Allegato B
Seduta n. 731 del 17/1/2006

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INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

ABBONDANZIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Villa fiorentina del trecento denominata il Sassetto in area Novoli è stata oggetto di un recupero a fini immobiliari;
la villa appartenente ai Sassetti presentava, un cortile quattrocentesco, una cappella ricca di pregevoli affreschi, e molte altre finiture di significativo pregio architettonico;
dopo decenni di degrado e abbandono un costruttore comprò la villa in oggetto con l'impegno di restaurarla frazionandola in 13 unità immobiliari;
questo intervento creò molte e positive aspettative anche per il fatto che avrebbe riportato agli antichi splendori un bene culturale che sembrava irrecuperabile;
il bene culturale era circondato da un parco di piante secolari oggi abbattute;
la villa, vincolata dal 1953 è stata oggetto di un progetto che risulta completamente disatteso quanto alla tutela architettonica poiché non sono state recuperate strutture architettoniche originali, ma asportati materiali lapidei, vecchi arredi, camini -:
se siano state impartite dalla Soprintendenza di Firenze indicazioni e prescrizioni sulle modalità di recupero di Villa Sassetto che dovevano essere rispettate dal costruttore;
se sia stata verificata dalla Soprintendenza stessa il loro preciso e puntuale rispetto nella esecuzione, volta a tutelare un bene storico e culturale vincolato dal 1953 nella città di Firenze.
(4-09121)

Risposta. - In ordine alle questioni poste dall'onorevole interrogante, concernenti la villa denominata il «Sassetto», in area Novoli, a Firenze, si rappresenta quanto segue.
La villa in questione è situata in un'area fortemente urbanizzata: le profonde trasformazioni di carattere industriale avvenute nei primi decenni del novecento e dei successivi consistenti interventi edilizi, negli anni cinquanta, con la creazione di nuove viabilità da parte del Comune, hanno completamente modificato l'area intorno alla villa, limitando, nel contempo, in maniera considerevole anche il parco storico che la circondava.
Attualmente, sul retro del complesso si trovano fabbricati di notevoli dimensioni ed il giardino risulta ulteriormente ridotto a causa della realizzazione di una strada viaria su tre lati.
Come riferito anche dall'interrogante, la villa e il piccolo lotto di verde, residuato appunto dell'antico parco, ha versato per lungo tempo in stato di abbandono e degrado, durante il quale, tra l'altro, sono stati occupati da abusivi e trafficanti, poi evacuati dalle forze dell'ordine nel 2000.
Nel maggio 2003, la Soprintendenza competente ha approvato un progetto di recupero della villa, presentato dal privato proprietario, per adibirla ad abitazioni. Si


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segnala che, già in tale fase, l'interno dell'edificio risultava privo di qualsiasi arredo e camini.
Nello stesso anno, il proprietario della villa, prima di procedere alla vendita della stessa, tentò di realizzare un altro edificio (di culto) all'interno del lotto, scorporando una porzione del giardino, intervento sul quale la Soprintendenza ha espresso parere negativo, in considerazione della necessità di mantenere inalterato il limitato spazio verde di pertinenza della villa, poiché ritenuto indispensabile e indivisibile, per l'identità del complesso.
In seguito ad una segnalazione da parte della Polizia municipale di Firenze, la Soprintendenza competente è stata informata circa la realizzazione di una serie di interventi abusivi, tra cui una recinzione metallica che divide l'area vincolata, parcheggi per i residenti della villa nello spazio verde, ingresso carrabile in prossimità della villa, posizionamento di ghiaia negli spazi destinati a prato e aiuole, nonché una macchina per il condizionamento posizionato all'ultimo piano della torre.
Al riguardo, la stessa Soprintendenza, nella nota inviata alla Polizia municipale ed alla Divisione urbanistica del Comune di Firenze ha rappresentato la necessità di ripristinare l'integrità del lotto di terreno, diviso attualmente in due particelle, e di prevedere la demolizione delle opere non compatibili con l'identità del bene tutelato.
Tanto riferito, nel ribadire l'indispensabilità del mantenimento della già circoscritta area a verde per la salvaguardia della villa stessa, questo dicastero vigilerà affinché, in prosieguo, siano rispettati i valori di tutela del complesso.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.

AMORUSO e LANDI di CHIAVENNA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'ultimo rapporto dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) afferma che un gran numero di disperati in fuga da povertà e guerre, in particolare donne e bambini, scappa dalla travagliata area del Corno d'Africa in direzione degli Stati arabi, più vicini ed economicamente accessibili dell'Europa;
una volta giunti in quei Paesi, dice l'Oim, in particolare «le donne dell'Etiopia (tra le più numerose in provenienza dal Corno d'Africa) migrate in Libano, Egitto, Yemen e Arabia Saudita soffrono a causa di maltrattamenti, abusi fisici, violenze sessuali e pressioni psicologiche». La situazione più grave, specifica ancora l'Oim, si riscontra «nei Paesi del Golfo»;
il fenomeno è aggravato dal fatto che, nonostante i pericoli a cui molto probabilmente andranno incontro, le donne etiopi non hanno altra alternativa nella speranza di dare un futuro migliore ai molti bambini (che la stessa Oim stima in circa 4,6 milioni) rimasti orfani di padre durante la lunga guerra con l'Eritrea e nel corso delle molte crisi interne dell'Etiopia;
l'Oim invita esplicitamente il governo dell'Etiopia ad assicurare una maggiore protezione diplomatica delle sue connazionali in Medio Oriente, anche alla luce del fatto - come specifica lo stesso rapporto - che le migrate etiopi nei Paesi arabi inviano ogni anno ai familiari rimasti in patria rimesse economiche stimabili in circa 78 milioni di dollari -:
se intenda intervenire presso i governi mediorientali perché adempiano ai doveri che, sul piano della tutela dei diritti umani, derivano loro dall'appartenenza alle Nazioni Unite;
se, forte del supporto dato dall'Italia per la ricostruzione di un Paese a noi storicamente vicino, intenda intervenire presso il governo etiope affinché sia sensibilizzato ai propri doveri verso le connazionali migrate all'estero.
(4-17393)

Risposta. - Il Governo italiano è ben consapevole della condizione delle donne in Etiopia e, mediante la Cooperazione italiana, promuove interventi a favore delle donne residenti nel Paese, svolgendo un'importante


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azione per la tutela della condizione femminile nel quadro della lotta contro la povertà.
Il nostro Governo sta lavorando in tal senso attraverso progetti concreti finanziati dalla Cooperazione italiana, cercando di incoraggiare il Governo etiopico a migliorare la condizione della donna e a diffondere una maggiore consapevolezza istituzionale su questa tematica per uno sviluppo completo e sostenibile del Paese.
Il Governo è impegnato, mediante un co-finanziamento di 1,8 milioni di dollari, in un progetto di sostegno della condizione femminile, di cui stanno beneficiando circa 12.000 donne: il
Women Development Initiative's Project. Il progetto mira a migliorare le condizioni di vita delle donne localizzate nei distretti più a rischio in tutto il territorio nazionale, individuate tra le fasce più vulnerabili, cercando di superare le limitazioni sociali, economiche e culturali. L'iniziativa, su sei anni, mira anche a formare gli attori istituzionali coinvolti per diffondere una maggiore consapevolezza della tutela dei diritti della donna.
Con la formazione del nuovo Governo, lo scorso ottobre è stato istituito il
Ministry of Women Affairs.
Tale nuovo ministero, in collaborazione con il ministero del lavoro, con quello della giustizia, quello degli affari esteri, l'Autorità per l'immigrazione, l'Organizzazione mondiale per l'immigrazione e le ong locali, ha avviato un programma volto a contrastare il traffico di donne etiopi verso altri Paesi, ivi compresi gli Stati arabi.
In particolare, tale programma, prevede l'attuazione di iniziative per la diffusione di informazioni sul fenomeno (attività di sensibilizzazione), di creazione e sviluppo di una
capacity building per gli enti governativi, le ong e la società civile e infine di reintegrazione delle donne etiopi vittime di traffici illeciti.
Secondo gli ultimi dati forniti nel «Rapporto sullo Stato della Popolazione nel Mondo - 2005», pubblicato dall'Unfpa ad ottobre 2005, 850 donne su 100.000 in stato di gravidanza muoiono per cause legate alla gravidanza stessa e/o al parto. Le pratiche di mutilazione genitale femminile vengono inflitte al 70 per cento delle donne e sono ancora parte integrante della cultura tradizionale del Paese. Le difficili condizioni sanitarie, le violenze e gli abusi sulle donne e le mutilazioni genitali facilitano tra l'altro una veloce diffusione del
virus dell'hiv che colpisce il 5 per cento della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni, in contrasto con il 3,8 per cento della popolazione maschile. Nel settore dell'istruzione soprattutto si riscontrano le maggiori disparità fra uomini e donne: il 79 per cento dei bambini e il 61 per cento delle bambine frequentano le scuole elementari, mentre hanno accesso all'istruzione secondaria solo il 28 per cento dei bambini e il 16 per cento delle bambine.
Per questo il Governo italiano, tramite l'Ambasciata in Addis Abeba, partecipa attivamente ai periodici gruppi di lavoro con gli altri Paesi donatori, volti ad armonizzare tutti gli interventi di Cooperazione al fine di rafforzare la tutela della donna nella società etiopica.
Recentemente, grazie all'azione nostra e degli altri donatori, abbiamo ottenuto da parte del Governo etiopico l'inserimento nel nuovo Programma per lo sviluppo sostenibile e per la riduzione della povertà (Sdprp) di un Piano d'Azione nazionale per promuovere l'uguaglianza di genere.
In tali
forum la nostra Ambasciata si adopera per sensibilizzare le autorità locali circa l'esigenza di assicurare la tutela dei diritti umani delle donne etiopi, sia a livello interno e sia, da ultimo, per quanto riguarda le connazionali emigrate all'estero.
Decine di migliaia di cittadini etiopici, giovani donne in particolare, si recano ogni anno in Arabia Saudita per effettuare il pellegrinaggio islamico (Hajj o Umrah). Si stima che circa 20-30 mila etiopi restino nel Regno Saudita illegalmente dopo la scadenza del visto d'ingresso, con l'intento di trarre profitto dalle più ampie opportunità di lavoro offerte dal Paese rispetto alla realtà di provenienza.
Un considerevole numero di donne etiopi, per la maggior parte di etnia oromo e provenienti dalla parte orientale del Paese, giunge illegalmente nello Yemen attraverso il Nord della Somalia ed il Golfo di


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Aden. Per buona parte di esse, lo Yemen costituisce un Paese di transito in quanto la destinazione finale è rappresentata dagli altri Stati Arabi.
Le donne etiopi trovano prevalentemente lavoro come personale domestico. Il fatto che esse giungano in maniera illegale e che siano poi regolarizzate dai datori di lavoro - che fanno loro avere permessi di soggiorno temporanei - lascia le predette in una condizione di dipendenza dai datori di lavoro stessi e particolarmente esposte al loro sfruttamento e gli abusi nei loro confronti.
Il Governo italiano seguirà con la massima attenzione l'
iter di conclusione e la successiva applicazione dell'accordo bilaterale che i Governi etiopi e saudita stanno negoziando, teso a definire con chiarezza le procedure per l'assunzione e l'immigrazione dei lavoratori etiopici, e, se necessario, non mancherà di trarre profitto dalle relazioni bilaterali privilegiate per evidenziare alle Autorità saudite, a livello sia diplomatico che governativo, la necessità di garantire un'adeguata tutela alle donne etiopi colà emigrate.
Il Governo italiano, inoltre, non mancherà di utilizzare i canali di comunicazione esistenti con gli altri Stati arabi per sollecitare una più elevata soglia di protezione in favore di tale categoria di donne, emigrate per sfuggire alle drammatiche condizioni a tutt'oggi esistenti in Etiopia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

BUONTEMPO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che
con legge n. 243 del 2004, cd «legge Maroni», si è consentito di prolungare l'attività lavorativa a coloro che hanno raggiunto l'età pensionabile, gratificandoli con un consistente superbonus;
l'INPS, incaricata dell'attuazione di tale norma, ha provveduto a rimettere il modello LC8 (consente accredito bonus in busta paga) ai lavoratori e alle aziende;
le aziende, cui è stato riconosciuto uno stato di crisi, in perfetta autonomia, stanno sollecitando i suddetti lavoratori a rassegnare le dimissioni, con l'unico scopo di ottenere una riduzione di personale;
l'opzione «superbonus», pur consentendo fino al termine dell'obbligatorietà della pensione un consistente incremento dello stipendio,hadeterminato, sostanzialmente, un blocco nella lievitazione del valore della pensione;
la sollecitazione da parte dell'azienda alle dimissioni determina inevitabilmente un mancato godimento del superbonus accordato e contestualmente provoca il congelamento della pensione -:
quali iniziative intenda adottare per salvaguardare i lavoratori che hanno aderito all' opzione offerta e che ora si vedono penalizzati dai pressanti inviti delle aziende alle dimissioni.
(4-16208)

Risposta. - L'articolo 1, comma 12, legge n. 243 del 2004, prevede che i lavoratori i quali abbiano maturato i requisiti minimi indicati alle tabelle di cui all'articolo 59, commi 6 e 7, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, per l'accesso al pensionamento di anzianità, per il periodo 2004-2007, possono esercitare la facoltà di rinuncia all'accredito contributivo relativo all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive della medesima.
A seguito dell'esercizio di tale opzione il datore di lavoro non ha più l'obbligo di versare la contribuzione relativa all'assicurazione per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed è tenuto a corrispondere al lavoratore l'ammontare dei contributi effettivamente a proprio carico e a carico del lavoratore medesimo, al netto, quindi, di eventuali quote fiscalizzate.
L'Istituto ha fornito le istruzioni per l'applicazione della suddetta legge, con la circolare n. 149 del 2004, emessa in accordo


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con le considerazioni formulate da questo Ministero con nota n. 7/61476/AG del 5 novembre 2004.
In tale circolare è stato precisato che «l'importo del
bonus corrisponde, quindi, alla contribuzione pensionistica comprensiva della contribuzione aggiuntiva ex articolo 3-ter, della legge n. 438 del 1992 (per la generalità dei lavoratori pari al 32,70 per cento e 33,70 per cento sulla quota eccedente l'importo annuo di euro 37.883,00 al netto di quote fiscalizzate, da applicarsi sull'imponibile previdenziale).»
Ne consegue che, a seguito dell'esercizio dell'opzione per il
bonus da parte dei lavoratori aventi diritto, non si determinano, a carico del datore di lavoro, maggiori oneri economici.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione comunale di Roma, nonostante i pareri contrari dei Municipi XIX e XX, ha approvato la realizzazione del Piano di zona denominato «La Storta Stazione», localizzato lungo Via della Storta, al confine tra i citati municipi;
a parere dell'interrogante, tale insidiamento costituisce un'aggressione devastante ad un'area incontaminata dell'Agro romano, di notevole valore ambientale e di grande interesse archeologico;
i comitati di quartiere e numerose associazioni ambientaliste, tra cui Italia Nostra, hanno più volte manifestato la loro totale e netta opposizione a quello che, secondo l'interrogante, risulta essere null'altro che un scempio;
da tempo, a cura della competente Sovrintendenza dell'Etruria, sono in corso sondaggi archeologici che stanno riportando alla luce un numero consistente di reperti;
risulta all'interrogante che detta Sovrintendeza, rispondendo al XIX Municipio del Comune di Roma, con nota prot. 1817 del 4 ottobre 2005, avrebbe cercato di minimizzare il valore archeologico dei ritrovamenti effettuati;
in ogni caso, come ha dovuto riconoscere la stessa Sovrintendenza, anche a seguito di un sopralluogo «a sorpresa» effettuato dal XIX Municipio, è stata rinvenuta una necropoli etrusca con numerose tombe «a cappuccina» e «a camera», nonchè importanti opere idrauliche di epoca romana;
da notizie assunte dall'interrogante, si apprende che una responsabile della Sovrintendenza abbia detto ad alcuni rappresentanti del comitato di quartiere che «la città deve crescere», affermazione questa che certo non si allinea perfettamente alla tutela del patrimonio archeologico;
tra i residenti si sta diffondendo il timore che dietro questa vicenda si nascondano pressioni ed inquietanti interessi da parte di speculatori-:
quali notizie circostanziate possono essre fornite sullo stato dei fatti;
quali iniziative s'intendano assumere per salvaguardare le testimonianze archeologiche ed in particolare se non sia doveroso vincolare l'intera area;
se vi siano stati contatti, e di che tipo, tra la Sovrintendenza dell'Etruria meridionale e le imprese che hanno l'incarico di realizzare il Piano di zona in questione;
se gli atti della Sovrintendenza competente abbiano rispettato i criteri di correttezza e trasparenza e nel caso in cui si ravvisino irregolarità, non si ritenga opportuno promuovere iniziative adeguate.
(4-17248)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, relativa alla


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realizzazione del Piano di zona denominato «La Storta-Stazione» (Roma) ed alle emergenze archeologiche presenti su tale area, si rappresenta quanto segue.
Si premette che l'area in questione, pur non essendo sottoposta a vincolo archeologico, ai sensi degli articoli 10, 13 e 15 del decreto legislativo n. 42 del 2004, è tuttavia parzialmente interessata dalle fasce di rispetto imposte dal Ptp, a tutela di un antico tracciato viario e di un'area di frammenti fittili segnalati dalla Carta dell'Agro.
In considerazione di ciò, la competente Soprintendenza, di concerto con il Comune di Roma, ha ritenuto che la realizzazione del progetto dovesse essere subordinata alle risultanze di opportune indagini archeologiche preliminari sull'intera area del Piano di Zona.
Al momento, si precisa che la localizzazione dei rinvenimenti sinora individuati (alcune canalizzazioni e testimonianze dell'uso agricolo dell'area in età romana, oltre a tombe a camera di epoca sia etrusca che romana e alla cappuccina di età romana) non sembrano incompatibili con l'edificazione del Piano di Zona, per la quale comunque, il Comune di Roma, ha in studio alcune varianti progettuali, in quanto i resti dovrebbero ricadere o in zone libere da costruzioni e destinate a verde, o in una porzione ad est dell'area effettivamente interessata da interventi edilizi della proprietà.
Tali verifiche archeologiche, iniziate nell'ottobre 2004 e tuttora in corso in alcune parti, sono effettuate, a spese delle imprese che dovranno realizzare il Piano di Zona, le quali hanno incaricato all'uopo un architetto quale coordinatore e una società specializzata nel settore con relativa attestazione SOA, sotto la direzione scientifica ed il controllo della competente Soprintendenza.
Infine, nel precisare che la competente Soprintendenza non ha ricevuto alcuna richiesta né ha avuto alcun contatto con rappresentanti di comitati di quartiere, in merito agli scavi archeologici, né per le vie brevi, né in forma ufficiale, si sottolinea che solo al termine delle indagini archeologiche sull'intera area gli Uffici ministeriali saranno in grado di esprimere il parere definitivo sulla eventuale realizzazione del Piano di Zona.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.

BORRIELLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in località Torre del Greco, presso la storica stazione della ferrovia dello Stato, a circa 500 metri, in direzione Napoli, durante i recenti lavori di ripulitura e diserbo dell'area, ad opera dei dipendenti della società Treni-Italia, sono emersi resti di massicce strutture murarie di carattere prettamente archeologico;
trattasi di due ampie arcate che emergono dal terreno e di appartenenza ad un'antica villa romana, secondo l'opinione dei più, palesemente patrizia del I secolo a.C., appartenente al suburbio di Ercolano e collocata nei pressi o proprio sulla strada consolare costiera. La tesi sarebbe supportata anche dall'analisi del luogo nel quale sarebbe stata edificata; invidiabile per la particolare ubicazione, considerato che prima delle due grandi eruzioni del 79 d.C. e del 1631 questa zona affacciava direttamente sul golfo. Si precisa, inoltre, che all'anzidetta villa è stato dato il nome di villa Breglia dagli originari proprietari del terreno, che per primi si interessarono alla presenza di antiche e preziose testimonianze in questo territorio;
risulta all'interrogante che i primi scavi avviati nell'area interessata non furono condotti in maniera scientifica, sicché molti stucchi in colore, che si sarebbero potuti salvare, sono già andati irrimediabilmente perduti per svariati motivi, come riportato nella storica rivista archeologica «Campania romana», volume I, 1938;
si tratta, pertanto, di un sito di indubbio valore e bene pubblico, oltre che


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di una ulteriore scoperta (ancora da ben definire ed esplorare nella sua completezza) che incrementerà sicuramente il patrimonio archeologico nazionale;
da sempre i ritrovamenti torresi, come ad esempio la nota dimora imperiale villa Sora, del I secolo a.C., da anni in un triste stato di abbandono, sono oggetto di pesanti depredazioni da parte di tombaroli e che l'intera area della succitata stazione ferroviaria di Torre del Greco permane ormai da lungo tempo in una condizione di già denunciato degrado ed altrettanto abbandono -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere per consentire un sicuro ed efficiente intervento da parte degli organi competenti al fine di garantire la tutela e la conservazione del bene archeologico e culturale in questione.
(4-16529)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, concernente i resti archeologici presso l'ex villa Breglia, più propriamente indicata come Villa di Calastro, in Torre del Greco, si rappresenta quanto segue.
Tali resti, affiorati durante i recenti lavori di scerbatura e diserbo da parte della società Trenitalia sono la scarna testimonianza di una villa romana, presumibilmente della prima età imperiale del suburbio ercolanense, fortuitamente rinvenuti durante dei lavori agricoli nel fondo della famiglia Breglia, nel 1932.
All'epoca, la locale Soprintendenza effettuò uno scavo parziale, anche per la presenza dei binari della locale ferrovia, che riportò alla luce la sola parte meridionale, rinvenendo un insieme di ruderi, posti a circa 20 metri di quota «quasi a picco dal piano dove corrono i binari della Ferrovia ...».
La restante parte, invece, non fu oggetto di indagini anche per il sopravvenire di un esproprio dovuto all'ampliamento degli impianti dello scalo merci di Torre del Greco, progetto del 1942, che, sebbene chiaramente respinto dalla Soprintendenza, nel corso degli anni, fu realizzato.
Nel 1964, la zona risultava ormai priva di resti archeologici, visibili vent'anni prima, non solamente per l'ampliamento della ferrovia, ma anche per la costruzione di edifici nel Parco Raiola sulle
ex proprietà Breglia (le quali nel frattempo erano state vendute, senza alcuna raccomandazione di rispetto per gli scavi già messi in luce o amplificabili, nonostante che la dottoressa Breglia fosse una profonda conoscitrice, nonché autrice di diverse pubblicazioni, dell'importanza archeologica del sito).
Attualmente, il pendio originario della zona non è più percepibile, per effetto degli sbancamenti effettuati negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso; i pochi resti che affiorano durante le periodiche operazioni di diserbo effettuate da Trenitalia sono le uniche testimonianze delle strutture romane, peraltro spesso esposte allo scarico di rifiuti dalla strada sovrastante.
In considerazione di tale stato dei fatti, la Soprintendenza archeologica di Pompei, proprio sulla base delle notizie storiche, dei documenti di archivio e della presenza di sia pure esigui ritrovamenti, ha comunque provveduto, a suo tempo, ad inserire l'area in questione in una più vasta zona di interesse archeologico, disciplinata ai sensi dell'articolo 15-
bis delle Norme tecniche di attuazione del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli (P.T.C.P.).
Tale articolo, che disciplina sia le aree archeologiche che non rientrano nei parchi archeologici di cui all'articolo 15, sia le aree non (ancora) vincolate, ma in cui si rileva la possibilità di importanti ritrovamenti sulla base di studi, saggi e notizie storiche, prevede che ogni progetto che comporti movimenti di terra debba essere preventivamente sottoposto alla Soprintendenza archeologica competente, la quale ha il compito di stabilire le modalità di esecuzione dei lavori ammessi, le modalità di vigilanza e di segnalazione degli eventuali ritrovamenti.
Per quanto concerne, invece, il riferimento alla villa marittima in contrada Sora, è opportuno rammentare le iniziative sino ad ora intraprese. Dal 1989, la Soprintendenza archeologica di Pompei ha


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avviato diverse campagne di scavo, nonché ha proceduto alla pulizia parziale dell'area, con il contributo finanziario della Banca di Credito Popolare e del Comune di Torre del Greco. Parte dei ritrovamenti è stato esposto in mostre, curate dalla stessa Soprintendenza, in attesa di essere definitivamente collocato, con un appropriato allestimento, nell'Antiquarium degli scavi di Ercolano.
I resti della cosiddetta Terma-ginnasio, poco distante da Villa Sora, inizialmente esplorata tra il 1880 e 1881, sono stati oggetto di indagini, anche subacquee, e restauri, eseguiti sempre dalla stessa Soprintendenza. Inoltre, poco distante da tali ritrovamenti, sono stati rimessi in luce i resti di un'esedra circolare.
L'area archeologica in argomento, espropriata, su iniziativa della Soprintendenza, con un esborso complessivo di lire 250.000.000, non è stata ancora presa in consegna in quanto, nonostante i solleciti, l'Agenzia del demanio non ha ancora provveduto a predisporre gli atti necessari.
Come è noto, è in corso un progetto di valorizzazione del Parco archeologico di Villa Sora; a tal fine il Comune di Torre del Greco, titolare del progetto, ha siglato un protocollo d'intesa con l'Ente Parco nazionale del Vesuvio, il quale si è assunto lo sviluppo della progettazione, mentre la competente Soprintendenza ha il compito di offrire il necessario supporto per le attività di natura strettamente archeologica comprese nel progetto.
Per quanto concerne il lamentato stato di degrado del sito, si fa presente che la Soprintendenza archeologica di Pompei cura regolarmente con proprie risorse la manutenzione delle strutture attualmente in luce. Inoltre, di recente, la stessa ha realizzato una nuova e più robusta recinzione, effettuando alcune riparazioni della copertura posta a sostegno degli ambienti affrescati della Villa Sora. La recinzione stessa sarà ampliata, con sostituzione integrale della copertura, non appena l'Agenzia del demanio avrà perfezionato gli atti per la presa in consegna dell'area espropriata.
Si rende noto, infine, che il 7 settembre 2004, nel quadro delle azioni di valorizzazione e di cooperazione con le realtà locali, è stata stipulata una convenzione con il Gruppo archeologico di Torre del Greco (G.A.V.), a seguito della quale tale associazione assicura la pulizia ordinaria e l'apertura dell'area con conseguente illustrazione archeologica a gruppi turistici, contribuendo in tal modo alla fruizione del sito, nell'attesa che si concretizzi il progetto di parco archeologico.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.

FALANGA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da notizie riportate dalla stampa si apprende che la Gran Jamahiriya Araba Libica Popolare Socialista ha, di fatto, ripristinato la «giornata della vendetta», anniversario dell'espulsione di massa degli Italiani decretata nel 1970 da Muhammar Gheddafi, nonostante lo stesso Gheddafi avesse non più di un anno or sono garantito nel corso della visita del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l'istituzione di una «giornata dell'amicizia» tra il Popolo Libico e quello Italiano -:
quali atti ufficiali di condanna intenda compiere il Ministro interrogato, ed in caso contrario quali ne siano i motivi, nei confronti di una vergognosa celebrazione come la «giornata della vendetta» avallata dal Governo Libico;
se non ritenga il Ministro interrogato, ed in caso contrario quali ne siano i motivi, suo preciso dovere rendere noto quanto sia a sua conoscenza sulla situazione dei rapporti italo-libici e sullo stato di avanzamento delle trattative per la costruzione della strada costiera che va dalla Tunisia all'Egitto o in alternativa della linea ferroviaria da Misurata a Sebah richieste queste effettuate dal Governo Libico quale forma di risarcimento per le sofferenze dovute al colonialismo Italiano in Libia.
(4-17299)

Risposta. - L'incontro avvenuto il 7 ottobre 2004 tra il signor Presidente del


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Consiglio ed il Colonnello Gheddafi sembrava aver posto le basi per il definitivo superamento delle pendenze del passato: lo stesso leader libico aveva infatti annunciato in quella occasione che la ricorrenza del 7 ottobre - la cosiddetta «Giornata della Vendetta» - sarebbe diventata la giornata dell'«amicizia e della collaborazione» tra i due Paesi. Nello stesso incontro, il leader libico aveva annunciato che la richiesta di consentire agli italiani espulsi dalla Libia nel 1970 di poter visitare il Paese sarebbe stata considerata favorevolmente.
Nei mesi successivi, tuttavia, si sono moltiplicati da parte libica i segnali di chiusura. Per quanto riguarda la questione dei visti a favore degli esuli italiani, alla visita in Libia (svoltasi il 17-22 novembre 2004) di una prima delegazione ufficiale dell'Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (AIRL), non è seguita infatti la prevista - e più volte confermata da parte delle Autorità libiche (in particolare dal Vice Presidente del Congresso Generale del Popolo) - abrogazione del divieto di concedere visti ai profughi italiani.
All'inizio del mese di aprile 2005 è invece stata resa nota - tramite affissione di una comunicazione all'albo consolare dell'Ambasciata libica a Roma - l'adozione di un provvedimento del Ministero libico della Sicurezza pubblica che prevede la possibilità di concedere il visto solo agli esuli che abbiano compiuto i 65 anni di età. Nonostante i numerosi passi effettuati, sia a Roma che a Tripoli, al fine di chiedere il ritiro di tale provvedimento discriminatorio e la piena applicazione delle intese del 7 ottobre, non si sono a tutt'oggi registrati sviluppi positivi.
Nei mesi successivi, sia in occasione di incontri diplomatici che tramite la stampa e i media italiani in generale, le Autorità libiche sono tornate a sottolineare la loro insoddisfazione per le mancate risposte - a loro dire - da parte italiana sui principali «nodi» del rapporto bilaterale e a dare rinnovata voce alle ben note recriminazioni nei confronti dell'Italia. Al fine di favorire un superamento di tale situazione di stallo, si è ripetutamente proposta la convocazione di una riunione del Comitato di Partenariato, che consentirebbe di fare il punto sui vari aspetti del rapporto bilaterale e tentare un rilancio della collaborazione italo-libica. Nonostante le numerose sollecitazioni, non è stato sino ad oggi possibile fissare una data per tale riunione.
In tale contesto, il 7 ottobre 2005, la Libia ha commemorato il 35esimo anniversario dell'espulsione degli italiani dalla Libia, disattendendo gli impegni presi personalmente dal Colonnello Gheddafi l'anno precedente.
Il Ministro Fini ha definito la decisione libica «inaccettabile da un punto di vista morale prima ancora che politico».
L'atteggiamento libico appare particolarmente ingiustificato in considerazione dell'impegno profuso dall'Italia in questi anni al fine di favorire il pieno reinserimento della Libia nella comunità internazionale ed anche per quanto riguarda il superamento del passato.
Nell'ambito del Comunicato congiunto italo-libico del 1998, l'Italia ha infatti realizzato numerose iniziative a favore del popolo libico nei settori concordati, tra cui la riqualificazione del Centro di riabilitazione ortopedica di Bengasi, il programma di assistenza sanitaria, i progetti di sviluppo agricolo in alcune zone bonificate dai residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale, il programma di formazione post-universitaria, il programma di ricerca storica dei cittadini libici allontanati coercitivamente dalla Libia in epoca coloniale.
Successivamente, nel 2002, l'Italia ha dato altresì la propria disponibilità a contribuire alla identificazione, allo studio ed alla realizzazione - quale ulteriore gesto di amicizia, che sancirebbe la definitiva chiusura del capitolo del passato - di un progetto nel settore delle infrastrutture stradali. Nel luglio del 2003 e più recentemente, nel dicembre 2004, hanno quindi avuto luogo due missioni italiane in Libia con l'obiettivo di chiarire i complessi aspetti tecnici del progetto stradale, nelle sue grandi linee identificato dalle Autorità di Tripoli e, conseguentemente, definire le possibili forme di partecipazione italiana.


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L'atteggiamento poco costruttivo assunto da parte libica in tali occasioni non ha tuttavia consentito di compiere progressi in merito.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

FASANO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la RAI ha tra le sue prerogative l'obbligo di svolgere un servizio pubblico;
è pertanto un diritto di ogni cittadino italiano, attesa la corresponsione del canone fra l'altro obbligatorio, usufruire di tale servizio;
nella frazione «Gaiano» del comune di Fisciano (Salerno), di oltre mille abitanti, vi è la totale assenza del servizio;
nei continui solleciti fatti dallo stesso Comune di Fisciano (Salerno) alla Direzione Nazionale della Rai, vi è la disponibilità a collaborare con il servizio pubblico nazionale, attraverso la individuazione di un sito dove eventualmente installare un ripetitore di modesta potenza, partecipando anche alle spese per la sua realizzazione -:
se non ritenga opportuno, alla luce di quanto evidenziato in premessa assumere le opportune iniziative presso la Rai per determinare la risoluzione del problema.
(4-13368)

Risposta. - La concessionaria RAI - interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare cui si risponde - ha comunicato che la copertura del servizio televisivo nel comune di Fisciano è assicurata dagli impianti di Fisciano e Monte Vergine.
La mancata ricezione dei programmi nella frazione di Gaiano è dovuta al fatto che la zona si trova in posizione di non visibilità rispetto ai suddetti ripetitori e, pertanto, deve essere servita da un impianto specifico la cui realizzazione è subordinata alla stipula di apposita convenzione con il comune stesso.
Nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 16 del vigente contratto di servizio in tema di estensione della rete di diffusione terrestre del servizio, la medesima concessionaria ha significato di aver previsto l'inserimento della realizzazione del suddetto impianto tra le iniziative già programmate, per cui sono state intraprese le necessarie attività di verifica ed è stata individuata una possibile collocazione dell'impianto, anche tenendo conto delle indicazioni fornite dall'autorità comunale.
L'intervento in parola potrà essere iniziato non appena il sindaco del comune interessato - al quale la RAI ha comunicato le proprie intenzioni - farà conoscere le decisioni di competenza in merito alla disponibilità del terreno e delle infrastrutture.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.

GALANTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
vengono segnalati da vari centri del Mugello e della Val di Sieve (Firenze) interventi da parte della polizia di Stato e dei carabinieri nei confronti di cittadini - contattati telefonicamente, oppure convocati presso le sedi delle forze dell'ordine - ai quali viene chiesto se abbiano sottoscritto qualche atto in relazione con la recente scadenza elettorale regionale;
detti interventi hanno suscitato in taluni cittadini comprensibili perplessità e anche preoccupazioni, inducendoli a ritenere inopportuno per il futuro partecipare in qualsiasi modo al procedimento elettorale;
la materia elettorale è delicatissima, ed ogni intervento che in qualsiasi modo la riguardi dovrebbe tenere debito conto di tale delicatezza, con particolare riferimento alla libertà di orientamento politico ed elettorale, che va garantito da qualsivoglia condizionamento e limitazione -:
se gli interventi sopra esposti siano legittimi;


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se, comunque, essi abbiano rispettato, e rispettino, la delicata materia dei diritti politici ed elettorali;
come, infine, si intenda urgentemente rimediare ai negativi ed inaccettabili «effetti collaterali» generati in numerosi cittadini del Mugello e della Val di Sieve (Firenze) dell'intervento delle forze dell'ordine esposto in premessa.
(4-14242)

Risposta. - La vicenda sollevata dall'interrogante si riferisce ad accertamenti di polizia giudiziaria, a seguito di formale delega di indagini della Procura della Repubblica di Firenze, per il controllo delle schede delle liste elettorali presentate in quel capoluogo nelle scorse elezioni regionali.
La delega dell'Autorità giudiziaria, inserita in un più ampio contesto di verifiche, era rivolta a controllare se le firme degli elettori apposte sulle liste di presentazione fossero autentiche.
In questo quadro investigativo, gli organi di polizia incaricati hanno effettuato 273 interviste telefoniche e, in 13 casi di disconoscimento della firma, hanno sottoposto in visione le liste elettorali e verbalizzato le dichiarazioni degli interessati.
L'indagine in questione si è conclusa con la richiesta formulata dalla citata Procura di decreti penali di condanna per 28 persone che autenticarono le firme.
Si soggiunge, infine, che le consultazioni elettorali che si sono tenute nella primavera del 2005 si sono svolte regolarmente in provincia di Firenze e su tutto il territorio nazionale, in un clima di serena competizione politica e in modo ordinato.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.

GIACHETTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
in un articolo del Corriere della Sera del 15 settembre 2004 si apprende che numerosi consumatori starebbero sporgendo denunce contro l'azienda Sky a seguito della decisione di sostituire la codifica Seca 2 ricevuta in eredità da Telepiù con un più sofisticato sistema Nds (vecchio Stream) ritenuto più adeguato per difendersi da eventuali tentativi di contraffazioni;
si apprende che in ragione di tale scelta annunciata il 27 aprile 2004 l'azienda britannica ha previsto che entro la fine dell'anno, vengano consegnati nelle case degli abbonati senza spese aggiuntive i nuovi decoder compatibili con il sistema Nds e che dunque dal 1 gennaio 2005 la visione dei canali Sky sarà possibile solo attraverso la suddetta tecnologia appannaggio esclusivo del nuovo decoder di Murdoch;
in altre parole si avrebbe una situazione nella quale alcuni consumatori che hanno acquistato decoder anche più sofisticati come i cosiddetti common interface sarebbero costretti ad abbandonarli perché l'azienda Sky non fornisce alle aziende di elettronica e ai costruttori di parabole satellitari quello che in gergo si chiama Cam Nds (Conditional Access Module): il circuito elettronico di decodifica, che può essere integrato nell'hardware del decoder ma anche presentarsi come modulo estraibile;
a questo proposito il 9 giugno 2004 la società siciliana di elettronica Jepssen avrebbe denunciato Sky davanti al garante della Concorrenza proprio perché la questione dei decoder blindati avrebbe prodotto l'immediato effetto di sopprimere del tutto la concorrenza, configurando una condotta di abuso di posizione dominante, anche a danno dei consumatori in possesso di altro tipo di decoder, ma soprattutto in spregio all'articolo 2, comma 2, della legge n. 78 del 29 marzo 1999 sul decoder unico che recita: «I decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l'utilizzo di un unico apparato .... Dal 1 luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate....»;
in aggiunta a ciò si apprende che le denunce da parte dei consumatori avrebbero


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ad oggetto anche alcune novità nella programmazione Sky con la nuova tecnologia Nds, poiché sembrerebbe che col nuovo decoder i canali criptati diffusi da altre emittenti non sarebbero più raggiungibili, e così ugualmente scomparirebbe una serie di Tv estere e di canali radio prima ricevibili ed ora visibili esclusivamente previo sistema di risintonizzazione del menu dell'apparecchio e comunque in un numero non superiore a venti;
parrebbe all'interrogante che la decisione dell'azienda inglese di approdare alla tecnologia Nds stia di fatto producendo effetti immediati negativi a danno dei consumatori, sia per quanto concerne la limitazione nella visione di alcuni canali satellitari sia nei confronti dei possessori di altro genere di decoder di fatto impossibilitati nella ricezione dei canali Sky;
allo stesso tempo la mancata autorizzazione da parte del gruppo Sky alla messa in commercio di moduli Nds da applicare agli altri ricevitori sembrerebbe configurarsi come una chiara violazione della legge sul decoder unico, oltre a prefigurare una situazione al limite di abuso di posizione dominante;
secondo l'interrogante la decisione assunta da Sky di ricorrere al sistema di codificazione Nds, resa possibile solo attraverso apposito apparecchio da consegnare agli abbonati in sostituzione di quello a tecnologia Seca, è chiaramente lesiva dei princìpi e delle indicazioni contenute nella legge n. 78 del 1999 sul decoder unico, come descritto nelle premesse -:
se non intenda assumere iniziative anche normative volte a garantire una maggiore vigilanza sulla corretta applicazione della suddetta norma, alfine di garantire la massima trasparenza nella gestione della piattaforma satellitare da parte di Sky.
(4-11118)

Risposta. - L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), competente in materia, ha comunicato che la società Sky - interpellata in merito alla effettiva fruibilità mediante lo Skybox dei canali radiofonici RAI - ha precisato che l'episodio denunciato dall'interrogante ha avuto carattere temporaneo ed è stato positivamente risolto fin dall'ottobre 2004.
Ciò chiarito, in merito agli aspetti di carattere generale posti dall'interrogante in merito alla inadeguatezza del
decoder di Sky che, non garantendo la ricezione di tutti i canali, limiterebbe di fatto i diritti degli abbonati in termini di sintonizzazione e consultazione dei programmi televisivi e radiofonici, si fa presente quanto segue.
L'Autorità predetta ha segnalato a Sky Italia di ritenere i
decoder resi disponibili agli utenti non in linea con le previsioni della propria delibera n. 216/00/CONS ed ha evidenziato che i medesimi decoder, al fine di ottemperare a tali previsioni, avrebbero dovuto implementare almeno le seguenti caratteristiche tecniche, in relazione alla organizzazione e gestione della lista altri canali (intesi come canali non Sky): la previsione di uno spazio di memoria per i programmi in chiaro selezionati ben più ampio rispetto ai 20 programmi allora disponibili; l'introduzione della funzione di numerazione progressiva personalizzata per i programmi in chiaro sintonizzati; la navigazione con l'approccio classico da telecomando up down per selezionare i programmi in chiaro, una volta che gli stessi fossero stati collocati su di una specifica numerazione; la gestione semplice della modifica o aggiornamento della lista dei programmi in chiaro sintonizzati.
Stando a quanto riferito dall'Agcom la società Sky ha, in proposito, fatto presente di aver prontamente trasmesso alla quasi totalità dei ricevitori Sky Box (ovvero ai modelli Sky box prodotti dalle società Amstrad, Pace, Philips e Thomson) un primo aggiornamento software allo scopo di «ampliare la capacità destinata alla memorizzazione delle emittenti radiotelevisive gratuite internazionali non incluse nella propria EPG (
Electron Program Guide), fino a 300 canali in chiaro al posto dei 20 precedentemente disponibili».
La società in questione ha inoltre comunicato che avrebbe iniziato la fase di implementazione di un'ulteriore
release (cosiddetta major release) del software per


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la gestione e l'accesso ai canali in chiaro de quo, da concludere entro pochi mesi dall'avvio, la cui attuazione dovrebbe comportare l'introduzione della numerazione progressiva dei canali in chiaro e possibilità di assegnare ad ogni canale inserito nella lista «altri canali» la numerazione di 4 cifre (ad esempio 9000); la selezione diretta dei canali in chiaro mediante la digitazione del numero di riferimento sulla tastiera del telecomando; l'aumento del tempo a disposizione dell'utente per digitare il numero del canale prescelto; la selezione dei canali in chiaro in modo sequenziale mediante l'uso dei tasti P+/P- del telecomando; la possibilità di modifica dell'ordine dei canali inseriti nella lista «altri canali» attraverso il menù «gestione altri canali».
In riferimento alla concreta implementazione da parte di Sky Italia della citata
major release, l'Autorità medesima ha assicurato il proprio impegno a svolgere una costante attività di vigilanza.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.

GIACHETTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da testimonianze in possesso dell'interrogante e altrettanto facilmente verificabili sul sito internet dell'associazione di volontariato «AfrikaSì» - www.afrikasi.org - (sezione operativa dell'Associazione «Volontariato San Giuseppe» di Roma dal 1995, che comprende un gruppo di volontari impegnati a raccogliere fondi a sostegno di due progetti ideati nell'agosto 2000 a Nairobi (Kenya) da Padre Franco Cellana, missionario della Consolata e parish a Nairobi, dal dottor Ennio Di Giulio e dalla psicologa Alessandra Tiengo) si apprende che in Kenya continuerebbero a perpetuarsi palesi e reiterate violazioni dei diritti umani;
in particolare si sarebbero verificati due gravi episodi, ovvero:
1) nella baraccopoli di Deep Sea (Westlands-Nairobi, Kenya), nella notte di venerdì 23 settembre la polizia armata, militari e uomini assoldati per l'occasione, senza alcun preavviso e nella totale violazione della legge, avrebbero dato vita ad uno sgombero forzato con tanto di caterpillar atto alla demolizione di centinaia di case, provocando uno sfollamento di circa 10.000 persone tra donne, bambini, anziani ed ammalati;
2) nella discarica del Mukuru tra Dandora e Korogocho (Estlands-Nairobi, Kenya), sabato 1 ottobre alle 8.30 un corteo di baraccati, pastori e preti residenti nelle baraccopoli adiacenti alla discarica (Dandora e Korogocho) si sarebbe riunito pacificamente per rivendicare i propri diritti alla salute (i fumi della diossina sono la principale causa del malattie respiratorie e del cancro di cui i baraccati sono affetti) e alla sicurezza (la discarica è un luogo violento in cui si nascondono gruppi di criminali e armi). Risulterebbe che tale corteo sarebbe stato oggetto di lanci di bottiglie, sassi e altri corpi contundenti che avrebbero provocato diversi feriti, nella totale indifferenza della polizia che pure aveva autorizzato la manifestazione;
si tratterebbe evidentemente di ennesime gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, che porrebbero in luce eventuali responsabilità del governo keniano in ordine alla arbitraria violazione della proprietà e del diritto alla sicurezza abitativa, dal momento che il suddetto governo avrebbe violato il Commento Generale n. 7 del 16 Maggio 1997 all'articolo 11 del Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ratificato anche dal Kenya, e perciò legge) in cui si attribuisce allo Stato «il dovere di astenersi da qualunque sgombero forzato e di garantire che la legge sia applicata verso rappresentanti dello Stato stesso o terze parti che attuano sgomberi forzati»;
analoghe responsabilità andrebbero individuate nel mancato intervento della polizia durante il succitato corteo a tutela dell'inalienabile diritto alla salute e alla sicurezza, per cui una manifestazione pacifica di poveri sarebbe stata macchiata da


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episodi di violenza anche perché le forze dell'ordine avrebbero abdicato al proprio ruolo e pertanto non avrebbero ritenuto doveroso intervenire a difesa di quelle persone;
vi sarebbe stata l'adesione ad una diffusa opera di sensibilizzazione sulla gravità dei suddetti episodi da parte di numerose associazioni di volontariato che operano sul territorio keniota -:
se intenda adottare urgenti iniziative in sede nazionale ed europea volte a fare pressione sul governo keniota affinché siano immediatamente effettuate indagini approfondite sugli episodi di cui in premessa, cosicché i responsabili siano perseguiti secondo le procedure di legge per le deprecabili azioni poste in essere e si faccia altresì garante del rispetto della Convenzione internazionale sui diritti umani in Kenya;
se intenda adoperarsi affinché l'Italia si faccia promotrice di un'azione coordinata e solidale tra il livello internazionale ed il Kenya, contro le demolizioni e gli sgomberi, per la dignità dell'abitare, per la cancellazione del debito estero e la canalizzazione delle risorse liberate in un Fondo popolare per la terra e la casa, destinato alla redistribuzione del suolo e a politiche abitative per i poveri.
(4-17738)

Risposta. - L'attuale situazione del Kenya è caratterizzata da una delicata fase di transizione sul piano interno dovuta alla divisione verificatasi nell'ambito dello schieramento politico sul nuovo progetto di riforma costituzionale presentato dall'esecutivo. Il referendum sulla nuova Carta Costituzionale svoltosi il 21 novembre 2005 ha rappresentato un momento importante nella storia del Paese in quanto ha visto la vittoria dei partiti contrari al progetto di riforma facendo nascere la prospettiva di una possibile modifica dei tradizionali assetti istituzionali sinora caratterizzati dalla preminenza della figura del Presidente della Repubblica.
Sul piano economico, l'andamento dell'attività produttiva è stato superiore alle attese con una forte crescita del Pil 5 per cento per l'anno in corso anche se il quadro generale dell'economia rimane caratterizzato dai problemi strutturali che condizionano lo sviluppo di molti paesi africani.
In tale contesto si collocano i due episodi di violazione dei diritti umani a danno degli abitanti della baraccopoli di Deep Sea e dei manifestanti riunitisi alla discarica del Mukuro.
Alla mezzanotte di venerdì 23 settembre 2005 circa tremila persone sono state coinvolte in uno sgombero forzato operato in piena notte da parte di polizia e militari nella baraccopoli di Deep Sea, presso l'area di Highridge a Nairobi.
L'opera di demolizione è stata bloccata dall'intervento di Padre Franco Collana, missionario della Parrocchia della Consolata di Nairobi.
La domenica successiva, 25 settembre 2005, si sono susseguite le visite di diverse Autorità, il Sindaco di Nairobi, l'
Assistant Minister del Local Government di Nairobi e l'Assistant Minister del Ministero della terra, i quali hanno condannato il fatto occorso due giorni prima, con particolare riferimento alla data (precedente il fine settimana) e l'ora (in piena notte) prescelte dal Provincial Commissioner per lo sgombero. Gli stessi hanno quindi confortato la popolazione della baraccopoli invitandola a rimanere finché il Governo non avesse preso la decisione opportuna al loro riguardo ed hanno chiesto al Provincial Commissioner di astenersi da qualsiasi altro atto relativo alla baraccopoli Deep Sea e hanno disposto l'invio di un camion di cibo ed un contributo finanziario per la ricostruzione delle case.
Nei giorni successivi, le autorità citate hanno autorizzato la costruzione di un nuovo ambulatorio e di un nuovo asilo per i tre
slums dell'aerea di Highridge, tra cui Deep Sea.
La consorte del Presidente Kibaki ha voluto affermare la solidarietà del Governo ribadendo l'erroneità dello sgombero disposto senza preavviso, in piena notte e senza prevedere una sistemazione anche solo provvisoria degli sfrattati.


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L'Ambasciatore d'Italia in Kenya ha, da parte sua, espresso i suoi sentimenti di solidarietà a tutta la popolazione della baraccopoli di Deep Sea portando di persona dei generi alimentari.
Queste visite sono state riprese dalla televisione keniana ed hanno determinato la partecipazione anche di rappresentanti degli altri
slums di Nairobi in solidarietà con i baraccati di Deep Sea.
Nella mattina del primo ottobre 2005, un corteo di baraccati, pastori e preti -(tra cui Padre Collana) hanno posto in essere una manifestazione pacifica pressa la discarica del Mukuri a Nairobi, volta a sollevare il problema dei fumi di diossina che sono la principale causa delle malattie respiratorie patite dai residenti nell'area di Dandora e Korogocho. Il corteo è stato oggetto di lanci di bottiglie, sassi ed altri corpi da parte di persone che sarebbero state assoldate da ambienti vicini alla polizia di Dandora.
Il Governo italiano ha disposto recentemente un contributo di 200.000 euro in favore dell'attività di
slum upgrading progettata da UN-Habitat per lo slum di Kibera a Nairobi (il più grande slum d'Africa che raccoglie oltre 700.000 persone) ma soprattutto per quello di Khawa-Soweto, dove opera Padre Franco Cellana. Il progetto è finalizzato alla costruzione di servizi igienici e di pompe di distribuzione dell'acqua, nel quadro delle attività di water and sanitation considerate prioritarie da UN-Habitat per il raggiungimento dei targets 10 e 11 dell'Obiettivo 7 dei Millenniun Development Goals: il primo impegna i Paesi Membri a ridurre di metà la popolazione che attualmente non riesce a fruire dell'accesso alle risorse idriche entro il 2015; il secondo impegna a migliorare entro il 2020 le condizioni di 100 milioni di abitanti degli slums esistenti nel mondo.
Nell'ambito della propria politica di intervento per assicurare lo sviluppo dei Paesi altamente indebitati, il Governo italiano ha poi deciso, in coordinamento con la comunità internazionale, di riconvertire i debiti nascenti da pregressi crediti di aiuto concessi al Kenya: i negoziati sono stati avviati affinché si possa giungere in tempi brevi a liberare i primi fondi. Questi ultimi saranno reinvestiti in apposite iniziative nei settori economico e sociale e lo stesso Ministro delle finanze keniano si è detto interessato alla possibilità di utilizzare in parte tali fondi per la realizzazione di un grande progetto italiano di
slum upgrading che prenda le mosse dal successo del progetto pilota di cui sopra e che venga attivato in collaborazione con i missionari italiani.
L'Italia ha accolto favorevolmente l'anticipazione della relazione sull'esame dell'attuazione del programma di riduzione della povertà attuato dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il rappresentante del Fmi ha riferito infatti alla Sessione del Club di Parigi del 15 novembre 2005 che, nonostante qualche ritardo nell'attuazione delle riforme strutturali, il Kenya è riuscito a raggiungere alcuni obiettivi programmati per la quarta
review del programma, grazie al buon andamento dell'economia.
Parere analogo è stato espresso dal rappresentante della Banca Mondiale, con particolare riferimento alle incoraggianti riforme legislative e nel settore della privatizzazione.
Alla luce dell'andamento favorevole dell'economia del Kenya negli ultimi anni e tenuto conto del particolare ruolo che il Paese svolge per la stabilità della regione del Corno d'Africa quale catalizzatore dei processi di pace nell'area (Somalia, Sudan), si è ritenuto, da parte nostra, di esprimere parere favorevole alla conversione della totalità degli importi derivanti dagli accordi bilaterali di ristrutturazione firmati il 14 giugno 2001 ed il 25 ottobre 2004.
La definitiva attuazione al programma di riconversione andrà tuttavia considerata alla luce della presentazione da parte del Governo keniota di un organico programma di sviluppo che illustri adeguatamente l'utilizzo dell'ammontare del debito bilaterale ristrutturato, pari a 44 milioni di euro a fronte di uno
stock complessivo di circa 125 milioni.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.


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MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sezione Toscana della Corte dei conti sta accertando una rilevante serie di consulenze assegnate dal comune di Firenze e dalla regione Toscana nonostante le evidenti possibilità di effettuare tramite i propri dipendenti le relative specifiche indagini;
al di là di ogni giudizio finale d'iniziativa erariale, è necessario individuare una «penalizzazione» per quegli enti locali che attuano comportamenti non virtuosi sul piano delle «consulenze» -:
se non si reputi opportuno - nell'ambito dei complessi trasferimenti finanziari ai comuni - adottare iniziative normative volte a prevedere che siano beneficiate con aliquote più alte le amministrazioni che hanno dimostrata oculata gestione del bilancio tramite un non frequente ed elevato ricorso alle consulenze esterne.
(4-15587)

Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, con la quale nel segnalare che la sezione Toscana della Corte dei conti starebbe operando un accertamento sul ricorso a consulenze esterne da parte del comune di Firenze e della regione Toscana, si invita il Governo ad adottare iniziative normative, affinché, in sede di riparto dei trasferimenti erariali, siano premiate le amministrazioni locali che hanno dimostrato un'oculata gestione di bilancio tramite un moderato ricorso alle consulenze esterne.
Al riguardo, sentito il dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, si fa presente che l'attuale quadro ordinamentale non riserva a questa amministrazione forme di controllo sugli atti degli enti locali, i quali hanno visto ampliare la propria autonomia a seguito dell'abrogazione, disposta dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, del controllo preventivo di legittimità, prima esercitato dai comitati regionali di controllo.
In proposito, giova precisare che, ai sensi dell'articolo 234 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, gli enti locali sono dotati di un organo di revisione, il quale, ai sensi dell'articolo 239 dello stesso provvedimento, svolge funzioni di controllo giuridico degli atti di gestione, nonché di referto all'organo consiliare su gravi irregolarità di gestione riscontrate, con contestuale denuncia agli organi giurisdizionali, qualora si configurino ipotesi di responsabilità.
L'articolo 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, prevede, inoltre, che la Corte dei conti, ai fini del coordinamento della finanza pubblica, verifichi il rispetto degli equilibri di bilancio da parte dei comuni, province, città metropolitane e regioni, in relazione al patto di stabilità interno ed ai vincoli derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea e sancisce che le sezioni regionali di controllo della stessa Corte verifichino la sana gestione finanziaria degli enti locali ed il funzionamento dei controlli interni.
Per quanto riguarda il ricorso alle consulenze esterne, si precisa che l'utilizzo di tale strumento da parte degli enti locali è stato da ultimo disciplinato dal comma 42, dell'articolo unico della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005), che lo subordina all'assenza di strutture organizzative e professionalità interne all'ente, in grado di assicurare i medesimi servizi. Lo stesso comma 42 prevede che l'atto di affidamento di incarichi e consulenze debba essere trasmesso alla Corte dei conti, unitamente alla corrispondente valutazione dell'organo di revisione economico-finanziaria dell'ente stesso, sanzionando, con la responsabilità disciplinare ed erariale, gli incarichi affidati in carenza delle predette condizioni.
Pertanto, sulla base delle citate considerazioni, l'ordinamento sembra contenere adeguate ed efficaci misure per prevenire il ricorso indiscriminato alle consulenze esterne e per contenere le stesse entro limiti corrispondenti alle effettive esigenze dell'Ente.
Per quanto concerne, infine, il riferimento ad eventuali premi nei confronti delle amministrazioni che hanno dimostrato di adottare un'oculata gestione di bilancio, il dipartimento della ragioneria generale dello Stato ha fatto presente che la


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neutralità finanziaria del meccanismo di premialità può essere assicurata solo prevedendo una corrispondente sanzione per le amministrazioni non virtuose.
Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Giuseppe Vegas.

PATARINO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il cosiddetto wrestling, una sorta di lotta-spettacolo, praticata da anni in America, da tempo è approdata anche in Europa ed in Italia, facendo discutere non poco per il suo messaggio violento;
ultimamente è salita all'onore della cronaca per alcuni episodi che hanno visto protagonisti i bambini che, probabilmente, dopo aver seguito alla televisione lo svolgimento di un combattimento, hanno voluto imitare i campioni americani, non sapendo distinguere tra finzione e realtà;
il 6 giugno 2005 alcuni organi di stampa riportavano la notizia di una bambina di 11 anni, ferita da un compagno di scuola e finita in ospedale a Bolzano, con distorsione della cervicale;
il 16 giugno 2005 sempre la stampa riportava la notizia che la Procura dei Minori di Milano ha messo sotto inchiesta quattro ragazzi di età compresa tra i 15 ed i 16 anni, perché avrebbero costretto per due mesi due coetanei a sottomettersi a combattimenti di wrestling;
molte televisioni commerciali, ma soprattutto SKY, dedicano interi programmi a questa nuova forma di spettacolo, in fasce orarie non protette;
figurine, magliette, accessori, eccetera riferentisi al wrestling sono le richieste più frequenti degli adolescenti, che hanno dato vita ad una forma di wrestlingmania -:
quali urgenti ed efficaci iniziative normative intenda adottare per mettere al riparo i bambini dai gravi rischi per la loro incolumità, nel caso in cui tale fenomeno dovesse perdere il controllo delle istituzioni e dovesse estendersi per tutta la nazione, assumendo le dimensioni di una vera e propria moda della nuova violenza con le prevedibili pericolose conseguenze per tanti giovani coscienze in formazione.
(4-15373)

Risposta. - Il Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione tv e minori - sottoscritto in data 29 novembre 2002, con il quale le imprese televisive hanno assunto l'impegno di garantire una programmazione adatta alla fruizione familiare nella fascia oraria 7.00/22.30 - a seguito delle segnalazioni pervenutegli e delle preoccupazioni da più parte manifestate in merito al crescente interesse dei ragazzi nei confronti delle pratiche di wrestling ha ritenuto di segnalare, nella riunione del 12 luglio 2005, i rischi insiti nella programmazione degli incontri di tale disciplina sportiva.
Ritenendo che tali programmi possano costituire un incoraggiamento a pulsioni aggressive essendo gli incontri caratterizzati - almeno in apparenza - dalla mancanza di regole tipiche delle competizioni sportive, e che possano indurre a comportamenti di emulazione dilettantesca potenzialmente pregiudizievoli per la salute fisica dei minori, il predetto comitato ha prescritto che i programmi in questione, ovvero i loro «promo» non siano diffusi dalle emittenti nella fascia oraria protetta (ore 16.00/19.00).
Nella stessa sede è stata evidenziata la necessità che le trasmissioni di
wrestling - messe in onda in orari diversi - siano accompagnate da segnali ed avvertenze sull'opportunità che i minori siano assistiti, nella visione, da adulti e che vi siano annunci verbali o scritti che avvisino che gli atleti-combattenti fingono di farsi male e che comunque non sono da imitare.
Il Comitato predetto pur riconoscendo che alcune emittenti stanno già responsabilmente praticando quanto richiesto ha, infine, fatto appello alle emittenti affinché vi sia una responsabile programmazione


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futura in argomento, in modo da evitare che si accentui l'attuale punta di infatuazione.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato Se.N.A.S., offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
la struttura organizzativa del Patronato SeNAS è articolata in: sede centrale che ha il compito di programmare, coordinare e controllare l'attività svolta da tutte le sedi periferiche; sedi regionali che coordinano l'attività interprovinciale; sedi provinciali che sono unità operative strutturalmente organizzate e che garantiscono la gestione e l'erogazione dei servizi;
il Senas è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti al Senas negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato al Senas per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-13882)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente le sedi gestite dal patronato Se.N.A.S., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato E.N.C.A.L. - Ente Nazionale Confederale Assistenza Lavoratori - offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Encal è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Encal negli anni 2001-2002-2003 e 2004;


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quanto sia stato liquidato all'Encal per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-13887)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato E.N.C.A.L., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'INAS opera per mezzo di numerose sedi, in Italia e all'estero;
le sedi in Italia, presenti in tutte le regioni, comprendono sedi regionali, sedi provinciali e sedi locali con personale dotato di consolidata professionalità e competenza al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inas è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonta il numero dei pensionati iscritti all'Inas negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inas per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-13936)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato I.N.A.S., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni


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erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Epaca, sulla base delle normative vigenti, garantisce informazioni, consulenze e servizi a tutti i cittadini in materia di risparmio previdenziale, diritto di famiglia e successione, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito, anche facilitando l'accesso ai dati ed ai servizi della pubblica amministrazione;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Epaca è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Epaca negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Epaca per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-13939)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritto presso il patronato EPACA, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il patronato ACAI, Associazione cristiana artigiani italiani, con sede nazionale


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in Roma, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'ACAI è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'ACAI negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'ACAI per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-13948)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato ACAI, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;
il Patronato INPAL, ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'INPS;
a fine anno usufruisce di consistenti finanziamenti, a fronte dei positivi risultati ottenuti -:
a quanto ammontino i finanziamenti erogati al patronato in questione per effetto di questo meccanismo negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13954)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente l'Istituto Nazionale per l'Assistenza dei Lavoratori (I.N.P.A.L.), promosso dalla Associazione Italiana Coltivatori, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento


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degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli Istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati, trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
In particolare, per il patronato INPAL, si è provveduto ad effettuare una ripartizione del «Fondo Patronati» per l'anno 2001 con una percentuale dello 0,751 per cento per un totale di 2.201.879,00 e per l'anno 2002, con una percentuale dello 0,803, per un totale di 2.497.692 euro. Si è provveduto, inoltre, ad effettuare, per il 2003, una anticipazione economica dello 0,672 per un totale di 1.751.447,00 euro, e ad una anticipazione dello 0,85 per cento, per un totale di 2.018.750,00 euro per il 2004.


