Allegato B
Seduta n. 138 del 6/5/2002

TESTO AGGIORNATO AL 18 GIUGNO 2002


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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione della legge n. 328 dell'8 novembre 2000, «legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali» richiede precisi adempimenti da parte del Governo e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con procedure e scadenze predeterminate;
a tutt'oggi, nonostante le ripetute dichiarazioni del Ministro Maroni di volere applicare la legge quadro di riforma dei servizi sociali, nessun provvedimento tra quelli previsti è stato emanato -:
quali provvedimenti il Ministro intenda adottare in particolare a riguardo degli articoli di seguito elencati, nella consapevolezza che si tratti di adempimenti urgenti, fondamentali e indispensabili per consentire il pieno dispiegamento dei poteri delle regioni e delle autonomie locali nella programmazione e nelle realizzazione di un compiuto e qualificato sistema di interventi e servizi sociali e per garantire in tutto il Paese livelli essenziali e omogenei di interventi e prestazioni sociali:
a) articolo 12 «Figure professionali sociali»;
b) articolo 13 «Carta dei servizi sociali»;
c) articolo 24 «Delega al governo per il riordino degli emolumenti derivanti da invalidità civile, cecità e sordomutismo»;
con quali atti, con quali strumenti e con quali iniziative intenda garantire i cittadini italiani riguardo alla applicazione in tutto il Paese dei «livelli essenziali delle prestazioni sociali», previsti dall'articolo 22 della legge n. 328 del 2000, definiti dal piano sociale nazionale, tenuto conto della loro rilevanza costituzionale, dopo l'approvazione della legge di «Modifica del Titolo V della seconda parte della Costituzione»;
quali regioni e province autonome abbiano provveduto ad approvare la legge regionale per l'organizzazione dei servizi sociali e il piano sociale regionale, con riferimento alle norme e agli indirizzi contenuti nella legge quadro n. 328 del 2000, e nel Piano nazionale;
quali provvedimenti intenda adottare affinché il Ministero sia in grado di svolgere le funzioni di «indirizzo, di coordinamento e di regolazione delle politiche sociali» di cui all'articolo 9 della legge quadro n. 328 del 2000;
quali impegni il Governo intenda assumere per garantire nel prossimo triennio al Fondo sociale nazionale un incremento di risorse finanziarie che consenta di applicare le leggi approvate dal Parlamento;
quali azioni di supporto e, di cooperazione intenda promuovere con le regioni, i comuni e le aziende sanitarie per la realizzazione della piena integrazione delle persone disabili ed in particolare per l'attivazione dei progetti individuali di cui all'articolo 14 della legge n. 328 del 2000, anche in relazione alla decisione adottata dal Ministro della salute Sirchia sui livelli essenziali d'assistenza, con la quale si cancellano le cure per la riabilitazione previste invece nell'AIC sull'integrazione socio sanitaria, visto che le cure di riabilitazione sono decisive sia per l'attuazione del progetto personalizzato che per il sostegno domiciliare;


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quali interventi conoscitivi siano stati realizzati per verificare che le somme stanziate per «il sostegno domiciliare per le persone anziane non autosufficienti» siano state impiegate dalle Regioni per la priorità indicata all'articolo 15, comma 3 e in particolare per il «potenziamento delle attività di assistenza domiciliare integrata» e quale seguito intenda dare alla politica di aiuto alle persone non autosufficienti già iniziata con il Piano sociale nazionale 2001-2003;
quali siano i programmi attuati o le iniziative in atto per la rilevazione delle esperienze riferite al reddito minimo d'inserimento, di cui all'articolo 23 della legge n. 328 del 2000, ed entro quando intenda trasmettere al Parlamento la relazione sulla valutazione della sperimentazione dell'applicazione dello stesso istituto del RMI;
quali risultati abbiano prodotto gli interventi di cui all'articolo 28 della legge n. 328 del 2000, «per le situazioni di povertà estrema e senza fissa dimora» e quali indirizzi di politica sociale intenda seguire per debellare, in collaborazione con regioni e autonomie locali, la pesante situazione di povertà e di abbandono che riguarda aree non ristrette della società italiana;
quali siano le intese e gli accordi stabiliti dal Ministro con le regioni e le autonomie locali per l'applicazione della legge n. 328 del 2000, e se sussistano situazioni di grave ritardo nella utilizzazione delle risorse assegnate, tali che motivino anche il ricorso ai poteri sostitutivi di cui all'articolo 15, comma 4 e all'articolo 20 comma 11 della citata legge;
entro quanto tempo intenda soddisfare l'obbligo della presentazione al Parlamento della relazione annuale, di cui all'articolo 18, comma 5 della citata legge-quadro «sui risultati conseguiti rispetto agli obiettivi fissati dal piano nazionale, con particolare riferimento ai costi e all'efficacia degli interventi con la predisposizione delle indicazioni per l'ulteriore programmazione;
se il sistema informativo dei servizi sociali (SIS) di cui all'articolo 21 della legge n. 328 del 2000, e la relativa commissione che ha il compito di formulare proposte sui contenuti, il modello e gli strumenti attraverso i quali dare attuazione ai diversi livelli operativi (Stato, regioni, province, comuni) al sistema stesso, siano una delle priorità indicate dal piano sociale nazionale, visto che nella stesura dei piani regionali e di zona è, infatti, evidenziata l'assoluta frammentarietà e la non tempestività delle informazioni per una compiuta conoscenza del bisogni sociali necessari per la programmazione, la gestione e la valutazione delle politiche sociali, per la promozione e l'attivazione dei progetti europei, per il coordinamento con le strutture sanitarie, formative, con le politiche del lavoro.
(2-00318) «Violante, Turco, Battaglia».

