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PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul trasferimento di un avvocato dello Stato.
Dopo l'intervento del ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, potrà intervenire un oratore per ciascun gruppo e un oratore per ciascuna delle componenti del gruppo Misto.
Ha facoltà di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Carlo Giovanardi.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Il Governo tempestivamente si reca in Parlamento per rispondere ad una questione che, come dimostreremo, non è assolutamente fondata nei termini in cui è stata posta dai parlamentari che sono intervenuti (l'onorevole Violante e l'onorevole Finocchiaro Fidelbo).
Tuttavia, per la gravità delle accuse - non tanto sottintese, ma molto palesi - che sono state mosse relativamente alla promozione dell'avvocato Salvemini, abbiamo ritenuto opportuno rispondere immediatamente, per stroncare ogni tipo di illazione rispetto a questo avvenimento.
Intanto, inquadro la situazione dal punto di vista generale. L'Avvocatura generale dello Stato dipende funzionalmente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ma, in considerazione delle funzioni che le sono attribuite, gode per legge di specifica autonomia e di guarentigie, in analogia a quanto avviene per la magistratura amministrativa.
Pertanto, in considerazione di tale dipendenza funzionale, i provvedimenti che riguardano gli avvocati sono formalmente
adottati, come in questo caso, con decreto del Presidente della Repubblica, necessariamente controfirmato dal Presidente del Consiglio secondo le norme costituzionali, ma la deliberazione sostanziale ad essi sottesa è assunta su proposta autonoma dell'Avvocato generale dello Stato, previo parere obbligatorio da parte di un organo di autogoverno elettivo denominato Consiglio degli avvocati dello Stato.
Tale parere obbligatorio è vincolante e non può essere superato per volontà né del Presidente della Repubblica né del Presidente del Consiglio, essendo espressione dell'organo di autogoverno dell'Avvocatura.
Dunque, in via generale, il provvedimento che prevede il trasferimento e l'assegnazione di un avvocato dello Stato è fatto da considerare solo formalmente rientrante nella competenza della Presidenza della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, ai sensi dell'articolo 89 della Costruzione, non avendo quest'ultimo, nella sostanza, né autonomia propositiva né dispositiva.
Nel caso specifico dell'avvocato Salvemini, sollevato da un articolo comparso questa mattina sul Corriere della sera dal titolo: «Toghe sporche, l'avvocato dello Stato "promosso" e trasferito a Brescia», che ritengo abbia fornito lo spunto per la richiesta di informativa da parte dei colleghi, incidentalmente venivano ricordate queste procedure, mentre - in qualche modo - si lasciava capire che lo spostamento o la promozione era avvenuta funzionalmente a procedimenti penali in corso a Milano nei quali poteva avere interesse il Presidente del Consiglio.
L'Avvocato generale dello Stato - e le parole che tra poco leggerò non sono mie, ma sono riferibili all'avvocato Plinio Sachetto, che è l'Avvocato generale dello Stato, nominato nell'aprile del 1999, quando non vi era il Governo Berlusconi, ma quello D'Alema - ha specificato, nel quadro della normativa generale, il problema della promozione dell'avvocato Domenico Salvemini, al quale erano state affidate e sono tuttora affidate importanti pratiche in vari settori tra cui, appunto, quello penale, in cui certamente - leggo le parole scritte dall'Avvocato dello Stato - è versato.
«Già anni or sono l'avvocato Salvemini aveva fatto conoscere la sua disponibilità ad assumere funzioni di avvocato distrettuale, disponibilità la cui richiesta non è prescritta, ma di cui, per quanto possibile, si tiene conto. Essendosi verificata recentemente la vacanza della titolarità dell'Avvocatura dello Stato di Brescia, il notorio prestigio di tale Avvocatura sembrava corrispondere alle attitudini, anche direttive, dimostrate dall'avvocato Salvemini che, per di più, non si trovava ad essere esposto, spostandosi da Milano a Brescia, a particolare disagio, il che parve ovvio al consiglio degli avvocati» sono sempre le parole dell'Avvocato generale dello Stato «e procuratori dello Stato» composto da otto membri, di cui quattro elettivi, oltre all'Avvocato generale «che, con motivazioni assai lusinghiere, ha condiviso all'unanimità» all'unanimità «la proposta in tal senso formulata dall'Avvocato generale.»
