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riflessione sulla legge penale militare, osservando quanto viene fatto da Francia, Gran Bretagna e Germania. Ma viene anche a mancare un altro anello di congiunzione con chi, avendo la delega sui servizi segreti (e quindi anche su quello militare, il SISMI), non ha la possibilità di armonizzare tempestivamente, nel quadro della legge penale, le esigenze tanto singolari quanto irrinunciabili del personale dei servizi segrete;
l'interrogante ha appreso in via non ufficiale dell'esistenza di un decreto del Ministro della difesa il quale così istituirebbe una Commissione di studio per la revisione della legge penale militare;
è appena il caso di ricordare che nella passata legislatura esisteva una proposta di legge, che aveva raccolto un vasto consenso, con la quale si sopprimeva la magistratura militare, il personale della quale transitava nei ruoli della magistratura ordinaria, contribuendo anche a rafforzare tribunali e procure tutt'ora in sofferenza organica. In quanto alle fattispecie di natura militare si prevedeva l'esistenza di magistrati specializzati per trattare le questioni occasionali che tuttavia non richiedono l'attuale pesante e - parrebbe - inamovibile struttura;
non di meno tale Commissione è stata nominata e di essa fanno parte tre magistrati requirenti militari (dottor Scandurra, dottor Intelisano e dottor Dini), tre magistrati giudicanti militari (dottor Nicolosi, dottor Diana, dottor Mazzi), un magistrato ordinario (dottor Nicastro), insigni studiosi ed esperti come il professor Petrone, il professor Brunelli, il professor Ronzitti, il Consigliere parlamentare Ravenna e il Consigliere di Stato Severini; tre alti ufficiali dei carabinieri (Gen. D. Toscano, Gen. B. Ferrari, ten. col. Ferito) e, infine, il contrammiraglio Sotgiu;
è appena il caso di notare che in tale commissione spicca l'assenza di rappresentanti dell'esercito e dell'aeronautica, oltre che della guardia di finanza, tutti ipoteticamente soggetti alla legge penale militare. Brilla anche l'assenza d'un qualsivoglia esperto di operazioni militari internazionali che sono il nuovo soggetto in merito al quale forse necessiterebbe una
va inoltre sottolineato che un tale corpo legislativo - che per sua specifica natura può facilmente patire la perversione dell'autoritarismo - ammesso che sia necessario averlo, dovrebbe formarsi nel confronto con la parte che poi dovrà subirlo. In tale prospettiva non si comprende perché non vi sia stato un coinvolgimento del Cocer forze armate, a meno che non si voglia sostenere che le leggi debbano essere scritte solo da chi è chiamato ad applicarle. E in tal caso si aprirebbe un interessante spunto di riflessione in questo Parlamento. Insomma questa Commissione si caratterizza più per quelli che non ci sono che per i nomi, sia pure taluni illustri, che annovera. E sul significato di queste assenze, per capire se si tratti di negligenza o disegno, occorre spendere qualche considerazione;
è ben noto, infatti, che negli ultimi cinque anni le Forze armate si sono dimezzate e ridislocate in gran parte nel Meridione d'Italia. Non altrettanto è avvenuto per la magistratura militare che anzi continua ad esistere ed operare come se nulla sia accaduto nel frattempo nelle Forze armate su cui essa ha giurisdizione. Ad avviso dell'interrogante in questa prospettiva non si può sottacere il sospetto, che la composizione e gli scopi di questa commissione mascherino la preoccupazione di evitare l'adeguamento degli organici e delle sedi della magistratura militare alle ridotte forze e alle nuove sedi delle unità militari;
solo in questa prospettiva secondo l'interrogante trovano giustificazione taluni singolari iperattivismi della procura militare di Padova, il cui sostituto procuratore dottor Dini, è membro di tale Commissione. Egli reca come referenza quella di essere Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Militari e come tale si direbbe portatore di interessi contrapposti e sovrastanti quelli del Cocer, che infatti non è stato coinvolto nella Commissione stessa;
