Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 114 del 12/3/2002
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(Necessità di lavori per la strada statale n. 36 - n. 3-00141)

PRESIDENTE. Il sottosegretario per le infrastrutture ed i trasporti, onorevole Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Parolo n. 3-00141 (vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni sezione 4).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in merito alle problematiche evidenziate dall'onorevole interrogante, l'ANAS rappresenta che la strada statale n. 36 «del lago di Como e dello Spluga» collega il capoluogo lombardo alla Confederazione elvetica attraverso il passo dello Spluga. La competenza statale parte dall'abitato di Monza e, fino al confine svizzero, si sviluppa per circa 137 chilometri.
Il tronco Lecco-Trivio di Fuentes (Colico), a doppia carreggiata e con due corsie per senso di marcia, ha un'estensione di circa 45 chilometri, è stato costruito tra la fine degli anni '60 e gli anni '80 ed è stato aperto al transito nel 1988. Il tracciato si snoda, a mezza costa, tra il Lago di Como e le sovrastanti pendici montane ed è caratterizzato dal susseguirsi di 46 gallerie di lunghezza variabile tra i mille e tremila metri. I sistemi di costruzione del tempo, purtroppo, non prevedevano l'impermeabilizzazione e la realizzazione dell'arco rovescio. Pertanto, a seguito dell'alluvione che ha colpito l'Italia del nord nel periodo di ottobre-dicembre 2000, di intensità tale da indurre il Governo a dichiarare lo stato di calamità, molte di queste gallerie hanno subito infiltrazioni d'acqua che hanno causato la parziale chiusura della carreggiata e, in alcuni giorni, la chiusura totale al transito in entrambe le carreggiate.
L'ente riferisce che la galleria Monte Piazzo, in particolare, della lunghezza di 2.525 metri, ha subito i maggiori danni, manifestatisi con dissesti al marciapiede per una lunghezza di 150 metri nella canna sud (direzione Lecco) e con maggiori dissesti strutturali, sia nella volta sia lungo i piedritti, nella canna nord (direzione Colico) per una lunghezza di circa 200 metri.
Il competente compartimento ANAS di Milano, vista la particolare situazione geologico-strutturale esistente, nominava consulente tecnico della direzione dei lavori il professor Sebastiano Pelizza del Politecnico di Torino ed interveniva con lavori di somma urgenza dapprima nella canna sud, per ripristinare e consolidare i marciapiedi dissestati. Tali lavori hanno avuto una durata di 51 giorni ed hanno comportato la chiusura totale di metà canna e l'istituzione del doppio senso di marcia per circa metà canna nord. Lo scambio di carreggiata avveniva all'interno della galleria attraverso un bypass esistente.
Successivamente, a seguito dei risultati delle indagini svolte dal consulente ANAS nella canna nord, che hanno comportato perforazioni della lunghezza di 15 metri e lo studio del contorno roccioso della galleria, il 17 gennaio 2001, veniva chiusa al transito l'intera canna nord per il pericolo di crolli.
Pertanto, al fine di permettere il passaggio dei veicoli in direzione nord, l'ANAS ha dovuto approntare un bypass per incanalarli sulla corsia sud ed un secondo bypass per riportarli sulla corsia nord.
Come ho detto in precedenza, il tronco stradale è caratterizzato dal susseguirsi di


