Risposta. - Nella casa circondariale di Livorno, entrata in funzione all'inizio degli anni '80, si sono riscontrati fenomeni di infiltrazione di acqua dai tetti e dalle facciate.
rifacimento dei tetti circoscritti solo ad alcune zone dell'istituto.
Le iniziative finalizzate al potenziamento degli organici del personale di polizia penitenziaria e dell'area educativa presso la struttura di Livorno potranno essere valutate a conclusione delle procedure di reclutamento, attualmente in corso, in particolare:
Comparto Sicurezza
Comparto Ministeri
Per quanto riguarda le attività trattamentali che si svolgono nell'istituto di Livorno, si ritiene opportuno segnalare:
Attività scolastiche
Corsi Professionali
Attività culturali, ricreative e sportive
Interventi di mediazione culturale
Si segnalano, inoltre, le seguenti iniziative:
Nell'istituto operano dieci assistenti volontari, autorizzati ex articolo 78 O.P., che collaborano alla realizzazione delle varie attività.
al fine di limitare il numero dei suicidi e degli atti di autolesionismo.
Le suindicate disposizioni ministeriali sono, ovviamente, applicabili anche per i detenuti che manifestano il proprio disagio successivamente all'ingresso in istituto. Particolare importanza assume, a tal proposito, la figura dello specialista in psichiatria.
condizione di monitorare costantemente la condizione di disagio psichico dei detenuti e di apportare, quindi, un notevole contributo agli altri operatori che prestano la propria attività all'interno degli istituti penitenziari.
(sindacato unitario dei lavoratori trasporto) che chiese l'intervento dell'Unità di rischio ambientale della Usl;
Risposta. - Le «pietre verdi» indicate nell'interrogazione parlamentare in esame sono ofioliti, rocce ignee ricche di minerali ferrosi, le quali possono contenere amianto di serpentino e/o amianto tremolitico in varia quantità.
ha consentito di individuare le cave di ofioliti presenti sul territorio regionale, comprese tra le province suddette, per un totale di 31 siti attivi, oltre ad una miniera di talco in provincia di Parma, mai attivata.
Pur non essendo stato possibile dare una risposta definitiva a tutte le problematiche indicate, sia per la complessità della materia trattata sia per la difficoltà di interpretazione delle determinazioni analitiche di riferimento è stato, tuttavia, consistente l'apporto di informazioni, documentazione e conoscenze raccolte.
ad amianto), a carico di lavoratori addetti all'estrazione e alla lavorazione di materiali inerti.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con gli atti ispettivi in esame sono stati richiesti elementi di risposta all'Ente nazionale per l'aviazione civile e al ministero della difesa.
come entità privata, aveva avviato erano avvenute senza la preventiva autorizzazione politica.
Risposta. - Alle ore 18.00 del 17 marzo 2003 circa 25-30 giovani, poi risultati militanti di sinistra, con il volto in parte travisato e con in mano oggetti contundenti si sono radunati ed hanno assaltato la sede di Azione Giovani di Massa Carrara, in pieno centro cittadino. Alcuni di essi hanno disegnato sui vetri con una bomboletta spray il simbolo della falce e martello ed altri hanno infranto le vetrate di ingresso entrando all'interno dei locali e distruggendo tutto quello che si frapponeva tra loro ed alcuni iscritti al circolo di Alleanza Nazionale presenti nei locali. Le vittime sono state costrette a rinchiudersi in una piccola stanza usata come ripostiglio, dopo che contro di essi sono stati scagliati con violenza da più parti vari oggetti (sedie, tavolini, bottiglie di vetro). Dall'azione violenta di gruppo, durata circa 2-3 minuti, sono derivate lesioni personali riportate da
una delle vittime presenti all'interno, nonché il danneggiamento dei locali della sede di Azione Giovani.
informativa nonché di prevenzione di tutte le attività e le iniziative di gruppi e movimenti di ogni estrazione politica che potessero dar luogo ad azioni violente, al fine di individuarne gli autori e di scongiurare incidenti e turbative all'ordine pubblico. Infine, i questori sono stati invitati a rilevare ai massimi livelli le misure di vigilanza presso le sedi di partiti, con specifico riferimento a quelli facenti parte della coalizione di Governo che, soprattutto nell'ultimo periodo, sono stati oggetto di atti di intolleranza e di intimidazione.
Risposta. - In relazione a quanto richiesto nell'interrogazione in esame, per quanto di competenza di questo ministero, si fa presente che la specie di foche oggetto di caccia in Canada, denominata «foca della Groenlandia», non è considerata, ai sensi della CITES (Convention on International Trade on Endangered Species), come specie in estinzione.
sono seguiti specificamente dai competenti ministeri delle attività produttive e dell'ambiente e tutela del territorio.
Risposta. - Questa Amministrazione, pur non disponendo di informazioni dirette sull'operazione militare menzionata nell'interrogazione, ritiene che essa abbia avuto luogo nell'ambito della missione «Enduring Freedom» nella quale non operano al momento contingenti italiani.
processuali, mentre in una successiva comunicazione del 2004 veniva annunciato il buon esito della pratica;
Risposta. - La legge 20 ottobre 1990, n. 302, recante norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, come modificata ed integrata agli articoli 4 e 5 dalla successiva legge del 23 novembre 1998, n. 407, ed il successivo decreto del Presidente della Repubblica del 14 marzo 2001, n. 318, «Regolamento recante disciplina per l'assegnazione delle borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità, nonché degli orfani e dei figli delle vittime del terrorismo», regolano l'assegnazione di borse di studio ai soggetti destinatari della normativa, sulla base del bando e delle successive graduatorie che saranno approvate dall'apposita Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Risposta. - In merito all'episodio di cui alle notizie stampa richiamate nella premessa all'atto, si precisa che nella notte tra il 12 e 13 luglio 2005, una delle guardie giurate preposte al Servizio di vigilanza, nel giro di perlustrazione, ha rilevato che un lucchetto posto a chiusura di un cancello
lungo la recinzione perimetrale esterna al deposito munizioni «Ederle» era stato forzato.
Risposta. - La legge n. 493 del 1999 ha riconosciuto, per la prima volta, il valore sociale ed economico del lavoro domestico anche se lo stesso legislatore, consapevole del carattere sperimentale dell'assicurazione, ha previsto con specifiche disposizioni la possibilità di successivi interventi di miglioramento della copertura assicurativa sulla base delle esigenze che si manifestino durante la gestione ma a condizione che, in ogni caso, sia garantito l'equilibrio economico finanziario del Fondo.
più ampio quadro della cooperazione giudiziaria in materia civile -:
Risposta. - Si comunica che il regolamento comunitario n. 805/2004, istitutivo del titolo esecutivo europeo per i crediti non contestati, è stato approvato il 21 aprile 2004, è entrato in vigore il 1o gennaio 2005 e si applicherà a decorrere dal 21 ottobre 2005.
Risposta. - Si riporta di seguito il prospetto relativo al numero dei procedimenti penali per il reato di furto nel periodo 2000-2004, richiesti all'Istat che, però, nella rilevazione sulla criminalità, elabora il furto semplice e quello aggravato congiuntamente.
Risposta. - Con riferimento alle interrogazioni in esame, concernenti l'affidamento dei figli minori e il livello di scolarizzazione dei coniugi che chiedono la separazione, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, si riportano i prospetti contenenti i dati richiesti, rilevati dall'Istat.
Scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio per titolo di studio dei coniugi - Anno 2002
o laurea breve: 217; licenza di scuola media superiore: 10.824; licenza di scuola media inferiore: 3.395; licenza elementare o priva di titolo di studio: 248; totale: 15.822;
Scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio per titolo di studio dei coniugi - Anno 2003
Figli affidati nelle separazioni personali dei coniugi e negli scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio (divorzio) per tipo di affidamento - Anni 1999-2003 (valori assoluti e composizioni percentuali)
a) separazioni personali di coniugi
b) scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio
Risposta. - La detenuta di cui si tratta è nata il 19 giugno 1981, di nazionalità uruguaiana.
È opportuno precisare che la circolare indicata è stata compilata solo a seguito di uno studio condotto da un gruppo di lavoro composto da personale dell'Amministrazione penitenziaria e da esperti designati dal Ministero della sanità, al fine specifico di individuare delle linee guida di intervento per combattere il fenomeno, anche con la predisposizione di un protocollo di sorveglianza epidemiologica della tubercolosi in ambito penitenziario a cui dovranno uniformarsi le Direzioni di tutti gli istituti.
legge 354 del 1975), ma anche attraverso l'adozione di tutte le concrete misure di prevenzione, profilassi ed intervento che si dovessero rendere necessarie all'interno degli Istituti di pena, così come sul territorio.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha comunicato quanto segue.
Risposta. - Si comunica che il dottor Pierpaolo Berardi ha presentato numerosi esposti ed istanze di accesso alla documentazione amministrativa concernente il concorso in magistratura di cui al decreto ministeriale 30 dicembre 1991.
proprietà dell'Inpdap, è stato venduto all'asta e acquistato da una società romana;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame l'Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica ha comunicato quanto segue.
Per quanto concerne le procedure di vendita il Consorzio G6, in conformità a quanto previsto dal contratto di gestione, ha provveduto a ripartire il complesso degli immobili inseriti nel PSC sia in lotti di singoli beni immobiliari che di beni immobiliari aggregati; di questi ultimi (in numero di tre) due sono stati aggiudicati e rogitati in base alla disciplina contrattuale che prevedeva, in caso di una prima o seconda asta andata deserta, ribassi del 25 per cento nel primo caso e del 22 per cento e del 25 per cento + il 10 per cento nel secondo.
a base d'asta. In tale evenienza, comunque, detto Organismo può procedere, in nome e per conto della SCIP s.r.l., soltanto ad un'aggiudicazione provvisoria in quanto deve comunque attendere il parere sulla congruità dell'offerta presentata, il quale deve essere emesso dalla società Patrimonio dello Stato s.p.a.
Risposta. - L'asbestosi è una patologia che insorge a seguito di una esposizione intensa e prolungata all'amianto (effetto dose-dipendente).
per una esposizione professionale all'amianto aerodisperso, non debba superare le 0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo e le 0,2 ff/cc per gli anfiboli e le miscele; tali valori sono stati fissati perché ritenuti, sulla base di un'ampia serie di dati epidemiologici, un «livello di sicurezza» per l'insorgenza dell'asbestosi.
Risposta. - Le produzioni del made in Italy rappresentano un punto di forza per l'apparato produttivo nazionale e per l'occupazione. Il Governo, pertanto, è fortemente impegnato per la tutela dello stesso e le preoccupazioni espresse nell'interrogazione in esame sono ampiamente condivise. Peraltro, negli ultimi anni, la pratica dell'illegittima apposizione della dicitura «made in ltaly» su prodotti realizzati in altri Paesi si è incrementata a livelli mai raggiunti prima d'ora.
approntare strategie di recupero della competitività del sistema delle piccole e medie imprese, dall'altro, a porre in essere gli strumenti di difesa del mercato nazionale nella maniera più aderente possibile alle regole interne ed internazionali.
Risposta. - Occorre preventivamente precisare che per quanto riguarda gli aspetti più prettamente tecnici inerenti alla ristrutturazione dell'edificio «ex scuola Mazzini» nella stessa citato, il Ministero delle infrastrutture, ufficio decentrato per servizi integrati infrastrutture e trasporti (S.I.I.T.) dell'Emilia Romagna e Marche, in qualità di stazione appaltante ai sensi della legge quadro in materia di lavori pubblici, n. 109 dell'11 febbraio 1994, articolo 19 comma 3 (sistemi di realizzazione di lavori pubblici), e l'Amministrazione preposta allo sviluppo di alcune procedure relative allo svolgimento dei lavori pubblici ed è titolare di esclusive competenze in merito.
della citata legge n. 109/94 e successive modificazioni, per l'affidamento e l'incarico di stazione appaltante, con il compito di svolgere tutte le operazioni necessarie per la ristrutturazione dell'immobile de quo, allo scopo di adibirlo a sede degli uffici giudiziari e servizi minorili.
od agevolazione, previdenziale e/o fiscale, le aziende che trasferiscano la produzione all'estero per poi immettere sul mercato italiano il prodotto finito.
Risposta. - Le difficoltà che attraversa il settore sono all'attenzione del Ministero delle attività produttive che, nel quadro della compatibilità con la normativa comunitaria, ha avviato una serie di iniziative volte sia a salvaguardare l'originalità e la creatività delle produzioni nazionali, sia ad individuare, nell'ambito delle normative di incentivazione in essere, gli strumenti finanziari più efficaci per sostenere, ove possibile, le produzioni italiane, anche ponendo in essere provvedimenti attuativi di recenti disposizioni normative.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione indicata in esame, intesa a conoscere quali iniziative si intenda adottare per giungere a una rapida e definitiva liquidazione degli enti ed organismi pubblici affidati al ministero dell'economia e delle finanze.
la titolarità in capo al ministero dell'economia e delle finanze, dei rapporti giuridici attivi e passivi.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, si pone in rilievo che la materia relativa alla realizzazione delle infrastrutture diportistiche, a seguito della revisione del riparto di competenze operato a livello costituzionale, rientra ormai nelle esclusive attribuzioni delle regioni e degli enti locali da esse delegati, fatta eccezione per alcune limitate, residuali, ipotesi di porti turistici realizzati o in corso di realizzazione in aree ricomprese nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 dicembre 1995.
diportistico sia attraverso la legge 172 del 2003 sia attraverso i provvedimenti che da essa sono scaturiti. A riprova di come si possa assecondare, mediante un'oculata e mirata azione di adeguamento legislativo e regolamentare, lo sviluppo e la rapida crescita.
nei limiti e con le procedure fissate in via generale per le assunzioni, di procedere alla conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei contratti di formazione e lavoro, con la conseguente immissione in ruolo del personale che già da tempo ha completato il proprio iter formativo, assicurando, per i soggetti non assunti, la proroga dei rapporti in atto sino al 31 dicembre 2005;
Risposta. - I progetti speciali previsti dall'articolo 18, della legge n. 88/89 hanno comportato l'instaurazione di n. 705 contratti di formazione e lavoro.
fino 31 dicembre 2002 ed in seguito fino al 31 dicembre 2004.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame sono state richieste informazioni all'Ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa conoscere che in data 16 giugno scorso sono state sottoscritte le convenzioni per l'esercizio delle rotte in oneri di servizio pubblico da/per la Sardegna, con le compagnie Alitalia, Meridiana ed Air One che
regoleranno in via transitoria dal 1o luglio 2005 alla fine di marzo 2006 i collegamenti aerei con gli aeroporti sardi di Cagliari, Alghero ed Olbia, verso Roma e Milano.
Risposta. - L'immobile sito in Pesaro, Via Mameli n. 9, è un complesso immobiliare destinato sin dall'origine ad ospitare uffici pubblici ed attualmente è in parte occupato dall'ex Catasto, dall'Agenzia delle Entrate, dalla ex Direzione del Tesoro e dall'Archivio di Stato.
Per quanto concerne le procedure di vendita il Consorzio G6, in conformità a quanto previsto dal contratto di gestione, ha provveduto a ripartire il complesso degli immobili inseriti nel PSC sia in lotti di singoli beni immobiliari che di beni immobiliari aggregati; di questi ultimi (in numero di tre) due sono stati aggiudicati e rogitati in base alla disciplina contrattuale che prevedeva, in caso di una prima o seconda asta andata deserta, ribassi del 25 per cento nel primo caso e del 22 per cento e del 25 per cento + il 10 per cento nel secondo.
Risposta. - In riferimento alle questioni cui si fa riferimento nell'atto ispettivo cui si risponde sono state richieste informazioni all'Ente nazionale per la sicurezza al volo - Enav.
Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, si fa presente quanto rappresentato al riguardo dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (Inpdap).
Risposta. - Si fa presente che la procedura per l'emersione del lavoro irregolare è stata disciplinata dall'articolo 33, della legge 30 luglio 2002, n. 189 e dal decreto legge n. 199 del 2002, convertito nella legge 9 ottobre 2002, n. 222.
per lavoro di cui all'articolo 5-bis. La durata del relativo permesso di soggiorno per lavoro è quella prevista dal contratto di soggiorno e comunque non può superare: a) in relazione a uno o più contratti di lavoro stagionale, la durata complessiva di nove mesi; b) in relazione ad un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, la durata di un anno; c) in relazione ad un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, la durata di due anni».
Risposta. - La prefettura - Ufficio territoriale del Governo di Napoli ha comunicato che, nell'ambito delle iniziative adottate dal Consiglio territoriale per l'immigrazione della provincia di Napoli allo scopo di facilitare il processo di integrazione della popolazione immigrata, in data 7 luglio 2004, è stato predisposto e sottoscritto, presso la stessa prefettura, un «Protocollo d'intesa» tra la prefettura, l'assessorato alla sanità della regione Campania, le aziende sanitarie NA 1, NA 2, NA 3, NA 4 e NA 5, l'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia (A.N.C.I.) provinciale, i comuni della provincia di Napoli, la questura e i sindacati confederali C.G.I.L. - C.I.S.L. - U.I.L. ed U.G.L.
Il «Protocollo d'intesa» ha carattere sperimentale per la durata di un anno, ed è tacitamente rinnovabile. Esso assume l'obiettivo di evitare che ritardi burocratici per il rinnovo dei permessi di soggiorno possano determinare negative ricadute sui richiedenti ed, in particolare, sulla tutela della loro salute. L'intesa si colloca anche nella finalità di una proficua medicina preventiva, valutati i rischi di salute collettiva che potrebbe determinare una sospensione della assistenza sanitaria verso un rilevante numero di immigrati, che vivono stabilmente nel nostro Paese.
marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
mensile pari a 137.649 mila euro per spese di volo per esercitazioni, missioni ed operazioni;
marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
Risposta. - Prima di entrare nel merito delle questioni segnalate con gli atti in esame è opportuno sottolineare come la fase emergenziale del terrorismo internazionale, esplosa da più di quattro anni, continui a caratterizzare il quadro geo-strategico.
dell'indennità di missione di cui al citato regio decreto 941 del 1926 nei confronti del personale contingentato.
Denominazione della missione: Enduring Freedom Interforze (Afghanistan) (Tampa); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: Enduring Freedom EI (Afghanistan); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 1o marzo 2003-31 dicembre 2003; Denominazione della missione: Enduring Freedom MM (Afghanistan) (Tampa); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2001; Denominazione della missione: Antica Babilonia EI (Iraq); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: Antica Babilonia CC (Iraq); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: Antica Babilonia AM (Iraq); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: Active Endeavour MM (Mediterraneo Orien.); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2002; Denominazione della missione: Active Endeavour AM (Mediterraneo Orien.); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2005; Denominazione della missione: Antica Babilonia MM (Iraq); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: Unmik GdF (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2000; Denominazione della missione: Isaf AM (Afghanistan); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2002; Denominazione della missione: Isaf AM (Afghanistan) (EAU); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2002; Denominazione della missione: Isaf EI (Afghanistan); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2002; Denominazione della missione: Joint Guardian EI (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2000; Denominazione della missione: NCCC CC (Albania); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 1o luglio 2004-31 dicembre 2004; Denominazione della missione: CIU CC (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2001; Denominazione della missione: MP BMN CC (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2004; Denominazione della missione: MSU Kfor CC (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 1999; Denominazione della missione: Eumm (Ex Jugoslavia); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2001; Denominazione della missione: Tiph II (Giordania); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2000; Denominazione della missione: Unmee MP (Etiopia-Eritrea); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2001; Denominazione della missione: Unmee (Etiopia-Eritrea);
anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2002; Denominazione della missione: Monti Nuba (Sudan); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2003; Denominazione della missione: OTHF EI (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2004; Denominazione della missione: Tito II EI (Bosnia); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 1o luglio 2004-31 dicembre 2004; Denominazione della missione: Joint Guardian AM (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2004; Denominazione della missione: Albania II MM (Mare Adriatico); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 2001; Denominazione della missione: Joint Guardian EI (gruppo elicotteri) (Kosovo); anno d'inizio della missione per la Forza Armata: 1o luglio 2004-31 dicembre 2004.
Risposta. - Ad oggi, in Valle d'Aosta, esistono le seguenti fonti:
l'imbottigliamento, il confezionamento, il deposito e la commercializzazione dell'acqua minerale è stata rilasciata con decreto n. 384 del 25 luglio 2000.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, dagli elementi informativi acquisiti presso la Direzione Regionale INAIL di Milano, sono emersi i seguenti dati, aggiornati al 30 aprile 2005.
Infortuni sul lavoro denunciati dalle aziende per provincia, regione ed anno evento (aggiornata al 30 aprile 2005).
n. 3.368, nel 2004 n. 3.373; Mantova: nel 2000 n. 9.834, nel 2001 n. 10.285, nel 2002 n. 9.593, nel 2003 n. 9.396, nel 2004 n. 8.685; Milano: nel 2000 n. 51.551, nel 2001 n. 62.682, nel 2002 n. 51.775, nel 2003 n. 51.070, nel 2004 n. 51.307; Pavia: nel 2000 n. 7.177, nel 2001 n. 7.875, nel 2002 n. 7.506, nel 2003 n. 7.338, nel 2004 n. 7.032; Sondrio: nel 2000 n. 3.131, nel 2001 n. 3.087, nel 2002 n. 3.105, nel 2003 n. 3.228, nel 2004 n. 3.068; Varese: nel 2000 n. 15.364, nel 2001 n. 14.989, nel 2002 n. 15.030, nel 2003 n. 14.257, nel 2004 n. 14.476; Regione Lombardia: nel 2000 n. 159.081, nel 2001 n. 162.797, nel 2002 n. 158.870, nel 2003 n. 154.861, nel 2004 n. 152.626.
Infortuni sul lavoro in agricoltura denunciati all'INAIL per anno evento e posizione nella professione (aggiornati al 30 aprile 2005)
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in oggetto, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che la nuova linea AV/AC Torino-Milano, il cui tracciato complessivo è di circa 125 km, escluse le tratte di inserimento nei nodi di Milano e Torino, si articola in due sub-tratte: Torino-Novara e Novara-Milano rispettivamente di circa 87 km e di circa 38 km.
Risposta. - In riferimento alla interrogazione parlamentare cui si risponde, l'ANAS Spa, interessata al riguardo, ha riferito le seguenti notizie in ordine ai lavori di ampliamento a quattro corsie nel tratto Milano-Bergamo, lotti 2, 3 e 4, dell'autostrada A14 Milano-Brescia.
Risposta. - In merito all'interrogazione cui si risponde, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che, per la realizzazione del quadruplicamento della tratta ferroviaria Padova-Mestre, ad aprile scorso sono state eseguite opere per complessivi 167 milioni di euro.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, si premette che le attività svolte dalla società Gesac, società di gestione dell'aeroporto di Napoli Capodichino, nell'ambito della propria autonomia gestionale per l'espletamento del servizio di pronto soccorso in ambito aeroportuale esulano dalla sfera di controllo di competenza del ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Parimenti può dirsi dei problemi occupazionali e di bilancio della regione Campania che possono essere riconnessi all'adozione di tali decisioni.
cresciuto in modo considerevole, passando dalle 5.000 del 1974 alle 20.000 circa del 1987, fino alle oltre 79.000 odierne;
l'individuazione di un'unica sede per la trattazione dei giudizi di primo e secondo grado.
Risposta. - Si rappresenta preliminarmente che la destinazione del personale di magistratura al settore lavoro attiene alla ripartizione delle risorse organiche complessive all'interno dell'ufficio e viene realizzata con provvedimento di ordine tabellare, sulla scorta delle determinazioni del Consiglio superiore della magistratura.
Corte d'appello di Roma Modifiche delle dotazioni organiche
a) Corte d'appello di Roma - Modifiche delle dotazioni organiche
6 aprile 2001; cancelliere (B3): -10 (pianta organica da 178 a 168) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; operatore giudiziario (B2): -1 (pianta organica da 422 a 421) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (autista) (B1): -12 (pianta organica da 81 a 69) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (B1): +8 (pianta organica da 0 a 8) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (A1): -41 (pianta organica da 110 a 69) - decreto ministeriale 6 aprile 2001;
Si fa notare che con il decreto ministeriale 23 gennaio 2003 - per mezzo del quale è stato realizzato l'ampliamento ai sensi della legge n. 48 del 2001 - la Corte d'appello di Roma è stata potenziata in ragione di un posto di presidente di sezione, 14 posti di consigliere e 8 posti di magistrato distrettuale giudicante.
Personale amministrativo: 364, di cui:
Allo stato sono presenti 326 dipendenti, comprensivi di 18 unità di personale a tempo determinato (ex lavoratori socialmente utili), di 1 unità comandata da altra amministrazione, alle quali vanno aggiunte ulteriori 14 unità di personale a tempo determinato in servizio presso il CED della medesima Corte.
