![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Bertolini ha facoltà di a risposta immediata sezione 3). Le ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione.
ISABELLA BERTOLINI. Signor Presidente, signor ministro del lavoro, la mia interrogazione riguarda un tema di grande attualità: l'articolo 18. È infatti di ieri lo sciopero generale indetto dai sindacati per contestare la riforma parziale, sperimentale, dell'articolo 18 proposta dal Governo Berlusconi. In realtà, i primi a modificare l'applicazione dell'articolo 18 sono stati i rappresentanti del centrosinistra, proprio quel centro sinistra che ieri è sceso in piazza. Infatti, il Governo Amato, il 3 aprile del 2001, ha fatto approvare dal Parlamento, quindi alla maggioranza dell'Ulivo che ha governato il paese nella passata legislatura, la legge n. 142 recante revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del socio lavoratore. Bene, all'articolo 2, la legge prevede espressamente che ai soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato si applica lo statuto dei lavoratori, ad esclusione dell'articolo 18 ogni volta che venga a cessare, con il rapporto di lavoro, anche quello associativo. Bene, signor ministro, sono qui a chiederle quanti sono i lavoratori delle cooperative potenzialmente interessati a questa modifica, alla non applicazione dell'articolo 18, e quante sono le controversie di lavoro determinate da tale disposizione.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevoli Maroni, ha facoltà di ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, condivido tutte le considerazioni svolte dall'onorevole Bertolini nel suo intervento a cui mi associo. Sul punto specifico viene richiamata l'attenzione sull'articolo 2 della legge n. 142 del 2001 che reca la revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del socio lavoratore.
18 perché, solo una volta depositati i predetti regolamenti presso gli uffici provinciali del lavoro, si conoscerà il numero dei soci lavoratori che hanno instaurato con la cooperativa questo tipo di rapporto.
PRESIDENTE. Signor ministro, la invito a concludere.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Al momento, l'unico dato disponibile fornito dal Ministero delle attività produttive è che sul territorio nazionale, al 31 dicembre 2000, sono presenti 33.231 cooperative di lavoro che associano, complessivamente, 713.636 soci di cui tuttavia, ad oggi, non si conosce il numero dei soci lavoratori dipendenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Bertolini ha facoltà di ISABELLA BERTOLINI. Signor Presidente, ringrazio il ministro Maroni per il chiarimento e credo che le sue parole siano state molto utili per fare chiarezza. Diamo, pertanto, appuntamento alle cooperative al 30 giugno del 2002, quando saranno presentati questi regolamenti e saremo in grado di valutare. Sarà quindi mia premura tornare ad interrogarla sull'argomento.
PRESIDENTE Onorevole Bertolini, la invito a concludere.
ISABELLA BERTOLINI. Concludo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Bertolini, mi spiace ma il suo tempo è terminato.
ISABELLA BERTOLINI. È per questo che il Governo e la maggioranza non rinunciano al confronto e perseverano sulla strada delle riforme a favore di tutti gli italiani, in particolare dei giovani e di coloro che, oggi, un lavoro non ce l'hanno (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega nord Padania).
Come ricordato dall'onorevole Bertolini, questa legge ha previsto che per i soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato non si applichi l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, qualora insieme al rapporto di lavoro cessi anche il rapporto associativo. Va rilevato che, in precedenza, non era chiara quale fosse la natura del rapporto che si instaurava tra socio lavoratore e cooperativa, essendovi stati forti dubbi in giurisprudenza che si trattasse di un rapporto avente disciplina identica all'ordinario rapporto di lavoro subordinato. Solamente in questa legge si è chiarito che il rapporto in questione è invece un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato a cui si applicano tutte le ordinarie regole, salva l'eccezione dell'articolo 18, che non si applica qualora cessi, insieme al rapporto di lavoro, anche il rapporto associativo.
Va peraltro evidenziato che la citata legge n. 142 avrà piena attuazione, per quanto riguarda questa norma, solo quando saranno adottati dalle singole cooperative i regolamenti interni previsti dall'articolo 6 della stessa legge. Con questi regolamenti dovranno essere individuali dalle cooperative le tipologie di rapporti che si intendono attuare con i soci lavoratori, quindi l'applicazione o meno dell'articolo 2 della legge stessa e dell'articolo 18. Il termine per l'adozione di questi regolamenti, inizialmente previsto in nove mesi dalla data di entrata in vigore della legge, cioè gennaio 2002, è stato prorogato al 30 giugno di quest'anno dall'articolo 8-ter della legge n. 463 del 31 dicembre 2001.
Quanto premesso mi è necessario per chiarire quindi che la rilevazione dei dati che interessano l'onorevole Bertolini non è al momento possibile, in quanto, come già detto, l'individuazione della tipologia dei rapporti che s'intendono attuare con i soci lavoratori, ai fini dell'applicazione dell'articolo 2 della legge n. 142, è stata prorogata al 30 giugno 2002.
Solo dopo tale data sarà possibile effettuare una ricognizione dei possibili destinatari della norma in argomento e delle eventuali possibili controversie sull'articolo
Approfitterei, però, di questa occasione perché credo che le sue parole dimostrino come la riforma in materia di lavoro, il cosiddetto Libro bianco da lei predisposto e voluto dal nostro Governo, sia una riforma necessaria per mettere l'Italia al passo con gli altri paesi europei, per rendere flessibile il mercato del lavoro, per dare nuove e maggiori opportunità e garanzie a chi, oggi, è senza lavoro.
I sindacati e le forze politiche di centrosinistra hanno invece utilizzato, ed è per questo che ho presentato questa interrogazione, l'articolo 18 per evitare di confrontarsi con una riforma, non solo innovativa, ma necessaria per il nostro paese, per difendere i diritti dei lavoratori che nessuno, al Governo, vuole assolutamente mettere in discussione. Evidentemente, però, presi dalla volontà di agitare la piazza in maniera strumentale e di supportare la carriera del segretario della CGIL nel passaggio dal sindacato alla politica, i signori dell'Ulivo si sono dimenticati di essere stati i primi a modificare l'applicazione dell'articolo 18; e lo hanno fatto, vergognosamente, un mese prima della loro sconfitta elettorale, allo scadere della legislatura (aprile 2001). Ebbene, il Governo dell'Ulivo presieduto da Giuliano Amato, con l'allora ministro del lavoro Cesare Salvi, ha anticipato la Casa delle libertà, purtroppo, votando una legge presentata, nel 1998, dal ministro del lavoro Treu di concerto col ministro Visco: coloro che, oggi, gridano allo scandalo
Tale provvedimento, nonostante riguardasse migliaia di lavoratori, fu accompagnato dall'assoluto silenzio dei sindacati che non organizzarono iniziative, manifestazioni e scioperi per protestare. Appare infatti paradossale che questa legge di iniziativa del Governo Amato sia passata senza alcun coinvolgimento delle parti sociali, mentre i provvedimenti innovativi e riformatori del nostro Governo sono bersagliati da attacchi strumentali ed accuse non vere che ne stravolgono volutamente il significato. E viene anche il legittimo sospetto che chi, in questo momento, fa aumentare e cavalca una facile protesta abbia come unico scopo quello di ridare fiato a quelle forze politiche sconfitte alle urne, che cercano di trovare ossigeno nelle piazze ma non hanno a cuore i veri interessi dei lavoratori.