Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 86 del 24/1/2002
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(Convegno «Atmosfere in nero» organizzato a Trieste dall'associazione Novecento - n. 2-00190)

PRESIDENTE. L'onorevole Damiani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00190 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 11).

ROBERTO DAMIANI. Signor Presidente, il 27 gennaio, domenica prossima, il paese celebrerà la «Giornata della Memoria».
A Trieste, la cerimonia principale avrà luogo a San Sabba, nella vecchia pileria di riso che le autorità tedesche di occupazione adibirono, nel 1943, a campo di detenzione e, dalla primavera dell'anno successivo, di sterminio.
Alle spalle il tragico privilegio di essere stata, così, l'unica città italiana sede di un Lager nazista, dramma a cui si accompagnò anche quello delle foibe, Trieste registra oggi, con sgomento e preoccupazione, una serie di recenti episodi che ne offuscano la storica reputazione di «sabbiano» crogiolo di razze, di fervido crocevia di più identità nazionali, di emporio cosmopolita che, anelando all'Italia, ebbe a compiere nel 1918, poi nel 1954, una precisa scelta di civiltà e di cultura che non offendesse, e piuttosto esaltasse, i fermenti preziosi delle altre culture di cui, nel Settecento e nell'Ottocento, erano state innervate la sua poderosa crescita sociale e la sua straordinaria affermazione economica.
Citerò sinteticamente, signor sottosegretario, alcuni soltanto di tali episodi, non senza sottolineare come, purtroppo, ad essi si associno altre, meno sofisticate manifestazioni di intolleranza razziale, coniugate, spesso, a fenomeni di intolleranza verso l'etnia autoctona di lingua slovena. Il primo si è verificato poco più di un anno fa, quando l'amministrazione del comune di Muggia, retta dall'attuale sindaco di Trieste, deliberava di intitolare una piazza alla memoria di un caduto della seconda guerra che, peraltro, era stato uno dei più accreditati teorici italiani dell'antisemitismo. L'atto veniva cassato solo dopo che si


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era levato nell'intero territorio della provincia di Trieste un ampio coro di sdegnate reazioni.
Il secondo episodio si è verificato nell'estate scorsa, a seguito dell'affermazione elettorale della Casa delle libertà alle elezioni amministrative, veniva collocato nella galleria dei primi cittadini di Trieste, nel palazzo municipale, il ritratto dell'avvocato Cesare Pagnini, nominato podestà dalle autorità tedesche di occupazione. L'avvocato Pagnini era stato sino al 1943 al vertice dell'associazione di amicizia Italia e Germania, sezione di Trieste, ed era condirettore della rivista La Porta Orientale, assieme all'avvocato Bruno Coceani, imposto dagli stessi nazisti quale prefetto, ed al professor Federico Pagnacco, che su di essa scrisse una violenta requisitoria contro l'ebreo Giani Stuparich, scrittore di gran fama ed eroe della grande guerra (medaglia d'oro), determinando la successiva traduzione sua, di sua madre di sua moglie, alla citata risiera di San Saba.
Inoltre, sempre nell'estate scorsa il sindaco di Muggia sino alla primavera, vicesindaco e successore designato dell'attuale sindaco di Trieste, di suo pugno vergava su una fattura registrata in atti un'espressione gravemente ingiuriosa del popolo ebraico. Raggiunto da querela, inviava al quotidiano locale Il Piccolo, quale agghiacciante autodifesa, la fotocopia dal dizionario linguistico del lemma ebreo, sostenendo che fosse così da ritenersi sancita l'identificazione automatica tra l'essere ebrei e l'essere avari al punto di non onorare gli impegni finanziari assunti.
Infine, lo scorso autunno, l'associazione triestina Novecento, ignota alla maggioranza degli intellettuali giuliani - qui parlo anche come vecchio docente universitario - , ma ciò nondimeno molto generosamente sovvenzionata dalla mano pubblica, organizzava un incontro - poi non svoltosi soltanto per l'indisponibilità dell'ospite - con la testimonianza di un volontario della brigata Waffen SS Charlemagne, ancora oggi attivo divulgatore dei disvalori propugnati dall'ideologia nazista. Tutto ciò avveniva, signor sottosegretario di Stato, con il corollario di una fervida ripresa di contatti istituzionali e personali delle autorità cittadine con il governatore della Carinzia, dottor Haider, su cui ebbe ad esprimere rigorosissime, giuste e condivisibili riserve, mai smentite o ritirate, anche il Presidente del Consiglio e ministro degli esteri ad interim onorevole Silvio Berlusconi.
Il quesito è semplice quanto delicato: può l'autorità statale ignorare o soltanto sottovalutare la portata di episodi così palesemente emblematici di una regressione verso gli schemi mentali che hanno condotto all'olocausto?