Personale dell'ufficio notifiche, esecuzioni e protesti
Per effetto delle modifiche apportate con il decreto ministeriale 6 aprile 2001, negli Uffici NEP sono stati previsti gli organici delle nuove posizioni economiche C3 e C2 degli ufficiali giudiziari, che potranno essere coperti solo all'esito delle procedure di riqualificazione per cui sono stati appunto istituiti; inoltre, sono stati effettuati aumenti della posizione economica C1.
concorso pubblico per la copertura di 443 posti di ufficiale giudiziario C1"».
Tribunale di Roma - Dotazioni organiche attuali:
Il Tribunale di Roma ha 4 sezioni lavoro, a fronte di una previsione organica di 4 Presidenti di sezione lavoro (tutti, allo stato, presenti in servizio) e di 59 giudici del lavoro, dei quali, in particolare, 54 unità risultano presenti in servizio, ulteriori 4 sono in entrata, e un solo posto è vacante.
Il Tribunale di Roma ha una dotazione organica complessiva di 1359 unità, delle quali 1229 sono presenti, comprese 27 unità di personale a tempo determinato (ex lavoratori socialmente utili) e 1 unità comandata da altra amministrazione.
per l'utenza e per l'immagine dell'Ente Previdenziale -:
Risposta. - Con delibera n. 1417 del 3 aprile 2001, il Consiglio di Amministrazione dell'INPDAP ha istituito un ufficio internazionale di rappresentanza a Bruxelles.
Casa Lazio e alla illegittimità dei comportamenti posti in essere dal Consorzio in danno dei soci delle cooperative, ignari della situazione;
Risposta. - La Procura presso il Tribunale di Roma, in ordine ai fatti segnalati dall'interrogante, ha iscritto il procedimento penale n. 22510/03 R.G.N.R. ed è in attesa degli esiti di una consulenza tecnica disposta al fine di ricostruire le vicende economiche del Consorzio, coop casa Lazio ed individuare eventuali fatti di bancarotta.
Tv dichiarando che il Liggi è un ragazzo giovane che ha diritto di rifarsi una vita -:
Risposta. - Liggi Ivan, condannato, in data 9 ottobre 2002, dalla Corte d'assise d'appello di Bologna alla pena di anni 9 e mesi 5 di reclusione, per i reati di omicidio e falsità materiale, ha iniziato l'espiazione della detenzione il 16 ottobre 2004 e la scadenza della stessa è prevista per il 27 febbraio 2014.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, si rappresenta che in base all'articolo 7 del decreto legislativo n. 250/97 vengono effettuati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) i trasferimenti dei fondi previsti annualmente nella tabella della legge finanziaria iscritti nel cap. 2161, per l'espletamento dei compiti istituzionali dell'Ente.
Inoltre per l'anno 2005 sono previsti in bilancio:
Pertanto tra il 2002 ed il 2005 è risultato un surplus positivo per spese di funzionamento Enac pari ad euro 126.838.940,42 tra fondi già trasferiti (euro 55.536.957,12), fondi impegnati nell'anno 2004 (euro 37.349.500,83) e fondi ancora da impegnare, nel corso dell'anno 2005 (euro 33.952.482,47).
Risposta. - Il 5 ottobre 2004 è stato emanato il decreto-legge n. 249, convertito nella legge del 3 dicembre 2004, n. 291, riguardante interventi urgenti in materia di politiche del lavoro e sociali che all'articolo
1, comma 2, ha apportato modifiche all'articolo 3, comma 137, quarto periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria per il 2004).
iniziative intenda adottare per corrispondere positivamente alle legittime aspettative di tantissime lavoratrici che hanno visto sinora negati i loro diritti con il rigetto della domanda da parte dell'Inpdap.
Risposta. - Il decreto legislativo n. 151 del 2001, a completamento ed integrazione delle norme già esistenti in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità, ha introdotto alcune importanti disposizioni relativamente alla valorizzazione, ai fini del trattamento di quiescenza, dei periodi corrispondenti ai congedi per maternità, per eventi verificatisi al di fuori di qualsiasi rapporto di lavoro.
comma 2 - del decreto in parola, non sussiste se alla data della domanda non sia più in atto l'iscrizione atteso che, con la cessazione dal servizio, si esaurisce anche il rapporto previdenziale.
Risposta. - In via preliminare, l'Istituto rappresenta che la sede di Belluno è carente di personale ma evidenzia che si tratta di una situazione che coinvolge tutto l'Istituto ed è connessa al blocco delle assunzioni che, in questi ultimi anni, ha caratterizzato tutta la pubblica amministrazione. L'INPS precisa, tuttavia, che nella sede in questione l'alta professionalità del personale in servizio, compensa sostanzialmente la carenza di organico e i risultati realizzati nell'anno 2004, in termini di efficienza ed efficacia, sono più che soddisfacenti, essendo la sede
di Belluno collocata al 10o posto rispetto a tutte le sedi provinciali in campo nazionale.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, sono state richieste informazioni all'Ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa conoscere quanto comunicato dalla società Alitalia relativamente alla funzione svolta dalla scuola di addestramento Skymaster per la formazione dei piloti che vengono utilizzati dall'industria nazionale del trasporto aereo e, pertanto, non solo per la compagnia in questione.
la possibilità di un'assunzione come assistente di volo a contratto stagionale, opportunità ad oggi accettata da novantacinque piloti.
Risposta. - Va precisato, preliminarmente, che il Ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità non dispongono dei dati originali sulle indagini analitiche svolte, per conto della Associazione Greenpeace, dal laboratorio olandese TNO.
Per ciò che concerne i giocattoli, la direttiva 88/378/CEE, recepita dal decreto legislativo 27 settembre 1991, n. 313, prescrive che i giocattoli, destinati ai bambini fino a 14 anni, non devono contenere sostanze o preparati pericolosi, ai sensi delle direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE, in quantità che possano nuocere alla salute del bambino.
imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose.
hanno maturato un credito nei confronti dell'Inpdap, e di conseguenza si ravvisa la necessità di ricalcolare l'ammontare della loro pensione;
Risposta. - L'emolumento goduto dai predetti dipendenti comprende sia gli elementi fissi che quelli accessori percepiti dal 1o gennaio 1996, come disposto, ai sensi della legge 335 del 1995, dall'Ente di appartenenza in fase di emissione del provvedimento concessivo dell'acconto del trattamento provvisorio di pensione agli interessati.
Risposta. - Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004 di programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2005 e le successive circolari del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nn. 1 e 2 del 25 gennaio 2005 hanno dettato disposizioni applicative sulla materia in esame con lo scopo di snellire la procedura.
competente al rilascio dei nulla osta al lavoro subordinato oppure al ricongiungimento familiare, trovano attuazione i principi di continuità ed efficacia dell'azione amministrativa. Peraltro, si evidenzia che lo «sportello unico» pone in essere i predetti procedimenti finalizzati al rilascio dei nulla osta al lavoro ed al ricongiungimento familiare, attraverso una gestione completamente informatizzata delle procedure e del monitoraggio dei flussi di ingresso dei cittadini extracomunitari.
Risposta. - In merito alle questioni cui si fa riferimento nell'atto ispettivo cui si risponde, si fa presente che l'attività di intervento posta in essere dai comuni nei confronti dei giovani che conseguono la patente di guida è incentrata soprattutto sull'attività di sensibilizzazione del rispetto delle norme della circolazione per migliorare la sicurezza stradale attraverso manifestazioni ovvero, come nel caso del comune di Varallo Sesia, attraverso incentivi per premiare i conducenti virtuosi.
c-bis del decreto legge n. 151/2003, convertito con modificazioni con la legge n. 214 del 2003.
Risposta. - In ordine alle questioni cui si fa riferimento nel presente atto ispettivo, si fa presente quanto rappresentato al riguardo dall'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL).
Risposta. - L'articolo 3, comma 60, della Legge 24 dicembre 2003, n. 350 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004)» prevede che «(...) con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri da emanare ... previo accordo tra Governo, regioni e autonomie locali da concludere in sede di Conferenza unificata, sono fissati per le amministrazioni regionali, per le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti che abbiano rispettato le regole del patto di stabilità interno per l'anno 2003 e gli enti del Servizio sanitario nazionale, criteri e limiti per le assunzioni a tempo indeterminato per l'anno 2004.
Il personale infermieristico con rapporto di lavoro a part-time è costituito da n. 3 unità, rispettivamente n. 2 unità a 30 ore e n. 1 unità a 24 ore settimanali.
Con il personale di assistenza assegnato vengono erogati mediamente 110 minuti di assistenza nelle 24 ore per paziente ricoverato.
da tempo nella casa circondariale, Le Sughere di Livorno, emergono alcune difficoltà di gestione e si lamentano gravi mancanze. Negli ultimi mesi si sono verificati tre suicidi ed altri gravi atti di autolesionismo da parte dei detenuti. Inoltre il carcere di Livorno, costruito oltre 20 anni fa, presenta evidenti problemi di carattere strutturale e carenze sotto il profilo assistenziale;
concepito in un'ottica di massima sicurezza, il carcere è dotato sotto il profilo della videosorveglianza e delle misure di restrizione, ma registra gravi carenze nell'agibilità della struttura a causa dell'usura, degli agenti atmosferici e della vicinanza del mare;
in particolare l'agibilità è minata dall'acqua piovana che penetra all'interno delle celle, da finestre costruite erronamente in ferro e ormai corrose in maniera irreversibile, così come da un impianto elettrico deficitario che rende l'ambiente interno poco luminoso e le celle praticamente buie per gran parte delle giornata;
la mancanza di manutenzione e di attrezzature all'aperto impedisce un'attività sportiva e ricreativa adeguata;
si registra una grave carenza di personale che incide sulla funzionalità del carcere stesso, in particolare nell'ambito della custodia femminile. Questa lacuna obbliga le detenute ad optare tra l'ora d'aria e l'espletamento della pulizia personale, e ancora depotenzia le attività di rieducazione e di socializzazione;
si lamentano carenze per quanto riguarda le figure professionali di educatori e di assistenti sociali ed una troppa ridotta attività lavorativa;
date le caratteristiche di sicurezza, afferiscono a Livorno detenuti di diversa problematicità e tale commissione rende più difficile il governo del carcere stesso e la costruzione di percorsi rieducativi;
se non ritenga urgente provvedere a ripristinare l'agibilità strutturale del carcere, invaso attraverso gli infissi dall'acqua piovana, tramite un finanziamento straordinario che affronti almeno i problemi più gravi -:
se non ritenga necessario dotare il carcere di strumenti tesi a migliorare la qualità della vita dei detenuti, in modo da prevenire i gravi episodi di autolesionismo che si sono verificati con un ritmo preoccupante;
se non ritenga urgente dotare la struttura di adeguato personale qualificato, sia dal punto di vista numerico che professionale, in particolare di agenti, educatori e assistenti sociali.
(4-11009)
Nel corso degli ultimi esercizi finanziari sono stati realizzati, da parte del provveditorato regionale di Firenze, interventi di
Il competente dipartimento, nell'ambito della rimodulazione del programma dei lavori edilizi per il triennio 2005-2008, valuterà la possibilità di inserire tra le priorità interventi consistenti per contrastare efficacemente i predetti fenomeni di infiltrazioni di acqua.
Per quanto concerne il personale di polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale di Livorno, si segnala che a fronte di una previsione organica di n. 305 unità, ne sono amministrate complessivamente n. 269 (227 unità maschili e 42 femminili).
La situazione del personale dell'area educativa, appartenente al Comparto Ministeri, è la seguente:
Educatore C3 1 1 Educatore C2 2 2 Educatore C1 5 0 C.S.S.A. LIVORNO Ass. Sociale C3 1 0 Ass. Sociale C2 5 11 Ass. Sociale C1 9 5
Nella Gazzetta Ufficiale n. 22 del 18 marzo 2003 sono stati pubblicati i concorsi pubblici per l'assunzione di personale di seguito indicato
1. n. 284 unità di personale femminile del ruolo degli agenti e assistenti del Corpo di polizia penitenziaria: le vincitrici, già avviate alla frequenza del previsto corso di formazione della durata di dodici mesi, hanno concluso l'attività formativa nel mese di febbraio 2005;
2. n. 271 unità (260 uomini e 11 donne) di allievo vice ispettore del Corpo di polizia penitenziaria: nel periodo 11-24 febbraio 2004 si è tenuta la prova preliminare e nel corso dell'anno saranno ultimati gli accertamenti psico-fisici ed attitudinali;
3. n. 298 unità di vice commissario/commissario del ruolo direttivo ordinario del Corpo di polizia penitenziaria: i candidati risultati idonei a seguito delle prove d'esame espletate si stanno sottoponendo agli accertamenti psico-fisici ed attitudinali, attualmente in fase di ultimazione. L'avvio alla prevista attività formativa, della durata di dodici mesi, si realizzerà nel corrente anno.
1. Concorso pubblico per esami a n. 50 posti nel profilo professionale di educatore, area C, pos. ec. C2: prove scritte effettuate in data 18 e 19 maggio 2005. Gli elaborati sono in corso di valutazione;
2. Concorso pubblico per esami a n. 397 posti nel profilo professionale di educatore, area C, pos. ec. C1: svolte le prove preselettive, sono da definire le date per l'espletamento delle prove scritte.
Sono istituiti 5 corsi di scuola media inferiore, di cui 2 per le sezioni a media sicurezza, 1 per la sezione femminile e 1 per le sezioni ad alta sicurezza e E.I.V. (Elevato indice di vigilanza) nonché 2 corsi di alfabetizzazione in lingua italiana, uno per le sezioni maschili ed uno per quella femminile. Il corso è tenuto da insegnanti del Centro territoriale permanente, organismo che si occupa anche di effettuare un bilancio delle competenze di tutti i detenuti, per la identificazione delle qualifiche lavorative da comunicare al centro per l'impiego di Livorno.
Si svolgono corsi professionali nel settore edile, concordati e finanziati dalla provincia, con rilascio di crediti formativi. Tra giugno e ottobre 2004 si è svolto un primo corso destinato a 13 partecipanti, mentre, un secondo corso per la formazione di piastrellisti è stato attivato ad ottobre per 15 detenuti. Nel mese di marzo 2004 hanno conseguito il diploma per la stessa tipologia di corsi 10 detenuti. Inoltre, presso la sezione alta sicurezza è attivo un corso di informatica con 20 iscritti a supporto dei frequentanti la scuola superiore, mentre, per le sezioni di media sicurezza, prossimamente saranno attivati: 1 corso di perfezionamento della lingua italiana, 1 corso di lingua inglese ed 1 di informatica.
Il laboratorio teatrale è stato frequentato da 10 detenuti, 5 uomini e 5 donne e si è concluso lo scorso luglio; l'attività teatrale dovrebbe riprendere con finanziamenti dei piani di zona. Si è svolto un corso di ceramica, due corsi di legatoria per le sezioni maschili e un corso di giardinaggio per la sezione femminile. Inoltre, per la sezione femminile è aperto in maniera permanente il laboratorio di bricolage, tenuto da una suora e due volontarie. Si svolge anche un corso di chitarra, tenuto da altri volontari. Inoltre, è in svolgimento, finanziato dal comune, un progetto che coinvolge come bibliotecari ben 5 detenuti, retribuiti dall'Arci, che operano presso le 4 biblioteche, mentre presso le 5 sale di lettura dell'istituto sono svolte mensilmente discussioni di gruppo su testi e tematiche a cura di volontari, esperti di animazione culturale. La Cedomei, espressione della Conferenza episcopale, offre lavoro attualmente a 2 detenuti, di cui una donna, per la digitazione di testi e prevede, con uno specifico progetto, di poter estendere l'iniziativa ad altre 3 unità. Di rilievo è l'iniziativa del Centro territoriale permanente (CTP) del bilancio di competenze per tutti i detenuti, cominciata da settembre 2004 con un primo «screening» di oltre 200 detenuti, per i proficui collegamenti rispetto al Centro per l'impiego. In seguito ai contatti attivati con gli assessorati locali per i piani di zona, sono previsti due progetti, uno specifico per l'assistenza psicologica al disagio psichico da carcerazione ed un altro sulla formazione informatica.
Per i detenuti stranieri sono attivi i servizi di mediazione culturali con uno specifico progetto, finanziato dal comune, con ben 4 mediatori (due arabi, 1 slavo e 1 spagnolo). Per consulenze extragiudiziali operano anche settimanalmente i volontari dell'associazione «L'Altro diritto». È anche disponibile per gli stranieri indigenti un fondo speciale, offerto dal comune.
manifestazione «vivicittà», minimaratona in carcere con la partecipazione di circa 90 concorrenti;
attività di progettazione integrata per i corsi professionali di pubblicisti e fotografi;
manifestazione pugilistica valida per le qualificazioni nazionali realizzata presso il campo sportivo dell'istituto;
alcuni detenuti, tra quelli indicati dall'articolo 21 Ordinamento penitenziario, hanno realizzato uno spettacolo teatrale presso il teatro Anfitrione di Roma.
Con riferimento alle attività lavorative nei servizi domestici e di istituto risultano impegnati complessivamente 59 detenuti, tutti part-time.
Sulle iniziative intraprese da questa amministrazione per contrastare il fenomeno dei suicidi, si rappresenta che la tutela della salute mentale della popolazione detenuta è sempre tenuta in particolare considerazione dal competente dipartimento e numerose sono state le disposizioni ministeriali emanate,
Partendo dal presupposto, suffragato da indagini statistiche, che il compimento di gesti autolesivi si verifica prevalentemente tra i detenuti nuovi giunti, a seguito dell'impatto con il contesto carcerario, nel 1987 è stato istituito il servizio psicologico nuovi giunti. All'interno di questo servizio lo psicologo riveste un ruolo di estrema importanza, in quanto, dovendo valutare i rischi di autolesionismo e di suicidio del detenuto nuovo giunto, è in grado di segnalare ad altre figure professionali situazioni critiche, permettendo così l'adozione di misure precauzionali, per scongiurare la messa in atto di gesti autolesivi (grandi sorveglianze e sorveglianze a vista). Tale servizio è stato attivato solo negli istituti penitenziari che hanno un numero rilevante di ingressi giornalieri. Gli istituti penitenziari privi del presidio psicologico Nuovi Giunti hanno, comunque, a disposizione altri servizi per limitare la diffusione del disagio mentale.
Merita, a tal proposito, di essere citata la circolare del 12 maggio 2000 dal titolo «atti di autolesionismo e suicidi in ambiente penitenziario. Linee guida operative ai fini di una riduzione dei suicidi nelle carceri», in cui non solo si ribadisce il contenuto della circolare istitutiva del servizio nuovi giunti, ma vengono dettate ulteriori disposizioni in merito.
In tale circolare viene, infatti, specificato che:
i detenuti nuovi giunti in ciascun istituto penitenziario devono sostare nei reparti di accettazione solo per il tempo strettamente limitato all'effettuazione della visita medica di primo ingresso e all'espletamento del colloquio con lo psicologo del servizio Nuovi Giunti, per poi essere smistati nelle sezioni e nei reparti detentivi;
l'assegnazione in detti reparti non deve essere casuale, ma effettuata in base a criteri oggettivi e soggettivi, tra i quali le indicazioni dell'Autorità Giudiziaria, la posizione giuridica, la pericolosità, ed altro;
l'intervento del servizio Nuovi Giunti non deve risultare fine a se stesso, ma deve seguire ad esso un'effettiva presa in carico dei detenuti classificati a «rischio», non solo da parte degli specialisti in psichiatria e dal personale appartenente all'area sanitaria, ma anche dagli altri operatori penitenziari. A tal fine, i provvedimenti con cui viene disposta la «Grande Sorveglianza» o la «Sorveglianza a vista» non devono essere emanati in forma generica, ma devono specificare in modo dettagliato il motivo per cui viene disposta una tale misura cautelativa;
l'istituzione di un apposito registro in cui devono essere indicati giornalmente i detenuti a «rischio», in modo che chiunque si succeda nei turni di servizio all'interno della sezione venga posto nella condizione di conoscere le particolari condizioni di alcuni ristretti e di modulare la propria attività secondo le necessità del singolo caso.
Con circolare del 30 giugno 1999 si è, infatti, provveduto a rimodulare il rapporto professionale di tale categoria di specialisti prevedendo per gli stessi una retribuzione oraria, in modo da svincolarli da un'attività di mera consulenza, come avviene per le altre branche specialistiche. Stabilendo, infatti, una tariffa oraria e non a visita, lo psichiatra, diversamente dagli altri specialisti, non è subordinato, per l'effettuazione delle visite alla richiesta del medico incaricato, ma decide nell'ambito della propria autonomia divenendo, in tal modo, parte integrante non solo dell'area sanitaria, ma di tutta l'istituzione penitenziaria, viste le inevitabili connessioni con l'area della sicurezza e con quella trattamentale.
Una volta attivato il servizio, lo specialista in psichiatria, assicurando una presenza oraria, è in grado di instaurare e di gestire un vero e proprio rapporto terapeutico con il paziente e viene posto nella
Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria consapevole dell'importanza del ruolo che assume il servizio psichiatrico, nonostante la diminuzione delle risorse economiche che ha costretto a ridefinire il servizio di consulenza specialistica, ha conservato per tutti gli istituti penitenziari l'attivazione della branca specialistica in psichiatria, prevista peraltro dall'ordinamento penitenziario.
Questa amministrazione, inoltre, si è posta l'obiettivo di coinvolgere, in modo effettivo, i servizi sanitari territoriali nella gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche, anche al fine di un futuro reinserimento degli stessi, rimessi in libertà. In tal modo il servizio psichiatrico interno, così come organizzato in base alla citata circolare del 1999, risulterebbe perfettamente integrato con quello del servizio sanitario nazionale.
Particolare attenzione è stata data agli Ospedali psichiatrici giudiziari (O.P.G.). Difatti, con decreto del 20 gennaio 2004, considerata la necessità di individuare nuove configurazioni degli interventi nei confronti dei soggetti socialmente pericolosi, affetti da patologie psichiatriche, ricoverati negli ospedali psichiatrici giudiziari, dell'amministrazione penitenziaria, si è ritenuto necessario attribuire alla commissione, istituita con decreto del 16 maggio 2002, anche il compito di proporre adeguate soluzioni alle problematiche relative alla riforma delle suddette strutture, in modo che il tema della salute mentale dei soggetti internati sia esaminato congiuntamente da questa amministrazione e dal ministero della salute.
Relativamente alla tutela della salute mentale è stato, altresì, predisposto un apposito programma esecutivo d'azione (P.E.A.) che prevede la realizzazione in ogni provveditorato (ad eccezione di quelli di bassa utenza) di un reparto per l'osservazione psichiatrica, di cui all'articolo 112 decreto del Presidente della Repubblica 230/00, disposta nei confronti dei detenuti ristretti negli istituti penitenziari del distretto, al fine di:
armonizzare il principio della tutela della salute con quello della territorialità della pena, evitando, anche se per un breve periodo, allontanamenti dal nucleo familiare che, proprio nei momenti di fragilità psichica, potrebbero risultare ancor più destabilizzanti;
contenere il costo delle traduzioni poiché verrebbero evitati trasferimenti per l'espletamento dell'osservazione di detenuti ristretti in altre regioni rispetto a quelle in cui è ubicato l'O.P.G.;
semplificare l'iter di assegnazione dei detenuti di cui è stata disposta l'Osservazione, in quanto la relativa traduzione potrebbe essere disposta direttamente dal Provveditorato;
decongestionare gli O.P.G.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
nei pressi di molte Stazioni ferroviarie italiane, e talvolta anche nei dopolavoro ferroviari, è facile vedere dell'amianto a cielo aperto, spesso abbandonato e in pessime condizioni, ora si scopre che pericolose quantità di amianto potrebbero essere state diffuse assieme alla ghiaia dei massicciati;
come riporta l'articolo del quotidiano la Repubblica del 3 novembre 2004 «Amianto sul primo binario ovest» nella stazione di Bologna, la primavera dell'anno in corso, un macchinista delle Ferrovie dello Stato notò delle pietre verdastre tra la ghiaia dove si trova il massicciato del binario e riconoscendone la natura informò i colleghi: «quello è amianto»;
i ferrovieri incaricati della manutenzione della massicciata (gli armatoristi) preoccupati si rivolsero quindi al Sult
i risultati dell'analisi dell'Arpa confermano presenze d'amianto anche in superficie e quindi visibili ad occhio nudo e rivelano un indice di rilascio amianto dello 0,43 per cento ben superiore di quanto stabilito per decreto nel 1996 (0,1 per cento);
detto pietrisco va quindi considerato «materiale pericoloso» soprattutto per gli operai che devono periodicamente smuoverlo;
le ferrovie devono entro metà dicembre fare accertamenti più estesi in tutta l'area della stazione di Bologna;
inoltre, come riportato da la Repubblica del 20 novembre 2004, è evidente che l'utilizzo di questo tipo di ghiaia è andato ben oltre la chiusura delle cave di provenienza e dato che difficilmente ci troviamo di fronte ad un caso isolato appare opportuna una verifica ad ampio spettro per mettere in sicurezza anche altre eventuali aree a rischio -:
se non si ritenga opportuno attuare nuovi accertamenti su scala nazionale circa la presenza del letale amianto all'interno e nei pressi delle stazioni ferroviarie e, in particolare, attuare un'indagine sui flussi della ghiaia contaminante trovata a Bologna, verificando l'eventuale presenza della stessa in altre stazioni ferroviarie;
se non si consideri necessario verificare l'affidabilità delle strutture preposte a certificare la composizione della ghiaia messa in commercio;
quali ulteriori iniziative di carattere precauzionale si intendano prendere per la sicurezza dei lavoratori e dei clienti delle Ferrovie dello Stato a fronte della presenza dell'amianto.
