti amministrativi vari;
l'attuale provveditore regionale per il Triveneto, dopo un'attenta valutazione delle condizioni in cui gli agenti di polizia degli istituti del Triveneto si trovano ad operare, concludeva la sua ispezione con una richiesta di personale di almeno 100 unità per lo stesso Triveneto, numero sufficiente solo a dare un po' di respiro ad una situazione lavorativa completamente trascurata;
con nota del 10 aprile 2001, in risposta alla petizione n. 90.2001. SR del 13 febbraio 2001 dall'organizzazione sindacale regionale del SAPPE, il ministero della giustizia comunicava che la situazione riguardante tutti gli istituti penitenziari del Triveneto era attualmente alla massima attenzione dell'amministrazione;
con la stessa nota si comunicava inoltre che in questo senso era stato sollecitato il provveditore regionale di Padova a compiere una parallela autonoma azione di sensibilizzazione nei confronti delle direzioni generali sulle problematiche di organico e quant'altro, evidenziate dal sindacato locale;
le regioni Piemonte e Lombardia hanno avuto assegnati con il riparto comunicato sempre in data 10 dicembre 2001, rispettivamente 41 e 226 nuovi addetti;
tale riparto costituisce una sperequazione incomprensibile, soprattutto se si
tale sperequazione lascia ancor più sconcertati gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria operante nel Veneto, proprio in ragione del fatto che gli stessi sono privi ormai da anni dei più elementari diritti con l'inevitabile conseguenza di un accumulo di stress che alimenta un pesante fenomeno di assenteismo per malattia;
le disposizioni recate dalla legge 30 novembre 2000, n. 356 e 5 comma 12 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, consentono rispettivamente l'assunzione di 800 agenti ausiliari per il 2001 e 2.000 agenti ausiliari per il 2002 e questi saranno distribuiti fra i vari istituti, dichiaratamente in termini di provvisorietà e precarietà, per ciò stesso non risolvendo minimamente, anzi forse complicando, in termini organizzativi, l'andamento degli istituti penitenziari stessi;
il deficit di personale si accompagna a gravissime disfunzioni, che pesano in maniera ormai non più sostenibile sugli agenti e sulle loro famiglie, e in questo senso basta segnalare le circa 11.500 giornate di congedo e di riposo non ancora corrisposte nei vari istituti del Triveneto, la totale disapplicazione delle primarie regole in ordine all'accordo quadro nazionale di categoria, l'insufficienza assoluta del livello di sicurezza degli agenti come dei detenuti nei servizi discorta negli spostamenti, nei piantonamenti e nell'accompagnamento dei detenuti e le precarie condizioni igienico-sanitarie di parte delle strutture penitenziarie;
allo stato attuale, non sono state messe in pagamento tutte le voci accessorie dello stipendio, come lo straordinario, la presenza qualificata e la presenza festiva dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2001 e del mese di gennaio 2002, determinando un mancato guadagno al personale pari a lire 2.000.000 per ciascuna unità lavorativa -:
se non ritenga si debba porre mano finalmente ad una completa, definitiva integrazione degli organici di tutti gli istituti penitenziari del Triveneto, allo scopo di garantire lo svolgimento dei compiti di istituto in condizioni almeno accettabili e in sintonia con i principi fissati negli articoli 4, 5, 6, 7, 8 dell'accordo quadro nazionale del 31 luglio 2000;
se non ritenga urgente, in questa situazione, reintegrare o sostituire tutto il personale di polizia penitenziaria variamente dislocato e addetto a servizi e compiti non istituzionali;
se intenda attivarsi perché il personale della polizia penitenziaria sia dotato dei mezzi, strumenti, equipaggiamento e vestiario, avendo un particolare riguardo alle esigenze dei locali nuclei piantonamento e traduzione detenuti;
se non ritenga di valutare l'urgenza di porre in atto gli interventi necessari alla ristrutturazione dei servizi igienico-sanitario in alcuni istituti penitenziari;
se intenda attivarsi affinché sia corrisposto al personale di polizia penitenziaria quanto dovuto circa le voci accessorie allo stipendio arretrate.
(4-02163)
A fronte di tali incrementi, di contro, gli istituti ricompresi nella regione del Triveneto hanno subito un decremento di 62 unità, per trasferimenti disposti in applicazione della legge 104 del 1992.
Si rappresenta, comunque, che la competente direzione generale del citato dipartimento valuterà possibili nuovi incrementi all'atto dell'assegnazione del personale che terminerà i prossimi corsi di formazione.
Si ritiene opportuno evidenziare che l'ufficio relazioni sindacali dell'amministrazione penitenziaria ha più volte provveduto ad interessare il provveditore regionale di Padova a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di sensibilizzare le direzioni dipendenti a ricercare adeguate soluzioni alle varie questioni sollevate dalle organizzazioni sindacali.
In merito, poi alla carenza di organico, si fa presente che tutte le organizzazioni sindacali hanno avuto contezza delle dotazioni organiche, istituto per istituto, di ciascun provveditorato e che le dotazioni organiche regionali sono state determinate previa intesa con le organizzazioni sindacali regionali.
Per quanto attiene al personale di polizia penitenziaria impiegato in compiti non istituzionali, nel richiamare il contenuto dell'accordo quadro nazionale (articolo 5), si segnala che laddove è stato assegnato il personale vincitore dei concorsi appena espletati dell'area tecnica e contabile, si è provveduto a restituire il personale di polizia penitenziaria a compiti istituzionali.
Riguardo alla mancanza di disponibilità di risorse economiche sui capitoli di bilancio per la corresponsione del compenso spettante in ordine alle prestazioni di lavoro straordinario e delle indennità accessorie, ed il conseguente mancato pagamento di tali compensi, è stato comunicato che ciò ha determinato numerose proteste sindacali.
In proposito è stato riferito che, eccettuate circoscritte realtà locali, sono stati liquidati tutti i compensi dovuti al personale per il lavoro straordinario. Per quanto riguarda le indennità accessorie è stato comunicato che risulta esaurito l'intero stanziamento di cassa sul pertinente capitolo di bilancio per il pagamento di dette indennità fino alla data del 31 dicembre 2002.
Detta deficienza di cassa è stata determinata dalla impellente necessità di procedere al pagamento dei residui relativi al decorso esercizio finanziario, nonché per consentire il pagamento delle indennità accessorie relative al primo semestre del corrente anno.
Si è quindi provveduto a richiedere al competente Ministero dell'economia e delle finanze una integrazione del pertinente capitolo di bilancio, per corrispondere alle esigenze fino al 31 dicembre 2002.
In ordine al fabbisogno degli effetti di vestiario di tutto il personale del corpo di polizia penitenziaria, così come previsto dal decreto ministeriale 7 giugno 1993 recante «determinazione delle caratteristiche delle divise uniformi appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria e dei criteri concernenti l'obbligo e le modalità d'uso» modificato dal decreto ministeriale del 24 gennaio 2002, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria vi provvede nei limiti degli stanziamenti assegnati.
A tal proposito è opportuno precisare che negli ultimi due anni lo stanziamento è ritornato ad essere di \P. 43.000.000.000 come era nel passato, consentendo alla competente direzione generale non solo di soddisfare le richieste di fabbisogno urgente ma anche di migliorare la qualità e la foggia dei manufatti, in linea con l'evoluzione del Corpo di polizia penitenziaria che, negli ultimi anni, ha notevolmente aumentato la propria professionalità.
Si fa presente, inoltre, che gli acquisti di maglioni di nuovo tipo e di giacche a vento sono state previste tenendo conto, in particolare, delle esigenze dei nuclei traduzione e piantonamenti.
Quanto alla procedura di assegnazione degli automezzi si precisa che si tiene conto di parametri oggettivi, quali il numero degli istituti, le relative capienze, la tipologia dei detenuti e la movimentazione degli stessi, evitando, quindi, qualsiasi discriminazione tra diversi Provveditorati.
Pertanto è da escludere che vi siano state sperequazioni in ordine all'assegnazione di automezzi e materiale di equipaggiamento nei confronti degli istituti penitenziari del Triveneto rispetto ai restanti istituti ed inoltre, non risultano agli atti dell'Amministrazione penitenziaria, lamentele o critiche di sorta in merito alla distribuzione dei mezzi in questione anche da parte del servizio centrale traduzioni e piantonamenti.
In merito, infine, alla situazione strutturale degli istituti del Triveneto si rappresenta quanto segue.
Casa Circondariale UDINE:
anno di costruzione 1925
capienza regolamentare: 133 U + 12 D
capienza tollerabile: 168 U + 25 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 158 U + 21 D.
Casa Circondariale GORIZIA:
anno di costruzione 1918
capienza regolamentare: 55 U
capienza tollerabile: 59 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 71 U.
Casa Circondariale PORDENONE:
anno di costruzione sconosciuto
capienza regolamentare: 34 U
capienza tollerabile: 46 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 78 U.
Il comitato paritetico, nella seduta del 27 febbraio 2002, ha confermato l'inserimento nel programma di edilizia penitenziaria della costruzione del nuovo istituto in sostituzione del vecchio. Tuttavia, stante la modulazione dei finanziamenti disposta dalla legge finanziaria 2002 e la conseguente rimodulazione delle priorità degli interventi, allo stato non vi è copertura finanziaria per la realizzazione dell'opera. Non è escluso, comunque, che la costruzione della nuova struttura possa essere realizzata adottando nuove forme di autofinanziamento (locazione finanziaria, leasing, project financing) autorizzate dalla legge finanziaria 2001 e per le quali sono stati stanziati dalla attuale legge finanziaria fondi per un importo complessivo di circa 63.000.000 Euro.
Casa Circondariale TOLMEZZO:
anno di costruzione 1991
capienza regolamentare: 125 U
capienza tollerabile: 220 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 193 U.
Casa Circondariale TRIESTE:
anno di costruzione 1914
capienza regolamentare: 163 U + 20 D
capienza tollerabile: 221 U + 29 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 223 U + 0 D.
1. Anno 1991 lire 8.750.000.000;
2. Anno 1996 lire 1.100.000.000;
3. Anno 1997 lire 540.000.000;
4. Anno 2001 lire 6.000.000.000.
anno di costruzione 1933
capienza regolamentare: 64 U + 7 D
capienza tollerabile: 105 U + 9 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 100 U + 12 D.
1. rifacimento delle facciate esterne;
2. sistemazione dell'ingresso principale;
3. ristrutturazione uffici direzione;
4. manutenzione straordinaria alloggi demaniali;
5. rifacimento coperture tetto cucina e sala mensa del personale.
Inoltre, entro il primo semestre del corrente anno si procederà ad appaltare i lavori (I lotto) per l'adeguamento dell'istituto al Nuovo Regolamento Penitenziario (Euro 1.227.274).
È stata, altresì, richiesta al Provveditorato alle Opere Pubbliche una perizia per il ripristino del sistema fognario.
Casa Circondariale PADOVA:
Anno di costruzione 1971
capienza regolamentare: 118 U
capienza tollerabile: 120 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 219 U.
Inoltre, onde sopperire al perenne stato di sovraffollamento in cui l'istituto si trova, a breve inizieranno i lavori di ripristino funzionale della ex sezione femminile, allo stato non utilizzata, per un costo di Euro 4.163.676.
Infine, a breve inizieranno i lavori di realizzazione di una nuova struttura da adibire a caserma agenti e uffici Direzione il cui costo ammonta a Euro 3.458.195, che comporterà un incremento della capienza di circa 100 posti.
Casa Reclusione PADOVA:
anno di costruzione 1989
capienza regolamentare: 412 U
capienza tollerabile: 425 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 685 U.
È altresì all'esame della competente Direzione Generale del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria un progetto per la realizzazione di una struttura di sicurezza antielisbarco per un importo di Euro 180.760.
Infine, è nel programma di edilizia penitenziaria per l'anno 2002, la ristrutturazione di un capannone per lavorazioni industriali (Euro 516.460).
Casa Circondariale ROVIGO:
anno di costruzione 1880
capienza regolamentare: 32 U + 34 D
capienza tollerabile: 45 U + 34 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 68 U + 14 D.
Sono stati comunque realizzati lavori di manutenzione e ristrutturazione delle docce e delle sezioni detentive.
Il comitato paritetico, nella seduta del 23 gennaio 2001, sulla base del decreto ministeriale 30 gennaio 2001, ha inserito nel programma di edilizia penitenziaria la realizzazione di un nuovo istituto in sostituzione del vecchio pur non trovando allo stato la copertura con i fondi stanziati dalla legge finanziaria. Tuttavia non è escluso che la costruzione della nuova struttura possa essere realizzata adottando nuove forme di autofinanziamento (locazione finanziaria, leasing, project financing) autorizzate dalla legge finanziaria 2001.
Casa Circondariale TREVISO:
anno di costruzione 1940
capienza regolamentare: 117 U
capienza tollerabile: 134 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 270 U.
Sono in corso di appalto i lavori di ristrutturazione della ex sezione per minori il cui costo ammonta a Euro 1.420.257.
Inoltre, nel programma di edilizia penitenziaria per l'anno 2002 sono stati inseriti lavori di allestimento di laboratori per attività informatica (Euro 258.230).
Casa Reclusione Femminile VENEZIA «Giudecca»:
anno di costruzione sconosciuto
capienza regolamentare: 114 D
capienza tollerabile: 80 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 94 D.
Casa Circondariale VENEZIA «Giudecca SAT»:
anno di costruzione 1856
capienza regolamentare: 100 U
capienza tollerabile: 80 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 38 U.
Casa Circondariale VENEZIA Santa Maria Maggiore:
Anno di costruzione 1926
capienza regolamentare: 135 U
capienza tollerabile: 127 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 168 U.
Pertanto, con i fondi del Ministero dei Lavori Pubblici si è proceduto alla ristrutturazione del «braccio destro» per una spesa di Euro 3.098.742 (lavori di recente ultimati) e sono stati finanziati i lavori di ristrutturazione dell'ala sinistra per Euro 8.728.121,60.
Sono, altresì, in corso di ultimazione i lavori di ristrutturazione dei locali spaccio e sala convegno e i lavori di ristrutturazione dei servizi igienici «zona matricola» per una spesa complessiva di Euro 335.696,99.
Casa Circondariale VERONA:
anno di costruzione 1994
capienza regolamentare: 305 U + 30 D
capienza tollerabile: 248 U + 30 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 595 U + 57 D.
Casa Circondariale VICENZA:
anno di costruzione 1985
capienza regolamentare: 122 U
capienza tollerabile: 232 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 248 U.
1. ampliamento dei capannoni lavorazioni costo Euro 655.900, tali lavori sono stati conclusi;
2. adeguamento alle norme penitenziarie di una sezione di detenzione Euro 59.393;
3. rifacimento manto di copertura della caserma Euro 43.437.
Infine, nel programma di edilizia penitenziaria per l'anno 2002, sono stati inseriti interventi per la ristrutturazione del reparto lavorazioni (Euro 335.700) e la realizzazione di serre ed impianto di laboratorio di pelletteria (Euro 774.690).
Casa Circondariale BOLZANO:
anno di costruzione 1895
capienza regolamentare: 131 U + 10 D
capienza tollerabile: 145 U
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 151 U.
Il comitato paritetico, nella seduta del 27 febbraio 2002, ha confermato l'inserimento nel programma di edilizia penitenziaria della costruzione del nuovo istituto in sostituzione del vecchio con finanziamento a cura della provincia autonoma.
Casa Circondariale ROVERETO:
anno di costruzione 1890
capienza regolamentare: 38 U + 20 D
capienza tollerabile: 41 U + 25 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 66 U + 20 D.
Casa Circondariale TRENTO:
anno di costruzione 1882
capienza regolamentare: 91 U + 22 D
capienza tollerabile: 100 U + 21 D
presenze rilevate al 31 gennaio 2002: 146 U.
Il comitato paritetico, nella seduta del 27 febbraio 2002, ha confermato l'inserimento nel programma di edilizia penitenziaria della costruzione del nuovo istituto in sostituzione del vecchio con finanziamento a cura della provincia autonoma. Al riguardo, in data 8 febbraio u.s. è stato firmato l'accordo di programma con la predetta Provincia per la realizzazione dell'opera.
Si fa comunque presente che per tutti gli istituti sopra citati, il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria del Triveneto provvede, nell'ambito dei finanziamenti disponibili e secondo le priorità
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
i portatori di gravi handicap psico-fisici e le loro famiglie vivono un continuo stato di disagio, dovuto alle enormi difficoltà all'inserimento nella società, ma anche all'eccessivo carico burocratico al quale vengono sottoposti a causa della ripetizione delle visite mediche di accertamento dello stato di invalidità civile eseguite dal Ministero dell'economia e delle finanze;
per sopperire in parte a tale stato di disagio, la legge finanziaria n. 388 del 23 dicembre 2000 ha espressamente esonerato i cittadini affetti da sindrome di down, i soggetti portatori di gravi menomazioni fisiche permanenti, nonché i soggetti disabili mentali gravi dalla ripetizione annuale delle visite mediche finalizzate all'accertamento della disabilità;
nonostante tale legge nazionale, alcune commissioni mediche di verifica periferiche per le pensioni di guerra e di invalidità civile del Veneto nel corso del 2001 e purtroppo ancora oggi hanno effettuato e continuano ad effettuare, nei confronti di molti disabili mentali gravi le visite mediche di verifica dei requisiti per usufruire delle provvidenze legate all'invalidità;
tutto ciò in ottemperanza a quanto previsto dal decreto del Ministero del tesoro n. 293 del 20 luglio 1989, che prevede verifiche periodiche con cadenza non prestabilita al fine di accertare la permanenza del possesso dei requisiti sanitari prescritti per usufruire dei trattamenti economici di invalidità civile;
per tale motivo, considerando tale comportamento nettamente in contrasto con quanto previsto della legge finanziaria del 2000, l'Associazione nazionale famiglie di disabili intellettivi e relazionali - ANFFAS -, ha investito della questione il difensore civico al fine di tutelare un diritto ingiustamente calpestato -:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto sopra esposto;
e in caso affermativo, quali opportune iniziative siano state intraprese, o si intendono intraprendere, al fine di verificare la corretta applicazione della legge finanziaria n. 388 del 23 dicembre 2000 su tutto il territorio nazionale, considerando che la non corretta interpretazione della stessa, da parte di alcune regioni, determinerebbe un mancato riconoscimento di un diritto giustamente e legittimamente acquisito, nonché una situazione di disuguaglianza nell'ambito del territorio Nazionale ed uno stato di disagio per i soggetti sottoposti alle verifiche, tenuto conto della gravità ed irreversibilità delle patologie già accertate. Tali verifiche provocano dispendio di risorse umane e finanziarie che potrebbero meglio essere impegnate in altri accertamenti;
se non intenda chiarire se l'attuazione del decreto del Ministero del tesoro 20 luglio 1989, n. 293 non sia in netto contrasto con quanto invece previsto dalla legge finanziaria sopra citata.
(4-02602)
Al riguardo, si fa presente che, ai sensi dell'articolo 1 del decreto ministeriale n. 293 del 1989, il quale regola lo svolgimento delle procedure di verifica, i controlli sanitari sono disposti « ... secondo un programma annuale in relazione alle risorse dei medici e funzionari responsabili...». Le verifiche vengono effettuate a campione, tra gli invalidi percettori di benefici economici, in base a criteri selettivi predeterminati, i quali escludono, in linea generale,
Giova segnalare che, proprio in considerazione dell'esigenza avvertita nei riguardi di situazioni particolarmente delicate, come quelle dei portatori di gravi disabilità con connotazione di irreversibilità, finalizzata a contenere i disagi connessi alle visite di verifica, è intervenuto l'articolo 37, comma 1, della legge n.448 del 1998, il quale, nel contemplare la sospensione dei benefici economici per coloro che ingiustificatamente non si fossero presentati alla visita medica predisposta, ha escluso dall'applicabilità di tale sanzione, tra gli altri, i soggetti affetti da patologie irreversibili.
Si soggiunge, infine, che la problematica prospettata è, comunque, all'attenzione di questo dicastero, e che, al fine di promuovere un'iniziativa idonea a limitare o eliminare i controlli sanitari in situazioni di particolare gravità, in data 4 aprile 2002 è stato costituito un gruppo di lavoro interministeriale formato da esperti (sia in materia sanitaria che giuridico-amministrativa) di questa amministrazione e del ministero della salute, incaricato di elaborare un documento concernente l'individuazione delle patologie irreversibili. Tale gruppo di lavoro inizierà tra breve la propria attività.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
la legge 3 Maggio 1999, n. 124, all'articolo 11 comma 9, contempla la riconduzione ad ordinamento dei corsi di scuola media ad indirizzo musicale e demanda al Ministro della pubblica istruzione le modalità di organizzazione di questi corsi con i programmi, gli orari, le prove d'esame e l'articolazione in cattedre, nonché l'istituzione di una specifica classe di concorso;
il Ministro della pubblica istruzione, ai sensi del medesimo articolo 9, ha altresì la facoltà di scegliere le tipologie di strumenti musicali da insegnare;
a tale disposizione è stata data attuazione con il decreto ministeriale 201 del 6 Agosto 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 6 Ottobre 1999;
nell'allegato A di tale decreto ministeriale sono contemplati i seguenti strumenti, con l'indicazione del relativo programma e delle prove di esame finale: flauto, oboe, clarinetto, saxofono, fagotto, corno, tromba, chitarra, pianoforte, tamburo, timpani, xilofono, vibrafono, violino, violoncello, fisarmonica. Dall'elenco risulta escluso, poiché non indicato, l'organo;
da ciò consegue che tale strumento non possa essere insegnato nelle scuole medie e che i diplomati in organo non possano essere inseriti nella classe di concorso CL. N 77/A per l'assegnazione delle cattedre;
l'organo è uno strumento prestigioso e risulta difficile comprendere i motivi della sua esclusione dall'elenco del decreto ministeriale 201;
l'acquisto di un organo elettronico non è più oneroso, per il bilancio di una scuola media, di un pianoforte o di un'arpa e, non trattandosi di uno strumento ad uso personalissimo, come invece il flauto o il clarinetto, può essere messo a disposizione della generalità degli studenti;
l'esclusione di tale strumento dall'insegnamento nelle scuole medie non è giustificata e crea una discriminazione per l'accesso i diplomati in organo -:
come intenda sanare la grave situazione di discriminazione nella quale si trovano i diplomati in organo cui viene negata la possibilità dell'accesso all'insegnamento;
come voglia intervenire per far sì che l'organo venga incluso tra gli strumenti musicali previsti dal decreto ministeriale 201 del 6 agosto 1999;
più in generale, quali provvedimenti intenda adottare per far fronte a tale situazione.
(4-01429)
Al riguardo si chiarisce preliminarmente che prima della entrata in vigore della legge 124 del 3 maggio 1999 l'insegnamento dello strumento musicale nella scuola media era impartito in via sperimentale.
I corsi ad indirizzo musicale autorizzati e funzionanti ai sensi dei decreti ministeriali 3 agosto 1979 e 13 febbraio 1996 sono stati ricondotti ad ordinamento della succitata legge la quale ha previsto anche l'istituzione di una specifica classe di concorso.
Ciò premesso si fa presente che fin dall'inizio dello studio dello strumento musicale in via sperimentale le istituzioni scolastiche sono stata indotte ad escludere l'insegnamento dell'organo per la particolare difficoltà che presenta lo studio di tale strumento per il quale si richiedono il possesso di notevoli conoscenze in campo musicale e particolari abilità.
Inoltre, l'impossibilità per gli allievi di continuare lo studio dello strumento nella propria abitazione e l'esigenza di disporre in ambito scolastico di un ambiente idoneo sono stati ulteriori elementi che hanno determinato le istituzioni scolastiche ad effettuare dette scelte.
Analogamente l'insegnamento dell'organo elettronico non ha trovato il consenso delle istituzioni scolastiche nella fase sperimentale e quindi non è stato previsto nei programmi di insegnamento di strumento musicale di cui all'allegato A del decreto ministeriale n. 201 del 6 agosto 1999.
Si ritiene opportuno far presente, infine, titoli di accesso ai vari insegnamenti dovranno essere necessariamente oggetto di una attenta valutazione alla luce dei nuovi piani di studio che saranno definiti in sede di riforma del sistema scolastico.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
in Sardegna si sta sviluppando un'emergenza di ordine pubblico che riguarda l'incolumità degli amministratori locali;
un recente studio disposto dalle associazioni dei comuni ha rilevato che negli ultimi anni ci sono stati quasi trecento attentati nei comuni sardi, con un incremento della frequenza nell'ultimo triennio;
nell'ultima settimana si sono registrati ben quattro episodi di questo tipo, che hanno coinvolto sindaci o loro stretti congiunti;
molti episodi di intimidazione non vengono denunciati o pubblicizzati per paura o per evitare fenomeni di emulazione;
nei piccoli comuni, e quindi nella stragrande maggioranza dei comuni sardi, in un'ottica di razionalizzazione che spesso non tiene conto dei costi sociali, stanno scomparendo quasi tutti presìdi istituzionali (scuole, uffici postali, polizia, carabinieri) e anche servizi privati di utilità pubblica come gli sportelli bancari;
il comune si pone sempre più come l'unica espressione istituzionale - certamente quella più prossima ai cittadini - e gli amministratori locali, ed i sindaci in particolare, vivono quotidianamente in trincea;
in alcuni comuni sardi l'amministrazione comunale è retta da molti anni da un commissario prefettizio in quanto, a seguito di numerosi attentati, la popolazione ha rinunciato alle proprie prerogative democratiche rifiutandosi di presentare candidature per l'elezione degli organi comunali;
il fenomeno, a seguito dell'intensificarsi di episodi di intimidazione, rischia di estendersi ad altri comuni, moltiplicando le situazioni di assenza di organi locali democraticamente eletti -:
se non intenda farsi carico della situazione, intraprendendo eventuali iniziative a garanzia del mantenimento di una struttura istituzionale locale democraticamente eletta e a tutela dell'incolumità dei sindaci ed amministratori locali di numerosi paesi della Sardegna, oggetto di attentati ed atti intimidatori.
(4-02238)
Il fenomeno degli attentati dinamitardi e degli atti intimidatori - che si manifesta da tempo non solo nei confronti di amministratori locali, ma anche di edifici e strutture che ospitano gli uffici dei comuni e delle forze di polizia - non sembra rientrare in un piano preordinato di «intelligenza criminale». È costituito, infatti, da episodi slegati fra loro, attuati da singoli individui, che spesso reagiscono in tal modo a decisioni sgradite delle amministrazioni comunali, all'attività di contrasto delle forze di polizia, ovvero a dissidi privati.
