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gli organi periferici del Ministero, elencando, in particolare al comma 1 i seguenti organi:
alcune migliaia di lavoratori, soprattutto giovani, ed è in continua espansione -:
Calbianco, Calmagno, Montececcolino, Monteorciaro e la frazione di Sant'Ansovino;
il decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 2000, n. 441 «Regolamento recante norme di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali», emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis legge 23 agosto 1988, n. 400, detta disposizioni relative alla riorganizzazione del Ministero, in ottemperanza alle disposizioni sulla riforma dell'organizzazione del Governo di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, ed in particolare agli articoli 52, 53 e 54, relativi al Ministero per i beni e le attività culturali;
l'articolo 12 del suddetto decreto del Presidente della Repubblica n. 441 ha disciplinato
a) le soprintendenze regionali per i beni e le attività culturali;
b) le soprintendenze per i beni architettonici e per il paesaggio;
c) le soprintendenze per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico;
d) le soprintendenze per i beni archeologici;
e) le soprintendenze archivistiche;
f) gli archivi di Stato;
g) le biblioteche statali;
h) i musei e gli altri istituti di conservazione dotati di autonomia;
l'articolo 14 ha definito i compiti delle soprintendenze per il patrimonio storico artistico, delle soprintendenze per i beni architettonici e per il paesaggio, delle soprintendenze per i beni archeologici e di quelle per i beni archivistici;
l'articolo 17 comma 3 dello stesso decreto del Presidente della Repubblica n. 441, fra le disposizioni transitorie e finali, prevede che, entro un anno dall'entrata in vigore del regolamento stesso, si deve provvedere «anche mediante distinti decreti» al riordino delle soprintendenze di cui all'articolo 14 ed alla individuazione delle soprintendenze speciali;
la provincia di Salerno è, per estensione e per numero di comuni (n. 158), la più vasta e ricca di beni monumentali, ambientali, archeologici;
la maggior parte dei comuni è costituita da aree interne e mal collegate;
tutto il territorio provinciale è sottoposto a vincoli paesaggistici e che ben 93 comuni sono ricompresi nelle aree protette ex legge 394/91 e dichiarate patrimonio mondiale dell'UNESCO;
quale sia lo stato del processo di riordino delle soprintendenze di cui all'articolo 14 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 441, con particolare riferimento al territorio della regione Campania, e quale siano gli intendimenti del Governo al fine di non privare il territorio della provincia di Salerno di importanti strutture periferiche autonome per la tutela del patrimonio di cui al predetto articolo 12 (BB.AA e Ambientali, Archeologici, Archivio di Stato).
(5-00531)
le disposizioni contenute nella legge finanziaria recentemente approvata prevedono un taglio dei finanziamenti al Fondo Unico per lo Spettacolo (F.U.S.) e mettono seriamente a rischio le attività del teatro in tutto il territorio nazionale, questione che l'Associazione generale italiana dello spettacolo (A.G.I.S.) ha già pubblicamente paventato;
in particolare, si segnala la grave ricaduta sul Sistema Teatrale dell'Emilia-Romagna, riconosciuto a livello internazionale come uno dei più efficienti e diffusi sul nostro territorio, la cui complessità e originalità è costituita da tante e differenti realtà, sia musicali che teatrali, che producono e diffondono cultura in stretta relazione con gli enti locali e l'amministrazione regionale;
si tratta di imprese pubbliche, ma soprattutto private o miste, le cui finalità ed interessi pubblici sono riconosciuti ed indiscutibili - qualcuna di queste imprese è persino studiata da prestigiose università economiche, quali la Bocconi di Milano, per il modello di efficienza che rappresentano;
il Sistema Teatrale dell'Emilia-Romagna non è solo un fatto di grande spessore artistico, ma una grande realtà imprenditoriale e occupazionale, che occupa permanentemente
se e quali provvedimenti intende intraprendere per scongiurare un'involuzione del panorama artistico nazionale e regionale, così vivace, fecondo ed internazionalmente riconosciuto, soprattutto negli ultimi anni, e per evitare il drastico ridimensionamento delle attività, con grave nocumento dei livelli occupazionali.