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gallerie, con pochi e brevi tratti all'aperto. Inoltre, le due carreggiate corrono a quote diverse.
I criteri di realizzazione ed ubicazione di tali bypass sono stati improntati, pertanto, al rispetto della sicurezza stradale ed hanno avuto come scopo quello di limitare il più possibile la lunghezza del doppio senso di marcia (lo stesso doveva obbligatoriamente avvenire in più gallerie, oltretutto dotate di impianto di ventilazione unidirezionale, e doveva creare il minore dislivello possibile tra le due carreggiate).
Il bypass ha determinato un doppio senso di marcia, della lunghezza di circa 5.500 metri, che interessa la galleria di Monte Piazzo e la galleria Dorio.
Per quanto concerne la realizzazione del bypass, l'ente precisa che l'approccio allo stesso è stato segnalato con la formazione di segnaletica orizzontale, rumorosa, luminosa e verticale, in accordo con la polizia stradale e nel rispetto di quanto prescritto dal codice della strada per obbligare l'utente a percorrerlo a bassa velocità.
In merito a presunti contrasti insorti con gli enti locali, l'ANAS fa presente che il presidente della provincia di Lecco, nel corso di un incontro svoltosi presso la sede dell'amministrazione provinciale nel mese di luglio 2001, ha richiesto l'eliminazione del doppio senso di marcia ed il ripristino del senso di marcia a due corsie, in direzione sud, per i pomeriggi della domenica.
Pur esprimendo dubbi sulla bontà della soluzione, l'ente ha accettato di sperimentare, domenica 2 settembre 2001, la rimozione del bypass ed il conseguente ripristino delle due corsie per il senso di marcia in direzione sud, con determinate modalità che prevedevano, tra l'altro, in accordo con la polstrada, la chiusura della strada statale 36 ad Abbadia.
Successivamente, a seguito della riunione convocata dalla prefettura di Lecco con gli enti locali e le autorità interessate (tra gli altri, il presidente della provincia di Lecco, il comandante della polizia stradale di Sondrio e Lecco, il comandante dei carabinieri di Sondrio, il questore di Lecco e l'ANAS), è stata decisa la chiusura da Bellano e non da Abbadia, stabilendo, però, d'accordo con la polizia stradale, che, in caso di code nella galleria Regoledo, la chiusura sarebbe avvenuta da Abbadia.
La sperimentazione è stata effettuata domenica 2 settembre 2001, con alcune modifiche e ripetuta il 9 settembre 2001. La decisioni al riguardo sono state riportate dagli organi di stampa. Purtroppo, la verifica dei piani di traffico decisi in via sperimentale ha dato risultati negativi, evidenziati dalla formazione di code.
Pertanto, il 12 settembre 2001 in un'apposita riunione tecnica tenutasi presso l'amministrazione provinciale di Lecco, tra l'ANAS e la polizia stradale, la sperimentazione è stata definitivamente bocciata ed è stato stabilito di tornare alla originaria pianificazione del traffico così come studiata da ANAS e polizia stradale.
Infine, l'ente stradale comunica che si sono conclusi lo scorso 17 ottobre 2001 i lavori di consolidamento del contorno roccioso e di rifacimento del rivestimento dissestato della canna di monte della galleria di Monte Piazzo su un tratto di 200 metri danneggiato a seguito degli eventi alluvionali dell'ottobre 2000.
Sono stati, inoltre, affidati alla medesima impresa anche i lavori di messa in sicurezza di un ulteriore tratto di 425 metri della stessa galleria mediante posa in opera di armatura centinata costituita da profilati metallici. Tali lavori sono già stati ultimati nel mese di dicembre 2001 e la galleria è stata riaperta interamente al traffico.
L'ANAS comunica, inoltre, che per effettuare ulteriori lavori di messa in sicurezza della stessa galleria, dal giorno 4 febbraio 2002 al giorno 9 febbraio 2002, è stata chiusa al traffico la canna di valle. Allo stato, la galleria risulta definitivamente aperta al traffico, su entrambe le carreggiate. La sistemazione definitiva del dissesto in atto della galleria di Monte Piazzo forma oggetto di un apposito progetto,