d'altro canto è ben noto che tra i meriti di tale magistrato c'è anche (e non solo) quello di aver recentemente disposto il sequestro dei caccia AM-X e d'aver chiesto l'imputazione di rivolta militare, un reato da dieci anni di galera, a carico di soldati di leva, colpevoli solo di interpellanze giovanili, come evidenziato nella successiva sentenza;
queste ed altre vicende, sulle quali per ora si sorvola, colorano ancora di più la sensazione che nella magistratura militare vi sia, ad avviso dell'interrogante, un interesse fibrillante a salvaguardare un corporativo status quo;
ma al di sopra e al di là delle ragioni appena esposte, l'interrogante richiama l'attenzione sulla circostanza per la quale, ben prima della riforma dei Codici militari, si avverte prepotente l'esigenza di una riforma del Regolamento di disciplina militare. Infatti, questo Regolamento, che è figlio legittimo del compromesso storico fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, fu varato l'11 luglio del 1978 al preciso scopo di togliere alle Forze armate qualunque vera capacità militare. È ben noto che la sua vuota inconsistenza fa sì che un comandante militare abbia meno poteri di un qualunque capo officina. E che cosa questo comporti mentre si hanno reparti in operazioni a migliaia di chilometri dalla Madrepatria è intuibile. Non a caso c'è stato un tentativo di introdurre processi in videoconferenza come se i soldati fossero pericolosi mafiosi, mentre ci si è inventati una giurisdizione planetaria per la procura militare di Roma poiché i magistrati militari non possono seguire le dislocazioni disagiate delle truppe;
detto questo e ricordato che in Francia, in Gran Bretagna e in Germania il sistema sanzionatorio militare è incomparabilmente più semplice, più rapido, più efficace, mentre, cosa non da poco, si uniformano in senso europeo i sistemi di difesa, l'interrogante chiede al Ministro della Difesa -:
a) quali siano i motivi che lo hanno indotto a nominare una tale commissione;
b) se vi sia stata una consultazione con le commissioni difesa;
c) per quali motivi siano stati esclusi l'EI, la MM, la GdF;
d) come intenda affrontare il coordinamento con chi ha la delega per i servizi segreti;
e) quali siano i motivi per i quali non si ritiene di consultare il Cocer forze armate;
f) quante e quali procure e tribunali militari abbiano subito mutamenti organici aderenti alle riduzioni e alle ridislocazioni delle unità militari;
g) quali siano i trasferimenti di magistrati giudicanti e requirenti militari negli ultimi cinque anni;
h) quanti siano oggi i magistrati militari e come siano distribuiti in ogni sede di tribunale e di procura militare;
i) quanto costi nel suo insieme la magistratura militare;
j) se, quando e come intenda promuovere la riforma del regolamento di disciplina militare;
k) se, quando e come intenda armonizzare la legge penale militare italiana con la tendenza vigente nei maggiori paesi europei.
(3-01174)
da articoli apparsi sui quotidiani La Provincia e Il Giornale di Lecco del 21 giugno 2002, si legge che in data 20 giugno, intorno alle ore 18,45, alcuni aerei, presumibilmente militari, hanno sorvolato a bassissima quota ed a poche decine di metri i tetti dell'abitato del quartiere di Rossino nel comune di Calolziocorte (Lecco) e di Maggianico;
tale passaggio ha provocato notevoli traumi psicologici negli abitanti della zona, in quanto investiti da un frastuono e da spostamenti d'aria violenti;
già troppe volte il nostro Paese è stato oggetto di tragedie dovute a scellerati comportamenti -:
quale tipo di aereo abbia sorvolato, a bassissima quota, le zone sopracitate;
se, e per quale ragione, e da chi, tale passaggio radente al suolo sia stato autorizzato;
a fronte ditali improvvide operazioni, quali iniziative si intendano adottare per garantire la sicurezza;
in caso di assenza di motivato ordine dell'autorità preposta al comando di tale volo, e quindi a fronte di comportamento pericoloso dei piloti conduttori i velivoli, quali provvedimenti si intendano assumere affinché tali episodi non debbano più accadere.
(5-01073)