Allegato B
Seduta n. 110 del 6/3/2002


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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:

SASSO, GRIGNAFFINI e CAPITELLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
gli istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) sono stati istituiti in base all'articolo 76 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300;
il regolamento di attuazione della legge, riguardante la definizione della loro struttura organizzativa, amministrativa e finanziaria, è stato definito con decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 2001, n. 190;
dalla data del 24 luglio 2001, prevista per la costituzione dei consigli di amministrazione degli IRRE, fino a tutt'oggi il Ministro non ha ancora adempiuto alla loro nomina, concorrendo in maniera gravissima all'interruzione di un pubblico servizio della nuova amministrazione scolastica regionale, mirato all'erogazione di


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interventi destinati all'innovazione degli ordinamenti scolastici, interventi per i quali il bilancio dello Stato prevede l'impiego di considerevoli risorse finanziarie -:
quali siano le valutazioni del Governo rispetto allo stato di paralisi che si sta creando in seno agli organismi regionali del Ministero e quali misure il Governo intenda adottare in proposito.
(5-00710)

PALMIERI, GARAGNANI, SANTULLI, LICASTRO SCARDINO, MASSIDDA e PACINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
venerdi 8 febbraio è stata divulgata la notizia che nel circolo didattico di Altopascio (Lucca), a conclusione del primo quadrimestre, per la prima volta in Italia verranno distribuite pagelle «multietniche», scritte in arabo, cinese, albanese, russo per meglio spiegare alle famiglie di immigrati il rendimento dei loro figli. Alla scheda ufficiale di valutazione in italiano sarà allegata una scheda scritta nella lingua d'origine della famiglia dell'alunno;
pur apprezzando le buone intenzioni dei responsabili del distretto scolastico, è fuor di dubbio che l'imparare correttamente l'italiano sia un fondamentale strumento di integrazione per gli immigrati, di qualunque età essi siano e da qualunque nazione provengano;
studi, ricerche ed esperienze svolte in Paesi oggetto di immigrazione quali il Canada e gli Stati Uniti, hanno dimostrato che sono proprio gli immigrati che ne imparano a usare correttamene la lingua coloro i quali hanno le maggiori possibilità di esercitare un ruolo pieno e attivo nei Paese che li accoglie;
è peraltro evidente che spetta alla scuola il dovere di farsi carico del compito fondamentale di insegnare l'italiano agli immigrati, facendo attenzione a iniziative che rischiano di concorrere a rendere più complicato e a ritardare l'effettivo inserimento culturale, sociale ed economico di quanti vengono a stabilirsi nel nostro Paese -:
quali iniziative intenda prendere il Ministero per sollecitare le scuole italiane a svolgere il fondamentale compito di favorire l'integrazione degli immigrati a partire dall'apprendimento della lingua italiana, senza indulgere in iniziative che possono rivelarsi più dannose che utili.
(5-00711)

TITTI DE SIMONE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
come ogni anno anche per l'anno scolastico 2001-2002 il provveditore di Roma ha emesso bando per la mobilità;
il 3 luglio 2001, come previsto dalla normativa, l'ufficio scolastico provinciale di Roma ha pubblicato i trasferimenti e i passaggi di cattedra e di ruolo dei docenti in relazione a tutte le classi di concorso della scuola secondaria superiore;
lo scorso anno la provincia di Roma era in ritardo con i cosiddetti «corsi di riconversione», dei corsi cioè seguiti dai docenti che vogliono cambiare il titolo di abilitazione e che, con il nuovo titolo, partecipano al bando della mobilità;
prima di partecipare al suddetto concorso deve uscire una graduatoria che «ufficializzi» il cambio di abilitazione per i docenti che hanno partecipato ai cosiddetti «corsi di riconversione» e per l'anno in discussione il provveditorato di Roma non ha fatto in tempo a stilarla e di conseguenza sono stati decisi i trasferimenti senza tener conto di questi titoli;
contro questo provvedimento è stato presentato ricorso da alcuni insegnanti che erano stati esclusi dalla mobilità proprio per mancanza di titoli;
il tribunale del lavoro ha dato ragione ai ricorsisti e ha ordinato il loro


