porre in sede di Unione europea la questione del rispetto dei diritti umani al centro delle relazioni politiche ed economiche con la Repubblica Popolare Cinese;
a fornire tutto il necessario supporto tecnico e finanziario per il successo del vertice;
Commissione infanzia:
a) a una forte azione strategica per cercare di supplire alle necessità nutrizionali dei gruppi più vulnerabili, includendovi i neonati e le madri;
premesso che:
malgrado le proteste internazionali, continua nella Repubblica Popolare Cinese, la repressione, praticata per decenni, della libertà religiosa, di opinione e della libertà di manifestare a favore della democrazia;
il governo cinese, ufficialmente ateo, scoraggia qualsiasi pratica di carattere spirituale al punto che in Cina è in atto una dura repressione delle minoranze religiose, oltre che etniche, dai tibetani, agli uighuri e ai mongoli che colpisce in maniera particolarmente efferata i praticanti del movimento Falun Gong;
il Falun Gong è una antica pratica ispirata dai principi della Verità-Compassione e Tolleranza che è stata presentata al pubblico per la prima volta in Cina nel 1992 e che ha raggiunto in pochi anni i 70 milioni, un soggetto che sostanzialmente numeroso che supera altri soggetti politici numericamente sostanziosi. Il governo cinese dal 1996 ha avviato una campagna contraria al movimento limitatasi, in un primo momento, a denigrare il Falun Gong attraverso i media per poi giungere all'impiego della violenza fisica;
il 25 aprile 1999, più di 10.000 praticanti del Falun Gong si erano legalmente e pacificamente radunati a Pechino accanto a piazza Tien an men per denunciare le violenze e le vessazioni inflitte ai praticanti del movimento. Dall'epoca di questo fatto, in Cina, non si era registrato un evento nel quale così tante persone si siano riunite per rivolgere un appello alle autorità cinesi;
questa manifestazione, la più importante e partecipata dopo quella degli studenti nel 1989, ha preoccupato la leadership cinese che non aveva previsto che un numero così rilevante di persone potessero riunirsi in così poco tempo nel cuore della capitale. Nella notte, però, del 19 luglio 1999, la polizia fece irruzione in casa di centinaia di praticanti e li portò nelle prigioni; il giorno successivo, il Falun Gong fu dichiarato ufficialmente illegale in Cina; da quel momento in poi, è iniziata una massiccia campagna governativa, volta a reprimere e distruggere il Falun Gong;
da allora, sono state almeno 278 le persone morte per le torture mentre erano in custodia da parte delle polizia, più della metà dei quali morti negli ultimi sei mesi di quest'anno; più di 100.000 le persone arrestate; più di 500 i condannati a pene detentive; più di 20.000 quelli costretti nei campi di lavoro; oltre 1.000 quelli rinchiusi in ospedali psichiatrici; milioni di libri del Falun Gong bloccati in Cina; tuttavia, non c'è mai stato un singolo praticante che abbia risposto alla polizia;
il 10 giugno 2001, la Corte suprema e la procura generale cinesi hanno emesso una sentenza interpretativa dei reati di omicidio e di sovversione che consentirebbero l'uso anche della pena di morte nei confronti dei seguaci del Falun Gong che come forma di protesta ricorressero anche all'autoimmolazione: potrebbero cioè essere imputati di omicidio se implicati in vario modo in tentativi di suicidio;
la Cina continua a praticare in misura massiccia la pena di morte con oltre 1.800 esecuzioni nei soli primi sei mesi del 2001 segnando una vera e propria emergenza umanitaria;
le autorità cinesi hanno privato il maestro del movimento Falun Gong Li Hongzhi, attualmente residente negli Stati Uniti, dal passaporto ed hanno emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale per disturbo dell'ordine pubblico;
cogliere l'occasione dello svolgimento dei Giochi Olimpici del 2008 in Cina per sollevare la questione del rispetto dei diritti umani compresa la sanzione estrema della pena di morte che, non solo in Cina, contrasta con i principi universali dell'umanizzazione del diritto;
operare affinché al maestro Li Hongzhi sia restituito il passaporto e sia ricevuto ufficialmente qualora decidesse di recarsi in visita nel nostro Paese;
far sì che, anche la libertà di religione e di culto, per tutte le religioni, sia un libero diritto per tutti i cittadini cinesi.
