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Calatino Sud Simeto la quale ha già subito una pesante penalizzazione per una carenza di iniziativa da parte della società (l'Agenzia di Sviluppo Integrato SpA) che ha gestito la predisposizione dei programmi, determinando in sede di esame da parte del Banco di Sicilia l'esclusione di ben 19 iniziative imprenditoriali e di 5 iniziative infrastrutturali con una decurtazione di finanziamento del Patto per circa 10 miliardi;
comunicavano alle aziende agricole interessate la cessazione della distribuzione del gasolio agricolo con accisa ridotta a decorrere dal 30 luglio, termine ultimo del periodo transitorio previsto dall'articolo 11, comma 4, del decreto ministeriale Finanze dell'11 dicembre 2000, n. 375;
l'Istituto Tagliacarne sulla base dei dati forniti dalla Banca d'Italia ha promosso una ricerca resa nota dal Sole 24 ore il 9 luglio 2001;
dalla ricerca emerge la conferma di una differenza enorme nei tassi di credito praticati dagli istituti di credito meridionali rispetto a quelli praticati nel nord del Paese;
risulta una differenza media di oltre 2 punti percentuali in quanto si passa dal 9,01 per cento praticato a Potenza, Matera, Avellino, Cosenza, Reggio Calabria al 6,61 medio praticato nelle aree economicamente forti di Milano, Torino, Lecco, Lodi, Parma, Prato;
la differenza maggiore tra sofferenze ed impieghi si registra al sud dove le sofferenze raggiungono mediamente quasi il 20 per cento con il picco della Calabria che svetta al 23,3 per cento mentre nel nord-ovest addirittura è al 3,4 per cento;
la ricerca pone in evidenza come questa differenza trovi la ragione d'essere nella struttura imprenditoriale del Mezzogiorno in quanto oggettivamente più debole e frammentata e con una maggiore incidenza del sommerso che poi si riflette nella trasparenza dei bilanci;
è paradossale che nel Mezzogiorno la raccolta supera gli impieghi e gli istituti di credito convogliano il denaro in quelle regioni del nord dove c'è maggiore redditività e minori rischi;
le imprese meridionali infatti lamentano che gli istituti di credito pongano la loro attenzione maggiormente alle garanzie che allo sviluppo del progetto imprenditoriale con il rischio purtroppo di spingerli verso mercati alternativi;
l'assenza di concorrenza ha inoltre determinato che le banche esterne che si sono trovate ad operare nelle realtà meridionali in quanto anziché elevare gli standard competitivi si sono adattate agli standard dei sistemi locali -:
quali iniziative intenda adottare affinché si eviti che il sistema creditizio penalizzi il tessuto economico e produttivo del Mezzogiorno soprattutto in relazione alle piccole e medie imprese in quanto l'economia del Paese ha il bisogno di un sud maggiormente competitivo agendo innanzitutto sulla leva del credito.
(3-00164)
ad oggi in provincia di Lecco non è ancora attiva la Commissione medica di verifica del Ministero del tesoro;
gli invalidi residenti in provincia di Lecco sono costretti a spostarsi a Como per visite e accertamenti;
i disagi sono per questo spostamento notevoli e aumentano in considerazione della dislocazione della Commissione in Como;
il Dipartimento provinciale del tesoro di Lecco dispone sia dei locali che degli arredi per ospitare il servizio della Commissione medica di verifica in seno alla Direzione provinciale dei servizi vari di questa città;
la motivazione addotta anche pubblicamente per giustificare la mancata attivazione di tali uffici è la mancanza di personale operativo -:
se non ritenga opportuno provvedere tramite gli uffici di competenza a risolvere questa situazione imbarazzante di notevole disagio per gli invalidi residenti a Lecco attivando a tutti gli effetti la Commissione medica di verifica nella città di Lecco.
