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e in modo organico gli interventi, adottando tutte le necessarie misure di previsione e prevenzione per evitare il verificarsi di ulteriori catastrofi naturali e le relative disastrose conseguenze per le persone, il territorio e le attività produttive;
bloccata dalla Commissione di Valutazione dell'Impatto Ambientale (V.i.a.) del Ministero dell'ambiente e solo il tempestivo intervento del nuovo ministro, onorevole Matteoli, ha consentito che tale parere (positivo) fosse emesso, permettendo in tale maniera anche la firma del contratto;
ai fini dell'accelerazione del processo attuativo della legge n. 183 del 1989 e del finanziamento degli interventi per la difesa del suolo e per la salvaguardia del territorio, il decreto-legge n. 180 del 1998, convertito con modificazioni dalla legge n. 267 del 1998, ha previsto una serie di adempimenti da parte delle Autorità di bacino in ordine all'adozione di piani stralcio e misure di salvaguardia, con particolare riferimento alla individuazione e alla perimetrazione delle aree a più alto rischio idrogeologico;
successivamente il decreto-legge n. 279 del 2000, convertito con modificazioni dalla legge n. 365 del 2000, ha previsto la proroga e l'estensione delle misure di salvaguardia per le aree a rischio idrogeologico rifinanziando gli interventi già previsti dal decreto-legge n. 180;
il medesimo decreto-legge n. 279 ha inoltre previsto un'attività straordinaria di polizia idraulica e di controllo dell'assetto idrogeologico del territorio, volta ad individuare le situazioni di maggior pericolo e rischio, da svolgere da parte delle regioni con la collaborazione dei provveditorati alle opere pubbliche e di altre autorità competenti della tutela del territorio, sotto il coordinamento dell'Autorità del bacino;
fino ad oggi, le misure dirette alla salvaguardia del territorio, come quelle disposte ai sensi dei succitati decreti-legge, hanno fatto seguito a precipitazioni piovose di straordinaria entità che hanno messo in risalto la situazione di crisi idrogeologica del Paese, mentre, al contrario, occorre programmare anticipatamente
l'Autorità di bacino del fiume Po ha già adempito all'adozione dei piani previsti dalla legge n. 183 del 1989 e dai citati decreti-legge ed è in corso di pubblicazione il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di approvazione dell'ultimo aggiornamento del Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 19 luglio 2001 è prevista la pubblicazione della delibera di adozione n. 18/2001);
i regolamenti di attuazione della riforma del Governo, decreti del Presidente della Repubblica nn. 177 e 178 del 2001 recanti rispettivamente l'organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e quella del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, assegnano al Ministro dell'ambiente le funzioni di controllo in materia di difesa del suolo, lasciando al Ministro delle infrastrutture le funzioni di coordinamento degli Uffici del Magistrato per il Po e del Magistrato alle acque di Venezia, in via transitoria e fino all'attuazione del riordino dei suddetti uffici ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998, nonostante le funzioni esercitate da tali organi siano prevalentemente finalizzate alla difesa del suolo e alla tutela delle acque -:
quali siano gli interventi più significativi tra quelli realizzati da parte dell'Autorità di bacino del fiume Po, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Magistrato per il Po, soprattutto ai fini dell'attività di polizia idraulica e di controllo dell'assetto idrogeologico del bacino del fiume Po, a valere sui finanziamenti del decreto-legge n. 180 del 1998 e del decreto-legge n. 279 del 2000, sui rifinanziamenti della legge n. 183 del 1989 disposti dalle ultime leggi finanziarie, nonché sugli ordinari stanziamenti di bilancio dei predetti organismi, e quali sono i programmi di intervento da attuare nei prossimi mesi, anche con riferimento al citato trasferimento delle competenze, allo scopo di salvaguardare il bacino del fiume Po e contrastare il rischio del verificarsi di ulteriori fenomeni alluvionali.
(2-00038)
«Cè, Gibelli, Parolo, Ercole, Polledri».
da quanto risulta all'interrogante e da quanto riportato dai mezzi di informazione, in merito alla realizzazione degli impianti definitivi per lo smaltimento dei rifiuti urbani in Campania, in capo al Commissario di Governo - Presidente della regione, sembrerebbe che il raggruppamento di imprese (capogruppo Fisa-Italimpianti, e per esso, la società di scopo, Fibe, appositamente creata) aggiudicatario della realizzazione di n. 3 impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti (Cdr) e di n. 1 termovalorizzatore a servizio della provincia di Napoli non abbia ancora dato inizio alla costruzione del termovalorizzatore previsto nell'area industriale di Acerra, mentre sta realizzando solo due degli impianti di produzione del Cdr (Caivano e Giugliano);
lo stesso raggruppamento di imprese, aggiudicatario anche della realizzazione di n. 4 impianti di produzione del Cdr e di n. 1 termovalorizzatore a servizio delle altre province della Campania, solo da pochi giorni ha firmato il relativo contratto e sta procedendo alla costruzione unicamente di due degli impianti di Cdr (Pianodardine, Avellino, e Santa Maria Capua Vetere, Caserta), mentre non ha finora iniziato né i lavori relativi agli altri due impianti nè quelli relativi al termovalorizzatore;
la localizzazione del termovalorizzatore, previsto in comune di Santa Maria La Fossa (Caserta) è stata per lungo tempo
la tardiva firma del suddetto contratto, in uno con i ritardi accumulati dai commissari delegati, presidenti della regione Campania, Losco e Bassolino, e dai precedenti Ministri dell'ambiente, ha dato luogo alla richiesta del raggruppamento di imprese di anticipazioni economiche da parte del commissario delegato Bassolino (stimate in non meno di 50 miliardi) per avviare alla costruzione le opere, inficiando così la ratio dell'appalto in project financing (e la sua convenienza) che prevedeva che qualsiasi incombenza finanziaria fosse in capo all'affidatario -:
se le notizie riportate siano rispondenti alla reale situazione della realizzazione degli impianti che dovrebbero mettere fine alla gravissima situazione di emergenza dello smaltimento dei rifiuti urbani in Campania;
quali siano i tempi previsti per la costruzione e messa in esercizio degli altri impianti di produzione del Cdr, nonché dei due termovalorizzatori;
in base a quali motivazioni la commissione V.i.a., anche in considerazione della gravità della situazione, non ha espresso rapidamente il proprio parere in merito alla localizzazione di Santa Maria La Fossa;
quali azioni di competenza dei commissari delegati, presidenti della regione Campania, non sono state messe in essere con la dovuta solerzia e celerità;
quale sarà il destino del Cdr prodotto a Caivano e Giugliano (Napoli), Pianodardine (Avellino) e Santa Maria Capua Vetere (Caserta) in mancanza dei termovalorizzatori e, comunque, nelle more della loro costruzione;
se sia al corrente di quali azioni il commissario Bassolino reputa di mettere in atto per recuperare le cifre erogate al concessionario Fisia-Italimpianti (e/o Fibe).
(4-00419)