(4-11742)
Tali materiali inerti vengono largamente utilizzati nel campo delle costruzioni per riempimenti e rilevati, come pietre ornamentali, eccetera per le loro qualità fisico-meccaniche, quali la resistenza, la curabilità e la varietà di aspetto e colorazione.
Le ofioliti sono state utilizzate estensivamente nelle massicciate ferroviarie.
Le eventuali operazioni di bonifica di siti, in cui la presenza di «pietre verdi» potrebbe causare la dispersione nell'ambiente di fibre di amianto aerodisperse, sono regolamentate dai decreti ministeriali 14 maggio 1996 e 6 settembre 1994 (per quanto riguarda la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie).
Il ministero della salute, nell'ambito della Commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all'impiego dell'amianto, di cui alla legge 27 marzo 1992, n. 257, ha attivato uno specifico gruppo di lavoro per affrontare la problematica delle ofioliti in tutto il territorio nazionale, con il compito, in particolare, di curare la revisione dell'allegato 4 del decreto ministeriale 14 maggio 1996, concernente i «Criteri relativi alla classificazione e all'utilizzo delle Pietre Verdi in funzione del loro contenuto di amianto».
Relativamente alla presenza di tali materiali nella stazione di Bologna, la competente prefettura - Ufficio territoriale del Governo ha comunicato che la regione Emilia-Romagna, con il «Piano di protezione dall'amianto», adottato con delibera del Consiglio Regionale n. 497 dell'11 dicembre 1996, ha affidato alla Sezione provinciale dell'Agenzia regionale per la prevenzione e l'ambiente (Arpa) di Reggio Emilia, il compito di censire i siti estrattivi di pietre verdi nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.
Il primo censimento, effettuato nel 1997, sulla base dei catasti delle attività estrattive provinciali e delle autorizzazioni estrattive in possesso delle amministrazioni competenti,
Ai fini della stima dell'entità del rischio amianto, si è ritenuto utile procedere ad un puntuale e specifico aggiornamento del censimento effettuato, attraverso sopralluoghi di verifica dello stato di attività delle cave ed il prelievo di campioni di ofioliti per le analisi di laboratorio.
Nel 2001 è stato istituito un gruppo interdisciplinare di studio, costituito da tecnici e rappresentanti dei diversi enti a vario titolo competenti in materia (Assessorato regionale alla sanità, Assessorato regionale difesa del suolo e della costa e protezione civile, ARPA di Reggio Emilia, Amministrazioni provinciali, aziende USL di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, università di Bologna) che ha provveduto alla stima del rischio amianto.
Tale lavoro, raccolto nel volume «Il progetto regionale Pietre Verdi. Le ofioliti, la loro estrazione e il problema amianto» è stato presentato nel corso di un apposito convegno, tenutosi il 4 febbraio 2005 a Reggio Emilia.
Il volume sopra citato è consultabile sul sito Internet regionale, all'indirizzo: http://www.regione.emilia-romagna.it/sanita/amianto/news.htm.
Nell'ambito del mandato regionale, gli obiettivi del gruppo di studio erano:
individuare, verificare ed approfondire l'ubicazione dei siti di escavazione: (sia cessata che attiva);
approfondire le conoscenze circa le caratteristiche geologiche e petrografiche delle molteplici identità assunte dalle «Pietre Verdi» nel territorio regionale;
individuare e quantificare le inclusioni di amianto nella matrice rocciosa;
verificare i livelli di esposizione degli addetti al settore estrattivo;
verificare l'applicabilità ed il rispetto delle norme di legge sull'utilizzo delle «Pietre Verdi»;
analizzare il rilievo sanitario dell'esposizione delle popolazioni che vivono nei territori interessati dalle attività estrattive di ofioliti.
Sono stati censiti, mappati e georeferenziati 30 siti di estrazione localizzati nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza: 14 cave risultano esaurite e 16 attive.
È stato effettuato uno studio specifico delle cave attive, per determinare, da un lato, le caratteristiche geologiche e mineralogiche delle ofioliti estratte e, dall'altro, le modalità di escavazione, il numero di addetti, l'utilizzo e la destinazione dei materiali estratti.
Sono stati studiati ed analizzati 60 campioni di materiali prelevati in differenti zone di scavo, per valutare la presenza e l'entità del rilascio di fibre di amianto, seguendo le metodiche ed i riferimenti dell'attuale normativa; il contenuto di amianto nelle rocce analizzate è sempre risultato basso e la quota rilasciabile rimane all'interno dei limiti che consentono l'uso di questi inerti.
Sono state, inoltre, valutate l'affidabilità e l'attendibilità dei metodi analitici di ricerca delle fibre di amianto, ovvero, del cosiddetto indice di rilascio (IR).
Il livello di esposizione è stato studiato con campionamenti ambientali in cava e individuali sui lavoratori addetti alle varie mansioni: i valori riscontrati sono sempre molto inferiori all'attuale valore limite di esposizione.
In merito agli effetti sulla salute della popolazione, dall'esame dei dati raccolti dal Registro Mesoteliomi della Regione Emilia-Romagna (ReM), istituito presso il dipartimento di sanità pubblica dell'azienda Usl di Reggio Emilia, non sono emersi casi di questa tipologia di tumori (tipici della esposizione
Dall'esame delle indagini epidemiologiche condotte dall'Istituto superiore di sanità (casi di Mesotelioma nel decennio 1988-1997), nessuno dei comuni emiliani, sede di cave attive o dimesse di «Pietre Verdi», emerge per danni da esposizione all'amianto, a fronte, invece, dell'evidenza di altri comuni emiliano-romagnoli, interessati da esposizioni all'amianto di origine industriale.
Anche dai risultati del progetto AMOS del Consiglio nazionale delle ricerche, non viene evidenziata la relazione tra presenza di cave di «Pietre Verdi» sul territorio e mortalità per mesotelioma.
Il gruppo di studio ritiene, comunque, utile un approfondimento delle indagini epidemiologiche con l'attivazione di studi analitici che possano mettere a confronto le popolazioni esposte con altre non esposte.
Per quanto riguarda, in particolare, la situazione della stazione di Bologna centrale, risulta che, a «seguito della verifica della segnalazione effettuata dal Sindacato unitario dei lavoratori trasporto (Sult) della possibile presenza di "pietre verdi" tra la ghiaia dove si trova il massicciato del 1o binario ovest, l'Unità operativa di rischio ambientale del dipartimento di sanità pubblica dell'azienda Usl di Bologna ha impartito, una disposizione alla Società Rete ferroviaria italiana (RFI).
La società RFI, per adempiere a tale disposizione (n. 5 del 18 ottobre 2004), in data 24-25 novembre 2004, in corrispondenza del 1o binario ovest, ha eseguito campionamenti personali ed ambientali durante l'attività di rincalzatura manuale e meccanica dei binari, previo trattamento del pietrisco con soluzione collante, destinati ad accertare la presenza e la concentrazione di fibre di amianto. Solo un operaio addetto alla rincalzatura con mezzo manuale è risultato esposto ad una concentrazione di fibre di amianto, pari a 0,0007 ff/cm3.
A seguito di tali controlli, inoltre, la superficie interessata dalla presenza di pietrisco contenente "pietre verdi", è risultata più estesa di quella inizialmente indicata, pari a circa 7.000 m2.
Si evidenzia che non è stata trovata la presenza di fibre di amianto, utilizzando la microscopia elettronica SEM, nelle polveri ambientali prelevate su oggetti e suppellettili della Stazione di Bologna centrale non soggetti a pulizia periodica.
I campioni di aria prelevati in quattro diversi giorni nell'arco di quattro settimane, in diversi punti della stazione di Bologna centrale, analizzati con la tecnica sopra citata per la ricerca delle fibre di amianto regolamentate, hanno dato esito negativo.
La Società RFI ha, inoltre, fornito i risultati di monitoraggi eseguiti nel periodo 1999-2003 dal personale dell'Unità sanitaria territoriale Torino direzione sanità RFI e del Servizio prevenzione SAL. Asl 5 Rivoli (regione Piemonte), durante le lavorazioni di risanamento del binario e durante le attività implicanti la movimentazione di pietrisco.
I prelievi hanno interessato i tronchi ferroviari e i piazzali di stazioni di 18 comuni piemontesi e 4 gallerie.
In 43 campioni di polveri aerodisperse analizzati in SEM, su un totale di 46 campioni, le fibre di amianto sono risultate in concentrazione inferiore alle 0,002 ff/cm3 (limite indicato dal decreto ministeriale 6/9/94 per rioccupare gli ambienti confinati bonificati).
In 3 campioni (7 per cento) le concentrazioni hanno superato il limite sopraindicato ma nessuno di essi ha superato le 0,02 ff/cm3.
Si rende noto, infine, che la Società RFI ha deciso di rimuovere, dal mese corrente, il pietrisco presente sulla massicciata del 1o binario ovest della stazione di Bologna centrale, dove inizialmente è stata rilevata l'esistenza di "pietre verdi" con un valore di indice di rilascio (IR) superiore a 0,1, ed incaricherà per le attività di rimozione una ditta specializzata iscritta all'apposito Albo, che dovrà predisporre un piano di lavoro in base all'articolo 34 del decreto legislativo 277/91.
I materiali rimossi saranno quindi conferiti in discarica idonea in funzione della loro classificazione come rifiuto».
Nel sottolineare, infine, il ruolo prioritario svolto dalle regioni, tramite le competenti agenzie (Arpa, Arpac), in materia di controllo, valutazione del rischio e bonifica dei materiali segnalati dall'interrogante, il ministero della salute, peraltro, in adempimento della propria funzione istituzionale di tutela della salute pubblica, ravvisa l'opportunità di una specifica informativa con gli enti regionali, allo scopo di assicurare il monitoraggio del suddetto fenomeno e le necessarie misure correttive.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
come riportato da alcuni organi di stampa, sarebbe stato stipulato un pre-accordo tra la società di gestione dell'aeroporto «Federico Fellini» di Rimini - Aeradria - e la World Airways Inc., compagnia aerea statunitense che si occupa del trasporto delle truppe Usa verso varie destinazioni di guerra e che intenderebbe utilizzare l'aeroporto di Rimini per trasportare marines in Iraq al ritmo di 100 voli al mese;
la notizia di tale ipotesi di accordo ha destato grande preoccupazione tra le forze politiche locali, le istituzioni locali e le associazioni del turismo e del commercio in quanto l'uso militare dell'aeroporto pare assolutamente incompatibile con le attività turistiche che alimentano l'economia della regione e comporterebbe inaccettabili rischi per la popolazione;
l'accordo in questione, inoltre, sarebbe stipulato tra due società private - Aeradria e World Airways Inc - senza che sia noto quali siano state le modalità dell'appalto e quali autorità governative abbiano valutato l'impatto che esso implicherebbe per il traffico civile; a tale proposito, la stessa Prefettura di Rimini avrebbe affermato di non essere a conoscenza dell'accordo fino a che esso non è stato reso noto dagli organi di stampa e in un'intervista comparsa il 18 febbraio 2005 sul quotidiano Corriere della Romagna, nella cronaca di Rimini, il presidente di Aeradria, Gabrielle Morelli, afferma genericamente che «evidentemente prima di arrivare a noi (la World Airways Inc) ha ottenuto delle autorizzazioni ad operare in Italia da altre autorità» -:
quali siano state le modalità dell'appalto che ha permesso alla società statunitense di stipulare un pre-accordo con la società Aeradria;
quali siano le autorità che hanno concesso l'autorizzazione per l'uso dell'aeroporto di Rimini per il transito di truppe di un paese estero dirette verso teatri di guerra;
se non ritenga che l'utilizzo dell'aeroporto «Federico Fellini» per operazioni connesse ad attività belliche non sia assolutamente incompatibile con la salvaguardia dell'economia turistica del territorio e con la sicurezza delle popolazioni civili.
(4-13131)
come è noto, l'ipotesi di accordo tra la società di gestione dell'aeroporto «Federico Fellini» di Rimini - Aeradria - e la World Airways Inc., compagnia aerea statunitense che si occupa del trasporto delle truppe Usa verso varie destinazioni di guerra e che intenderebbe utilizzare l'aeroporto in oggetto per trasportare marines alla volta dell'Iraq, ha suscitato un vivacissimo dibattito e vibranti proteste da parte della società civile e della maggior parte delle istituzioni locali, nonché da parte delle associazioni del turismo e del commercio;
l'utilizzo militare dell'aeroporto, infatti, pare assolutamente incompatibile con le attività turistiche che alimentano l'economia della regione e comporterebbe inaccettabili rischi per la popolazione;
le recenti vicende risollevano, a parere dell'interrogante, il nodo relativo all'utilizzo dell'aeroporto, attualmente struttura militare aperta al traffico civile e che tuttavia fino a un anno fa ha ospitato aerei da caccia su F104 e, attualmente, un gruppo di elicotteri SAR -:
se non ritenga opportuno disporre l'acquisizione al demanio civile dell'aeroporto «Federico Fellini» di Rimini in modo che esso possa servire adeguatamente il traffico aereo di linea e far fronte al fabbisogno turistico della Regione.
(4-13404)
A riguardo l'Enac fa presente che la Società Aeradria S.p.A, gestore dell'aeroporto di Rimini, ha rappresentato che l'operazione commerciale preparata di concerto con il vettore americano World Airways si riferiva al passaggio di soldati americani in viaggio di trasferimento verso le basi operative del Medio Oriente con sosta limitata agli spazi di pertinenza aeroportuale ad eccezione dell'equipaggio per il quale si prevedeva l'alloggiamento in alcune strutture alberghiere della zona. Tale accordo era frutto di un rapporto diretto tra la società Aeradria ed il vettore statunitense.
L'aeromobile impiegato per i collegamenti - MD11 - avrebbe usufruito di tutti i servizi di handling contemplati dal contratto.
Pertanto, nessun Ministro del Governo ha proposto e sostenuto tale opzione considerato il carattere esclusivamente privatistico dell'accordo commerciale.
L'Enac riferisce che tale accordo non prevedeva l'uso dell'aeroporto di Rimini-San Marino come scalo in transito di tecnologia bellica. Le armi al seguito dei soldati sarebbero state infatti opportunamente stivate in appositi contenitori sigillati e, comunque, non fatte scendere a terra.
L'aeroporto in questione era risultato idoneo all'operazione World Airways poiché in grado di fornire i servizi di handling richiesti per le caratteristiche tecniche della pista, per le condizioni di operatività e di sicurezza assicurati durante l'atterraggio, la sosta e il decollo dell'aeromobile.
La compagnia Aeradria possedeva, e possiede in quanto in piena attività, le certificazioni necessarie alle operazioni di volo all'interno e all'esterno del proprio Paese d'origine in base agli accordi internazionali che regolamentano la materia. Quindi a detta di Enac non erano richieste dalle autorità aeronautiche italiane altre specifiche autorizzazioni.
Le autorizzazioni connesse all'accordo non avrebbero creato disagio alla normale attività volativa e, pertanto, nessun danno diretto o indiretto, ad altri voli e compagnie sarebbe stato causato dalla presenza degli MD-11. Lo stesso dicasi per la popolazione residente.
L'Enac infine fa conoscere che, in ogni caso, le valutazioni di ordine strettamente aziendale e, soprattutto, ambientale e di carattere generale di gran parte dei soci territoriali sono state negative e hanno portato al superamento dell'operazione per iniziativa della stessa World Airways senza ulteriori pregiudizi per la società Aeradria.
Il ministero della difesa, per quanto di competenza ha evidenziato che le norme vigenti in materia prevedono che ogni aereo appartenente alle forze armate statunitensi o posto al loro servizio, allorché rientri in territorio italiano, debba necessariamente atterrare sugli aeroporti concessi in uso, fatto salvo il caso in cui sia stata fornita diversa e preventiva autorizzazione da parte delle competenti autorità militari italiane.
Ciò premesso, aggiunge che la World Airways è una delle compagnie aeree alla quale le Forze Armate statunitensi si rivolgono per soddisfare le loro necessità di mobilità.
Per il caso in questione, l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America ha precisato che la citata compagnia non risulta aver effettuato voli per il trasporto di personale statunitense presso lo scalo riminese e che le predisposizioni che la stessa, agendo
Per quanto concerne infine l'utilizzo dell'aeroporto di Rimini, il Ministero della difesa osserva da ultimo che esso è comunque un aeroporto militare, sebbene aperto al traffico civile.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
il 17 marzo 2003, in pieno giorno e in pieno centro cittadino, la sede di Azione Giovani di Massa è stata gravemente danneggiata a seguito di un attacco teppistico condotto da una quarantina di militanti dell'estrema sinistra;
l'attacco è stato preceduto da un «concentramento» proprio davanti al teatro comunale seguito da un corteo nella centralissima via Ghirlanda, e nonostante una segnalazione arrivata alla Polizia circa un quarto d'ora prima dell'assalto, questo è stato portato a termine senza alcun intervento dell'autorità di Polizia;
l'aggressione è stata compiuta con mazze di legno e bottiglie ed ha causato il ferimento di alcuni ragazzi, tra cui un minorenne;
il 18 marzo, alle ore 1,30, la sezione di Alleanza nazionale e di Azione Giovani di Capannoni (Pisa) è stata distrutta da un ordigno esplosivo posto presso la porta di accesso della sezione;
il 19 marzo, nello spazio che gestiscono gli studenti di Azione Universitaria a Bologna è stata compiuta una vile aggressione da parte di un centinaio di persone provenienti da una manifestazione «pacifista e contro ogni tipo di violenza», che ha causato il ferimento di diversi ragazzi appartenenti all'organizzazione universitaria di destra;
questi avvenimenti succedutisi uno dietro l'altro dimostrano il clima di violenza e di intimidazione che si respira in alcune città italiane a causa dell'antagonismo violento e vigliacco di alcune frange della sinistra, fin troppo coccolate dalla sinistra «istituzionale»;
l'odio alimentato ad arte in questi giorni contro i nostri militanti ha irrevocabilmente provocato lo scoppio della violenza estremista;
inoltre è fin troppo evidente l'incapacità delle forze dell'ordine di difendere fisicamente, almeno nelle pubbliche manifestazioni, i militanti di Alleanza nazionale da queste aggressioni, compiute da personaggi riconoscibili e riconosciuti da tutti -:
se siano in corso accertamenti dell'autorità giudiziaria successivamente alle denunce presentate dagli aderenti di Azione Giovani;
quali iniziative a tutela dell'ordine pubblico siano state, eventualmente, adottate per tutelare l'integrità fisica dei ragazzi di Azione Giovani, anche in previsione di ulteriori esplosioni di violenza.
(4-05982)
Le successive indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Massa hanno consentito di identificare compiutamente undici aggressori, tra cui un minorenne la cui posizione è stata stralciata con formazione di autonomo fascicolo, trasmesso per competenza alla Procura per i minori di Genova.
In data 30 gennaio 2004 nei confronti dei dieci maggiorenni è stata esercitata azione penale per i reati previsti e puniti dall'articolo 655 e dagli articoli 81 capoverso 110, 635 comma 2 n. 1, 610 comma 1 e 2, 582, codice penale.
Per quanto riguarda i fatti accaduti nella provincia di Pisa, si comunica che la sera del 18 marzo 2003 ignoti hanno fatto esplodere un grosso petardo dinanzi alla serranda d'ingresso della sede di Alleanza nazionale Capannoni, infrangendo una vetrata.
La notte successiva è stato fatto deflagrare un artificio pirotecnico davanti alla sede di Alleanza Nazionale di Calci, sempre in provincia di Pisa, anche in questo caso provocando la frantumazione di una vetrata. Nelle vicinanze sono state rinvenute delle scritte murali minatorie e simboli anarchici.
La Procura della Repubblica di Pisa ha precisato che sugli episodi sopra descritti ha iscritto il procedimento penale n. 1917/03 R.G.N.R.
Le indagini svolte (individuazione del produttore e dei venditori autorizzati del petardo utilizzato per danneggiare la porta della sede di Alleanza Nazionale di Capannoni) non hanno avuto alcun esito circa la individuazione degli autori del fatto.
Si fa presente che il petardo (denominato «Cobra 3») è un gioco pirico con una carica di polvere pirica superiore ai 20 gr. e ne è consentita la vendita negli esercizi a ciò autorizzati e solo a persone in possesso di porto d'armi e/o nulla osta della polizia.
Tuttavia, i detti petardi vengono prodotti, con lo stesso marchio e identiche caratteristiche tecniche, anche illegalmente e, quindi, è possibile entrarne in possesso senza passare attraverso il circuito legale.
Dall'esito degli accertamenti, effettuati dal RACIS, non è emerso alcun elemento utile per la individuazione degli autori del reato ed è stata quindi inoltrata, in data 18 marzo 2005, dalla Procura di Pisa al locale GIP richiesta di archiviazione del procedimento.
A Bologna, invece, in data 19 marzo 2003 verso le ore 14.00, in occasione di un presidio organizzato in Piazza Verdi dalla Sinistra Giovanile contro il terrorismo e la uccisione di un militante dei Centri Sociali avvenuta a Milano, un gruppo di circa 80 esponenti della «sinistra antagonista», tutti partecipanti alla citata iniziativa, con un'azione repentina si dirigeva verso la sede del collettivo «Azione Universitaria», ubicata all'interno della vicina Facoltà di Giurisprudenza.
Mentre una parte, riuscita ad entrare all'interno della menzionata Facoltà, tracciava sulle pareti delle scritte antifasciste, i manifestanti rimasti all'esterno, imbattutisi in alcuni militanti di Azione Universitaria, si scontravano con essi lanciando invettive al loro indirizzo e spintonandoli.
Il personale della locale Questura, immediatamente intervenuto, riusciva a separare le opposte fazioni, evitando in tal modo che la situazione degenerasse ulteriormente; in tale frangente dal gruppo della «sinistra antagonista» venivano lanciate, senza attingere alcuna persona, due bottiglie in direzione dei pochi militanti di Azione Universitaria.
Non risulta che sia stata sporta formale querela per i fatti sopra descritti.
Tale clima di violenza è stato esaminato dal Comitato Tecnico di Coordinamento delle forze di polizia che ha disposto l'intensificazione dei servizi di controllo del territorio e, in particolare, nei confronti delle citate sedi, presso le quali è già in atto un servizio di vigilanza generica radiocollegata intensificata.
Il Ministero dell'interno su scala nazionale ha ulteriormente sensibilizzato le questure affinché, nella fase di tensione conseguente al conflitto in Iraq, fosse particolarmente curata l'attività investigativa ed
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
si stanno moltiplicando in questi giorni le iniziative da parte delle associazioni animaliste per porre fine al massacro di foche groenlandiche - poco meno di 1 milione nel triennio 2003-2005 - autorizzato dal governo canadese e implicitamente commissionato dai paesi importatori, tra i quali l'Italia;
un numero sempre crescente di cittadini chiede di vietare ogni forma di commercio di prodotti derivati dall'uccisione delle foche;
la Lega antivivisezione - in un video girato insieme ad una troupe del Tg2 e ai giornalisti di Vanity Fair e che sarà presentato a Catania il 25 giugno 2005 - ha denunciato il massacro dei cuccioli di foca in Canada, un'attività barbara e crudele dai notevoli risvolti economici;
sembrerebbe che l'Italia sia il secondo maggiore Paese europeo coinvolto nel commercio di prodotti di foca dopo la Danimarca commerciando legalmente pelli grezze e conciate, articoli e accessori di abbigliamento, olio e grasso di foca -:
se non ritenga necessario ed urgente intraprendere a livello nazionale ed internazionale ogni utile iniziativa per porre fine all'importazione e alla commercializzazione delle pelli e di altri prodotti derivanti dall'uccisione delle foche.