Interrogazione a risposta orale:

PISTONE, SGOBIO, CEREMIGNA, PISA, BUFFO, ROCCHI, DI SERIO D'ANTONA, BATTAGLIA, BENVENUTO, SCIACCA, ANGIONI, LEONI, TOCCI, TRUPIA, CORDONI e CARBONELLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Itel spa, società che opera nel settore delle telecomunicazioni (installazioni di impianti telefonici e manutenzione di reti ad alta frequenza), ha avviato, da più di due anni, un costante processo di mobilità e di licenziamenti dei propri lavoratori;
la privatizzazione di Telecom, avvenuta nel gennaio del 1999, ha prodotto uno scompiglio nel settore delle telecomunicazioni - in particolare in quello delle installazioni telefoniche - e, nel concreto, ha prodotto una situazione intollerabile dal punto di vista occupazionale, consentendo a molte aziende di ricorrere ai sistemi più stravaganti, pur di competere nel libero mercato;


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come tante altre aziende, anche la Itel spa sta facendo un massiccio ricorso sia della cassa integrazione, sia della mobilità lunga e, soprattutto, del subappalto, riducendo drasticamente gli organici diretti e trasformando il rapporto di lavoro dei propri dipendenti, posti in cassa integrazione, nel migliore dei casi, a lavoro a tempo determinato o, nel peggiore dei casi, a quanto risulta agli interroganti, a rapporto di lavoro cosiddetto al «nero», vale a dire senza regola alcuna;
tali ricorsi appaiono del tutto ingiustificati anche rispetto agli utili fatti registrare dall'Itel spa che, nel 2001, ha chiuso con un fatturato quasi duplicato rispetto al precedente anno -:
se non ritenga urgente intervenire promuovendo un tavolo di concertazione tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, al fine di bloccare tale odiosa pratica che rischia di mettere sul lastrico centinaia e centinaia di lavoratori, dequalificando la professionalità degli stessi, per di più eliminando forza lavoro esperta da un settore in cui si sta attuando una forte rivoluzione tecnologica, e di intervenire al fine di garantire i diritti e la dignità dei lavoratori, sempre più in balia di una ristrutturazione aziendale così cinica e spietata.
(3-00920)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:

