Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 94 del 7/2/2002
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(Interventi volti al sostegno dell'autotrasporto ed al potenziamento del sistema dei valichi alpini - n. 3-00649)

PRESIDENTE. L'onorevole Parolo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00649 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).

UGO PAROLO. Signor Presidente, faccio riferimento alle recenti proteste attuate dagli autotrasportatori e al fatto che l'Austria ha adottato misure penalizzanti nei confronti degli autotrasportatori italiani (mi riferisco al sistema degli ecopunti), che la Confederazione elvetica ha adottato una disciplina sempre più restrittiva in materia di trasporto su gomma delle merci, che ci sono continui rinvii della data di riapertura del traforo del Monte Bianco, che il sistema dei valichi alpini è assolutamente inadeguato e che vi sono gravi ripercussioni negative, non solo sul comparto degli autotrasportatori, ma anche sul sistema economico generale. Chiediamo, quindi, al ministro quali provvedimenti il Governo intenda assumere per risolvere la crisi del settore, anche in relazione alla necessità di ridiscutere, in sede europea, le misure adottate dagli Stati membri e, inoltre, quali strategie intenda perseguire, nel medio e lungo termine, per potenziare il sistema dei valichi alpini e, conseguentemente, il trasporto su rotaia delle merci.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, professor Lunardi, ha facoltà di rispondere. Gli ricordo che il tempo a sua disposizione è di tre minuti.

PIETRO LUNARDI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole interrogante, i valichi alpini costituiscono le vie obbligate per lo svolgimento dei traffici tra l'Italia e gli altri paesi dell'Unione europea.
Quello della permeabilità del sistema alpino è un problema che per molti anni non è stato affrontato in modo concreto e che, adesso, sta generando non pochi danni all'assetto economico del paese: vi è il rischio di delocalizzare alcune attività produttive in altri ambiti europei, a scapito, magari, di aree italiane storicamente consolidate, come quella della pianura padana.
A tale pregiudizio dovrà essere posto rimedio in tempi brevissimi. È paradossale, difatti, che all'abbattimento delle frontiere politico-amministrative si contrapponga, negli anni 2000, la barriera fisica dell'arco alpino.
Il Governo ha preso atto della grave situazione e non ha perso tempo. Contestualmente all'approvazione della legge obiettivo da parte del Parlamento, il 21 dicembre 2001 il CIPE ha approvato una delibera che prevede 12.325 miliardi di lire da utilizzare nei prossimi dieci anni al fine di risolvere il problema dei valichi.
Di questi, 325 miliardi sono destinati al traforo stradale del Frejus concorrendo finanziariamente con i francesi. Tutto il resto dei 12.325 miliardi è dedicato alle ferrovie. Così, cito ad esempio, sono previsti per la parte italiana 3 mila 500 miliardi di lire per il traforo dell'Alpetunnel, cioè la tanto auspicata linea Torino-Lione.


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Altri 3 mila 500 miliardi sono stanziati per il traforo del Sempione e l'adeguamento sulla linea Genova-Novara - Domodossola-Loetchberg e Germania.
Cinquemila miliardi sono poi destinati al traforo del Brennero.
Questi non sono investimenti generici, ma sono i primi segmenti dell'opera e non cifre nell'ambito di discorsi fumosi.
In attesa che sia pronto questo sistema di valichi ferroviari, si debbono affrontare alcune emergenze in fase transitoria, quali il cadenzamento del traffico per l'accesso ai valichi creando piazzali di sosta o di attesa, soprattutto per i mezzi pesanti. Si tratta di un problema di grandi proporzioni che stiamo discutendo a livello nazionale, insieme a quello del traffico alternato per alcuni valichi stradali come quello del monte Bianco.
Così, in questo momento di transizione, non solo l'Italia, ma tutta l'Europa sta puntando a soluzioni alternative come quella del ferroutage, le autostrade viaggianti su ferrovia che, tuttavia, rappresentano un'ipotesi di non semplice sviluppo. Abbiamo aderito, anche mediante finanziamenti, a questa fase sperimentale che durerà dal 2002 al 2005 e che si concentra su alcuni percorsi particolari su cui vengono sperimentati carrelli speciali per caricare i mezzi pesanti. Tale operazione è intesa a valutare la convenienza economica dell'investimento e la sua reale capacità di alleggerire il traffico su strada.
Parimenti stiamo puntando sulle cosiddette autostrade del mare. Abbiamo stipulato già un accordo di collaborazione con Francia e Spagna proprio per lanciare questo sistema.
È stato qui sollevato il problema delle penalizzazioni degli autotrasportatori italiani rispetto ai loro colleghi europei per una serie di motivi tra cui quello degli ecopunti in Austria e i pedaggi in Svizzera. È una questione attualmente all'attenzione del Governo che ne sta discutendo sia con quello svizzero sia con quello austriaco per cercare di definire gli interventi più urgenti. Così si sta lavorando per arrivare alla sospensione degli ecopunti austriaci per evitare la prospettata proroga al 2004.
In tal senso sono già in corso ottimi e fattivi contatti anche con la Commissione europea ed il commissario De Palacio per arrivare, prima possibile, ad una completa liberalizzazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Parolo ha facoltà di replicare. Ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione.

UGO PAROLO. Signor Presidente, vorrei ringraziare il ministro a nome del gruppo della Lega nord Padania per l'esauriente risposta. Del resto, il ministro aveva già indicato più volte come prioritario il problema derivante dall'assoluta inadeguatezza dei trafori alpini e la conseguente carenza di collegamenti adeguati tra le regioni padane e il resto d'Europa. Riteniamo corretta l'intenzione del Governo di mirare strategicamente al potenziamento del trasporto su rotaia delle merci.
In tal senso vanno sicuramente interpretati gli ingenti finanziamenti citati dal ministro per realizzare il potenziamento del traforo del Frejus e del Brennero e degli altri trafori citati.
Tuttavia, riteniamo che in un contesto più generale della mobilità con l'Europa occorra promuovere, come in effetti il Governo già sta facendo, l'effettiva realizzazione del cosiddetto corridoio 5, il corridoio commerciale a sud delle Alpi lungo la tratta Barcellona-Milano-Venezia-Lubiana-Kiev.
Infine ricordiamo che sarebbe un errore dimenticare che per i brevi tragitti fuori dai grandi corridoi di collegamento le merci comunque continueranno ad essere trasportate su gomma. In tale contesto un'attenzione deve essere rivolta anche ai valichi alpini minori, che peraltro rivestono e sempre più rivestiranno un ruolo strategico anche per il turismo.
Concludo, signor Presidente, ribadendo che, nell'immediato, per risolvere la crisi contingente del settore degli autotrasporti contiamo su un'efficace azione politica del Governo nei confronti degli Stati europei interessati, in particolare, naturalmente, la Francia, per quanto riguarda il traforo del


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monte Bianco, e l'Austria, per il sistema degli ecopunti.

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