(4-15447)
Circa l'opportunità di intraprendere iniziative a livello comunitario, il Governo italiano è attivo nel vigilare affinché sia data attuazione alla legislazione, non solo nazionale, sul divieto di importazione delle pelli dei cuccioli di foca. In sede comunitaria, l'Italia ha sollevato la questione della caccia delle foche in seno al competente Gruppo del Consiglio Europeo ottenendo, nel quadro della discussione del mandato negoziale per la conclusione di un Accordo di rilancio del Commercio e Investimenti con il Canada (Trade and Investment Enhancement Agreement), la conferma dalla Commissione Europea che il «benessere animale» è coperto dalle disposizioni del mandato negoziale del futuro Accordo e che su questa base si svilupperà il negoziato con il Canada.
A ulteriore conferma dell'opera di sensibilizzazione diretta svolta dal nostro Paese nei confronti delle Autorità canadesi si segnala, altresì, l'intervento a livello politico effettuato dall'allora Ministro degli affari esteri, onorevole Frattini, presso il suo omologo canadese Pettigrew in occasione dell'incontro informale avvenuto a New York il 21 settembre 2004 e della visita ufficiale ad Ottawa dello stesso Ministro il 15 ottobre 2004 al fine di ottenere rassicurazioni in merito alla stretta vigilanza sulla caccia ai cuccioli di foca.
Per quanto riguarda infine l'opportunità di potenziare le attuali misure di tutela delle foche, nel richiamare la direttiva 83/129/CEE del 28 marzo 1983 (Legge di recepimento n. 91 del 1983) che vieta «l'importazione negli Stati membri di pelli di taluni cuccioli di foca e di prodotti da esse derivate», si segnala che tali aspetti
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giuseppe Drago.
nei giorni scorsi Assadullah Wafa, governatore di una impervia regione della provincia di Kunar nell'est dell'Afghanistan, ha comunicato alla France Press che lo scorso 1 luglio almeno 17 civili, fra cui donne e bambini, sono morti in un raid aereo con cui l'aviazione americana ha inteso colpire un campo della guerriglia Taleban;
in un comunicato il portavoce militare, tenente colonnello Jerry ÒHara, nel dare l'annuncio dell'attacco, ha dichiarato che il bombardamento, ritenuto dai militari americani «urgente», è stato compiuto con armi di precisione, ed il bilancio non è ancora disponibile;
secondo un altro portavoce, le operazioni aeree vengono preparate meticolosamente e con tutte le precauzioni possibili per evitare di fare vittime fra i civili;
la provincia di Kunar, in cui è stata compiuta l'operazione, è la stessa dove è stato abbattuto la settimana scorsa un elicottero americano Mh-47 Chinook con 17 soldati a bordo, tutti morti tranne uno ancora disperso, e dove si sono perse le tracce anche di una squadra di ricognizione composta di quattro uomini dei Navy Seals, uno dei quali ritrovato e recuperato sano e salvo -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti denunciati e se non ritenga opportuno intervenire nei confronti dell'alleato americano, affinché tali operazioni, che potrebbero avere ricadute anche sul nostro contingente americano presente in zona, non si ripetano.
(4-15646)
I militari italiani presenti in Afghanistan sono inquadrati nella missione Isaf a guida NATO, attualmente dispiegata a Kabul e nelle regioni settentrionale ed occidentale del Paese. L'espansione verso sud (terza fase) e verso est (quarta fase) è contemplata tra la fine del 2005 ed il 2006.
Nell'ambito di tale espansione, non è previsto l'insediamento sul territorio di ulteriori reparti italiani, dato che il nostro Paese ha deciso di concentrare il proprio impegno di ricostruzione e di sicurezza nella regione occidentale di Herat (fase due del Programma NATO).
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Giuseppe Drago.
il 20 aprile 1993 ad Olmo di Creazzo (Vicenza), durante uno scontro a fuoco con i rapinatori di un'agenzia di credito, rimase ucciso l'agente della Polizia di Stato Loris Giazzon e gravemente ferito il collega Maurizio Casarotto;
l'episodio criminale fu attribuito definitivamente in sede processuale alla criminalità organizzata e più precisamente agli episodi operati dalla «mafia del Brenta»;
la vedova inoltrò formale richiesta per i buoni scolastici/borsa di studio a favore della figlia Jessica Giazzon, che oggi ha compiuto i 13 anni e si appresta a frequentare le scuole superiori;
la domanda e la relativa documentazione risulta correttamente inviata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri fin dal 2002;
in una comunicazione del 2003 venne comunicato alla famiglia che l'episodio criminoso non poteva essere iscritto tra gli atti compiuti dalla criminalità organizzata, in evidente contraddizione con gli esiti
a tutt'oggi alla famiglia Giazzon non è stato riconosciuto nulla di quanto concerne la domanda di borsa di studio, diritto riconosciuto dalla legge -:
quale sia lo stato dell'iter della domanda a favore di Jessica Giazzon;
quali siano le azioni concrete che il Governo intende operare al fine di riconoscere alla famiglia Giazzon il giusto riconoscimento per il sacrificio di Loris Giazzon.
(4-14039)
Nelle more dell'approvazione del Regolamento d'attuazione, peraltro, è intervenuta la legge finanziaria n. 388 del 23 dicembre 2000, che ha previsto l'estensione dei benefici della citata legge n. 407 del 1998 ai superstiti delle vittime della criminalità organizzata.
L'articolo 1, comma 2, del d.P.R. 14 marzo 2002, n. 318 (regolamento che ha dato attuazione alla legge n. 407/1998), ampliando l'ambito di applicazione della norma primaria (articolo 7 legge n. 407 del 1998), ha introdotto la possibilità di mettere a concorso borse di studio anche per la frequenza della scuola elementare e secondaria inferiore. La predetta estensione è stata prevista - peraltro solo in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, escludendo invece gli orfani e i figli delle vittime della criminalità organizzata.
Per le ragioni suesposte la domanda presentata dalla vedova dell'agente Giazzon per la figlia Jessica nell'anno 2002, è stata respinta, poiché l'alunna frequentava la scuola media e non era vittima diretta del fatto criminoso.
Successivamente, l'articolo 3 del decreto legge 4 febbraio 2003 (convertito nella legge 2 aprile 2003, n. 56) ha modificato l'articolo 4 della legge n. 407/1998, laddove è stato esteso l'ambito del beneficio delle borse di studio a tutti gli studenti anche figli e orfani, qualsiasi corso di studio questi frequentino, dalle elementari fino all'università.
Considerato inoltre che il suddetto decreto legge è stato emanato in data 4 febbraio 2003, mentre la scadenza delle domande era prevista per il 31 gennaio 2003, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto al Consiglio di Stato un parere sulla possibilità di attribuire anche ai figli ed orfani - e non solo alle vittime dirette - le borse di studio per la frequenza della scuola elementare e media inferiore, attraverso un'interpretazione estensiva delle norme.
Il Consiglio di Stato, con parere n. 4203 del 29 ottobre 2003, ha stabilito che, «più che percorrere la via di un'interpretazione estensiva della nuova norma, l'amministrazione avrebbe potuto provvedere eventualmente ad indire un nuovo pubblico concorso», poiché, a contrario, «si sarebbe alterata la par condicio rispetto agli altri soggetti che - trovandosi nella stessa condizione - si erano astenuti dal presentare domanda di partecipazione».
Nella predisposizione del successivo bando, si è, pertanto, tenuto conto di quanto stabilito dal Consiglio di Stato, essendo stata così data l'opportunità, ai beneficiari della normativa, precedentemente esclusi, di ripresentare la domanda di partecipazione al concorso per l'anno 2001/2002, nuovamente bandito insieme con quello relativo all'anno 2002/2003.
Agli atti del competente Ufficio della Presidenza del Consiglio dei ministri, risultano, infatti, formalmente presentate dalla vedova Giazzon, le domande concernenti le richieste delle borse di studio, riferite agli anni 2001/2002 - 2002/2003 e 2003/2004, relative alla frequenza della scuola elementare e secondaria inferiore approvate favorevolmente dall'apposita Commissione, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e formalmente comunicate al ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, competente ad effettuare la liquidazione.
Il predetto ministero, con decreto ministeriale del 17 marzo 2005, ha autorizzato il pagamento delle borse di studio relative agli anni scolastici 2001-2002 e 2002-2003 e tra queste risulta anche quella della candidata Jessica Giazzon.
Per quanto riguarda l'anno scolastico 2003-2004, il ministero provvederà, quanto prima, alla liquidazione delle borse di studio, essendo pervenute in questi giorni dall'apposita Commissione della Presidenza del Consiglio dei ministri le graduatorie approvate con i relativi dati dei candidati, tra i quali risulta anche Jessica Giazzon.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
in merito alla effrazione di mercoledì 13 luglio 2005 nel deposito munizioni di Ederle (BIBBONA - CECINA) - già oggetto di un precedenteatto ispettivo a firma dell'interrogante - risulta da fonti di stampa non smentite (La Repubblica del 17 luglio 2005) che nel predetto deposito sono state asportate centinaia di munizioni e qualche decina di chili di esplosivo;
la denuncia è arrivata ai carabinieri di Cecina - che avrebbero però ammesso solo un tentato furto - ma è stata inoltrata anche alla Procura militare, ed è da questa denuncia che risulterebbe il trafugamento del materiale esplosivo;
secondo l'interrogante, l'episodio in questione, già di per sé oltremodo allarmante risulta tanto più grave nella situazione di rischio terrorismo a cui il nostro Paese è particolarmente esposto in questo momento, e altrettanto grave appare la reticenza, l'imprecisione e la leggerezza con la quale è stato risposto alla precedente interrogazione della scrivente dove viene espressamente dichiarato che in merito a questo episodio di straordinaria gravità non è stata avviata alcuna inchiesta interna -:
se il Ministro non ritenga urgente e doveroso, tanto più in un frangente così critico per la sicurezza nazionale, aprire immediatamente un'inchiesta sull'accaduto;
quale valutazione esprime in merito alla gravità della circostanza che in un deposito munizioni - dove sono custoditi ordigni ed esplosivi di ogni tipo - si sia potuta verificare una intrusione con asporto di materiale bellico, senza che il personale addetto alla vigilanza ed i sistemi di sicurezza di cui il deposito è dotato lo abbiano rilevato;
se il Ministro non ritenga di dover disporre immediate indagini sullo stato della sicurezza di tutti i depositi munizioni dislocati sul territorio nazionale, accertare nel contempo quali siano i reali compiti svolti e le responsabilità del personale addetto alla vigilanza oltre che dell'organo di controllo investito della direzione dei servizi di vigilanza e guardiania e ripristinare al più presto un livello appropriato di garanzia per tutte queste strutture affinché fatti di tali gravità non abbiano a ripetersi mettendo a rischio l'incolumità della nazione.
(4-16264)
Il presunto tentativo di accedere all'interno della struttura, è fallito presumibilmente per la presenza di due robusti cancelli a protezione del sito.
Al momento, dalle informazioni fornite dalle Autorità competenti, non risulta essere stata avviata alcuna inchiesta interna, poiché non è stato trafugato alcun materiale, mentre sono in corso le indagini da parte dell'Autorità giudiziaria.
In particolare, il servizio di vigilanza presso tale deposito è assicurato da un sinergico e calibrato impiego di misure di protezione passiva, integrata dalla vigilanza continua, nell'arco dell'intera giornata, da parte di guardie particolari giurate, in aderenza alla direttiva sulla «Sicurezza delle installazioni militari».
In tale deposito si è provveduto, comunque, a concentrare il materiale sensibile (munizionamento ed esplosivi) in area, facilmente controllabile dal personale di vigilanza e dal sistema di video-sorveglianza elettronica.
Quanto allo stato di sicurezza delle infrastrutture militari sul territorio nazionale, si può assicurare che il Governo ha messo in atto tutte le misure per fronteggiare l'evolversi di qualsiasi minaccia interna o esterna attuando, a seconda delle situazioni, una serie di provvedimenti a difesa di ogni obiettivo sensibile sull'intero territorio nazionale.
In particolare, all'esterno delle basi la responsabilità della vigilanza e del controllo è di competenza del ministero dell'interno.
Tuttavia, qualora in funzione della situazione, il Consiglio dei ministri, su parere del Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica, ritenga necessario includere le infrastrutture militari tra gli obiettivi sensibili, potranno essere attivate ulteriori misure di vigilanza esterna, impiegando anche personale militare in concorso alle forze di Polizia.
All'interno delle installazioni, invece, sono adottate delle misure preventive che, riflettendo le disposizioni adottate in ambito Nato, sono dichiarate dallo Stato Maggiore della difesa in base ad informazioni e/o valutazioni della minaccia effettuate dagli Organi di sicurezza nazionale o, per situazioni locali, dal comandante dell'installazione.
Tali misure, naturalmente, riguardano sia le installazioni la cui vigilanza è affidata a personale militare, sia quelle in cui la vigilanza risulta al momento affidata a ditte civili.
In conclusione, si può ragionevolmente affermare che la sicurezza delle aree dei depositi, ove è custodito il predetto materiale sensibile, è al momento, adeguatamente garantita dalle misure di protezione in vigore.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
la polizza obbligatoria contro gli infortuni domestici delle casalinghe sta alimentando roventi polemiche sia per il basso numero di iscrizioni sia per la operatività troppo modesta;
muovendo dal numero teorico di circa sei milioni di cittadini interessati all'assicurazione (non solo casalinghe dai 18 ai 65 anni, ma anche pensionati - sempre al di sotto dei 65 anni -, cassaintegrati, disoccupati e studenti che lavorano in casa), soltanto 1.870.000 persone risultano regolarmente iscritte all'Inail;
peraltro, su circa tremila domande inoltrate all'Inal nel corso dell'anno 2001, sono state riconosciute ed erogate soltanto 109 rendite, con una percentuale di poco superiore al tre per cento;
se da una parte occorre riconoscere che il premio annuale è assolutamente modesto (euro 12,91), è peraltro vero che la polizza ammette e riconosce risarcimenti esclusivamente in caso di invalidità permanenti particolarmente gravi;
esclusa ogni forma di risarcimento per inabilità temporanea (quale, ad esempio, la frattura di un arto inferiore), è esclusa ogni forma di risarcimento per invalidità permanenti non gravi (quali, ad esempio, la perdita di un dito della mano);
le rendita può essere riconosciuta ed erogata soltanto in caso di invalidità permanente almeno del 33 per cento (quale, ad esempio, la perdita di tre dita della mano destra);
il sistema di previdenza e di assicurazione deve dunque essere rivisto sotto il duplice profilo di un arrotondamento in aumento del premio, vista la sua attuale indiscutibile modestia, ma anche di una riduzione della percentuale di invalidità necessaria per ottenere la rendita da parte dell'Inail, oltre che della estensione della tutela assicurativa anche ai soggetti anziani ultrasessantacinquenni -:
se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte a prevedere le seguenti modifiche:
a) aumento del premio annuale da euro 12,91 ad euro 15,00;
b) riduzione della percentuale di invalidità permanente necessaria per accogliere la domanda di erogazione della rendita;
c) aumento del limite di età dagli attuali 65 anni a 70 anni.
(4-12885)
Ciò premesso, si fa presente che è attualmente all'esame della Commissione Lavoro della Camera dei deputati un testo unificato, elaborato sulla base dei vari disegni di legge presentati per modificare la normativa in questione.
Tale testo unificato prevede, tra l'altro, l'estensione della copertura assicurativa agli infortuni dai quali sia derivata la morte dell'assicurato e, quindi, il riconoscimento di una rendita ai superstiti, nei termini e nelle modalità stabilite dall'articolo 85, del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124/65; l'aumento del limite di età dagli attuali 65 anni a 70 anni, la riduzione della percentuale di invalidità dal 33 per cento al 26 per cento, l'introduzione di un meccanismo di adeguamento del premio assicurativo al valore della retribuzione annua minima fissata per il calcolo delle rendite ed, infine, la ridefinizione dei criteri stabiliti per l'assunzione a carico dello Stato dell'onere contributivo, innalzando i limiti reddituali personali e familiari vigenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
indubbiamente nell'ambito dello sviluppo dei commerci e degli affari la questione del quadro europeo praticabile della giustizia civile attiene non soltanto al processo di cognizione ma anche al processo esecutivo, e cioè alla fase dell'effettivo recupero dei crediti vantati;
il Consiglio europeo ha lanciato una proposta di regolamento per l'istituzione di un «titolo esecutivo europeo» per i crediti non contestati, per far sì che le decisioni assunte in relazione ai crediti pacificamente riconosciuti in uno Stato membro siano eseguibili all'interno della Comunità europea scavalcando la necessità di avvalersi di procedure intermedie nello Stato membro in cui deve diventare operativa l'esecuzione;
appare chiaro a tutti quale passo in avanti sia quello della istituzione della figura del «titolo esecutivo europeo» nel
a che punto sia la proposta di regolamento, avanzata dal Consiglio d'Europa, per l'istituzione della figura del «titolo esecutivo europeo» per i crediti non contestati, passo essenziale per una concreta cooperazione giudiziaria in materia civile di grande portata pratica ma anche psicologica in quanto favorisce l'accesso alla giustizia anche da parte di coloro che, oggi, ritengono più prudenziale evitare di attivare procedure giudiziali ritenute complesse laddove vi sia la necessità di uscire dai confini nazionali.
(4-13249)
L'obiettivo del regolamento è quello di eliminare qualunque controllo sulle decisioni di un altro Stato membro: questo controllo non dovrà più costituire la conditio sine qua non per l'esecuzione (il che significa sopprimere l'exequatur).
L'applicazione è limitata alle sentenze, agli atti pubblici ed ai verbali di conciliazione giudiziali, relativi a crediti non contestati (la cui nozione è contenuta nell'articolo 3), a condizione che il procedimento si sia conformato a determinati standard minimi (ad esempio relativamente ai sistemi di notificazione, alla esistenza di garanzie processuali per la contestazione del credito, al contenuto degli atti introduttivi che forniscano sufficienti informazioni al debitore). In presenza di tali presupposti il provvedimento potrà essere certificato come titolo esecutivo europeo nello stesso Stato membro di origine in cui è stato emesso e potrà essere eseguito, ove necessario, nel territorio degli altri Stati membri senza che sia necessaria una dichiarazione di esecutività e senza che sia possibile opporsi al suo riconoscimento.
Tale procedura comporta evidenti vantaggi in termini di rapidità e di economicità di esecuzione.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
(4-14160)
Furti nell'anno 2000, denunce: n. 1.432.076, delitti denunciati: da ignoti n. 1.394.751, da noti n. 48.179 per un totale di n. 1.442.930; nell'anno 2001, denunce: n. 1.505.552, delitti denunciati: da ignoti n. 1.458.182, da noti n. 62.572 per un totale di n. 1.520.754; nell'anno 2002, denunce: n. 1.444.442, delitti denunciati: da ignoti n. 1.403.119, da noti n. 56.805 per un totale di n. 1.459.924; nell'anno 2003, denunce: n. 1.361.940, delitti denunciati: da ignoti n. 1.321.783, da noti n. 55.401 per un totale di n. 1.377.184; nell'anno 2004 dati non disponibili.
(Fonte: Tav. 3.1 Annuario statistiche giudiziarie penali).
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) procede, fra le altre iniziative, alla rilevazione delle separazioni personali dei coniugi, offrendo in tal modo dati utilissimi per considerazioni e valutazioni di natura sociologica e politica;
la materia è di grande rilevanza e di grande attualità, in quanto da essa si ricavano deduzioni precise in ordine alla solidità dell'istituto matrimoniale;
la questione dell'affidamento dei figli minori è indubbiamente la più delicata nell'ambito del procedimento di separazione personale dei coniugi;
mentre sembra crescere, pur se lentamente, la cultura dell'affidamento congiunto, è invece interessante conoscere i dati globali dell'affidamento così come derivano sia dalle separazioni in forma consensuale sia dalle separazioni giudiziali -:
quale sia nel corso dell'ultimo quinquennio, ed in presenza di separazioni con figli minori (non importa se consensuali o giudiziali), la percentuale dell'affidamento esclusivo alla madre e quale la percentuale dell'affidamento esclusivo al padre, nonché quale sia la percentuale di affidamenti congiunti.
(4-14494)
lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio rappresentano una spia evidentissima della crisi profonda che, nella società moderna, sembra stia attraversando la vita della coppia che ha inteso regolarizzare la vita in comune;
i dati statistici consentono di comprendere in modo agevole e documentato le evoluzioni del costume e di verificare la rispondenza della nostra legislazione alle nuove esigenze così come appaiono manifestarsi dai comportamenti dei cittadini che hanno contratto matrimonio;
in tema di scioglimento e di cessazione degli effetti civili del matrimonio è certamente importante stabilire anche quali siano le condizioni personali dei coniugi che propongono le azioni innanzi al Tribunale ordinario per cercare di capire quali siano i livelli di scolarità dei soggetti che decidono di ottenere la sentenza di scioglimento e di cessazione degli effetti civili del matrimonio -:
quali siano, secondo i dati dell'ultimo triennio relativi ai procedimenti di scioglimento e di cessazione degli effetti civili del matrimonio, le percentuali di soggetti laureati che hanno promosso l'azione, titolari di diploma universitario o laurea breve, titolare di diploma di scuola media superiore, titolari di licenza di scuola media inferiore e titolari di licenza elementare ovvero privi di alcun titolo di studio.
(4-14497)
I suddetti dati, pubblicati anche negli Annuari delle statistiche giudiziarie, non sono tuttavia rilevati dalla Direzione generale di statistica di questo Ministero.
Titolo di studio del marito: laurea o dottorato di ricerca:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 2.104; diploma universitario o laurea breve: 213; licenza di scuola media superiore: 1.601; licenza di scuola media inferiore: 269; licenza elementare o priva di titolo di studio: 27; totale: 4.214;
Titolo di studio del marito: diploma universitario o laurea breve:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 92; diploma universitario o laurea breve: 195; licenza di scuola media superiore: 295; licenza di scuola media inferiore: 48; licenza elementare o priva di titolo di studio: 2; totale: 632;
Titolo di studio del marito: diploma di scuola media superiore:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 1.138; diploma universitario
Titolo di studio del marito: diploma di scuola media inferiore:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 246; diploma universitario o laurea breve: 90; licenza di scuola media superiore: 4.519; licenza di scuola media inferiore: 11.891; licenza elementare o priva di titolo di studio: 933; totale: 17.679;
Titolo di studio del marito: licenza elementare o privo di titolo di studio:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 31; diploma universitario o laurea breve: 8; licenza di scuola media superiore: 399; licenza di scuola media inferiore: 1.396; licenza elementare o priva di titolo di studio: 1.654; totale: 3.488;
Totale: Titolo di studio del marito: laurea o dottorato di ricerca; diploma universitario o laurea breve; diploma di scuola media superiore; diploma di scuola media inferiore; licenza elementare o privo di titolo di studio; licenza elementare o privo di titolo di studio;
Titolo di studio della moglie: laurea o dottorato di ricerca: 3.611; diploma universitario o laurea breve: 723; licenza di scuola media superiore: 17.638; licenza di scuola media inferiore: 16.999; licenza elementare o priva di titolo di studio: 2.864;
per un totale generale di 41.835.
Titolo di studio del marito: laurea o dottorato di ricerca:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 2.332; diploma universitario o laurea breve: 217; licenza di scuola media superiore: 1.715; licenza di scuola media inferiore: 288; licenza elementare o priva di titolo di studio: 24; totale: 4.576;
Titolo di studio del marito: diploma universitario o laurea breve:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 100; diploma universitario o laurea breve: 236; licenza di scuola media superiore: 290; licenza di scuola media inferiore: 47; licenza elementare o priva di titolo di studio: 1; totale: 674;
Titolo di studio del marito: diploma di scuola media superiore:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 1.281; diploma universitario o laurea breve: 264; licenza di scuola media superiore: 11.518; licenza di scuola media inferiore: 3.627; licenza elementare o priva di titolo di studio: 231; totale: 16.921;
Titolo di studio del marito: diploma di scuola media inferiore:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 344; diploma universitario o laurea breve: 98; licenza di scuola media superiore: 4.895; licenza di scuola media inferiore: 12.293; licenza elementare o priva di titolo di studio: 940; totale: 18.570;
Titolo di studio del marito: licenza elementare o privo di titolo di studio:
Titolo di studio della moglie: Laurea o dottorato di ricerca: 52; diploma universitario o laurea breve: 9; licenza di scuola media superiore: 362; licenza di scuola media inferiore: 1.206; licenza elementare o priva di titolo di studio: 1.486; totale: 3.115;
Totale: Titolo di studio del marito: laurea o dottorato di ricerca; diploma universitario o laurea breve; diploma di scuola media superiore; diploma di scuola media inferiore; licenza elementare o privo di titolo di studio; licenza elementare o privo di titolo di studio
Titolo di studio della moglie: laurea o dottorato di ricerca: 4.109; diploma universitario o laurea breve: 824; licenza di scuola media superiore: 18.780; licenza di scuola media inferiore: 17.461; licenza elementare o priva di titolo di studio: 2.682;
per un totale generale di 43.856.
