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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fanfani. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FANFANI. Signor Presidente, quanto tempo ho a disposizione?
PRESIDENTE. Cinque minuti, onorevole Fanfani.
GIUSEPPE FANFANI. Non so se la Lega ha già capito quello che vorrò dire; credo che i commenti siano sintomatici di una capacità di preveggenza.
Ho ascoltato la relazione, ho letto gli atti e vi devo dire che, innanzitutto, non trovo particolarmente elegante il fatto che in un'azione civile ci si confronti ad armi diseguali. Infatti, in questo caso, abbiamo, da un lato, un atto di citazione promosso dallo stesso onorevole Bossi, con il quale si lamenta di comportamenti ritenuti non corretti nei confronti di Fabrizio Comencini, che è l'ex segretario della Liga Veneta e se ne lamenta con un atto di citazione con il quale lo conviene in giudizio, chiedendo nei suoi confronti di dichiarare l'illegittimità di alcune frasi da lui asseritamente pronunciate, nonché il risarcimento dei danni. Nel costituirsi in giudizio il Comencini Fabrizio svolge, a sua volta, una domanda riconvenzionale, con la quale chiede di esser risarcito di frasi
contro di lui pronunciate dall'onorevole Bossi e ritenute non conformi né all'etica che si addice ad un parlamentare, né alla correttezza dei rapporti che sono o dovrebbero essere propri anche della polemica politica.
Di cosa si lamenta il Comencini? Devo dire che, leggendo questo atto, un po' mi veniva da ridere, riflettendo su come è mutevole l'animo umano e, soprattutto, su come si fa presto, camminando per le strade d'Italia, a rimaner folgorati. Infatti, è vero che i fatti sono del 1998, ma ci si lamenta, in questo atto, che nel Giornale di Venezia, il 9 ottobre 1998, riferendo del congresso della Lega Nord svolto a Bassano del Grappa, al quale aveva partecipato l'onorevole Bossi, si scriveva che dalle 21,35 alle 22 era andato in crescendo e che Bossi - riferisco le sue parole - aveva detto che nel mirino di Berlusconi, «il mafioso di Arcore», detto tra virgolette, e del Governo, buttati lì come premessa... Aveva definito la Fininvest come impero del male.
Sull'argomento non si era risparmiato, perché aveva attribuito alla Fininvest la figura di collettore dei soldi della mafia, del traffico di droga; egli si riferì al capo dell'opposizione, che aveva fondato Forza Italia e prima ancora la Fininvest, e parlò della tessera P2 n. 1816 (siamo documentatissimi sul numero di iscrizione). Bossi proseguì ricordando il Progetto Italia di Licio Gelli dalle 22 alle 22,10, mentre, alle 22,40, l'argomento era cambiato.
Dopo essersela presa violentemente - come abbiamo detto - con l'attuale Presidente del Consiglio, con le parole che sono state riferite - per chi non avesse ascoltato, le cito nuovamente: «mafioso di Arcore, impero del male, titolare dei soldi della mafia e del traffico di droga, aver fondato Forza Italia, titolare della tessera P2 n. 1816» - , se l'era presa con lui stesso, avendo detto: «sputategli in un occhio..., traditori, moscerini, pagnottari, poltronisti: uno che ha spaccato prima l'MSI e poi la Lega: la rottura ce l'ha dentro - di questo si lamenta il convenuto - ...siamo uomini, non siamo Comencini, ...ombra cinese del puparo di Arcore(...)». Poi egli aveva concluso incitando i leghisti a passargli sopra.
Ora, nella stessa relazione si dice che queste espressioni rappresentano un linguaggio disdicevole per la funzione parlamentare e, ciononostante, si sostiene, in conclusione, che si tratta di una delle numerose polemiche politiche di cui la Giunta si è occupata in questi anni.
Ritengo che bisognerebbe avere prima di tutto nel linguaggio la consapevolezza del ruolo e della nobiltà della funzione che siamo chiamati a svolgere. Infatti, quando si sostiene che questa è una polemica politica, di converso si sostiene che questo è un linguaggio utilizzato all'interno di tale polemica. Poiché questo è un linguaggio che non si addice ad un parlamentare, un linguaggio volutamente offensivo, che non rientra nelle sue prerogative, il nostro giudizio rimane contrario.
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
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