I fatti che si sono verificati appaiono comunque di basso livello e limitati ad avvertimenti più o meno minacciosi che, pur da non sottovalutare, non sembrano tali da determinare allarme sociale o costituire pericolo per l'incolumità personale dei soggetti destinatari delle minacce.
Inoltre, i moventi di tali azioni criminose non sembrano avere una valenza «politica» in senso stretto, ossia legata all'appartenenza delle vittime a schieramenti politici contrapposti.
A riprova di tale assunto vi è infatti la circostanza che di frequente, specie nei centri più piccoli, le amministrazioni sono espressione di liste civiche senza una chiara caratterizzazione e, in alcuni casi, addirittura «trasversali» ai grossi schieramenti nazionali di centro destra-centro sinistra.
Le forze di polizia e le autorità provinciali di pubblica sicurezza hanno sempre fornito risposte istituzionali immediate e puntuali, sebbene talvolta i risultati processuali sono stati condizionati dalla difficoltà di corrispondere a esigenze probatorie, soprattutto a causa della tradizionale diffidenza della popolazione.
Nel mese di aprile si è tenuta a Cagliari una riunione a carattere tecnico-operativo, a livello regionale, nel corso della quale è stato adottato un piano straordinario di intervento sul territorio di natura preventiva ed investigativa. Il piano prevede l'impiego dei nuclei dei reparti prevenzione crimine e delle squadriglie per assicurare mirati servizi di controllo del territorio - flessibili e dinamici - per periodi prestabiliti ed alternati in tutte la province della Sardegna e, in particolare, in quelle aree dove si è registrata una recrudescenza delle rapine in danno di istituti di credito ed uffici postali e degli attentati in danno di amministratori locali.
Inoltre, l'8 maggio 2002 si è svolta una conferenza regionale sull'ordine pubblico, cui ha partecipato anche il Ministro dell'interno, che ha coinvolto tutte le istituzioni locali.
Obiettivo di tale iniziativa, è stato quello di rafforzare il valore della presenza delle istituzioni. Il Ministro ha evidenziato l'importanza della riunione, nel corso della quale è stato condotto un approfondito esame della situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica in Sardegna, che ha fatto registrare dati sostanzialmente positivi, con una diminuzione dei reati analoga a quella del -8 per cento rilevato in campo nazionale, sebbene perduri il fenomeno in controtendenza degli attentati dinamitardi contro gli amministratori pubblici. Fenomeno sul quale il governo intende esercitare il massimo controllo e compiere ogni sforzo per debellarlo. In tale ottica, è previsto che entro tre mesi si concluda un accordo con la regione Sardegna su un «pacchetto sicurezza» per il quale saranno subito disponibili 103 milioni di euro e nel quale saranno coinvolte anche province e amministrazioni
Inoltre, nell'accordo con la regione è stata prevista anche la creazione di un «osservatorio».
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
da tempo si trascina il problema di ricollocare il carcere della città di Fossano, in provincia di Cuneo, attualmente localizzato nel pieno centro storico;
al momento è allo studio una proposta di legge che prevede uno scambio tra lo Stato, ed i comuni nel cui territorio si trovano gli istituti di pena più vecchi: il primo cederebbe gli immobili, i secondi darebbero, in cambio, i terreni su cui costruire le nuove carceri;
l'amministrazione comunale, già nel 2001, aveva comunicato al ministero ed all'amministrazione penitenziaria la necessità di spostare il carcere proponendo, anche, un possibile sito per l'edificazione della nuova casa circondariale;
a tale richiesta è stato risposto che, nel caso di Fossano si sarebbe proceduto con un piano di ammodernamento dell'edificio esistente -:
se il ministro condivida le linee che ispirano la citata proposta di legge, ora allo studio, e sposare l'ipotesi di costruire un nuovo edificio carcerario nel sito, o in altri equivalenti, indicati dall'amministrazione comunale;
se, attualmente siano allo studio altre ipotesi relativamente alla suddetta casa circondariale.
(4-02673)
Risulta invece programmata la ristrutturazione di quest'ultima con finanziamento assentito dal comitato paritetico per l'edilizia penitenziaria per il biennio 2002-2003, per un importo di Euro 10.368.000,00.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
il ministero dell'istruzione, università e ricerca ha istituito un corso di formazione per il personale docente assunto nell'anno scolastico in corso;
il corso di formazione è articolato in un numero complessivo di quaranta ore, tra cui venticinque si svolgono on-line tramite accesso al sito www.indire.it;
l'accesso al sito si presenta molto spesso difficile: la consultazione del programma, nei casi in cui si riesce ad accedere, è ostica; molti istituti scolastici non permettono di accedere al sito dal laboratorio di informatica della scuola; il costo ad personam del corso è molto elevato in quanto impone numerose ore di navigazione virtuale tramite linea telefonica privata;
simile corso risulta essere lesivo della professionalità di migliaia di docenti italiani, mortificante rispetto al ruolo che i professori svolgono: infatti molti percorsi didattici-educativi sono superati, il corso ignora le recenti elaborazioni didattiche e pedagogiche, in contrasto con le stesse teorizzazioni richieste in sede di concorso pubblico;
tale corso sta suscitando numerose lamentele tra i docenti neo assunti -:
quali iniziative intenda assumere il ministero al fine di evitare i gravissimi disagi che il corso sta causando tra i neo assunti;
se non ritenga che sia il caso di modificare il corso rispetto alla parte on-line;
se non ritenga di dover controllare la situazione presso i plessi scolastici che stanno organizzando i corsi, al fine di eliminare i disagi dei docenti.
(4-02520)
Si premette che, come è noto alla interrogante, il progetto di formazione prevede complessivamente quaranta ore, di cui 25 on line e 15 in presenza.
La parte on line è affidata all'istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa (I.N.D.I.R.E.), ente strumentale di questo Ministero per la documentazione educativa; la parte in presenza, invece, è organizzata dagli uffici scolastici regionali.
I contenuti dell'attività di formazione on line si riferiscono a due aree, corsi e laboratori.
In proposito si fa presente che la difficoltà di accesso all'apposito sito è stata temporanea e ha riguardato soltanto l'area dei corsi. Gli insegnanti potevano, però, svolgere le attività previste nei laboratori, nei forum e nelle altre parti del sito senza alcuna lentezza nell'accesso, per cui sono stati invitati a dare la precedenza a queste attività. Dal 9 aprile anche l'accesso ai corsi risulta veloce e, pertanto, il problema è superato.
Quanto, poi, alla possibilità di utilizzare le linee telefoniche delle scuole per l'accesso al sito internet tramite le attrezzature informatiche delle scuole stesse, si fa presente che il ministero, con lettera circolare prot. n. 2561/E/1/A del 20 dicembre scorso, nell'avviare l'attività di sostegno al progetto di formazione in ingresso, ha a tale scopo richiamato l'attenzione degli uffici scolastici regionali sulle opportunità offerte dalla circolare ministeriale n. 152 del 18 ottobre 2001, concernente le indicazioni operative e finanziarie per l'implementazione delle infrastrutture tecnologiche delle scuole; detta circolare, infatti, individua come priorità la destinazione dei fondi alle scuole sedi dei corsi in presenza non adeguatamente dotate di attrezzature informatiche in relazione all'impegno richiesto.
Per ciò che riguarda, poi, i percorsi didattico-educativi dei corsi on line, si precisa che la concreta articolazione dei contenuti e la scelta degli esperti sono state curate dal comitato tecnico scientifico costituito presso l'I.N.D.I.R.E., che ha provveduto anche all'approvazione dei materiali.
I corsi stessi propongono alcune tematiche comuni ai diversi livelli scolastici trattate da autori che hanno firmato i loro interventi e che sviluppano le loro tesi. Si tratta di professori universitari certamente competenti nei diversi settori. La discussione critica sulle loro tesi è auspicata e sollecitata attraverso le «riflessioni» che compaiono alla fine di ogni corso. È previsto che queste riflessioni siano discusse durante gli incontri in presenza, strutturati in modo funzionale all'esperienza di apprendimento in rete e finalizzati alla riflessione e alla discussione sui materiali e sui contenuti erogati on line.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'articolo 3 della legge 11 gennaio 1996 n. 23, recante norme per l'edilizia scolastica, disciplina l'attribuzione delle competenze agli enti locali per la realizzazione,
il primo comma del citato articolo, alla lettera b), indica la competenza della provincia per gli edifici da destinarsi a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali;
l'articolo 4 della legge citata, al comma 1, prevede l'intervento della Cassa depositi e prestiti per la concessione agli enti territoriali competenti di mutui ventennali con onere di ammortamento a totale carico dello Stato, comprensivo della capitalizzazione degli interessi di preammortamento;
lo stesso articolo, ai commi successivi, prevede una programmazione a procedure di attuazione e finanziamento degli interventi a totale carico dello Stato;
in pratica accade che, in forza del principio di autonomia custodito gelosamente dai singoli istituti, i presidi attivino corsi del tutto avulsi dalla programmazione regionale, rivolgendosi quindi all'ente locale territoriale affinché sopperisca a tutte le esigenze che si vengono a creare o che si ritiene che potranno crearsi;
nel contempo, in altri istituti vi sono aule che restano del tutto inutilizzate;
l'Ente provincia - che ovviamente non può (e non intende) entrare nel merito degli orientamenti didattici e delle relative scelte, è costretta ad assumersi oneri per centinaia e centinaia di milioni per far fronte alla segnalata necessità di aule, quando in altri istituti vi sono aule assolutamente inutilizzate;
spesso l'impossibilità di utilizzo di altre aule dipende esclusivamente dalla immotivata mancanza di gradimento dei presidi, sicché per tali banalissime ragioni le province debbono distrarre dai fini istituzionali più significativi ingenti risorse, con sostanziale spreco di denaro pubblico;
è evidente che il positivo concetto di «autonomia» non può dilatarsi sino a divenire sostanziale irresponsabilità o comunque indifferenza rispetto al razionale utilizzo delle strutture in collaborazione fra diversi istituti;
è conseguentemente evidente che la provincia non può essere considerata come semplice ente pagatore a piè di lista, non essendole consentito di interloquire sulle scelte e sulle decisioni dei capi d'istituto -:
se non ritenga di dover adottare le opportune iniziative ai fini di un'interpretazione più congrua della portata dell'articolo 3 della legge 11 gennaio 1996, n. 23, per favorire da parte dei capi d'istituto, scelte che, nella fase dell'esecuzione e della realizzazione, si basino anche sulla collaborazione e sull'interscambio delle strutture scolastiche esistenti, evitandosi in tal modo l'irritante e pigro accollo di ogni tipo di spesa all'ente provincia.
(4-01122)
Al riguardo si chiarisce preliminarmente che la succitata legge non dispone sulle operazioni che incidono sulla rete scolastica, quali l'istituzione e la soppressione di scuole, di indirizzi di studio di corsi o sezioni, salvo, incidentalmente all'articolo 8 ove è previsto, per consentire un più razionale utilizzo delle strutture esistenti, che lo svincolo di destinazione ad uso scolastico di un immobile può essere effettuato d'intesa tra l'autorità scolastica e l'ente locale, soltanto se mancano scuole anche di ordine e grado diverso cui destinare l'immobile in questione.
Ciò premesso si fa presente che le disposizioni che hanno disciplinato e disciplinano le operazioni riguardanti la rete scolastica (decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998 n. 233, C.M. 25 maggio 2001 n. 1244 e decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112) hanno previsto e prevedono un ampio concerto tra tutte le componenti scolastiche e territoriali.
Infatti, il dimensionamento delle istituzioni scolastiche è stato effettuato dalle Regioni a norma del decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici di singoli istituti, a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59, sulla base di piani provinciali appositamente predisposti dalle rispettive conferenze provinciali di organizzazione della rete scolastica.
Conferenze queste, presiedute proprio dai presidenti di ciascuna provincia e nelle quali erano rappresentati oltre la provincia medesima, l'autorità scolastica territorialmente competente e gli enti locali interessati in un'ottica di condivisione sinergica delle varie istanze, ivi comprese quelle facenti capo alle amministrazioni locali direttamente coinvolte e che hanno costituito la sede istituzionale per far valere anche le esigenze rappresentate dall'interrogante.
Com'è noto detti piani hanno avuto definitiva attuazione a decorrere dall'anno scolastico 2000-2001 ai fini del riconoscimento dell'autonomia delle singole scuole e della dirigenza ai capi di istituto.
Anche il decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112, recante il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni ed agli enti locali, in attuazione del cap. I della legge 15 marzo 1997 n. 59 - che demanda alle singole Regioni la competenza in materia di programmazione della rete scolastica - prevede che le attività in questione vengano esercitate nell'ambito degli strumenti di programmazione opportunamente predisposti dalle Regioni medesime e dagli enti locali rispettivamente competenti.
Nelle more di operatività delle disposizioni in materia previste dal succitato decreto legislativo, aventi effetto dall'inizio dell'anno scolastico 2002/2003, la C.M. n. 1244 del 2001, nel fornire indicazioni per l'anno scolastico 2001/2002, ha previsto un ampio concerto tra tutte le componenti scolastiche e territoriali per l'attivazione degli interventi che sono stati ritenuti effettuabili nell'anno in corso.
Si fa presente, infine, che anche le disposizioni contenute nel regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, adottato con decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275, prevedono sempre la necessità di preventivi accordi con gli enti locali per l'attivazione di iniziative che coinvolgono in qualche modo competenze demandate a detti enti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'opera di protezione civile lodevolmente portata avanti dai Gruppi di Volontariato costituisce risorsa di straordinaria importanza per lo Stato;
appare evidente il dovere di aiutare, direttamente o indirettamente, gruppi di persone che dedicano gran parte del proprio tempo libero ad attività di interesse pubblico condensate nell'ampia definizione di «protezione civile»;
fra le varie possibilità di aiuto vi è quella di una riduzione dell'aliquota IVA al 4 per cento per tutte le spese finalizzate all'acquisto di attrezzature per le organizzazioni di volontariato partecipi delle attività e dei programmi della protezione civile -:
se non ritenga di dover valutare la possibilità di ridurre l'aliquota IVA al 4 per cento per tutte le spese delle associazioni di volontariato, partecipe delle
(4-01617)
In proposito si evidenzia che l'eventuale accoglimento della proposta formulata dall'interrogante sarebbe in contrasto con le disposizioni comunitarie ed in particolare con la VI direttiva CEE del 17 maggio 1977, n. 388 (come modificata dalla direttiva n. 77 del 1992) che consente agli stati membri di mantenere le aliquote IVA ridotte, inferiori al 5 per cento (in Italia è stata fissata l'aliquota del 4 per cento), per le sole cessioni di beni e prestazioni di servizi di cui all'allegato H (nel quale, peraltro, non sono comprese quelle per le quali si chiede l'agevolazione), a condizione che le stesse fossero già assoggettate ad aliquota minima alla data del 1o gennaio 1991.
Si ricorda, però, che la legge 21 novembre 2000, n. 388, all'articolo 96, ha previsto, tra l'altro, «... l'erogazione di contributi,..., per l'acquisto da parte delle medesime associazioni e organizzazioni, di autoambulanze e di beni strumentali utilizzati direttamente ed esclusivamente per attività di utilità sociale che per loro caratteristiche non sono suscettibili di diverse utilizzazioni senza radicali trasformazioni. ...», contributi che possono determinare effetti favorevoli nell'ambito del sistema associativo del volontariato.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
risulta che gli alpini, durante il periodo invernale, controllino la quantità e la consistenza della neve in 103 stazioni ricomprese tra il Piemonte ed il Friuli Venezia Giulia;
i dati raccolti confluiscono in sei centri (Aosta, Torino, Bolzano, Bressanone, Belluno e Udine) e quivi vengano utilizzati per l'elaborazione di un dettagliato bollettino;
le monografie militari delle valanghe indicano la quota di distacco, quella di arresto, le dimensioni e la frequenza;
gli alpini si occupano scientificamente di valanghe dal 1972 ed i relativi documenti sono nati come strumento interno per garantire la sicurezza dei reparti;
sarebbe decisamente importante che il servizio Meteomont del Corpo d'Armata Alpino mettesse a disposizione del pubblico il lavoro svolto -:
se non ritenga possibile mettere a disposizione degli enti locali e di servizio la documentazione raccolta da Meteomont del Corpo d'Armata Alpino in ordine alle valanghe sull'intero arco alpino.
(4-02511)
a) il bollettino meteorologico giornaliero, elaborando i dati e le informazioni meteonivologiche raccolti giornalmente dalle stazioni di rilevamento sparse su tutto l'arco alpino;
b) la monografia militare delle valanghe, documento statistico che riporta solamente i fenomeni realmente verificatisi ed accertati attraverso i metodi di indagine diretta ed indiretta.
a) protezione civile, Corpo forestale dello Stato, Club alpino italiano e servizio meteorologico dell'aeronautica militare, direttamente sulla base di convenzioni in atto;
b) prefetture e commissariati di Governo, tramite la protezione civile;
c) enti locali e di Servizio valanghe, nell'ambito delle Regioni e Province riunite nell'Associazione interregionale neve e valanghe (A.I.Ne.Va.), a richiesta, per l'elaborazione di un proprio bollettino;
d) tutti gli enti pubblici (università, magistratura, eccetera) che ne facciano esplicita richiesta.
Occorre, comunque, precisare che la documentazione Meteomont viene diffusa agli utenti «non militari» con la seguente clausola: «l'utente civile prende formale atto che i dati forniti sono riferiti a specifiche esigenze militari e, pertanto, la loro utilizzazione per fini diversi non implica alcuna responsabilità a carico dell'amministrazione della difesa».
Da quanto illustrato si evince che quanto chiesto dall'interrogante è, di fatto, già attuato dall'amministrazione militare.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il comune di Lucera ha reso disponibile, visti i gravi problemi che affliggono l'attuale sede del tribunale, il terreno per la costruzione di una nuova struttura;
da tempo viene richiesto dagli operatori di giustizia, che lavorano presso il tribunale di Lucera, che sia data loro la possibilità di usufruire di spazi più efficienti e più adatti ai compiti che svolge questo tribunale a cui fanno riferimento oltre trenta comuni limitrofi -:
se e come intenda il Ministro risolvere il problema di una nuova sede per il tribunale nella città di Lucera e se non ritenga, vista la disponibilità materiale mostrata dal comune interessato, che si possa fin da subito valutare l'ipotesi di apertura dei lavori dando così la possibilità agli operatori di lavorare in condizioni più umane e ai cittadini di usufruire di un servizio più efficiente.
(4-02543)
Esso, consegnato all'autorità giudiziaria nel 1923, è stato oggetto di successivi e vari lavori di ristrutturazione.
Gli uffici del giudice di pace hanno sede in un immobile di proprietà comunale, sito in piazza Nocelli n. 5.
Si fa presente che l'amministrazione comunale della citata città, non ha formalizzato alcuna richiesta di costruzione di nuova struttura per gli Uffici giudiziari.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
sembra ormai accertato che in provincia di Foggia, in quattro o cinque comuni, dovranno essere installate delle centrali elettriche a turno gas;
i comuni interessati dovrebbero essere quelli di S. Severa, Candela Ascoli, Foggia (zona industriale) e Troia;
questo tipo di scelta, di addensare in un'unica provincia un numero così alto di centrali elettriche, non tiene in alcuna considerazione il grave danno, in termini di impatto ambientale, che avrebbe un tale modo di procedere -:
se corrisponda al vero quanto sopra esposto e in quali sedi istituzionali sia stato predisposto un simile piano che rischia di danneggiare ulteriormente un territorio che avrebbe bisogno di ben altri interventi infrastrutturali per favorirne lo sviluppo;
se non ritenga necessario intervenire per rivedere tali decisioni e stabilire in materia, con tutte le amministrazioni locali competenti, un piano che non stravolga il territorio e uno sviluppo organico dello stesso.
(4-03136)
Il settore dell'energia elettrica è stato oggetto, negli ultimi anni, di una notevole modificazione a seguito delle norme disciplinanti il mercato interno che, tra l'altro, hanno introdotto la liberalizzazione dell'attività di produzione, attraverso l'ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali.
Nel nuovo contesto, quindi, vengono meno i tradizionali strumenti di pianificazione nazionale attraverso i quali si definivano numero e localizzazione dei nuovi impianti: la localizzazione diventa, quindi, una proposta imprenditoriale liberamente formulata dal produttore mentre alle amministrazioni spetta il compito di valutare la congruità e la fattibilità della proposta, anche sotto il profilo della collocazione territoriale.
In tale ambito, la recente adozione del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7, approvato tramite la legge di conversione licenziata dai due rami del Parlamento, permette di ricondurre in un unico procedimento, dai tempi certi e definiti, la valutazione delle iniziative proposte, permettendo in tale sede la contemperazione dei molteplici interessi relativi alla realizzazione dell'impianto, ivi compresa la realizzazione delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili all'esercizio dell'impianto medesimo.
Nell'ambito del procedimento unico, gli enti locali e le regioni sono chiamate a partecipare al processo decisorio, con la possibilità di evidenziare tutte le problematiche legate a situazioni locali, in primis quelle relative a nuove fonti di inquinamento e al complessivo impatto ambientale dell'iniziativa proposta. Le disposizioni del citato decreto prevedono, infatti, che ogni decisione riguardo alla realizzazione di impianti termici di potenza immessa con il combustibile superiore ai 300 MW sia subordinata al pregiudiziale espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale e, solo nel caso di favorevole pronuncia della compatibilità ambientale, risulterà possibile procedere all'autorizzazione dell'impianto.
Come sostenuto dall'interrogante il territorio della provincia di Foggia risulta essere interessato da alcune nuove iniziative relative alla costruzione di centrali termoelettriche a turbo gas.
In particolare, la situazione nel territorio della provincia di Foggia si presenta come segue:
a) per le centrali localizzate nei comuni di Candela (Edison) e di S. Severo (Mirant) risulta conclusa o in via di conclusione, con esito positivo, la procedura di valutazione d'impatto ambientale;
b) per le altre iniziative relative alla costruzione di nuovi impianti, risulta avviata la cosiddetta «fase preliminare» di inizio degli studi di impatto ambientale, finalizzata alla eventuale successiva presentazione della domanda di pronuncia compatibilità ambientale e autorizzazione.
In ogni caso, proprio al fine di individuare priorità e criteri di valutazione comuni a tutte le amministrazioni coinvolte, è stato da tempo predisposto uno schema di accordo in materia di produzione di energia elettrica, condiviso tra ministero delle attività produttive e regioni e da estendere
Il documento, oltre ad indicare i criteri generali di valutazione dei progetti, fa riferimento a specifici criteri relativi alla adeguatezza della collocazione e della coerenza territoriale degli impianti, fatti salvi gli strumenti di valutazione già prevista dalla normativa vigente.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il servizio postale di distribuzione del comune di San Vendemiano è stato assegnato, nel corso del 2001, al servizio postale con sede a Conegliano;
si è evidenziato, anche presso gli uffici comunali di San Vendemiano, un sensibile ritardo nella ricezione della corrispondenza;
a seguito delle numerose lamentele di inefficienza del suddetto servizio da parte dei cittadini e delle numerose realtà produttive del comune sono state effettuate talune verifiche da parte degli uffici postali e dell'amministrazione comunale di San Vendemiano;
dopo una serie di incontri telefonici tra il sindaco del comune di San Vendemiano ed il direttore delle poste di Treviso, volte ad evidenziare la situazione di disagio creata dall'inefficacia del servizio, si è rilevato che il servizio continua ad essere svolto senza garanzia di regolarità e efficacia -:
quali azioni intende svolgere il Ministero delle comunicazioni al fine di verificare la regolarità e l'efficienza del servizio postale a San Vendemiano;
quali interventi si intendono promuovere affinché il personale utilizzato per assicurare il servizio di distribuzione postale di San Vendemiano sia adeguato nel numero rispetto all'utenza e venga mantenuto per prolungati periodi di tempo al servizio di una determinata zona territoriale, evitando cambiamenti di personale, ritenuti dispersivi e causa di rallentamento del servizio.
(4-02251)
Nondimeno, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la predetta società la quale ha precisato che, nell'ambito del processo di riorganizzazione previsto dal piano di impresa 1998-2002, e degli impegni assunti con il contratto di programma, è stato già attuato o è in corso di realizzazione un radicale cambiamento nell'organizzazione aziendale.
Nell'ambito della ristrutturazione organizzativa in parola, la società Poste ha comunicato di aver accorpato il servizio di recapito di San Vendemmiano con quello di Conegliano: ciò, tuttavia, non ha comportato una riduzione delle zone di recapito, per cui al servizio di recapito nel comune di San Vendemmiano risulta applicato lo stesso numero di addetti (sei unità) che ne garantivano l'esecuzione in precedenza.
Alcune criticità, ha proseguito Poste italiane, si sono in effetti verificate nel periodo ottobre 2001 - febbraio 2002, in concomitanza con l'applicazione, in quattro zone di recapito, di operatori assunti con contratto a tempo determinato che sostituivano altrettanti titolari.
Come è noto, infatti, il personale precario necessita di un sia pur breve periodo di tempo di applicazione prima di poter svolgere - come poi si è verificato - il servizio con rapidità e precisione.
Tale circostanza, comunque, non ha determinato, secondo quanto comunicato dalla società Poste, alcuna interruzione nell'esecuzione del servizio di consegna della corrispondenza nel comune in questione.