Il procedimento di nomina non ha avuto un iter diverso da tutti gli altri, anzi è stato più lento, dato il periodo estivo: dopo la seduta del 26 luglio, la motivata proposta dell'Avvocato generale venne inviata il 4 settembre 2001 alla Presidenza del Consiglio che, a sua volta, la inoltrò al Presidente della Repubblica, il quale dispose la nomina con decreto del Presidente della Repubblica del 26 settembre 2001. «Intervenuti gli ulteriori adempimenti di rito, dato il tempo di vacanza ormai trascorso, l'Avvocato generale provvide, con nota del 15 ottobre 2001, a comunicare la nomina all'avvocato Salvemini, dandovi immediata decorrenza ed egli, in data 16 ottobre,» due giorni fa «ha comunicato di aver assunto le funzioni a Brescia. D'altra parte, giova appena soggiungere» dice sempre l'Avvocato generale dello Stato «che della proposta di nomina inviata il 4 settembre alla Presidenza del Consiglio era stata data formale comunicazione allo stesso avvocato Salvemini in pari data.»
Chiarito l'iter seguito nella nomina, per quanto riguarda i processi penali in corso a Milano, «l'avvocato Salvemini, pur non essendo uno dei più autorevoli avvocati generali dello Stato» perché non è avvocato generale, qualifica che non gli spetta, «come si precisa soltanto» dice l'Avvocato generale dello Stato «per riguardo ad altri colleghi, è certamente, come si è detto, ampiamente dotato in maniera penale e, come sempre accade, a conoscenza dei processi che aveva in trattazione, ma non è l'unico avvocato dello Stato a poter seguire processi delicati. E comunque l'Avvocato generale» dice sempre l'avvocato generale «si riservava» e si riserva naturalmente, perché lo farà «di invitarlo a continuare a gestire, almeno temporaneamente, tali processi riservandosi, come previsto dalla normativa, di perfezionare l'iter relativo per ipotesi del genere in tempo utile per la ripresa dei processi in questione, prevista per metà novembre».
L'Avvocato generale dello Stato vuol dire, in soldoni, che affiancherà l'avvocato Salvemini agli altri avvocati dello Stato che continueranno a seguire queste vicende penali, in modo che le competenze dell'avvocato Salvemini si possano integrare con quelle degli altri avvocati che prenderanno il suo posto a seguito di tale promozione.
Mi sembra di aver spiegato molto chiaramente, respingendo le illazioni e le malizie contenute negli interventi di chi ha chiesto questa informativa, che il Presidente del Consiglio in questa vicenda non c'entra assolutamente nulla, come pure il Presidente della Repubblica, pur essendo cofirmatario di questo atto. La promozione dell'avvocato Salvemini è avvenuta, infatti, tramite l'iter che ho illustrato e che emana da una decisione dell'Avvocato generale dello Stato, nominato nella data da me citata precedentemente; tale decisione è stata avallata all'unanimità da questa specie di organo di autogoverno dell'Avvocatura generale dello Stato. È stato un atto predisposto nei tempi dovuti e che, oltretutto, non porterà alcuna conseguenza sui processi in corso a Milano.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor ministro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Violante. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor ministro, le siamo grati per la completezza e la tempestività della risposta. Credo che anche lei debba esserci grato: se non avessimo posto la questione in questi termini, sarebbe rimasta un'ombra abbastanza grave sulla Presidenza del Consiglio dei ministri e sul Governo perché, fino alla tarda mattinata di oggi, non c'era stata alcuna correzione alla notizia riportata dal quotidiano Corriere della sera.
Non c'era da parte nostra alcuna malizia, c'era - mi pare - un legittimo esercizio delle funzioni dell'opposizione che, avendo letto una notizia di questo genere sul maggior quotidiano italiano ed uno dei maggiori quotidiani europei, chiedeva ragioni al Governo. E abbiamo detto, stamattina, signor ministro, che noi non avremmo presentato un'interpellanza o un'interrogazione, proprio perché ritenevamo utile e necessario, su un tema di questo genere, che il Governo si presentasse immediatamente a chiarire, come lei ha fatto. Quindi, la ringraziamo per il chiarimento fornito.
