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PRESIDENTE. L'onorevole Zanella ha facoltà di LUANA ZANELLA. Signor Presidente, intendo illustrare brevemente l'interpellanza della quale sono firmataria. Nella giornata di ieri, nel corso della discussione e dell'approvazione del disegno di legge collegato in materia ambientale, ci siamo a lungo soffermati sulla problematica dell'inquinamento e delle bonifiche dei siti inquinati nel nostro territorio.
bene: basti pensare alle fioriere delle nostre città, alle panchine, ai giochi per i bambini. Tale colorazione è dovuta all'impregnante che protegge il legno contro insetti, microrganismi, parassiti e funghi. Si tratta di un impegnante molto pericoloso, ovvero il chromated copper arsenic (noto come Cca), composto da una soluzione di ossidi di cromo, di rame e di arsenico; il legno viene impregnato di questa soluzione, attraverso un procedimento che si svolge in autoclavi. In queste ultime viene inserito il legno e tolta l'aria per consentire all'impregnante di penetrare nelle fibre. Vi sono quindi concentrazioni che variano a seconda del tipo di legno, ma che in generale sono molto elevate.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, senatore Cursi, ha facoltà di CESARE CURSI, Sottosegretario di Stato per la salute. La ringrazio, signor Presidente. Nel rispondere all'onorevole Zanella, vorrei sottolineare l'importanza di questa interpellanza urgente, per gli effetti nocivi che l'impregnante in oggetto può arrecare - come ricordava l'onorevole interpellante - soprattutto nel settore dei giochi: tali manufatti in legno, infatti, vengono utilizzati soprattutto nei parchi giochi, in particolare nelle grandi aree metropolitane.
in legno da attacchi di agenti biologici diversi. Benché tale miscela costituisca un efficace mezzo preservante, i potenziali pericoli per l'ambiente, oltre che per la salute umana, derivanti dal rilascio graduale di composti a base di cromo e arsenico, in particolare dai materiali impregnati di CCA, sono in parte già noti. Si tratta di pericoli che riguardano maggiormente il comparto acquatico e il comparto del suolo, che costituiscono le principali vie di esposizione ambientale a tali contaminanti. Generalmente, nei suoli moderatamente dotati di materia organica, i livelli di cromo, rame e arsenico risultano modesti, ma, in questi casi, la contaminazione può riguardare le falde acquifere, se le condizioni idrogeologiche sono favorevoli ai processi di contaminazione delle acque sotterranee ovvero, nel caso di prossimità di invasi naturali e artificiali, anche delle acque superficiali e dei sedimenti. Gli effetti tossici dell'arsenico su alghe ed altri organismi acquatici sono ampiamente noti e documentati nella letteratura scientifica.
alcune tipologie di biocidi, tra cui disinfettanti e sostanze poste in commercio come germicidi o batterici, insetticidi per uso domestico e civile, insettorepellenti, topicidi e ratticidi ad uso domestico e civile e kit di reagenti per il rilevamento di anticorpi anti-HVV e kit per la rilevazione di HBsAg o anti-HCV, che non rientrano nel campo di applicazione della direttiva sui biocidi. Pertanto, i preservanti del legno non rientrano fra i prodotti disciplinati dal decreto del Presidente della Repubblica n. 392 del 1998.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanella ha facoltà di LUANA ZANELLA. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per l'elaborata e documentata risposta, che presenta luci, ma anche ombre. In particolare, egli ha affermato che non conosciamo nei dettagli la situazione e che non disponiamo di dati né per quanto riguarda i lavoratori che sono stati esposti a cicli produttivi in cui queste sostanze tossiche sono state usate né sullo stato di inquinamento dei parchi.
Con questo strumento del sindacato ispettivo, intendiamo porre in evidenza un problema di inquinamento, forse meno noto, ma non per questo meno insidioso, anche per la dimensione che esso assume in Italia e fuori di questo paese. La questione riguarda le strutture in legno da esterni, presenti nei nostri parchi, nell'arredo urbano ed anche nelle case private, che appaiono di colore verdastro. Le conosciamo
È stata rilevata da anni negli Stati Uniti d'America la pericolosità di tale soluzione, proprio per la presenza, accanto al rame, dell'arsenico e del cromo, che vengono rilasciati nel terreno con la constatata penetrazione di queste sostanze velenose sotto il suolo e in particolare nelle falde acquifere. Si tratta quindi di agenti tossici e cancerogeni. Sono stati registrati negli Stati Uniti diversi casi di intossicazione a seguito dell'ingestione, dell'inalazione e anche attraverso un contatto continuativo che riguarda particolarmente i bambini i quali, giocando nei parchi, vengono a contatto con tali sostanze. È stato rilevato, da parte anche di associazioni di consumatori negli Stati Uniti, che i bambini riportavano allergie.