Un incremento delle unità applicate, ha concluso la società, che consentirà un più consistente presidio sul territorio in esame, potrà essere attuata solo a seguito della conclusione delle procedure di mobilità e dell'applicazione del personale addetto al recapito assunto con contratto di apprendistato, secondo quanto stabilito nell'accordo firmato nell'ottobre 2001.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
si è a conoscenza della crisi economica dell'Argentina che ha riportato in primo piano il problema delle richieste di cittadinanza italiana da parte di numerosi nostri discendenti le quali, ancorché complete per requisiti e documentazione, non vengono evase se non dopo lunghissimi anni di attesa. La stragrande maggioranza delle richieste riguarda persone che non vogliono venire in Italia a giocare a pallone e non vogliono aggirare una legge; passano la notte davanti ai consolati, specie a Buenos Aires, per aggiudicarsi uno dei pochi biglietti della fila del giorno dopo per accedere agli uffici preposti;
sicuramente, la recessione che ha colpito l'America Latina ha prodotto un'impennata delle richieste, generando anomalie e caos presso uffici che non debbono svolgere solo questo tipo di attività. Ma, accanto a questi fenomeni esogeni, c'è una legislazione carente che deve essere rivista e che, come tutti noi possiamo vedere, porta ad inevitabili distorsioni (vedi «scandalo dei passaporti nel mondo del calcio»). Se è sufficiente dimostrare di possedere il certificato di nascita di un avo, gli aventi diritto alla cittadinanza si aggirerebbero su cifre vicine ad un centinaio di milioni considerando le generazioni di discendenti di italiani che oramai da decenni vivono negli USA, in Argentina, in Brasile ed in Australia;
si hanno, così, notizie di consolati che, con l'attuale pianta organica, avrebbero bisogno di anni per poter evadere il volume di richieste accumulato nel tempo;
tutto questo, oltre a disagi e frustrazioni nei richiedenti, ha prodotto nelle nostre comunità all'estero un'immagine ed una considerazione non soltanto negativa ma anche di opportunismo, legata al fatto che l'interesse verso le problematiche degli italiani all'estero o dei discendenti nascerebbe quando esiste un «interesse» prettamente politico: è il caso della problematica del voto all'estero;
ci troviamo, quindi, in una fase cruciale nella quale il servizio consolare, se non è capace di adeguarsi all'evoluzione dello scenario economico-sociale internazionale e al cambiamento del modo di comunicare, di esprimersi e di lavorare nella moderna società, rischierebbe di sfociare in una burocratizzazione che non ha nulla a che vedere con concetti di efficacia, efficienza dell'attività amministrativa e di soddisfazione degli utenti; concetti che dovrebbero essere nel DNA di ogni struttura pubblica -:
se sia a conoscenza di tale situazione e quali sono i motivi che la determinano;
quali sono le iniziative che intende al più presto attuare onde porre fine a questo stato di cose.
(4-01796)
Da una parte, infatti, si registra un continuo aumento delle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di oriundi aventi diritto; dall'altra, si impone un'attenta opera di verifica nel corso delle varie procedure di riconoscimento. Ciò in ragione della necessità di verificare, senza ombra di dubbio, sia il
Per citare soltanto i casi più significativi, nel primo semestre del 2001 il numero complessivo degli atti relativi all'ottenimento della cittadinanza italiana effettuati dalla rete consolare in Argentina è stato di oltre 12.100, mentre in Brasile tale numero è stato di oltre 7.700.
Si aggiunge poi il fatto di dover garantire ai cittadini italiani i servizi a cui essi per legge hanno diritto e che esulano dalle procedure di riconoscimento della cittadinanza.
Per quanto riguarda il caso specifico dell'Argentina, in considerazione del continuo aumento delle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana e del conseguente protrarsi dei tempi necessari per il loro espletamento, il Governo ha emanato un decreto legge intitolato «Disposizioni urgenti per il potenziamento degli Uffici diplomatici e consolari in Argentina», su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro degli affari esteri ad interim, e del Ministro per gli italiani nel mondo. Il decreto legge autorizza la rappresentanza diplomatica di Buenos Aires e gli uffici consolari ad assumere ulteriore personale (30 unità per sei mesi, rinnovabili in caso di necessità per due ulteriori successivi periodi di sei mesi), per fronteggiare le carenze di organico e fare fronte al crescente carico di lavoro nei diversi servizi consolari offerti all'utenza.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
dagli organi di informazione locali (cronaca de La Stampa, L'Eco di Biella) gli interroganti hanno avuto notizia che la sera di venerdì 1 marzo 2002 si svolgerà a Biella - presso il liceo classico della città piemontese - una lezione promossa dall'università popolare subalpina rivolta ai propri aderenti e dedicata al tema «Mussolini uomo di pace». Alla lezione interverrà il signor Guido Mussolini;
la decisione di svolgere tale lezione ha provocato numerose reazioni di sdegno nella cittadinanza, nelle forze politiche, una dura presa di posizione è stata presa dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia;
il sindaco di Biella, città insignita della medaglia d'oro al valore militare per il contributo dato alla lotta di liberazione dal nazifascismo - ha espresso la propria più profonda amarezza e condanna dell'iniziativa;
l'università popolare subalpina gode di finanziamenti pubblici tra cui quelli dell'Amministrazione provinciale di Biella, che peraltro ha negato il proprio contributo all'Istituto storico della Resistenza e non ha aderito - unica Provincia del Piemonte - al progetto comunitario sui sentieri della libertà;
Il liceo classico di Biella, ad inizio di anno scolastico ha sottoscritto una convenzione con l'Università popolare subalpina per l'utilizzo delle aule per corsi serali;
è evidente che non siamo di fronte ad una serata accademica ma all'esaltazione di un personaggio che è stato a capo di una feroce dittatura ventennale, e che ha portato con la guerra il nostro Paese al disastro e si è macchiato delle vergognose leggi razziali -:
se non ritenga fortemente inopportuno che l'amministrazione scolastica conceda i locali di una propria struttura per tale manifestazione di rivalutazione del fascismo;
se l'amministrazione scolastica non debba rivedere la convenzione per l'utilizzo delle aule con un'associazione che organizza tale tipo di manifestazioni «culturali»
(4-02327)
Esiste da circa tre anni, come è noto agli interroganti, una convenzione tra il liceo, l'università popolare subalpina e l'amministrazione provinciale di Biella che consente all'università popolare subalpina medesima di utilizzare i locali di quella scuola per i suoi corsi, tra i quali un corso su «il pensiero politico della destra».
La conferenza in questione era in calendario all'interno del programma dello stesso corso e, pertanto, non era aperta al pubblico ma riservata agli iscritti al corso. Tanto veniva precisato dal dirigente scolastico del liceo nel comunicato inviato alla stampa locale il 28 febbraio 2002 in relazione ad informazioni confuse e distorte che erano circolate.
Nel medesimo giorno, il consiglio di istituto, riunito in seduta straordinaria, confermava la posizione assunta dal liceo al riguardo.
Anche la questura, interpellata, non riteneva necessario impedire lo svolgimento della conferenza per motivi di ordine pubblico, essendo in grado di garantire la sicurezza.
Per completezza, occorre aggiungere che la conferenza in questione si è poi di fatto tenuta in altra sede, in data 1o marzo 2002.
Per quanto concerne la richiesta volta a conoscere se l'amministrazione scolastica non debba rivedere la convenzione esistente tra il liceo ginnasio, l'amministrazione provinciale e l'università popolare subalpina di Biella, giova ricordare che le valutazioni in merito non spettano all'amministrazione scolastica bensì ai competenti organi delle scuole, a cui la legge ha attribuito autonomia funzionale a garanzia della libertà di insegnamento e del pluralismo culturale.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
(4-02450)
Successivamente è emerso che la competenza territoriale a trattare la pratica corrisponde all'agenzia consolare in Lomas de Zamora in quanto la residenza in Argentina dell'interessato è nella località di Lanus. Il signor Agnelli, sempre telefonicamente e via e-mail, faceva a sua volta presente che non poteva recarsi a Lomas de Zamora per perfezionare la pratica.
Essendo tuttora la residenza del signor Agnelli in Argentina, secondo le disposizioni in vigore egli non può procedere al riconoscimento della cittadinanza nel comune italiano di nascita dell'antenato, bensì nella circoscrizione consolare di residenza.
Infine, si rende noto che il Consolato generale in Buenos Aires ha provveduto a riscontrare la richiesta del sindaco del comune di Poli con proprio fax del 18 marzo 2002.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
in data 4 marzo 1999 il signor Andrea Neri, addetto alla verifica metropolitana PA/C, informava la Direzione distribuzione Sicilia su taluni fatti incresciosi verificatisi in danno del medesimo, responsabile di avere accumulato in proprio vantaggio ben sei verifiche giornaliere e a produrre decine di PF3 (segnalazioni di frodi);
dal «Rapporto sulle perdite di rete» si evince che presso la regione Sicilia risulta un incremento di perdite del 13,4 per cento per il 1996, del 13 per cento per il 1997, del 14,5 per cento per il 1998, a fronte di una media nazionale del 7,4 per cento, il che si traduce in una perdita netta in Sicilia di 80 miliardi di lire circa, con puntuale segnalazione all'autorità giudiziari di infiniti episodi criminosi;
la produttività dei verificatori vede in testa il verificatore Andrea Neri con risultati sicuramente encomiabili in rapporto alla produttività degli altri verificatori e al senso del dovere sempre manifestato dal Neri stesso;
a tal proposito il verificatore Andrea Neri ha trasmesso dettagliato esposto alla procura della Repubblica di Palermo e per conoscenza all'amministratore delegato Enel e all'amministratore dell'Enel-divisione e distribuzione Spa senza che ancora, a distanza di un anno, abbia avuto riscontro alcuno, mentre di converso, avrebbe subìto, come dichiarato nel citato esposto, un'inspiegabile discriminazione all'interno del suo ufficio, con contestazioni palesemente infondate;
di fatto il Neri, debellando numerose bande di falsificatori è stato relegato ad attività secondarie, dopo aver recuperato parecchi miliardi di lire e avere creato reali deterrenti mirati al rispetto delle normative Enel oggi ignorate. Dal 1997 la dirigenza Enel di Palermo, sotto la bandiera della «Riorganizzazione aziendale» ha, ad avviso dell'interrogante, di fatto eliminato i capisaldi antifrode Enel sul territorio palermitano, ha soffocato qualsiasi legittima iniziativa antifrode con assegnazione delle posizioni di lavoro riguardanti la materia a elementi non del tutto adeguati al ruolo;
dal consultivo Enel «Attività Antifrode» di ottobre 2000 si evince che le segnalazioni di frode di energia e di potenza accertate nel 1999 sono diminuite in Sicilia del 26,2 per cento rispetto al 1998 (3896 nel 1998 contro 2873 nel 1999). Evidentemente si stanno spegnendo o si omettono le segnalazioni di frode di energia elettrica;
la sedicente privatizzazione sta comportando costi elevati e dubbia affidabilità, con la conseguenza di provocare bollette più salate per gli utenti non frodatori e assistenza ridotta; vengono anche mortificati quei funzionari Enel altamente specializzati chiamati a studiare piani ai quali poi non viene data attuazione;
i sopra richiamati comportamenti che, a giudizio dell'interrogante, sono di particolare gravità, non sono stati finora valutati dagli attuali vertici Enel e dalla procura di Palermo ai quali sono stati fatti pervenire puntuali esposti -:
se non ritenga di voler attivare il proprio potere di vigilanza al fine di verificare se l'attività antifrode dell'Enel in Sicilia e nella zona di Palermo in particolare sia stata improntata a scelte efficienti ed efficaci sia sul piano degli interventi programmati che su quello del corretto impiego delle risorse umane.
(4-01692)
Il «Rapporto sulle perdite di rete», richiamato dall'interrogante, è un documento aziendale, elaborato ad uso interno, i cui contenuti si sono rivelati - a seguito di verifiche che hanno fatto emergere violazioni alle procedure aziendali tempestivamente denunciate dalla stessa società - non idonei a fornire indicazioni attendibili sulla effettività delle perdite di rete in Sicilia.
Il dato relativo alla produttività del dipendente citato nell'interrogazione va valutato alla luce del fatto che lo stesso, a differenza di altri verificatori, per le professionalità espresse, poteva eseguire solo le verifiche più elementari (di tipo A) che necessitano di tempi di esecuzione di circa un'ora a fronte di altre tipologie di verifica che richiedono tempi notevolmente superiori.
In relazione alle verifiche volte ad accertare l'esistenza di allacciamenti diretti alla rete, va evidenziato che, in contesti con diversi casi concentrati in un ristretto ambito territoriale o anche in uno stesso civico (cosa questa non infrequente nella realtà della città di Palermo), è assolutamente normale la produzione, in breve tempo, di numerose verifiche, che si concretizzano di fatto con l'individuazione dell'allacciamento e la compilazione sul posto della relativa modulistica.
Circa l'attività anti-frode svolta negli anni dalla direzione Sicilia, si sottolinea che, tra il 1998 ed il 1999, il tasso di efficacia dell'attività di verifica delle infrazioni è aumentato del 3 per cento, passando dal 19 per cento al 22 per cento. Ciò a fronte di una riduzione del numero complessivo di clienti sottoposto a verifica. La crescita dell'efficacia è, quindi, da porre in relazione ad una più mirata selezione dei clienti da sottoporre a controllo. Tale attività anti-frode è stata sempre svolta d'intesa e, ove necessario, con la necessaria collaborazione delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria, alla quale sono stati regolarmente inviati tutti gli accertamenti di frode riscontrati.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
premesso che ancora recentemente, all'apertura dell'anno giudiziario, sono state denunciate le carenze del personale amministrativo dell'Amministrazione giudiziaria;
tenuto conto che, relativamente ai posti di operatore amministrativo, B2 coperti, in seguito al concorso per titoli a novecentocinquantaquattro posti di operatore amministrativo B2 ex quinta qualifica funzionale del personale del Ministero della Giustizia Dipartimento dell'Amministrazione giudiziaria, esistono ancora numerosi idonei inclusi nella graduatoria generale di merito del concorso e non assunti;
considerato che i tempi di espletamento di tali tipo di concorsi sono comunque assai lunghi e che il personale incluso nella citata graduatoria è stato già utilizzato e sperimentato dalla Amministrazione per lunghi periodi -:
se non ritenga di provvedere ad utilizzare altri contingenti di operatori B2 risultati idonei nel concorso in oggetto, assicurando tempestivamente agli uffici giudiziari tutto il personale occorrente e potendo, nel contempo, realizzare un programma di mobilità per le unità che lo hanno richiesto.
(4-02775)
Si precisa, peraltro, che i termini di validità della graduatoria relativa al concorso a 954 posti di operatore giudiziario scaduti il 28 febbraio 2001, sono stati prorogati dall'articolo 51, comma 6, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, fino alla data del 30 giugno 2001.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
Banca Carime è stata ceduta da Banca Intesa a Banca Popolare Commercio ed Industria nel giugno 2001, ad un prezzo complessivo di 3,075 miliardi di
le quote residue del pacchetto azionario Carical erano state rilevate nel 1997 da Banca Intesa che le aveva acquistate dalla fondazione Carical, che ne deteneva il 39 per cento all'irrisorio costo di 130 miliardi di lire, di gran lunga inferiore al prezzo pagato 2 anni dopo dalla Banca Popolare di Commercio ed Industria alla stessa Banca Intesa;
Banca Carime, attraverso la sua radicale presenza nel territorio calabrese e più complessivamente nel meridione con oltre 325 sportelli, ha rappresentato, attraverso le banche originarie Carical, Carisal, e Caripuglia, lo strumento più importante per lo sviluppo del territorio e la banca di riferimento per l'intera popolazione;
la raccolta di Carime l'anno 2000 è stata circa pari a lire 26.000 miliardi di lire (di cui oltre 12.000 miliardi solo in Calabria), confermando la forte vocazione al risparmio della popolazione del meridione, mentre gli impieghi complessivi sono ammontati solo a circa 6.000 miliardi (di cui 3.000 miliardi in Calabria);
risulta all'interrogante che Banca Carime continui a perdere quotidianamente quote di mercato a favore di una concorrenza sempre più agguerrita da parte di altri istituti di credito che nel Sud trovano facile terreno di crescita e di sviluppo;
gli stessi vertici di Carime hanno scelto di rivolgersi ad imprese del nord per supportare Carime nelle varie attività, distogliendo così un importante indotto alle imprese del meridione con grave pregiudizio per l'intera economia locale;
così facendo si è ingenerata tensione e preoccupazione tra i dipendenti, disaffezione nella clientela che sempre più preferisce rivolgersi ad altre banche;
il perdurare di una siffatta situazione porterà grave pregiudizio alla Banca, ai lavoratori, al territorio e una contrazione dei posti di lavoro e, più in generale ad un peggioramento della già fragile situazione economica del Sud -:
se il Governo non intenda attivare iniziative di concertazione tra la Banca Carime e le organizzazioni dei lavoratori, al fine di scongiurare il rischio della perdita di posti di lavoro.
(4-02063)
Al riguardo, si fa presente che l'ordinamento attribuisce alla Banca d'Italia poteri di vigilanza preordinati al raggiungimento di precise finalità di carattere generale, che si connettono alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all'efficienza e alla competitività del sistema finanziario (cfr. articolo 5, d.lgs. 1o settembre 1993, n. 385, Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia).
In relazione a tali finalità, non compete agli organi di vigilanza interferire in materia di erogazione del credito ed in questioni attinenti alla scelta del modello organizzativo più idoneo alle esigenze della banca, le quali costituiscono espressione tipica dell'attività di impresa e sono, pertanto, rimesse all'autonomia dell'intermediario. Gli organi aziendali, tra l'altro, sono chiamati a verificare di continuo la struttura organizzativa della banca, al fine di adeguarla ai cambiamenti che intervengono sia all'interno che nell'area in cui la stessa opera.
Analogamente, le questioni attinenti al rapporto di lavoro dei dipendenti degli istituti di credito sono rimesse alla contrattazione tra le parti, nel rispetto delle disposizioni che regolano la materia.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
la zona di Porta Palazzo, a Torino, vive una sorta di extraterritorialità, dovuta
finora, l'attività, pur lodevole, delle forze dell'ordine non ha portato a risultati sufficienti ma è soltanto servita a tamponare, saltuariamente, una situazione assolutamente insostenibile;
i cittadini e i commercianti della zona attendono, da anni, provvedimenti che restituiscano vivibilità al loro quartiere consentendo una tranquilla normalità -:
se non intenda intervenire direttamente sulla situazione torinese con la creazione di una task force, formata da agenti e vigili urbani, che restituisca condizioni di vita normale al quartiere ed eventualmente tramite l'identificazione di un commissario ad acta che fronteggi, una volta per tutte, le straordinaria situazione di Porta Palazzo.
(4-02630)
Concorrono a questo effetto cause strutturali di ordine sociale, urbanistico ed igienico-sanitario che attengono alle competenze e alle responsabilità anche di altre Amministrazioni pubbliche, soprattutto comune, e che richiedono, per la soluzione, un impegno concorde e coordinato, nonché tempi medio-lunghi.
Sotto questo aspetto, da anni la prefettura di Torino opera in stretta intesa con l'amministrazione comunale per l'attuazione di rilevanti progetti di risanamento e riordino dell'area, nella quale è ubicato il più grande mercato del Piemonte e nella quale vi è una fortissima concentrazione di immigrati extracomunitari, in un contesto urbano caratterizzato, almeno in parte, da fatiscenza e vetustà degli immobili.
La situazione della sicurezza dell'area è costantemente seguita anche in sede di comitato provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Dal 23 luglio 2001 sono state spostate in piazza Cesare Augusto, adiacente al mercato di Porta Palazzo, sia la sede del commissariato di zona «Dora Vanchiglia», sia la sede dell'ufficio passaporti.
Il trasferimento è stato eseguito proprio per facilitare il controllo della zona ed aumentare il senso di sicurezza della popolazione residente, attraverso una presenza più vicina degli uffici della polizia di Stato, tra l'altro frequentati quotidianamente da numerosi cittadini.
Dal mese di settembre 2001 nel quadro delle iniziative in tema di «polizia di prossimità», è stato costituito il Comitato Sicurezza di Porta Palazzo, presso la 7 circoscrizione, cui partecipano le associazioni ed i comitati di quartiere, i rappresentanti delle Forze dell'ordine presenti sul territorio e la Polizia municipale. L'azione di questo comitato è volta ad assicurare la maggiore efficacia dell'azione di prevenzione della criminalità attraverso un costante e diretto raccordo tra le forze dell'ordine ed il contesto sociale ed istituzionale di riferimento.
Sul piano operativo, vengono disposti giornalmente servizi particolarmente accurati di controllo del territorio nell'area di Porta Palazzo, anche nelle ore notturne, con personale sia della polizia di Stato che dei carabinieri.
Durante le giornate di sabato e domenica, quando maggiore è la presenza nella zona sia di cittadini che di stranieri, vengono disposti servizi coordinati di controllo, con la partecipazione congiunta di personale della polizia di Stato, dell'arma dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia municipale, sotto la direzione di un funzionario della questura.
Con il personale della polizia municipale si procede a regolari verifiche delle licenze dei venditori ambulanti.
Periodicamente vengono organizzati servizi straordinari di controllo del territorio finalizzati alla individuazione e all'allontanamento degli stranieri irregolari.
Solo a titolo di esempio, si fa presente che l'attività svolta nell'area di Porta Palazzo nei primi tre mesi del 2002 ha consentito di trarre in arresto 81 persone per reati tipici della criminalità diffusa
Sia singoli cittadini, sia alcuni dei comitati spontanei di residenti della zona hanno a più riprese e pubblicamente dato atto dell'impegno delle forze dell'ordine e dei risultati raggiunti, che hanno consentito di elevare, obiettivamente, il senso di sicurezza e le condizioni di vivibilità dell'area di cui si tratta.
Il sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
l'azienda di distribuzione dell'energia elettrica, secondo le disposizioni del nuovo piano di ristrutturazione, avrebbe intenzione di perseguire, nella provincia di Frosinone, una politica tesa al depotenziamento delle strutture e degli uffici;
in particolare, in base a tale progetto di ristrutturazione, Frosinone perderebbe la direzione di esercizio ed, inoltre, verrebbe ridotta anche la consistenza degli uffici territoriali di Cassino, Sora ed Anagni;
tutto ciò determinerebbe gravi disagi agli utenti della provincia di Frosinone e conseguenze estremamente pregiudizievoli per circa 150 dipendenti dell'azienda di distribuzione dell'energia elettrica;
il drastico ridimensionamento delle strutture Enel in provincia di Frosinone non troverebbe, peraltro, analoghi riscontri in altre province della stessa Regione, come Latina e Viterbo, che manterrebbero la direzione di esercizio -:
se non ritenga necessario intervenire immediatamente per evitare il drastico ridimensionamento degli uffici e delle strutture ENEL della provincia di Frosinone e quali iniziative intenda intraprendere per scongiurare un così grave danno per l'utenza e per i lavoratori.
(4-02361)
La possibilità di un migliore governo delle reti, sulla base dell'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e di una maggiore efficienza operativa determinata da sistemi più evoluti di gestione delle risorse, consente una razionalizzazione delle strutture senza alcuna ricaduta negativa sulle capacità di intervento del personale tecnico. Con la nuova organizzazione saranno, comunque, mantenute sul territorio attività e risorse quantitativamente e qualitativamente adeguate al più efficace presidio, tenendo anche conto dell'attuale dislocazione del personale.
Nella provincia di Frosinone sono oggi presenti le zone di Frosinone, Cassino, Sora e Anagni articolate in gruppi operativi e squadre distaccate. La nuova organizzazione delle attività di «Rete» (che prevede l'individuazione delle zone su base provinciale) prevede, invece, la presenza di una unica zona con sede nella stessa città di Frosinone. A tale struttura si affiancheranno le Unità operative di Frosinone, Cassino e Sora e le squadre distaccate di Portecorvo, Alatri, Anagni, Fiuggi, Atina e Ceprano. Tali strutture operative, presenti nell'ambito della zona di Frosinone, continueranno ad assicurare un adeguato presidio per l'esecuzione delle attività costruttive
Enel conferma la piena reimpiegabilità di tutto il personale presente nella provincia in questione. Laddove l'attivazione della mobilità volontaria non debba essere sufficiente a garantire l'implementazione e l'avvio delle nuove strutture, si procederà a spostamenti di personale che terranno conto dei criteri dell'anzianità e della distanza tra la residenza e la sede della nuova struttura. Il processo di razionalizzazione delle strutture e di efficientamento dei processi sarà attuato, inoltre, anche attraverso una oculata gestione del turn-over.
Sempre al fine di ottimizzare la gestione dell'attività di distribuzione nel mutato contesto del settore elettrico, Enel distribuzione ha già concluso il processo di riorganizzazione della propria rete commerciale. L'architettura organizzativa della nuova rete commerciale è costituita da un contact center unico nazionale per il presidio ininterrotto di tutti i canali di contatto con la clientela in tutti i casi in cui non occorra la presenza fisica del cliente. Per la gestione delle pratiche che richiedono la presenza fisica del cliente nei capoluoghi di provincia e nelle aree nelle quali è presente una notevole concentrazione di clientela o caratterizzate da peculiari criticità logistiche, sono stati costituiti i punti Enel. Il cliente può, inoltre, accedere a taluni servizi di Enel Distribuzione anche attraverso i punti Qui Enel, presenti presso i negozi della società Enel.si e attraverso i punti Enel.si.
Per la gestione personalizzata della clientela medium business è stata, infine creata una rete di account manager. Nella provincia di Frosinone tale struttura commerciale si concretizza con i punti Enel di Frosinone e Cassino, i punti Qui Enel di Frosinone e Sora ed i Punti Enel.si di Cassino, S. Giorgio a Liri e Sora. Nella provincia sono presenti, inoltre, due account manager.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il processo di liberalizzazione del mercato elettrico, ha imposto all'azienda monopolista di creare le condizioni per una possibile concorrenza;
infatti, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un continuo abbandono di prospettive industriali dell'ENEL spa a favore di qualsiasi nuova società attraverso numerosissimi frazionamenti e cessioni di rami d'azienda, forzando sia i tempi che le modalità, richieste dalle direttive europee e dai decreti nazionali, (decreto Bersani);
nel settore distribuzione, ormai con una cadenza biennale, si attuano ristrutturazioni che nelle loro applicazioni ed indirizzi, molto spesso contraddittorie, sono legate a scelte finanziarie e alla riduzione dei costi, senza progetti di sviluppo industriale;
nella provincia di Frosinone, la ristrutturazione prospettata e di imminente applicazione, prevede il superamento degli uffici dell'esercizio di Frosinone, trasferito a Latina, degli uffici zonali di Cassino, Sora e Anagni, con la conferma dell'unica zona provinciale a Frosinone;
tale ristrutturazione, segue quella dell'area commerciale, che da lunedì 18 febbraio 2002 ha previsto il superamento degli uffici commerciali, (già Unità Clienti), di Cassino, Sora e Anagni, con la conferma di un «Punto Enel» a Frosinone e a Cassino, dove pur restando un presidio commerciale con il relativo personale residuo, non ha più il compito di ricevere ed assistere il pubblico;
in considerazione dei tempi imminenti di attuazione del progetto di ristrutturazione aziendale (entro marzo 2002), è necessario sensibilizzare, il vertice aziendale Enel sulla vertenza: «presenza e servizio elettrico nel Basso Lazio», con il recupero della «Zona di Cassino» -:
se non ritenga di intervenire, e quali azioni voglia porre in essere per evitare
(4-02342)
La possibilità di un migliore governo delle reti, sulla base dell'introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e di una maggiore efficienza operativa determinata da sistemi più evoluti di gestione delle risorse, consente una razionalizzazione delle strutture senza alcuna ricaduta negativa sulle capacità di intervento del personale tecnico. Con la nuova organizzazione saranno, comunque, mantenute sul territorio attività e risorse quantitativamente e qualitativamente adeguate al più efficace presidio, tenendo anche conto dell'attuale dislocazione del personale.