La preoccupazione, tra l'altro, nasceva dal fatto che è vero che l'avvocato Salvemini non è l'unico penalista, ma è anche vero, come sanno alcuni colleghi qui presenti, che l'Avvocatura dello Stato, Presidente Fiori, ha moltissimi esperti di diritto amministrativo e civile e pochissimi esperti in materia penale, per il tipo di selezione e reclutamento che viene svolto, e l'avvocato Salvemini era uno di questi; inoltre, da parte sua vi era la conoscenza di quel processo assai delicato, che ha comportato lo studio e l'analisi, per molto tempo, di numerosi fascicoli.
Il fatto che l'avvocato Salvemini, come qui lei ci ha precisato, sarà autorizzato dall'Avvocato generale dello Stato a continuare, almeno per un tratto di tempo, nel suo esercizio di parte civile in quel processo, affiancato da altri avvocati che potranno prendere successivamente il suo
posto, ci tranquillizza da questo punto di vista. La ringrazio per la risposta che ci ha dato.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ringrazio per la collaborazione, allora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Castagnetti. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor ministro, anch'io la ringrazio di questa informativa urgente. Io sono grato all'Avvocatura generale dello Stato per questo impegno di utilizzare ancora l'avvocato Salvemini, affiancando gli altri avvocati dello Stato che interverranno nei procedimenti di cui si parlava sulla stampa questa mattina. Credo non sia troppo rilevare che probabilmente anche l'intervento del Parlamento, così tempestivo, ha aiutato questa decisione dell'Avvocatura generale dello Stato di non rinunciare all'esperienza e alla conoscenza che di questi procedimenti ha acquisito l'avvocato Salvemini.
Sarà anche lecito sottolineare una ragione di opportunità. È vero che le promozioni avvengono con l'iter che lei ci ha ricordato; tuttavia, credo vi fossero alcune ragioni di opportunità che avrebbero consigliato comunque una rinvio della decorrenza di questa promozione e di questo trasferimento. Infatti, veda signor ministro, noi non siamo pregiudizialmente sospettosi, tuttavia non si può dimenticare che questo provvedimento fa seguito ad un altro di estensione del sistema di spoils system oltre il contenuto della legge, al punto che, come lei sa - anche questo è stato denunciato -, è stato sostituito il direttore dell'agenzia dell'amministrazione finanziaria, lo stesso direttore che era intervenuto a proposito di una sospetta utilizzazione impropria della legge Tremonti da parte delle società che fanno riferimento al Presidente del Consiglio.
Oggi c'è questo provvedimento che, ripeto, per ragioni di opportunità, sarebbe stato necessario rinviare. Aggiungo che recentemente il Consiglio dei ministri ha assunto una deliberazione con la quale ha dichiarato che tutti i contratti della dirigenza, regolarmente stipulati, sono soggetti a revoca. Mi pare si stia creando nella pubblica amministrazione un clima di pressione oggettiva, che non aiuta ad allontanare i sospetti e che anche atti come questo possono legittimamente sollecitare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Signor Presidente, onorevole colleghi, i toni decisamente concilianti che sono stati utilizzati poc'anzi dall'onorevole Violante, e un po' meno dall'onorevole Castagnetti, stridono peraltro molto chiaramente con il tono utilizzato viceversa stamattina, in particolare dall'onorevole Finocchiaro, che aveva posto la questione, sulla quale con assoluta tempestività, di cui ringraziamo il ministro Giovanardi, si sono dissipati quei sospetti che, onorevole Castagnetti, non provengono da chi non è pregiudizialmente sospettoso ma da chi è, pienamente e assolutamente, pregiudizialmente sospettoso. Infatti, anche chi avesse letto l'articolo sul Corriere della sera di questa mattina si sarebbe facilmente reso conto che, al di là del titolo e dei toni utilizzati - anche questi fortemente sospettosi -, non vi poteva proprio essere alcunché di preoccupante né tanto meno di riferibile a interventi inopportuni della parte politica, in questo caso il Governo, riguardo a questa vicenda. Anche perché, a differenza di quello che poc'anzi ha sostenuto l'onorevole Violante, l'onorevole Finocchiaro - nel porre questa questione - non ha fatto domande aventi il fine di verificare fatti riferiti alla realtà ma ha usato toni assoluti. Rileggendo il suo intervento, è facile intendere come le sue parole non corrispondano per nulla ad un intento di chiarimento ma ad un atteggiamento volutamente polemico atto a creare sospetti - attraverso l'uso di affermazioni recise - anche laddove non vi è nulla di cui sospettare.