1999: affidamento: al padre: 2.226 (pari al 4,7 per cento); alla madre: 43.373 (pari al 90,9 per cento); congiunto e/o alternato: 1.888 (pari al 4 per cento); a terzi: 218 (pari allo 0,5 per cento); totale: 47.705;
2000: affidamento: al padre: 2.372 (pari al 4,6 per cento); alla madre: 44.421 (pari all'86,7 per cento); congiunto e/o alternato: 4.113 (pari all'8 per cento); a terzi: 323 (pari allo 0,6 per cento); totale: 51.229;
2001: affidamento: al padre: 2.593 (pari al 4,5 per cento); alla madre: 48.966 (pari all'85,6 per cento); congiunto e/o alternato: 5.402 (pari al 9,4 per cento); a terzi: 254 (pari allo 0,4 per cento); totale: 57.215;
2002: affidamento: al padre: 2.426 (pari al 4,1 per cento); alla madre: 50.504 (pari all'84,9 per cento); congiunto e/o alternato: 6.238 (pari al 10,5 per cento); a terzi: 312 (pari allo 0,5 per cento); totale: 59.480;
2003: affidamento: al padre: 2.338 (pari al 3,8 per cento); alla madre: 52.060 (pari all'83,9 per cento); congiunto e/o alternato: 7.400 (pari all'11,9 per cento); a terzi: 252 (pari allo 0,4 per cento); totale: 62.050;
1999: affidamento: al padre: 997 (pari al 6,5 per cento); alla madre: 13.872 (pari al 90,4 per cento); congiunto e/o alternato: 365 (pari al 2,4 per cento); a terzi: 108 (pari allo 0,7 per cento); totale: 15.342;
2000: affidamento: al padre: 1.148 (pari al 6,6 per cento); alla madre: 14.907 (pari all'86 per cento); congiunto e/o alternato: 1.181 (pari al 6,8 per cento); a terzi: 98 (pari allo 0,6 per cento); totale: 17.334;
2001: affidamento: al padre: 1.189 (pari al 6,4 per cento); alla madre: 15.290 (pari all'82,7 per cento); congiunto e/o alternato: 1.889 (pari al 10,2 per cento); a terzi: 122 (pari allo 0,7 per cento); totale: 18.490;
2002: affidamento: al padre: 1.254 (pari al 6,5 per cento); alla madre: 16.254 (pari all'84 per cento); congiunto e/o alternato: 1.699 (pari all'8,8 per cento); a terzi: 149 (pari allo 0,8 per cento); totale: 19.356;
2003: affidamento: al padre: 1.176 (pari al 5,7 per cento); alla madre: 17.280 (pari all'83,8 per cento); congiunto e/o alternato: 2.014 (pari al 9,8 per cento); a terzi: 157 (pari allo 0,8 per cento); totale: 20.627.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
presso il carcere bolognese della Dozza si sono verificati casi acclarati di TBC;
la vicenda ha inizio in data 8 luglio 2004, quando una giovane detenuta viene ricoverata perché positiva al bacillo tubercolotico;
la giovane in questione già da mesi prima del ricovero presentava sintomi della malattia la cui diagnosi sarebbe stata effettuata tardivamente in modo da non consentire un'adeguata profilassi e prevenzione per il personale e per i detenuti;
né i detenuti né il personale sarebbero stati tempestivamente informati del diagnosticarsi di casi di Tbc;
solo dopo il ricovero della prima detenuta, e precisamente solo il 19 luglio 2004, sarebbe stato somministrato ad operatori e detenuti il test della Mantoux -:
se quanto riferito in premessa corrisponda al vero e comunque come intenda intervenire:
a) per garantire una adeguata tutela dei detenuti e degli operatori;
b) per consentire una informazione corretta, tempestiva, efficace ed adeguata alla gravità della materia in oggetto;
c) per mettere in atto tutti gli interventi di prevenzione e profilassi necessari.
(4-11341)
Giunta per la prima volta nella casa circondariale di Bologna il 27 febbraio 2004 dal Carcere San Vittore di Milano, dopo alterni periodi di detenzione a Milano e a Bologna, è stata assegnata permanentemente dal 12 giugno 2004 all'Istituto bolognese.
Già il 4 giugno 2004 in seguito a tosse stizzosa persistente, in assenza di «obbiettività polmonare», era stata richiesta radiografia del torace, non eseguita perché la detenuta in oggetto era stata temporaneamente trasferita presso il carcere di Milano. Al rientro da Milano, in data 15 giugno 2004 ha eseguito rx torace che ha evidenziato un addensamento interstiziale non suggestivo di malattia tubercolare.
È stata intrapresa una terapia con antibiotici e cortisonici. In un successivo controllo radiologico del 25 giugno 2004 non erano evidenziati miglioramenti di quanto segnalato in precedenza e veniva, pertanto, richiesta visita pneumotisiologica. Poiché i tempi di tale visita erano piuttosto lunghi, il 7 luglio 2004 veniva contattato telefonicamente il reparto di pneumotisiologia dell'ospedale Bellaria, che fissava una visita per l'indomani 8 luglio 2004.
In tale occasione con l'ausilio di broncoscopia ed altri esami laboratoristici, non eseguibili in Istituto, è stata diagnosticata TBC polmonare. Ricoverata presso lo stesso reparto, vi è rimasta fino al 30 luglio 2004.
Si fa presente che la stessa paziente nel luglio 2003 era stata sottoposta ad intradermoreazione alla mantuox con esito negativo.
La Direzione della Casa Circondariale di Bologna ha informato tempestivamente l'Ufficio di Igiene competente ed ha concordato con il responsabile dell'Unità Operativa, Presidio di Pneumotisiologia, il controllo profilattico antitubercolare a cui si sono sottoposte tutte le detenute e solo il 48 per cento degli agenti di Polizia penitenziaria, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte del personale medico.
Peraltro, dal mese di settembre 2004 presso il citato istituto, al fine di monitorare costantemente il fenomeno, è stata creata una struttura chiamata «Polo di Accoglienza», nella quale tutti i detenuti nuovi giunti vengono sottoposti a screening TBC e altri accertamenti ematoclinici.
Più in generale, si rappresenta che presso la Casa Circondariale di Bologna, istituto penitenziario di secondo livello, è attivo un servizio sanitario penitenziario strutturato per garantire l'assistenza sanitaria per l'intero arco delle ventiquattro ore.
In tema di TBC il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, in considerazione del possibile nuovo diffondersi di tale patologia, ha provveduto fin dal 1996 ad emanare specifiche disposizioni.
Precisamente, con circolare n. 3437/5887 sono state indicate delle modalità d'intervento per la gestione del fenomeno TBC negli Istituti Penitenziari.
Tale intervento si traduce essenzialmente in:
informare i detenuti, al momento del proprio ingresso in istituto sulle misure di profilassi da adottare;
somministrazione volontaria del test cutaneo secondo Mantoux.
Si precisa inoltre che, a norma dell'articolo 8 comma 1 del decreto legislativo 230 del 1999, la prevenzione è prerogativa del Servizio sanitario nazionale e da questo deve essere esercitata non solo attraverso la funzione di sorveglianza e di ispezione igienico-sanitaria nei penitenziari (articolo 11
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
Pasquariello Pasqualina, nata ad Arpaise (Benevento) l'8 luglio 1946 e residente in Alseno (Piacenza), via Cesare Battisti 9, ha presentato richiesta di accredito nell'ottobre del 2003 dei periodi contributivi, peraltro già contenuti in un estratto conto Inps degli anni '80, per i quali possiede copia dei versamenti effettuati -:
se e quali iniziative intenda assumere presso i competenti uffici Inps affinché la richiesta presentata dalla Signora Pasquariello Pasqualina sia celermente evasa.
(4-13437)
La sede INPS di Piacenza ha provveduto alla rettifica dell'estratto contributivo della sig.ra Pasqualina Pasquariello e copia dell'estratto aggiornato è già stato inviato all'interessata.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
nel maggio del 1992 fu espletato un concorso per 275 uditori giudiziari;
l'avvocato Pier Paolo Berardi di Asti che all'epoca fu uno dei partecipanti al concorso, ritenendo lesi i suoi diritti fece ricorso contro la determinazione della Commissione giudicatrice chiedendo l'annullamento delle prove perché viziate da incredibili irregolarità;
nonostante tali irregolarità risultassero particolarmente gravi e documentate si è dovuto attendere quasi un decennio perché la vicenda approdasse al Consiglio di Stato -:
se non ritenga di dover avviare un'inchiesta ministeriale per accertare tutte le responsabilità in ordine a questa sconcertante vicenda;
se, data la gravità dei fatti denunciati, non ritenga opportuno estendere l'inchiesta al modo in cui vengono organizzati i concorsi al fine anche di accertare se episodi simili si siano verificati in precedenza.
(4-10984)
A seguito di ciò, in relazione alla scomparsa dei fascicoli è stata disposta un'inchiesta affidata all'Ispettorato generale.
L'Ispettore Capo generale, nella relazione finale, concluse osservando che non esistevano indicazioni che sostenevano l'ipotesi di attività dolose dirette alla sottrazione dei fascicoli.
In ogni caso, esposti e denunce pervenuti all'Ufficio del Gabinetto del Ministro ed all'Ispettorato Generale sono state inoltrate alle Procure della Repubblica di Roma e Perugia per l'accertamento degli eventuali profili penali connessi ai fatti.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
dalla stampa locale si apprende che il palazzo sito in Via Mameli a Pesaro, di
il palazzo attualmente ospita l'ex catasto, l'Agenzia delle Entrate, l'Ufficio del Tesoro, l'Archivio di Stato e gli Uffici Inpdap;
la società acquirente si è aggiudicata l'asta pagando poco meno di 5 milioni di euro: in pratica circa 400 euro/mq;
il prezzo di vendita risulta essere nettamente inferiore a qualunque valutazione di mercato -:
se sia a conoscenza di tale situazione;
se altri Enti Pubblici siano stati interessati all'acquisto e se questi potevano vantare il diritto di prelazione;
se ritenga che tale procedura sia corretta.
(4-08884)
L'immobile sito in Pesaro, Via Mameli n. 9, è un complesso immobiliare destinato sin dall'origine ad ospitare uffici pubblici ed attualmente è in parte occupato dall'ex Catasto, dall'Agenzia delle Entrate, dalla ex Direzione del Tesoro e dall'Archivio di Stato.
A seguito della pubblicazione del decreto legislativo n. 104 del 1996, l'INPDAP ha inserito l'immobile di che trattasi tra quelli facenti parte del Piano Straordinario di Cessione, curandone direttamente i tentativi di vendita, sulla base delle indicazioni dell'Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli Enti Previdenziali, mediante procedure competitive improntate all'evidenza pubblica che venivano istruite dal Consorzio G6, organismo prescelto a questo scopo dal surrichiamato Osservatorio.
Le singole aste, che hanno interessato il palazzo di Pesaro fino al 1999, si sono svolte senza alcun esito.
Con l'emanazione decreto-legge n. 35 del 2001, convertito in legge n. 410 del 2001, tutti gli immobili già facenti parte del piano straordinario di cessione e ancora non aggiudicati nelle aste precedenti, tra cui l'immobile di Pesaro, sono stati inseriti nella prima operazione di cartolarizzazione; la loro proprietà è stata trasferita alla società-veicolo SCIP s.r.l., mentre la gestione della vendita mediante asta pubblica veniva sempre assicurata dal Consorzio G6, con il quale la SCIP s.r.l., neo proprietaria degli immobili, ha sottoscritto un nuovo contratto di gestione in data 27 novembre 2002.
Successivamente alla data del trasferimento alla SCIP s.r.l. degli immobili facenti parte del Programma straordinario di cessione, l'immobile in argomento è stato posto in vendita con le aste sottoindicate, andate tutte deserte:
a) 23 aprile 2002, lotto singolo;
b) 8 ottobre 2002, lotto singolo;
c) 28 novembre 2002, lotto aggregato;
d) 21 gennaio 2003, lotto aggregato;
e) 25 febbraio 2003, lotto aggregato.
Il lotto n. 1, nel quale era inserito l'immobile di Pesaro, è stato invece alienato seguendo la disciplina di cui al decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 18 luglio 2003, dettante regole diverse per lo svolgimento delle aste pubbliche commerciali.
Sulla base delle nuove disposizioni, in caso di terzo turno d'asta, il Consorzio G6 può mettere in vendita gli immobili residui senza la fissazione di un prezzo determinato
Qualora l'offerta sia ritenuta incongrua, la predetta Società è tenuta a darne comunicazione al notaio incaricato entro i 7 giorni successivi all'aggiudicazione provvisoria.
In alternativa a quanto esposto, sempre ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del richiamato decreto ministeriale, il Consorzio G6 può provvedere a suddividere gli immobili rimasti invenduti in diversi lotti comprensivi di uno o più immobili.
La composizione dei lotti stessi, la strategia di vendita, inclusa la connessa determinazione di un eventuale prezzo a base d'asta, e la necessaria documentazione di supporto, sono sottoposti alla preventiva approvazione della società Patrimonio dello Stato.
Pertanto, il Consorzio G6, per gli immobili rimasti invenduti e già ricompresi nel lotto aggregato n. 1, ha operato secondo procedure contemplate dal comma 2 dell'articolo 1 del menzionato decreto ministeriale, provvedendo a suddividerli in cinque lotti più piccoli comprensivi di uno o più immobili, e sottoponendo la composizione dei lotti e la strategia di vendita alla preventiva approvazione della società Patrimonio dello Stato s.p.a.
Il lotto aggregato n. 1 che comprendeva l'immobile in Pesaro, Via Mameli n. 9, è stato venduto con asta pubblica il cui avviso è stato pubblicato nei quotidiani nazionali il 30 ottobre 2003, ed aggiudicato all'asta del 1o dicembre 2003.
Dalla documentazione in possesso del citato Consorzio G6, secondo quanto riferito dallo stesso, non risulterebbero essere intervenute richieste di acquisto dell'immobile in questione da parte di enti pubblici.
In ogni caso, il medesimo Consorzio G6 ha specificato che la normativa vigente prevede, quale unica modalità per l'acquisto degli immobili inseriti nel P.S.C., la partecipazione alle aste secondo le disposizioni stabilite negli avvisi d'asta e nei relativi disciplinari.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, un ex «operatore tecnico impiantista elettricista» dell'Ospedale Molinette di Torino, in pensione dal 2003, sarebbe affetto da asbestosi, malattia polmonare inequivocabilmente legata all'esposizione dell'amianto;
secondo i primi accertamenti della Medicina del Lavoro, la causa della malattia potrebbe essere la presenza di amianto all'Ospedale Molinette;
la Medicina del Lavoro avrebbe sottoposto a controlli periodici i lavoratori di questo Ospedale - proprio a causa della presenza di amianto - che, fino a pochi giorni fa, avevano dato sempre esiti negativi -:
se, quanto riportato in premessa, corrisponda al vero;
quali urgenti provvedimenti si intendano adottare al fine di bonificare, completamente, nel più breve tempo possibile, l'Ospedale Molinette di Torino;
quali altri ospedali nella regione Piemonte necessitano di bonifiche dall'amianto;
se non si intendano prendere provvedimenti urgenti al fine di bonificare le altre strutture sanitarie presenti nel Piemonte.
(4-12544)
L'attuale normativa, nazionale ed europea, prevede che il massimo livello ammesso,
Una concentrazione ambientale, superiore alle 0,2 ff/cc (200 fibre/litro) in un ambiente ospedaliero, in cui la dispersione delle fibre potrebbe essere causata unicamente dalla presenza di manufatti contenenti amianto, e che si prolunghi per più anni (un decennio) appare un'eventua1ità poco plausibile.
Si precisa che, con la circo1are del ministero della sanità 10 luglio 1985, n. 45, erano già state previste la localizzazione e la rimozione dei materiali, contenenti amianto, presenti negli edifici ospedalieri.
Relativamente al quesito sui provvedimenti previsti per la bonifica dall'amianto nelle strutture sanitarie presenti in Piemonte, il ministero della salute non dispone di alcun elemento conoscitivo, in quanto, in base alla vigente normativa e, in particolare, ai sensi della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, «Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione», la competenza istituzionale in materia appartiene alla regione.
L'Istituto superiore di sanità, peraltro, sulla base dei numerosi studi svolti dal Dipartimento di ambiente e prevenzione primaria in materia di rischio amianto, conferma la plausibilità dell'esposizione a fibre, per «impiantisti elettricisti» che abbiano operato in ambienti coibentati con amianto.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
l'industria tessile italiana attraversa una fase di gravissima crisi dovuta, in massima parte, alla concorrenza dei paesi asiatici;
molte aziende sono costrette a ridurre la manodopera occupata a causa dell'evidente crollo degli ordinativi;
il comparto è in attesa dell'approvazione di un contributo di sei milioni di euro finalizzato alla copertura della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori delle piccole imprese tessili;
i prezzi di vendita dei nuovi paesi produttori dell'area orientale godono dei vantaggi relativi al basso costo della manodopera oltre che all'inesistenza delle onerose normative ambientali e di tutela dei lavoratori vigenti nei paesi industrializzati;
la merce prodotta nei paesi orientali viene spesso importata illegalmente in Italia e viene con dannosa frequenza, in buona parte venduta abusivamente nel nostro mercato interno -:
quali iniziative siano allo studio al fine di tutelare la merce prodotta dalle aziende italiane nel rispetto della normativa vigente;
quali misure finalizzate al controllo della liceità della filiera di provenienza della merce prodotta nei paesi orientali e venduta nel mercato italiano siano allo studio;
quali misure si intendano adottare per reperire i fondi atti alla copertura della cassa integrazione straordinaria attesa dai lavoratori delle piccole e delle medie aziende del settore tessile.
(4-11067)
In questa situazione la preoccupazione del Governo si è rivolta, da un lato, ad
Per dare tutela alla produzione italiana sono stati posti in essere specifici interventi sia con il collegato alla finanziaria 2002, sia con la legge finanziaria 2004. Quest'ultima oltre ad inserire alcune misure finalizzate alla lotta alla contraffazione dedica alcune previsioni (articolo 4 commi 49, 51, 61, 76, 74) al tema del «made in Italy», in primo luogo, estendendo l'applicazione dell'articolo 517 codice penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) alle attività di importazione ed esportazione.
Più in sintesi gli strumenti che si sono posti in essere sono i seguenti: monitoraggio delle importazioni al fine di verificare la corretta utilizzazione dei prodotti importati in riferimento alle loro caratteristiche strutturali; istituzione degli uffici di assistenza legale all'estero (articolo 4, comma 74, L.F.). È prevista l'istituzione di uffici di consulenza per la salvaguardia di un marchio a tutela delle merci prodotte sul territorio italiano e della loro indicazione di origine, nonché per l'assistenza legale alle imprese nella registrazione di marchi e brevetti); istituzione del marchio a tutela della qualità dei prodotti italiani e di indicazione di origine dei prodotti; per il sistema tessile (articolo 4, commi 54-55) è stata avviata una procedura di riconoscimento delle merci contraffatte (progetto Falstaff) mediante la quale le aziende potranno segnalare all'Agenzia delle Dogane i propri prodotti originali che riceveranno un codice di identificazione riconosciuto presso tutte le dogane Unione europea.
A queste misure si aggiungono le disposizioni introdotte dalla legge 14 maggio 2005, n. 80 di conversione del decreto-legge 14 marzo 2005 n. 35 recante «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale». In particolare, tale legge ha istituito la figura dell'Alto Commissario per la lotta alla contraffazione, con compiti di coordinamento delle attività di sorveglianza in materia di violazione dei diritti di proprietà industriale ed intellettuale nonché di monitoraggio sulle attività di prevenzione e repressione dei fenomeni di contraffazione. Inoltre, la citata legge ha introdotto l'applicazione della «sanzione amministrativa» al comportamento del consumatore nei confronti di quello che viene definito «falso grossolano».
Sul piano internazionale la pressione del governo italiano nei confronti di quello dell'Unione europea, per attuare tutti gli strumenti, anche in ambito WTO, è costante. Nel ventaglio di possibilità consistenti nell'adozione delle misure antidumping, della clausola di salvaguardia, delle misure di reciprocità, dell'abbattimento delle condizioni paratariffarie, nulla è stato sottratto alla sensibilizzazione degli organismi comunitari.
È nota l'eccezionale pressione che il Governo italiano unitamente a quelli di altri partners comunitari sta effettuando nei confronti della Commissione Unione europea per ottenere subito, e non al termine di un anno di monitoraggio, la clausola di salvaguardia nei confronti della Cina per i prodotti del TAC.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
si sta procedendo ai lavori di ristrutturazione dell'edificio ex scuola «Mazzini» di Ancona destinato a sede degli uffici giudiziari minorili;
i lavori sono cominciati in forza del contratto di appalto n. 5718 del 18 agosto 2000 e dovevano essere ultimati entro il 10 dicembre 2001;
con atto aggiuntivo n. 5832 di rep. del 10 novembre 2001 approvato dal Ministero della giustizia con Decreto Ministeriale n. 26735 del 13 settembre 2002 è stata deliberata una proroga di 320 giorni;
con atto aggiuntivo n. 5892 di rep. del 22 ottobre 2002 è stata deliberata una ulteriore proroga di 60 giorni;
sono intervenute nel corso dei lavori tre sospensioni una dal 16 novembre 2001 al 21 gennaio 2002 di 66 giorni, una seconda dal 20 giugno 2002 al 2 ottobre 2002 di 104 giorni ed infine un'ultima dal 4 aprile 2003 al 17 novembre 2003 di 227 giorni;
l'ultimazione dei lavori, a seguito di proroghe e sospensioni sarebbe avvenuta il 26 gennaio 2004;
sarebbero ancora in corso i lavori per il lotto «A» destinato alla procura, la data prevista per la consegna sarebbe per la fine del 2005;
sono stati completati e consegnati i lavori dei corpi B (Tribunale) e C (Centro Prima accoglienza);
già subito dopo la consegna si sono manifestati seri problemi in entrambi i corpi: umidità nelle pareti risalente per capillarità dal basso e dalle facciate, impianti incompleti o sbagliati o non funzionanti, probabile annidamento di ratti, eccessiva rumorosità degli impianti di aria condizionata e riscaldamento, infiltrazioni di acque piovane dal tetto, blackout dell'impianto elettrico, problemi derivanti, con ogni probabilità, oltre che da carenze di esecuzione e di materiali da errori di progettazione;
non sono da escludere vizi occulti dell'edificio al momento dell'acquisto dal comune di Ancona, con particolare riguardo a problemi statici, di fondamenta e di cattiva manutenzione ordinaria e straordinaria pregressa;
nel frattempo l'amministrazione continua a sopportare i costi della sede precaria della procura il cui costo di locazione è di oltre 2.500 euro mensili, mentre la polizia giudiziaria è in parte ospitata in un'ala del fabbricato in ristrutturazione, con conseguente inadeguatezza degli spazi -:
quali iniziative si intendano assumere per sollecitare il completamento delle opere considerato che i lavoratori continuano ad operare con eccezionale abnegazione in condizioni difficilissime sul piano logistico e della abitabilità dei locali;
se non ritenga necessario procedere all'accertamento riguardo il comportamento della ditta appaltatrice in riferimento alle modalità di esecuzione, ai materiali impiegati, ai tempi lunghi e ai subappalti non autorizzati.
(4-13669)
Pertanto, nel caso specifico dei lavori degli uffici giudiziari e servizi minorili di Ancona, il sopra citato ufficio decentrato (S.I.I.T.) è senz'altro il soggetto in grado di fornire le risposte più accurate ad alcuni dei quesiti posti, mentre si ravvisa nel Ministero dell'economia (ufficio del territorio di Ancona) la struttura più idonea a illustrare gli aspetti relativi alla valutazione e all'acquisizione del bene.
Tanto premesso, si rappresenta che in data 30 giugno 1999 il suddetto ufficio del territorio prendeva in consegna l'immobile denominato «ex scuola Mazzini», divenuto perciò proprietà demaniale, con contestuale consegna al dipartimento per la giustizia minorile, il quale prendeva atto dell'assenza di irregolarità e tanto meno di vizi occulti dell'immobile stesso, come da relazione di stima.