Nella provincia di Frosinone sono oggi presenti le zone di Frosinone, Cassino, Sora e Anagni articolate in gruppi operativi, nuclei distaccati e squadre distaccate. La nuova organizzazione delle attività di «Rete» (che prevede l'individuazione delle zone su base provinciale) prevede, invece, la presenza di una unica zona con sede nella stessa città di Frosinone. A tale struttura si affiancheranno le unità operative di Frosinone, Cassino e Sora e le squadre distaccate di Pontecorvo, Alatri, Anagni, Fiuggi, Atina e Ceprano. Le strutture operative, presenti nell'ambito della zona di Frosinone, continueranno ad assicurare un adeguato presidio per l'esecuzione delle attività costruttive e manutentive e per tutte le altre attività di più immediato interesse per la clientela, quali riparazione guasti ed interventi sui gruppi di misura.
Enel conferma la piena reimpiegabilità di tutto il personale presente nella provincia in questione. Laddove l'attivazione della mobilità volontaria non debba essere sufficiente a garantire l'implementazione e l'avvio delle nuove strutture, si procederà a spostamenti di personale che terranno conto dei criteri dell'anzianità e della distanza tra la residenza e la sede della nuova struttura. Il processo di razionalizzazione delle strutture e di efficientamento dei processi sarà attuato, inoltre, anche attraverso una oculata gestione del turn-over.
Sempre al fine di ottimizzare la gestione dell'attività di distribuzione nel mutato contesto del settore elettrico, Enel Distribuzione ha già concluso il processo di riorganizzazione della propria rete commerciale. L'architettura organizzativa della nuova rete commerciale è costituita da un contact enter unico nazionale per il presidio ininterrotto di tutti i canali di contatto con la clientela in tutti i casi in cui non occorra la presenza fisica del cliente. Per la gestione delle pratiche che richiedono la presenza fisica del cliente nei capoluoghi di provincia e nelle aree nelle quali è presente una notevole concentrazione di clientela o caratterizzate da peculiari criticità logistiche, sono stati costituiti i punti Enel. Il cliente può, inoltre, accedere a taluni servizi di Enel Distribuzione anche attraverso i punti Qui Enel, presenti presso i negozi della società Enel.sì e attraverso i punti Enel.sì.
Per la gestione personalizza della clientela medium business è stata, infine, creata una rete di Account manager. Nella provincia di Frosinone tale struttura commerciale si concretizza con i punti Enel di Frosinone e Cassino, i punti Qui Enel di Frosinone e Sora e i Punti Enel.sì di
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
la dichiarazione di «de-fault» del sistema economico-finanziario dell'Argentina, in ragione del quale non è stato onorato il debito contratto da questo paese verso gli investitori internazionali, comporta un danno di gravissima rilevanza anche per molti risparmiatori italiani;
sono infatti circa 7.000 i miliardi di lire investiti dal risparmio italiano in obbligazioni emesse e garantite sia dallo Stato argentino che dalla provincia di Buenos Aires;
le cause del dissesto argentino si annidano prevalentemente nelle pieghe di un sistema politico-istituzionale carico di demagogia, populismo e di degenerazione del sistema della partitocrazia, mix che ha negativamente inciso sulle scelte di politica economica rigorosamente e correttamente richieste dalle organizzazioni internazionali per consentire l'erogazione di finanziamenti;
già nel corso della crisi russa di alcuni anni orsono, peraltro assai simile sul piano tecnico-finanziario a quella attuale argentina, erano stati autorizzati dalla magistratura italiana provvedimenti di sequestro cautelativo su beni mobili e immobili di proprietà russa a garanzia dei crediti di investitori e operatori italiani;
non è impossibile escludere, anzi sarebbe auspicabile, che i creditori italiani si costituissero in consorzio per tutelare anche sul piano giuridico i propri interessi;
al Governo italiano in carica è caro e più volte manifestato il principio della assoluta e necessaria tutela del prestigio e degli interessi nazionali, fra questi anche evidentemente il risparmio dei cittadini italiani -:
quali iniziative politico-istituzionali e/o anche di natura economica intenda avviare per ottenere dal governo argentino le più ampie assicurazioni in ordine all'obbligo di quest'ultimo di tenere fede agli impegni finanziari, alle scadenze e con le modalità convenute, assunti nei confronti degli investitori italiani.
(4-03135)
Una prima iniziativa adottata dal Governo italiano ha riguardato la riapertura, in via eccezionale, della concessione dei crediti di aiuto per un ammontare pari a circa 100 milioni di euro, dei quali 75 a sostegno dell'occupazione attraverso contributi alle piccole e medie imprese argentine e italo-argentine e 25 per l'acquisto di beni e servizi finalizzati a garantire il necessario supporto al sistema sanitario pubblico argentino. Il Governo ha poi provveduto ad un rafforzamento degli organici della rete diplomatico-consolare per accelerare tempi e modi di aiuto ai connazionali in difficoltà. Per venire incontro poi alle richieste di medicinali avanzate dal Governo di Buenos Aires, si è provveduto ad un primo invio di 900 chilogrammi di antibiotici.
Spetta ora all'Argentina elaborare un piano di risanamento che sia credibile agli occhi degli altri Paesi e delle stesse istituzioni finanziarie internazionali. Proprio in questa direzione è impegnato il Governo italiano, a sostegno delle autorità argentine, affinché le istituzioni finanziarie internazionali possano concedere gli aiuti economici e finanziari necessari per riattivare
In merito alla questione degli investitori italiani, il Governo intende tutelarli in maniera efficace, sollecitando le autorità argentine ad adottare una politica seria di risanamento che sia capace di attirare il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali e degli altri Stati maggiormente interessati alla ripresa economica dell'Argentina, quali gli Stati Uniti e la Spagna. Nel tentativo di creare una strategia comune di sostegno al Paese e favorire così una effettiva ripresa economica, indispensabile per riportare l'Argentina in condizioni tali da poter onorare il proprio debito estero, ho incontrato i rappresentanti del Governo spagnolo e, recentemente, mi sono recato a Washington per una serie di incontri con gli esponenti del Governo americano responsabili della politica statunitense in America latina. Anche nell'ambito delle organizzazioni finanziarie multilaterali, ed in particolare presso il fondo monetario internazionale, sono stati compiuti numerosi passi. Inoltre, ho incontrato i rappresentanti dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), al fine di mettere a punto una strategia che consenta di garantire agli investitori italiani la parità di trattamento rispetto agli investitori di altri Paesi allorquando l'Argentina sarà di nuovo in grado di poter onorare il proprio debito.
Anche in occasione dei colloqui avuti con le autorità argentine durante la mia ultima visita a Buenos Aires, non ho mancato di ricordare il delicato problema degli investitori italiani, riaffermando come la tutela dei loro diritti rappresenti una priorità assoluta per il Governo italiano.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
presa visione di alcune notizie riguardanti i bilanci in rosso di numerose società di calcio professionistiche, ricordate le reiterate denunce, peraltro inascoltate, fatte dal professore Victor Ukmar, presidente della Covisoc, nonchè delle notizie dell'agenzia AgenParl riguardante i finanziamenti concessi da alcuni istituti bancari alle predette società -:
quali rapporti intercorrono tra sistema creditizio e quali finanziamenti abbiano ricevuto le predette società, per quali importi e a quale titolo.
(4-01332)
Al riguardo, si premette che l'ordinamento attribuisce alla Banca d'Italia poteri di vigilanza preordinati al raggiungimento di precise finalità di carattere generale, che si connettono alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all'efficienza e alla competitività del sistema finanziario (articolo 5 del d.lgs. 1o settembre 1993, n. 385, Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia). Le decisioni in materia di erogazione del credito, invece, per la natura imprenditoriale dell'attività bancaria, sono rimesse all'autonomia dei competenti organi delle banche, nel rispetto della normativa vigente.
Con riferimento ai quesiti posti nell'interrogazione, premesso che la genericità dei riferimenti non consente l'individuazione né di specifiche società finanziate, né di banche finanziatrici, si precisa, comunque, che sussistono motivi di riservatezza posti sia dal citato D.Lgs. 1o settembre 1993, n. 385, che dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675 (legge sulla privacy) a tutela delle informazioni relative all'esposizione del sistema creditizio nei confronti delle persone fisiche o giuridiche.
Pertanto, in osservanza delle citate disposizioni e coerentemente con l'atteggiamento assunto in casi analoghi, non è possibile la divulgazione di dati riguardanti soggetti privati singolarmente individuati.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
l'inclemente andamento climatico che ha colpito il nostro Paese ha danneggiato parte delle nostre produzioni agricole e, in particolare, quelle ortofrutticole;
i prezzi praticati, per gli accennati prodotti, sono stati in moltissimi casi aumentati in maniera non del tutto giustificabile;
i prezzi pagati dai grossisti ai produttori agricoli sono restati pressoché invariati rispetto a quelli normalmente praticati;
appare del tutto evidente che l'intermediazione ha messo in atto, con la scusa degli eventi che hanno danneggiato la produzione agricola, un'intollerabile speculazione ai danni sia dei produttori agricoli che dei consumatori -:
quali provvedimenti il Governo prenderà per impedire il proseguimento di questa ingiustificabile ed eccessiva speculazione;
se saranno fatti accertamenti sugli indebiti guadagni di quanti hanno causato l'ingiusto aumento dei prezzi ai danni dei consumatori.
(4-01845)
Al riguardo, giova far presente che il Ministro delle politiche agricole e forestali, su analoga materia, ha risposto a tre interrogazioni a risposta immediata nella seduta della Camera dei deputati del 23 gennaio 2002.
Dalla lettura dei resoconti parlamentari si rileva come, sebbene «non è possibile intervenire in termini calmieratori nei confronti della catena del valore del prezzo, ...un osservatorio unico dei prezzi fra tutte le istituzioni competenti, che coinvolga le associazioni e sia legato ad un comitato di filiera, metterebbe in condizione di isolare eventi di carattere speculativo.
Ciò premesso, il regime dei prezzi dei beni e dei servizi, come riferito dal ministero delle attività produttive, è svincolato da controlli amministrativi e rimesso all'apprezzamento del mercato attraverso le variabili della domanda e dell'offerta.
La fondatezza di un aumento è quindi un dato affidato unicamente alle dinamiche di mercato, alla loro propensione ad ottimizzare le scelte di acquisto in rapporto ad un ventaglio di variabili, una delle quali è costituita dal prezzo.
Per quanto concerne la richiesta di eventuali accertamenti sugli indebiti guadagni, il comando generale della Guardia di finanza ha provveduto, a suo tempo, a sensibilizzare tutti i suoi reparti territoriali sul fenomeno in questione, anche nella prospettiva di sviluppare sotto il profilo operativo le eventuali segnalazioni che dovessero pervenire.
Inoltre, eventuali poteri repressivi possono essere invece esercitati dall'autorità giudiziaria, in relazione a fattispecie di rilevanza penale, indagabili d'ufficio o su istanza di parte, rammentando tuttavia che un aumento dei prezzi, di per sé, non integra necessariamente gli estremi di una fattispecie di reato.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
nella scorsa legislatura è stata presentata l'interrogazione 5-06839 del 13 ottobre 1999 con la quale si chiedeva quali iniziative il Ministero dell'interno intendesse adottare per garantire la legalità e la trasparenza dell'attività amministrativa del comune di Isola delle Femmine in provincia
nessuna risposta è mai pervenuta;
le questioni denunciate con quell'atto riguardavano la presenza della giunta comunale di Isola delle Femmine di un assessore, cognato di un presunto boss mafioso, tale Pietro Bruno, nei confronti del quale di recente la Corte d'Appello di Palermo ha confermato la condanna penale (Giornale di Sicilia, del 16 marzo 2002);
l'assessore in questione, ingegnere Rocco Raffa, si è dimesso dopo l'arresto del cognato, ma risulta all'interrogante che continui ancora a frequentare il municipio;
di recente il sindaco di Isola delle Femmine, Stefano Bologna, è stato condannato a dieci mesi di reclusione per il reato d'abuso d'ufficio (Giornale di Sicilia del 15 marzo 2002) -:
se, a seguito di fatti accaduti nel luglio del 1999 e di quelli verificatisi nel marzo del 2002 l'amministrazione dell'interno abbia svolto attività ispettive sul comune di Isola delle Femmine;
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato in merito alla condanna di primo grado, subita dal sindaco di Isola delle Femmine per garantire la legalità e trasparenza dell'attività amministrativa del comune ed ovviare al pericolo di un aggravamento della crisi di credibilità dell'istituzione locale e di infiltrazioni illecite nell'ambito della municipalità.
(4-02650)
Inoltre, sono state avviate approfondite indagini per accertare l'eventuale sussistenza di situazioni cui la legge riconnette l'esercizio del potere di controllo sugli organi degli enti locali.
Pertanto, solo al termine degli accertamenti in corso potranno, se del caso, essere adottati i provvedimenti ritenuti opportuni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
diversi anni fa un reduce della X Mas, organizzazione militare della Repubblica Sociale di Salò nota per l'efferatezza dei suoi crimini contro la popolazione civile, portò a Nettuno dal cimitero del Verano sei salme mineralizzate di caduti della X Mas;
tali salme venivano abusivamente sistemate in un fondo agricolo di proprietà privata denominato in seguito «Sacrario Campo della Memoria», sacrario mai riconosciuto dalle autorità preposte;
la passata giunta comunale di Nettuno negò, a fronte di una richiesta formale, il riconoscimento ufficiale del sacrario, individuando problemi di natura igienico-sanitaria oltre che urbanistici e contestando le manifestazioni pubbliche che ogni anno accompagnavano le celebrazioni ufficiali. Manifestazioni dal carattere oggettivamente apologetiche del fascismo e offensive delle norme ed i valori repubblicani;
tali manifestazioni pubbliche sono documentate e raccontate da singoli cittadini e le polemiche che ne sono derivate sono state riportate dai mezzi di informazione locale;
la nuova giunta ha inserito tale sacrario nelle manifestazioni ufficiali di commemorazione dei caduti in guerra, recandosi presso il Campo sopra menzionato lo stesso giorno in cui si commemoravano i caduti delle forze alleate, sepolti nel locale cimitero americano;
l'attuale amministrazione comunale di Nettuno ha inoltre approvato, in data 29 novembre 2001, una convenzione per la manutenzione ordinaria del Campo della Memoria, affidata dal Commissariato generale onoranze caduti in guerra del mistero della difesa. Tale manutenzione prevede la destinazione di fondi pubblici per le opere previste nella sopra menzionata convenzione -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tali fatti che, ad avviso degli interroganti, sono moralmente e giuridicamente condannabili;
se non ritenga di adottare i provvedimenti che il testo unico degli enti locali attribuisce alla sua competenza nei confronti degli amministratori locali.
(4-01789)
Il prefetto di Roma pro tempore, in data 24 settembre 1999 ha conseguentemente autorizzato il commissariato generale ad occupare in via d'urgenza i terreni individuati nel comune di Nettuno nell'area denominata «Campo della Memoria».
Su richiesta dello stesso commissariato sono state inoltre attivate dalla prefettura di Roma le procedure di esproprio dei terreni, che si sono concluse regolarmente nel luglio 2001 con la notifica dell'esproprio ai proprietari.
In data 27 settembre 2001, il ministero della difesa ha manifestato l'intendimento di affidare al comune di Nettuno la manutenzione ordinaria della struttura «Campo della Memoria» a decorrere dal 1o gennaio 2002, prevedendone l'apertura unicamente nei giorni festivi e nelle ricorrenze e inviando, contestualmente, una bozza di convenzione da presentare al consiglio comunale.
In data 23 novembre 2001, il consiglio comunale di Nettuno ha approvato, con propria deliberazione, lo schema di convenzione che dovrà regolare i rapporti tra comune e ministero della difesa per la manutenzione del sacrario. È stato evidenziato, in proposito, che nessuna opposizione o osservazione è pervenuta al comune contro detta deliberazione, né sono state segnalate turbative di qualsivoglia genere contro tale decisione.
La convenzione definitiva verrà stipulata soltanto quando il comune avrà individuato la forma di gestione più idonea. In seguito alla sottoscrizione di detta convenzione, l'amministrazione militare corrisponderà al comune una somma da determinarsi.
In merito alla sistemazione delle salme e al riconoscimento del sacrario, si rappresenta che l'unica autorità a ciò preposta è il commissariato generale delle onoranze ai caduti presso il ministero della difesa - come previsto dalla legge 9 gennaio 1951, n. 204 - cui viene attribuita competenza esclusiva sui cimiteri di guerra.
Il comune di Nettuno, non essendo titolare di alcuna competenza in materia, non ha potuto negare il riconoscimento ufficiale.
In considerazione, quindi, di detto riconoscimento da parte dell'autorità militare, l'attuale giunta comunale ha inserito il sacrario «Campo della Memoria» nelle manifestazioni ufficiali di commemorazione dei caduti in guerra.
Si precisa, infine, che, eventuali censure nei confronti dei rappresentanti diretti dei cittadini contrastano con l'autonomia costituzionalmente riconosciuta agli enti locali che hanno facoltà di formulare il proprio indirizzo politico-amministrativo attraverso gli atti del governo locale.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
vi sono pensionati costretti a pagare la grossa cifra bimestrale del canone di
la cifra è notevole per le famiglie a reddito fisso, trattasi di un balzello imposto ai cittadini per ingigantire i profitti della società telefonica, tutto ciò inaccettabile -:
se non ritenga che sarebbe opportuno assumere adeguate iniziative affinché la Telecom offra agli utenti servizi adeguati alle esigenze di questi.
(4-02675)
Successivamente l'autorità ha avviato - con delibera n. 101 del 1999 - un'istruttoria finalizzata ad individuare particolari categorie di clientela che, versando in condizioni di particolare disagio economico e sociale, apparivano meritevoli di un intervento finalizzato a garantire l'accesso al servizio di telefonia vocale a condizioni economiche agevolate.
Con delibera n. 314/00/CONS del 1o giugno 2000, la medesima autorità ha indicato le categorie di utenti che possono beneficiare di una agevolazione economica - consistente in una riduzione del 50 per cento del canone mensile di abbonamento al servizio telefonico di categoria B - indicando, altresì, i requisiti economici e sociali che gli interessati debbono soddisfare contemporaneamente al fine di poter usufruire dell'agevolazione in parola, mentre con delibera n. 330/01/CONS del 10 agosto 2001, sono stati definiti i criteri, le modalità di presentazione della relativa domanda, la durata dell'agevolazione, nonché l'esenzione dal pagamento del canone mensile di abbonamento al servizio telefonico di categoria B per gli utenti residenziali utilizzatori dei sistemi di comunicazioni denominati DTS (dispositivo telefonico per sordomuti).
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
Prato è la terza città del centro Italia ed uno dei principali distretti industriali europei, caratterizzato da una fitta presenza di operatori;
negli anni dei governi dell'Ulivo Poste Italiane Spa ha proceduto ad un risanamento economico straordinario che ha consentito anche un netto miglioramento dei servizi resi e dei rapporti con l'utenza;
Poste Italiane Spa ha deciso di sopprimere il polo di smistamento della corrispondenza di Prato, trasferendo il relativo servizio nel capoluogo regionale;
la logica di accentrare il servizio, sebbene comprensibile sotto l'ottica di una maggiore economia di costi, di per sé non porta ad un miglioramento dell'efficienza del servizio reso;
si è svolto in data 8 febbraio 2002 presso la Prefettura di Prato un incontro sul tema tra il Prefetto, gli enti locali, le categorie sociali e i sottoscritti interroganti, dalla quale è emerso che la decisione è stata presa da Poste Italiane Spa senza il coinvolgimento degli Enti Locali;
il servizio svolto da Poste Italiane Spa ha anche una notevole funzione sociale che non può essere sottovalutata, stante la natura di servizio pubblico;
Poste Italiane Spa aveva in precedenza presentato un piano di impresa dal quale emergeva la creazione di un polo cittadino, contrariamente quindi a quanto si sta verificando;
gli uffici postali nella Provincia di Prato soffrono di una notevole carenza di organico, che Poste Italiane intenderebbe
questa intenzione di Poste Italiane ha già provocato notevole disagio tra i dipendenti interessati, puntualmente riportato dai sindacati di categoria -:
come intenda il Ministro interrogato verificare l'adeguatezza dei processi di ristrutturazione dell'azienda col mantenimento dei necessari livelli qualitativi del servizio postale e assicurare che i processi di ammodernamento si svolgano nel rispetto delle relazioni sindacali;
come intenda, inoltre, il Ministro interrogato, impedire che a Prato, uno dei più importanti distretti industriali europei, non venga meno l'importante sostegno di un efficiente e capillare servizio postale ed evitare che abbiano a ripetersi in futuro situazioni per cui importanti servizi postali vengano sottratti ad una realtà locale senza il benché minimo coinvolgimento degli enti locali.
(4-02288)
Nondimeno, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dalla interrogazione nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la predetta società la quale ha precisato che, nell'ambito del processo di riorganizzazione previsto dal piano di impresa 1998-2002, e degli impegni assunti con il contratto di programma, è stato già attuato o è in corso di realizzazione un radicale cambiamento nelle strutture aziendali, finalizzato a realizzare il risanamento ed il rilancio della società.
Nel contesto delle iniziative adottate a tali fini, la società ha proceduto all'analisi e alla valutazione delle proprie realtà operative per individuare quelle più rispondenti agli obiettivi fissati.
È stato, pertanto, adottato un nuovo modello di organizzazione della rete, nonché la revisione e la semplificazione delle attività svolte attuando alcuni progetti che hanno determinato positivi risultati nelle modalità di lavorazione a livello nazionale.
Fra questi, particolare importanza riveste il progetto «nuova rete di corrispondenza», il quale prevede la costituzione - in un arco di tempo di circa quattro anni - di trenta centri meccanizzati ciascuno dei quali posto al centro di un bacino geografico la cui ampiezza sarà determinata dai volumi di traffico e, pertanto, potrà risultare anche non coincidente con la suddivisione amministrativa del territorio.
In attesa di tale futuro assetto della rete la società Poste ha significato di aver già iniziato, ove possibile, a semplificare le operazioni di competenza degli uffici postali e a concentrare le attività di smistamento sui centri di meccanizzazione postale (CMP).
Tra gli impianti che faranno parte della nuova rete è compreso, secondo quanto riferito da Poste Italiane, anche il CMP di Firenze - dove già da tempo avviene la ripartizione della corrispondenza da avviare agli uffici postali della città di Prato - atteso che lo stesso presenta, per dimensioni e collocazione, caratteristiche ottimali per servire il bacino comprendente le province di Firenze, Prato, Pistoia ed Arezzo.
La capacità operativa dell'impianto di smistamento di Firenze e la distanza dai vari uffici postali della provincia di Prato fanno prevedere un possibile futuro ampliamento delle attività già attualmente svolte da tale centro a favore dell'area pratese, con una possibile riunificazione, nel CMP di Firenze, di tutte le attività di smistamento della posta da e per la provincia di Prato. Nel contesto di questa nuova configurazione, al CPO (centro operativo postale) di Prato continuerebbero
Da tale nuovo assetto, ha continuato la società Poste, dovrebbe derivare una più efficiente esecuzione delle lavorazioni, con consistente riduzione dei costi di produzione mediante il ricorso a procedure meccanizzate che, tra l'altro, consentiranno economie da utilizzare a favore delle rimanenti lavorazioni manuali, mentre le previste strutture di maggiori dimensioni provviste di attrezzature in grado di fronteggiare le repentine variazioni dei flussi di traffico, tipiche del processo postale, dovrebbero portare ad un miglioramento del livello di esecuzione del servizio.
In merito, infine, alla lamentata carenza di organico presso gli uffici della provincia di Prato, la ripetuta società Poste ha confermato che da tempo, su tutto il territorio nazionale, l'assegnazione delle unità da applicare ai diversi settori operativi non avviene secondo il criterio degli organici prefissati, ma sulla base delle effettive esigenze di ogni singola struttura, in relazione alle necessità locali, secondo una organizzazione che consente sia di ricondurre i costi del personale entro livelli compatibili con gli obiettivi aziendali, sia di offrire prestazioni di livello adeguato.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
dopo Milano e Palermo, anche la procura di Reggio Calabria è stata duramente colpita dalla circolare con cui il ministero dell'interno ha invitato i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica a rivedere i servizi di protezione già assegnati a magistrati e ad altri soggetti esposti a pericolo in ragione delle funzioni pubbliche esercitate e ciò al fine di ridurre il personale impiegato per quei servizi. Sono state così penalizzate zone, come quella di Reggio Calabria, che vivono una situazione di estrema gravità, come ampiamente denunciato nelle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, in cui viene segnalata l'elevata presenza di criminalità mafiosa in questi territori;
appare pertanto evidente che l'applicazione del suddetto provvedimento rischia di paralizzare la lotta alla mafia, in un momento in cui la tutela dei magistrati impegnati in questa battaglia è fondamentale per continuare il cammino verso la legalità;
la lotta alle mafie nel nostro Paese deve rimanere una priorità costante a cui non possono corrispondere negative scelte da parte di rappresentanti delle istituzioni, che invitano alla «convivenza», alla riduzione dell'aggressione ai patrimoni riciclati attraverso le rogatorie internazionali, al ridimensionamento della sicurezza per chi è esposto quotidianamente al rischio -:
a quali criteri risponda l'iniziativa del Ministero;
se essa sia stata preceduta da un'adeguata istruttoria e dal preventivo monitoraggio delle situazioni di rischio;
se invece essa non sia stata ispirata da valutazioni meramente quantitative con il solo obiettivo di ridurre, comunque, le risorse destinate al settore, a prescindere da una necessaria preventiva definizione di criteri selettivi qualitativi di valutazione delle differenti situazioni di rischio;
se e in quale modo il Ministro dell'interno intenda intervenire per evitare che tale provvedimento, che ha inciso gravemente sul regime di sicurezza personale assicurato a magistrati fortemente impegnati sul fronte della lotta contro la criminalità organizzata e mafiosa, paralizzi una battaglia tanto importante per il nostro Paese;
quali siano attualmente le linee di tutela delle persone più esposte a rischi adottate oggi dal Ministro dell'interno.
(4-01399)
Si allega copia del resoconto stenografico della seduta.