Stamattina l'onorevole Finocchiaro in riferimento all'avvocato Salvemini diceva:
«È stato promosso per essere rimosso. È una pratica antica, è un fatto molto grave; sono state violate tutte le regole di procedura che governano il trasferimento degli avvocati dello Stato che rappresentano la parte civile pubblica in processi nei quali sono coinvolti dipendenti pubblici autori di fatti illeciti».
Non mi pare che questi toni ultimativi coincidano con la volontà di chiedere dei chiarimenti, bensì con l'intento di rilasciare affermazioni assolutamente prive di alcun fondamento.
Come ci ha testè detto il ministro Giovanardi, le procedure erano assolutamente regolari, lo stesso onorevole Castagnetti ha ammesso che esse risultavano conformi a quelle normalmente utilizzate; tra l'altro, si tratta anche di procedure messe in atto a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione resa per affermare l'opportunità che a giudicare sulla costituzione di parte civile e sul patrocinio - in processi in cui sono coinvolti magistrati - non sia più il Ministero di grazia e giustizia bensì la Presidenza del Consiglio. Questa sentenza risalente a qualche tempo fa certifica ancora di più - se ve ne fosse bisogno - che il Presidente del Consiglio Berlusconi sia nelle vesti di privato cittadino sia nelle vesti di autorità pubblica non ha nulla a che spartire con le scelte che hanno riguardato l'avvocato Salvemini.
Tra l'altro è a tutti noto - quindi ciò crea ancor più disappunto - il fatto che questi sospetti sono stati annunciati in quest'aula dall'onorevole Finocchiaro, la quale non è certo persona non ferrata di procedura e di diritto in generale da non ricordarsi che la parte civile non affianca il pubblico ministero (il quale svolge funzioni di difesa collettiva dell'interesse pubblico e dell'interesse quindi alla punizione di coloro che hanno commesso reati), ma caso mai ha una funzione di natura risarcitoria qualora si ritenga siano stati causati danni in conseguenza di reati, danni che beninteso devono essere risarcibili.
Quindi, se si fosse trattato di una revoca della costituzione di parte civile, questo avrebbe potuto in qualche modo prevedere un giudizio di opportunità, ma non si è trattato di questo. Si è trattato, invece, della promozione di un valente avvocato dello Stato che, da un ruolo di minore rilievo nell'ambito dell'avvocatura distrettuale di Milano, è passato a dirigere l'avvocatura distrettuale di Brescia che, come è noto, rappresenta un distretto di corte d'appello di tutto rilievo come peso e come intensità degli atti.
D'altra parte ci è parso e mi è parso molto poco opportuno che si sia sostenuta questa inopportunità e che da parte dell'onorevole Castagnetti si continui a farlo, proprio perché questo nasconde anche un pessimo giudizio sull'Avvocatura dello Stato in generale, in particolare sui colleghi dell'avvocato Salvemini che dovranno succedergli come parte civile nella difesa degli interessi dello Stato in quei processi.
In qualche modo si è voluto sostenere che l'unico avvocato dello Stato in grado di patrocinare l'ente pubblico in questi processi sia l'avvocato Salvemini e che gli altri avvocati viceversa non siano in grado di svolgere con professionalità il proprio compito.
Credo che tutta la questione - ampiamente chiarita dal ministro Giovanardi - sia la ulteriore riprova di un pregiudiziale atteggiamento, non solo di sospetto, ma anche di affermazioni negative su qualunque avvenimento succeda che possa vagamente essere riferito come provenienza - anche soltanto burocratica - alla Presidenza del Consiglio e all'esecutivo in generale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, forse abbiamo già perso troppo tempo in merito a tale questione. Intervengo brevemente per riportare in un alveo che dovrebbe essere quello più corretto, parlamentarmente parlando, una vicenda che forse non avrebbe dovuto interessare il Parlamento.