CORDONI e GASPERONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da tempo i dipendenti della croce rossa italiana sono in stato di agitazione per il riconoscimento di alcuni loro diritti, tra cui quello del trattamento di fine rapporto, così come previsto dall'articolo 3 del decreto legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140 o, in alternativa, dell'anzianità di servizio, per il personale militare della croce rossa italiana che, a seguito del concorso interno, espletato in data 30 dicembre 1999, è stato immesso nel ruolo organico del Personale Civile dell'Associazione;
prima di arrivare alla proclamazione dello sciopero generale, le organizzazioni sindacali dei lavoratori della croce rossa italiana, a seguito di quanto previsto dall'articolo 1, comma 4, della legge n. 83 del 2000, hanno avviato, a livello nazionale e molteplici in tutta Italia a livello locale, le procedure obbligatorie di conciliazione con l'amministrazione della croce rossa italiana presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali;
a livello nazionale si sono svolti tre incontri presso la sede del ministero del lavoro ad ottobre del 2001, pur non portando al raggiungimento di alcun accordo, mentre a livello locale una parte considerevole dei tentativi di conciliazione, promossi da singoli dipendenti della croce rossa italiana, sono stati archiviati d'ufficio poiché la croce rossa italiana non aveva provveduto a nominare entro i 90 giorni stabiliti per legge, il suo rappresentante in seno al collegio di conciliazione, così come previsto dall'articolo 66 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
questa decisione ha profondamente amareggiato i lavoratori, che hanno agito nel rispetto delle regole di legge e si sono trovati alla fine di fronte alla chiusura della procedura per decorrenza dei termini -:
se non ritenga opportuno verificare i motivi del mancato riconoscimento del trattamento di fine rapporto al personale militare della croce rossa italiana passato nell'organico civile a seguito del concorso interno del 1999 indicato in premessa e quali siano le ragioni della mancata nomina da parte dell'Amministrazione della Croce Rossa Italiana entro i 90 giorni stabiliti per legge, del proprio rappresentante in seno al Collegio di conciliazione, così come previsto dall'articolo 66 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
(5-00887)


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DELBONO e MOLINARI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili rappresenta una priorità anche per il Governo in considerazione degli sforzi che le regioni stanno sostenendo a tale fine;
il Governo non ha ancora provveduto al riparto dei fondi necessari al sostegno del piano di stabilizzazione dei lavoratori nei progetti LSU;
il ritardo, da addebitare al Governo, rischia di vanificare tutti gli sforzi che le regioni stanno compiendo per la stabilizzazione di quanti sono impegnati in progetti a suo tempo prorogati; negli ultimi anni, con l'azione dei governi di centrosinistra, si è giunti ad una riduzione progressiva e rilevante del bacino dei lavoratori socialmente utili;
con la legge finanziaria per il 2002 sono state ridotte persino le risorse da destinare a tale finalità socialmente rilevante nel Mezzogiorno -:
quali iniziative intenda adottare il Governo affinché venga dato con la massima urgenza il via libera alla convenzione con la regione Basilicata e conseguentemente al riparto dei fondi necessari alle regioni, al fine di non pregiudicare gli sforzi fatti dalle amministrazioni locali nel procedere alla stabilizzazione degli LSU.
(5-00888)

XII Commissione:

BINDI, BURTONE, FIORONI, MOSELLA, MAZZUCA POGGIOLINI e LUIGI PEPE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'elevazione delle pensioni minime a 516 euro prevista nella legge finanziaria ha fatto registrare un macroscopico fallimento in considerazione del mancato ascolto delle osservazioni formulate dalle organizzazioni sindacali e dalle forze di opposizione;
la ragione dell'insuccesso è nei limiti irrazionali previsti per beneficiare dell'aumento che interessa una platea limitata di pensionati su oltre 7 milioni di interessati;
l'aumento delle pensioni minime non può esaurire il complesso delle politiche sociali;
desta forte preoccupazione quanto emerso dagli organi di informazione in merito alla filosofia del nuovo Piano sanitario nazionale soprattutto per la marginalità delle politiche socio-assistenziali in favore delle persone anziane e non autosufficienti, considerazioni aggravate dalla reintroduzione dei ticket a livello regionale;
le linee di riforma fiscale previste dal Governo rischiano di penalizzare ulteriormente quei pensionati che non possono usufruire delle detrazioni perché hanno un reddito al di sotto del minimo tassabile;
non viene data ancora piena operatività alla legge quadro sull'assistenza in particolare per quanto concerne l'esperienza del reddito minimo di inserimento quale efficace strumento di lotta alla povertà -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per elevare il reddito coniugale a 13.427,88 euro al netto delle trattenute fiscali al fine di beneficiare dell'aumento delle pensioni minime a 516 euro nonché al fine di abbattere il limite di reddito per chi abita in affitto per evitare che sia discriminato rispetto a chi è proprietario di casa; quali iniziative intenda promuovere per una verifica periodica del potere di acquisto dei pensionati; quali iniziative intenda promuovere per garantire che i livelli essenziali di assistenza siano uniformi su tutto il territorio nazionale; quali iniziative intenda assumere per rilanciare l'esperienza del reddito minimo di inserimento, al fine di estenderne la sperimentazione a tutto il mezzogiorno nonché per


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la realizzazione del minimo vitale per tutti i soggetti disagiati e non autosufficienti.
(5-00890)