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Si specifica, poi, che i dati finali relativi all'anno 2003 sono pervenuti quasi tutti, già verificati dei competenti organi ispettivi, mentre sono in corso di verifica i dati relativi al 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;
il Patronato ENAS, ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di consistenti finanziamenti a fronte dei positivi risultati ottenuti -:
a quanto ammontino i finanziamenti erogati al patronato in questione per effetto di questo meccanismo negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13955)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente l'Ente Nazionale di Assistenza Sociale (ENAS), promosso dalla Unione Generale del Lavoro (UGL), si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. II meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli istituti entro il 30 giugno.
II successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della


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nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati; trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
Nello specifico, per il patronato E.N.A.S., si evidenzia che è proceduto alla ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale dello 1,677 per cento, per un totale di 4.918.062,00 euro, per il 2001, mentre per l'anno 2002 si è provveduto a ripartire, con una percentuale dello 1,643 per cento, una quota di euro 5.106.407,00 euro. Si è inoltre, provveduto ad effettuare una anticipazione dello 1,646 per cento per 4.289.890,00 euro per l'anno 2003 e all'anticipazione dello 1,65 per cento pari a 3.918.750,00 euro, per l'esercizio finanziario 2004, ciò per garantire il regolare funzionamento dello stesso istituto.
Si specifica, ad ogni modo, che per l'anno 2003, i dati finali, validati dai competenti organi ispettivi, sono pervenuti quasi completamente, mentre sono ancora in fase di verifica i dati relativi all'anno 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato INAC, Istituto Nazionale Assistenza Cittadini, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inac è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Inac negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inac per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14046)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato I.N.A.C., si fa presente quanto segue:
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio


Pag. XXV

sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;
il patronato ITAL ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di una evidente contribuzione, a fronte dei positivi risultati ottenuti -:
a quanto ammontino i finanziamenti erogati al patronato in questione negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004.
(4-14047)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente l'Istituto di tutela e assistenza lavoratori (I.T.A.L.), promosso dalla Unione Italiana del Lavoro (U.I.L.), si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente, la restante quota viene versata dagli Istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'8 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti


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stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
Nello specifico, per il patronato I.T.A.L., si evidenzia che si è proceduto alla ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale del 7,018, per un totale di 20.582.203,00 euro, per il 2001, mentre per l'anno 2002 si è provveduto a ripartire, con una percentuale del 7,272 per cento, una quota di euro 22.608.601,00 euro. Si è, inoltre, provveduto ad effettuare una anticipazione di 18.302.015,00 euro pari ad una percentuale del 7,024 per l'anno 2003 e di euro 17.527.500,00, pari ad una percentuale del 7,38 per cento, per l'anno 2004.
Si specifica, ad ogni modo, che per l'anno 2003, i dati finali, validati dai competenti organi ispettivi, sono pervenuti quasi completamente, mentre sono ancora in fase di verifica i dati relativi all'anno 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Itaco mette a disposizione competenze e professionalità per la consulenza e lo svolgimento delle pratiche in materia di: pensioni, rendite da infortuni e malattie professionali, analisi posizioni contributive, assistenza sanitaria e maternità, assistenza sociale ed invalidità civile;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Itaco è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Itaco negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Itaco per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14050)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato I.T.A.C.O, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto


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dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il F.A.C.I. assiste e tutela il cittadino lavoratore, la famiglia e gli anziani, in materie quali la previdenza, la sanità, il lavoro;
il summenzionato Patronato opera nel sociale con sempre maggior impegno per la difesa delle categorie disagiate ed aiuta ad ottenere la conoscenza ed il godimento dei propri diritti;
il Patronato Faci è attualmente impegnato nello sforzo di ampliare la presenza sul territorio nazionale, al fine di essere più vicino alla gente;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
il Faci è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti al Faci negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato al Faci per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14051)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato F.A.C.I., in liquidazione volontaria dal dicembre 2003, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. In tale ambito rientrano, in generale, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori dipendenti ed autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio italiano e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. Inoltre, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni in materia di previdenza e quiescenza obbligatorie e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione


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dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Labor è una organizzazione giovane, efficiente, il cui obiettivo principale è quello di dare un servizio qualificato per la difesa e la valorizzazione della persona in difficoltà mediante i suoi operatori costantemente aggiornati e formati sui temi della sicurezza sociale;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
il Labor è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti al Labor negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato al Labor per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14057)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato L.A.B.O.R., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;


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il Patronato C.L.A.A.I., ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di una evidente contribuzione a causa dei risultati positivi ottenuti -:
a quanto ammontino i finanziamenti erogati al patronato in questione per effetto di questo meccanismo negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004.
(4-14059)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente la Confederazione delle Libere Associazioni Artigiane Italiane (C.L.A.A.I.), promosso dalla Confederazione delle Libere Associazioni Italiane, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli Istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza, nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 1521 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie,


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risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati, trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
In particolare, per il patronato C.L.A.A.I., si è provveduto ad effettuare la ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale dello 0,387 per cento per un totale di 1.135.922,00 euro, per l'anno 2001 e con una percentuale dello 0,456 per cento per un totale di 1.416.356,00 euro per l'anno 2002. Si è provveduto, poi, ad effettuare una anticipazione economica dello 0,307 per cento, per un totale di 800.477,00 euro, per il 2003 e ad una anticipazione dello 0,45 per cento per un totale di 1.068.750,00 euro, per l'anno 2004.
Si specifica, poi, che i dati finali relativi all'anno 2003 sono pervenuti quasi tutti, già verificati dai competenti organi ispettivi, mentre sono in corso di verifica i dati relativi al 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'INPAL ha la propria sede in Roma e svolge la sua attività in tutto il territorio nazionale tramite i propri uffici centrali e periferici;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inpal è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti numero dei pensionati iscritti all'Inpal negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inpal per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14065)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato INPAL, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio unitario Nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.


Pag. XXXI

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il patronato Easa, Ente assistenza sociale agli artigiani, con sede nazionale in Roma, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
l'ente ha la propria sede in Roma e svolge la sua attività in tutto il territorio per il tramite dei suoi uffici centrali e periferici;
l'Easa è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonta il numero dei pensionati iscritti all'Easa negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Easa per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14067)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato EASA, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo a firma di Marco Mensurati, pubblicato su La Repubblica in data 20 aprile 2005, le filiali italiane delle 13 principali industrie farmaceutiche mondiali avrebbero costruito un maxi-cartello per spartirsi l'intero mercato del farmaco nelle strutture pubbliche di diciannove città;
al termine di due anni di indagini e di sei mesi di intercettazioni telefoniche, i militari del nucleo speciale per la tutela della concorrenza e del mercato della Guardia di Finanza hanno individuato la seguente associazione a delinquere, composta dai rappresentanti delle società per azioni Glaxo-Smith-Kline, Pharmacia & Upjohn, Roche e Astrazeneca che avrebbero predeterminato i vincitori degli appalti per i medicinali -:
quali iniziative si pensi di adottare al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
(4-14112)

PERROTTA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo a firma di Marco Mensurati, pubblicato su La


Pag. XXXII

Repubblica in data 20 aprile 2005, le filiali italiane delle 13 principali industrie farmaceutiche mondiali avrebbero costruito un maxi-cartello per spartirsi l'intero mercato del farmaco nelle strutture pubbliche di diciannove città;
al termine di due anni di indagini e di sei mesi di intercettazioni telefoniche, i militari del nucleo speciale per la tutela della concorrenza e del mercato della Guardia di Finanza avevano individuato la seguente associazione a delinquere, composta dai rappresentanti dell'Astrazeneca insieme con altre sette aziende, tra cui Esoform, Pierrel, Asta Medica e Braun che si sarebbero spartite i contratti pubblici per i disinfettanti ed i detergenti sanitari -:
quali iniziative si pensa di adottare al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
(4-14113)

PERROTTA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo a firma di Marco Mensurati, pubblicato su La Repubblica in data 20 aprile 2005, le filiali italiane delle 13 principali industrie farmaceutiche mondiali avrebbero costruito un maxi-cartello per spartirsi l'intero mercato del farmaco nelle strutture pubbliche di diciannove città;
il cartello aveva diviso il mercato italiano. Per i medicinali, il «cartello» si sarebbe aggiudicato le forniture di farmaci, vaccini ed emoderivati negli ospedali di Bologna, Pordenone, Sondrio, Napoli, Caserta e Caltagirone -:
se non sia il caso di far chiarezza in riferimento alla summenzionata situazione;
quali iniziative si pensi di adottare al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
(4-14114)

Risposta. - Con riferimento agli atti di sindacato ispettivo in esame, si fa presente quanto segue.
Secondo l'articolo di Marco Mensurati pubblicato su
La Repubblica del 20 aprile 2005 dal titolo «Cartello per far lievitare i prezzi. Antitrust contro le big dei farmaci», le filiali italiane delle tredici principali industrie farmaceutiche avrebbero costituito un maxi-cartello per la spartizione dell'intero mercato del farmaco nelle strutture pubbliche di diciannove città.
Si precisa che la competente autorità garante della concorrenza e del mercato non ha avviato alcun procedimento in ordine all'asserita esistenza del maxi-cartello in questione, che avrebbe condotto, secondo quanto è stato affermato nell'articolo, all'aggiudicazione di gare per le forniture di farmaci, vaccini ed emoderivati negli ospedali di Bologna, Pordenone, Sondrio, Napoli, Caserta e Caltagirone.
In relazione poi al settore dei disinfettanti ed antisettici, l'autorità garante della concorrenza e del mercato ha deliberato nel novembre 2004 l'avvio di un procedimento istruttorio nei confronti delle società Viatris S.p.a., Astrazeneca S.p.a., Bergamon S.r.l., Braun Milano S.p.a., Esoform-Laboratorio chimico Farmaceutico S.p.a., Farmec S.r.l., Germo S.p.a., International Medical Service S.r.l., società Italo-Britannica Manetti e Roberts & C S.p.a., Pierrel Farmaceutici S.p.a., Sanitas Laboratorio chimico Farmaceutico S.p.a., Pan Service Soc. Coop. a r.l., Information Hospital service S.r.l., al fine di accertare una presunta violazione dell'articolo 81 del trattato CE nel contesto di gare per la fornitura di prodotti disinfettanti e antisettici ad ASL e/o Aziende Ospedaliere.
In particolare, l'avvio dell'istruttoria - che è tuttora in corso - è volto a verificare se tali imprese si siano ripartite le forniture nell'ambito di tali gare e se abbiano coordinato le proprie politiche di prezzo. Per completezza di informazione, si precisa che il procedimento è stato avviato con provvedimento n. 13717 del 22 novembre 2004, pubblicato sul bollettino n. 45 dell'Autorità.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.


Pag. XXXIII

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato E.N.A.P.A., ha una propria sede nazionale a Roma - presso gli uffici della Confagricoltura (Palazzo S. Andrea della Valle) - ed è presente su tutto il territorio nazionale con proprie sedi regionali, zonali e recapiti di zona;
l'assistenza del Patronato Enapa è assolutamente gratuita ed è rivolta sia alle singole persone che ai nuclei familiari;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Enapa è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Enapa negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Enapa per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14122)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato ENAPA, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato Epasa è presente sull'intero territorio nazionale e in diversi stati esteri;
l'Ente svolge i suoi compiti istituzionali: nei capoluoghi di provincia, in 136 sedi zonali, in tutte le strutture territoriali della CNA, in centinaia di recapiti periodici nei comuni, in Germania, Svizzera, Belgio, USA, Australia e Canada;
attraverso tutte le sedi di cui sopra, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Epasa è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Epasa negli anni 2001-2002-2003 e 2004;


Pag. XXXIV


quanto sia stato liquidato all'Epasa per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14125)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato EPASA, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'attività dell'I.N.C.A. è svolta gratuitamente nei confronti di tutti coloro che chiedono tutela;
per le azioni legali è prevista la partecipazione alle spese da parte dell'assistito, come previsto dalle disposizioni di legge;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inca è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Inca negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inca per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14126)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato I.N.C.A., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità. Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e


Pag. XXXV

di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato I.N.P.A.S. offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
il summenzionato Patronato rientra in una vasta gamma di servizi che la Confsal ha realizzato su tutto il territorio nazionale;
l'Inpas è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Inpas negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inpas per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14133)

Risposta. -In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato INPAS, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma 152/2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;


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il Patronato S.I.A.S., ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di consistenti contributi economici, a fronte dei positivi risultati ottenuti -:
quanto abbia incassato il patronato in questione per effetto di tale meccanismo negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004.
(4-14260)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il Servizio italiano di assistenza sociale per i servizi sociali dei lavoratori (S.I.A.S.), promosso dal Movimento cristiano lavoratori, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento


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possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il fondo patronati, trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
In particolare, per il patronato S.I.A.S., si è provveduto ad effettuare la ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale dell'1,890 per cento per un totale di 5.544.134,00 euro, per l'anno 2001 e con una percentuale dell'1,650 per cento, per un totale di 5.129.655,00 euro per l'anno 2002. Si è provveduto, poi, ad effettuare una anticipazione economica dell'1,849 per cento per un totale di 4.816.893,00 euro, per il 2003 e ad una anticipazione dell'1,70 per cento per un totale di 4.037.500,00 euro, per l'anno 2004.
Si specifica, poi, che i dati finali relativi all'anno 2003 sono pervenuti quasi tutti, già verificati dei competenti organi ispettivi, mentre sono in corso di verifica i dati relativi al 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato E.N.A.S., Ente Nazionale di Assistenza Sociale, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Enas è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Enas negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Enas per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14262)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato ENAS, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.


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PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il patronato I.N.A.P.I. - Istituto Nazionale Assistenza Piccoli Imprenditori - promosso dalla Federazione Autonoma Piccoli Imprenditori (Fenapi), offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inapi è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Inapi negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inapi per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14275)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato INAPI, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'I.T.A.L. - Istituto di Tutela ed Assistenza Lavoratori - promosso dall'Unione Italiana del Lavoro, è uno dei maggiori patronati d'Italia che assiste gratuitamente tutti i cittadini ed i lavoratori per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Ital è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Ital negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Ital per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14280)


Pag. XXXIX

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato ITAL, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato S.B.R. - Sozialer Beratung Sring - promosso dall'Unione Sindacati Autonomi Sudtirolesi (USAS), offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Sbr è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Sbr negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Sbr per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14311)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato SBR, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.


Pag. XL


Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione. Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;
il Patronato I.T.A.C.O., ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di consistenti contributi economici, a fronte dei positivi risultati ottenuti -:
quanto abbia incassato il patronato in questione per effetto del predetto meccanismo rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14314)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente l'Istituto per la tutela e l'assistenza degli esercenti attività commerciali, turistiche e di servizi (I.T.A.C.O.), promosso dalla Confederazione italiana attività commerciali, turistiche e dei servizi (Confesercenti), si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e dall'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in


Pag. XLI

sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli Istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la
quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati, trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
Nello specifico, per il patronato I.T.A.- C.O., si evidenzia che si è proceduto alla ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale dello 1,197 per cento, per un totale di 3.509.362,00 euro, per il 2001, mentre per l'anno 2002 si è provveduto a ripartire, con una percentuale dello 1,216 per cento, una quota di euro 3.779.081,00 euro.
Si specifica, ad ogni modo, che per l'anno 2003, i dati finali, validati dai competenti organi ispettivi, sono pervenuti quasi completamente, mentre sono ancora in fase di verifica i dati relativi all'anno 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'E.P.A.S. esercita la sua attività sia sul territorio nazionale che all'estero;
l'attività viene svolta in forma assolutamente gratuita, in quanto finanziata da apposite sovvenzioni ministeriali, ed è sottoposta al continuo controllo ed alla vigilanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base della legge n. 152 del 2001, che ne definisce ruolo, compiti e modalità;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Epas è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Epas negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Epas per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14428)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato EPAS, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001,


Pag. XLII

le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato A.C.L.I., Associazione Cristiana Lavoratori Italiani, svolge gratuitamente la propria assistenza attraverso una rete di 600 uffici aperti al pubblico, 1.000 operatori specializzati, 300 consulenti medici, legali e fiscali indispensabili per patrocinare (anche in giudizio) e promuovere adeguatamente i diritti in campo previdenziale, assistenziale e socio-sanitario;
l'Acli è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Acli negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Acli per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14429)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato ACLI, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato,


Pag. XLIII

si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato S.I.A.S aiuta a disbrigare tutte le pratiche con gli enti previdenziali ed offre un servizio completamente gratuito a norma di legge, in quanto l'attività è sostenuta da un finanziamento pubblico. Pertanto offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
il Sias è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti al Sias negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato al Sias per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14430)

Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato S.I.A.S., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Enasco - ente nazionale di assistenza sociale per gli esercenti attività commerciale - promosso dalla Confederazione italiana del commercio e del turismo, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di


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una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Enasco è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonti il numero dei pensionati iscritti all'Enasco negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Enasco per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14431)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato E.N.A.S.C.O., si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge di riforma n. 152 del 2001, che ha definito gli istituti di patronato come «persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità», ha significativamente allargato il ventaglio dei settori di intervento degli stessi;
il Patronato I.N.A.P.I., ha una notevole capacità organizzativa nella raccolta delle istanze da presentare all'Inps;
a fine anno usufruisce di contributi economici da parte dell'Inps, a causa dei «punti» ottenuti -:
quanto abbia incassato il patronato in questione per effetto di questo meccanismo negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14742)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente l'Istituto nazionale di Assistenza piccoli Imprenditori (INAPI), promosso dalla Federazione nazionale autonoma piccoli Imprenditori (Fenapi) si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si precisa che il meccanismo di erogazione del finanziamento degli enti di patronato, per l'organizzazione e l'attività svolta sia in Italia che all'estero è stato previsto dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 29 luglio 1947, n. 804, istitutivo dei patronati.
Successivamente, la legge 30 marzo 2001, n. 152, ha stabilito all'articolo 13, che, a


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decorrere dal 2001, il finanziamento in questione è assicurato mediante il prelevamento di un'aliquota pari allo 0,226 per cento sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate dall'Istituto nazionale di Previdenza sociale (Inps), dall'Istituto nazionale di Previdenza per i Dipendenti pubblici (Inpdap), dall'Istituto nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail) e dall'Istituto di Previdenza per il Settore marittimo (Ipsema).
Con la nuova disciplina legislativa sui patronati, il meccanismo del loro finanziamento ha assunto una forma automatizzata, per la quale la consistenza delle risorse dipende esclusivamente dal gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati dalle gestioni interessate. Il meccanismo risulta, pertanto, sottratto a qualsiasi tipo di valutazione o discrezionalità.
Infatti, secondo le disposizioni del comma 3, del summenzionato articolo 13, gli enti previdenziali provvedono entro il 31 gennaio di ogni anno al versamento, nello specifico capitolo dell'unità previsionale di base, nello stato di previsione del bilancio statale, di una somma pari all'80 per cento di quella calcolata applicando l'aliquota stabilita sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati nell'anno precedente; la restante quota viene versata dagli Istituti entro il 30 giugno.
Il successivo comma 4, del predetto articolo, stabilisce che, a decorrere dal 2002, al fine di assicurare ai patronati le somme occorrenti per il loro regolare funzionamento, gli stanziamenti sul capitolo relativo al Fondo patronati sono determinati in sede previsionale nella misura dell'80 per cento delle somme impegnate nelle stesse unità previsionali sulla base dell'ultimo conto consuntivo approvato. I predetti stanziamenti sono rideterminati in sede di legge di assestamento di bilancio in relazione alle somme effettivamente affluite.
In ogni caso, è assicurata agli istituti di patronato l'erogazione delle quote di rispettiva competenza nei limiti dell'80 per cento, di cui al comma 4, dell'articolo 13 della già citata legge n. 152 del 2001, come dispone il successivo comma 5, entro il primo trimestre dello stesso anno.
È opportuno specificare, poi, che l'erogazione del contributo di finanziamento ai patronati viene effettuata, in attesa della nuova normativa regolamentare da adottare ai sensi dell'articolo 13, comma 7, della sopra citata legge, secondo i criteri individuati dal decreto ministeriale del 13 dicembre 1994, n. 764, che prevede accertamenti ispettivi finalizzati alla verifica dell'organizzazione e dell'attività svolta da ciascun patronato sia in sede amministrativa che giudiziaria.
Il citato provvedimento, inoltre, indica le prestazioni e gli interventi più significativi con il relativo punteggio da assegnare. In particolare, il punteggio relativo all'organizzazione territoriale dei patronati è stabilito dall'articolo 9, del decreto ministeriale n. 764 del 1994. Si specifica, ad ogni modo, che ciò serve soltanto a stabilire la quota di finanziamento spettante a ciascun patronato, senza nulla incidere sul sistema di finanziamento sopra descritto. Si esclude, pertanto, anche l'ipotesi che le risorse finanziarie, risultanti dal prelevamento dell'aliquota dello 0,226 per cento possano avere destinazione diversa rispetto a quella di finanziare il Fondo patronati, trattandosi, infatti, di risorse preordinate a tale specifico scopo.
In particolare, per il patronato INAPI, si è provveduto ad effettuare la ripartizione del «Fondo Patronati» con una percentuale dello 0,088, per un totale di 274.392,00 euro, per l'anno 2002. Si è provveduto, poi, ad effettuare una anticipazione economica dello 0,0165 per cento per un totale di 430.000,00 euro, per il 2003 e all'anticipazione dello 0,17 per cento pari a 396.625,00 euro, per l'esercizio finanziario 2004; ciò per garantire il regolare funzionamento dello stesso istituto.
Si specifica, ad ogni modo, che per l'anno 2003, i dati finali, validati dai competenti organi ispettivi, sono pervenuti quasi completamente, mentre sono ancora in fase di verifica i dati relativi all'anno 2004.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.


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PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato C.L.A.A.I., Confederazione delle Libere Associazioni Artigiane, offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
la Claai è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonta il numero dei pensionati iscritti alla Claai negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato alla Claai per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14745)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato CLAAI, si fa presente quanto segue.
Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato I.N.A.P.A. - Istituto Nazionale di Assistenza e di Patronato per gli Artigiani - promosso dalla Ponderazione Generale Italiana dell'Artigianato (Confartigianato), offre assistenza gratuita a tutti i cittadini ed ai lavoratori che ne fanno richiesta, per la difesa dei loro diritti ed interessi;
attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, mette a disposizione della collettività la consolidata professionalità e competenza dei propri operatori, al fine di soddisfare tutte le crescenti esigenze di una società in vorticoso cambiamento come quella italiana;
l'Inapa è anche un patronato di pensionati -:
a quanto ammonta il numero dei pensionati iscritti all'Inapa negli anni 2001-2002-2003 e 2004;
quanto sia stato liquidato all'Inapa per i propri pensionati negli anni di cui sopra.
(4-14747)

Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso il patronato INAPA, si fa presente quanto segue.