Preciso inoltre che il disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dell'Amministrazione dell'interno» anticipato in Aula dal Ministro dell'Interno è attualmente all'esame della 1a Commissione del Senato della Repubblica in sede referente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.
dopo Milano e Palermo, anche la procura di Napoli è stata duramente colpita dalla circolare con cui il Ministero dell'interno ha invitato i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica a rivedere i servizi di protezione già assegnati a magistrati e ad altri soggetti esposti a pericolo in ragione delle funzioni pubbliche esercitate, e ciò al fine di ridurre il personale impiegato per quei servizi. Sono state così penalizzate zone, come quella di Napoli, che vivono una situazione di estrema gravità, come ampiamente denunciato nelle relazioni della Commissione parlamentare antimafia della scorsa legislatura, in cui viene segnalata l'elevata presenza di criminalità mafiosa in questi territori;
appare pertanto evidente che l'applicazione del suddetto provvedimento rischia di paralizzare la lotta alla mafia, in un momento in cui la tutela dei magistrati impegnati in questa battaglia è fondamentale per continuare il cammino verso la legalità;
la lotta alle mafie nel nostro Paese deve rimanere una priorità costante a cui non possono corrispondere negative scelte da parte di rappresentanti delle istituzioni, che invitano alla «convivenza», alla riduzione dell'aggressione ai patrimoni riciclati attraverso le rogatorie internazionali e al ridimensionamento della sicurezza per chi è esposto quotidianamente al rischio -:
a quali criteri risponda l'iniziativa del ministro dell'interno;
se essa sia stata preceduta da un'adeguata istruttoria e dal preventivo monitoraggio delle situazioni di rischio;
se invece essa non sia stata ispirata da valutazioni meramente quantitative con il solo obiettivo di ridurre, comunque, le risorse destinate al settore, a prescindere da una necessaria preventiva definizione di criteri selettivi e qualitativi di valutazione delle differenti situazioni di rischio;
se e in quale modo il ministro dell'interno intenda intervenire per evitare che tale provvedimento, che ha inciso gravemente sul regime di sicurezza personale assicurato a magistrati fortemente impegnati sul fronte della lotta contro la criminalità organizzata e mafiosa, paralizzi una battaglia tanto importante per il nostro Paese;
quali siano attualmente le linee di tutela delle persone più esposte a rischi adottate oggi dal ministro dell'interno.
(4-01413)
Si allega copia del resoconto stenografico della seduta.
Preciso inoltre che il disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dell'Amministrazione dell'interno» anticipato in Aula dal Ministro dell'Interno è attualmente all'esame della I Commissione del Senato della Repubblica in sede referente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.
l'Istat non ha provveduto per il censimento in corso, contrariamente a quanto avvenuto nel 1991, alla traduzione del modello ufficiale di rilevazione del censimento in lingua slovena nei comuni del Friuli-Venezia Giulia dove la minoranza slovena è tradizionalmente insediata;
per il censimento in corso l'Istat si è limitato alla traduzione in sloveno unicamente della copia del foglio di famiglia e della relativa guida alla compilazione;
vari rappresentanti istituzionali e sindaci dei summenzionati comuni della regione Friuli-Venezia Giulia hanno richiesto, rendendosi interpreti della volontà diffusa tra i cittadini, che per questi siano disponibili i moduli di rilevazione censuaria anche in lingua slovena;
tale richiesta trova puntuale fondamento della legge n. 38 del 2001 che oltre a stabilire che al livello di tutela dei diritti della minoranza slovena già posto in essere non può subire diminuzioni, stabilisce, all'articolo 8, comma 3, che «nei comuni di cui all'articolo 4, gli atti e i provvedimenti di qualunque natura destinati ad uso pubblico e redatti su moduli predisposti, compresi documenti i caratteri personali quali la carta d'identità e i certificati anagrafici, sono rilasciati, a richiesta dei cittadini interessati, sia in lingua italiana e slovena sia nella sola lingua italiana»;
l'Istat non ha ritenuto di compilare i questionari in lingua slovena «in assenza di un provvedimento normativo che autorizzi l'operato dell'Istat, sia per gli aspetti amministrativi sia per quelli attinenti alla tutela accordata dalla legge 31 dicembre 1996, n. 875, in ordine di trattamento dei dati personali, tutela ulteriormente rafforzata se riferita ai cosiddetti dati sensibili e in particolare a quelli idonei a rilevare l'origine etnica degli interessati»;
il richiamo alla legge n. 675 del 1996 non appare spiegabile nel caso in specie dal momento che gli atti di qualunque natura destinati ad uso pubblico, di cui all'articolo 8 della legge n. 38 del 2001 «sono rilasciati, a richiesta dei cittadini interessati sia in lingua italiana e slovena, sia nella sola lingua italiana»;
il menzionato interesse dei cittadini non può che essere riferibile alla loro soggettiva volontà e non certo alla loro appartenenza etnica;
a fronte di un mancato rispetto delle norme previste dalla legge n. 38 del 2001 c'è il rischio che il censimento nei comuni suddetto non abbia uno svolgimento regolare -:
quali provvedimenti intenda intraprendere con la necessaria urgenza affinché venga garantito il regolare svolgimento delle rilevazioni censuarie nei comuni interessati del Friuli-Venezia Giulia, nel pieno rispetto delle norme della legge n. 38 del 2001.
(4-03193)
Con tale provvedimento si è ovviato pertanto all'errore materiale presente nella compilazione originaria del programma che non prevedeva tali questioni.
Il Ministro per gli affari regionali: Enrico La Loggia.
continuano per i cittadini i disagi per i lavori di ammodernamento e adeguamento della piattaforma stradale tra il km. 47+700 (Sardara) e il km. 79+500 (Marrubiu) della strada statale n. 131 che unisce Cagliari, Oristano e Sassari, già oggetto di un altro atto di sindacato ispettivo già presentato dall'interrogante;
l'Anas è in ritardo sulla tabella di marcia: il nuovo svincolo per Marrubiu che sarebbe dovuto essere operativo entro la prima decade del mese di febbraio 2002 è invece ancora in corso di realizzazione;
la creazione delle complanari e dei nuovi svincoli comporta una serie di disagi comprensibili, ma non adeguatamente segnalati ai cittadini; il bivio di Terralba è chiuso ed un solo poco visibile cartello indica di proseguire sino a Marrubiu; per nulla segnalato il percorso alternativo che passa per la provinciale n. 47 fino a San Nicola Arcidano;
medesima situazione per gli abitanti della frazione Etfas di Uras che, in conseguenza dello svincolo sbarrato, per raggiungere Terralba sono costretti ad un lungo giro, sempre attraverso la malagevole provinciale n. 47;
la polizia stradale Oristanese, nella persona del comandante Angioni, da diverse settimane ha segnalato all'Anas l'insufficienza delle segnaletiche orizzontale e verticale, in particolare all'altezza del bivio di Marrubiu, nonché i rischi derivanti dagli svincoli a raso e dai raccordi mal segnalati, con conseguenti rallentamenti del traffico e pericoli per gli automobilisti -:
se non ritenga urgente intervenire affinché l'azienda competente ponga in essere solleciti interventi al fine di migliorare la segnaletica e le attuali condizioni di sicurezza;
se non ritenga inoltre opportuno sollecitare l'azienda ad una accelerazione dei lavori, al fine di completare rapidamente l'adeguamento di un'arteria che riveste un ruolo fondamentale nell'economia dell'Oristanese.
(4-02489)
continuano per i cittadini i disagi per i lavori di ammodernamento e adeguamento della piattaforma stradale tra il km. 47+700 (Sardara) e il km. 79+500 (Marrubiu) della strada statale n. 131 che unisce Cagliari, Oristano e Sassari, già oggetto di un nostro atto di sindacato ispettivo; l'Anas è in ritardo sulla tabella di marcia: il nuovo svincolo per Marrubiu che sarebbe dovuto essere operativo entro la prima decade del mese di febbraio 2002 è invece ancora in corso di realizzazione;
la creazione delle complanari e dei nuovi svincoli comporta una serie di disagi comprensibili, ma non adeguatamente segnalati ai cittadini; il bivio di Terralba è chiuso ed un solo poco visibile cartello indica di proseguire sino a Marrubiu; per nulla segnalato il percorso alternativo che passa per la provinciale n. 47 fino a San Nicola Arcidano;
medesima situazione per gli abitanti della frazione Etfas di Uras che, in conseguenza dello svincolo sbarrato, per raggiungere Terralba sono costretti ad un lungo giro, sempre attraverso la malagevole provinciale n. 47;
la polizia stradale Oristanese, nella persona del comandante Angioni, da diverse
se non ritenga urgente intervenire affinché l'azienda competente ponga in essere solleciti interventi al fine di migliorare la segnaletica e le attuali condizioni di sicurezza; se non ritenga inoltre opportuno sollecitare l'azienda ad una accelerazione dei lavori, al fine di completare rapidamente l'adeguamento di un'arteria che riveste un ruolo fondamentale nell'economia dell'Oristanese.
(4-02492)
La sistemazione in sito comporta che, per alcuni tratti, il traffico debba necessariamente essere deviato sulle strade statali laterali all'uopo realizzate. Comunque, il normale svolgimento della circolazione è sempre garantito su due corsie per ogni senso di marcia.
Le deviazioni sono sempre adeguatamente segnalate e, peraltro, impongono ulteriori limiti di velocità.
L'ente stradale fa presente, infine, che i predetti lavori sono ormai in corso di conclusione e saranno ultimati entro il mese di novembre 2002.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
è con grande preoccupazione che - in provincia di Oristano - Poste italiane Spa, nell'avviando piano di riordino occupazionale, ha a tutto oggi previsto l'esubero di 23 dipendenti;
poste Spa ha già provveduto alla chiusura dell'ufficio di Nuraxieddu;
l'ente medesimo ha nelle more il trasferimento da Oristano a Cagliari del centro CPO, adibito allo smistamento della corrispondenza;
questo ultimo intervento ha sollevato rimostranze pubbliche da parte delle forze sindacali, giacché esso coinciderebbe con un'ulteriore probabile perdita di settanta posti di lavoro;
anche altre società, addette alla commercializzazione di servizi di prima necessità, hanno preso provvedimenti tali da ridurre l'infrastrutturazione necessaria allo sviluppo di aree deboli, su cui gravita un tasso di disoccupazione tra i più alti -:
se il piano di sviluppo preveda l'immediato coinvolgimento della provincia di
Oristano, all'interno delle nuove strutturazioni dei centri servizi di alta tecnologia;
se il territorio medesimo possa avvalersi per primo dei cosiddetti Posteshop, la cui apertura è data per imminente dagli organi di informazione;
se questi ultimi progetti possano in primis vedere coinvolti quei soggetti, singoli ovvero organizzati, che, pur individuati nel novero degli esuberi, possano invece giovare alle avviande strutture, data la matura competenza e la viceversa ridotta anzianità di servizio.
(4-02568)
In proposito Poste Italiane ha riferito di avere prestato - in ottemperanza a quanto stabilito con il piano di impresa, che impegnava la società al raggiungimento di livelli di efficienza e affidabilità paragonabili a quelli degli altri paesi europei, nonché al conseguimento di un sostanziale equilibrio economico-finanziario - particolare attenzione alla gestione del personale attuando una diversa distribuzione delle risorse sul territorio ed una più razionale applicazione degli interessati.
I tale contesto va inquadrato l'accordo siglato il 17 ottobre 2001 fra la società e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a completamento della procedura di cui alla legge n. 223/1991, in base al quale sono stati attuati, tra l'altro, specifici processi di mobilità che hanno comportato la dislocazione del personale da alcune strutture operative verso altre che presentavano carenze di organico.
Ciò chiarito in linea generale per quanto riguarda la specifica situazione della Sardegna la medesima società Poste ha precisato che effettivamente nell'anno in corso è previsto il trasferimento, presso il CMP (centro meccanizzazione postale) di Cagliari, delle lavorazioni attualmente svolte dai settori di smistamento esistenti a Sassari, Nuoro ed Oristano.
Il personale che a seguito del citato trasferimento risulterà in esubero, ha proseguito la società Poste, verrà applicato ad altri servizi all'interno della stessa struttura o in altre divisioni presenti sul medesimo territorio senza comportare conseguenze negative sugli attuali livelli occupazionali.
In merito, infine, alla possibilità di attivare, nella provincia di Oristano, dei «posteshop», ovvero dei punti vendita ubicati all'interno degli uffici postali, la medesima società ha precisato di aver individuato, nell'ambito territoriale suddetto, gli uffici di Terralba e Oristano Liguria che presentano caratteristiche ritenute nel complesso idonee per ospitare i nuovi servizi.
In proposito, tuttavia, la predetta società Poste, ha sottolineato che entrambi gli uffici non hanno una destinazione d'uso di tipo commerciale, per cui l'eventuale attivazione di punti vendita dovrà essere preceduta dal cambio di destinazione d'uso della porzione di area destinata a «zona vendita» a cura del comune interessato.
Se non interverranno difficoltà di natura amministrativa per il rilascio dell'autorizzazione in questione, l'apertura al pubblico dei «posteshop» potrà avvenire - secondo quanto riferito da Poste Italiane - già nel mese di settembre 2002.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
il Corriere della sera del 24 marzo 2002 ricostruisce in maniera puntuale i tentativi fatti dal professor Marco Biagi per riavere il servizio di protezione (due uomini armati di cui uno con compiti di autista) che gli era stato assegnato nell'estate del 2000 per il ruolo da lui svolto nell'elaborazione del patto sul lavoro;
Marco Biagi ottiene il servizio di protezione per la prima volta a Bologna il 25 luglio 2000, anche in seguito all'attacco dinamitardo contro la sede della Cisl;
Il 2 settembre 2000 Marco Biagi ottiene la tutela a Milano dove si reca spesso per questioni legate al patto del lavoro;
Il 7 settembre 2000 Marco Biagi ottiene la tutela a Roma in quanto consulente dell'allora ministro del lavoro Tiziano Treu;
l'11 settembre 2000 ottiene la tutela a Modena dove continuava la sua attività di docente universitario;
a partire dal giugno 2001 la tutela a Marco Biagi viene revocata a Roma (9 giugno 2001), a Milano (19 settembre 2001), a Bologna (21 settembre 2001) e a Modena (3 ottobre 2001);
Marco Biagi denuncia alla procura di Bologna di aver ricevuto tre telefonate anonime tra luglio e settembre del 2001, ma un mese fa il sostituto procuratore Giovanni Spinosa archivia il procedimento;
minacce telefoniche furono oggetto di altri due esposti alla procura di Ravenna, dove la famiglia Biagi possiede una casa per le vacanze;
nel suo intervento alla Camera il Ministro Scajola ha spiegato che «le autorità provinciali di pubblica sicurezza avevano ritenuto cessate le esigenze di un servizio di tutela»;
Il Corriere della Sera dà conto dei colloqui che Marco Biagi ha avuto con il capo di gabinetto prefetto di Bologna, Matteo Piantedosi, con il capo di gabinetto del questore di Bologna, Sergio Bracco, e con il capo della Digos bolognese, Vincenzo Rossetto, riguardanti i rischi a cui il suo incarico presso il ministero lo esponeva;
Il ministro dell'interno ha emanato una direttiva con la quale si chiedeva di diminuire i servizi di tutela e le scorte del 30 per cento, ferma restando una valutazione sui singoli casi da parte dei Comitati provinciale per l'ordine e la sicurezza;
attualmente la prassi per l'assegnazione dei servizi di tutela e delle scorte prevede che, dopo il primo esame da parte del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza sul singolo caso, la decisione venga inviata per la verifica al dipartimento di Polizia -:
perchè a Marco Biagi non sia stata garantita un'opportuna tutela da parte dello Stato, nonostante le denunce e le preoccupazioni da lui stesso espresse a più riprese;
quali siano i criteri con i quali vengono assegnati i servizi di «tutela» a coloro che ricoprono incarichi di collaborazione presso le istituzioni;
se il Ministro interrogato non consideri il sistema attualmente in vigore per l'assegnazione dei servizi di tutela e delle scorte insufficiente visti anche i drammatici esiti del caso Marco Biagi;
se non ritenga più efficace riportare sotto la responsabilità dei questori, come già peraltro previsto dalla legge 121 del 1981, la valutazione tecnica dell'assegnazione di tali servizi, anche al fine di eliminare un farraginoso meccanismo burocratico che favorisce il rimbalzo di responsabilità.
(4-02649)
Si allega copia del resoconto stenografico della seduta.
Preciso inoltre che il disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dell'Amministrazione dell'interno» anticipato in Aula dal Ministro dell'Interno è attualmente all'esame della I Commissione del Senato della Repubblica in sede referente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.
da molti Contribuenti e Dottori Commercialisti sono state ripetutamente riscontrate, presso l'Ufficio delle Entrate di Viterbo, diversificate valutazioni nella gestione delle pratiche riguardanti gli accertamenti per Parametri di cui al Decreto del Consiglio dei ministri del 29 gennaio 1996, come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 marzo 1997;
tale strumento accertativo utilizza una serie di dati che, elaborati attraverso una particolare procedura, permettono di individuare i contribuenti i cui ricavi d'impresa o di lavoro autonomo dichiarati per
l'atto di rettifica viene preceduto da un invito al contraddittorio, con il quale l'Ufficio consente in particolare al contribuente di documentare le circostanze ed i fatti idonei a giustificare lo scostamento dei ricavi e/o compensi dichiarati;
risultano numerosi coloro che, successivamente al ricevimento di tale invito, si adoperano, unitamente ai propri consulenti, per dimostrare l'infondatezza dei calcoli ed in particolare la presenza di talune situazioni che avrebbero dovuto comportare, come ipotesi minimale, il ricalcolo del fatturato presunto sulla base delle nuove informazioni assunte dall'Ufficio a seguito della documentazione fornita dai contribuenti medesimi. Ciò anche alla luce di alcune recenti Circolari Ministeriali, che hanno invitato gli Uffici periferici ad uniformare i propri atti in relazione ad alcune specifiche situazioni di seguito elencate:
A) Scostamento temporale nella produzione dei ricavi e nell'incasso dei medesimi per i liberi professionisti, notoriamente soggetti al criterio di cassa per la determinazione del reddito.
B) Contemporaneo svolgimento di attività da lavoro dipendente, circostanza non prevista dalla originaria procedura di calcolo per parametri.
C) Applicazione, ove possibile, degli Studi di Settore, strumento accertativo indubbiamente più corretto dei Parametri e con risultati più coerenti alle specificità dei singoli contribuenti;
in taluni casi i fatti provati e la documentazione fornita avrebbero dovuto comportare la rinuncia alla rettifica da parte degli Uffici o comunque una congrua riduzione di quanto ricalcolato attraverso le descritte procedure;
la linea di condotta dell'Ufficio di Viterbo è spesso risultata non aderente all'interpretazione prevista dalle citate Circolari Ministeriali in ordine alla valutazione delle situazioni reddituali presentate dai Contribuenti;
tale comportamento, oltre ad essere palesemente difforme alle finalità della normativa citata, potrebbe comportare in futuro, nella ipotesi di soccombenza dell'Ufficio nei vari gradi del contenzioso instauratosi a seguito dei ricorsi proposti dai Contribuenti, un notevole esborso per le spese di giudizio che le Commissioni Tributarie potrebbero addebitare a causa delle erronee valutazioni effettuate nella fase istruttoria;
potrebbe quindi emergere una situazione alquanto anomala per i Contribuenti nella gestione delle pratiche di accertamento per parametri, basata su di uno strumento che offre limitate garanzie per quanto attiene i risultati ottenibili;
principio fondamentale nel rapporto tra Amministrazione Finanziaria e Contribuente è quello di instaurare un reciproco onesto e costruttivo contraddittorio tra le parti;
è ormai consolidato orientamento giurisprudenziale quello di tutelare i diritti del Contribuente attraverso una attenta e ponderata valutazione dei fatti e delle motivazioni addotte, anche al fine di evitare un contenzioso comunque oneroso per la Pubblica Amministrazione;
apparirebbe certamente censurabile il comportamento di quei funzionari che, disapplicando precise direttive ministeriali, non tenessero debitamente conto di fatti e circostanze che potessero oggettivamente giustificare gli scostamenti nei ricavi, interpretazione ancor più grave se in palese contraddizione con gli stessi intendimenti manifestati dagli impiegati incaricati della raccolta e dello studio dei dati forniti dai Contribuenti -:
se intenda valutare l'opportunità, verificato quanto esposto:
di impartire all'Ufficio delle Entrate di Viterbo precise disposizioni per uniformarsi compiutamente alle direttive
l'opportunità di adottare iniziative, eventualmente di carattere normativo, finalizzate ad agevolare la definizione automatica di tali procedure di accertamento, la cui metodologia di applicazione sta creando e creerà in futuro non pochi problemi ai Contribuenti ed all'Amministrazione Finanziaria, ponendosi probabilmente come ostacolo al miglioramento dei rapporti fra tali soggetti. In tale prospettiva una soluzione attuabile potrebbe essere individuata dalla riapertura dei termini per tali Contribuenti, al fine di consentire l'integrazione dei ricavi nella ridotta misura prevista contestualmente alla presentazione della dichiarazione dei redditi, strumento che indurrebbe la maggioranza dei soggetti interessati a modificare le scelte originarie contabilizzando entrate certe per il Bilancio dello Stato.
(4-00838)
Sulla scorta dei dati forniti dall'ufficio delle entrate di Viterbo è risultato che le segnalazioni pervenute nel 2001 per accertamenti parametrici relativi all'anno d'imposta 1996 sono state 804, di cui il 13 per cento è stato archiviato (per congruità dimostrata in contraddittorio, per esclusione di legge, eccetera); il 28 per cento circa ha dato luogo ad accertamento per adesione; il 14 per cento circa ha dato luogo ad accertamento, in quanto il contribuente, invitato a concordare, non si è presentato. Il restante 45 per cento circa ha dato luogo invece ad accertamento, perché il procedimento di adesione ai sensi del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218 non si è perfezionato.
In relazione a tale ultimo gruppo, il mancato perfezionamento della procedura di adesione, per quanto riferito dall'ufficio di Viterbo, è da ritenere imputabile ai contribuenti, i quali, in alcuni casi, non hanno prodotto documentazione idonea a giustificare l'abbattimento del calcolo parametrico e, in altri casi, non hanno presentato alcuna documentazione, chiedendo, tuttavia, l'accoglimento delle dichiarazioni dei redditi presentate.
Infatti, i contribuenti, alfine di giustificare in tutto o in parte la legittimità dello scostamento dei ricavi o dei compensi dichiarati da quelli calcolati sulla base dei parametri, sono tenuti ad addurre in contraddittorio le risultanze dello studio di settore già approvato con riferimento alla propria attività e solo in tali casi l'ufficio procede a determinare i ricavi attribuiti al soggetto sulla base degli studi di settore utilizzando sia i dati contabili con il prodotto informatico Gerico che quelli strutturali dell'azienda.
Per quanto concerne, in particolare, l'utilizzo comparativo dei risultati scaturenti dall'applicazione del sistema informatico Gerico relativamente agli accertamenti riferiti al periodo di imposta del 1996, l'ufficio di Viterbo non ha potuto concludere favorevolmente la fase concordata con molti contribuenti, in quanto, per alcuni, è risultato evidente uno scostamento notevole tra i maggiori ricavi risultanti dallo studio di settore rispetto a quelli risultanti dal calcolo parametrico; per altri, invece, l'ufficio non ha verificato sussistere la congruità dei ricavi dichiarati rispetto a quelli determinati sulla base dello studio di settore e la coerenza degli indicatori economici caratterizzanti l'attività svolta dal contribuente rispetto ai valori di riferimento ammissibili con riferimento a comportamenti normali degli operatori del settore
In merito, invece, alla proposta di definizione automatica di tali procedure di accertamento, è opportuno ricordare che l'attività di controllo sulla base dei parametri è incentrata sull'invio ai contribuenti di inviti al contraddittorio, finalizzati ad instaurare la citata procedura dell'accertamento con adesione.
In questo procedimento, la fase del contraddittorio assume importanza fondamentale in quanto consente all'amministrazione finanziaria una attenta e ponderata valutazione dei fatti e delle motivazioni addotte dal contribuente, come auspicato nella interrogazione.
L'agenzia delle entrate, con apposita normativa interna (circolari n. 175/E del 3 ottobre 2000 e n. 25/E del 14 marzo 2001) ha illustrato agli uffici periferici le modalità operative per lo svolgimento dell'attività di accertamento in base ai parametri relativamente all'anno d'imposta 1996. Con le richiamate circolari, ed in particolare con l'ultima (n. 25/E del 14 marzo 2001), sono state precisate le modalità con le quali il contribuente, nella fase del contraddittorio, può motivare e documentare idoneamente le ragioni in base alle quali ha dichiarato ricavi o compensi di ammontare inferiore a quello presunto in base ai parametri.