(1-00020)
«Biondi, Boato, Pecoraro Scanio, Ramponi, Nan, Grillini, Orsini, Lion, Cima, Villetti, Gasperoni, La Grua, Squeglia, Giovanni Bianchi, Iannuzzi, Fontana, Realacci, Motta, Ruzzante, Damiani, Di Giandomenico».
premesso che:
il grave fenomeno della povertà e del suo più drammatico aspetto che è la fame sta assumendo dimensioni sempre più ampie nonostante che tutti i governi abbiano affermato ed affermino la loro ferma volontà di combatterlo ed eliminarlo. Purtroppo, si è trattato e si tratta soltanto di dichiarazioni alle quali non hanno fatto seguito e non fanno seguito concrete e precise azioni. Centinaia di milioni di esseri umani continuano pertanto a vivere in condizioni estreme, prive di alternative e soprattutto prive della speranza che ci sia per loro un futuro diverso dal presente;
la FAO che, nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite ha il mandato internazionale di assistere i Paesi nella formulazione delle loro politiche dirette a promuovere la valorizzazione delle risorse agricole attraverso un processo di sviluppo socio-economico sostenibile e rispettoso dell'ambiente, si sta da tempo adoperando per sensibilizzare la società civile affinché il problema sia considerato con la priorità che esso merita;
i paesi nei quali altissimo è il livello di indigenza e quindi il numero delle vittime della fame, oberati da debito estero e finanziati saltuariamente solamente dalla generosità pietistica dei paesi più industrializzati, sembrano ormai rassegnati alla loro sorte;
il Vertice sull'Alimentazione svoltosi a Roma nel novembre del 1996 che ha riunito più di 110 Capi di Stato e di Governo aveva adottato all'unanimità una Dichiarazione solenne e un Piano di Azione nei quali si indicavano le misure che era necessario applicare per rompere il circolo vizioso della povertà ed avviare un processo di progressiva attenuazione della gravità del fenomeno;
il Vertice del 1996, per non cadere nel velleitarismo demagogico si era posto un realistico obiettivo da conseguire entro il 2015 consistente nella riduzione, entro quel periodo di tempo, di almeno la metà delle vittime della fame che a quel momento si calcolavano essere circa 800 milioni;
la FAO ha dovuto constatare che, nonostante la fermezza con la quale il Vertice del 1996 aveva sottoscritto tale impegno, i risultati conseguiti, a cinque anni di distanza, sono del tutto deludenti e pertanto tali da non permettere il raggiungimento dell'obiettivo fissato; mentre in pochi paesi il numero delle vittime della fame è effettivamente diminuito grazie all'impegno dei rispettivi governi, in molti altri il numero è addirittura aumentato;
la FAO ha quindi deciso di organizzare un secondo Vertice di Capi di Stato e di Governo sul tema della fame nel mondo; la situazione deve essere infatti sottolineata e portata a conoscenza dei massimi responsabili e dell'opinione pubblica mondiale; i massimi leaders del pianeta saranno chiamati a discutere del perché dal 1996 non si sono adottate tutte le misure necessarie per rispettare gli impegni presi nel 1996;
il Vertice dovrà quindi accertare le cause che hanno ostacolato ed ostacolano i cambiamenti auspicati ed elaborare di conseguenza una nuova e più efficace strategia;
il Vertice Mondiale sull'alimentazione «cinque anni dopo» è fissato in Italia e ad esso parteciperanno Capi di Stato e di Governo dei 186 Paesi membri della FAO;
negli stessi giorni del vertice si svolgeranno importanti Forum delle ONG e dei parlamentari;
la gravità della situazione e la necessità di prendere appropriate misure per creare una inversione di tendenza sono avvertite da tutti per cui le reazioni all'invito rivolto dalla FAO stanno raccogliendo positive reazioni;
l'Italia ospita le tre più importanti organizzazioni internazionali che si occupano dell'alimentazione e dell'agricoltura: la FAO, l'IFAD ed il PAM; Roma è quindi il centro mondiale di riferimento in questi settori; l'Italia inoltre ha sempre offerto un sostegno di grande rilievo alle attività dei tre organismi e ha mostrato una sensibilità particolare nei confronti dei problemi dei paesi in via di sviluppo, sensibilità che è caratteristica della sua storia, della sua cultura e della sua posizione nel bacino mediterraneo che ne fa un ponte tra il Nord e il Sud;
pur avendo l'Italia sostenuto in maniera eccezionale la preparazione e la tenuta del Vertice ed il Programma Speciale per la Sicurezza Alimentare (PSSA) della FAO, individuato come lo strumento per affrontare tali impegni internazionali, il PSSA è stato finora dotato di risorse del tutto insufficienti: circa 150 milioni di dollari da parte dei donatori negli ultimi quattro anni;
l'Italia, anche in questo ambito, si è dimostrata più sensibile di altri paesi ma il contributo italiano al PSSA (circa 12 milioni di dollari negli ultimi quattro anni), pur essendo il più consistente fra quelli di tutti i donatori, non può comunque essere considerato all'altezza della sfida e delle nostre possibilità;
il nostro Paese ha assunto una posizione di leadership internazionale sulla questione del debito dei paesi in via di sviluppo, ed ha al contempo, indicato la necessità di accompagnare alla cancellazione del debito una serie di misure di intervento strutturale per avviare a soluzione il dramma della povertà nel mondo;