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reinserimento in graduatoria il che ha significato l'annullamento o la rettifica del trasferimento per gli altri;
la nuova pubblicazione dei movimenti ha comportato 80 annullamenti e 191 rettifiche;
il gruppo di docenti coinvolto direttamente, in servizio nella scuola media superiore, è composto da docenti tutti di ruolo in varie classi di insegnamento e con un numero già consistente di anni di anzianità che aveva regolarmente chiesto passaggi di ruolo, di cattedra e trasferimenti da varie province per l'anno accademico 2001-2002 e li aveva ottenuti con provvedimento definitivo nel luglio 2001;
il 18 dicembre 2001, sei mesi dopo il provvedimento sulla mobilità e quattro mesi dopo l'inizio dell'anno scolastico, il provveditore di Roma ha emanato un decreto con il quale ha rettificato ed annullato il provvedimento precedente;
in seguito a ciò circa 300 persone che avevano ottenuto il trasferimento a settembre sono destinate a tornare nelle loro sedi di provenienza con disagi e problemi di portata enorme; è infatti chiaro a tutti cosa vuol dire per famiglie intere trasferirsi da una città all'altra;
tutto questo fa sfumare i progetti di vita di intere famiglie che all'inizio dell'anno scolastico si sono trasferite armi e bagagli nella capitale da Milano, Caltanissetta, Verona, spesso dopo anni di attesa, con processi di inserimento già iniziati (si pensi alle iscrizioni a scuola dei figli, per esempio) da azzerare e rimettere in discussione;
per risolvere il problema di non cambiare l'insegnante a metà anno per le classi interessate da tutto questo problema si è deciso di far scattare i provvedimenti di rettifica e annullamento dal prossimo anno scolastico; questo meccanismo apre però un altro tipo di problema dovuto al fatto che al momento non esiste, per gli insegnanti oggetto dell'annullamento o della rettifica del trasferimento, alcun titolo legale che giustifichi la loro presenza nelle classi dove attualmente insegnano. In alcuni casi si sta parlando di insegnanti elementari abilitati all'insegnamento alle scuole medie che l'ordinanza di rettifica o annullamento riporta alle scuole elementari e che attualmente insegnano, firmano atti, eseguono scrutini eccetera nelle scuole medie senza avere alcun sostegno legale all'attività messa in atto;
il gruppo di docenti in oggetto che sono entrati in servizio nei posti a loro assegnati già dal 1o settembre, a mesi di distanza si vedono annullare il trasferimento o il passaggio e si vedono costretti a tornare nelle proprie sedi precedenti, spesso a centinaia di chilometri con gravissimi disagi per famiglie e una destabilizzazione irreparabile di tutti i legami professionali e personali;
molti nuclei familiari, che si erano organizzati per far fronte al trasferimento, verranno smembrati e dovranno affrontare lo sradicamento dei propri figli da contesti sociali in cui si erano appena inseriti;
è estremamente difficile fare una stima precisa della portata reale delle rettifiche e degli annullamenti perché l'amministrazione non ha ancora pubblicato gli elenchi di quelle riguardanti la scuola secondaria di primo grado e la scuola elementare;
annullamenti e rettifiche daranno il via ad un «effetto domino» per il quale verranno spostati altri docenti, si pensi a chi ha per esempio occupato il posto di chi era stato trasferito, forse anche in quel caso proveniente da fuori provincia, e come questo effetto a catena finisca per stravolgere la vita di molte più persone di quelle coinvolte in prima istanza;
il provvedimento di annullamento non è stato notificato ai diretti interessati così che qualcuno lo ha saputo per caso e qualcuno, ad oggi, ancora non lo sa con l'ulteriore conseguenza che non hanno potuto partecipare neanche alla nuova mobilità;