(4-01800)
nei circa quattro anni trascorsi in carica il professor Lino Micciché ha svolto l'incarico di Presidente della scuola nazionale di cinema - per unanime giudizio - in maniera eccellente, imprimendo all'istituzione nuova forza, nuove competenze e una nuova immagine, in ambito didattico come in ambito cinetecario, nelle attività editoriali come in quelle della produzione specializzata, nel reperimento di film come nell'acquisizione di fondi bibliotecari e documentari, stabilendo anche nuove e funzionali connessioni con gli ambienti universitari e con quelli scolastici, con i cineasti e con gli studiosi italiani e stranieri, dando vita altresì ad altre iniziative quale quella di una collettanea «Storia del cinema italiano» in quindici volumi, cui partecipano centinaia di studiosi che il Ministro per i beni e le attività culturali ha pubblicamente elogiato assieme al suo promotore, o quale l'apertura, per la prima volta nella ultrasessantennale storia dell'istituzione, di sedi e di attività didattiche distaccate;
il Ministro per i beni e le attività culturali ha deciso comunque di cambiare gestione procedendo a designare quale futuro presidente dell'ex Centro Sperimentale di Cinematografia - che è una scuola professionale di eccellenza ma anche la maggiore cineteca nazionale, uno dei più importanti editori di opere scientifiche sul cinema, un fondamentale archivio di documentazione cinematografica e un centro di produzione di film culturali e sperimentali - non una personalità scelta fra le centinaia e centinaia possibili tra cineasti, critici, docenti e studiosi di cinema, ma un sociologo prossimo alla pensione e del tutto ignaro di cinema, il professor Francesco Alberoni, il quale ha candidamente ammesso di essere soltanto un appassionato della VII Arte, quasi che potesse bastare una generica passione a sostituire la specifica competenza -:
quali siano state le motivazioni che hanno indotto il Ministro interrogato, che più volte ha affermato di voler imprimere sempre più efficacia e funzionalità alla macchina della Stato e di voler procedere alla gestione della cosa pubblica sulla base delle competenze e dell'interesse di tutti i cittadini, a non rinnovare l'incarico di Presidente della Scuola Nazionale di Cinema al professor Lino Miccichè;
in base a quali criteri abbia designato il professor Alberto Alberoni;
se, di fronte alla giusta e unanime reazione del mondo del cinema, costernato che possa accadere per la X Musa ciò che nessuno si sognerebbe di far accadere - e mai è in effetti prima accaduto - per le altre nove Muse, e ovvero, come è stato detto «chiamare un astrologo a italianistica» (Lizzani), il Ministro non ritenga di lasciare migliore memoria di sé al cinema italiano, ritirando l'incauta designazione - senza esporre il professor Alberoni ad ulteriore ludibrio - e designando chi crede purché abbia le competenze specialistiche necessarie a gestire e dirigere una istituzione che più specialistica di così non potrebbe essere.
(4-01823)
nel territorio del comune di Saludecio, in provincia di Rimini, sono presenti circa venti piccoli borghi cinquecenteschi, tra i più importanti dei quali spiccano
i ghetti, che nel 1500 erano abitati dai contadini sottomessi ai grandi proprietari terrieri, hanno un importante valore storico-architettonico e costituiscono un prezioso patrimonio da restaurare e valorizzare come testimonianza del periodo di dominio malatestiano sul territorio riminese;
i piccoli comuni della Valconca come Saludecio, nei quali si trovano questi antichi borghi autorizzano spesso, invece, lavori di demolizione e ristrutturazione che modificano irreparabilmente la struttura originaria degli edifici, non rispettando le caratteristiche ambientali e architettoniche dei fabbricati e compromettendo gravemente il valore paesistico dei paesini della provincia di Rimini -:
quali provvedimenti intenda adottare per tutelare il patrimonio storico-architettonico costituito dai borghi malatestiani della Valconca e se non ritenga opportuno inoltre promuoverne la valorizzazione culturale salvandoli dalla distruzione toccata invece a Pontia di Cerreto e Castelleale.
(4-01825)