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Preliminarmente, si specifica che gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di pubblica utilità.
Nell'ambito del suddetto servizio rientrano, in generale, secondo quanto disposto dall'articolo 7, della legge n. 152 del 2001, le attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori sia dipendenti che autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri ed apolidi presenti sul territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento di prestazioni di varia natura. In particolare, gli istituti di patronato svolgono attività di consulenza, di assistenza e di tutela per il conseguimento delle prestazioni obbligatorie in materia di previdenza e quiescenza e di forme sostitutive o integrative delle stesse, delle prestazioni erogate dal Servizio unitario nazionale, delle prestazioni di carattere socio-assistenziale, nonché delle prestazioni erogate da fondi di previdenza complementare.
Dette attività sono prestate a titolo gratuito ed indipendentemente dall'adesione dell'interessato all'associazione promotrice e, tanto più, quindi, dall'adesione all'istituto di patronato.
Si intende porre in evidenza, infatti, che i servizi svolti dai patronati sono rivolti alla collettività e per lo svolgimento di tali funzioni non necessita alcuna iscrizione.
Pertanto, specificando che tutti i soggetti assistiti, tra i quali rientrano anche i pensionati, non sono iscritti agli enti di patronato, si fa presente che non è possibile fornire i dati richiesti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Inps - Istituto nazionale della previdenza sociale - si occupa di fornire assistenza previdenziale ai vari cittadini -:
quali siano i criteri di nomina dei componenti del consiglio di amministrazione del predetto ente;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio di amministrazione;
se vi siano componenti del consiglio di amministrazione, il cui mandato sia in scadenza, rispettivamente, negli anni 2005 e 2006;
in che modo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali eserciti la sua attività di vigilanza sull'attività dell'Inps.
(4-15006)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, l'Istituto nazionale della Previdenza sociale ha comunicato quanto segue.
Il Consiglio di Amministrazione dell'Inps è composto dal Presidente dell'Istituto, che lo presiede, e da 8 esperti, dei quali 2 scelti tra dirigenti della pubblica amministrazione, da porre in posizione di fuori ruolo secondo le disposizioni dei vigenti ordinamenti di appartenenza (articolo 3, comma 5, del decreto legislativo n. 479 del 1994, come modificato dall'articolo 3, comma 27, della legge n. 335 del 1995).
La nomina dei Consiglieri avviene con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro della funzione, pubblica.
In data 4 giugno 2004, è stato nominato il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica, il cui insediamento è avvenuto il 28 luglio 2004. A causa della durata quadriennale dello stesso, di conseguenza, non ci sono mandati in scadenza negli anni 2005-2006.
Per quanta attiene al costo per il funzionamento del Consiglio di Amministrazione 2004, l'Inps ha precisato che lo stesso risulta essere: per quanto riguarda il periodo luglio-dicembre 2004, di euro 774.382,00; per il periodo gennaio-giugno, di euro 613.847,00.
Per quanto concerne le modalità di esercizio dell'attività di vigilanza del ministero


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del lavoro e delle politiche sociali sull'attività dell'Inps si precisa che l'Istituto è sottoposto alla vigilanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali e del ministero dell'economia e delle finanze così come previsto dall'articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica n. 639 del 1970, come modificato dall'articolo 8, comma 1, della legge n. 88 del 1989, nonché da quanto previsto dagli articoli 3 e 4 del decreto legislativo n. 479 del 1994, in materia di approvazione dei bilanci.
Inoltre, ai fini di una maggiore completezza di informazione, si fa presente che, ai sensi dell'articolo 1, comma 44, della legge n. 335 del 1995, è istituito, alle dirette dipendenze del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, un nucleo di valutazione della spesa previdenziale con compiti di osservazione e di controllo dei singoli regimi assicurativi, degli andamenti economico-finanziari del sistema previdenziale obbligatorio, delle dinamiche di correlazione tra attivi e pensionati e dei flussi di finanziamento della spesa, anche con riferimento alle singole gestioni, nonché compiti di propulsione e verifica in funzione della stabilizzazione della spesa previdenziale.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Inps - Istituto Nazionale della Previdenza Sociale - si occupa di fornire assistenza previdenziale ai vari cittadini:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto sia costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15007)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in esame, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha comunicato quanto segue.
I dipendenti dell'Istituto si articolano nelle sottoindicate qualifiche e aree professionali: Dirigenti 1a fascia; Dirigenti con incarico di livello dirigenziale generale ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001 articolo 19 comma 6; Dirigenti 2a fascia, Dirigenti 2 fascia con incarico di livello generale; Dirigenti con incarico dirigenziale ai sensi del citato decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 19 comma 6; Medici Legali 2 livello; Medici Legali 1 livello; Tecnici Edilizi 2 livello; Tecnici Edilizi 1 livello; Tecnici Edilizi livello iniziale; Statistici Attuariali 2 livello; Statistici Attuariali 1 livello; Statistici Attuariali livello iniziale; Professionisti Legali 2 livello; Professionisti Legali 1 livello; Professionisti Legali livello iniziale; Consulenti Professionali Informatici; Psicologi; Ispettori Generali (funzionari del ruolo ad esaurimento
ex articolo 15 legge n. 88 del 1989); Direttori di Divisione (funzionari del ruolo ad esaurimento ex articolo 15 legge n. 88 del 1989); AREA C (Posizione da C5 a C1); AREA B (Posizione da B3 a B1); AREA A (Posizione da A3 a A1).
L'Inps ha, poi, comunicato i seguenti dati, relativi al numero dei dipendenti in servizio ed al costo sostenuto negli anni 2001 e 2004 per il personale.

Personale in servizio a dicembre 2001 - n. 33.524 di cui:
Unità a tempo indeterminato n. 33.377
Unità a tempo determinato n. 147.

Costo del personale in milioni di euro al lordo: 1.371 (Dati di conto annuale comprensivo di retribuzione fondamentale, accessoria e altri oneri).

Personale in servizio a dicembre 2004: n. 33.336 di cui:
Unità a tempo indeterminato n. 33.195;
Unità a tempo determinato n. 141.

Costo del personale in milioni di euro al lordo: 1.557 (Dati di conto annuale comprensivo di retribuzione fondamentale, accessoria e altri oneri).
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.


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PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'INPGI - Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani - attua la previdenza e l'assistenza a favore degli iscritti nell'Albo dei giornalisti e nel registro dei praticanti tenuti dall'Ordine dei giornalisti, nonché dei rispettivi familiari a loro carico, nelle forme, alle condizioni e nei limiti previsti dalle leggi, dallo Statuto e dai regolamenti -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15027)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Inpgi, gestione principale, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
nell'anno 2001 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 179 unità di cui n. 9 dirigenti e n. 170 impiegati e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 8.064.806; nell'anno 2004 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 180 unità di cui n. 9 dirigenti e n. 171 impiegati e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 9.454.976.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'INPGI 2 - Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani - gestione separata per i giornalisti che svolgono attività di lavoro autonomo - provvede ad erogare in favore dei giornalisti professionisti e dei pubblicisti: la pensione di vecchiaia; la pensione di invalidità; la pensione ai superstiti, di reversibilità o indiretta e l'indennità di maternità -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15028)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti della gestione separata dell'Inpgi (Inpgi 2), in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
nell'anno 2001 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 10 unità di cui n. 1 dirigente e n. 9 impiegati e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 416.467; nell'anno 2004 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 12 unità di cui n. 1 dirigente e n. 11 impiegati e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 610.263.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ENPALS - Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo - con l'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1420 la tutela previdenziale del settore è stata ulteriormente perfezionata, ed ha ricevuto una più definita caratterizzazione nel panorama degli Enti previdenziali, poiché il decreto di cui sopra ha, infatti, stabilito condizioni assicurative e contributive di maggior favore per le categorie artistiche e tecniche dei lavoratori dello spettacolo, in ragione della saltuarietà e brevità dell'attività lavorativa


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nonché della natura delle retribuzioni o compensi percepiti da tali lavoratori;
considerato che oggi l'ENPALS con i suoi 60.000 pensionati garantisce la tutela previdenziale al particolare mondo dello spettacolo e dello sport, un mondo che ha dato e continua a dare lustro al nostro Paese nel mondo -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15033)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Ente nazionale di Previdenza per i Lavoratori dello Spettacolo (Enpals), in servizio negli anni 2001 e 2004, e la relativa spesa sostenuta negli stessi anni:
nell'anno 2001 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 320 unità e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 13.200.000; nell'anno 2004 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 403 unità e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 22.100.000.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ENPAM - Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri - è un ente previdenziale con funzioni di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15034)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti della Fondazione Enpam in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale, comprensiva degli oneri sociali, sostenuta per il personale in questione negli stessi anni:
nell'anno 2001 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 473 unità e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 20.982.754,00; nell'anno 2004 il personale in servizio al 31 dicembre è stato pari a 501 unità, di cui n. 3 contratti di lavoro a tempo determinato, e le spese per il personale in servizio sono state pari a euro 24.994.384,00.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ENASARCO - Ente di diritto pubblico per la gestione della previdenza, del fondo indennità risoluzione rapporto, dell'istruzione professionale e dell'assistenza sociale - offre assistenza ai propri iscritti -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15038)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si forniscono, di seguito, i dati comunicati dall'Enasarco, relativi alla consistenza numerica del personale della Fondazione, in servizio negli anni 2001 e 2004 ed il relativo costo:
nell'anno 2001 gli impiegati sono stati 493, per un costo complessivo di euro 20.501.506,52, e i portieri sono stati 370, per un costo complessivo di euro 7.160.446,58.


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nell'anno 2004: gli impiegati sono stati 487, per un costo complessivo di euro 22.074.053,24, e i portieri sono stati 347, per un costo complessivo di euro 8.142.658,05.

Per quanto riguarda le spese di portierato, l'Enasarco ha precisato che le stesse sono addebitate all'inquilinato nella misura del 90 per cento.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Cassa forense tra i suoi scopi vi è quello di assicurare agli avvocati un trattamento previdenziale ed erogare assistenza a favore degli iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15040)

Risposta. - Il Consiglio di amministrazione della Cassa nazionale Previdenza ed Assistenza forense, costituito dal Presidente e da 10 Consiglieri, viene eletto dal Comitato dei Delegati e si rinnova parzialmente ogni due anni, con l'elezione di cinque componenti per volta.
Il Presidente dura in carica due anni, mentre i Consiglieri durano in carica quattro anni.
I mandati del Presidente del Consiglio di Amministrazione e di n. 5 Consiglieri, scaduti l'11 marzo 2005, sono stati rinnovati fino all'11 marzo 2007, mentre per i rimanenti Consiglieri la nomina è imminente.
Per quanto riguarda, poi, il costo del funzionamento del Consiglio di Amministrazione si fa presente che, per l'anno 2001, è stato complessivamente di euro 1.019.021,96; mentre per l'anno 2004, è stato di euro 900.621,56.
Si fa presente, infine, che la Cassa forense è soggetta alla vigilanza del ministero della giustizia, del ministero del lavoro e delle politiche sociali e del ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509 del 1994.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'IPOST - Istituto postelegrafonici - Ente di previdenza del comparto Poste, offre assistenza ai suoi iscritti e pensionati -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15046)

Risposta. - Il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Postelegrafonici (Ipost) è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle comunicazioni.
Fanno parte del Consiglio di Amministrazione, oltre al Presidente dell'Istituto che lo presiede:
due membri designati dal Ministro delle comunicazioni;
un membro designato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
un membro designato dal Ministro dell'economia e delle finanze;


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due membri designati dall'Ente Poste Italiane.

Il Consiglio di Amministrazione dura in carica quattro anni e la scadenza del mandato è stata fissata a fine ottobre 2006.
La spesa per il funzionamento del Consiglio di Amministrazione è stata, per l'anno 2004, pari ad euro 245.817,77.
Si fa presente, infine, che l'Ipost è sottoposto alla tutela ed alla vigilanza del Ministro delle comunicazioni. Ovviamente, una sfera di attribuzioni spetta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali nelle materie istituzionali dell'Ente, che gestisce per legge una forma di previdenza esclusiva.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'INPGI 2 - Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti Italiani - gestione separata per i giornalisti che svolgono attività di lavoro autonomo - provvede ad erogare in favore dei giornalisti professionisti e dei pubblicisti: la pensione di vecchiaia; la pensione di invalidità; la pensione ai superstiti, di reversibilità o indiretta e l'indennità di maternità -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15047)

Risposta. - Il Consiglio di Amministrazione della gestione separata dell'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (Inpgi 2), disciplinato dall'articolo 14 dello Statuto, è costituito dal Presidente e dal Vice Presidente Vicario dell'Istituto, da n. 5 componenti eletti tra i giornalisti professionisti, tra i pubblicisti ed i praticanti che svolgono attività autonoma di libera professione, da un rappresentante del ministero del lavoro e delle politiche sociali e da un rappresentante designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il costo del funzionamento del Consiglio di Amministrazione, per l'anno 2004, è stato complessivamente di euro 129.715,69, determinato dall'indennità di carica per euro 103.240,00 per i cinque componenti eletti dagli iscritti; dai gettoni di presenza per euro 2.160,46; dai contributi Inps per euro 7.030,00 e dai rimborsi spese per euro 17.285,23.
Nessuna delle cariche è in scadenza per l'anno in corso né per il 2006.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in virtù di quanto previsto dal decreto legislativo n. 103 del 1996.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'INPGI - Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti Italiani - attua la previdenza e l'assistenza a favore degli iscritti nell'Albo dei giornalisti e nel registro dei praticanti tenuti dall'Ordine dei giornalisti, nonché dei rispettivi familiari a loro carico, nelle forme, alle condizioni e nei limiti previsti dalle leggi, dallo Statuto e dai regolamenti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;


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quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15056)

Risposta. - Il Consiglio di Amministrazione della gestione principale dell'INPGI (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani), disciplinato dall'articolo 12 dello Statuto, è costituito dai consiglieri eletti tra i giornalisti ed i consiglieri designati dalla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) e dal sindacato Fnsi, da un rappresentante del ministero del lavoro e delle politiche sociali e da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il costo del funzionamento del Consiglio di Amministrazione, composto di 16 membri, per l'anno 2004, è stato complessivamente di euro 426.419,46, determinato dall'indennità di carica per euro 356.500,00, dai gettoni di presenza per euro 3.470,88, dai contributi Inps per euro 30.452,00 e dai rimborsi spese per euro 35.996,58.
Nessuna delle cariche è in scadenza né per l'anno in corso né per il 2006.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509 del 1994.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ENASARCO - Ente di diritto pubblico per la gestione della previdenza, del fondo indennità risoluzione rapporto, dell'istruzione professionale e dell'assistenza sociale - offre assistenza ai propri iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15065)

Risposta. - Il Consiglio di Amministrazione dell'Enasarco è composto da:
a) otto rappresentanti degli agenti e rappresentanti di commercio; siano essi attivi o pensionati;
b) quattro rappresentanti dei preponenti, designati dalle Confederazioni datoriali firmatarie degli accordi economici collettivi e maggiormente rappresentative a carattere nazionale;
c) un rappresentante del ministero del lavoro e delle politiche sociali, da questi designato.

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Enasarco, nella sua composizione, giusta deliberazione presidenziale n. 757 del 22 dicembre 2001, dura in carica quattro anni ed il mandato scade il 31 dicembre 2005.
Per quanto riguarda il costo per il funzionamento del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, lo stesso, per l'anno 2004, è stato pari a euro 1.483.575,12.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal ministero dell'economia e delle finanze, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, articolo 3.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'I.NC.A. ha diverse sedi, tra cui la sede centrale che ha funzioni di indirizzo, le sedi regionali che hanno funzioni di coordinamento e di programmazione dell'attività


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delle strutture territoriali, le sedi provinciali che assicurano la gestione e l'erogazione dei servizi, mediante operatori specializzati e molteplici uffici;
l'Inca ha anche delle sedi all'estero per gli italiani residenti all'estero;
l'Inca ha bisogno per espletare il proprio lavoro di una considerevole quantità di sedi -:
a quanto ammonti il numero di sedi, rispettivamente regionali-provinciali e zonali gestite dal patronato di cui sopra.
(4-15122)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, volta a conoscere le sedi del patronato INCA, su tutto il territorio nazionale, si comunica quanto segue.
Il patronato INCA espleta la propria attività mediante n. 20 sedi regionali, n. 105 sedi provinciali e n. 850 sedi zonali, per un totale complessivo di n. 975 sedi.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Patronato I.N.A.P.I. svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali;
l'Inapi ha bisogno per espletare il proprio lavoro di una considerevole quantità di sedi -:
a quanto ammonti il numero di sedi, rispettivamente regionali - provinciali - e zonali gestite dal patronato di cui sopra.
(4-15125)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in argomento, volta a conoscere le sedi del patronato INAPI su tutto il territorio nazionale, si comunica quanto segue.
Il patronato INAP espleta la propria attività mediante n. 2 sedi regionali, n. 40 sedi provinciali e n. 37 sedi zonali, per un totale complessivo di n. 79 sedi.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'INPAL ha la propria sede in Roma e svolge la sua attività in tutto il territorio nazionale tramite i propri uffici centrali e periferici;
il summenzionato Paronato svolge, senza scopo di lucro, un servizio di pubblica utilità;
l'Inpal ha bisogno per espletare il proprio lavoro di una considerevole quantità di sedi -:
a quanto ammonti il numero di sedi, rispettivamente regionali - provinciali - e zonali gestite dal patronato di cui sopra.
(4-15249)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, volta a conoscere le sedi del patronato INPAL su tutto il territorio nazionale, si comunica quanto segue.
Il patronato INPAL espleta la propria attività mediante n. 53 sedi provinciali e n. 25 sedi zonali, per un totale complessivo di n. 78 sedi.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare,


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poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri eccetera, che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento alla variante di valico Firenze-Bologna, Tratto Sasso Marconi-La Quercia sono stati stanziati 79.170 euro e sono serviti 1.051 giorni solo per l'avvio dei lavori -:
a che punto sia la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quanto sia stato speso fino ad oggi;
quali provvedimenti si pensi di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri, le opere iniziate.
(4-15639)

Risposta. - La «Variante di Valico» dell'autostrada del Sole, ossia il potenziamento del tratto appenninico di detta autostrada fra Sasso Marconi e Barberino del Mugello, è infrastruttura strategica individuata come tale nella delibera Cipe n. 121 del 21 dicembre 2001 e costituisce impegno tra i più rilevanti consegnati nella Convenzione sottoscritta tra Autostrade S.p.a. e Anas il 14 agosto 1997.
Nello specifico l'Anas ha fornito le seguenti informazioni concernenti la situazione lavori suddivisa per tratti:

Tratto Sasso Marconi La Quercia: (Lotti 1, 2, 3, 4).

L'intervento consiste in un potenziamento della sede autostradale attraverso allargamenti a tre corsie della sede attuale e la riduzione della tortuosità del tracciato mediante il ricorso ad un maggior sviluppo in galleria.
La situazione dei relativi lotti è la seguente:
Lotto 1: (km 6,9). I lavori sono iniziati il 20 marzo 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione. L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 70,1 per cento.
L'Anas ritiene che sarà rispettata l'ultimazione contrattuale dei lavori, prevista per il 9 aprile 2006.
Lotto 2: (km 4,8). I lavori sono iniziati il 10 gennaio 2001 ed attualmente sono in corso di esecuzione secondo il programma. L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 96 per cento.
Anche per questi lavori la società stradale ritiene che sarà rispettata l'ultimazione contrattuale dei lavori, prevista per il 31 marzo 2006.
Lotto 3: (km 4,5). I lavori sono iniziati il 23 settembre 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione. È prevista l'ultimazione della tratta funzionale autostradale entro marzo del 2006, mentre per le opere complementari l'ultimazione contrattuale è prevista per il 26 settembre 2006.
L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 67,4 per cento.
Lotto 4: (km 3,2). I lavori sono iniziati il 23 settembre 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione; l'ultimazione contrattuale è prevista per il 3 agosto 2006.
L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 60,2 per cento.
Relativamente a tale lotto, l'Anas rappresenta che l'Impresa esecutrice dei lavori, per questioni di carattere finanziario, ha rallentato l'attività a partire dalla seconda metà di settembre.
Sono attualmente in corso verifiche circa la capacità dell'impresa di completare i lavori nei termini previsti e l'eventuale ipotesi di procedere alla risoluzione del contratto secondo quanto previsto dalla vigente normativa.
Per i 4 lotti sopra descritti, la società stradale informa che non sussistono aumenti di costo rilevanti rispetto a quelli originari e tali aumenti, dovuti a varianti in corso d'opera, sono stati regolarmente approvati da Anas e contenuti nei limiti di incremento stabiliti nelle norme.


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Tratto La Quercia Badia Nuova.

L'intervento consiste nella realizzazione di una nuova sede autostradale a due carreggiate separate con due corsie di marcia e corsia di emergenza per ciascun senso di marcia.
La situazione dei relativi lotti è la seguente:
Lotto 5A: (7,6 km). Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dall'Anas nell'agosto 2004.
L'intervento è stato aggiudicato definitivamente a marzo 2005; attualmente è in corso la progettazione esecutiva a carico dell'Impresa.
L'inizio dei lavori è previsto entro il 1o trimestre 2006 e l'ultimazione entro ottobre 2008.
Lotto 5B: (2,4 km). Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dall'Anas nell'agosto 2004.
L'intervento è stato aggiudicato definitivamente a giugno 2005; attualmente è in corso la progettazione esecutiva a carico dell'Impresa.
La consegna dei lavori è prevista entro il 1o trimestre 2006 e l'ultimazione dei lavori entro ottobre 2008.
Lotto 6 e 7: (km 7,5). Rappresentano il tratto di Variante di Valico compreso tra la galleria Val di Sambro e la località Badia Nuova. La progettazione di tale tratta ha richiesto tempi più lunghi per la complessità geologica del terreno che ha comportato la necessità di valutare ulteriormente la fattibilità del tracciato.
Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas a luglio 2005. Attualmente sono in corso le procedure di gara.
Lotto 8: (km 3,8). Rappresenta il collegamento di servizio tra la vecchia e la nuova sede autostradale. A luglio 2005 si è conclusa la Conferenza di Servizi sul progetto preliminare.
Attualmente è in corso la procedura di V.I.A. presso il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

Tratto Badia Nuova Aglio.