l'Italia valuta positivamente il PSSA della FAO, tanto che la legge finanziaria 2001 ha stanziato 25 miliardi a favore di tale Programma e, nel corso del dibattito, sono stati approvati due O.d.G (sia al Senato, sia alla Camera) che sollecitano il Governo ad un più forte impegno nella lotta alla fame nel mondo; l'Italia è stato anche il primo paese a fornire il suo appoggio al Programma per la Sicurezza Alimentare impegnandosi l'11 novembre 1996, alla vigilia del Vertice a dare un contributo di 12.5 milioni di dollari; da allora, vari accordi sono stati firmati a favore di cinque paesi (Angola, Eritrea, Etiopia, Mozambico e Senegal) per un ammontare di 7.4 milioni di dollari;
in questo contesto, l'Italia potrebbe promuovere autorevolmente una iniziativa di mobilitazione, insieme alla FAO, delle volontà e delle risorse necessarie per consolidare e allargare il programma fornendo il nucleo finanziario iniziale necessario con un contributo di 100 milioni di dollari. Un tale gesto agirebbe da catalizzatore rappresentando un esempio per la comunità internazionale e creando così un effetto di trascinamento in particolare presso i paesi dell'OCSE;
questo effetto di trascinamento permetterebbe di disporre delle risorse catalitiche sufficienti per dare un nuovo slancio vitale al Programma e di incoraggiare paesi in via di sviluppo a mobilitare le loro proprie risorse nel quadro nazionale e regionale così come in quello della cooperazione sud-sud,
a rispettare tutti gli impegni già presi per contribuire alla lotta alla fame nel mondo;
a fornire nel 2001 un contributo straordinario di 100 milioni di dollari in occasione del Vertice FAO di Roma come nucleo finanziario iniziale per consolidare e allargare il Programma per la Sicurezza Alimentare;
a sollecitare tutte le delegazioni governative presenti al Vertice a favorire adeguati contributi straordinari;
a interloquire con il Forum delle ONG, raccogliendo proposte ed iniziative;
a valorizzare il contributo e le idee del Forum dei Parlamentari;
dare piena e rapida attuazione alla decisione dell'UE di liberalizzare completamente gli scambi di prodotti agricoli e finiti con i 48 paesi a più basso livello di sviluppo (LDC) e avviare accordi bilaterali per facilitare lo scambio di prodotti agricoli con gli altri paesi in via di sviluppo, garantendo le norme che tutelano la sicurezza alimentare e favorendo, qualora necessario, programmi di sviluppo tesi alla eliminazione in quei paesi delle sostanze chimiche più nocive per gli agricoltori e i consumatori;
ad aumentare le risorse ordinarie per la lotta contro la fame nel mondo, portando dal 2002 allo 0,70 per cento del PIL la percentuale delle risorse da impegnare per lo sviluppo del terzo mondo;
a concentrare la cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2002-2004 su programmi integrati di lotta alla fame, lotta alla siccità e sviluppo sostenibile;
a sostenere le iniziative per il commercio equo e solidale in Italia e in Europa;
ad attuare gli impegni internazionali e normativi per la remissione del debito ai paesi poveri;
a garantire, in maniera adeguata la libertà di manifestazione, la sicurezza dei cittadini e la tutela dei luoghi.
(1-00021)
«Calzolaio, Marcora, Boato, Pistone, Intini, Cima, Montecchi, Mussi, Roberto Barbieri, Rizzo, Vertone, Spini, Zeller, Realacci, Stradiotto, Mazzuca, Lettieri, Santino Adamo Loddo, Tanoni, Meduri, Vernetti, Santagata, Ruggieri, Ruzzante, Innocenti».
considerato che in Afganistan migliaia di bambini vivono tra il terrore, il dolore, la fame di una carestia ormai endemica e la malattia che alla guerra ed alla fame si accompagna;
considerato che in molti altri paesi del mondo dal Medioriente all'Africa, fino all'Estremo oriente, i bambini che vivono nelle zone di guerra sono senza speranza di vita e di salute nella maggior parte dei casi e privi di una pur minima possibilità di istruzione che permetta un'evoluzione civile e sociale;
considerato che fame, malattia, mutilazioni, arruolamenti forzati per i bambini prostituzione infantile per le bambine, ignoranza, solitudine sono le piaghe che scandiscono la non esistenza dei bambini nelle zone di guerra;
considerati i numerosi impegni assunti a favore dell'infanzia in occasione di recenti vertici e conferenze internazionali dei governi dei paesi più industrializzati;
b) a mettere a punto - anche in considerazione delle esplicite dichiarazioni del Governo in sede di comunicazioni al Parlamento, sul conflitto in atto -
c) a prevedere iniziative idonee affinché nessuna misura restrittiva di carattere internazionale colpisca l'approvvigionamento di medicinali, cibo e vestiario per l'infanzia;
d) a proporsi per assumere a livello internazionale un ruolo di promozione per gli aiuti umanitari nei confronti dei bambini nelle zone di guerra.
(7-00037)
«Burani Procaccini, Francesca Martini, Carlucci, Pisa, Licastro Scardino, Anna Maria Leone, Mazzuca, Porcu, Luigi Pepe, Santori, Capitelli, Zanella, Santulli, Reduzzi, Giacco».