Si provvedeva, pertanto, a stipulare una convenzione con il Provveditorato alle opere pubbliche, ora denominato Servizi integrati infrastrutture e trasporti, ai sensi
Il Servizi integrati infrastrutture e trasporti acquisiva in tal modo l'esclusiva competenza ai fini dell'espletamento della gara di appalto, le varianti e il rapporto con la ditta vincitrice della gara.
Con contratto di appalto n. 5718 di repertorio del 18 agosto 2000 per un importo pari a euro 2.194.519,00 il Servizi integrati infrastrutture e trasporti provvedeva alla consegna dei lavori sotto riserva ex articoli 337 e 338 legge n. 2248/1865 in data 20 aprile 2000.
Al fine di dare una certa continuità all'esecuzione dei lavori, questa Amministrazione, a suo tempo, ha dovuto prendere in locazione un immobile ove poter collocare gli uffici della Procura, liberando in tal modo una porzione del fabbricato oggetto degli interventi.
A seguito dei lavori venivano consegnati i corpi di fabbrica (C) - sede del centro di prima accoglienza (C.P.A.) - in data 16 novembre 2001, di cui al verbale di collaudo del 27 novembre dello stesso anno con certificazione del Servizi integrati infrastrutture e trasporti che accertava l'avvenuta esecuzione delle opere a regola d'arte, ed il corpo (B) - sede del tribunale - seppur provvisoria e parziale, in data 4 aprile 2003.
A distanza di circa un anno il Dipartimento per la giustizia minorile, a seguito di segnalazioni da parte della direzione del Centro di prima accoglienza, nonché del Presidente del tribunale e della direzione del centro di Bologna circa evidenti formazioni di macchie di umidità alle pareti con conseguente distacco di intonaci e pitturazioni, formazioni di muffa, oltre a vari e ulteriori inconvenienti ai servizi igienici, alle porte, ai pavimenti e ai battiscopa, avvertì il Servizi integrati infrastrutture e trasporti sulla necessità di intervenire sui problemi segnalati.
Per quanto concerne inoltre il problema delle infiltrazioni il suddetto Dipartimento per la giustizia minorile ha approvato recentemente lavori di massima urgenza per la impermeabilizzazione dei tetti (non previsti nel programma iniziale del 2000), garantendo l'ulteriore finanziamento non appena le risorse finanziarie saranno rese disponibili nel proprio bilancio.
In data 12 aprile 2005 il citato Dipartimento ha sostenuto altre spese per venire incontro alle esigenze della Procura, sottoscrivendo con l'Agenzia del Demanio il verbale di consegna di un appartamento da locare, sito in corso Mazzini 14, con contestuale firma di contratto di affitto, per la Polizia giudiziaria a servizio del citato ufficio giudiziario.
In vista di eventuali successive iniziative che dovessero rendersi necessarie per il definitivo completamento delle opere di ristrutturazione, il Dipartimento per la giustizia minorile, di concerto con la Direzione del centro di Bologna, competente per territorio, ed il Servizi integrati infrastrutture e trasporti di Ancona, sta costantemente monitorando le opere poste in essere, anche per cercare di assecondare le numerose richieste di variazione che pervengono dagli uffici giudiziari.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
molte aziende italiane operano scelte di delocalizzazione, procedendo alla chiusura di intere sedi e/o reparti, per trasferire la produzione all'estero, dove la manodeopera costa meno e vigono disposizioni fiscali più favorevoli;
dette scelte provocano conseguenze spesso drammatiche, in termini di disoccupazione e squilibri zonali -:
se non ritengano di adottare iniziative normative volte a scoraggiare il sopra descritto fenomeno di delocalizzazione, in particolare escludendo da qualsiasi beneficio
(4-13077)
Al fine di contrastare il fenomeno della delocalizzazione delle imprese italiane all'estero, il Governo è intervenuto attraverso la legge n. 80 del 14 maggio 2005, di conversione del decreto-legge n. 35 del 14 marzo 2005, recante «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale».
Infatti, all'articolo 1, comma 12, del capo I della suddetta legge, è stato espressamente previsto che non si applicano i benefici e le agevolazioni della legge 24 aprile 1990, n. 100, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 143 e della legge 12 dicembre 2002, n. 273, ai progetti di imprese che, investendo all'estero, non prevedano il mantenimento sul territorio nazionale delle attività di ricerca, sviluppo, direzione commerciale, nonché di una parte sostanziale delle attività produttive.
Allo stesso tempo, con la finalità di favorire la realizzazione di nuovi investimenti ed il rientro in Italia delle imprese italiane che hanno trasferito la propria attività all'estero, già con l'articolo 1, comma 13, del citato decreto-legge n. 35/2005, si è introdotto per tali imprese la possibilità di accedere alle agevolazioni ed agli incentivi concessi alle imprese estere, secondo i contratti di localizzazione di cui alle delibere CIPE n. 130/02 del 19 dicembre 2002 e n. 16/03 del 9 maggio 2003.
Infine, per completezza d'informazione, si comunica che le leggi di agevolazioni di cui è competente la direzione generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese, del Ministero delle attività produttive, prevedono contributi ad aziende che svolgono la propria attività nelle zone incentivabili del Paese. Le suddette concessioni prevedono vincoli decennali di destinazione sui quale il Ministero provvede a verificare il rispetto di tutte le prescrizioni a carico della società beneficiaria e, nel caso di mancato rispetto, avvia le procedure di recupero delle agevolazioni.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
(4-14677)
Al riguardo sulla base degli elementi forniti dal dipartimento della ragioneria generale dello Stato - ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti - si fa presente che con legge 15 giugno 2002, n. 112, che ha convertito, con modificazioni, il decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, sono state introdotte nuove norme in materia di liquidazione degli enti soppressi.
In particolare, l'articolo 9, comma 1-bis, lettera C, ha previsto la possibilità di affidare la gestione della liquidazione, nonché del contenzioso degli enti pubblici indicati dalla legge 4 dicembre 1956, n. 1404 ad una società direttamente o indirettamente controllata dallo Stato. A tal fine, con decreto del Ragioniere generale dello Stato del 17 dicembre 2002, è stata individuata la società Fintecna S.p.A. ferma restando comunque
In linea con tale iniziativa, in data 27 settembre 2004, è stata stipulata apposita convenzione con Fintecna e in pari data è stato emanato il relativo decreto di approvazione, registrato dalla Corte dei conti, in data 7 dicembre 2004.
Infine, con la legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) - articolo 1, commi 224, 225 e 226 - sono state apportate modifiche all'articolo 9 della citata legge n. 112, del 2002, attribuendo ulteriori compiti a Fintecna, in ordine alla vendita degli immobili degli enti stessi e alle liquidazioni affidate ai Commissari liquidatori.
Si soggiunge che è in via di definizione un atto aggiuntivo alla convenzione del 27 settembre 2004, il quale indica più dettagliatamente gli obblighi e gli adempimenti della società in ordine alla rendicontazione delle spese rimborsabili ed ai controlli.
Non appena completato l'iter di tale atto aggiuntivo, saranno avviate, da parte dell'Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti, le operazioni di passaggio delle consegne a Fintecna per il subentro della stessa in tutte le attività affidatele.
Alla data del 1o giugno 2005 risultano in essere n. 153 gestioni liquidatorie di enti soppressi, alle quali continua a provvedere l'Iged, ai sensi dell'articolo 9, comma 1-ter della citata legge n. 112 del 2002, e n. 12 gestioni liquidatorie affidate a Commissari liquidatori.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Michele Giuseppe Vietti.
la realizzazione di porti turistici costituirebbe, a parere dell'interrogante, un'ottima opportunità di rilanciare l'economia delle aree depresse del Paese (concentrate soprattutto nel Mezzogiorno) e di creare, conseguentemente, nuovi posti di lavoro -:
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato e quali iniziative ritenga opportuno adottare in merito.
(4-15068)
In tale contesto, quindi, spetta prevalentemente alle regioni assumere le iniziative idonee ad assicurare lo sviluppo delle infrastrutture per la nautica da diporto nell'ambito della normativa di semplificazione delle procedure autorizzatorie per la realizzazione di detti porti entrata in vigore con il decreto del Presidente della Repubblica 2 dicembre 1997 n. 509. Fanno eccezione i pochi casi in cui le regioni non abbiano emanato nuove ed ulteriori disposizioni in materia.
Il modello procedimentale di cui al citato decreto del Presidente della Repubblica 509 è basato sulla valorizzazione dello strumento della Conferenza dei servizi che, com'è noto, consente di rendere molto spedito il procedimento assicurando nel contempo una contestuale più efficace comparazione dei vari interessi coinvolti.
È da segnalare in proposito che tale normativa, applicata dall'amministrazione statale fino al 2002, anno in cui le regioni hanno assunto la nuova competenza, ha consentito di ridare slancio ad iniziative da tempo avviate portandone a conclusione un congruo numero e di far decollare un elevato numero di nuove iniziative poi andate a buon fine in tempi drasticamente ridotti.
A tale riguardo va inoltre rammentato che questa amministrazione, consapevole delle enormi potenzialità del turismo nautico, ha dato un notevole contributo ad una più moderna regolamentazione del settore
A completamento di questi interventi è importante che venga dato nuovo slancio anche agli aspetti infrastrutturali del fenomeno, aspetti che presentano tuttora elementi di criticità, in quanto l'attuale rete di porti ed approdi turistici del nostro Paese risulta ancora incompleta e, soprattutto nel Sud Italia ed in altre zone costiere a più spiccata vocazione turistica, l'offerta dei posti-barca è ben al di sotto della domanda.
Infatti, meno significativo è stato il trend di realizzazione di infrastrutture per il diporto nautico successivo alla data in cui le regioni hanno assunto la competenza in materia. Per motivi non riconducibili quindi all'operato di questa Amministrazione.
Tuttavia, per dare nuovo impulso al settore e fornire una risposta complessiva al problema della carenza di posti-barca assicurando nel contempo una più completa allocazione geografica dei porti turistici, il Governo ha provveduto a costituire un'apposita società, la Società Italia Navigando del gruppo «Sviluppo Italia», la cui missione è quella di favorire la realizzazione di nuove infrastrutture per il diporto nautico al fine di pervenire alla messa a punto di una rete portuale turistica nazionale che risponda alle esigenze dell'utenza nazionale ed estera.
Con tale società il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stipulato in data 10 agosto 2004 apposita convenzione per il perseguimento delle finalità succitate attraverso opportuni programmi operativi di azione e specifiche misure di attuazione.
La funzione della società «Italia Navigando» si sta infatti rivelando di grande utilità per la sua capacità di costituire l'essenziale elemento catalizzatore per la realizzazione dei porti turistici nell'interesse generale del Paese e per far sì che la ricettività delle nostre coste risulti adeguatamente accresciuta proprio allo scopo di dare idonee risposte alla concorrenza degli insediamenti turistici delle coste francesi e croate.
In ultimo, va segnalato che la legge n. 443/2001 (Legge-obiettivo), come modificata dalla legge n. 166/2002, contempla la possibilità di dare attuazione a progetti in materia attraverso l'iter procedimentale ivi previsto qualora l'opera abbia i connotati propri delle opere finanziabili e realizzabili secondo detto modello procedimentale.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
restano aperti, in modo preoccupante, i problemi relativi alla precarietà dei contratti di formazione e lavoro presso l'INAIL;
il Consiglio di Amministrazione dell'INAIL, con ordine del giorno del 26 ottobre 2004, ha evidenziato il tema in modo efficace e condivisibile senza tuttavia ottenere concrete risposte;
nel citato ordine del giorno si afferma quanto segue: «Visto che l'articolo 15, comma 6, del disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2005, ribadisce che le procedure di conversione in rapporti di lavoro a tempo determinato dei contratti di formazione e lavoro - ai sensi della legge n. 350 del 2003, - possono essere effettuate unicamente nel rispetto delle limitazioni e delle modalità previste dalla normativa vigente per l'assunzione di personale a tempo indeterminato ed, al contempo, stabilisce che i rapporti in essere instaurati con il personale interessato alla predetta conversione sono comunque prorogati al 31 dicembre 2005;
la relazione al disegno di legge - Legge finanziaria 2005 - chiarisce che il comma 6 è inteso a consentire alle amministrazioni,
accertato che l'INAIL già sostiene in bilancio il costo degli attuali contratti, e che il maggior onere è rappresentato solo dal differenziale contributivo per la trasformazione degli stessi a tempo indeterminato;
con parere n. 193 del 2004, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha rappresentato che la stipulazione del contratto di formazione e lavoro è finalizzata al mantenimento in servizio dei lavoratori dopo lo svolgimento del periodo formativo, in considerazione della sua precipua funzione, che ne rappresenta allo stesso tempo l'utilità; tenuto conto, inoltre, che - come peraltro chiarito dal Dipartimento della Funzione Pubblica nel citato parere n. 193 del 2004 - nel momento in cui si procede alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non sussista l'obbligo per la pubblica amministrazione di attivare una nuova procedura concorsuale pubblica, poiché tale adempimento deve essere soddisfatto nella fase antecedente, di selezione dei lavoratori da assumere con contratto di formazione e lavoro;
esistono effettive, motivate ed indilazionabili esigenze di servizio derivanti dall'assunzione delle nuove competenze affidate all'Istituto dalla legislazione vigente in materia sanitaria, riabilitativa e di prevenzione;
la conversione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a indeterminato dovrà riguardare la generalità dei destinatari, evitando potenziali disparità di trattamento del suindicato personale;
l'INAIL ha stipulato contratti di lavoro a tempo determinato già prorogati ai sensi dell'articolo 1 del decreto legge 28 maggio 2004, n. 136, convertito dalla legge 27 luglio 2004, n. 186, i cui oneri sono posti a carico dei bilanci dell'Ente;
l'articolo 15, comma 3, del disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2005 -, stabilisce che i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati da varie Amministrazioni ed Enti, tra i quali l'INAIL - già prorogati ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 27 luglio 2004, n. 186 - possono essere prorogati fino al 31 dicembre 2005;
anche per questi lavoratori ormai inseriti nel processo produttivo dell'istituto, il Governo dovrà prevedere iniziative volte alla stabilizzazione del rapporto di lavoro;
ritiene assolutamente indispensabile autorizzare l'INAIL a convertire a tempo indeterminato i contratti di formazione e lavoro ed i contratti a tempo determinato dei lavoratori ex LSU attualmente in essere;
rilevata l'assenza di risposte e soluzioni concrete nel senso indicato -:
quali iniziative il Governo intenda assumere affinché siano trasformati i contratti di formazione e lavoro di cui in premessa in contratti a tempo indeterminato e siano forniti all'Istituto gli strumenti giuridici volti a radicare nei ruoli dell'Ente i dipendenti con rapporto di lavoro ancora a tempo determinato.
(4-13377)
Tali contratti della durata di due anni, così come previsto dalla legge, sarebbero scaduti nel corso del 2003 e del 2004, ma le leggi finanziarie (n. 289/2002 e n. 350/2003), hanno disposto la proroga di tutti i contratti di formazione e lavoro in essere presso le pubbliche amministrazioni, inizialmente
La legge finanziaria per il 2004 (articolo 3, commi da a 53 a 57) ha previsto che le procedure di conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, dei sopra citati contratti di formazione e lavoro, dovessero essere, quindi, effettuate unicamente nel rispetto delle limitazioni e modalità previste nella stessa, previa richiesta alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al dipartimento della funzione pubblica ed al ministero dell'economia e delle finanze.
L'Istituto precisa che, in data 25 marzo 2004, ha richiesto l'autorizzazione per procedere all'assunzione di n. 2 operatori socio sanitari (posizione economica B1), n. 33 infermieri professionali (posizione economica C1), n. 36 funzionari socio-educativi (posizione economica C3), 598 impiegati amministrativi (posizione economica B2).
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 agosto 2004 e con successiva comunicazione, del Dipartimento della funzione pubblica, del 13 settembre 2004, l'Istituto è stato autorizzato ad assumere n. 14 professionisti del concorso a professionista del ramo attuariale, n. 2 operatori socio-sanitari, n. 33 infermieri professionali, n. 36 funzionari socio-educativi ed, infine n. 17 impiegati amministrativi.
Le richieste dell'Inail sono state, pertanto, soddisfatte fatta eccezione per gli impiegati amministrativi, per i quali l'autorizzazione è intervenuta per n. 17 unità sulle iniziali 598 richieste. L'istituto per evitare la costituzione di n. 17 situazioni giuridiche «privilegiate» ha deciso di soprassedere temporaneamente alla predetta parziale trasformazione del rapporto di lavoro.
L'istituto fa presente che il mantenimento del rapporto di lavoro per i 598 dipendenti è stato garantito, sia pure a tempo determinato, dalla legge finanziaria per il 2005 che ha previsto, al comma 21, la proroga dei contratti in essere fino al 31 dicembre 2005.
Infine, secondo le indicazioni fornite dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, con circolare dell'11 aprile 2005, l'Istituto aderendo alla nuova procedura autorizzativa prescritta, ha richiesto in data 31 maggio u.s. la trasformazione a tempo indeterminato di tali rapporti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'Alitalia spa, del mese di aprile 2005, ha ridotto da 11 a 5 i voli sulla tratta Cagliari-Roma e viceversa;
contemporaneamente, risulta all'interrogante che sia stato introdotto un sistema di contingentamento dei posti per la continuità territoriale per i residenti in Sardegna;
le due misure citate provocano gravi disagi per i passeggeri sardi, che vedono messo in discussione il meccanismo della continuità territoriale stabilito dalla legge 194 del 1999;
tutto ciò accade mentre sono in corso di espletamento le procedure per il rinnovo della continuità territoriale, e nonostante i ripetuti impegni del Governo di voler intervenire per garantire il mantenimento delle condizioni di continuità territoriale nelle more dell'espletamento delle nuove procedure -:
se non intenda intervenire presso la società Alitalia, per evitare un peggioramento delle condizioni di trasporto aereo, che provoca gravi disagi e danni per i residenti in Sardegna.
(4-13832)
I collegamenti operati dalle compagnie per la stagione estiva 2005 e per la successiva stagione invernale 2005/2006 continueranno ad essere effettuati senza compensazione finanziaria a carico dello Stato ed in base a quanto previsto dal decreto del ministero delle infrastrutture e trasporti del 21 dicembre del 2000.
Infatti, a differenza di quanto avvenuto in passato, sulle rotte da Cagliari verso Roma e Milano vi è una copresenza delle tre compagnie che operano i collegamenti, in termini di frequenze, orari e di tariffe secondo quanto stabilito nel richiamato decreto ministeriale.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
dal Corriere Adriatico del 27 gennaio 2004 si apprende che il palazzo sito in Via Mameli a Pesaro, di proprietà dell'Inpdap, è stato venduto all'asta e acquistato da una società romana;
il palazzo attualmente ospita l'ex catasto, l'Agenzia delle Entrate, l'Ufficio del tesoro, l'Archivio di Stato e gli Uffici Inpdap;
la società acquirente si è aggiudicata l'asta pagando poco meno di 5 milioni di euro: in pratica circa 400 euro al metroquadro;
il prezzo di vendita risulta essere nettamente inferiore a qualunque valutazione di mercato -:
se sia a conoscenza di tale situazione;
se altri Enti Pubblici siano stati interessati all'acquisto e se questi potevano vantare il diritto di prelazione;
se ritenga che tale procedura sia corretta.
(4-08812)
A seguito della pubblicazione del decreto legislativo 104 del 1996, l'INPDAP ha inserito l'immobile di che trattasi tra quelli facenti parte del Piano Straordinario di Cessione, curandone direttamente i tentativi di vendita, sulla base delle indicazioni dell'Osservatorio sul patrimonio immobiliare degli Enti Previdenziali, mediante procedure competitive improntate all'evidenza pubblica che venivano istruite dal Consorzio G6, organismo prescelto a questo scopo dal surrichiamato Osservatorio.
Le singole aste, che hanno interessato il palazzo di Pesaro fino al 1999, si sono svolte senza alcun esito.
Con l'emanazione del decreto-legge n. 35 del 2001, convertito in legge n. 410 del 2001, tutti gli immobili già facenti parte del piano straordinario di cessione e ancora non aggiudicati nelle aste precedenti, tra cui l'immobile di Pesaro, sono stati inseriti nella prima operazione di cartolarizzazione; la loro proprietà è stata trasferita alla società-veicolo SCIP s.r.l., mentre la gestione della vendita mediante asta pubblica veniva sempre assicurata dal Consorzio G6, con il quale la SCIP s.r.l., neo proprietaria degli immobili, ha sottoscritto un nuovo contratto di gestione in data 27 novembre 2002.
Successivamente alla data del trasferimento alla SCIP s.r.l. degli immobili facenti parte del Programma straordinario di cessione, l'immobile in argomento è stato posto in vendita con le aste sottoindicate, andate tutte deserte:
1) 23 aprile 2002, lotto singolo;
2) 8 ottobre 2002, lotto singolo;
3) 28 novembre 2002, lotto aggregato;
4) 21 gennaio 2003, lotto aggregato;
5) 25 febbraio 2003, lotto aggregato.
Il lotto n. 1, nel quale era inserito l'immobile di Pesaro, è stato invece alienato seguendo la disciplina di cui al decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 18 luglio 2003, dettante regole diverse per lo svolgimento delle aste pubbliche commerciali.
Sulla base delle nuove disposizioni, in caso di terzo turno d'asta, il Consorzio G6 può mettere in vendita gli immobili residui senza la fissazione di un prezzo determinato a base d'asta. In tale evenienza, comunque, detto Organismo può procedere, in nome e per conto della SCIP S.r.l., soltanto ad un'aggiudicazione provvisoria in quanto deve comunque attendere il parere sulla congruità dell'offerta presentata, il quale deve essere emesso dalla società Patrimonio dello Stato S.p.A.
Qualora l'offerta sia ritenuta incongrua, la predetta Società è tenuta a darne comunicazione al notaio incaricato entro i 7 giorni successivi all'aggiudicazione provvisoria.
In alternativa a quanto esposto, sempre ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del richiamato decreto ministeriale, il Consorzio G6 può provvedere a suddividere gli immobili rimasti invenduti in diversi lotti comprensivi di uno o più immobili.
La composizione dei lotti stessi, la strategia di vendita, inclusa la connessa determinazione di un eventuale prezzo a base d'asta, e la necessaria documentazione di supporto, sono sottoposti alla preventiva approvazione della società Patrimonio dello Stato.
Pertanto, il Consorzio G6, per gli immobili rimasti invenduti e già ricompresi nel lotto aggregato n. 1, ha operato secondo procedure contemplate dal comma 2 dell'articolo 1 del menzionato decreto ministeriale, provvedendo a suddividerli in cinque lotti più piccoli comprensivi di uno o più immobili, e sottoponendo la composizione dei lotti e la strategia di vendita alla preventiva approvazione della società Patrimonio dello Stato S.p.A.
Il lotto aggregato n. 1 che comprendeva l'immobile in Pesaro, Via Mameli n. 9, è stato venduto con asta pubblica il cui avviso è stato pubblicato nei quotidiani nazionali il 30 ottobre 2003, ed aggiudicato all'asta del 1o dicembre 2003.
Dalla documentazione in possesso del citato Consorzio G6, secondo quanto riferito dallo stesso, non risulterebbero essere intervenute richieste di acquisto dell'immobile in questione da parte di Enti Pubblici.