Lotti 9, 10 e 11: (11,2 km). Concernono la realizzazione della Galleria di Base, un tunnel a carreggiate separate lungo circa 8,6 km che unisce le regioni Emilia Romagna e Toscana.
L'intervento, iniziato a febbraio 2004, è stato caratterizzato da una fase di avvio molto lenta nella quale si è reso necessario affidare i lavori ad altra impresa.
Attualmente sono riprese le lavorazioni con particolare riguardo ai lavori propedeutici allo scavo della Galleria di Base. L'impresa ha inoltre proposto un nuovo progetto per l'imbocco della «discenderia». La data di ultimazione è prevista per gennaio 2009 e l'avanzamento dei lavori ad oggi è circa del 5 per cento.

Tratto Aglio Barberino.

Lotto 12 compreso lo svincolo di Barberino. I lavori sono iniziati a giugno 2004 e la data prevista per l'ultimazione è aprile 2008.
Nello specifico, l'Anas rappresenta che attualmente su tali lavori si è accumulato un ritardo sull'avanzamento dovuto, per i primi mesi dell'anno 2005, a problemi relativi a mancate autorizzazioni ed approvazioni per l'acquisizione delle aree di deposito e risoluzione delle interferenze, e successivamente ad una insufficiente organizzazione delle imprese.
Va altresì segnalata la crisi finanziaria dell'appaltatore.
Al fine di analizzare tale problematica, legata al blocco di detto cantiere, in data 4 novembre si è svolto un incontro presso la regione Toscana al quale erano presenti oltre all'Anas i Sindaci di Firenzuola e di Barberino del Mugello, nonché i rappresentanti della comunità montana.
Dopo aver analizzato le problematiche del blocco e tutte le questioni di carattere tecnico è stata assunta la decisione di valutare da parte dell'Anas tutte le iniziative da porre in atto, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, per l'immediata ripresa dei lavori.
Va altresì precisato che non sussistono blocchi da parte della società concessionaria


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su pagamenti da effettuare alla ditta appaltatrice di detto lotto.
Lotto 13 Mugello 2 stralcio: (km 6,1). L'intervento prevede la realizzazione di una nuova carreggiata a senso unico verso Sud e l'utilizzazione dell'intera sede attuale in senso unidirezionale verso Nord. Il progetto esecutivo dell'opera è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas a luglio 2005. Attualmente è in corso la procedura di gara; il termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 21 novembre 2005.
La società stradale rende noto, infine, che non sono stati riconosciuti specifici adeguamenti tariffari legati ai lavori della Variante di Valico.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i pensionati italiani sono complessivamente 16.369.382; in particolare, a Catania vi sono 320 pensionati ogni 1.000 abitanti -:
se quanto summenzionato corrisponda al vero;
quanti pensionati vi siano in Sicilia;
quanti pensionati ogni 1.000 abitanti vi siano a Palermo;
quale sia la spesa media pro capite di ogni pensionato siciliano.
(4-15982)

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha fornito i seguenti dati, aggiornati alla data del 31 dicembre 2003:
pensionati pagati dal sistema previdenziale italiano pubblico e privato: n. 16.369.384;
pensionati della regione Sicilia: n. 1.179.241, con un importo medio annuo del reddito pensionistico pari a euro 10.623,82;
numero pensionatì della provincia dì Palermo: n. 278.249;
numero pensionati della provincia di Catania: n. 229.739.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

PERROTTA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo a firma di Paola Coppola, pubblicato su La Repubblica, in data 19 novembre 2005, il giornalista Akbar Ganji, fu condannato nel 2001 a sei anni di carcere per aver accusato alti esponenti della Repubblica islamica di essere coinvolti nell'uccisione di dissidenti;
il giornalista è rinchiuso in una cella di isolamento e subisce un trattamento «speciale» di restrizioni sia a livello medico che alimentare;
nel giugno scorso ha iniziato lo sciopero della fame, durato 70 giorni, e ha perso 25 chili ed ora le sue condizioni non sono affatto buone poiché viene malmenato regolarmente, ha una spalla rotta e non medicata, non riceve cibo e medicine, nemmeno quelle prescritte dal medico del carcere per curare l'asma;
il giornalista è stato discriminato durante i suoi 68 mesi di prigionia e da molto tempo gli è stato negato il diritto di chiamare i suoi parenti ed i suoi amici e di avere contatti con il mondo esterno;
secondo quanto riferito da Ganji alla moglie, in occasione di un incontro che la stessa è riuscita ad ottenere, il giornalista ha subìto diverse torture che hanno ulteriormente compromesso il suo precario stato di salute -:
se il Ministro interrogato ritenga di dover intervenire presso il governo iraniano,


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perché sia concessa la libertà al giornalista, impedendo che un uomo coraggioso, che null'altro ha fatto se non esprimere le proprie opinioni, muoia nella solitudine di una cella d'isolamento.
(4-18319)

Risposta. - L'Italia da sempre segue il caso del giornalista iraniano Akbar Ganji con la massima attenzione e ha sostenuto, quando non promosso, gli svariati passi effettuati dalla Troika dell'Unione Europea nel quadro di una più ampia concertazione fra i partner sul tema dei diritti umani in Iran, per chiedere alle Autorità di Teheran l'immediata liberazione di Ganji, che fra l'altro ha ormai scontato gran parte della condanna comminatagli.
In questo quadro, reiterati e pressanti sono stati altresì gli appelli a che Ganji potesse avere contatti con i congiunti senza restrizione alcuna, e che le sue condizioni di salute potessero essere verificate direttamente dalla stessa Troika.
Il 23 novembre 2005, dopo i passi già effettuati l'11 luglio, il 26 luglio, il 5 agosto e il 16 settembre 2005, Italia ha pienamente sostenuto un nuovo passo presso le Autorità iraniane della Troika UE che, nell'esprimere preoccupazione per i casi di violazioni dei diritti alla libertà di espressione e di associazione che si verificano in Iran, ha fatto particolare riferimento a quello di Ganji, che continua ad essere detenuto in violazione dei princìpi delle Convenzioni internazionali firmate dalla Repubblica islamica.
Il 15 novembre scorso, il Comune di Siena ha assegnato ad Akbar Ganji il «Premio Internazionale per la libertà di stampa Città di Siena», ritirato da un legale dei giornalista, Yousef Molaie, e dal vicepresidente del sindacato dei giornalisti iraniani, Mashaallah Shamsolvaezin.
Se una tale costante pressione, sia a livello bilaterale che sul piano internazionale, è valsa a mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica sulla vicenda, e verosimilmente ha anche contribuito al ricovero in ospedale di Ganji, non ha ancora consentito di raggiungere l'obiettivo primario, quello della sua liberazione.
L'Italia ed i partner comunitari seguono d'altronde la questione del rispetto dei diritti umani in Iran anche al di là dello specifico caso del giornalista dissidente Ganji, adoperandosi nei competenti fori internazionali come anche nei rapporti bilaterali per sensibilizzare le Autorità iraniane al rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Nel quadro dei lavori della Terza Commissione della 60a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, appena conclusasi a New York, è stata infatti approvata una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Iran in cui si esprime seria preoccupazione per il degradarsi dello stato delle libertà nel Paese.
L'Italia, come tutti gli altri
partner europei, ha co-patrocinato tale risoluzione di condanna presentata dal Canada e approvata con voto il 18 novembre scorso in sede di Terza Commissione dell'UNGA, in analogia con quanto già fatto nel 2003 e nel 2004 nell'ambito dei lavori della predetta Commissione.
Anche in occasione della 61a sessione della Commissione per i Diritti Umani di Ginevra (marzo-aprile 2005), la Presidenza lussemburghese dell'Unione Europea aveva fatto riferimento all'Iran nel discorso pronunciato a nome dei 25 Stati membri.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

PISTONE e ACQUARONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante, nonostante le rassicurazioni fornite nella risposta data dal sottosegretario di Stato per l'interno, Antonio D'Alì, e pubblicata sugli «Atti di indirizzo e di controllo», l'8 luglio scorso, ad analoga e precedente interrogazione a risposta scritta riguardante il mercato settimanale che, ogni venerdì, si svolge nella città di Ventimiglia, fa presente il grave e persistente perdurare dei disagi relativi alla viabilità dei mezzi di soccorso e di pronto intervento, sia di assistenza medica


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che di protezione civile, dell'area interessata dal suddetto mercato;
nella risposta del sottosegretario D'Alì, tra l'altro, si afferma testualmente: «...a partire dal 1 luglio sarà in vigore la nuova pianta del mercato, predisposta dal comune di Ventimiglia, secondo i suggerimenti formulati dalle Forze dell'Ordine e dai Vigili del Fuoco in occasione dei sopralluoghi effettuati nella zona»;
da notizie in possesso dell'interrogante, risulta che, a tutt'oggi, nulla di tutto questo è stato fatto, tanto che la stessa Croce Verde Intemelia, il 25 luglio scorso, in una lettera, chiede al sindaco di Ventimiglia un intervento che possa eliminare i disagi su esposti;
i cittadini residenti nella zona del mercato, che si sono organizzati in un comitato di quartiere denominato «giardini al mare», inoltre, nel giorno del mercato non possono accedere liberamente alle proprie abitazioni, né a piedi e né con i propri mezzi -:
se non ritenga urgente intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di dare seguito a quanto riportato nella risposta data all'atto di sindacato ispettivo richiamato in premessa, eliminando le annose problematiche connesse allo svolgimento del mercato, nell'intento di garantire e salvaguardare la sicurezza dei cittadini e di assicurare adeguatamente il normale transito dei mezzi di soccorso.
(4-16180)

Risposta. - Il 30 settembre 2005 è divenuta operativa la nuova regolamentazione del mercato del venerdì di Ventimiglia (Imperia).
Il differimento della decorrenza del nuovo riassetto, già previsto per il 1o luglio 2005, è stato causato dalle richieste avanzate dai venditori ambulanti di posticipare la nuova regolamentazione e dall'esigenza rappresentata dall'Amministrazione comunale di effettuare gli adempimenti necessari per la messa in sicurezza del mercato, di incontrare tutti i venditori (430) e di assegnare, d'intesa con le Associazioni di categoria, un termine di 30 giorni per eventuali cambi di posti tra i medesimi commercianti.
Risolte le predette questioni il Comune ha adottato in via definitiva la diversa dislocazione dei banchi di vendita elaborata sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni formulate dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco.
Le esigenze di sicurezza in tal modo sono migliorate in tutta l'area poiché su ogni via interessata dal mercato è stata lasciata libera una intera corsia in modo da consentire il passaggio dei mezzi di soccorso.
Per evitare che la nuova soluzione possa essere pregiudicata da eventuali dislocazioni abusive dei banchi vendita, la Prefettura di Imperia ha disposto, anche attraverso apposite riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica (16 settembre, 31 ottobre e 22 novembre 2005), idonee misure di vigilanza e controllo.
Tali misure sono effettuate da parte delle locali Forze dell'Ordine, supportate da aliquote di personale di rinforzo richiesto settimanalmente, in collaborazione con i Vigili urbani del Comune di Ventimiglia che, in particolare, attraverso una pattuglia vigila sulla viabilità pedonale e veicolare, nonché sulle operazioni di allestimento dei banchi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.

POLLEDRI, BERTOLINI, EMERENZIO BARBIERI, GARAGNANI, DIDONÈ, VASCON, LUCIANO DUSSIN e ERCOLE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 30 giugno 2005 è stato richiesto, da parte di un attivista leghista, il permesso di occupazione di suolo pubblico per l'installazione di un banchetto di propaganda al Comune di Zocca (MO), per il giorno 3 luglio 2005;
l'ufficio di polizia municipale del Comune di Zocca ha concesso il nulla-osta


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per l'occupazione richiesta il 1 luglio 2005, con prot. 4624;
nello stesso giorno a Zocca era in programma un mercatino etnico che occupava la piazza del Comune e alcune vie vicine;
durante la giornata sono avvenuti episodi di intolleranza da parte di cittadini extracomunitari nei confronti del banchetto della Lega Nord; in particolare il motivo di disturbo sarebbe stato, per i cittadini extracomunitari, il manifesto con la scritta: «Padania terra cristiana, mai musulmana»;
è stato necessario l'intervento dei carabinieri, i quali hanno chiesto che venisse tolto il manifesto in oggetto perché ritenuto offensivo;
il militante leghista presente al banchetto non volendo togliere il manifesto incriminato ha richiesto, come forma di protesta, che venisse stilato, da parte delle forze dell'ordine un verbale che affermasse che il manifesto era da considerarsi offensivo; tale richiesta non è stata tuttavia corrisposta dagli agenti intervenuti e conseguentemente il manifesto non è stato tolto;
nel pomeriggio è intervenuta su disposizione del Sindaco del Comune di Zocca la polizia municipale che ha imposto in modo arbitrario l'allontanamento del banchetto della Lega Nord, per imprecisati motivi di ordine pubblico;
alla luce di quanto sin qui esposto appare agli interroganti evidente che i comportamenti denunciati hanno ostacolato il pieno dispiegarsi della libertà di manifestazione del pensiero, sancita dall'articolo 21 della Costituzione, ed hanno evidenziato condotte, secondo gli interroganti, arbitrarie da parte del Sindaco e della polizia municipale del Comune di Zocca -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra descritti;
se ritenga che l'iniziativa del sindaco e della polizia municipale sia legittima e, in caso contrario, quali iniziative di propria competenza ritenga di adottare in merito.
(4-15780)

Risposta. - Da accertamenti svolti dai Carabinieri è risultato che l'autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico per l'installazione, il 3 luglio 2005 a Zocca (Modena) di un gazebo propagandistico della Lega Nord era stata effettivamente rilasciata dalla Polizia municipale.
La firma del provvedimento autorizzatorio, tuttavia, non era stata apposta, in originale, dal Sindaco, ma con timbro.
È risultato, inoltre, che il gazebo occupava, di fatto, un'area privata.
In ordine alla rimozione dello stesso, a seguito dell'intervento del Sindaco di Zocca, si precisa che rappresentanti del citato partito politico hanno presentato denuncia, il 12 luglio 2005, alla Procura della Repubblica nei confronti dell'amministratore locale per abuso d'ufficio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.

RODEGHIERO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il territorio comunale di Tombolo (Padova) è composto da due entità, il capoluogo Tombolo e la frazione Onara, una realtà territoriale tra le più attive dal punto di vista imprenditoriale della provincia di Padova;
nel settembre 2002 la società Telecom Italia ha provveduto a coprire con il servizio ADSL una centrale del comune di Tombolo e precisamente quella a cui fanno riferimento le utenze del capoluogo;
a distanza di anni, nonostante la frazione di Onara sia una realtà popolata quasi come il capoluogo, nulla è dato sapere in merito alla copertura della stessa da analogo servizio, nonostante i continui solleciti da parte degli utenti e da parte del sindaco, che anche per iscritto ha inviato ufficialmente una richiesta alla Telecom Spa senza ottenere risposta;


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le esigenze della cittadinanza, dei professionisti e delle imprese della frazione di Onara a tre anni di attesa dal previsto intervento chiedono una immediata attivazione del servizio;
una differenziazione di copertura all'interno dello stesso territorio comunale produce una palese diversità di trattamento che configura una discriminazione nella gestione del servizio -:
se non intenda verificare se tale modalità nella gestione del servizio non costituisca una palese violazione delle direttive impartite dal Suo stesso ministero alle società che fanno servizio pubblico;
quali provvedimenti intenda adottare perché la Telecom Spa attivi nel più breve tempo possibile il servizio ADSL anche in tutto il territorio comunale di Tombolo, compresa la frazione di Onara.
(4-13511)

Risposta. - Si ritiene opportuno premettere che i problemi riguardanti le priorità strategiche aziendali rientrano nella esclusiva competenza degli organi di gestione della società Telecom nei confronti dei quali il Governo non ha la possibilità di intervenire.
Non esiste, infatti allo stato, alcun obbligo né condizione di fornitura dei collegamenti ADSL a carico degli operatori, in quanto i collegamenti a larga banda esulano dall'ambito del servizio universale, unica fattispecie per la quale possono essere imposti agli operatori obblighi del servizio.
Tuttavia, in merito a quanto rappresentato dall'interrogante non si è mancato di interessare la società Telecom che, al riguardo, ha precisato che i piani di copertura del servizio Adsl sono stati definiti tenendo conto sia dell'entità della clientela da raggiungere, sia delle difficoltà realizzative legate al territorio in cui il servizio viene portato, anche al fine di arrivare ad una rapida diffusione dello stesso nella maggior parte delle aree del Paese.
Ciò ha permesso di conseguire una significativa copertura del servizi Adsl che, a fine dicembre 2004, era di circa l'83 per cento della clientela, dato paragonabile, quando non superiore, a quello ottenuto dai principali gestori europei ed internazionali.
D'altra parte, ha proseguito la Telecom, la fornitura del servizio in parola rappresenta per l'azienda un'assoluta priorità, e pertanto, sono allo studio soluzioni strategiche e piani tecnici che si ritiene potranno favorire la diffusione di tale servizio in modo da estendere la copertura anche nelle zone non ancora raggiunte.
Nel breve periodo si potrebbe ipotizzare una progettualità d'intervento da parte della società Infratel - creata con apposita convenzione tra il ministero delle comunicazioni e la società Sviluppo Italia allo scopo di ridurre il
digital divide dei cittadini residenti in aree svantaggiate, in modo da permettere l'utilizzo dei servizi a larga banda - soprattutto per ciò che riguarda la pianificazione infrastrutturale, assicurando la compatibilità con i futuri progetti sul territorio.
Tutto ciò premesso in linea generale, per quanto concerne la situazione della frazione di Onara - comune di Tombola - si fa presente che la copertura in larga banda di tale località non è stata inclusa fra gli interventi per la realizzazione delle infrastrutture in parola, in quanto le disponibilità finanziarie - come modulate dalla delibera Cipe n. 35 del 2005 - non consentono significativi interventi nell'area settentrionale del Paese.
L'intervento di Infratel, tuttavia, potrebbe verificarsi solo qualora i piani territoriali per l'area fossero sostenuti da disponibilità finanziarie della regione Veneto - con la quale peraltro Infratel ha già avviato le interazioni per indirizzare congiuntamente ogni futura azione in relazione a programmi e progetti in banda larga - in integrazione con eventuali ulteriori disponibilità di spesa in tal senso da parte di enti pubblici del territorio come peraltro, previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo n. 259 del 2003 recante il codice delle comunicazioni elettroniche.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.