Sono state anche compiute esperienze importanti, sempre negli Stati Uniti d'America, attraverso il prelievo di campioni di terreno, in cui la concentrazione dell'arsenico e del cromo è risultata essere cento volte superiore alla quantità normalmente tollerata.
Sono state anche adite le vie giudiziarie e vi sono processi in corso. Insomma, vi è uno sviluppo della problematica relativa a questo componente che, come spesso succede, ha suscitato l'attenzione da parte delle aziende per trovare altre vie, per verificare la possibilità di impregnare il legno con sostanze meno pericolose, meno tossiche e, alla lunga, anche più convenienti dal punto di vista economico.
Vorrei far rilevare che in alcuni parchi degli Stati Uniti sono state addirittura apposte indicazioni per avvertire la popolazione, come, ad esempio, quella che consiglia di lavare le mani ai bambini. La pericolosità dei componenti usati per proteggere il legno è stata oggetto anche di questo tipo di precauzione.
Ora noi ci chiediamo: in Italia, qual è lo stato dell'arte? Quanto è diffuso questo tipo di solvente, questa soluzione di ossidi di cromo, rame e arsenico utilizzata per proteggere il legno e che tipo di incidenza ha sul livello di inquinamento, soprattutto nei luoghi frequentati da bambini? Quali precauzioni vogliamo prendere?
Si tratta di un'interpellanza urgente che vuole prevenire ed aiutare il Governo a compiere un'azione di prevenzione e di informazione della cittadinanza.
Mi sembra che tale manufatto in legno abbia creato non pochi problemi anche alle aziende del settore delle telecomunicazioni che utilizzavano questo tipo di prodotto per la palificazione (parlo, soprattutto, delle palificazioni che si realizzavano qualche anno fa e che ormai sono state abbondantemente superate dai nuovi prodotti tecnologici).
Le sostanze oggetto dell'interpellanza (sali di rame, cromo, arsenico) vengono utilizzate in miscela per preservare i manufatti
Il Ministero della salute partecipa da anni, con propri funzionari, al gruppo di lavoro istituito presso la Commissione europea che si occupa della gestione e dell'aggiornamento della direttiva del Consiglio 769/76, concernente il ravvicinamento delle disposizioni relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi. Il cromo, l'arsenico e il cadmio - come ricordava l'interpellante - sono già stati oggetto di valutazione del gruppo di lavoro e sono assoggettati alla disciplina della direttiva.
La direttiva 769/76 è stata recepita nell'ordinamento italiano con il decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 904. Il decreto del Presidente della Repubblica è completato da un allegato che riporta l'elenco delle sostanze e dei preparati oggetto delle limitazioni. Tale allegato è stato periodicamente aggiornato da direttive della Commissione europea che sono state recepite nell'ordinamento giuridico italiano con decreti del ministro della salute. Il decreto ministeriale 29 luglio 1994 ha sostituito l'allegato 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 904 del 1982. Infatti, alla voce 17 sono riportati, fra gli altri, i composti dell'arsenico, e alla voce 21 del cadmio.
Il successivo decreto ministeriale 13 dicembre 1999 ha disciplinato i composti del cromo. In virtù di tali disposizioni, le citate sostanze risentono di stretta limitazione d'uso. La Commissione europea ha attivato un sondaggio sull'attuale utilizzo dell'arsenico e sulla proposta di una nuova direttiva che dovrà limitarne l'uso. La Commissione europea ha incaricato una società di realizzare uno studio ad hoc su cadmio, arsenico e cromo, con l'indicazione di valutare, in maniera prioritaria, l'eventuale danno nei confronti della salute dei bambini che hanno accesso a giochi realizzati con legno, presenti nei parchi giochi.
Sotto il profilo giuridico, i preservanti del legno sono definiti biocidi, figurando tra i prodotti disciplinati dal decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 174, con il quale è stata recepita la direttiva 8/98 in materia di immissione sul mercato dei biocidi.
In Italia - questo è un dato importante ai fini della prospettiva del controllo - la loro immissione sul mercato è autorizzata dal Ministero della salute, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del citato decreto legislativo n. 174 del 2000, d'intesa col Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio per ciò che concerne la valutazione degli aspetti ambientali. Poiché la direttiva 8/98 prevede un periodo transitorio di dieci anni a decorrere 14 maggio 2000 - periodo entro il quale tutti i principi attivi in commercio nell'Unione europea dovranno essere sottoposti ad una rigorosa valutazione del rischio -, il Ministero della salute può continuare ad autorizzare i biocidi a base di principi attivi presenti sul mercato entro la stessa data, ossia il 14 maggio 2000, in base alle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1998, n. 392. Si segnala altresì che il decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1998, n. 392 - che tratta l'intera materia dei presidi medico chirurgici - disciplina solo
In base al regolamento comunitario n. 1896/00, i principi attivi, destinati ad essere utilizzati nei biocidi, che non saranno identificati o notificati alla Commissione europea entro il 28 marzo 2002, non potranno più essere immessi sul mercato, in nessuno Stato membro. Vi è un dato molto preciso, ossia la data del 28 marzo.