(4-00467)
il decreto legislativo n. 300 del 1999 («Riforma dell'organizzazione del Governo») ed il successivo decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 2001 n. 175 prevedono l'attribuzione al Ministero delle attività produttive di alcune competenze in materia di gestione di «contratti di programma, contratti d'Area e altri strumenti della programmazione negoziata»;
il decreto del Presidente del Consiglio del 10 aprile 2001 prevedeva che dal 1o giugno fosse operativo il passaggio di competenze dal Ministero del tesoro al Ministero delle attività produttive;
tuttavia, ad oggi non è stato ancora adottato il regolamento di organizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze e non risulta quindi definita l'esatta demarcazione di competenze tra le due Amministrazioni;
il trasferimento di competenze, così come risulta dai provvedimenti adottati finora, è molto ambiguo, poiché:
non spiega alcunché in ordine a materie quali il settore agricolo e quello della ricerca, o sul finanziamento delle infrastrutture inserite nei patti territoriali che certamente non rientrano nella sfera di competenza del Ministero delle attività produttive e rischiano quindi di restare prive di copertura amministrativa;
non è affatto coordinato con il processo di regionalizzazione della programmazione negoziata in atto;
mentre sono esplicitamente citati i contratti di programma e i contratti d'area, non è invece chiarito quali siano gli altri «strumenti di programmazione negoziata», tra i quali potrebbero rientrare anche i patti territoriali che assorbono da soli il 60 per cento delle risorse assegnate alle aree depresse;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2001 non può essere considerato auto esecutivo, rendendosi necessari numerosi atti organizzativi di attuazione e non potendo considerarsi sufficiente un semplice trasferimento di documenti;
nel frattempo vi è il dubbio che dal 1o giugno gli atti amministrativi di competenza del Servizio della Programmazione Negoziata possano essere esposti a vizi di illegittimità;
per tale situazione di incertezza sono stati bloccati tutti gli adempimenti di competenza del Ministero del tesoro ed in particolare la firma dei decreti di finanziamento dei nuovi Patti Territoriali per l'Agricoltura;
si segnala in proposito la situazione del Patto territoriale per l'Agricoltura del
solo recentemente, a seguito di forti segnalazioni sul piano politico e istituzionale, è stato definito dalla Banca responsabile dell'istruttoria il contenzioso aperto presso il Tar, e consegnata al Ministero del tesoro la graduatoria delle iniziative ammesse al finanziamento, incappando tuttavia nel sopravvenuto blocco della firma del decreto;
tale situazione non consente alle imprese e alle Amministrazioni beneficiarie degli interventi di poter avviare le iniziative programmate con le possibili positive ricadute sul territorio in termini di sviluppo e di occupazione -:
quali misure il ministro interrogato intenda urgentemente adottare per modificare il decreto legislativo n. 300 del 1999 e i provvedimenti che da questo hanno avuto origine fornendo contestualmente chiare direttive alle amministrazioni interessate e prevedendo una adeguata fase transitoria nell'entrata a regime del nuovo assetto delle competenze tra i vari ministeri che eviti il blocco degli adempimenti (decreti, pagamenti, collaudi) legati all'attuazione dei progetti dei privati e degli enti pubblici previsti dai programmi già finanziati che coinvolgono sul territorio nazionale 12 mila realtà imprenditoriali ed oltre 3.200 comuni.