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ROSATO e COLASIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la politica estera italiana ha sempre annoverato tra le sue prerogative il sostegno alla cooperazione internazionale, nell'intento di garantire ai paesi colpiti da arretratezza, guerre, calamità naturali, governi repressivi, il rispetto del diritto alla vita e dei diritti umani, la nascita di istituzioni democratiche, il raggiungimento dello sviluppo economico;
l'impegno del Governo a favore della cooperazione internazionale appare sempre più ridotto, impegno che in passato ha reso il nostro paese importante protagonista nello scenario degli aiuti umanitari internazionali;
nell'ambito della cooperazione internazionale, un ruolo fondamentale è rivestito dalle organizzazioni non governative, che attraverso i propri fondi ed i contributi dello Stato sono costantemente impegnate in progetti di carattere umanitario, dalla sensibilizzazione dell'opinione pubblica alle missioni degli operatori, cooperanti e volontari, nelle lontane realtà sono diventati ormai un imprescindibile sostegno alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo;
la legge 24 dicembre 2003 n. 350 prevede all'articolo 3, comma 43 «l'emanazione di disposizioni per razionalizzare i flussi di erogazione finanziaria e per semplificare le procedure relative alla gestione delle attività di cooperazione internazionale, con particolare riferimento alle procedure amministrative relative alle organizzazioni non governative»;
secondo il suddetto comma, tali disposizioni avrebbero dovuto essere emanate con decreto del ministero degli affari esteri entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria, ma ad oggi il ministero non ha emanato alcun decreto -:
quali siano i motivi per i quali il Governo non abbia ancora provveduto all'emanazione delle disposizioni previste nella legge finanziaria, e quando intenda farlo.
(4-10074)

Risposta. - In attuazione della legge 24 dicembre 2003, n. 350 articolo 3 comma 43 è stato emanato il decreto ministeriale 15 settembre 2004, n. 337 «Regolamento di semplificazione delle procedure amministrative relative alle Organizzazioni Non Governative». Il testo normativo ha reso più snella la procedura relativa all'esame e all'approvazione dei rapporti delle Organizzazioni Non Governative operanti nel settore della cooperazione internazionale.
Sempre nell'ambito di disposizioni per la semplificazione amministrativa si segnala inoltre che nel corso del corrente anno è stato emanato il decreto-legge 14 marzo 2005 n. 35 convertito in legge 14 maggio 2005, n. 80 «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale».
Tale decreto prevede all'articolo 1 comma 15-
quinquies l'emanazione di un decreto interministeriale per snellire la procedura relativa ai finanziamenti disposti a valere sull'ex «Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo» e a quelli disposti sui pertinenti capitoli di bilancio successivamente istituiti ai sensi dell'articolo 4 della legge 23 dicembre 1993, n. 559.
Il decreto interministeriale (Mae - Mef) in questione è stato firmato ed è attualmente in attesa di essere pubblicato. Detto documento, intitolato «Disposizioni per la definizione dei procedimenti amministrativi di rendicontazione e controllo dei finanziamenti erogati, ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49 sino al 31 dicembre 1999», non rivestirà carattere regolamentare in quanto si applica esclusivamente ad un preciso arco temporale (1987/1999).
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

RUSSO SPENA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 10 giugno 2005, presso la Frontiera di Menton in Francia viene fermato il


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cittadino iraniano Kaveh Amirhossein, nato a Teheran, il 20 dicembre 1973, residente a Orte (Viterbo) con regolare carta d'identità rilasciata dal comune di Orte (Viterbo), e con regolare cedolino di rinnovo di permesso di soggiorno rilasciato il 10 novembre 2004 dall'Ufficio Immigrazione della Questura di Viterbo;
il signor Kaveh Amirhossein si stava recando in Francia, insieme all'Associazione «Titubanda Casbiab», per partecipare al Festival di Fanfare;
il bus sul quale viaggiava veniva fermato per un controllo documentale da parte di gendarmi francesi presso la Barriera Autostradale de La Turbie. Essendo il Kaveh Amirhossein sprovvisto di passaporto iraniano, veniva accompagnato presso i locali della Polizia francese di Ponte S. Luigi, dove veniva percosso con calci e pugni sulla faccia e sulle gambe con «riduzione della fisiologica lordosi cervicale, ecchimosi reg. frontale sn, ecchimosi regione temporale sn, ecchimosi braccio destro e tracce di graffi in regione periscapolare destro e sinistro, contusione coscia destra faccia laterale e lieve impotenza funzionale ATM. Prognosi 15 giorni» come dichiarato nel verbale di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Bordighera. Il giovane gridando dal dolore, dichiarava di essere in regola in Italia, mostrando il cedolino del permesso di soggiorno. I gendarmi, per tutta risposta facevano a pezzi il cedolino del permesso di soggiorno e buttandoglielo in faccia gli gridavano «vai via, tornatene in Italia» -:
quali iniziative diplomatiche e di protesta nelle sedi internazionali, bilaterali e multilaterali, il Ministro interrogato abbia effettuato o ritenga di dover effettuare di fronte a simili comportamenti non spiegabili se non ritenendoli razzisti.
(4-15923)

Risposta. - L'Ufficio di Frontiera di Ventimiglia il 10 giugno 2005 ha rintracciato il cittadino iraniano Kaveh Amirhossein il quale ha dichiarato di essere stato fermato, mentre si trovava su un autobus diretto in Francia, dalla Gendarmeria francese e successivamente accompagnato presso i locali della Polizia di Mentone dove, senza alcun motivo, sarebbe stato percosso con calci e invitato a far ritorno in Italia.
Gli agenti italiani, viste le sue condizioni fisiche e l'evidente stato di agitazione, hanno richiesto l'intervento di una ambulanza per l'accompagnamento presso il vicino ospedale di Bordighera.
Ai sensi dell'articolo 21 della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, gli stranieri in possesso di un titolo di soggiorno rilasciato da una delle Parti contraenti possono in forza di tale titolo e di un documento di viaggio, purché tali documenti siano in corso di validità, circolare liberamente per un periodo non superiore a tre mesi nel territorio delle altre Parti contraenti.
Il signor Amirhossin, come riferito anche dall'interrogante, non era in possesso di un permesso di soggiorno italiano valido - non essendo equiparabile ad un permesso di soggiorno la semplice ricevuta della richiesta di rinnovo del permesso scaduto - ed era inoltre sprovvisto di un documento di viaggio, il proprio passaporto valido, venendo così a mancare tutti i requisiti necessari previsti dalla normativa sopracitata.
Da informazioni acquisite dalla nostra Polizia, le Autorità francesi stanno valutando gli estremi della vicenda.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.

SANDI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in Costa d'Avorio dal 2002 le forze governative a maggioranza cristiana (che occupano la parte meridionale del Paese) e quelle ribelli a maggioranza musulmana (la parte settentrionale) sono in perenne conflitto armato;
gli scontri tra le parti segnano vieppiù bagni di sangue civile, e che a tutt'oggi si contano oltre tremila morti;


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dopo il fallimento degli accordi del gennaio 2003 a Marcoussis (Francia) ha fatto seguito un'altra strage con oltre 250 vittime e qualche mese più tardi l'uccisione di otto militari francesi e di un operatore umanitario americano;
la risposta francese è stata quella di distruggere buona parte dell'aviazione ivoriana aprendo, di fatto da parte ivoriana, una vera e propria «caccia al bianco»;
il problema di pace è ripreso nel 2005 ma le elezioni che si sarebbero dovute tenere in ottobre sono slittate a data da destinarsi -:
quali iniziative intenda adottare affinché la comunità italiana in Costa d'Avorio, con particolare riferimento ai cinque missionari bellunesi che si trovano nelle aree più calde, non abbia a subire violenze di sorta, e affinché venga garantita alla stessa la piena incolumità;
quali siano le iniziative previste per una immediata evacuazione qualora la situazione, come emerge da recenti segnali, dovesse nuovamente precipitare e rendere pericolosa la permanenza in quel paese di cittadini stranieri soprattutto occidentali.
(4-18081)

Risposta. - Il ministero affari esteri ha esercitato negli ultimi anni un costante monitoraggio della situazione dei connazionali in Costa d'Avorio, al fine di poter mettere in atto con celerità ed efficacia le misure di tutela qualora rese necessarie della situazione di particolare tensione che caratterizza quel Paese.
In particolare, il ministero ha inviato nel 2004 una missione di esperti coordinati dall'Unità di Crisi nel corso della quale sono stati aggiornati e messi a punto piani di emergenza ed evacuazione e stabiliti contatti con le altre Ambasciate dei Paesi Europei
in loco ed in particolare con i francesi, in considerazione del ruolo particolare tradizionalmente ricoperto in loco da quel Paese, essendo peraltro i francesi gli unici a disporre dei mezzi di trasporto per raggiungere i cittadini europei e di altre nazionalità residenti nelle diverse aree del Paese. Tali piani sono stati successivamente aggiornati ed integrati e si sono già rivelati particolarmente efficaci quando, in corrispondenza dei disordini occorsi in Costa d'Avorio del novembre, 2004, sfociati in aggressioni generalizzate per alcuni giorni nei confronti di cittadini stranieri presenti in quel Paese, il ministero degli esteri ha partecipato ad un'operazione congiunta europea, coordinata tra le capitali europee interessate, volta a permettere il rimpatrio degli europei e, su base umanitaria, degli altri stranieri presenti in Costa d'Avorio.
Sono in quell'occasione rientrati con i voli speciali della nostra aeronautica militare tutti i connazionali che ne abbiano fatto domanda (257). Da allora l'Ambasciata ad Abidjan ha rivolto a tutti gli altri un appello affinché lascino il Paese a causa dell'instabilità della situazione politica e dei conseguenti rischi sotto il profilo della sicurezza. Circa 200 connazionali, tra cui numerosi religiosi hanno tuttavia deciso di restare e, nel frattempo, risulta che i connazionali evacuati un anno fa siano in larga misura rientrati nel Paese nonostante i contrari avvisi.
Il ministero affari esteri e l'Ambasciata ad Abidjan continuano a seguire con la massima attenzione la situazione degli italiani rimasti e ad aggiornare i piani di emergenza ed evacuazione in stretto coordinamento con gli altri Paesi dell'Unione Europea interessati.
In particolare, l'Ambasciata d'Italia, su indicazioni del ministero degli affari esteri, continua a rinnovare la raccomandazione volta a sconsigliare viaggi nel Paese e ad invitare i connazionali ancora presenti in Costa d'Avorio a lasciare il Paese (approfittando dell'operatività dell'aeroporto e dell'apertura delle frontiere) quale misura preventiva in caso di degenerazione della situazione.
Tramite l'Ambasciata d'Italia, sono costanti i contatti del ministero affari esteri con le Comunità religiose presenti nel Paese, alle quali viene ugualmente illustrato il piano di emergenza e di evacuazione in caso di necessità.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.


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SANTORI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
molti nostri concittadini prestano la loro attività lavorativa presso decine di Organizzazioni governative internazionali con sede all'estero, spesso con incarichi di responsabilità, mantenendo alto il prestigio del nostro Paese nei vari contesti europei e mondiali;
nei loro confronti è generalmente applicabile, ai fini della costituzione di un'unica posizione assicurativa presso l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale, l'articolo 51, comma 2, della legge n. 153/1969, che consente ai cittadini italiani il riscatto dei periodi di lavoro subordinato svolto all'estero;
questa disposizione, tuttavia, oltre ad essere molto onerosa, non sempre garantisce un trattamento pensionistico adeguato alla qualità e quantità dell'impegno profuso da questi nostri concittadini in anni e anni di proficuo e apprezzato lavoro all'estero;
si consideri, inoltre, che molti di questi Organismi internazionali hanno istituito, a favore dei propri impiegati, Fondi pensionistici interni e che, in assenza di disposizioni specifiche, per i cittadini italiani loro dipendenti non è possibile trasferirvi, al fine del conseguimento di un'unica pensione, la contribuzione versata in Italia;
in data 24 novembre 2000 è stato sottoscritto tra l'Istituto Nazionale Previdenza Sociale e la Banca Europea degli Investimenti un Accordo che consente il trasferimento delle posizioni assicurative dalla BEI all'INPS e, viceversa, dall'INPS alla BEI -:
se l'On. Ministro non ritenga utile e opportuno promuovere la sottoscrizione di accordi similari da parte dell'INPS con tali Organismi internazionali, in particolare con l'Ufficio Europeo dei Brevetti (Office Européen des Brevets), con sede a Monaco di Baviera (Germania) che - a quanto risulta - avrebbe già sollecitato il Governo italiano in questo senso.
(4-13540)

Risposta. - Il personale dipendente da organismi internazionali normalmente viene ammesso a fruire di tutela previdenziale a carico di regimi speciali a statuto internazionale ed è escluso dall'assoggettamento alle legislazioni di sicurezza sociale dei singoli Stati.
Per il periodo di lavoro prestato presso gli organismi internazionali con i quali non siano in vigore accordi per la ricongiunzione dei periodi assicurativi, può essere attribuita l'autorizzazione alla prosecuzione volontaria e può essere esercitata la facoltà di riscatto, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, della legge n. 153 del 1969 in presenza dei relativi requisiti.
La ricongiunzione delle posizioni assicurative è prevista da specifico regolamento comunitario per i funzionari delle Comunità europee ed è prevista altresì anche dagli accordi in vigore tra l'Inps e l'Istituto universitario europeo e tra l'Inps e la Banca Europea degli Investimenti.
Inoltre presso questo ministero, di recente, si sono svolti incontri tra i rappresentanti degli Organismi Internazionali, del ministero dell'economia e delle finanze e dell'Inps per esaminare la possibilità di concludere accordi in materia di ricongiunzione e di totalizzazione dei periodi assicurativi.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.

SERENA. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la «Variante di Valico» dell'autostrade del Sole, ossia il potenziamento del tratto appenninico di detta autostrada fra Sasso Marconi e Barberino del Mugello, è una delle Grandi Opere facenti parte del programma dell'attuale Governo che, alla data


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odierna, secondo i programmi a suo tempo illustrati, doveva essere, in generale, in avanzato stato di realizzazione ed in alcuni tratti già completata;
tale potenziamento era stato previsto per risolvere, in tempi ristretti, le seguenti criticità:
volume di traffico doppio ed in alcuni casi quadruplo rispetto a quello originario;
congestione del traffico con punte di 60.000 veicoli al giorno;
livelli di servizio notevolmente inferiori allo standard autostradale;
tasso di incidenti e di mortalità notevolmente superiore agli standard della rete autostradale;
dei 58,8 chilometri dell'intero tracciato progettato circa 44 chilometri si sviluppano in Emilia Romagna e 15 chilometri in Toscana;
la variante vera e propria è costituita dai 33,2 chilometri in cui l'autostrada sarà eseguita con il «Tracciato in Variante» (tratto Rioveggio-Aglio) mentre il tratto iniziale fra Sasso Marconi e Rioveggio (per chilometri 19,4) è realizzato potenziando l'attuale sede autostradale e quello finale fra Aglio e Barberino del Mugello (per chilometri 6,2) è realizzato adeguando il tracciato esistente. L'intero tracciato della variante è stato suddiviso in vari lotti ed alla data attuale le lavorazioni risulterebbero iniziate ed in corso di esecuzione solamente per i seguenti lotti:
A)Tratto iniziale con «Potenziamento in Sede» dell'attuale tracciato:
Lotto n. 1 dal chilometro 199+520 al chilometro 206+444 per uno sviluppo di chilometri 6,9 ed un importo lavori a base d'asta, secondo quanto risulta sui cartelli di cantiere esposti, di vecchie lire 153.296.273.980 ossia euro 79.170.918,30;
Lotto n. 2 dal chilometro 206+444 al chilometro 211+240 per uno sviluppo di chilometri 4,8 ed un importo lavori a base d'asta, secondo quanto risulta sui cartelli di cantiere esposti, di vecchie lire 295.180.055.913 ossia euro 152.447.776,35;
Lotto n. 3 dal chilometro 211+240 al chilometro 215+723 per uno sviluppo di chilometri 4,5 ed un importo lavori a base d'asta, secondo quanto risulta sui cartelli di cantiere esposti, di euro 177.570.685,81;
Lotto n. 4 dal chilometro 215+723 al chilometro 218+920 per uno sviluppo di chilometri 3,2 ed un importo lavori a base d'asta, secondo quanto risulta sui cartelli di cantiere esposti, di euro 102.460.582,81;
B)Tratto centrale con «Tracciato in Variante» rispetto a quello esistente:
Lotti nn. 9, 10 e 11 (unico appalto denominato Galleria di base) dal chilometro 0+000 al chilometro 11+184 per uno sviluppo di chilometri 11,2 ed un importo lavori a base d'asta, secondo quanto risulta sui cartelli di cantiere esposti, di euro 555.749.093,11;
C) Tratto terminale di adeguamento con nuovo tratto unidirezionale:
Lotto Mugello 1 stralcio (ex lotto 12 e svincolo di Barberino) dal chilometro 11+184 al chilometro 15+653 per uno sviluppo di chilometri 4,5 per la carreggiata nord 43 e chilometri 3,3 per la carreggiata sud escluso lo svincolo di Barberino ed un importo lavori a base d'asta netto, secondo quanto risulta dal sito di Autostrade, di 133,4 euro/mln;
sempre dai cartelli esposti si rileva che:
Lotto n. 1 consegna lavori 20 marzo 2002 data prevista per l'ultimazione degli stessi 2 giugno 2005;
Lotto n. 2 consegna lavori 10 gennaio 2001 data prevista per l'ultimazione degli stessi 24 maggio 2004;
Lotto n. 3 consegna lavori 23 settembre 2002 data prevista per l'ultimazione degli stessi 5 maggio 2006;


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Lotto n. 4 consegna lavori 23 settembre 2002 data prevista per l'ultimazione degli stessi 3 agosto 2006;
Lotti nn. 9, 10 e 11 consegna lavori 25 febbraio 2004 data prevista per l'ultimazione degli stessi 29 gennaio 2009;
Lotto Mugello 1 stralcio consegna lavori 31 maggio 2004;
in totale, alla data attuale, sono stati appaltati e sono in corso di esecuzione solamente circa km 30 dell'intero percorso della variante;
transitando sia sull'attuale percorso autostradale che lungo le arterie confinanti e/o intersecanti il tracciato della variante in corso di realizzazione risulta del tutto evidente che nessun lotto è stato completato (nemmeno quelli la cui data di ultimazione lavori, sempre secondo quanto risulta dai cartelli di cantiere esposti, è scaduta da tempo) e che l'avanzamento lavori dei restanti lotti sia tale da non permettere il completamento degli stessi entro le date previste e riportate nei cartelli di cantiere;
agli inizi del mese di aprile dell'anno scorso, il Presidente del Consiglio ha visitato i lavori della galleria di base (lotti nn. 9, 10 e 11) e secondo quanto riportato dai media si dava ad intendere che i lavori relativi alla variante di valico ed in particolare lo scavo della galleria di base era in avanzato stato di esecuzione;
è da evidenziare che alla fine dell'anno 2004 non era stato nemmeno completato il «campo base» adibito ad ospitare le maestranze impiegate nell'esecuzione dei lavori;
da notizie riportate dai media risulterebbe inoltre che recentemente è franata la «discenderia» che doveva asservire i quattro fronti di scavo centrali dei due tunnel costituenti la Galleria di Base pregiudicando ulteriormente l'esecuzione dei lavori nei tempi stimati;
tutti possono rilevare i gravi disagi a cui continuamente tale tratto di autostrada è sottoposto (rallentamenti, code, blocchi della circolazione, eccetera) e l'elevato numero di incidenti stradali che si verificano;
i lotti 1, 2, 3 e 4 (in totale chilometri 19,4), facenti parte del tratto di variante eseguito potenziando l'attuale sede autostradale, appena completati potrebbero essere aperti al traffico eliminando parecchi disagi e punti pericolosi esistenti sul tracciato attuale come ad esempio la curva e controcurva sul fiume Reno;
i progetti dei lotti n. 5A e 5B (in totale chilometri 10,0) risulterebbero già approvati dall'ANAS fin dal mese di aprile del 2004;
i lotti nn. 6, 7 e 8 (per un totale di chilometri 11,3) sono stati «deliberati» dal Consiglio dei Ministri fin dall'agosto del 2001;
il lotto Mugello 2 stralcio (ex lotto 13) risulta ancora in attesa di approvazione da parte dell'Anas;
i pedaggi autostradali continuano ad aumentare: l'ultimo aumento è di pochi mesi fa -:
per quale motivo il lotto n. 2 non sia stato ancora completato;
quale sia lo stato di avanzamento lavori relativamente ai lotti nn. 1, 3 e 4;
se la data prevista per l'ultimazione dei lavori di prossima scadenza sarà rispettata;
se per i lotti nn. 5A, 5B, 6, 7 e 8 e Mugello 2 stralcio siano già redatti i progetti esecutivi, se siano in corso le procedure di appalto, quali siano i tempi previsti per la consegna dei lavori ed entro quale data si presume siano ultimati;
se la «galleria» ispezionata dal Presidente del Consiglio non sia in realtà che i «cunicoli pilota» realizzati parecchi anni fa da altra ditta. In tale caso quale sia l'avanzamento dei lavori ed in particolare il vero e proprio scavo delle gallerie di base e quali siano i programmi temporali previsti per l'ultimazione dei lavori dei lotti nn. 9, 10 e 11;


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se corrisponda al vero che l'importo lavori dei lotti nn. 1, 2, 3 e 4 è notevolmente aumentato; in caso affermativo, se corrisponda al vero che gli aumenti sono stati causati sia da vere e proprie varianti come prevede l'articolo 25 (Varianti in corso d'opera) della legge n. 109 del 1994, ma anche da cospicuo contenzioso sanato con l'applicazione dell'articolo 31-bis (Norme acceleratorie in materia di contenzioso) della legge n. 109 del 1994; in caso affermativo, se gli Enti Istituzionali preposti ai controlli abbiano verificato la legittimità di tali aumenti e la corretta applicazione delle norme sopra citate;
se siano da ritenersi leciti gli aumenti dei pedaggi autostradali in tale condizione di esecuzione dei lavori e con i gravi disagi che tale situazione riversa e continuerà a riversare sull'attuale rete autostradale.
(4-13792)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'Anas spa ha comunicato quanto segue.
La «Variante di Valico» dell'autostrada del Sole, ossia il potenziamento del tratto appenninico di detta autostrada fra Sasso Marconi e Barberino del Mugello, è infrastruttura strategica individuata come tale nella delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 e costituisce impegno tra i più rilevanti consegnati nella Convenzione sottoscritta tra Autostrade spa e Anas il 4 agosto 1997.
Nello specifico l'ANAS ha fornito le seguenti informazioni concernenti la situazione lavori suddivisa per tratti:

Tratto Sasso Marconi La Quercia: (Lotti 1, 2, 3, 4).

L'intervento consiste in un potenziamento della sede autostradale attraverso allargamenti a tre corsie della sede attuale e la riduzione della tortuosità del tracciato mediante il ricorso ad un maggior sviluppo in galleria.
La situazione dei relativi lotti è la seguente:
Lotto 1: (km 6,9). I lavori sono iniziati il 20 marzo 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione. L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 70,1 per cento.
L'Anas ritiene che sarà rispettata l'ultimazione contrattuale dei lavori, prevista per il 9 aprile 2006.
Lotto 2: (km 4,8). I lavori sono iniziati il 10 gennaio 2001 ed attualmente sono in corso di esecuzione secondo il programma. L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 96 per cento.
Anche per questi lavori la società stradale ritiene che sarà rispettata l'ultimazione contrattuale dei lavori, prevista per il 31 marzo 2006.
Lotto 3: (km 4,5). I lavori sono iniziati il 23 settembre 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione. È prevista l'ultimazione della tratta funzionale autostradale entro marzo del 2006, mentre per le opere complementari l'ultimazione contrattuale è prevista per il 26 settembre 2006.
L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 67,4 per cento.
Lotto 4: (km 3,2). I lavori sono iniziati il 23 settembre 2002 ed attualmente sono in corso di esecuzione; l'ultimazione contrattuale è prevista per il 3 agosto 2006.
L'avanzamento dei lavori ad oggi è del 60,2 per cento.
Relativamente a tale lotto, l'Anas rappresenta che l'Impresa esecutrice dei lavori, per questioni di carattere finanziario, ha rallentato l'attività a partire dalla seconda metà di settembre.
Sono attualmente in corso verifiche circa la capacità dell'impresa di completare i lavori nei termini previsti e l'eventuale ipotesi di procedere alla risoluzione del contratto secondo quanto previsto dalla vigente normativa.
Per i 4 lotti sopra descritti, la società stradale informa che non sussistono aumenti di costo rilevanti rispetto a quelli originari; tali aumenti, dovuti a varianti in corso d'opera, sono stati regolarmente approvati da ANAS e contenuti nei limiti di incremento stabiliti nelle norme.