Pertanto, atteso il quadro complessivo dei poteri di cui è titolare l'Amministrazione finanziaria in sede di accertamento per parametri e degli strumenti di difesa previsti per il contribuente, l'introduzione di sistemi di definizione automatica, proposta nella interrogazione, snaturerebbe l'istituto dell'accertamento con adesione, caratterizzato proprio dal contraddittorio tra uffici finanziari e contribuenti.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
il 4 febbraio 1987 l'Ufficio del genio civile di Pisa, invitato dal comando dei Vigili del fuoco e dal comune di Pisa ad intervenire nel cantiere della Bielectric srl di Ospedaletto (Pisa) - ove si riscontravano vistose inflessioni alle travi di copertura di una erigenda fabbrica - ispezionava il cantiere ma dichiarava la propria incompetenza a prendere i provvedimenti richiesti per gli accertamenti all'inosservanza alla legge n. 64 del 1974 (antisismica);
la legge n. 64 del 1974 prevede, invece, al titolo III, che il dirigente dell'ufficio del genio civile ricevuta segnalazione che i lavori non procedono a norma di legge, compili un processo verbale e lo invii al magistrato se il reato è perseguibile o al presidente della giunta regionale se il reato è prescritto, in modo da dar corso alla procedura per impartire le prescrizioni d'adeguamento. In attesa che il magistrato o il presidente della giunta regionale impartiscano le prescrizioni, il dirigente dell'ufficio del genio civile ordina la sospensione dei lavori per evitare che il responsabile dell'abuso possa nascondere gli illeciti riscontrati;
il 1 marzo 1993 il dirigente del genio civile cambia idea e denuncia alla magistratura pisana alcune violazioni alla legge n. 64 del 1974 presenti nella pratica depositata presso il proprio ufficio dal costruttore, ma non denuncia nessuna delle violazioni edilizie presenti in cantiere. Il giudice per le indagini preliminari della pretura di Pisa, però, dichiara estinto il reato per la tardiva denuncia dell'ufficio del genio civile di Pisa essendo trascorsi oltre tre anni dal 1986;
il 17 marzo 1995 l'allora presidente della giunta regionale toscana Vannino Chiti ha emesso il decreto n. 135 con il quale ha certificato l'avvenuta sanatoria delle violazioni all'articolo 17 della legge antisismica n. 64 del 1974 della pratica relativa al cantiere Bielectric srl di Ospedaletto (Pisa);
il citato decreto è stato emesso: dopo ben 12 anni dal deposito - incompleto - della pratica avvenuto nel 1983, dopo quattro ispezioni nel cantiere da parte del genio
il 27 giugno 1995 il dirigente del Servizio uso e assetto del territorio del comune di Pisa ha però inviato al presidente della regione una lettera di contestazione della dichiarata «avvenuta sanatoria delle violazioni» segnalando, oltre all'incompletezza dei documenti obbligatori per legge, anche la permanenza delle carenze, rilevate nell'esecuzione delle opere, non prese in esame dal decreto presidenziale n. 135 del 1995;
il 12 gennaio 1995 il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pisa ha effettuato uno stralcio al procedimento n. 1019/94 mod. 45 trasmettendolo «all'autorità giudiziaria di Firenze ove si sarebbe consumato il reato ipotizzato» in quanto il dirigente dell'ufficio del genio civile di Pisa «avrebbe prodotto al presidente della regione toscana verbali fuorvianti e incompleti in data 29 aprile 1994, con la conseguenza di ritardare l'emissione del decreto ad adempiere»;
il 26 aprile 1996 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pisa ha riferito nel proprio decreto d'archiviazione n. 1164/94 RG GIP che «eventuali irregolarità o omissioni nella procedura amministrativa di cui all'articolo 25 della legge n. 64 del 1974 sono di competenza dell'autorità giudiziaria di Firenze alla quale il pubblico ministero ha trasmesso gli atti»;
il 16 ottobre 1998 il dirigente del Servizio uso e assetto del territorio del comune di Pisa ha emesso l'ordinanza n. 37 di demolizione delle opere per violazione agli articoli 8, 9 e 17 della legge antisismica n. 64 del 1974;
gli accertamenti delle violazioni sono stati effettuati dal nucleo di polizia municipale del comune di Pisa con l'ausiliario di P.G. ingegner Andrea Di Santolo (già commissario della commissione tecnica provinciale di Udine);
il 26 giugno 2001 il comune di Pisa conferma l'ordinanza di demolizione per violazione all'articolo 17 della legge sismica n. 64 del 1974 ma, in palese contrasto, il 27 giugno 2001, il presidente della regione toscana conferma il decreto di avvenuta sanatoria della violazione all'articolo 17 della legge antisismica n. 64 del 1974 -:
quali iniziative intenda adottare al fine di verificare se - in Toscana - siano state rispettate le procedure del Titolo III della legge n. 64 del 1974 (antisismica);
se non ritenga opportuno avviare un'ispezione ministeriale presso il Palazzo di giustizia di Firenze e presso quello di Pisa, per accertare i motivi delle reiterate archiviazioni.
(4-01020)
L'interrogante, traendo spunto dalle molteplici denunce penali, trattate dalle competenti procure della Repubblica di Pisa e Firenze, sporte dal Biondi, legale rappresentante della società Bielectric s.r.l., in merito alla realizzazione del citato capannone prefabbricato, che si assume effettuata in violazione delle norme antisismiche, si duole per lo più delle intervenute archiviazioni.
Dall'esame dell'esaustiva documentazione al riguardo acquisita, si evince che tutte le notizie di reato sono state accuratamente istruite, che i vari pubblici ministeri titolari hanno formulato motivate e articolate richieste di archiviazione, condivise dai giudici per le indagini preliminari investiti, che hanno emesso di volta in volta altrettanto motivati decreti di archiviazione (dagli atti acquisiti si è in attesa delle determinazioni del giudice per le indagini
Peraltro, come rilevato dal procuratore della Repubblica di Pisa, le presunte violazioni alla legge antisismica risultano abbondantemente prescritte, secondo le reiterate pronunce giurisdizionali in sede di archiviazione.
Trattandosi essenzialmente di censure ad attività giurisdizionale non valutabili in sede amministrativa in assenza di indizi di sorta circa macroscopiche violazioni di legge o perseguimento di fini estranei a quelli di giustizia da parte dei vari magistrati che si sono occupati delle denunzie del Biondi, si ritiene che non sussistano nel caso di specie i presupposti per l'attivazione di iniziative ispettive o disciplinari di specifica competenza del Ministro della giustizia, richieste dall'interrogante.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'ufficio postale sito nella frazione Borgo dei Campogialli del comune di Terranova Bracciolini (Arezzo) attualmente, apre solo per i pagamenti Inps, per due giorni al mese, determinando gravi disagi alla zona;
in occasione di tale apertura non sono accettati conti correnti e depositi postali, venendo meno tutte quelle operazioni e pratiche che l'ufficio postale offriva -:
quali provvedimenti s'intendano fornire ai suddetti cittadini onde assicurare loro il ripristino di tutte le operazioni postali.
(4-02184)
Ciò premesso si significa che in merito a quanto rappresentato dalla interrogante non si è mancato di interessare la società Poste, la quale ha precisato che nel comune di Terranova Bracciolini, nel quale rientra la frazione di Borgo dei Campogialli, sono attivi, oltre all'ufficio postale di Campogialli, altri due uffici: Terranova Bracciolini e Malva.
Dal monitoraggio effettuato sui flussi di traffico - ha proseguito la società Poste - è emerso che l'ufficio di Campogialli effettua una media di operazioni giornaliera non superiore a 12, per cui dal mese di ottobre 2001, ne è stata decisa la chiusura con conseguente accorpamento dei servizi presso l'ufficio di San Giustino Valdarno, ubicato ad una distanza di circa 2 chilometri.
Tuttavia, poiché la validità del contratto di locazione relativo alla sede dell'ufficio in parola scadeva definitivamente ad aprile 2002, la società Poste ha ritenuto opportuno utilizzare ancora i locali esclusivamente per effettuare il pagamento delle pensioni Inps.
A partire dal mese di maggio 2002 la locale amministrazione comunale - condividendo l'iniziativa della società in favore dei pensionati e ritenendo di non interrompere tale servizio - è subentrata alla società Poste nel contratto di locazione dell'immobile che aveva ospitato l'ufficio postale consentendone l'uso gratuito alla medesima società nei giorni di pagamento delle pensioni, sino alla fine dell'anno in corso, per permettere ai pensionati di continuare a riscuotere in loco.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
l'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo (Firenze) è da tempo al centro
la recente visita della Commissione Giustizia del Senato ha verificato le difficili condizioni in cui versa tale struttura ma ha, al contempo, aperto ad avviso dell'interrogante, una fase di pressappochismo propositivo che vede esponenti politici nelle istituzioni parlare di chiusura dell'ospedale psichiatrico giudiziario semplicisticamente di sua immediata ricostruzione senza specificazione alcuna né della localizzazione né dei finanziamenti necessari;
l'ospedale psichiatrico giudiziario è indissolubilmente legato all'economia ed all'occupazione di Montelupo tanto che una sua eventuale chiusura comporterebbe non poche difficoltà al tessuto cittadino;
è opportuno prevedere sia una ristrutturazione che risani ciò che oggi è fatiscente sia un recupero museale ai fini pubblici dell'ospedale psichiatrico giudiziario, ma ciò deve avvenire con gradualità tenendo conto delle esigenze dei cittadini del Valdarno -:
se non si reputi opportuno e doveroso da parte del Governo chiarire inoppugnabilmente quali siano le prospettive dell'ospedale psichiatrico giudiziario e gli impegni in merito che il Governo intende assumere.
(4-02713)
L'istituto presenta, infatti, condizioni di degrado strutturale obiettivamente riscontrabili, rispetto alle quali, tuttavia, sono state attivate le procedure finalizzate alla risoluzione delle problematiche più evidenti.
A tale fine è stata inserita, nel programma di edilizia penitenziaria 2002, la ristrutturazione della terza sezione per un importo di euro 1.291.140,00.
Nel programma del 2003 è inoltre prevista la realizzazione dei servizi igienici con impianti a norma presso la caserma agenti per un importo di euro 367.340,00.
Allo stato la struttura ha una capienza di 200 posti letto e alla data del 10 maggio 2002 vi erano ricoverati 196 internati.
La competente direzione generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è, infatti, costantemente impegnata a far sì che la presenza degli internati non superi la capienza prevista, compatibilmente con la situazione di sovraffollamento riguardante tutti gli altri ospedali psichiatrici giudiziari.
In ogni caso, non si ritiene che l'istituto possa essere chiuso, come peraltro prospettato da qualche organizzazione sindacale, atteso che la capienza complessiva degli ospedali psichiatrici giudiziari italiani è di 1130 posti mentre il numero dei soggetti generalmente ricoverati non scende mai al di sotto delle 1230 unità.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
attorno alla procura distrettuale di Reggio Calabria e ai singoli magistrati che la costituiscono si stanno addensando pericolose tensioni;
il Comitato per l'ordine pubblico di Reggio Calabria nelle ultime settimane è stato costretto più volte ad affrontare i pericoli personali di quei magistrati connessi alla loro attività;
il Comitato in particolare ha deciso il rafforzamento della scorta del dottor Salvatore Boemi;
il Comitato, con una decisione priva di precedenti, ha chiesto al dottor Alberto Cisterna di lavorare e vivere all'interno di una struttura militare per essere protetto in permanenza;
notizie e indiscrezioni sui rischi che corrono anche gli altri magistrati della
cosa intenda fare il Governo e il signor Ministro per assicurare ai magistrati reggini la prosecuzione serena del proprio lavoro garantendo sicurezza e protezione totale, certa, continua;
se siano state prese tutte le misure necessarie e sufficienti perché il clima di violenza e di intimidazione che la 'ndrangheta della città e della provincia di Reggio Calabria tende a creare non interferisca sull'attività di contrasto.
(4-00869)
Si allega copia del resoconto stenografico della seduta.
Preciso inoltre che il disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la funzionalità degli uffici dell'Amministrazione dell'interno» anticipato in Aula dal Ministro dell'Interno è attualmente all'esame della 1a Commissione del Senato della Repubblica in sede referente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.
è in corso in queste settimane un acceso confronto parlamentare, in Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati, sul provvedimento legislativo di riordino della dirigenza pubblica;
in occasione di tale dibattito si sono registrate - come fisiologico - profonde divisioni tra le posizioni assunte dal Governo e la sua maggioranza da una parte e le opposizioni dall'altra, tuttavia, pur nella contrapposizione di differenti filosofie inerenti l'organizzazione, il ruolo e lo status della dirigenza pubblica, non è mai venuto meno da parte di tuffi gli intervenuti, il riconoscimento ed il rispetto per il prezioso lavoro e l'impegno che, certamente, la grande parte dei dirigenti pubblici dedicano nell'assolvimento dei propri compiti;
contemporaneamente a tale dibattito sono apparse su alcuni organi di informazione delle dichiarazioni del sottosegretario alla funzione pubblica, senatore Learco Saporito, certamente in contrasto con lo stile sopra descritto. In particolare, nel corso di una intervista a Il Messaggero di Roma, si è lasciato andare a giudizi sommari e irrispettosi nei riguardi dei dirigenti pubblici, arrivando a sostenere che, nella sua personalissima visione dello spoils system, il Governo - se vuole tenere fede agli impegni con gli elettori - si deve disfare dei «tanti talebani» che non credono al nuovo indirizzo politico -:
come vengano valutate le suddette dichiarazioni e se risultino coerenti con gli indirizzi che il Governo ritiene di voler assumere nei confronti della questione inerente l'organizzazione, l'inquadramento ed il ruolo che si vuole attribuire ad una vasta e cruciale categoria di dipendenti dello Stato, chiamata ad assolvere con professionalità, correttezza ed efficienza i delicati compiti della amministrazione della cosa pubblica.
(4-02972)
Le disposizioni del disegno di legge consentono al Governo in carica e, quindi, nel futuro, anche ai successivi Governi la realizzazione di una maggiore flessibilità nell'affidamento di incarichi di funzioni dirigenziali per il raggiungimento degli obiettivi e l'attuazione di piani e programmi definiti nelle direttive dei singoli Ministri.
Si è inteso, altresì, effettuare una verifica delle capacità e attitudini professionali dei dirigenti in servizio, in relazione agli incarichi affidati.
Inoltre, il Governo intende verificare le modalità di nomina e di affidamento degli incarichi conferiti negli ultimi mesi dai precedenti Governi.
Le sentenze della Corte costituzionale n. 194 del 9 maggio 2002 e n. 218 del 22 maggio 2002, di cui si allega copia, inducono a considerare l'opportunità di un ripensamento delle regole che sono state poste a supporto della progressione di carriera dei dipendenti pubblici, avendo esse formato oggetto di attuazione e di interpretazione da parte dei dirigenti preposti a tale compito sulla base degli accordi siglati con le OO.SS.
Le considerazioni delle citate sentenze della Corte Costituzionale potranno costituire utile materiale di riflessione per gli stessi atti di indirizzo da emanare nei riguardi dell'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - ARAN - per i prossimi rinnovi contrattuali.
In tal senso vanno, quindi, considerate le dichiarazioni del sottosegretario di Stato per la funzione pubbiica, senatore Learco Saporito, perché erano già state acquisite informazioni sui ricorsi presentati dai dirigenti e impiegati pubblici che, pur in possesso di titoli di studio e professionali, erano stati esclusi da conferimenti di nomine e incarichi, nonché da ammissione a selezione per passaggi a posizioni giuridico-economiche più qualificate.
Il Ministro per la funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza: Franco Frattini.
gli imprenditori del comprensorio di Reggio Calabria, ammessi ai finanziamenti previsti dal Patto Territoriale dello Stretto hanno manifestato la loro viva preoccupazione per la mancanza del decreto di finanziamento nei progetti ammessi nel «Patto»;
infatti, a distanza di ben otto mesi dalla data della delibera CIPE del 21 dicembre 2000 che stabiliva la ripartizione finanziaria delle risorse, non è stato ancora predisposto il decreto di finanziamento;
il ritardo nell'ammissione del decreto di finanziamento blocca la partenza dei progetti con conseguente negatività per i posti di lavoro, previsti nella misura di circa 300 nuove unità;
il tutto nella Regione Calabria e nella provincia reggina in particolare dove alto è il tasso di disoccupazione;
gli stessi imprenditori ammessi al finanziamento hanno dovuto sostenere notevoli spese preventive con conseguenti disagi economici:
se non ritenga necessario ed urgente procedere al finanziamento dei progetti ammessi nel Patto Territoriale dello Stretto.
(4-00648)
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.
i recenti assalti a ville e a case isolate in tutto il Paese hanno suscitato allarme ed inquietudine fra la popolazione, riproponendo il problema della difesa dei cittadini;
e ciò nonostante l'impegno profuso dalle forze dell'ordine nell'opera di contrasto della criminalità organizzata -:
quali misure siano state adottate e quali si intendano adottare per prevenire e reprimere questo preoccupante fenomeno.
(4-02485)
In quell'anno si sono registrati, nell'intero territorio nazionale ben 323 episodi, la gran parte dei quali presso unità abitative isolate, spesso prive di misure di difesa passiva e situate in aree servite da un'ampia rete viaria, così da offrire ai malviventi migliori possibilità di fuga.
Le indagini svolte sugli episodi denunciati hanno permesso di appurare che gli autori di tali delitti operano di regola in piccoli gruppi, composti dalle tre alle cinque persone, quasi sempre le Stesse e in prevalenza di etnia slava; le sostituzioni di elementi del gruppo avvengono sempre mediante componenti dello stesso ceppo familiare o connazionali.
Tali gruppi agiscono secondo modalità consolidate e sostanzialmente costanti, penetrano negli appartamenti quasi sempre armati, anche se talora solo con armi improprie, come spranghe di ferro o grossi cacciaviti, minacciano o malmenano i presenti e spesso si allontanano, dopo la rapina, a bordo di autovetture di pregio anch'esse rubate alle vittime.
A volte si è in presenza di furti nelle abitazioni che si sono trasformati in rapine dopo che i malviventi sono stati sorpresi dai proprietari.
Alcuni gruppi malavitosi hanno basi nell'hinterland milanese, dove è più facile nascondersi per via dell'alta densità abitativa, e da qui muovono per compiere i loro crimini in altre province del Nord Italia.
A quanto risulta, i vari gruppi agiscono ciascuno in modo indipendente, senza confluire in un'unica organizzazione criminale.
Si tratta, del resto, di un tipo di delitti relativamente «facile», che non richiede una particolare preparazione.
In molti casi, però, sembra i rapinatori siano abbastanza informati sugli obiettivi da colpire, sicchè deve ritenersi che essi siano spesso «indirizzati» da persone che abbiano potuto acquisire notizie sulle abitudini e sulle disponibilità delle vittime.
Nel 2000 le regioni più colpite sono state la Lombardia (77 casi), il Piemonte (37), il Lazio (33), la Puglia (29), la Toscana (26), il Veneto (25), la Calabria (22) e l'Emilia Romagna (21).
Nel 2001 si è avuta, nel complesso, una apprezzabile contrazione del numero delle rapine consumate, che è sceso a 282.
La regione più colpita è stata, anche lo scorso anno, la Lombardia, nella quale si è verificato un netto aumento degli episodi (105), seguita dal Veneto (42), dall'Emilia Romagna (22), dal Piemonte (19), dalla Puglia (18) e dalla Toscana (14).
Sostanzialmente, nell'arco dei due anni, le aree regionali maggiormente interessate al fenomeno sono rimaste le stesse, benchè si sia verificata una crescita preoccupante in Lombardia e nel Veneto, ed una diminuzione in altre regioni, specialmente nel Lazio (da 33 a 9 casi).
Il fenomeno è inesistente o di dimensioni minime in Abruzzo, Basilicata, Umbria, Valle d'Aosta e Molise (nessun episodio nello scorso anno).
Pare meritevole di nota il dato della regione Puglia, che, tra le meridionali, è quella maggiormente interessata dal fenomeno. Ciò può spiegarsi con la circostanza che, almeno nelle regioni settentrionali, la gran parte dei delitti in questione è perpetrata da malavitosi di origine albanese o, comunque, provenienti dall'area balcanica, alla quale tale Regione è particolarmente prossima.
Nell'anno in corso, sino al 30 aprile 2002, sono state censite, su base nazionale, 115 rapine in abitazioni, lo stesso numero del corrispondente periodo dello scorso anno.
La localizzazione territoriale delle rapine, anche in questi mesi, corrisponde sostanzialmente a quella degli anni scorsi, con una ulteriore accentuazione del fenomeno in Lombardia (48 casi contro i 41 dell'anno precedente), una sua ripresa nel Lazio (10 episodi) ed una diminuzione nel Veneto (5 casi contro i 10 dell'anno precedente).
Si segnala il caso di Novara ove nei primi quattro mesi del 2002 si sono registrati ben 7 episodi, contro i 3 dell'intero 2001.
Tuttavia, proprio nell'ultimo quadrimestre, sembra profilarsi una significativa inversione di tendenza, essendosi registrati, su base nazionale, nei mesi di marzo-aprile 2002, 45 episodi a fronte dei 70 dei mesi di gennaio e febbraio, pari al 35,7 per cento in meno. In Lombardia, regione nella quale vi è stato un impegno particolare delle Forze dell'Ordine, la riduzione è stata ancor più marcata, essendosi verificati 10 episodi dopo i 38 del primo bimestre.
Tale obiettivo miglioramento costituisce il risultato delle specifiche strategie di contrasto del fenomeno pianificate con crescente attenzione a partire dal momento di «picco» del fenomeno, verificatosi nel settembre del 2001, mese nel quale si verificarono ben 18 episodi, tra rapine consumate e tentate, soprattutto in Lombardia e Veneto.
Un primo, ampio piano di contrasto del fenomeno emerse dalle apposite sedute dei comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica che in quel mese si svolsero presso le prefetture di Brescia e Vicenza, con la partecipazione, rispettivamente, dei rappresentanti di tutte le province lombarde e venete.
Sulla base delle indicazioni emerse in quelle riunioni è stato potenziato il controllo del territorio nelle aree del nord-est, maggiormente interessate dagli episodi delittuosi in questione, con l'invio di 300 unità dei reparti prevenzione crimine della polizia di Stato.
Sono stati effettuati controlli capillari sulla presenza di clandestini extracomunitari nelle zone maggiormente interessate al fenomeno, sono stati eseguiti pattugliamenti mirati nei comuni e nelle frazioni a rischio, nonché lungo le arterie stradali utilizzate dai malviventi per raggiungere le ville e per darsi alla fuga.
È stata inoltre incrementata l'azione investigativa e sono state realizzate specifiche forme di coordinamento tra il servizio centrale operativo della Polizia di Stato, il R.O.S. dei Carabinieri e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza con il coinvolgimento degli uffici investigativi delle province del nord Italia.
Al contempo, attesa la frequente presenza nelle rapine di malviventi soprattutto di origine albanese, sono stati rafforzati gli interventi di localizzazione degli scafi utilizzati per gli sbarchi dei clandestini di quell'etnia, è stata intensificata l'azione di ricerca e cattura dei latitanti, nonché promosso un più intenso interscambio informativo con le autorità albanesi di Polizia sui soggetti sospettati di appartenere ad organizzazioni criminali operanti in Italia.
Complessivamente, nel periodo dall'11 settembre (data di avvio del piano, che ha interessato soprattutto le regioni Lombardia e Veneto) al 31 dicembre 2001, nel corso dei servizi di controllo del territorio sono stati sottoposti a verifica circa 160.000 soggetti ed oltre 121.000 veicoli, sono state assicurate alla giustizia, per vari reati, 194 persone e denunciate 728, sono stati sequestrati stupefacenti e preziosi, recuperate 36 autovetture di provenienza furtiva, nonché espulsi con accompagnamento alla frontiera 304 extracomunitari, di cui oltre 280 albanesi, ed espulsi mediante intimazione altri 74.
Come risultato di queste iniziative si è avuta nell'ultimo bimestre dello scorso anno, una significativa flessione di questo tipo di reati nelle aree del nord est.
Nei primi due mesi del 2002 si sono avuti, invece, segnali di ripresa del fenomeno, soprattutto in Lombardia, e si è perciò provveduto a rafforzare ulteriormente
Sono stati apportati alcuni correttivi organizzativi al dispositivo già in atto allo scopo, da un lato, di realizzare forme più avanzate di interazione e raccordo tra i servizi di controllo del territorio e le attività investigative, nonché, dall'altro, di assicurare un adeguato supporto informativo ed operativo da parte delle strutture centrali del dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno alle questure e agli uffici locali di polizia.
Sono stati incaricati dei compiti di supporto informativo e di raccordo funzionari del servizio centrale operativo della Polizia di Stato, mentre, per quanto riguarda il controllo del territorio, sono stati messi a punto programmi d'intervento mirati con l'impiego dei reparti prevenzione crimine.
Questi programmi hanno teso in primo luogo ad individuare ed aggredire i potenziali «serbatoi» di manodopera criminale, costituiti da extracomunitari sforniti di regolare titolo di soggiorno.
Si è operata una dislocazione più flessibile dei contingenti dei reparti prevenzione crimine presenti nella regione Lombardia, calibrandola sulle localizzazioni note di malavitosi di nazionalità di paesi dell'area balcanica, ai quali, come si è detto, sono più frequentemente ascrivibili i delitti di cui si tratta.
Sono stati, poi, messi in atto piani di intervento per rintracciare ed allontanare dal territorio nazionale pregiudicati o immigrati clandestini di tali nazionalità, anche per prevenire il loro possibile impiego come manodopera criminale.
Nell'ambito di tali iniziative, nei mesi di marzo ed aprile sono stati sottoposti a controllo, in Lombardia e nel Veneto, circa 75.000 persone ed oltre 45.000 veicoli, sono state tratte in arresto per vari reati 194 persone, 678 sono state denunciate, sono state recuperate 3 autovetture rubate, sono stati espulsi con accompagnamento alla frontiera 229 extracomunitari, mentre altri 120 sono stati accompagnati nei centri di permanenza temporanea.
Per quanto riguarda i risultati delle indagini in corso, nei primi quattro mesi di quest'anno le squadre mobili di varie città del nord hanno tratto in arresto o sottoposto a fermo o deferito all'autorità giudiziaria 40 persone, tutte di nazionalità albanese, responsabili di numerose rapine in province della Lombardia, del Piemonte, del Veneto, dell'Emilia e delle Marche.
I positivi risultati conseguiti nell'ultimo periodo inducono a continuare sulla strada intrapresa, generalizzando, consolidando e rendendo «ordinari» i moduli di contrasto di questo tipo di criminalità adottati nelle regioni del nord est.
In particolare, si sta lavorando ad ampliare ulteriormente il sistema «integrato» di controllo del territorio, coinvolgendo anche l'arma dei carabinieri nella realizzazione dei piani di intervento con il ricorso alle così dette «Compagnie di Intervento Operativo».
Al tempo stesso, sarà importante l'adattamento delle linee operative generali di cui si è detto alle specifiche situazioni locali, attraverso Sistematici incontri delle strutture centrali del dipartimento della pubblica sicurezza con i questori.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
da diverse settimane il nostro paese è vittima di condizioni climatiche particolarmente rigide, accompagnate da una persistente e preoccupante siccità;
le condizioni del clima mettono in grande difficoltà la fauna selvatica, per la quale è sempre più difficile reperire cibo e acqua per il proprio sostentamento;
molto frequentemente fonti, corsi e pozze d'acqua, abitualmente usati dagli animali per abbeverarsi, sono completamente ghiacciati, costringendo gli animali a drammatiche ricerche per la loro sopravvivenza;
l'insostenibile situazione ambientale, unita alla prosecuzione dell'attività venatoria, rischia di causare ulteriori ed irreversibili danni al patrimonio faunistico del nostro paese, depauperandolo in maniera determinante e compromettendone in modo irrimediabile la biodiversità;
la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è interesse collettivo garantirne la tutela, soprattutto in situazioni difficili come quella di questi giorni;
la legge quadro che regolamenta l'attività venatoria - legge 157 del 1992 - attribuisce alle regioni la facoltà di sospendere l'esercizio della caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche;
nei giorni scorsi solo la regione Veneto ha fatto ricorso a quanto previsto dall'articolo 19 della legge 157 del 1992, sospendendo l'attività venatoria nelle zone particolarmente colpite dal freddo -:
quali iniziative intendano assumere Ministri interrogati affinché venga disposta l'immediata sospensione dell'attività venatoria in tutto il territorio nazionale per tutelare il patrimonio faunistico, già duramente provato dalle avverse condizioni climatiche.