VALPIANA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il comma 3 dell'articolo 80 della legge 388/2000 prevede per i lavoratori sordomuti nonché per quelli con invalidità superiore al 74 per cento, il diritto - a richiesta individuale - di poter beneficiare, per ogni anno di lavoro effettivamente svolto, di due mesi di contribuzione figurativa utili ai fini del diritto alla pensione e all'anzianità contributiva;
la lettera e lo spirito della norma sono chiarissimi e riconoscono ai lavoratori in possesso di quei requisiti - a prescindere, ovviamente, dalla data di riconoscimento degli stessi - un diritto derivante dalla propria condizione attuale e dalle conseguenti assai maggiori difficoltà nello svolgimento delle proprie mansioni e/o professione;
è altrettanto evidente - anche per analogia con altri provvedimenti - che la maggiorazione vale ai duplici fini del diritto e della misura della pensione, così come già d'altronde avviene per altre categorie di lavoratori a cominciare dai non vedenti;
molti istituti previdenziali hanno congelato e non applicano le norme del succitato comma 3 dell'articolo 80 della legge 388/2000 accampando ragioni strumentali di interpretazione e arrecando così un ulteriore danno a lavoratori di quelle categorie che dovrebbero vedersi riconoscere i loro diritti a partire dal 10 gennaio 2002, così come prevede la legge stessa -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti; quali iniziative abbiano assunto o intendano assumere in tempi rapidissimi affinché sia rispettato e applicato il dettato del comma 3 dell'articolo 80 della legge 338/2000.
(5-00891)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIORDANO e ALFONSO GIANNI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da ottobre 1998 sono stati chiamati a svolgere il ruolo di assistente tecnico circa 1800 lavoratori socialmente utili per il progetto di catasto urbano presso l'agenzia del territorio;
ai suddetti lavoratori LSU è stato riconosciuto lo status di lavoratori a tempo determinato;
a maggio 2002 ci sarà l'ultima proroga che durerà fino a dicembre 2002;
il lavoro arretrato non è ancora terminato presso l'agenzia del territorio;
la metà di questi lavoratori viene impegnata attualmente per lo svolgimento del lavoro ordinario, dimostrando la carenza del personale all'interno della struttura;
a maggio 2002 sarà discusso in Parlamento un disegno di legge in merito all'assorbimento dei lavoratori a tempo determinato presso il Ministero per i beni e le attività culturali -:
quali progetti e prospettive intenda attuare l'agenzia del territorio per la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato impegnati nel progetto catasto urbano.
(4-02791)

COSTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza. - Per sapere - premesso che:
come è noto, numerosi enti di previdenza (Inps, Inail, Inpdap, ex Ina) stanno procedendo alla dismissione del proprio patrimonio immobiliare;
nel quadro di tale dismissione, numerose unità immobiliari sono state vendute o sono in corso di vendita;


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la dismissione del patrimonio immobiliare da parte degli enti di previdenza ha posto l'accento sulla questione occupazionale dei custodi degli stabili prestanti servizio presso i medesimi enti ed, in particolare, dei custodi che operano od operavano presso unità immobiliari poste in vendita;
in questa ottica, molti enti di previdenza, Inps ed Inpdap in testa, così come previsto dall'articolo 43, comma 19 della legge n. 388 del 2001, hanno proceduto a riqualificare ed a reinserire il proprio personale con qualifica di custodi di stabili, destinandoli ad altra mansione e/o sede, mantenendone occupazione e dignità;
anche l'Inpdai, Istituto nazionale di previdenza dirigenti industriali, ha proceduto o sta procedendo alla dismissione di parte del suo patrimonio immobiliare;
a tutt'oggi ed al di là di fumose dichiarazioni di intenti, gli attuali 350 dipendenti dell'Inpdai, con qualifica di custodi di stabili, non hanno ricevuto informazioni o rassicurazioni circa il loro destino lavorativo -:
come mai a tutt'oggi l'Inpdai non abbia proceduto, così come già fatto dagli altri Enti di previdenza, alla riqualificazione ed al reinserimento del proprio personale addetto alla custodia degli stabili;
quali siano le mansioni presso le sedi cui l'Inpdai ha deciso di destinare il suo personale addetto alla custodia degli stabili;
se corrisponda al vero la notizia di un assorbimento dell'Inpdai da parte dell'Inps e relativo assorbimento degli addetti al servizio di portierato da parte dell'Istituto nazionale di previdenza sociale.
(4-02794)