In ogni caso, il medesimo Consorzio G6 ha specificato che la normativa vigente prevede, quale unica modalità per l'acquisto degli immobili inseriti nel P.S.C., la partecipazione alle aste secondo le disposizioni stabilite negli avvisi d'asta e nei relativi disciplinari.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
un rapporto «riservato» dell'Ente autonomo di assistenza al volo (ENAV) avrebbe recentemente evidenziato che, nell'ultimo triennio, in novantotto occasioni è stato segnalato il rischio di una collisione tra aeromobili, in volo nel Nord Italia (Corriere della Sera, edizione del 13 ottobre 2004, pagina 19);
in particolare, le segnalazioni di pericolo avrebbero riguardato i casi di airprox, ossia le situazioni in cui «la distanza fra aeromobili, così come posizioni e velocità relative, sono tali da compromettere la sicurezza»;
si è potuto apprendere che l'allarme si attiva, in casi simili, ogniqualvolta la distanza tra gli apparecchi sia inferiore ai limiti minimi di sicurezza (cinque miglia in senso longitudinale e trecento metri in senso verticale) e che esso raggiunge, contemporaneamente, i piloti dei velivoli interessati e il controllore di volo, per l'immediata rimozione della situazione pericolosa, con il cambio di posizione degli aeromobili;
ogni allarme registrato deve poi essere segnalato all'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ed è valutato secondo quattro livelli di pericolo;
settantadue dei novantotto casi d'allarme airprox segnalati, nel periodo 2001-2003, alla suddetta Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, risultano essersi realizzati nell'area di competenza del centro radar di Milano, chiamato a gestire quotidianamente 1600 voli, che coinvolgono direttamente gli scali di Milano-Linate e Milano-Malpensa o che, comunque, interessano i cieli del Nord-Ovest;
il rapporto sopra indicato evidenzia, più precisamente, che, nel 73,5 per cento dei casi, l'allarme sarebbe stato provocato da errori - di varia gravità - attribuibili al personale del centro di controllo radar di Milano;
tutte le situazioni di pericolo denunciate si sarebbero verificate tra le ore 7 e le ore 22, prevalentemente nei giorni di martedì e domenica dei mesi estivi, quando il traffico aereo risulta più intenso;
gli errori del personale adibito al controllo dei voli si concentrerebbero in prossimità del cambio nel turno di servizio (tra le ore 8 e le ore 9; tra le ore 18 e le ore 19) e conseguirebbero a un calo dell'attenzione in attesa dell'avvicendamento;
tali errori riguarderebbero il ritardato riconoscimento o la difettosa valutazione delle distanze tra gli aeromobili, come pure vizi nelle comunicazioni con i piloti o con altri controllori di volo, per inosservanza delle regole, della terminologia tecnica, distrazione, addirittura, per insufficiente conoscenza della lingua inglese;
il rapporto stilato dall'ENAV individuerebbe, tra i rimedi idonei a scongiurare il rischio di incidenti, il più attento addestramento del personale e il suo continuo aggiornamento, anche mediante corsi di lingua inglese;
sarebbe altresì raccomandato di evitare l'uso dei telefoni cellulari in sala radar, in quanto potenziali fonti d'interferenza per le comunicazioni e, comunque, di distrazione per gli operatori;
il portavoce dell'ENAV ha altresì dichiarato di avere «...la sensazione che gli airprox siano molti di più (...). Purtroppo non ci viene segnalato tutto, forse perché il fenomeno viene sottovalutato o non viene segnalato dai piloti stranieri. Eppure noi dovremmo essere a conoscenza di tutto, visto che la sicurezza è il nostro compito principale»;
tale ultima dichiarazione appare ulteriormente preoccupante, in quanto l'omessa segnalazione dei casi d'allarme nel traffico aereo impedirebbe di valutarne il livello di rischio, di riconoscerne le cause e di approntare i conseguenti rimedi -:
quali siano i contenuti del rapporto che sarebbe stato stilato dall'ENAV in relazione ai casi di airprox nel traffico aereo italiano del periodo 2001-2003 e, in particolare, se possano trovare conferma le notizie diffuse, in proposito, dalla stampa nazionale;
quali iniziative siano state assunte o programmate per migliorare la sicurezza dei voli in Italia, con specifico riferimento ai profili evidenziati dal predetto rapporto ENAV;
se risulti oggettivamente fondata l'opinione attribuita al portavoce dell'ENAV, in relazione all'omessa denuncia dei casi di airprox alla competente Autorità e, nel caso, quali determinazioni si vogliano al riguardo adottare, affinché tali omissioni non si ripropongano in futuro.
(4-11309)
Premesso che il termine tecnico «Airprox» viene definito dall'Icao come qualsiasi situazione in cui, nell'opinione di un pilota o di un addetto ai servizi del traffico aereo, la sicurezza degli aeromobili interessati avrebbe potuto essere compromessa per effetto di condizioni che si sarebbero potute verificare in mancanza delle opportune manovre correttive e non invece una reale compromissione della sicurezza, l'ENAV sottolinea che la valutazione dell'effettivo livello di rischio è demandata alla successiva fase di «classificazione» che prevede una scala di quattro livelli, dei quali solo uno attiene al «rischio di collisione».
Alla luce di quanto suesposto, l'Enav fa conoscere che all'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo devono essere segnalati gli eventi riconosciuti come inconvenienti o inconvenienti gravi a norma del decreto legislativo 25 febbraio 1999 n. 66 e non già tutti i casi di attivazione dei cosiddetti «allarmi» che possono risultare «falsi allarmi» generati dagli algoritmi degli apparati in presenza di particolari valori dei parametri dinamici degli aeromobili.
L'Enav precisa inoltre che non è mai stato rilevato un livello insufficiente nell'uso della lingua inglese ed anzi, relativamente ai settori «arrivi», sono stati segnalati livelli più che buoni.
Il rapporto cui si fa riferimento nel presente atto ispettivo fu prodotto, nell'ambito delle proprie competenze, dal responsabile dell'Ufficio sicurezza del centro regionale di controllo del traffico aereo (ACC) di Milano.
Esso aveva lo scopo di partecipare alla direzione aeroportuale locale i dati relativi alle difettosità riscontrate nel triennio indicato durante la normale attività di indagine svolta a seguito delle segnalazioni ad ogni titolo pervenute. L'analisi che accompagna quei dati ha lo scopo di contribuire allo sviluppo di programmi ed azioni volte al continuo miglioramento della qualità dei servizi forniti, sempre nell'ottica del più alto livello di sicurezza raggiungibile.
Per quanto gli indicatori dei livelli di sicurezza siano già allineati a quelli dei Paesi considerati aeronauticamente più progrediti, attualmente l'Enav si sta dotando, in accordo con gli standard internazionali ed i regolamenti comunitari, di un codificato «Safety Management System» la cui implementazione completa richiede un periodo di almeno tre anni.
L'Ente riferisce che i rapporti con l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo sono improntati, anche grazie a precisi accordi bilaterali, alla totale trasparenza e correttezza. Precise norme interne all'Enav fanno sì che le notizie di interesse per la citata Agenzia vengano immediatamente trasmesse, per le vie brevi, al suo residente in attesa della successiva formalizzazione cartacea.
L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, dal canto suo, nella relazione annuale relativa all'attività svolta nell'anno 2003 presentata al Parlamento, ha peraltro evidenziato che tra i 36 eventi di cui era a conoscenza relativi allo stesso anno solo uno era stato classificato di categoria «B» (safety not assured), nessuno in categoria «A» (risk of collision), tutti gli altri in categoria «C» o «D», vale a dire con livello di rischio inferiore.
Lo stesso rapporto rilevava che non tutti i Centri di controllo del traffico aereo italiani hanno radar di controllo dotati del STCAS (Short Term Conflict Alarm System) cioè del sistema in grado di segnalare agli stessi operatori radar potenziali riduzioni di separazione tra aeromobili in volo.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
a quanto risulta all'interrogante alcuni medici dell'Inpdap eserciterebbero la propria attività professionale anche al di fuori dell'incarico ricoperto presso l'istituto -:
se il Ministro intenda verificare quanti siano i medici che lavorano in esclusiva per l'Inpdap e se ciò sia conforme alla legge e, in caso contrario quali provvedimenti siano stati adottati in merito;
se intenda offrire chiarimenti in merito alla situazione di cui sopra.
(4-08497)
Il predetto istituto fa rilevare che, allo stato attuale, non ha alle proprie dipendenze professionisti medici e che intrattiene rapporti con i suddetti per i Comitati tecnici per le pensioni privilegiate, la cui composizione consta di tre sanitari del profilo professionale medico, designati dal Ministro della sanità (articolo 12, legge n. 274 del 1991), per Collegi medici per il trattamento di inabilità, integrati da un medico in rappresentanza dell'Istituto (articolo 13, legge n. 274 del 1991 per le visite obbligatorie, di cui alla legge n. 626 del 1994 (contratto sicurezza dipendenti), per i presidi sanitari ubicati presso le sedi della direzione generale (il cui servizio è assicurato attraverso un contratto con la società appaltatrice che mette a disposizione materiale e personale) ed, infine, per le consulenze mediche di parte nelle cause di lavoro.
L'Inpdap fa presente che per nessuno dei predetti incarichi conferiti si configurano rapporti di esclusività professionale nei confronti dell'Istituto.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la legge n. 222 del 2002 consente la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari che siano assunti da aziende italiane, previa la stipula di un contratto di lavoro inter partes e il contestuale rilascio del permesso di soggiorno dalla questura competente;
si rileva una possibile lacuna nel dettato normativo della legge n. 222 del 2002, laddove il lavoratore extracomunitario, in attesa della regolarizzazione della propria posizione e, quindi, del rilascio del di soggiorno, si dimetta dall'azienda presso la quale ha stipulato il contratto di lavoro;
nulla, la normativa vigente, prevede circa la vicenda del permesso di soggiorno nel caso in cui il lavoratore si dimetta prima del rilascio;
si rileva che in tal caso non può farsi ricorso all'analogia ed in particolare all'articolo 22 comma 11 del decreto legislativo n. 286/98 così come novellato dalla legge n. 189 del 2002, secondo cui il lavoratore straniero in possesso del permesso di soggiorno per lavoro subordinato, che perde il posto di lavoro per dimissioni, può essere iscritto nelle liste di collocamento per il periodo di un anno dalla validità del permesso di soggiorno;
tale disposizione normativa, infatti, presuppone l'esistenza di un permesso di soggiorno, mentre i lavoratori extracomunitari in attesa di regolarizzazione, ovviamente, non sono in possesso di alcun permesso, né è certo (ma solo previsto) che lo ottengano;
deve rilevarsi che molto spesso, alle dimissioni del lavoratore straniero, consegue la sottoscrizione di un contratto di lavoro con altra azienda. Anzi non è affatto infrequente che tale nuova azienda spinga il lavoratore extracomunitario a rassegnare le dimissioni, promettendogli condizioni di lavoro più vantaggiose;
tuttavia, anche in tal caso non può essere sottaciuto che il subingresso di un nuovo datore di lavoro mal si concilia con l'articolo 1 comma 5 del decreto-legge n. 195/2002, così come modificato dalla legge n. 222 del 2002, il quale prevede che la «Prefettura invita le parti (originarie) a presentarsi a stipulare il contratto di soggiorno e per il contestuale rilascio del permesso di soggiorno» e che «la mancata presentazione delle parti comporta l'improcedibilità e quindi l'archiviazione del relativo procedimento»;
ne deve conseguire, pertanto che l'improcedibilità del procedimento relativo al rilascio del premesso di soggiorno esponga, sia il lavoratore extracomunitario che l'azienda che lo ha assunto dopo le dimissioni al sistema sanzionatorio previsto dalla legge;
in tal senso, appare opportuno precisare la necessità, nel caso contemplato, di dichiarare l'improcedibilità del procedimento di rilascio del permesso di soggiorno, e quindi di evitare che avvenga la regolarizzazione tra il lavoratore straniero e la nuova azienda;
tale possibilità di regolarizzazione tra lavoratore extracomunitario e nuova azienda, oltre a violare la ratio e lo spirito della legge può rappresentare, in concreto un pericolo reale per la pubblica incolumità;
secondo l'interrogante per evitare tale pericolosa eventualità, oltre a negare il permesso di soggiorno, nel caso in cui le dimissioni del lavoratore extracomunitario avvengano durante il procedimento di regolarizzazione, sarebbe opportuno approntare una specifica tutela a favore delle aziende che si assumono l'intero onere a far entrare uno straniero extracomunitario in Italia;
infatti, è innegabile che tali aziende oltre ad offrire la prestazione di garanzia ai sensi dell'articolo 23 testo unico decreto legislativo 286/98, si assumono oneri, economici e d'altra natura, abbastanza rilevanti, per cui è necessario approntare un'idonea tutela al fine di garantire che gli extracomunitari entrati in Italia non «sfuggano» verso altre aziende che non solo non hanno inteso accollarsi gli oneri per far entrare lavoratori stranieri in Italia ma che, anche eventualmente sul piano della pubblica sicurezza ed incolumità, non offrano idonee garanzie circa il collocamento e la reperibilità di tali lavoratori;
in altre parole tali aziende si limitano ad «incoraggiare», se non assumendo un ruolo attivo a «scippare» tali lavoratori dalle originarie aziende che, dopo aver assunto impegni onerosi, vedono recapitarsi una lettera di dimissioni del lavoratore, incoraggiato da offerte apparentemente più allettanti;
secondo l'interrogante, sarebbe opportuno tutelare le aziende (che per opportunità chiamiamo originarie) sia sul piano economico che sul piano di gestione del lavoratore, anche e soprattutto per gli inevitabili motivi di pubblica incolumità, rappresentati dall'eventuale ingresso di terroristi o malintenzionati, ai quali viene offerta la possibilità, attraverso le dimissioni di svincolarsi dalle originarie aziende;
in tal senso, sarebbe quantomeno opportuno vincolare il lavoratore extracomunitario alle aziende originarie prevedendo il divieto di rassegnare le dimissioni per un periodo di tempo prestabilito (da 1 a 3 anni) mantenendo ferma la disciplina vigente in caso di licenziamento;
secondo l'interrogante, sarebbe opportuno prevedere una sorta d'indennità a vantaggio delle aziende originarie, nel caso in cui il lavoratore straniero dimissionario sottoscriva un contratto di lavoro con un'altra azienda;
secondo l'interrogante, sarebbe oltremodo ingiusto consentire a terzi, con manovre poco concorrenziali, appropriarsi di lavoratori stranieri privando le aziende che ne hanno curato l'ingresso in Italia e l'intera procedura di regolarizzazione;
inoltre, ai fini della reperibilità del lavoratore e di ricostruzione del percorso lavorativo dello stesso, sarebbe opportuno stabilire che le nuove aziende assuntrici, siano onerate della relativa comunicazione alla questura competente per territorio e, ove fosse diversa, alla questura competente del luogo in cui il lavoratore extracomunitario prestava il proprio operato all'atto delle dimissioni -:
se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative normative volte a modificare la legge n. 222 del 2002 nel senso sopra descritto.
(4-12526)
In particolare, nella legge da ultimo citata, si prevede che il titolare di una impresa individuale o societaria che avesse occupato alle proprie dipendenze un lavoratore extracomunitario in posizione irregolare nei tre mesi antecedenti l'entrata in vigore della legge, poteva denunciare la sussistenza del rapporto di lavoro alla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo competente per territorio.
Le domande potevano essere presentate entro la data dell'11 novembre 2002 e, al fine di concentrare e semplificare il procedimento, presso ogni Prefettura sono stati creati «sportelli polifunzionali» costituiti da rappresentanti delle amministrazioni interessate, rendendo così possibile lo svolgimento in un'unica sede di tutte le pratiche necessarie.
La procedura prevista dalle norme sopra richiamate si è conclusa nel 2004, con la regolarizzazione di circa 700 mila lavoratori stranieri residenti nel territorio, con una risposta concreta all'esigenza di far emergere dal «lavoro nero» numerosissimi immigrati, come pure le imprese e le famiglie che li avevano alle proprie dipendenze.
Nel corso della procedura questo Ministero e il Ministero dell'interno sono ripetutamente intervenuti per risolvere i problemi relativi alla cessazione del rapporto di lavoro nelle more della regolarizzazione. Innanzitutto, con nota del Ministero dell'interno del 4 dicembre 2002, n. 48145/30.1 dove si è stabilito che in caso di morte del datore di lavoro, avvenuta prima del giorno della convocazione presso lo sportello polifunzionale, la relativa pratica dovesse essere archiviata con conseguente rilascio del permesso di soggiorno per attesa occupazione. Poi, con circolare del Ministero dell'interno n. 48331/30 del 16 gennaio 2003, che completava la nota precedente si specificava che, presentando un certificato di morte del datore di lavoro, le pratiche giacenti potessero essere accelerate con una «specifica richiesta di trasmissione anticipata al centro servizi delle poste», in modo da emettere più celermente il «permesso di soggiorno per attesa occupazione».
Con successiva circolare n. 2, del 3 aprile 2003, il Ministero dell'interno, dichiarando la necessità di «venire incontro alle obiettive esigenze dei lavoratori stranieri licenziati o comunque rimasti senza lavoro, spesso facili preda della criminalità», ha disposto, inoltre, la creazione in ogni Prefettura di una apposita postazione dove trattare le pratiche degli immigrati in attesa di regolarizzazione che avessero perso il posto di lavoro.
Per il proseguimento della pratica di regolarizzazione, si è stabilito che il nuovo datore di lavoro comunicasse alla Prefettura la disponibilità ad assumere lo straniero rimasto senza impiego e che, come precisato nella circolare n. 13 dell'8 aprile 2003 di questa Amministrazione, nelle more della procedura di regolarizzazione, il rapporto di lavoro non potesse aver corso potendosi instaurare soltanto all'atto della stipula del contratto di soggiorno per lavoro.
Va altresì evidenziato come ulteriori disposizioni in materia siano dettate dal testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998) e dal relativo regolamento di attuazione. Infatti, l'articolo 5, comma 3-bis, del suddetto stabilisce che: «... il permesso di soggiorno è rilasciato a seguito della stipula del contratto di soggiorno
Inoltre, l'articolo 22, comma 11, stabilisce che «... la perdita del posto di lavoro non costituisce motivo di revoca del permesso di soggiorno al lavoratore extracomunitario ed ai suoi familiari legalmente soggiornanti. Il lavoratore straniero in possesso del permesso di soggiorno per lavoro subordinato che perde il posto di lavoro, anche per dimissioni, può essere iscritto nelle liste di collocamento per il periodo di residua validità del permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per un periodo non inferiore a sei mesi. Il regolamento di attuazione stabilisce le modalità di comunicazione ai Centri per l'impiego, anche ai fini dell'iscrizione del lavoratore straniero nelle liste di collocamento con priorità rispetto a nuovi lavoratori extracomunitari».
Per quanto riguarda, poi, le disposizioni del regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 334 del 2004) del testo unico sull'immigrazione, l'articolo 37, comma 2, stabilisce che: «... quando il licenziamento è disposto a norma delle leggi in vigore per il licenziamento individuale, ovvero in caso di dimissioni, il datore di lavoro né da comunicazione entro 5 giorni allo Sportello unico ed al Centro per l'impiego competenti. Lo straniero, se interessato a far risultare lo stato di disoccupazione, per avvalersi della previsione di cui all'articolo 22, comma 11, del testo unico, deve presentarsi, non oltre il quarantesimo giorno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, presso il Centro per l'impiego e rendere la dichiarazione di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, così come sostituito dal decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, che attesti l'attività lavorativa precedentemente svolta, nonché l'immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa, esibendo il proprio permesso di soggiorno».
In ogni caso, si sottolinea che il rilascio oppure il rinnovo del permesso di soggiorno è condizionato dalla stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato di cui all'articolo 5, del testo unico sull'immigrazione, con le garanzie ivi previste a carico del datore di lavoro.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
gli extracomunitari hanno diritto all'assistenza sanitaria (STP) su tutto il territorio nazionale;
come messo in evidenza dall'Assoconsum di Napoli, invece, per un extracomunitario in regolare attesa da parte delle questure di permesso di soggiorno, in Campania, non è prevista l'assistenza sanitaria;
questo fatto produce, ad opinione dell'interrogante, una disparità di trattamento a favore di chi non ha alcun titolo ad usufruire, se non per ragioni umanitarie;
l'extracomunitario in attesa del permesso di soggiorno, nella normalità dei casi, è destinato ad ottenere un regolare permesso di soggiorno;
alcune regioni come il Piemonte, hanno stipulato un protocollo d'intesa con questura, prefettura, direzione provinciale del lavoro, con il quale prorogano automaticamente questo beneficio per coloro che in fase di rinnovo sono in attesa del permesso di soggiorno -:
se il ministro interrogato ritenga di adottare iniziative volte a modificare la vigente normativa;
se non ritenga di attivarsi perchè sia stipulato (analogamente a quanto accaduto in altre Regioni) un protocollo d'intesa con la regione Campania per risolvere questo problema, visto che la stessa non sembra si sia attivata.
(4-13381)
Tale accordo, si pone l'obiettivo di garantire l'inserimento socio-sanitario, lavorativo e scolastico della popolazione immigrata, regolarmente soggiornante nel territorio partenopeo.
È previsto, tra l'altro, l'impegno delle aziende sanitarie locali rivolto a:
1. prorogare l'iscrizione al servizio sanitario nazionale agli immigrati in attesa di rinnovo dei permessi di soggiorno, in prima istanza per sei mesi e, successivamente, ogni tre mesi, fino al rilascio del nuovo permesso;
2. iscrivere al Servizio sanitario nazionale i bambini nati in Italia, da almeno un genitore immigrato regolarmente soggiornante, nelle more dell'inserimento del loro nominativo nel permesso di soggiorno del genitore;
3. iscrivere provvisoriamente al Servizio sanitario nazionale, previo versamento del contributo fissato dalla legge per l'iscrizione volontaria, i ministri di culto acattolico, al fine di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione End. Freedom - negli Usa, l'arma dell'Interforze ha impiegato 13 soldati per un costo complessivo mensile pari a 106.935 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13848)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione End. Freedom - negli Emirati Arabi, l'esercito italiano ha impiegato 4 soldati per un costo complessivo mensile pari a 34.596 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13849)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione End. Freedom - nel Mar Arabico, l'arma della marina militare ha impiegato 343 soldati per un costo complessivo mensile pari a 3.341.075 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13850)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Antica Babilonia - in Iraq, l'esercito italiano ha impiegato 2.390 soldati per un costo complessivo mensile pari a 27.257.824 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13851)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Antica Babilonia - in Iraq, l'arma dei carabinieri ha impiegato 430 soldati per un costo complessivo mensile pari a 3.266.241 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13852)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Antica Babilonia - in Iraq, l'arma dell'aeronautica militare ha impiegato 307 soldati per un costo complessivo mensile pari a 2.872.295 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13853)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Act. Endeavour - nel Mediterraneo dell'est, l'arma della marina militare ha impiegato 204 soldati per un costo complessivo mensile pari a 1.278.352 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13854)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Act. Endeavour - in Afghanistan, l'arma dell'aeronautica militare ha impiegato un numero variabile di soldati per un costo
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13855)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace, spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Antica Babilonia, in Iraq, l'arma della marina militare ha impiegato 184 soldati per un costo complessivo mensile pari a 1.539.562 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13903)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Unmik - in Kosovo, l'arma della Guardia di finanza ha impiegato 6 soldati per un costo mensile pari a 16.317 mila euro per spese inerenti il trattamento economico aggiuntivo ed assicurativo dei militari;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13960)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Isaf - in Afghanistan, l'arma dell'aeronautica militare ha impiegato 200 soldati per un costo complessivo mensile pari a 1.386.268 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13961)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Isaf - negli Emirati Arabi, l'arma dell'aeronautica militare ha impiegato 80 soldati per un costo mensile pari a 717.024 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13962)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Isaf - in Afghanistan, l'esercito italiano ha impiegato 500 soldati per un costo complessivo mensile pari a 4.241.367 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13963)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Isaf - in Afghanistan, l'arma dei carabinieri ha impiegato 18 soldati per un costo complessivo mensile pari a 111.305 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione menzionata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-13964)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Joint Guardian, in Kosovo, l'esercito italiano ha impiegato 2.567 soldati per un costo complessivo mensile pari a 15.253.671 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14066)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Nccc CC Tirana - in Albania, l'arma dei carabinieri ha impiegato 3 soldati per un costo mensile pari a 13.665 mila euro per spese inerenti il trattamento economico aggiuntivo ed assicurativo dei militari;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14072)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Ciu - in Kosovo, l'arma dei carabinieri ha impiegato 14 soldati per un costo mensile pari a 55.207 mila euro per spese inerenti il trattamento economico aggiuntivo ed assicurativo dei militari;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione menzionata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14073)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Mp Bmm - in Kosovo, l'arma dei carabinieri ha impiegato 51 soldati per un costo complessivo mensile pari a 233.621 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14074)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Msu Kfor - in Kosovo, l'arma dei carabinieri ha impiegato 298 soldati per un costo complessivo mensile pari a 1.465.610 milione di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la missione citata in premessa;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14075)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Othf - in Kosovo, l'esercito italiano ha impiegato 1000 soldati per un costo complessivo mensile pari a 5.075.099 milioni di euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14155)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Tito II - in Bosnia, l'esercito italiano ha impiegato 77 soldati per un costo complessivo mensile pari a 479.671 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14156)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Joint Guardian - in Kosovo, l'arma dell'aeronautica militare ha impiegato 220 soldati per un costo complessivo mensile pari ad 1.444.962 euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14157)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Albania II - in Albania, l'arma della marina militare ha impiegato 174 soldati per un costo complessivo mensile pari a 995.720 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14158)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Joint Guardian - in Albania, l'esercito italiano ha impiegato 52 soldati per un costo complessivo mensile pari a 528.379 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14159)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Eumm - nell'ex Jugoslavia, l'esercito italiano ha impiegato 15 soldati per un costo mensile pari a 100.260 mila euro per spese inerenti il trattamento economico aggiuntivo ed assicurativo dei militari;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno ha avuto inizio.