(4-00469)
la chiusura del Centro Unificato di Automazione dei Servizi delle Poste Italiane (CUAS) di Cagliari, operata dall'amministratore delegato dell'Azienda Poste SpA, si è rivelata un'autentica tragedia per tutti coloro che ivi lavoravano: 80 dei 110 dipendenti sono stati distaccati «in missione» presso altri uffici nel nord della Sardegna, in località lontanissime dal capoluogo;
la scelta adottata, lungi dal rispondere a razionali esigenze di ristrutturazione aziendale, è tanto più incomprensibile sol se si considera che nel CUAS di Cagliari venivano trattati novantamila bollettini al giorno e che per snellire il traffico di altre città italiane sarebbe stato possibile dirottare elettronicamente su Cagliari gran mole di lavoro di tali città;
tale operazione non solo avrebbe consentito di tenere aperto l'ufficio del capoluogo sardo, ma avrebbe, altresì, aperto la strada ad ulteriori cento possibili assunzioni, con evidenti benefici per la realtà sarda che, invece, è stata inopinatamente trascurata;
la chiusura del CUAS pare essere, in realtà, soltanto la prima tappa di un progetto che prevede il taglio di 110 dipendenti (ora ufficialmente in missione) e la chiusura di altri uffici postali, tra cui quella dello storico telegrafo di Cagliari di piazza del Carmine, con il conseguente taglio di oltre 400 posti di lavoro -:
se siano al corrente delle forti preoccupazioni che la vicenda sta suscitando tra i lavoratori e la stessa opinione pubblica;
se non ritengano di assumere tempestivamente le iniziative più idonee al fine di risolvere tale grave situazione e garantire a coloro che svolgono un lavoro la sicurezza e la serenità della propria attività.
(4-00470)
a conclusione dell'assemblea regionale tenutasi ad Oristano il 24 luglio 2001 i rivenditori dei prodotti petroliferi che fanno riferimento alla Assopetroli Sardegna
a far data dal 31 luglio 2001 i rivenditori, pertanto, metteranno a disposizione dei consumatori il gasolio per uso agricolo con accisa intera pari a 739,064 anziché 162,594 a litro ed IVA al 10 per cento ed il gasolio per il riscaldamento delle serre senza accisa sarà offerto interamente gravato dall'accisa pari a lire 739,064 ed IVA al 10 per cento;
la decisione di sospendere la distribuzione del gasolio agevolato è stata determinata dall'impossibilità per i rivenditori di anticipare l'ammontare delle agevolazioni pari a lire 576,47 + Iva per il gasolio agricolo e lire 739,064 + Iva per il gasolio per il riscaldamento delle serre;
svariate volte, in passato, gli stessi rivenditori che fanno capo alla Assopetroli Sardegna hanno manifestato il più vivo disappunto per i gravosi oneri che sarebbero costretti a sopportare una volta decorso il periodo transitorio previsto dal decreto ministeriale sopra citato, senza peraltro trovare alcun riscontro da parte delle Autorità competenti;
la determinazione dell'assemblea regionale della Assopetroli Sardegna crea intuibili tensioni ed intralci ai distributori, ma soprattutto arreca notevole disagio alle aziende agropastorali, coltivatrici di serre e agromeccaniche che si trovano impossibilitate a proseguire nella normale attività, già fortemente penalizzata da ulteriori flagelli -:
se non ritenga di intervenire tempestivamente - permanendo allo stato l'impossibilità economica per i rivenditori di acquistare il gasolio gravato di 739,064 accisa al litro, e rivenderlo con accisa ridotta a lire 162,594 al litro oppure senza accisa - onde adottare i provvedimenti più idonei per contenere i gravi disagi dei soggetti interessati.
(4-00472)
l'agricoltura siciliana rimane fortemente danneggiata dall'emergenza siccità;
le risorse idriche, in molti casi, si sono assottigliate e notevolmente ridotte, se non addirittura finite, a tal punto che non bastano più nemmeno ad assicurare la sopravvivenza degli impianti arborei con il grave rischio di non riuscire a portare a termine la produzione;
il tanto atteso intervento di ripianamento della passività onerosa che salverebbe migliaia di aziende agricole dal collasso, sembra essersi dissolto nel nulla;
le misure a sostegno dell'agricoltura previste nella Finanziaria 2000 si sono arenate dall'assestamento alla cancellazione debitoria, dalle proroghe degli effetti agrari agli esoneri contributivi e tributari -:
se e quali provvedimenti urgenti i Ministri ritengano di dover adottare allo scopo di ripristinare le migliori condizioni per il comparto agricolo attivando le provvidenze previste a favore degli operatori del settore che nel Mezzogiorno e nella Sicilia sono un importante e prezioso segmento dello sviluppo economico e sociale.
(4-00478)