(4-01771)
Pertanto alcune norme, che devono considerarsi espressione della competenza statale esclusiva in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, sono sicuramente vincolanti e non derogabili da parte delle regioni, mentre altre, afferenti ad altri aspetti, possono ritenersi rientrare in materie diverse e di conseguenza differentemente attribuite alla competenza legislativa regionale.
Nel merito, in particolare, per quanto riguarda la possibilità data alle regioni di sospendere l'attività venatoria per sopravvenute particolari condizioni ambientali e climatiche (articolo 19, comma 1, legge 157 del 1992) questo aspetto rientra nella materia più strettamente di gestione dell'attività venatoria, quindi di competenza regionale, considerata anche l'opportunità che le diverse realtà territoriali riferibili alle singole regioni trovino la giusta valutazione; pertanto stante l'autonomia regionale non rientra tra le attribuzioni di questo dipartimento, la possibilità di disporre di iniziative al riguardo.
Si ricorda, infine, che la stagione venatoria si è comunque chiusa su tutto il territorio nazionale, come stabilito dalle norme statali, il 31 di gennaio 2002.
Il Ministro per gli affari regionali: Enrico La Loggia.
con il barbaro assassinio di Marco Biagi si è riproposta con forza la questione della sicurezza di fronte alla ripresa della iniziativa terroristica;
il professor Biagi è caduto nello stesso modo in cui tre anni fa era caduto il professor Massimo D'Antona;
entrambi erano collaboratori del ministero del lavoro e dei Ministri Tiziano Treu, Antonio Bassolino e, ora, Roberto Maroni, tutti potenziali bersagli della violenza terrorista;
nel frattempo l'onorevole Antonio Bassolino ha assunto la carica di Presidente della Regione Campania con un rafforzamento delle caratteristiche della sua esposizione;
in ottemperanza delle precedenti disposizioni di riorganizzazione dei servizi di scorta disposta dal Ministero era stata definita per il Presidente Bassolino la misura di annullamento della scorta, fatto
non risulta allo stato, pur dopo i fatti di Bologna, alcuna decisione dei competenti organi istituzionali volta ad assicurare al meglio la sicurezza di una personalità così esposta -:
quali misure urgenti intendano assumere in coerenza con un effettivo bisogno di tutela e di sicurezza.
(4-02575)
Pertanto, tenuto conto degli effettivi ed attuali rischi ai quali l'onorevole Bassolino era esposto, si ritenne di poter assicurare una soddisfacente protezione di tale personalità mediante il servizio di tutela, svolto da personale della polizia di Stato con l'impiego di un'auto blindata, nonché mediante la vigilanza generica radiocollegata del suo domicilio.
A seguito dell'omicidio del professore Marco Biagi e del «ritorno» della grave minaccia terroristica rappresentata da quel delitto, è stato disposto un attento ed aggiornato riesame, in ogni provincia, delle misure di protezione di esponenti politici, sindacali ed istituzionali, particolarmente di coloro che forniscano o abbiano fornito al Governo la propria collaborazione o consulenza in tema di riforma dei rapporti di lavoro.
Il riesame delle esigenze di tutela dell'onorevole Bassolino, effettuato presso la prefettura di Napoli in sede di riunione tecnica di coordinamento delle forze di Polizia del 20 e 26 marzo 2002, ha consigliato il potenziamento del dispositivo di protezione, trasformando il servizio di vigilanza generica radiocollegata in vigilanza dinamica dedicata presso il domicilio dell'interessato, fermo restando il servizio di tutela.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
da anni, il viale Carlo III, l'importante strada di scorrimento che collega il capoluogo casertano alle cittadine limitrofe, su cui insistono numerosi alberghi, spazi verdi, e complessi industriali, è meta di prostitute, che con il calare della sera, svolgono la loro «attività», favorite dall'oscurità e dal notevole numero di auto, e quindi di probabili clienti, che transitano lungo la strada;
una situazione di disagio, che compromette gravemente la vivibilità e la legalità della zona, e che determina notevole malcontento nei residenti e negli amministratori locali;
nonostante gli appelli lanciati dai sindaci dei comuni casertani, agli amministratori provinciali e regionali, al fine di trovare una soluzione al problema drammatico della prostituzione, che non si esaurisca nel solo dato repressivo, ma che garantisca un reinserimento nella società di queste donne, alcun provvedimento è stato adottato -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere a riguardo, al fine di recuperare la vivibilità urbana delle predette zone, e di sostenere il recupero delle donne sfruttate.
(4-01877)
Per quanto attiene al contrasto della prostituzione nella provincia di Caserta, che riguarda prevalentemente cittadine extracomunitarie
Nell'ambito di tale operazione sono stati, inoltre, adottati 119 provvedimenti di accompagnamento alla frontiera e 140 espulsioni con intimazione a lasciare il territorio nazionale entro 15 giorni.
Sono stati, altresì, condotti ai centri di permanenza temporanea altri 82 cittadini extracomunitari espulsi, ai sensi dell'articolo 14 del T.U. sull'immigrazione.
Nel tardo pomeriggio del 15 maggio 2002 è stata avviata la seconda fase dell'operazione «Alto Impatto», conclusasi il giorno successivo con l'imbarco, presso il porto di Brindisi, di 54 cittadini albanesi espulsi coattivamente dal territorio nazionale. Un altro straniero è stato espulso con intimazione a lasciare il territorio entro 15 giorni.
L'operazione che ha visto l'impiego complessivo di circa 200 agenti della Polizia di Stato, ha inoltre permesso di trarre in arresto 7 persone e denunciarne in stato di libertà 15.
Per quanto riguarda poi le prostitute straniere che hanno denunciato i loro sfruttatori, manifestando la volontà di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale, si rappresenta che la questura di Caserta ha rilasciato, dal 1o gennaio 2001 al successivo 31 marzo, 35 permessi di soggiorno per protezione sociale, ai sensi dell'articolo 18 sull'immigrazione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie - a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America Latina, fino al più recente crollo della new economy in Usa, alla gigantesca crisi bancaria giapponese in corso, e, alla bancarotta dell'Argentina - non è una serie di casi isolati ma una successione di manifestazioni di una crisi sistemica e terminale dell'intero sistema finanziario dominato dalla speculazione sfuggita ad ogni controllo;
l'intera bolla finanziaria mondiale ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari (di cui 140.000 formata dal debito e dei derivati solamente negli USA) in rapporto ad un PIL mondiale di circa 40.000 miliardi di dollari e che questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni;
la politica monetaristica del FMI nei confronti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo quali l'Argentina è stata, negli anni passati, direttamente responsabile dell'aggravamento della loro situazione, fino alla bancarotta. Imponendo il pagamento d'alti tassi d'interesse e tagli del bilancio e degli investimenti che hanno gravemente intaccato il prodotto interno reale delle nazioni;
il continuo pagamento degli interessi sul debito, imposti dal FMI, ha strangolato l'economia argentina. Nel 1998 il pagamento degli interessi era dell'11 per cento del bilancio nazionale, nel 2000 il 15 per cento e nel 2001 il 18 per cento. Questo salasso di ricchezza e d'investimenti è andato sempre più ad incidere negativamente sulle entrate fiscali. Valga com'esempio: nel 2001 sono crollate del 33 per cento rispetto l'anno precedente;
l'intera America Latina negli anni decorsi ha già pagato più volte l'intero ammontare del debito estero: nel 1980 era di 259 miliardi di dollari, nel 1999, dopo aver pagato cumulativamente 628 miliardi di dollari in interesse «rimanevano» 793 miliardi di debito da pagare (dati della Banca Mondiale);
la crisi Argentina non è specifica a questa nazione, bensì riguarda l'intero continente latino-americano, dove il Messico
il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale - fenomeno, purtroppo massicciamente presente non solo in quello stato - ma al «sistema politico» del FMI, che è stato anche fonte primaria di corruzione;
la Chiesa Cattolica, in questo paese, ha preso una posizione molto chiara sulla crisi. L'Arcivescovo di Rosario, Mons. Eduardo Miràs, ha detto il 17 novembre 2001: «Un popolo non può morire per pagare un debito». Mons, Hector Aguer, di La Plata, il 20 dicembre 2001 ha diffuso una lettera aperta, sul debito estero, dove denuncia, tra l'altro, la politica (imposta dal FMI) di «deficit zero» che ha drasticamente ridotto il benessere generale allo scopo di pagare gli interessi sul debito agli «usurai» -:
se il Governo intenda sostenere, e in che modo, un processo di riacquisizione della sovranità nazionale nella formulazione di una politica economica;
se, in particolare, pensi di far propria la richiesta di moratoria sul debito estero, anche con la partecipazione diretta che supporti i progetti di rilancio degli investimenti nell'economia produttiva;
se pensi di svolgere un ruolo per portare questa sensibilità atta a coinvolgere in una mobilitazione le istituzioni europee, così da trasformare il sostegno italiano in sostegno europeo;
se s'intenda operare, per portare avanti in tutte le istanze, la richiesta di una totale, trasparente e funzionale revisione del ruolo e delle politiche del FMI;
se, infine, si ritenga utile proporre la convocazione di una nuova conferenza internazionale, a livello di capi di Stato e di Governo, come quella che si tenne a Bretton Woods nel 1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale. Per prendere tutte le misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa, causa del crac finanziario sistematico, e, per mettere in moto programmi di ricostruzione dell'economia mondiale.
(4-02003)
Il primo passo in questa direzione è stata la riforma del Fondo monetario internazionale, quale principale istituzione a salvaguardia del corretto funzionamento del sistema monetario e finanziario internazionale. I temi della riforma hanno riguardato sia gli aspetti organizzativi e gestionali dell'istituzione (migliore trasparenza e accountability), sia gli strumenti di sorveglianza e di assistenza finanziaria con i quali il Fondo persegue i propri obiettivi.
Il Fondo monetario internazionale ha adottato una serie di misure tese a migliorare la comunicazione al pubblico riguardo le proprie politiche e quelle degli Stati membri, anche attraverso il ricorso alla valutazione esterna delle proprie attività.
Ai fini del rafforzamento del sistema finanziario internazionale, un'importanza
Il considerevole livello dei flussi finanziari coinvolti nelle crisi ha reso evidente l'insufficienza delle risorse ufficiali (Sia del Fondo che dei creditori bilaterali), e ha sollevato la necessità di coinvolgere il settore privato nella prevenzione e nella risoluzione delle crisi finanziarie.
Il Fondo monetario internazionale deve continuare ad evolversi per adattarsi alla realtà economica aiutando i Paesi membri ad accedere ai mercati dei capitali, minimizzando i rischi dell'integrazione finanziaria, lavorando in collaborazione con le altre istituzioni (prima fra tutte la Banca Mondiale) per ridurre il divario fra Paesi ricchi e Paesi poveri e infine deve concentrare le proprie attività (sorveglianza e assistenza finanziaria e tecnica) nelle sue specifiche aree di competenza quali stabilizzazione macroeconomica, politiche monetarie, fiscali e dei tassi di cambio, settore finanziario.
Per quanto riguarda in particolare la situazione dell'Argentina, il Governo latino-americano ha dichiarato una moratoria solo sul pagamento del servizio del proprio debito estero nei confronti dei privati, ai quali sottoporrà un'articolata proposta di ristrutturazione subito dopo aver raggiunto un nuovo accordo con il Fondo monetario internazionale.
Nel tentativo di creare una strategia comune di sostegno al Paese e favorire cosi una effettiva ripresa economica, indispensabile per riportare l'Argentina in condizioni tali da poter onorare il proprio debito estero, ho incontrato i rappresentanti del Governo spagnolo e, recentemente, mi sono recato a Washington per una serie di incontri con gli esponenti del Governo americano responsabili della politica statunitense in America latina. Anche nell'ambito delle organizzazioni finanziarie multilaterali, ed in particolare presso il Fondo monetario internazionale, sono stati compiuti numerosi passi. Inoltre, ho incontrato anche i rappresentanti dell'associazione bancaria italiana, al fine di mettere a punto una strategia che consenta di garantire agli investitori italiani la parità di trattamento rispetto agli investitori di altri Paesi allorquando l'Argentina sarà di nuovo in grado di poter onorare il proprio debito.
Anche in occasione dei colloqui avuti con le autorità argentine durante la mia ultima visita a Buenos Aires, non ho mancato di ricordare il delicato problema degli investitori italiani, riaffermando come la tutela dei loro diritti rappresenti una priorità assoluta per il Governo italiano.
Durante l'incontro che il Presidente Duhalde e il Presidente Berlusconi hanno avuto a margine del Vertice UE-America latina di Madrid, il Presidente del Consiglio italiano ha nuovamente ricordato al presidente Duhalde l'importanza che il nostro Paese attribuisce alla tutela degli inventitori italiani.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.
lo scorso 2 ottobre 2001 sull'autostrada Autosole tra i caselli di Parma e Reggio Emilia si è verificato un incidente che ha provocato la fuoriuscita da un'autocisterna di circa mille litri di acido nitrico;
una parte del pericoloso liquido ha corroso circa 30 metri per uno spessore di 5/6 cm dell'asfalto che ricopre il manto autostradale, mentre un'altra parte dello stesso liquido evaporando, ha prodotto una pericolosa nube tossica che ha comportato la tempestiva evacuazione della
nella scala delle merci pericolose (compresa tra 1 e 9), l'acido nitrico è classificato con valore 8,2 di gravità, rischio e pericolosità. Esso infatti attacca i tessuti della pelle e delle mucose e, in caso di dispersione, crea danni alle altre merci ed ai mezzi di trasporto. Sviluppa, inoltre, vapori corrosivi a contatto con l'acqua o con l'umidità dell'aria;
a seguito delle operazioni di rimozione dei mezzi coinvolti nell'incidente sul tratto di autostrada interessato si è formata una coda di oltre 15 Km, coinvolgendo centinaia di automobilisti e camionisti che sono rimasti bloccati, dentro ai propri mezzi, per oltre 4 ore;
tale incidente oltre che per la pericolosità del tipo di liquido trasportato, ripropone un evidente allarme sociale costituito dal transito quotidiano di alcune decine di migliaia di autocarri che ogni giorno percorrono la nostra rete autostradale trasportando merci pericolose, infiammabili, inquinanti, esplodenti e radioattive -:
le ragioni per le quali i caselli di entrata da Nord e da Sud del tratto compreso nell'area interessata dall'incidente non siano stati chiusi tempestivamente, mettendo, così, a repentaglio l'incolumità fisica di tutti quegli automobilisti che, rimasti intrappolati per 4 ore su quel tratto autostradale, hanno corso anche loro, il pericolo di respirare le esalazioni dell'acido nitrico;
come intenda risolvere il problema della circolazione e del controllo sulle nostre strade del trasporto di merci pericolose e se non ritenga, alla luce di quanto accaduto anche in passato, che sia finalmente giunto il momento di una riconversione nel sistema dei trasporti industriali, con la riduzione del trasporto su gomma a favore di quello su rotaia;
se non ritenga opportuno, alla luce di questo ennesimo incidente, obbligare il trasporto su gomma di merci pericolose a seguire itinerari e orari obbligati con annessa scorta, come per i carichi eccezionali.
(4-00889)
I tempestivi provvedimenti assunti non hanno fatto registrare alcun danno a persone e ambiente, anche se effettivamente si sono registrati riflessi sulla circolazione a causa della chiusura del tratto autostradale e disagi per la popolazione a Roncocesi, evacuata a titolo precauzionale.
Subito dopo la prima segnalazione di un automezzo carico di fusti fermo in una piazzola per parziale fuoriuscita delle sostanze trasportate pervenuta al centro informativo direzione III Tronco di Bologna della A1, è intervenuta una pattuglia della polizia stradale che ha immediatamente bloccato il traffico, con il successivo intervento dei Vigili del fuoco, sono state subito convocate ditte specializzate in bonifica ambientale. È stato pertanto chiuso il tratto autostradale nei due sensi di circolazione; tramite i servizi di informazione è stata diramata la notizia e consigliati gli itinerari alternativi all'utenza.
Dopo le necessarie operazioni di bonifica, risultate lunghe e impegnative e terminati gli interventi necessari a garantire la sicurezza, le due carreggiate sono state riaperte (quella sud alle ore 12.22, mentre quella nord alle 14.50).
In considerazione del fatto che nel breve periodo non si può prevedere una reale alternativa al trasporto su strada, il gruppo autostrade ha avanzato una proposta di elaborazione di ipotesi di intervento per prevenire situazioni potenzialmente ad alto rischio, da sottoporre all'esame delle amministrazioni
Tra le varie ipotesi avanzate, vi è l'incremento del monitoraggio e la repressione delle diffuse illegalità nel trasporto e l'individuazione dei punti di maggior criticità e la possibilità ad attuare, concordemente con la polizia stradale, le iniziative più idonee ad un maggior controllo dei veicoli adibiti al trasporto delle merci pericolose.
Più in generale, vale la pena di rammentare che il trasporto delle merci pericolose avviene principalmente su strada ed è regolamentato da accordi internazionali che indicano i requisiti dei veicoli adibiti al trasporto, le norme per l'imballaggio e le etichettature.
Tali regolamenti vengono periodicamente aggiornati ed integrati da disposti legislativi dei singoli Stati.
Questa amministrazione è stata infatti impegnata, in uno studio finalizzato ad individuare le condizioni ed i presupposti per l'elaborazione di uno schema di intervento normativo finalizzato, tra l'altro, a realizzare lo spostamento di consistenti quote di traffico dalla strada ad altre modalità.
La complessa problematica, invero, è stata esaminata anche dal Parlamento che, nell'ambito della delega conferita al Governo per la revisione del codice della strada, con la legge 22 marzo 2001, n. 85 ha individuato tra le priorità, quella di procedere alla revisione della disciplina relativa al trasporto di materiali pericolosi e della circolazione dei relativi veicoli.
Per quanto attiene alle nuove disposizioni da introdurre nel codice della strada, in ordine alla disciplina del trasporto stradale delle merci pericolose, è stato approvato dal Consiglio dei ministri in data 3 maggio 2002 lo schema del disegno di legge recante «modifiche alla citata legge 85/01 e disposizioni per la revisione del nuovo codice della strada», che differisce il termine per il completamento della revisione del codice della strada al 31 dicembre 2002.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
i cittadini di San Cataldo e di Casalabate (Lecce) da tempo e giustamente rivendicano la necessità e l'urgenza che venga assicurato ai residenti il servizio di recapito postale, la cui assenza, da un lato, colpisce fortemente quelle località, in particolare le persone più anziane e gli operatori economici, e dall'altra favorisce il progressivo spopolamento della fascia costiera della città di Lecce;
ad avviso dell'interrogante, una impresa pubblica come Poste italiane non può operare tagli al servizio universale, ma deve svolgere anche una funzione sociale qualificata e non limitarsi alla sola ottimizzazione del proprio profitto;
per far fronte ai disagi degli utenti, Poste italiane spa in questi giorni ha annunciato l'assunzione di 5.400 persone con contratto di lavoro a tempo determinato (febbraio-maggio 2002);
è prioritario, nella utilizzazione del nuovo personale, assicurare un adeguato servizio agli insediamenti urbani ubicati lungo la fascia costiera a partire dalle località di San Cataldo e Casalabate -:
quali iniziative intenda adottare il Governo affinché sia assicurata l'universalità del servizio postale e per evitare che le località costiere subiscano ingiuste penalizzazioni come nel caso delle frazioni marine della città di Lecce.
(4-02105)
Ciò premesso si significa che in merito a quanto rappresentato dall'interrogante non si è mancato di interessare la società Poste, la quale ha significato che le due località indicate di Casalabate e San Cataldo
Considerata siffatta particolare situazione, l'ufficio postale nelle località in parola viene attivato - come avviene peraltro anche per le attività commerciali locali - solo nei mesi estivi: tale organizzazione, tuttavia, secondo quanto riferito dalla società Poste, è conseguente allo spopolamento invernale che caratterizza le due località in parola e non può essere considerata quale causa del suddetto fenomeno.
Un incremento delle unità applicate - che permetterà di migliorare i diversi servizi nella regione Puglia - potrà essere attuata a seguito delle procedure di mobilità e dell'assunzione di 3000 unità da adibire a funzioni di recapito, come stabilito dall'accordo dell'ottobre 2001.
Com'è noto, tale accordo prevedeva la risoluzione del rapporto di lavoro per il personale che alla data del 31 dicembre 2001 e del 31 marzo 2002 avesse maturato il diritto alla pensione, procedure di mobilità per il personale che fosse risultato ancora eccedente, soluzioni di accompagnamento all'esodo utilizzando il meccanismo legato al fondo di solidarietà, nonché la contemporanea assunzione, con contratto di apprendistato, di un numero massimo di 3.000 unità da adibire a funzioni di recapito nel periodo compreso fra febbraio e giugno 2002.
Solo al termine di tale processo, ha concluso Poste Italiane, potrà essere valutata l'opportunità di adottare, se necessario, ulteriori interventi volti al raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di impresa.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.
l'azienda Alfa Cabel di Rubano (Padova), di proprietà dell'attuale sindaco di Padova, nel gennaio del 2001, assumendo la denominazione di Patelec con sede legale a Vercelli, diveniva un'associata della multinazionale Saiag e nel marzo del medesimo anno questa veniva definitivamente venduta alla Saiag;
la nuova proprietà, dopo aver all'inizio prospettato un grande rilancio dell'azienda, non ha effettuato gli investimenti promessi, ha provveduto a vendere alcuni macchinari e i nuovi dirigenti hanno annunciato che a gennaio del 2002, se le cose non cambieranno, l'azienda chiuderà i battenti;
sei dipendenti sui trentadue complessivi dell'azienda si sono già licenziati accettando la buonuscita offertagli dalla proprietà;
in data 15 gennaio 2002 è stata avviata la procedura per mettere in mobilità i restanti ventisei dipendenti dell'azienda che ha cessato definitivamente la propria attività e i servizi ad essa connessi -:
se il Ministro delle attività produttive sia a conoscenza della situazione e intenda intervenire per evitare la chiusura dell'azienda;
quali misure intenda adottare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali per agevolare il reinserimento lavorativo dei dipendenti messi in mobilità.
(4-01822)
La predetta provincia aveva, pertanto, invitato ad un incontro l'azienda, l'Unindustria di Padova, le Organizzazioni sindacali e le R.S.U, per l'esame congiunto della situazione, incontro poi rinviato in attesa del tentativo di accordo avviato dall'Unindustria.
Nel corso degli incontri svolti in sede Unindustria sono state anche approfondite le motivazioni della decisione dell'azienda di cessare l'attività, individuate nel crollo del mercato e nella conseguente antieconomicità della gestione.
In data 18 febbraio 2002 è stato sottoscritto un accordo tra l'azienda e le parti interessate che prevede la messa in mobilità di tutto il personale entro il 7 luglio 2002 con il riconoscimento di un incentivo all'esodo, oltre alle spettanze previste dalla vigente normativa.
Con la firma di tale accordo la provincia di Padova ha considerato superato il suo intervento e precisato che i lavoratori della società in questione saranno iscritti nelle liste di mobilità e che per gli stessi sarà ricercata una diversa collocazione, nei tempi indicati dalla legge.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
nei giorni scorsi è stata denunciata la vendita, presso alcuni distributori di benzina collocati sui moli di Ischia e di Marina Grande a Capri, di carburante da imbarcazione rivelatosi impuro;
l'utilizzo di detto carburante «sporco» da parte degli ignari proprietari di imbarcazioni a motore avrebbe determinato, stando a quanto si è appreso dalle cronache giornalistiche, l'avaria dei motori stessi, registratesi, in alcuni casi, a mare aperto, nel corso della navigazione;
alcune imbarcazioni, che partecipavano alla traversata in direzione delle isole Eolie, avrebbero riportato danni ai motori ed ai carburatori dopo aver effettuato il rifornimento di carburante presso distributori di Ischia e Capri -:
quali provvedimenti, il ministro interrogato, intenda adottare, accertati i fatti riportati in premessa, allo scopo di operare un completo monitoraggio delle strutture di distribuzione carburante della zona interessate dal fenomeno;
se il ministro non ritenga opportuna una intensificazione, nel periodo agosto settembre, delle operazioni di verifica e controllo, avvalendosi del personale della Guardia di Finanza tecnicamente attrezzato per le necessarie indagini.
(4-00378)
In particolare, la predetta amministrazione ha comunicato che i reparti dipendenti dal comando provinciale di Napoli della Guardia di finanza hanno effettuato sei verifiche nei confronti di altrettanti operatori commerciali collocati sui predetti moli, accertando in un solo caso la irregolare tenuta dei registri prescritti ai fini delle accise.
Inoltre, il citato ministero ha riferito che in occasione delle predette ispezioni, al fine di verificare la qualità dei carburanti commercializzati, la guardia di finanza ha prelevato dei campioni che sottoposti ad analisi, eseguite nei laboratori chimici dell'agenzia delle dogane di Napoli e Roma, non hanno evidenziato alterazioni o miscelazioni del prodotto petrolifero esaminato.
Il predetto dicastero infine ha riferito che anche il comando provinciale di Salerno ed il reparto operativo aeronavale di Napoli hanno intensificato i controlli di competenza senza riscontrare irregolarità.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Carlo Maurizio Valducci.
il consiglio dell'ordine degli architetti di Napoli ha trasmesso nel giugno scorso all'amministrazione comunale di Napoli le proprie osservazioni in relazione al nuovo piano regolatore della città;
dette osservazioni sono state trasmesse dal consiglio dell'ordine avendo ritenuto quest'ultimo di essere legittimato a proporre i propri rilievi ai sensi della legge urbanistica n. 1150 del 1942, che espressamente consente ad organizzazioni istituzionalmente qualificate, di esporre alla amministrazione comunale le relative considerazioni;
il 4 luglio 2001, quarantacinque professionisti iscritti all'ordine, rappresentati dal professore architetto Gerardo Mazziotti, si sono rivolti al ministero interrogato, direzione generale per gli affari civili e le libere professioni, per rilevare che, in relazione alle osservazioni inviate, il consiglio dell'ordine avrebbe assunto un comportamento non rientrante nei compiti istituzionali di cui all'articolo 5 della legge n. 1395 del 24 giugno 1923 -:
se il Ministro interrogato non ritenga di chiarire il disposto della legge urbanistica n. 1150 del 1942, precisando se tra le istituzioni abilitate a promuovere le osservazioni al progetto di piano regolatore generale vi siano anche i consigli degli ordini professionali.
(4-01056)
Si comunica poi che nella fase di consultazione per la variante generale al piano regolatore generale del comune di Napoli e successivamente al deposito della variante de quo, l'ordine degli architetti della provincia di Napoli, su richiesta del comune medesimo, ha provveduto a trasmettere le proprie osservazioni sulla variante, approvate nelle sedute consiliari del 13 luglio 1999 e 20 giugno 2001.