I principi attivi notificati alla Commissione europea, per i quali sono state presentati, dalle imprese, informazioni dettagliate, saranno invece inseriti nel programma di revisione europeo. A tal riguardo, l'articolo 6, paragrafo 2, del regolamento comunitario in esame specifica che solo i biocidi contenenti i principi attivi notificati potranno continuare ad essere immessi sul mercato, secondo le norme nazionali vigenti, sino alla conclusione della relativa revisione e, comunque, non oltre il decimo anno dall'entrata in vigore della direttiva, 14 maggio 2010.
Per i biocidi contenenti principi attivi identificati ma non notificati con informazioni dettagliate, l'articolo 6, paragrafo 3, del regolamento, prevede, invece, un periodo di permanenza sul mercato non superiore a tre anni. In conclusione, occorrerà attendere il termine del 28 marzo 2002 - quindi una data abbastanza vicina - per conoscere l'elenco completo dei principi attivi che potranno permanere sul mercato. Dopo tale data, il Ministero della salute dovrà adottare, infatti, un provvedimento di ritiro dal mercato di ogni biocida che non contenga principi attivi notificati o identificati. Nel caso in cui nell'elenco comunitario dei principi attivi notificati fosse compresa la miscela di rame, cromo e arsenico (CCA) tale miscela sarebbe inserita nel programma di revisione europeo per una approfondita valutazione del rischio, per la salute umana e per l'ambiente.
Viceversa, qualora tale miscela fosse solo identificata o, a maggior ragione, non fosse né identificata né notificata, la sua permanenza sul mercato per l'utilizzo come preservante del legno sarebbe alquanto limitata nel tempo.
Per quanto attiene, infine, alla richiesta degli interpellanti di fornire dati sperimentali, allo stato attuale, i laboratori e i dipartimenti dell'ISPESL non dispongono di dati relativi alla misura dell'esposizione dei lavoratori ai composti chimici tossici emessi durante la manipolazione di Cca durante le fasi di impregnazione del legno né di dettagli relativi alla situazione dei luoghi in cui, in Italia, vengono maggiormente sistemati manufatti impregnati di Cca.
Con riferimento, poi, ad un altro punto dell'interpellanza presentata dall'onorevole Zanella ed altri, penso sia opportuno che il Ministero della salute solleciti il Ministero delle attività produttive a fornire dati, provenienti dalle Camere di commercio, sulle aziende produttrici di legnami impregnati. Non sempre, infatti - lo so per conoscenza diretta -, tali aziende hanno avuto la capacità, l'intelligenza o la sensibilità di notificare alle Camere di commercio che fra le loro attività rientra anche l'utilizzo del legnami impregnati.
Infine, avvalendosi della collaborazione delle amministrazioni comunali e delle province - delegate ad effettuare tali operazioni -, il ministero si premurerà di effettuare un'opera di verifica e di monitoraggio, al duplice fine di attuare un'azione di prevenzione dei rischi derivanti dall'impiego di sostanze tossiche e di intervenire direttamente per far cessare tale attività.
Questa, è una situazione oggettivamente pericolosa. Peraltro, anche se fosse completata e venisse applicata la normativa europea in materia (abbiamo visto, invece, che anche su questo versante vi sono parecchie ombre, parecchie zone di oscurità, poiché il percorso è tutt'altro che portato a compimento), anche se la normativa dovesse fornire risposte più adeguate, dovremmo pur sempre affrontare il problema di tutto ciò che, di pericoloso, già esiste sul territorio (ad esempio, il sottosegretario ha fatto riferimento alla palificazione usata per la costruzione degli elettrodotti).
Nel dare atto dell'attenzione che è stata posta al tema, debbo tuttavia rilevare che, come accade in altri campi, rischiamo che i parchi, i luoghi frequentati dai bambini nelle città, i luoghi frequentati dalle persone che desidererebbero trascorrere il proprio tempo libero all'aria aperta e pulita, diventino una vera e propria bomba ecologica. Oggi non siamo in grado di valutare le conseguenze di tale situazione, ma domani saremo costretti a fare i conti, anche economicamente, con un'amara realtà (come stiamo facendo con i siti inquinati da bonificare); e quando quel momento verrà, puntualmente non sapremo di chi sia stata la colpa né riusciremo a far pagare chi ha inquinato, nemmeno facendo ricorso alla giustizia.
Chiedo al Governo di agire in maniera più risoluta e più concreta e di dare agli enti locali - chiamati alla concreta gestione - strumenti normativi, indicazioni, linee guida che consentano di frapporre un argine e, poi, di porre rimedio al problema; chiedo, inoltre, che i ministeri interessati si attivino per farci conoscere la situazione fino in fondo.