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da parte del competente ufficio tecnico periferico dell'Ente stradale, attualmente in fase di predisposizione.
L'importo presunto stimato si aggira attorno ai 20 milioni 660 mila euro con tempo di esecuzione di circa un anno dalla consegna con conseguente chiusura al traffico di almeno una canna della galleria e possibili disagi per l'utenza rispetto ai quali l'ANAS potrà adottare provvedimenti limitativi, in fase di studio. Sono già stati formalizzati incontri tra il compartimento ANAS di Milano, la prefettura di Lecco e vari enti locali per la predisposizione di una valida viabilità alternativa durante il periodo di esecuzione dei predetti lavori.
Ulteriori provvedimenti per limitare i disagi alla circolazione durante il corso dei lavori potranno essere adottati all'atto esecutivo in dipendenza di una possibile programmazione e scansione delle varie fasi di intervento.
L'ente sottolinea comunque la complessità dell'intervento stimato necessario per risolvere la non facile complessiva situazione di dissesto accertata.
La realizzazione di tali interventi, in fase di progettazione, resta comunque subordinata al reperimento della necessaria copertura finanziaria, atteso che le risorse stanziate per l'alluvione dell'ottobre 2000 risultano già tutte impegnate e destinate all'attuazione di altri interventi parimenti necessari.
L'ente assicura in tutti i casi l'attenzione e la sensibilità al problema rappresentato.
L'ANAS fa infine presente che, anche qualora si dovessero individuare specifiche responsabilità soggettive, circostanza allo stato da escludere vista la natura e le cause dei problemi riscontrati, la legislazione italiana determina in dieci anni dalla ultimazione, l'ascrivibilità delle responsabilità.

PRESIDENTE. L'onorevole Parolo ha facoltà di replicare.

UGO PAROLO. Signor Presidente, prendo atto della disponibilità del Governo e della risposta anche articolata e complessa. Devo dire che, per quanto riguarda alcune questioni, sicuramente mi ritengo soddisfatto, per altre, con tutta franchezza, no. Stiamo parlando di una strada che, come giustamente lei ha ricordato, sottosegretario di Stato, collega tutta la provincia di Sondrio, che ha un territorio grande come l'intera Valle d'Aosta, al territorio nazionale. Voglio anche ricordare che questa è l'unica strada di accesso per la provincia. Infatti, nei mesi invernali verso nord non è possibile raggiungere gli altri Stati europei perché tutti i passi alpini sono chiusi. Ebbene, quella strada è in una situazione di pericolo e ad affermarlo è lo stesso consulente incaricato dall'ANAS. Nell'interrogazione noi facevamo riferimento alle evidenti anomalie, che si manifestano anche agli occhi delle persone meno esperte, e chiedevamo anche di avviare una indagine tecnico-amministrativa al fine di accertare le responsabilità, che sicuramente ci sono riguardo alle modalità costruttive.
Non possiamo accettare per buona la risposta che l'ANAS ripete continuamente e cioè che le anomalie sono dovute alle modalità costruttive dell'epoca. Vede, onorevole sottosegretario, le ultime gallerie, ed in particolare la Monte Piazzo, sono state ultimate a cavallo degli anni 1980-1985 quando le tecniche costruttive erano già molto avanzate e sicuramente consentivano di evitare quei disagi che invece si stanno manifestando. Oltretutto, la galleria Monte Piazzo, prima ancora di essere aperta al traffico, ha avuto bisogno di consolidamenti statici e questo l'ANAS, ovviamente, evita di riferirlo nella risposta che ci è stata fornita.
Prendiamo, dunque, atto della disponibilità del Governo ad occuparsi del problema e dell'attenzione con cui sta seguendo la questione ma ricordo che sono necessari finanziamenti certi per mettere in sicurezza tutto il tratto Lecco-Colico. Voglio ricordare che nel 2005 a Bormio si svolgeranno i campionati mondiali di sci e lascio immaginare cosa potrebbe succedere anche solo nel caso in cui si dovesse chiudere la strada per qualche giorno.


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Ribadisco, infine, che sarebbe corretto, nei confronti dei cittadini, dare un segnale di trasparenza ed avviare un'indagine tecnico-amministrativa, come peraltro promesso dal ministro Lunardi in occasione di un incontro avuto al ministero con il senatore Provera, per accertare le responsabilità che ci sono e sono del tutto evidenti e non sono semplicemente attribuibili alle modalità costruttive dell'epoca in cui sono state realizzate le gallerie.

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