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in tutto questo quadro ci sono anche le migliaia di studenti che verranno coinvolte nella vicenda e che vedranno nuovamente interrotta una prospettiva di continuità nell'apprendimento;
per quanto riguarda i neo immessi in ruolo, circa 100, non sono stati né annullati né rettificati ma di fatto ci sarà l'assegnazione della stessa cattedra a due docenti, uno dei quali risulterà sovrannumerario e che si troverà nella situazione di non poter più scegliere con precedenza, come dovrebbe essere, mentre chi aveva un punteggio più basso avrà scelto la sede senza che venga messa in discussione l'opzione fatta;
l'ordinanza del giudice del lavoro è stata emanata con carattere transitorio e senza entrare nel merito della questione eppure l'amministrazione ha reagito allargando il campo di azione dell'ordinanza e immettendo in ruolo molte più persone di quante avevano presentato ricorso;
l'amministrazione non ha presentato reclamo avverso l'ordinanza e provveditore, ministero e avvocatura non si sono costituiti in giudizio;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dipartimento servizio nel territorio - ufficio I, con nota dell'11 dicembre 2001, prot. 604/dipV01, sostiene esplicitamente che «... la scarsa difendibilità in sede giudiziale dell'operato dell'amministrazione consigliasse di abbandonare la resistenza in fase contenziosa» ammettendo con queste parole che l'errore è stato commesso dalla pubblica amministrazione;
da parte dei docenti annullati o rettificati non c'è stata mala fede né intenzionalità ma solo loro stanno subendo le conseguenze di un errore in alcun modo dipendente da loro operato;
riteniamo che non debbano essere i singoli cittadini a pagare le conseguenze di atti per i quali non hanno alcuna responsabilità;
il provveditore agli studi di Roma, con nota del 18 dicembre 2001, prot. n. 70473, decreta, tra l'altro, che «tenuto conto che l'anno scolastico in corso è già in una fase avanzata le predette rettifiche ed integrazioni ai movimenti avranno decorrenza giuridica dal 1o settembre 2001 con raggiungimento effettivo della sede da parte dei docenti interessati con l'inizio dell'anno scolastico 2002-2003, salvo diversa loro assegnazione per effetto dell'accoglimento della domanda di mobilità per lo stesso anno scolastico 2002-2003 -:
se non ritenga di dover intervenire con un provvedimento di natura eccezionale che tenda a risolvere una situazione di carattere, anch'essa, eccezionale, rivolto a mantenere, per i docenti vittime dell'errore, lo status quo. Tale provvedimento potrebbe assicurare la precedenza nelle procedure di mobilità per l'anno scolastico 2002-2003 per i soggetti risultati esclusi, considerando anche quanto previsto da nota del provveditore agli studi di Roma del 18 dicembre scorso in relazione alla decorrenza giuridica dal 1o settembre 2001 degli effetti dell'annullamento, ma prevedere il raggiungimento effettivo della sede da parte degli stessi con l'inizio dell'anno scolastico 2002-2003.
(5-00712)

COLASIO, MOLINARI e GAMBALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'istruzione si appresta a tagliare ben 8.500 cattedre su tutto il territorio nazionale;
di queste ben 111 riguardano la Basilicata ed in particolare 63 riguardano la scuola media superiore, 24 la scuola media inferiore e 24 le elementari;
anche in Veneto tale razionalizzazione rischia di provocare gravi ripercussioni con il taglio di numerose cattedre: 342 riguardano la scuola media superiore, 186 la scuola media inferiore e 245 le elementari;


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la finanziaria ha determinato i tagli sulla base del rapporto alunni-docenti e non più classi-docenti e questo avrà dei costi altissimi per la Basilicata per via della sua scarsa popolazione, ma anche per quelle province che per peculiarità territoriale vedono la presenza di piccoli comuni montani;
se il criterio fosse applicato senza alcuna forma di riequilibrio e compensazione in moltissimi comuni si verrebbero a chiudere definitivamente i presidi scolastici;
i tagli previsti inoltre si protrarranno per tre anni e la situazione nelle regioni potrebbe aggravarsi maggiormente;
sono da condividere le preoccupazioni evidenziate dalle organizzazioni sindacali;
i tagli qualora diventassero operativi pregiudicherebbero di fatto il diritto allo studio per gli alunni e le famiglie -:
quali iniziative intenda attivare e quali misure intenda adottare per scongiurare quanto esposto evitando di destrutturate l'offerta della scuola pubblica al fine di garantire l'effettivo e sostanziale diritto all'istruzione per gli alunni e le famiglie che vivono in Basilicata e in Veneto e soprattutto nei piccoli comuni evitando quindi di perseguire l'obiettivo di ulteriori tagli al personale scolastico.
(5-00713)

Interrogazioni a risposta scritta:

PATARINO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la cooperativa sociale «La Mammillaria», legittima affidataria dei servizi ausiliari nelle scuole di Ginosa e Marina di Ginosa, dall'aprile 2001 non percepisce le competenze spettanti;
una tale pesante ed ingiustificata situazione economica comporta gravissimi disagi alle famiglie dei 24 soci-lavoratori, certamente non abbienti;
tali lavoratori minacciano uno sciopero ad oltranza con gravi conseguenze per le condizioni igienico-sanitarie delle suddette scuole e con relativi rischi per la prosecuzione dell'anno scolastico -:
se non ritenga di intervenire per conoscere le ragioni e le responsabilità del su denunciato ritardo nell'erogazione di risorse dovute e le iniziative che intende assumere per far sì che i soci-lavoratori della cooperativa «La Mammillaria» possano rapidamente godere dei pur magri compensi maturati nell'adempimento del loro lavoro al servizio delle scuole ginosine.
(4-02375)