Tratto La Quercia Badia Nuova.
L'intervento consiste nella realizzazione di una nuova sede autostradale a due carreggiate separate con due corsie di marcia


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e corsia di emergenza per ciascun senso di marcia.
La situazione dei relativi lotti è la seguente:
Lotto 5A: (7,6 km). Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dall'ANAS nell'agosto 2004.
L'intervento è stato aggiudicato definitivamente a marzo 2005; attualmente è in corso la progettazione esecutiva a carico dell'Impresa.
L'inizio dei lavori è previsto entro il 1o trimestre 2006 e l'ultimazione entro ottobre 2008.
Lotto 5B: (2,4 km). Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dall'Anas nell'agosto 2004.
L'intervento è stato aggiudicato definitivamente a giugno 2005; attualmente è in corso la progettazione esecutiva a carico dell'Impresa.
La consegna dei lavori è prevista entro il 1o trimestre 2006 e l'ultimazione dei lavori entro ottobre 2008.
Lotto 6 e 7: (km 7,5). Rappresentano il tratto di Variante di Valico compreso tra la galleria Val di Sambro e la località Badia Nuova. La progettazione di tale tratta ha richiesto tempi più lunghi per la complessità geologica del terreno che ha comportato la necessità di valutare ulteriormente la fattibilità del tracciato.
Il progetto definitivo per l'appalto integrato è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas a luglio 2005. Attualmente sono in corso le procedure di gara.
Lotto 8: (km 3,8). Rappresenta il collegamento di servizio tra la vecchia e la nuova sede autostradale. A luglio 2005 si è conclusa la Conferenza di Servizi sul progetto preliminare.
Attualmente è in corso la procedura di V.I.A. presso il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

Tratto Badia Nuova Aglio.
Lotti 9, 10 e 11: (11,2 km). Concernono la realizzazione della Galleria di Base, un tunnel a carreggiate separate lungo circa 8,6 km che unisce le regioni Emilia Romagna e Toscana.
L'intervento, iniziato a febbraio 2004, è stato caratterizzato da una fase di avvio molto lenta nella quale si è reso necessario affidare i lavori ad altra impresa.
Attualmente sono riprese le lavorazioni con particolare riguardo ai lavori propedeutici allo scavo della Galleria di Base. L'impresa ha inoltre proposto un nuovo progetto per l'imbocco della «discenderia» La data di ultimazione è prevista per gennaio 2009 e l'avanzamento dei lavori ad oggi è circa del 5 per cento.

Tratto Aglio Barberino.
Lotto 12 compreso lo svincolo di Barberino. I lavori sono iniziati a giugno 2004 e la data prevista per l'ultimazione è aprile 2008.
Nello specifico, l'Anas rappresenta che attualmente su tali lavori si è accumulato un ritardo sull'avanzamento dovuto, per i primi mesi dell'anno 2005, a problemi relativi a mancate autorizzazioni ed approvazioni per l'acquisizione delle aree di deposito e risoluzione delle interferenze, e successivamente ad una insufficiente organizzazione delle imprese.
Va altresì segnalata la crisi finanziaria dell'appaltatore.
Al fine di analizzare tale problematica, legata al blocco di detto cantiere, in data 4 novembre si è svolto un incontro presso la Regione Toscana al quale erano presenti oltre all'Anas i Sindaci di Firenzuola e di Barberino del Mugello, nonché i rappresentanti della Comunità montana.
Dopo aver analizzato le problematiche del blocco e tutte le questioni di carattere tecnico è stata assunta la decisione di valutare da parte dell'Anas tutte le iniziative da porre in atto, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, per l'immediata ripresa dei lavori.
Va altresì precisato che non sussistono blocchi da parte della società concessionaria su pagamenti da effettuare alla ditta appaltatrice di detto lotto.
Lotto 13 Mugello 2o stralcio: (km 6,1). L'intervento prevede la realizzazione di una nuova carreggiata a senso unico verso Sud e l'utilizzazione dell'intera sede attuale in senso unidirezionale verso Nord. Il progetto


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esecutivo dell'opera è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Anas a luglio 2005. Attualmente è in corso la procedura di gara; il termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 21 novembre 2005.
La società stradale rende noto, infine, che non sono stati riconosciuti specifici adeguamenti tariffari legati ai lavori della Variante di Valico.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

VIGNI e BANDOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si è appreso che, su segnalazione della locale sezione di Legambiente, nel comune di Sabaudia, all'interno del Parco Nazionale del Circeo, è stata rinvenuta e sequestrata dal Corpo Forestale dello Stato, una costruzione abusiva di circa 200 metri quadrati;
in particolare, sul quotidiano Latina Oggi di giovedì 21 aprile 2005, sono apparsi due articoli dal titolo: «Abusi sulle dune, sigilli a una villa» e «Alta tensione nel Parco»;
nel primo articolo, viene riportata la notizia del sequestro della struttura mentre, nel secondo viene evidenziato il blitz delle guardie comunali del Comune di Sabaudia, promosso dal Sindaco Schintu contro sospetti abusi nella proprietà del Corpo Forestale dello Stato, situata sempre all'interno del Parco del Circeo a «Rio Cassano», zona di giurisdizione del Comando Stazione C.F.S. di Cerasella comandato dall'Ispettore Superiore Reichegger;
mentre prosegue l'incessante e meritoria opera del Corpo Forestale dello Stato per reprimere gli abusi edilizi in un'area fortemente interessata dalle illegalità urbanistiche, il sindaco di Sabaudia Schintu spedisce i vigili e l'ufficio tecnico del Comune proprio nella stazione del Corpo forestale dello Stato, per contestare presunte e inconsistenti irregolarità e, così facendo, fomentando un clima di scontro e di diffidenza tra apparati dello Stato che certamente nuocciono al delicato lavoro di controllo e vigilanza a difesa del patrimonio ambientale -:
se siano a conoscenza dei fatti descritti;
se intendano intervenire per ristabilire un clima di corretta collaborazione tra tutte le forze ispettive e di controllo del territorio affinché non venga interrotto l'indispensabile lavoro di repressione degli abusi edilizi nel parco nazionale del Circeo.
(4-14465)

Risposta. - Va innanzitutto premesso che la materia dell'abusivismo edilizio non rientra nelle competenze del Ministero dell'interno soprattutto dopo che la Corte costituzionale, nel sancire con sentenza n. 196 del luglio 2004, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 32, comma 49-ter del decreto-legge 30 settembre 2003, convertito nella legge n. 326 del 2003, che aveva conferito al Prefetto le funzioni di organo istituzionalmente deputato a disporre l'abbattimento delle opere abusive, ha ribadito che la predetta materia è propria degli enti locali.
Per quanto riguarda i fatti specifici segnalati dall'interrogante riguardanti i difficili rapporti di collaborazione tra alcuni organi del Comune di Sabaudia e l'Ente Parco Nazionale del Circeo si rappresenta che i nuovi equilibri costituzionali sanciti dall'articolo 114 della Costituzione, modificato dalla legge n. 3 del 2001, pongono su un sostanziale piano di parità e pari ordinazione lo Stato e tutti gli enti territoriali conferendo, a questi ultimi, una completa autonomia e libertà di condurre le proprie scelte, ovviamente nell'ambito delle specifiche attribuzioni.
In questo quadro normativo qualsiasi azione posta in essere dal Ministero dell'interno sull'attività degli enti locali sarebbe una indebita intromissione nelle scelte politiche ed amministrative di questi ultimi.
Ciò premesso questa Amministrazione nell'argomento non può che riportare


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quanto riferito dal Commissario Straordinario del Parco nazionale del Circeo, organo nominato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e posto alle sue dipendenze.
Tale organo sulla vicenda ha riferito che l'interrogazione si riferisce a una serie di fatti verificatisi a Sabaudia nell'aprile 2005 che amplificati dalla stampa locale hanno evidenziato una situazione di contrasto fra taluni uffici del Comune di Sabaudia e l'Ente parco nazionale del Circeo.
Le vicende di attrito fra i due enti sarebbero sorte a seguito dell'azione svolta dal Comando Stazione della Guardia forestale di Sabaudia contro il fenomeno dell'abusivismo edilizio, giudicata eccessivamente rigida da parte di alcuni componenti dell'Amministrazione comunale, da taluni operatori commerciali della città e dall'opinione pubblica.
Successivamente, il Consiglio comunale di Sabaudia, in una delibera del 20 giugno 2005, ha espresso solidarietà nei confronti di tutti coloro che operano in difesa della locale comunità e del suo peculiare ambiente, auspicando il superamento delle divergenze tra Comune e il Parco nazionale del Circeo, nel rispetto delle reciproche responsabilità.
Si soggiunge, infine, che solo l'istituzione dell'Ente parco previsto dalla legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991, in passato fortemente osteggiato da esponenti del Corpo forestale, potrà modificare questo stato di cose, istituzionalizzando la partecipazione dei cittadini alle decisioni assunte dall'istituendo Consiglio direttivo dell'Ente.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la pesante stagione di conflitto che dal 2001 insanguina Israele e i territori palestinesi, l'esplosione del terrorismo islamista, la complessa situazione politica dell'ANP condizionata dall'estremismo di Hamas, hanno duramente messo alla prova i cristiani di Terra Santa, sottoposti a violenze ed angherie di ogni genere, tanto che la loro presenza si è ridotta di molto e la loro situazione penosamente impoverita -:
se ritenga che la comunità cattolica potrebbe, in altre condizioni, svolgere un ruolo essenziale per la costruzione di una forte «società civile» palestinese e per la stabilizzazione del Medio Oriente;
ora che il disimpegno israeliano da Gaza sembra favorire il negoziato di pace e la creazione di uno Stato palestinese, se non consideri opportuno garantire che quest'ultimo rispetti i diritti di piena cittadinanza della minoranza cristiana;
se l'Italia non debba svolgere tutte le possibili iniziative per sollecitare i Governi interessati a tutelare la presenza della minoranza cattolica in Israele e nelle zone sotto controllo palestinese.
(4-17968)

Risposta. - In linea generale, Israele e Palestina rispettano le minoranze e, soprattutto se teniamo conto che da più di 50 anni le due società vivono in uno stato di perenne conflitto, ampi diritti e forme di protezione vengono accordate a favore delle minoranze, che esse siano cristiane, druse o altre.
La situazione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Israele e nei Territori palestinesi forma costantemente oggetto di attenzione da parte dell'Italia e dei
partners dell'Unione Europea, che restano fortemente impegnati a favore della soluzione del conflitto mediorientale.
Il Presidente palestinese Abbas ha dichiarato che non saranno tollerati caos ed anarchia a Gaza. Il controllo delle numerose fazioni estremiste è dunque una delle principali sfide che l'Anp sta affrontando nella fase post-evacuazione. Sulla sicurezza, Abu Mazen ha svolto alcuni passi per affermare il proprio controllo ma nel complesso i risultati finora ottenuti sono ancora lungi dall'essere soddisfacenti.
Sotto impulso della Comunità Internazionale - Italia e Unione Europea in primis - l'Anp deve muoversi rapidamente per


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stabilire l'ordine pubblico e smantellare le infrastrutture delle organizzazioni terroristiche, colpevoli nei numerosi atti di violenza a danno anche della minoranza cristiana.
L'azione del Governo palestinese dovrebbe svolgersi in tre ambiti: sicurezza (riforma dei servizi di sicurezza, imposizione dell'ordine pubblico, rapporto con le entità armate una fra tutte Hamas che sfidano il monopolio della forza sovrana da parte dell'Anp),
governance (lotta contro la corruzione, riforma delle istituzioni di governo e amministrative) ed economia (necessità di varare subito misure che creino occupazione e migliorino le condizioni economiche di vasti strati della popolazione). Lo scopo è quello di dimostrare alla popolazione stessa e alla Comunità Internazionale di essere all'altezza di acquisire il controllo sul territorio e di arginare gli atti di violenza.
Il Governo italiano ribadisce dunque la necessità di sostenere politicamente e finanziariamente il Governo palestinese, in modo che il miglioramento delle condizioni economiche dei palestinesi faccia venir meno il sostegno popolare ai movimenti estremisti, autori di disonorevoli atti nei confronti della minoranza cattolica.
A questo fine, occorrono aiuti e supporto, in un quadro di assistenza (infrastrutturale e formativa) e di interventi di cooperazione, che dovrebbero derivare dall'attuazione del programma di breve periodo messo a punto dall'Inviato Speciale del Quartetto Wolfensohn.
È necessario che la diplomazia internazionale si muova affinché i Paesi arabi diano seguito agli impegni assunti di aiutare economicamente l'Anp in tempi rapidi.
L'Italia di concerto con i partners europei intende fornire un contributo di sostanza alla realizzazione del Piano d'Azione di Wolfensolm in modo da concentrarci sulla riabilitazione economica e sociale della Striscia.
In questo quadro - anche in vista delle prossime elezioni legislative previste per gennaio 2006 - occorre sostenere le forze della moderazione e del dialogo nel mondo politico palestinese.
A tale scopo, l'Italia ritiene fondamentale l'armonioso sviluppo del Processo Euro-mediterraneo (integrazione economica e politica dell'UE con la sponda sud) e il sostegno all'iniziativa del Grande Medio Oriente.
Quest'ultima deve aiutare a coniugare le proprie realtà economiche e sociali e le proprie tradizioni, con la modernità e la democrazia, dimostrando così che il mondo arabo-islamico può costruire una prospettiva credibile di sviluppo che sappia adottare democrazia, apertura economica, rispetto dei diritti umani e delle libertà religiose, senza per questo tradire le proprie radici culturali e identitarie.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

ZANELLA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
ha causato violenti scontri di piazza l'arresto il 14 novembre 2005 a Kampala, capitale dell'Uganda, di Kizza Besigye, leader del Forum for Democratic Change e principale avversario politico del Presidente in carica, Yoweri Museveni;
Besigye, secondo le informazioni diffuse dal network BBC, era tornato il 26 ottobre 2005 dal Sudafrica, dove è rimasto in esilio per quattro anni dopo la sconfitta nelle precedenti elezioni presidenziali del 2001;
in breve tempo una consistente folla di sostenitori del FDC si è radunata intorno al commissariato centrale della capitale e le proteste e gli scontri sono scoppiati quasi immediatamente, provocando la reazione da parte della polizia che ha risposto con lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti ma, secondo numerose fonti giornalistiche, esplodendo anche numerosi colpi di pistola;
l'accusa principale rivolta a Besigye riguarda una violenza sessuale perpetrata presumibilmente nel 1997 nei confronti di Joanita


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Kyakuwa figlia di un suo amico nel distretto di Kampala, a Luzira. Secondo l'accusa, la presunta vittima di stupro rimase incinta, Besigye la aiutò ad abortire e più tardi la ragazza risultò positiva all'HIV;
inoltre le autorità contestano all'imputato e ad altri 22 sospetti di essere collegati con il People's Redemption Army (PRA), gruppo ribelle di recente costituzione stabilitosi nell'est del Congo, e con il Lord's Resistance Army (LRA), operante invece nel nord del paese;
Winnie Banyima, moglie di Besigye, ha detto alla BBC che secondo lei le accuse al marito sono inventate e che il marito ha subito intimidazioni dopo la sua dichiarazione di voler sfidare Museveni prima delle elezioni di cinque anni fa;
anche i capi dell'opposizione hanno invece attribuito all'arresto valenza politica. Per Wafula Oguttu, portavoce del FDC, è in atto un tentativo da parte di Museveni di eliminare un temibile avversario per le prossime elezioni presidenziali;
alcuni giorni dopo l'arresto del leader dell'opposizione è stato convalidato dal tribunale di primo grado di Kampala e migliaia di manifestanti si sono raccolti intorno alla sede del tribunale, dove si sono verificati nuovi duri scontri;
finora i morti sono 5 e i feriti 10 e la situazione rischia di degenerare, a partire dalle sommosse scoppiate anche nella zona del Rukungiri, provincia di origine di Besigye, al confine con Rwanda e Congo;
l'FDC ha presentato una petizione al Segretario Generale dell'ONU, Kofi Annan, protestando contro le dichiarazioni del suo Rappresentante Speciale della Repubblica Democratica del Congo, William Lacy Swing, che durante una visita dei membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU in Uganda il 9 novembre, ha detto che il PRA si trova fra diversi gruppi ribelli stranieri operanti nell'est della Repubblica Democratica del Congo;
l'affermazione è stata smentita da Anne Mugisha, inviata speciale nell'ufficio del Presidente dell'FDC, in una lettera del 13 novembre ad Annan nelle quale dice che Swing riporta solo voci dell'esistenza del PRA per minare il processo democratico in Uganda e dicendo che «la dichiarazione di Swing ha causato costernazione, molta preoccupazione e anche antipatia verso l'ONU fra gli ugandesi. Date le gravi conseguenze, l'FDC e gli ugandesi hanno il diritto di conoscere la posizione del Segretario Generale su alcune questioni critiche»;
la lettera ad Annan, riferisce il Monitor, racconta di come uno Stato membro dell'ONU - il Regno Unito - stesse per dichiarare pubblicamente, basandosi su proprie investigazioni, e che non esiste nessuna minaccia significante alla sicurezza dell'Uganda da parte del gruppo ribelle del PRA. Nella lettera si chiede inoltre come l'ONU concilierà la sua dichiarazione con la posizione del Regno Unito;
il Segretario Generale sarebbe stato poi conscio che le voci che l'esistenza del PRA abbia creato un problema importante al Governo e sia stato un mezzo per perseguitare gli avversari politici. Voci che si sarebbero intensificate con l'avvicinarsi delle prossime elezioni politiche;
nella lettera inoltre si afferma che agenti di sicurezza del Governo abbiano sfruttato queste voci per poter detenere illegalmente, torturare ed uccidere gli avversari politici - alcuni dei quali sarebbero ancora abbandonati nelle prigioni senza processo tre anni dopo il loro arresto - concludendo quindi che Swing, pienamente conscio delle proprie dichiarazioni, non possa averlo fatto in modo casuale;
Kizza Besigye, leader dell'FDC, dopo l'affermazione di Swing circa l'esistenza del PRA ad una conferenza stampa con il Presidente Museveni all'aeroporto internazionale di Entebbe, ha dichiarato che alcuni elementi nell'ONU erano compromessi e lavoravano per il movimento al


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potere, aggiungendo che l'insistenza del Governo sull'esistenza del PRA sia stato uno stratagemma per creare la base per il suo arresto;
se fosse riconosciuto colpevole delle accuse rischierebbe la pena di morte-:
se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti che si stanno verificando in Uganda;
quali iniziative di carattere diplomatico si intendano adottare affinché sia fatta luce sulle gravi accuse rivolte a Kizza Besigye;
se non ritenga opportuno farsi promotore in ogni sede competente di iniziative volte a verificare che il processo democratico dell'Uganda per le prossime elezioni presidenziali segua un percorso trasparente e democratico.
(4-18472)

Risposta. - La situazione politica in Uganda è da tempo oggetto di attento monitoraggio da parte dei Paesi dell'Unione Europea, anche in considerazione delle cruciali scadenze istituzionali che attendono il Paese all'inizio del prossimo anno, con le elezioni presidenziali e legislative. Gli Ambasciatori comunitari a Kampala stanno infatti conducendo un articolato dialogo politico con le Autorità ugandesi ai sensi dell'articolo 8 degli Accordi di partenariato UE - ACP di Cotonou, i cui principali temi di riferimento sono proprio quelli dello sviluppo della democrazia e del buon governo in Uganda.
L'arresto del leader dell'opposizione Kizza Besigye costituisce un preoccupante sintomo di involuzione in una fase cruciale per la preparazione delle elezioni.
La reazione dell'Unione, e degli altri Paesi donatori dell'Uganda, a tale grave evento è stata ferma. All'indomani dell'arresto di Besigye un passo congiunto è stato svolto presso il Presidente Museveni dall'Ambasciatore del Regno Unito, in qualità di Presidenza UE, e dall'Ambasciatore degli Stati Uniti a Kampala.
Nel corso di tale passo è stato fatto presente al Presidente ugandese che la particolare congiuntura in cui è avvenuto l'arresto di Besigye fa considerare tale evento come di natura politica, ed è stato auspicato che le autorità giudiziarie ugandesi possano esaminare il procedimento in maniera rapida e rispettosa delle garanzie e dei diritti dell'imputato. Nello stesso passo sono state inoltre deplorate le modalità in cui l'arresto è avvenuto, ed in particolare l'uso spregiudicato di armi da fuoco da parte della polizia ugandese.
Analoghi concetti sono stati ripetuti in un successivo incontro avvenuto il 1o dicembre quando il Presidente Museveni ha ricevuto gli Ambasciatori di tutti i Paesi donatori, riuniti localmente in un foro denominato «
Partners for Democracy and Governance».
La situazione interna dell'Uganda, ed in particolare gli sviluppi del caso Besigye, resteranno oggetto di attento esame in vista delle elezioni previste per il prossimo mese di marzo, per le quali la Commissione Europea ha già predisposto un invio di osservatori, sempre che il Governo ugandese non vi si opponga.
L'Italia non mancherà di agire in tutte le sedi opportune affinché lo svolgimento delle elezioni in Uganda possa avvenire nel modo più aperto e trasparente possibile, nonché per far sì che il caso Besigye possa trovare una soluzione che soddisfi non solo le garanzie che l'ordinamento ugandese riconosce agli imputati, ma anche quelle previste dalle Convenzioni internazionali vigenti in materia.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.