PRESIDENTE. L'onorevole sottosegretario di Stato, senatore D'Alì, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO D'ALÌ, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interpellanza urgente iscritta all'ordine del giorno della seduta, l'onorevole Damiani richiama l'attenzione dell'Assemblea su alcuni episodi avvenuti recentemente nella città e nella provincia di Trieste, nella che, a parere dell'interrogante, sarebbero contrari allo spirito della Costituzione. Ritengo necessario premettere che l'autonomia costituzionalmente riconosciuta agli enti locali rende questi liberi di formulare il proprio indirizzo politico-amministrativo, attraverso gli atti del Governo locale, anche in materia di toponomastica, per la denominazione di nuove strade, piazze, monumenti o altri luoghi aperti al pubblico.
L'autonomia è una conquista ed un elemento fondante della nostra Costituzione e lo sarà ancora di più al momento del completamento del processo, ormai avviato, di riforma dello Stato. Da ciò deriva che eventuali censure nei confronti di iniziative dei rappresentanti diretti dei cittadini, devono essere valutate con ogni cautela.
Ciò premesso, dagli accertamenti effettuati tramite l'autorità di Governo è emerso che il convegno di cui l'onorevole interpellante rileva la presunta antidemocraticità dell'orientamento politico, ha avuto luogo il 1o dicembre scorso, presso


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la Sala Oceania del centro congressi della locale stazione marittima.
A questa iniziativa, denominata «Atmosfere in nero - intellettuali francesi fra le due guerre - Céline, Brasillach, Drieu la Rochelle», promossa dall'associazione culturale Novecento, hanno partecipato circa cento persone, per lo più militanti di movimenti ed associazioni di destra.
In qualità di relatori erano presenti: Giano Accame, giornalista e scrittore, Maurizio Cabona, redattore de Il Giornale, Edoardo Fiore, avvocato e saggista, Philip Junod, avvocato e presidente dell'associazione «Amis R. Brasillach».
Nel corso del convegno gli oratori, coordinati da Angelo Lippi, presidente dell'associazione Novecento, dopo aver illustrato le opere degli scrittori francesi citati si sono soffermati sull'analisi della scelta ideologica di questi ultimi.
Alla manifestazione, che ha avuto luogo pacificamente, non ha partecipato, contrariamente a quanto preannunciato, Christian de la Maziere, volontario delle SS nella divisione Charlemagne, il cui invito aveva suscitato sconcerto ed indignazione in buona parte della popolazione locale, determinando, altresì, le vibrate proteste della locale comunità ebraica, sfociate in un formale appello alle autorità affinché il convegno non avesse luogo.
Proprio per non alimentare ulteriormente tali polemiche, il sindaco di Trieste ed il presidente della provincia di Trieste, accusati di aver patrocinato l'incontro tramite le rispettive amministrazioni e additati quali ispiratori della manifestazione hanno sottolineato la loro estraneità all'evento mediante dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa locali e non hanno partecipato all'incontro.
Riguardo poi alle altre questioni sollevate, desidero precisare che la richiesta di intitolazione di una piazza a Nicolò Giani era stata formulata dall'associazione nazionale alpini poiché questi era un alpino, decorato di medaglia d'oro, come risulta dalla biografia e dalla motivazione dell'alta onorificenza allegata alla richiesta. Conseguentemente la giunta, a norma di legge, già nel 1999, aveva richiesto il parere dell'organo consultivo comunale in materia di toponomastica, quello del Ministero per i beni e le attività culturali e della deputazione di storia patria per la Venezia Giulia che avevano, tutti, dato il loro benestare, ed a seguito di tali pareri aveva deliberato, in data 23 dicembre 1999, l'intitolazione della piazza. La decisione, tuttavia, è stata revocata in seguito alle vivaci reazioni dell'opinione pubblica poiché il Giani è risultato autore, nel 1939, di un libro ritenuto antisemita, motivo per il quale il sindaco e di vicesindaco di quel comune hanno sospeso l'efficacia della delibera decidendo, nel marzo 2000, di intitolare l'area in questione, piazza Italia.
Per quanto concerne poi la presunta ispezione antiebraica posta su un documento ufficiale dall'attuale sindaco di Muggia, si rappresenta che la vicenda, per la precisione, riguarda un carteggio privato tra studi professionali concernente alcuni lavori di un edificio della locale comunità ebraica e la difficoltà di ricevere il compenso per le prestazioni rese. Va comunque rilevato che il giorno 19 ottobre 2001, mediante avviso a pagamento pubblicato sul locale quotidiano Il Piccolo, il sindaco ha pubblicamente chiesto scusa per l'episodio.
Infine, per quanto riguarda la collocazione del ritratto dell'ultimo podestà di Trieste nella galleria dei sindaci Trieste, della questione ho già avuto modo di riferire diffusamente nel corso del dibattito svolto di fronte a questa stessa Assemblea, il 26 luglio scorso, dibattito che richiamo integralmente e nel quale ho evidenziato l'assoluta legittimità di quell'atto.