L'ordine degli architetti di Napoli ha quindi agito conformemente a quanto previsto dalla legge 17 agosto 1942 n. 1150 che nell'articolo 9, comma 2, prevede che fino a 30 giorni dopo la scadenza del periodo di deposito (del progetto di piano regolatore generale del comune) possono presentare osservazioni le associazioni sindacali (rectius, Ordini Professionali post-1942) e gli altri enti pubblici ed istituzioni interessate.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'articolo 23 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (legge sulla caccia) recita al comma 2 «la tassa di cui al comma 1 è soggetta al rinnovo annuale e può essere fissata in misura non inferiore al 50 per cento e non superiore al 100 per cento della tassa erariale di cui al n. 26, sottonumero 1, della tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, e successive modificazioni»;
tale tassa per l'esercizio dell'attività venatoria viene pagata presso appositi uffici delle varie questure del nostro Paese;
si registrano difficoltà derivanti da un non preciso ed univoco cambio lire/euro -:
se non ritenga doveroso emanare una circolare in cui sia fissato in modo preciso il corrispettivo univoco di tale scambio su tutto il territorio nazionale e se non ritenga anche opportuno stimolare ad analogo comportamento le regioni, per la parte di loro competenza relativa agli adempimenti del medesimo articolo 23 della legge n. 157 del 1992.
(4-02120)
Al riguardo, si comunica che la tassa di concessione per il rilascio dell'abilitazione all'esercizio venatorio, la cui tariffa è attualmente determinata dal decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230 ed in particolare dalla tariffa 17, è di competenza regionale e, pertanto, esula dalla possibilità di intervento diretto da parte di questa amministrazione.
Riguardo alla presunta difficoltà derivante da un non preciso ed univoco cambio lire/euro, nel ricordare come i tassi di conversione dalla lira in euro sono stati fissati dall'articolo 1 del regolamento CE n. 2866 del 31 dicembre 1998 con decorrenza dal 1o gennaio 1999, occorre segnalare che i criteri per consentire la predetta conversione nei rapporti con le pubbliche amministrazioni sono stati dettati dal decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, sia nel periodo transitorio che nella successiva fase «a regime», sicché non si ravvede la necessità di emanare una circolare sulla problematica sollevata.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
nel corso di una trasmissione su RAI 1, nella serata di giovedì 21 febbraio 2002 è stato presentato «il caso» di un giovane immigrato proveniente dalla Guinea Bissau e attualmente regolarmente residente in provincia di Bergamo;
una sguaiata presentatrice ha illustrato le problematiche del lavoratore, che è riuscito ad ottenere il ricongiungimento familiare per la moglie e un figlio piccolo, mentre, nonostante le reiterate richieste, mai per altri due figli gemelli di circa sette-otto anni, ancora residenti nel paese di origine e affidati alle cure dei nonni;
alla precisa domanda sulla volontà di ritentare la richiesta di ricongiungimento familiare, il signore aveva risposto testualmente di voler sistemare i familiari che aveva ottenuto di poter ricongiungere e che si trovano già in Italia, prima di avviare nuovamente la domanda di ricongiungimento per altri due figli, nonostante la nostalgia;
davanti ai genitori visibilmente felici e sconvolti, con urla raccapriccianti la conduttrice televisiva annunciava che i bambini erano giunti in Italia con un regolare permesso di soggiorno «per sempre», ringraziando immediatamente la questura di Bergamo tramite la quale la RAI era riuscita a ottenere il ricongiungimento:
attraverso quali nuovi documenti o situazioni sia stato possibile alla RAI ottenere il ricongiungimento familiare prima negato ai genitori;
quanti siano i cittadini stranieri regolarmente presenti nel territorio italiano che hanno fatto domanda di ricongiungimenti familiari per figli minori ai quali sia stato negato e quali ne siano i motivi;
se in Italia esista certezza del diritto o sia sufficiente una «ribalta televisiva» per ottenere ciò che per le normali vie legali e burocratiche è negato;
se non intenda, anche in considerazione della chiara volontà in questo senso da parte dei cittadini italiani, dimostrata inequivocabilmente dalle lacrime di commozione e dagli applausi da parte degli spettatori presenti in sala al momento dell'annuncio dell'avvenuta concessione del permesso di ricongiunzione familiare e dell'ingresso dei due splendidi e raggianti bambini, diramare nuove direttive alle questure affinché tutti i cittadini stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese possano ottenere immediatamente
(4-02268)
Durante il corrente anno, sono stati adottati circa 410 provvedimenti di diniego delle domande di ricongiungimento familiare per figli minori, inoltrate da cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale, proprio in conseguenza dell'assenza dei suddetti requisiti.
Per quanto concerne la vicenda del signor Diallo Amadou Korka, che ha avuto ampio risalto durante una nota trasmissione televisiva del 21 febbraio 2002, la stessa si è conclusa il successivo 6 marzo 2002, quando l'interessato ha presentato alla questura di Bergamo la documentazione prescritta dalla legge, attestante il possesso di un reddito sufficiente ad ottenere il ricongiungimento di tutti i congiunti (moglie e tre figli).
In precedenza, l'ufficio di pubblica sicurezza, una volta accertata la carenza dei requisiti prescritti, non aveva avuto alcun margine di discrezionalità ed aveva dovuto negare il nulla-osta per due dei tre figli del signor Diallo.
Solo il raggiungimento dei limiti di reddito previsti dalla normativa, e non certo la ribalta televisiva, ha consentito il rilascio del nulla-osta.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
il 28 marzo 2002 i mezzi di comunicazione hanno riportato notizie inerenti un «allarme attentati» durante il periodo pasquale nelle città d'arte Venezia, Firenze, Milano e Verona;
il segretario di Stato degli Stati Uniti d'America Powell avrebbe dichiarato che «il livello di pericolo è alto»;
i commenti rilasciati da parte di autorevoli membri del Governo sembrano dimostrare una sottovalutazione del problema terrorismo -:
quali iniziative si intendano assumere per garantire la sicurezza dei nostri concittadini e dei milioni di turisti che visiteranno le nostre città;
quali iniziative generalmente si intendano adottare da parte del Governo e dal Ministero dell'interno, in particolare, per tutelare l'ineguagliabile patrimonio costituito dalle città d'arte italiane.
(4-02596)
Le strutture territoriali sono state invitate a rafforzare adeguatamente i servizi di prevenzione e di intelligence.
Presso le prefetture in questione si sono tenute apposite riunioni per l'aggiornamento delle misure adottate dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, a protezione dei possibili obiettivi, in particolare di quelli statunitensi, inglesi e israeliani, tanto istituzionali, quanto commerciali o religiosi.
Inoltre, sono stati potenziati in tutte le province i servizi di controllo del territorio, particolarmente nelle principali mete di itinerari turistici e culturali, nei luoghi interessati dalle cerimonie del giorno di Pasqua, nelle aree dove sono ubicate le più note strutture alberghiere, lungo le principali
Contemporaneamente è stato dato il massimo impulso all'attività informativa ed investigativa, tuttora in corso, per acquisire ogni possibile indicazione in ordine al pericolo di attentati, in un quadro di collaborazione internazionale obiettivamente proficua.
La positiva conclusione del periodo di tempo indicato come maggiormente a rischio non costituisce, naturalmente, ragione sufficiente per un abbassamento della soglia di attenzione, tanto più tenendo conto del protrarsi della crisi medio-orientale e dei nuovi allarmi che provengono dai servizi di sicurezza di vari paesi.
Conseguentemente, terminata l'emergenza connessa alle festività pasquali, sono stati mantenuti lo standard generale di controllo e talune delle stesse misure di vigilanza disposte per fronteggiarla.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alfredo Mantovano.
in queste settimane, in diversi comuni italiani, tra cui quello di Casavatore, risultano recapitati ai contribuenti avvisi di comunicazione di iscrizione al ruolo di cartelle esattoriali relative al pagamento delle tariffe per il servizio di fognature e depurazione afferenti l'anno 1996;
centinaia di utenti, riunitisi in comitati, hanno ipotizzato l'illegittimità della richiesta avanzata dai comuni a causa della maturata prescrizione alla luce delle vigenti disposizioni in materia;
in particolare il responsabile del servizio tributi del comune di Casavatore ha sostenuto la legittimità della richiesta facendo riferimento alla circolare n. 177/E del 5 ottobre 2000 del Ministero delle finanze con la quale, fra l'altro, si afferma che l'applicazione del termine di prescrizione quinquennale comporta che i comuni possono ancora chiedere legittimamente il pagamento del canone o diritto di natura tributaria per annualità a partire dal 1995 fino a tutto il 1998;
con diverse sentenze la Corte di Cassazione, alcune, commissioni tributarie provinciali e lo stesso Ministero delle finanze in diverse occasioni hanno stabilito che il canone per il servizio di fognatura e depurazione previsto dall'articolo 16 della legge n. 319, del 1976 è inquadrabile tra i tributi locali e ad esso va applicato il termine di prescrizione trienna1e di cui all'articolo 290 del testo unico per la finanza locale -:
quale sia la normativa da applicare per il canone del servizio di fognatura e depurazione riferito al termine di prescrizione;
se non intenda il Ministro predisporre opportuna circolare di chiarimento affinché vi sia uniformità comportamentale da parte dei comuni sulla questione testè sollevata.
(4-01451)
In proposito è necessario ricordare che i cosiddetti «canoni di fognatura» hanno mantenuto natura di prestazione a carattere tributario fino all'entrata in vigore della tariffa di cui agli articoli 13 e seguenti della legge recante «Disposizioni in materia di risorse idriche» (legge 5 gennaio 1994, n. 36) che trasforma, con decorrenza 1o gennaio 1999 (data fissata dall'articolo 31, comma 28, della legge 3 dicembre 1998,
Precedentemente la materia era disciplinata dalla legge recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento (legge 10 maggio 1976, n. 319) la quale, fra l'altro, disponeva che per i soggetti che si approvvigionano dal pubblico acquedotto il canone per il servizio di fognatura e depurazione è riscosso con le stesse modalità e negli stessi termini previsti per la riscossione del canone relativo alla fornitura di acqua (articolo 17, comma quinto).
L'amministrazione finanziaria, con la circolare n. 177 (del 5 ottobre 2000) ha chiarito taluni dubbi circa l'applicazione del predetto canone.
In particolare, relativamente al quesito posto dall'interrogante, ha precisato che per le annualità in cui il canone aveva natura tributaria, e, pertanto, anche per il 1996, la riscossione doveva avvenire con le modalità previste dall'articolo 17, quinto comma, della legge n. 319 del 1976, ossia, come detto, con le stesse modalità e negli stessi termini previsti per la riscossione del canone relativo alla fornitura di acqua.
Pertanto, poiché occorre fare riferimento alla disciplina stabilita per la riscossione di un canone connesso alla fornitura periodica di un servizio, quale il canone dell'acqua, il termine prescrizionale a cui fare riferimento, secondo quanto affermato dal dipartimento per le politiche fiscali, è quello stabilito dall'articolo 2948, n. 4 del codice civile che fissa in cinque anni il termine per richiedere "tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi», come in realtà avviene per i canoni in esame.
Circa, poi, l'applicabilità o meno del disposto dell'articolo 290 del testo unico per la finanza locale (approvato con R.D. 14 settembre 1931, n. 1175), in base al quale l'ente poteva iscrivere nei ruoli principali e suppletivi i carichi tributari dovuti per l'anno in corso e per i due anni precedenti, la circolare medesima ha chiarito l'inapplicabilità delle summenzionate disposizioni.
Infatti, il citato articolo 290, regolava esclusivamente la fase dell'iscrizione a ruolo di quei tributi per i quali il ruolo costituiva la forma ordinaria di pagamento, pertanto, non appare compatibile con il canone in questione, posto che la sua riscossione deve seguire, per espressa disposizione, la riscossione del canone dell'acqua che, ovviamente, non ha natura tributaria.
Ciò posto, si è dell'avviso che con la citata circolare sono state affrontate tutte le problematiche sollevate dai comuni in ordine al canone o diritto per i servizi relativi alla raccolta, l'allontanamento, la depurazione e lo scarico delle acque, proprio al fine di garantire, come richiesto dall'interrogante, un orientamento uniforme nell'applicazione delle norme ad esso relative.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.
risulta all'interrogante che il 4 febbraio 1987 l'Ufficio del genio civile di Pisa, invitato dal comando dei Vigili del fuoco e dal comune di Pisa interveniva nel cantiere della Bielectric srl di Ospedaletto (Pisa) - ove si riscontravano vistose inflessioni alle travi di copertura di una erigenda fabbrica - ispezionato il cantiere dichiarava la propria incompetenza a prendere i provvedimenti richiesti per gli accertamenti all'inosservanza alla legge n. 64 del 1974 (antisismica);
sempre relativamente alla pratica Bielectric il 1o
marzo 1993 il dirigente del Genio civile risulta aver denunciato alla magistratura pisana alcune violazioni alla legge n. 64 del 1974 presenti nella pratica depositata presso il proprio ufficio dal costruttore, ma non denuncia nessuna delle violazioni edilizie presenti in cantiere. Il giudice per le indagini preliminari della pretura di Pisa dottor Dell'Omo,
il 24 maggio 1994 l'amministratore della Bielectric srl presenta una denuncia alla procura della Repubblica di Firenze: detta procura apre un fascicolo (proc. n. 1733/94) a carico del Presidente pro-tempore della regione Toscana, Vannino Chiti, del capo di gabinetto della regione, Alberto Brasca, dei dirigenti del Dipartimento ambiente della regione Maurizio Ferrini ed Angiolo Milani;
il 6 ottobre 1994 il presidente pro-tempore della regione Toscana, dottor Chieti, emette l'ordinanza n. 13 con la quale ordina i disegni mancanti nella pratica relativa al cantiere Bielectric srl; successivamente il 17 marzo 1995 emette il decreto n. 135 con il quale certifica l'avvenuta sanatoria delle violazioni all'articolo 17 della legge antisismica n. 64 del 1974. Il citato decreto è stato emesso: dopo ben 12 anni dal deposito - incompleto - della pratica avvenuto nel 1983, dopo quattro ispezioni nel cantiere da parte dell'Ufficio del genio civile di Pisa diretto dall'ingegner Duilio Palla e dopo due ispezioni nel cantiere del Servizio sismica del dipartimento ambiente della regione Toscana diretto dall'architetto Maurizio Ferrini;
il 12 gennaio 1995 il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pisa effettua uno stralcio del procedimento n. 1019/94 aperto su denuncia dell'amministratore di Bielectric srl, contro il Genio civile di Pisa, trasmettendolo «all'autorità giudiziaria di Firenze ove si sarebbe consumato il reato ipotizzato» in quanto il dirigente dell'Ufficio del genio civile di Pisa «avrebbe prodotto al presidente della regione toscana verbali fuorvianti e incompleti in data 29 aprile 1994, con la conseguenza di ritardare l'emissione del decreto ad adempiere». Successivamente il 31 marzo 1995 il sindaco del comune di Pisa denuncia alla magistratura pisana che le violazioni permangono nell'incompletezza della pratica antisismica e che le opere sono difformi dai disegni e dai calcoli presentati dal costruttore;
il 19 maggio 1995 il pubblico ministero di Firenze dottor Vilfredo Marziani, chiede l'archiviazione del procedimento n. 1733/94 contro Vannino Chiti, Alberto Brasca, Massimo Ferrini ed Angiolo Dilani; archiviazione alla quale si oppone l'amministratore di Bielectric srl. Mentre il 27 giugno 1995 il dirigente del Servizio uso e assetto del territorio del comune di Pisa invia al presidente della regione Toscana una lettera di contestazione della dichiarata «avvenuta sanatoria delle violazioni» segnalando, oltre all'incompletezza dei documenti obbligatori per legge, anche la permanenza delle carenze - rilevate nell'esecuzione delle opere - non prese in esame dal decreto PGR n. 135/95;
in data 11 settembre 1995 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, dottoressa Eva Celotti, ritiene irrilevante l'opposizione presentata dall'amministratore di Bielectric, e chiede l'archiviazione del procedimento contro Vannino Chiti, Alberto Brasca, Massimo Ferrini ed Angiolo Milani «essendo evidente che al presidente della regione incombeva, al massimo, solo l'avviamento delle procedura ex articolo 25 della legge n. 64 del 1974 e non già rispondere ad ogni interpello e sollecito propostogli ...»;
il 26 aprile 1996 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pisa dottor Di Bugno scrive nel proprio decreto d'archiviazione n. 1164/94 RG GIP che «eventuali irregolarità o omissioni nella procedura amministrativa di cui all'articolo 25 della legge n. 64 del 1974 sono di competenza dell'autorità giudiziaria di Firenze alla quale il pubblico ministero ha trasmesso gli atti»;
il 16 ottobre 1998 il dirigente del Servizio uso e assetto del territorio del comune di Pisa emette l'ordinanza n. 37 di demolizione delle opere per violazione agli articoli 8, 9 e 17 della legge n. 64 del 1974 antisismica sulla base di accertamenti effettuati dal nucleo di polizia municipale
questa vicenda, oggetto di numerosi esposti e denunce dell'amministratore di Bielectric, è stata esaminata da vari pubblici ministeri della procura pisana (Perrone, Cindolo, Giambartolomei, Pisano, Iannelli, Masi, Carnevale, Marino) e della procura fiorentina (Marziani, Turco, Garau, Picazio), da vari giudici per le indagini preliminari del tribunale di Pisa (Salutini, Di Bugno, Melani, Dell'Omo, Chiarantini) e giudici per le indagini preliminari del tribunale di Firenze (Celotti, Soresina, Banci), tutti concordi sia nel respingere le opportune indagini richieste, anche in sede di opposizione, dall'amministratore di Bielectric srl, che nell'archiviare i procedimenti contro il presidente ed i tecnici della regione Toscana -:
quali iniziative, di propria competenza, intenda adottare in relazione alle vicende descritte;
se non ritenga opportuno ed urgente avviare un'ispezione ministeriale presso il Palazzo di giustizia di Firenze e presso il Palazzo di giustizia di Pisa, effettuando un esame obiettivo ed approfondito della situazione citata in premessa, per acclarare i motivi delle reiterate archiviazioni che permettono - di fatto - il permanere di una situazione d'illegalità edilizia alla quale il titolare della Bielectric srl non può assolutamente porre rimedio se non gli vengono impartite le prescrizioni d'adeguamento ex articolo 25 della legge n. 64 del 1974.
(4-01010)
L'interrogante, traendo spunto dalle molteplici denunce penali, trattate dalle competenti procure della Repubblica di Pisa e Firenze, sporte dal Biondi, legale rappresentante della Società Bielectric s.r.l., in merito alla realizzazione del citato capannone prefabbricato, che si assume effettuata in violazione delle norme antisismiche, si duole per lo più delle intervenute archiviazioni.
Dall'esame dell'esaustiva documentazione al riguardo acquisita, si evince che tutte le notizie di reato sono state accuratamente istruite, che i vari pubblici ministeri titolari hanno formulato motivate e articolate richieste di archiviazione, condivise dai giudici per le indagini preliminari investiti, che hanno emesso di volta in volta altrettanto motivati decreti di archiviazione (dagli atti acquisiti si è in attesa delle determinazioni del giudice per le indagini preliminari limitatamente al procedimento n. 10339 del 1998 modello 22 - pubblico ministero Pisa, a fronte della richiesta di archiviazione formulata il 5 novembre 2001 dal procuratore capo, l'avviso della quale è stato inoltrato alla persona offesa ex articolo 408 codice di procedura penale.
Peraltro, come rilevato dal procuratore della Repubblica di Pisa, le presunte violazioni alla legge antisismica risultano abbondantemente prescritte, secondo le reiterate pronunce giurisdizionali in sede di archiviazione.
Trattandosi essenzialmente di censure ad attività giurisdizionale non valutabili in sede amministrativa in assenza di indizi di sorta circa macroscopiche violazioni di legge o perseguimento di fini estranei a quelli di giustizia da parte dei vari magistrati che si sono occupati delle denunzie del Biondi, si ritiene che non sussistano nel caso di specie i presupposti per l'attivazione di iniziative ispettive o disciplinari di specifica competenza del Ministro della giustizia, richieste dall'interrogante.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
in passato il sottoscritto ha già presentato atti ispettivi in merito al costituendo
il ministero ha riferito come la sua istituzione operativa sia ormai imminente, tanto che risulta all'interrogante siano state già avviate le procedure di mobilità per il trasferimento all'ufficio di personale già impiegato in altri uffici e/o istituzioni pubbliche della zona;
successivamente, e cioè solo nelle scorse settimane, sarebbe intercorso un accordo tra il ministero dell'economia e delle finanze e le rappresentanze sindacali in forza del quale un notevole gruppo di persone (sembra in numero di 38) verrebbe trasferita nel Verbano Cusio Ossola e all'ufficio di Biella mediante mobilità da aree del centro e sud d'Italia contro il riconoscimento di una indennità di trasferimento che si aggirerebbe sui 35.000 euro a persona, e contro l'impegno a non richiedere il ritrasferimento ad altra sede per un triennio;
a questo punto apparirebbe molto confusa la posizione di quei dipendenti pubblici che già hanno ricevuto il riconoscimento a nuovo ruolo e la comunicazione del trasferimento, ma che sono tuttora in situazione di stallo in quanto i predetti trasferimenti sarebbero verbalmente congelati nonostante le comunicazioni ufficiali da loro ricevute e trasmesse agli Enti e/o Comuni di appartenenza;
in alcuni casi gli Enti di appartenenza avrebbero già bandito i concorsi o le procedure per la copertura dei posti teoricamente lasciati liberi, ma ancora impegnati stante il non avvio operativo dell'Ufficio -:
quale sia l'effettiva situazione del costituendo ufficio per il territorio del Verbano Cusio Ossola;
quando si ritenga che lo stesso sarà effettivamente operativo;
quanti dipendenti saranno ivi inseriti nell'organico e quanti di essi verranno trasferiti non già da altre amministrazioni del territorio, ma da altre zone geograficamente lontane e quale sia il costo complessivo per lo Stato nella gestione di questa operazione.
(4-01975)
Occorre subito evidenziare che l'ufficio provinciale del territorio di Verbano Cusio Ossola è stato di recente attivato con decreto del direttore dell'agenzia del territorio dell'11 dicembre 2001. Tale attivazione è stata preceduta, secondo quanto riferito dalla predetta agenzia, dall'accertamento della sussistenza delle condizioni necessarie ad assicurare la funzionalità della nuova struttura e, dunque, lo svolgimento in loco di tutte le attività proprie di un ufficio provinciale dell'agenzia del territorio, nel quale, peraltro, erano già svolte le attività di conservazione dei registri immobiliari, nonché i minimi essenziali di sportello catastale.
Ciò posto, la predetta agenzia considera le iniziative adottate per le modalità di integrazione del personale dell'ufficio periferico in argomento quali misure di razionalizzazione dell'uso delle risorse disponibili, conformi con quanto previsto, al riguardo, dagli accordi con le organizzazioni sindacali sottoscritti il 29 ottobre 2001.
Questi infatti prevedono che una limitata parte delle risorse destinate al personale, e in particolare, quelle previste dall'articolo 32 dell'attuale contratto collettivo nazionale di lavoro, specificamente finalizzate a «promuovere reali e significativi miglioramenti dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi istituzionali», siano destinate a «incentivare la mobilità del personale», per riequilibrarne la distribuzione territoriale tra le diverse aree geografiche, notoriamente non ottimale in relazione ai carichi di
Tuttavia, gli accordi medesimi sono finalizzati ad agevolare solamente la mobilità del personale dipendente dalla stessa agenzia, e ciò sulla base della considerazione che sarebbe incoerente l'acquisizione di personale dalle medesime strutture verso le quali ne è prevista la cessione, per attuare il trasferimento di funzioni agli enti locali.
In questa prospettiva sono stati revocati i trasferimenti di personale a cui si riferisce l'interrogante, proveniente da enti locali, e che, in un primo tempo, erano stati disposti per avviare le procedure di mobilità per il trasferimento di personale da destinare agli istituendi uffici del territorio di Verbania e di Biella.
In particolare, con decreti direttoriali del luglio 2001, sono stati trasferiti n. 8 unità di personale, d'intesa con l'assessorato alla pianificazione territoriale, programmazione e trasferimenti della provincia di Verbano Cusio Ossola (nota n. 7363/6 dell'8 marzo 2001), in organico presso vari enti locali della zona e poi sono stati trasferiti altre n. 11 unità di personale in organico presso il comune e l'amministrazione provinciale di Verbania nel ruolo speciale del ministero dell'economia e delle finanze per le esigenze dell'istituendo ufficio del territorio di Verbania.
Successivamente e prima che le menzionate unità di personale avessero assunto servizio presso l'istituendo ufficio provinciale del territorio, questi trasferimenti sono stati revocati dal dipartimento per le politiche fiscali (decreti del 16 e 24 gennaio 2002) su apposita richiesta dell'agenzia del territorio (direzione centrale risorse umane, area gestione del personale con provvedimento n. 6305 del 4 dicembre 2001.
L'agenzia del territorio, però, allo scopo di assicurare l'operatività della nuova struttura, ha previsto l'assegnazione complessiva di n. 25 unità di personale per mobilità volontaria dai propri uffici periferici, che si aggiungono al personale già in servizio presso la conservatoria dei registri immobiliari di Verbania.
La scelta di reperire al proprio interno il personale da assegnare al nuovo ufficio è inoltre motivata, secondo quanto riferito dall'agenzia delle entrate, dalla considerazione che il personale, i cui costi gravano sulla stessa agenzia fiscale, non è equamente distribuito tra le diverse strutture in relazione ai carichi di lavoro e dal fatto che l'assunzione dall'esterno di nuovo personale avrebbe comportato una maggiore spesa annua pari a circa 775.000 euro, gravando in tal modo anche sui successivi bilanci.
Invece l'attuata mobilità interna consente, a parità di risorse, un incremento di efficienza, rappresentato dalla maggiore diffusione sul territorio del servizio all'utenza. Al riguardo va precisato che detto incremento di produttività è stato specificamente remunerato, secondo le vigenti regole, con i fondi destinati al personale per il conseguimento di tale finalità.
In definitiva, l'utilizzo di personale interno ha comportato per l'agenzia solo un onere complessivo, una tantum, pari a 900.000 euro, corrispondente all'incentivo contrattato con le organizzazioni sindacali per le predette unità, già transitate o che saranno assegnate nei prossimi mesi alla nuova struttura.
Il Ministro dell'economia e delle finanze: Giulio Tremonti.