COLASIO e MOLINARI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dal 1989, e ricorrentemente, la Corte di giustizia europea ha condannato l'Italia per aver discriminato migliaia di lettori di madrelingue in violazione dell'obbligo di trattamento previsto dall'Unione europea;
con la legge n. 23 del 1995, l'Italia ha introdotto una nuova legislazione al fine di conformarsi alle leggi europee;
con l'ultima causa della Commissione europea contro la Repubblica italiana del 26 giugno 2001, C-212/99 a Lussemburgo, la Corte di giustizia ha deciso, peraltro, che la legge n. 236 del 1995 non ha garantito i diritti acquisiti dai lettori;
la corte di giustizia, con tale ultima sentenza, ha respinto la giustificazione del Governo italiano, secondo cui nel nostro paese, il riconoscimento dei diritti acquisiti sarebbe di natura tipicamente contrattuale, e legata alla peculiare organizzazione dell'ordinamento universitario italiano che riconosce autonomia decisionale alle singole istituzioni accademiche;
sulla base di tale sentenza, cresce la protesta dei lettori che, tramite l'associazione


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Allsi, hanno diffidato insieme l'amministrazione centrale dell'università e le istituzioni accademiche ad adottare i provvedimenti di competenza;
la corte di giustizia europea, con la citata sentenza che ha carattere vincolante, ha sancito che, qualora l'Italia rifiutasse di adeguarsi sarebbe obbligata a pagare ingenti multe giornaliere, settimanali o mensili, secondo quanto stabilito dalla corte stessa, in base all'articolo 228 del Trattato dell'Unione europea -:
se il Ministro interrogato non intenda trovare immediata ed adeguata soluzione, approntando i provvedimenti di competenza, le direttive necessarie o qualsivoglia strumento normativo si renda necessario per porre termine a tale situazione di discriminazione dei lettori di lingua straniera nelle università italiane, che contrasta con il diritto comunitario.
(4-02376)

SQUEGLIA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 68 del 13 marzo 1999, nell'abrogare esplicitamente la legge 2 aprile 1968, n. 482 e successive modificazioni, detta disposizioni innovative soprattutto per quanto concerne i beneficiari e il computo delle quote di riserva che possono essere sintetizzate nella misura massima dell'8 per cento degli occupati a tempo indeterminato (rispettivamente il 7 per cento per i disabili e l'1 per cento per le altre categorie) rispetto al 15 per cento della precedente legge;
la suddetta legge è entrata in vigore alla data del 18 gennaio 2000 ed è stata «esplicitamente adottata da questo ministero con circolare 7 novembre 2000, n. 248, nella definizione delle quote riservate nelle assunzioni a tempo indeterminato per gli anni scolastici 2000-2001 e 2001-2002;
la normativa diramata specifica che per raggiungere la quota dell'8 per cento dei riservisti in servizio si possono destinare fino al 50 per cento delle assunzioni a tempo indeterminato, precisando tuttavia che «qualora l'aliquota sia satura, ovviamente, non verranno effettuate assunzioni a norma della legge n. 68 del 1999». Richiede, quindi, di calcolare il numero esatto dei riservisti in servizio in ogni provincia per determinare l'aliquota restante da tutelare ai sensi della suddetta legge;
i Centri servizi amministrativi provinciali (ex Provveditorati agli studi) della Campania non conoscono il numero esatto dei riservisti in servizio, poiché tale dato è desumibile dalle sole graduatorie e non dai decreti di nomina, e si sono fidati, circa la rilevazione delle disponibilità per le nomine da conferire ai docenti beneficiari ai sensi della legge n. 68 del 1999, di quanto riportato nei tabulati predisposti dall'E.D.S. che non quantificano il numero delle disponibilità, supportandolo con un puntuale elenco dei docenti assunti ai sensi della legge n. 482 del 1968;
nessuna risposta è stata data a quanti hanno chiesto di sapere le modalità utilizzate per individuare l'aliquota da assegnare ai riservisti, come ad esempio alla richiesta del Provveditore agli studi di Benevento inviata in data 7 dicembre 2000 -:
in che modo l'E.D.S. abbia quantificato la disponibilità ai sensi della legge n. 68 del 1999 in Campania e come abbia ritenuto satura l'aliquota (1 per cento) a favore delle categorie diverse dai disabili, mentre questa pari al 7 per cento risulta vuota al punto da prevedere il 50 per cento delle assunzioni per due anni scolastici consecutivi, 2000-2001 e 2001-2002. (L'interrogante si chiede se il 15 per cento delle riserve previste dalla legge n. 482 del 1968 sia stato assorbito solo da orfani di guerra e da altre categorie protette, poiché fino al settembre del 2000 non esistevano invalidi civili interessati ad assunzioni nel comparto scuola);
quali provvedimenti intenda assumere il Ministro interrogato per salvaguardare i vincitori dei concorsi di fronte a


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questa palese ingiustizia, che si potrebbe tramutare in estrema beffa se, come si evince dal decreto taglia-cattedre, le prossime assunzioni a tempo indeterminato saranno notevolmente decimate.
(4-02395)