PRESIDENTE. L'onorevole Damiani ha facoltà di replicare.

ROBERTO DAMIANI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la cortese risposta, grazie anche per la tempestività. Ovviamente non posso dichiararmi per nulla soddisfatto. Personalmente seggo in questo Parlamento quale deputato del tutto indipendente e quindi rispondo alla mia coscienza ed agli elettori senza il


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filtro di convenienze di partito e di logiche di schieramento che, troppo spesso, evidentemente, inducono a giustificare, più nei fatti - grazie anche all'uso intenso dei formalismi giuridici - comportamenti che sono del tutto censurabili sotto il profilo dell'etica politica e della morale umana.
Per quanto riguarda l'associazione Novecento rimane la responsabilità di un invito, anche se l'assenza dell'oratore da lei menzionato non si deve certamente ad un ripensamento dell'associazione stessa, bensì ad una indisposizione dell'oratore chiamato. Dell'associazione Novecento è presidente, lei lo ha ricordato, un aderente ad un partito di Governo, parente stretto di altro esponente locale dello stesso partito, che ha espresso anche il presidente della provincia di Trieste e qui desidero sottolineare come sia stato concesso a Novecento, che già godeva di generosa sovvenzione regionale, un sostanzioso contributo finanziario con provvedimento temporalmente successivo ai fatti che abbiamo esaminato, con una delibera della fine del dicembre 2001.
Per quanto riguarda un altro episodio, il sindaco di Trieste, non pago di quanto ebbi a ricordare, ha usato di recente, in veste ufficiale, espressioni di clamorosa e sboccata violenza nei confronti di un consigliere comunale di opposizione, scurrilmente fondandole sulla mai celata omosessualità di quest'ultimo, e non si potrà negare che è metodo in linea con le storture ideologiche che ho menzionato nell'interpellanza.
Per ora, signor sottosegretario, mi fermo qui, e la prego di non considerare una provocazione, anzi tutt'altro, la proposta che ora formulo per il cortese suo tramite. Il Presidente del Consiglio ama dispensare regali: orologi ai parlamentari più assidui, monili alle signore, convertitori euro-lire agli utenti della telefonia fissa. Alla prima occasione, e domenica prossima sarebbe un'occasione ideale, doni agli amministratori locali un sintetico manuale di storia del novecento. Nella maggior parte dei casi, volentieri lo riconosco, sarà un segno gradito, ma privo di effettiva utilità. In altri pochi casi, tra essi, purtroppo, Trieste e Muggia, sarà un sussidio prezioso. Anche il vecchio, sinteticissimo Bignami aprirebbe orizzonti di elementare conoscenza che allo stato attuale sembrano, all'evidenza, assolutamente preclusi.

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