Al di là del sospetto e delle parole usate dalla collega Finocchiaro, che non denotano
l'incapacità di conoscere le procedure o di attingere da un semplice articolo giornalistico per provocare un'informativa urgente (ringrazio il ministro Giovanardi per la tempestività, per la sua chiarezza e per la trasparenza con cui è venuto oggi in quest'aula a spiegare la vicenda), ho un dubbio e lo devo esporre. Non è possibile che chi ha sollevato la questione, per la professionalità e per i ruoli istituzionali ricoperti in epoche precedenti, non lo abbia fatto strumentalmente (parlo di strumentalizzazione politica), arrivando a parlare di promozioni per rimozioni. Non è possibile che si ignori o si faccia finta di ignorare che la Presidenza del Consiglio, il Governo e - dico io - il Capo dello Stato in questa vicenda non c'entrano assolutamente niente. Non è possibile che si ignori che l'organo di autogoverno di un simile organismo ha una autonomia, che tutti conosciamo e che tutti conoscono, per poi venire tranquillamente a dire: grazie - non dico - abbiamo sbagliato, ma grazie perché i dubbi e le ombre sono stati cancellati e dissipati, così come ha fatto anche il collega Castagnetti. Forse non sono stati dissipati del tutto e allora, collega Violante, la parola l'ha tradita in questa sede.
L'amarezza è constatare come si possa sollevare una questione in quest'aula, facendo «perdere tempo» ai rappresentanti del Governo, ai pochi rappresentanti del Parlamento presenti, oltre che ai funzionari, per portare alla ribalta politica una vicenda che non doveva assolutamente essere portata all'attenzione di alcuno, e che ciò si possa fare pur sapendo che il Governo, la maggioranza in questo caso, non c'entra nulla in questa vicenda. Questa è l'amarezza!
Ringraziamo ancora il Governo per quanto ha fatto. Un'ultima considerazione e concludo, signor Presidente: evidentemente le argomentazioni politiche che l'opposizione porta all'attenzione non solo di quest'Assemblea ma anche al di fuori di essa sono talmente poche che ci si aggrappa ad un articolo giornalistico per richiedere - torno a ripetere - un'informativa urgente su una questione in ordine alla quale il Governo non c'entra assolutamente nulla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tanzilli. Ne ha facoltà.
FLAVIO TANZILLI. Signor Presidente, anch'io prendo atto dell'intervento svolto in quest'aula dal ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi. Prendo atto della sua tempestività e soprattutto della chiarezza con la quale ha affrontato la questione sollevata questa mattina dalla collega Finocchiaro. Bene ha fatto prima il collega Gamba ad evidenziare il palese contrasto della questione sollevata nei termini con cui la collega la ha sollevata ponendola su un piano prettamente politico e poi ovviamente polemico.
L'informativa di questo pomeriggio dimostra che di politico in questa questione c'era veramente poco, anzi nulla, tant'è che il ministro Giovanardi ha elencato tutta una serie di passaggi, compreso l'iter che ha portato al trasferimento dell'avvocato Salvemini: per cui, nulla quaestio.
Vorrei aggiungere un'ultima considerazione e mi rivolgo al collega Castagnetti.
Il quinquennio che ci ha preceduto, onorevole Castagnetti, è stato costellato di promozioni, ma soprattutto di rimozioni. Dobbiamo prendere atto di questo aspetto ed è opportuno fare anche questo tipo di considerazione.
GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, vorrei interloquire sulla dichiarazione del Governo per formulare una semplice osservazione. Una notizia viene riportata da un giornale: il Parlamento non può sottrarsi a un chiarimento. La maggioranza dovrebbe allora ringraziare l'opposizione
perché ha consentito il chiarimento della vicenda.
FLAVIO TANZILLI. Sì, sì.
GERARDO BIANCO. Sotto questo profilo, questo dibattito è tutt'altro che inutile. Si è chiarito, in tal modo, se la questione si sia svolta in modo limpido come affermato dal ministro. La maggioranza dovrebbe allora ringraziare l'opposizione per questa opportunità di chiarimento. Questa è la dialettica parlamentare.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Accettiamo le sue scuse.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.
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