(4-14254)
come si evince da un articolo pubblicato su Il Duemila del 24 febbraio-1 marzo 2005, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Tiph, in Giordania, l'arma dei carabinieri ha impiegato 18 soldati per un costo complessivo mensile pari a 106.354 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14255)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Unmee-Mp - in Etiopia-Eritrea, l'arma dei carabinieri ha impiegato 58 soldati per un costo complessivo mensile pari a 277.166 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14256)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria,
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Unmee-Mp - in Etiopia-Eritrea, l'esercito italiano ha impiegato 7 soldati per un costo complessivo mensile pari a 40.672 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno abbia avuto inizio.
(4-14257)
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, ad ogni soldato impegnato in un'operazione di pace spetta oltre alla retribuzione ordinaria, un'indennità di missione giornaliera, in relazione al grado e rapportato alla diaria del Paese teatro delle operazioni;
negli ultimi anni vi sono state diverse missioni in varie parti del mondo e per di più della durata differente;
in riferimento alla missione Monti Nuba - in Sudan, l'esercito italiano ha impiegato 4 soldati per un costo complessivo mensile pari a 14.128 mila euro;
le missioni di pace non investono soltanto il personale militare, ma anche quello civile che arriva a guadagnare ancor di più -:
quanto sia complessivamente costata la summenzionata missione;
in quale anno la stessa abbia avuto inizio.
(4-14258)
Pertanto l'esigenza di fornire risposte adeguate comporta un costante impegno del nostro apparato militare, che resta estensivamente impegnato nel mondo.
Le missioni cui partecipa l'Italia trovano legittimazione nei relativi provvedimenti legislativi e vengono, alla loro scadenza temporale, rinnovate attraverso l'emanazione di specifici atti normativi.
Si tratta di impegni onerosi e di alto profilo, e sui quali il Parlamento è stato costantemente informato nelle loro linee evolutive.
Ciò posto, in ordine alle questioni oggetto dei presenti atti, che riguardano prettamente aspetti di natura economica ed amministrativa, si precisa che le missioni internazionali e le relative coperture finanziarie sono state autorizzate mediante diversi provvedimenti normativi (con cadenza semestrale) approvati nel tempo dal Parlamento. I singoli oneri di cui si chiede ragione con gli atti in esame, sono espressamente indicati nell'ambito delle relazioni tecniche allegate ai citati provvedimenti normativi.
Per quanto concerne specificatamente gli anni di inizio di ciascuna missione, essi possono essere desunti dall'elenco pubblicato in calce.
Al personale civile e militare dello Stato, impiegato nelle missioni all'estero, è corrisposta l'indennità giornaliera prevista dal regio decreto 3 giugno 1926, n. 941 e successive modificazioni.
Inoltre, l'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1971, n. 286 stabilisce le indennità giornaliere - riferite personale statale civile e militare - di missione all'estero; indennità, che con decreto 13 gennaio 2003 del Ministro dell'economia e delle finanze, sono state aggiornate a decorrere dal 1o gennaio 2003.
In particolare, con i periodici provvedimenti di proroga delle missioni internazionali di pace viene fissata la misura percentuale
Il trattamento economico di missione previsto sia per il personale civile sia per il personale militare, pertanto, soggiace agli stessi criteri dettati dalle richiamate norme.
I dati indicati corrispondono effettivamente al numero di persone partecipanti alle missioni e ai costi mensili (di personale e di funzionamento) delle operazioni nel corrente semestre.
Al riguardo, occorre precisare che gli importi indicati dall'interrogante si riferiscono al costo complessivo mensile di tutta l'operazione, che comprendono, quindi, le spese di assicurazione, vitto, vestiario speciale, mezzi militari, velivoli, unità navali, attrezzature speciali, alloggiamenti, ecc. e non soltanto all'indennità di missione.
Inoltre, con riferimento all'atto n. 4-13855 - Operazione Active Endeavour dell'Aeronautica Militare l'importo indicato dall'interrogante si riferisce esclusivamente al costo delle ore di volo di n. 1 velivolo «Atlantic» impiegato in zona di operazione nel corso del semestre.
In ultimo, non si può sottacere come i nostri militari impegnati nelle varie missioni internazionali operino con elevato senso di responsabilità, determinazione ed equilibrio.
Essi sono apprezzati, ascoltati e richiesti, per le loro capacità e per i risultati ottenuti sul campo.
È innegabile, inoltre, come grazie all'assunzione di responsabilità ed alla partecipazione allo sforzo collettivo per la pace e la stabilità, l'Italia sia cresciuta in prestigio ed autorevolezza nei grandi fori internazionali.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
gli italiani sono i maggiori consumatori di acque minerali, così come si evince da una segnalazione pervenuta all'interrogante dall'Assoconsum;
l'industria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi l'opportunità di una grande crescita grazie anche al business dell'esportazione;
prevalgono i consumi di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma sono in crescita anche le acque a naturale effervescenza e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti;
sul mercato italiano delle acque minerali sono operative circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche;
le regioni sono responsabili delle varie concessioni -:
quante fonti vi sono in Valle d'Aosta.
(4-14516)
1. Sorgente «La Vittoria», sita in località Colonne in Comune di Courmayeur, da cui sgorga un'acqua acidula bicarbonato-calcio magnesica, attualmente non sfruttata.
2. Sorgente di acqua minerale naturale «Fonte Youla», sita in località Dolonne in Comune di Courmayeur, commercializzata con la denominazione «Cormayeur Fonte Youla»; della Società Sorgenti Monte Bianco Terme di Courmayeur S.p.A.
Il decreto di riconoscimento dell'acqua minerale naturale è stato rilasciato dal Dipartimento di Prevenzione del Ministero della sanità in data 30 dicembre 1999.
L'autorizzazione regionale all'apertura ed esercizio dello stabilimento per l'imbottigliamento, il confezionamento, il deposito e la commercializzazione dell'acqua minerale è stata rilasciata con decreto n. 120 del 4 marzo 2005.
3. Acqua di sorgente della «Fonte Rey», sita in località Peuterey, in Comune di Courmayeur, commercializzata con la denominazione «Cristalia Fonte Rey»; della Società Sorgenti Monte Bianco Terme di Courmayeur S.p.A.
Il decreto di riconoscimento dell'acqua di sorgente è stato rilasciato dal Ministero della sanità in data 27 luglio 2001. L'autorizzazione regionale all'apertura ed esercizio dello stabilimento per l'imbottigliamento, il confezionamento, il deposito e la commercializzazione dell'acqua minerale è stata rilasciata con decreto n. 520 del 2 settembre 2001.
4. Sorgente di acqua minerale «Fonte Mont Blanc», sita in località Peuterey, in Comune di Courmayeur, è commercializzata con la denominazione «Monte Bianco Fonte Mont Blanc»; della Società Sorgenti Bianco Terme di Courmayeur S.p.A.
Il decreto di riconoscimento dell'acqua minerale naturale è stato rilasciato dal Ministero della sanità in data 6 settembre 1999. L'autorizzazione regionale all'apertura ed esercizio dello stabilimento per
5. Fons Salutis, sita nel Comune di Saint-Vincent, utilizzata presso il locale stabilimento termale per applicazioni di inalazioni aerosol-humages e per la crenoterapia idroponica. Tale acqua è stata riconosciuta con decreto del Ministero dell'interno in data 30 gennaio 1928.
6. Sorgente da cui sgorgano acque solfidriche, attualmente non utilizzate.
7. Sorgente «La Regina», attualmente non utilizzata.
8. Sorgente di acqua minerale «Pré-Saint-Didier», sita in Comune di Pré-Saint-Didier, la cui subconcessione è in fase di rilascio alla Società Terme di Pré-Saint-Didier srl con sede in Aosta.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
nella regione Lombardia, nell'anno 2004, si sono verificati 158.328 incidenti sul lavoro;
i dati sopra riportati sono stati illustrati dall'International Labour Office e dall'Inail in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro -:
se la notizia di cui sopra corrisponda al vero;
quanti incidenti si siano verificati nel 2000.
(4-15092)
Gli infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL - Regione Lombardia sono stati, nell'anno 2000, n. 166.405 e nell'anno 2004 n. 158.340, come da tabella di seguito indicata.
Province: Alessandria: nel 2000 n. 8.828, nel 2001 n. 9.013, nel 2002 n. 9.294, nel 2003 n. 8.845, nel 2004 n. 8.208; Asti: nel 2000 n. 3.415, nel 2001 n. 3.291, nel 2002 n. 3.348, nel 2003 n. 3.150, nel 2004 n. 3.113; Biella: nel 2000 n. 3.377, nel 2001 n. 3.206, nel 2002 n. 2.765, nel 2003 n. 2.368, nel 2004 n. 2.164; Cuneo: nel 2000 n. 11.046, nel 2001 n. 11.261, nel 2002 n. 10.742, nel 2003 n. 10.335, nel 2004 n. 10.494; Novara: nel 2000 n. 5.958, nel 2001 n. 8.121, nel 2002 n. 5.622, nel 2003 n. 5.547, nel 2004 n. 5.840; Torino: nel 2000 n. 36.733, nel 2001 n. 37.197, nel 2002 n. 36.047, nel 2003 n. 34.548, nel 2004 n. 34.211; Verbania: nel 2000 n. 2.739, nel 2001 n. 2.858, nel 2002 n. 2.610, nel 2003 n. 2.524, nel 2004 n. 2.389; Vercelli: nel 2000 n. 3.765, nel 2001 n. 3.944, nel 2002 n. 3.682, nel 2003 n. 3.983, nel 2004 n. 3.944; Regione Piemonte: nel 2000 n. 75.869, nel 2001 n. 76.991, nel 2002 n. 74.110, nel 2003 n. 71.290, nel 2004 n. 70.183.
Provincia Aosta: nel 2000 n. 2.194, nel 2001 n. 2.515, nel 2002 n. 2.583, nel 2003 n. 2.435, nel 2004 n. 2.655; Regione Valle d'Aosta: nel 2000 n. 2.194, nel 2001 n. 2.515, nel 2002 n. 2.583, nel 2003 n. 2.435, nel 2004 n. 2.655.
Province: Bergamo: nel 2000 n. 19.340, nel 2001 n. 20.285, nel 2002 n. 19.451, nel 2003 n. 19.208, nel 2004 n. 19.148; Brescia: nel 2000 n. 25.287, nel 2001 n. 26.374, nel 2002 n. 25.301, nel 2003 n. 24.376, nel 2004 n. 23.502; Como: nel 2000 n. 10.840, nel 2001 n. 10.674, nel 2002 n. 10.281, nel 2003 n. 8.694, nel 2004 n. 9.228; Cremona: nel 2000 n. 7.251, nel 2001 n. 7.624, nel 2002 n. 7.861, nel 2003 n. 7.159, nel 2004 n. 7.221; Lecco: nel 2000 n. 6.119, nel 2001 n. 5.741, nel 2002 n. 5.781, nel 2003 n. 5.768, nel 2004 n. 5.607; Lodi: nel 2000 n. 3.178, nel 2001 n. 3.371, nel 2002 n. 3.486, nel 2003
Province: Genova: nel 2000 n. 15.757, nel 2001 n. 17.160, nel 2002 n. 17.570, nel 2003 n. 17.386, nel 2004 n. 16.833; Imperia: nel 2000 n. 3.390, nel 2001 n. 3.753, nel 2002 n. 3.747, nel 2003 n. 3.800, nel 2004 n. 3.576; La Spezia: nel 2000 n. 4.959, nel 2001 n. 4.506, nel 2002 n. 4.327, nel 2003 n. 4.118, nel 2004 n. 3.973; Savona: nel 2000 n. 5.773, nel 2001 n. 5.818, nel 2002 n. 5.405, nel 2003 n. 5.543, nel 2004 n. 5.399; Regione Liguria: nel 2000 n. 29.879, nel 2001 n. 31.237, nel 2002 n. 31.049, nel 2003 n. 30.857, nel 2004 n. 29.781.
Province Bolzano: nel 2000 n. 13.605, nel 2001 n. 13.845, nel 2002 n. 12.992, nel 2003 n. 14.125, nel 2004 n. 14.702; Trento: nel 2000 n. 11.653, nel 2001 n. 11.862, nel 2002 n. 11.358, nel 2003 n. 11.730, nel 2004 n. 11.626; Regione Trentino-Alto Adige: nel 2000 n. 25.258, nel 2001 n. 25.507, nel 2002 n. 24.350, nel 2003 n. 25.855, nel 2004 n. 26.328.
Province Belluno: nel 2000 n. 4.812, nel 2001 n. 4.958, nel 2002 n. 4.685, nel 2003 n. 4.492, nel 2004 n. 4.463; Padova: nel 2000 n. 22.535, nel 2001 n. 20.995, nel 2002 n. 20.102, nel 2003 n. 20.779, nel 2004 n. 20.401; Rovigo: nel 2000 n. 4.998, nel 2001 n. 5.067, nel 2002 n. 4.367, nel 2003 n. 4.197, nel 2004 n. 4.244; Treviso: nel 2000 n. 24.229, nel 2001 n. 22.715, nel 2002 n. 20.355, nel 2003 n. 20.894, nel 2004 n. 20.743; Venezia: nel 2000 n. 20.528, nel 2001 n. 21.246, nel 2002 n. 20.119, nel 2003 n. 19.398, nel 2004 n. 19.418; Verona: nel 2000 n. 24.135, nel 2001 n. 25.139, nel 2002 n. 25.019, nel 2003 n. 23.779, nel 2004 n. 22.126; Vicenza: nel 2000 n. 23.670, nel 2001 n. 23.866, nel 2002 n. 23.449, nel 2003 n. 21.605, nel 2004 n. 21.164; Regione Veneto: nel 2000 n. 124.807, nel 2001 n. 123.986, nel 2002 n. 118.096, nel 2003 n. 115.144, nel 2004 n. 112.559.
Regione Lombardia:
Infortuni denunciati per i lavoratori autonomi: nel 2000 n. 5.387; nel 2001 n. 4.952, nel 2002 4.325, nel 2003 n. 3.993, nel 2004 n. 3.834.
Infortuni denunciati per i lavoratori dipendenti: nel 2000 n. 1.937; nel 2001 n. 2.039, nel 2002 2.184, nel 2003 n. 2.198, nel 2004 n. 2.080.
Infortuni denunciati per i lavoratori non determinati: nel 2000 n. 0; nel 2001 n. 0, nel 2002 0, nel 2003 n. 0, nel 2004 n. 0.
Totale: nel 2000 n. 7.324; nel 2001 n. 6.991, nel 2002 6.509, nel 2003 n. 6.191, nel 2004 n. 5.714.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare, poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri, eccetera che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento all'Alta velocità Torino-Novara sono stati stanziati 4.147.000 euro e sono serviti 3.775 giorni per l'avvio dei lavori, ossia oltre dieci anni -:
a che punto sia la costruzione;
che percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quali iniziative ritengano di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri, le opere iniziate.
(4-15487)
Sulla prima, completate le opere civili e l'armamento che hanno consentito l'effettuazione di alcune corse di prova e di verifica dell'infrastruttura, sono in corso di completamento le tecnologie.
Sulla sub-tratta Novara-Milano i lavori sono stati avviati dopo la sigla dell'Atto integrativo avvenuta nel luglio 2004 ed hanno raggiunto una stato di avanzamento superiore al 20 per cento.
Il costo dell'intera linea AV/AC Torino-Milano ammonta a complessivi 7.436 milioni di euro al suo finanziamento si provvede come previsto dall'articolo 75 della legge finanziaria 2003 mediante le risorse che Infrastrutture s.p.a. reperisce sul mercato.
L'attivazione del primo tratto Torino-Novara, considerato prioritario, è prevista nella prima metà del 2006; mentre nel 2009 è prevista l'attivazione dell'intera tratta Torino-Novara-Milano.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare, poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri eccetera che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento all'Autostrada Brescia-Milano sono stati stanziati 886.180 euro e sono serviti 530 giorni per la gara d'appalto -:
a che punto sia la costruzione;
che percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quali iniziative ritengano di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri, le opere iniziate.
(4-15488)
Allo stato attuale il lotto 2 è in corso di esecuzione. Sui lotti 3 e 4, ambedue affidati, sono in corso le procedure di esproprio e la rimozione delle interferenze.
La società stradale rende noto che l'intervento in argomento è in completo autofinanziamento da parte della Società Concessionaria.
Il tempo previsto per il completamento dell'opera è calcolato in venti mesi decorrenti dalla data di consegna dei lotti.
L'ANAS informa, infine, che si stanno portando avanti azioni coordinate tra regione Lombardia, provincia di Bergamo, provincia di Milano e comuni interessati dai lavori, al fine di ridurre i tempi previsti per l'eliminazione delle interferenze.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare, poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri eccetera che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento al doppio binario Padova-Mestre sono stati stanziati 145.407 euro e sono serviti 3.851 giorni solo per l'avvio dei lavori -:
a che punto sia la costruzione;
che percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quanto sia stato speso sino ad oggi;
quali iniziative si ritenga di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri le opere iniziate.
(4-15844)
L'intervento, in fase di realizzazione con un avanzamento dei lavori pari al 36 per cento prevede una spesa complessiva di 467 milioni di euro ed è completamente finanziato a carico dei fondi del Contratto di Programma.
L'attivazione funzionale del quadruplicamento in questione è prevista per il mese di dicembre 2006, mentre l'ultimazione di tutti i lavori è prevista per il dicembre 2007.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nel corso dell'anno 2003 l'aeroporto di Napoli-Capodichino è stato affidato alla società italo-britannica «GESAC S.p.A.» per quarant'anni, e che secondo la convenzione di affidamento la GESAC è tenuta ad assicurare ogni attività di supporto necessaria all'espletamento dei servizi di soccorso in ambito aeroportuale Servizi che, naturalmente, hanno un costo per la GESAC che per questo motivo incamera una serie di diritti e tasse aeroportuali pagate dai viaggiatori e dalle compagnie aeree;
a fine anno 2003 la GESAC non ha rinnovato l'accordo in vigore con la Croce Rossa Italiana che da anni prestava il servizio, sottoscrivendo, invece, un nuovo accordo con la struttura sanitaria «ASL Napoli 1», i cui termini economici sono particolarmente vantaggiosi per il gestore aeroportuale;
desterebbe perplessità e sconcerto che un servizio per il quale un gestore aeroportuale percepisce un introito economico, fosse posto, totalmente o in parte, a carico di una struttura pubblica, quale una ASL, che è tenuta in vita con le risorse dei contribuenti -:
se, nella sostanza, sarà la Regione Campania, totalmente o in parte, a pagare per un servizio di competenza della società di gestione dell'aeroporto di Capodichino;
se è ammissibile (per ovvii motivi di sicurezza aeroportuale) che, come si apprende da notizie di stampa, presso l'aeroporto di Capodichino verrà instaurato un servizio di 118 aperto non solo alla utenza aeroportuale, ma anche, in generale, a tutta la cittadinanza napoletana;
cosa si è previsto per le maestranze mediche e paramediche che da anni lavorano presso l'aeroporto di Capodichino per conto della CRI, con significativa esperienza in questo settore, che hanno brutalmente perso il loro posto di lavoro senza alcun preavviso;
quali misure si intenda prendere per affrontare il problema non solo per l'aeroporto di Capodichino, ma in termini nazionali per tutti gli aeroporti con gestione totale che si trovano nelle medesime condizioni.
(4-08488)
Al fine tuttavia di fornire all'interrogante elementi informativi in merito, sono state richieste notizie all'Enac-ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa conoscere che la Convenzione n. 50/2002 attribuisce alla Gesac l'obbligo di adottare le misure idonee ad assicurare i servizi antincendio e di pronto soccorso e sanitario.
La predetta società, ricevute precise disposizioni da parte del ministero della salute -dipartimento della qualità, si è prontamente attivata per rendere operativo un nuovo servizio sanitario in ambito aeroportuale, facendo riferimento alla A.S.L. NA-1, struttura territorialmente competente.
Con relativa Convenzione, stipulata in data 19 dicembre 2003, la Gesac è obbligata a sostenere tutte le spese di realizzazione dei nuovi locali sanitari, di mantenimento e di arredo degli stessi nonché delle connesse utenze ed inoltre a versare in favore della ASL NA-1 un corrispettivo annuale per le spese sostenute dall'ente per il personale adibito al servizio di autoambulanza per le specifiche esigenze aeroportuali.
Il presidio, pur essendo focalizzato principalmente sulla gestione del servizio medico aeroportuale e del piano di emergenza sanitaria, è a disposizione anche dei cittadini, in genere, in caso di necessità.
La Gesac sottolinea, che restando ferme le linee generali di indirizzo impartite alla predetta struttura sanitaria, ha necessariamente rimesso alla più ampia autonomia di quest'ultima tutti gli aspetti riguardanti la organizzazione del servizio e la gestione delle risorse umane e strumentali necessarie al corretto svolgimento dello stesso.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
il numero delle cause di lavoro pendenti innanzi al tribunale di Roma è
dopo la riforma del processo del lavoro, il numero dei magistrati che trattano cause di lavoro è rimasto sostanzialmente lo stesso (40 previsti dall'organico, da 32 a 38 effettivamente operanti);
l'attuale organico, nonostante lo sforzo di produttività, non appare sufficiente a fronteggiare l'aumento dei nuovi procedimenti iscritti a ruolo, che si aggiungono al rilevante arretrato;
questa situazione si è inevitabilmente riflessa sui tempi della definizione dei giudizi che hanno subito una notevole dilatazione, e ha anche determinato l'aumento di carico per la fase di appello, fino a portare l'arretrato a circa 30.000 cause;
a decorrere dal 1996, a seguito dell'ampliamento dell'organico - portato a 20 magistrati, divisi in tre collegi con un presidente ciascuno - si è verificata un'inversione di tendenza che ha consentito di avviare un'opera di più celere definizione dei giudizi;
la consistente quantità di procedimenti deriva anche dalla concentrazione a Roma della maggioranza degli enti pubblici; dalla competenza esclusiva dell'autorità giudiziaria della stessa città per le controversie previdenziali dei residenti all'estero, nonché dall'aumento considerevole del contenzioso previdenziale;
l'istituzione della sezione lavoro della Corte d'appello di Roma ha assorbito i magistrati impegnati nella definizione a stralcio degli appelli pendenti al 31 dicembre 1999 (circa 25.000);
nella stessa sezione lavoro della Corte d'appello sono inoltre confluiti i gravami di tutto il territorio regionale, con conseguente iscrizione a ruolo, ogni mese, di circa 800 ricorsi, difficilmente sostenibili dall'organico attuale (pure se passato da 4 consiglieri nel 2000 a otto-nove consiglieri nel 2002);
i magistrati ai quali sono assegnate le cause di lavoro hanno un indice di produttività e laboriosità tra i più alti del nostro Paese;
la tendenza del numero delle sopravvenienze degli ultimi anni è crescente, e dimostra quanto i cittadini continuino a riporre la loro fiducia in una materia che riguarda la tutela dei loro diritti;
tale situazione richiede un urgente ampliamento non solo del numero dei magistrati, ma anche dei cancellieri: in primo grado, le udienze sono svolte senza assistenza, e in secondo grado, a fronte dei 4.914 dispositivi letti in pubblica udienza, sono state pubblicate 3.152 sentenze;
sia il tribunale del lavoro (primo grado e appello-stralcio), che la Corte d'appello del lavoro, non dispongono di sedi adeguate alla trattazione dei giudizi;
la Corte d'appello del lavoro è provvisoriamente collocata in poche stanze di via Lepanto 4;
la sede di via Varisco non è ancora in uso ed è contesa con altri uffici giudiziari;
da quanto esposto, emerge una situazione tale da non assicurare i tempi di una ragionevole durata dei processi e di attuazione concreta del principio di legalità -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione esposta in premessa, e quali siano le sue valutazioni al riguardo;
quali iniziative intenda intraprendere per migliorare, nell'ambito delle proprie competenze, le condizioni per lo svolgimento delle cause di lavoro nelle sedi giurisdizionali italiane e, in particolare, nella città di Roma;
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro per favorire - per quanto concerne la situazione del tribunale e della Corte d'appello di Roma, anche in ragione delle specificità che queste sedi devono assolvere in materia giuslavorativa - una migliore organizzazione del servizio, sia in relazione al necessario aumento dell'organico dei magistrati e del personale, sia per
(4-03646)
Si evidenzia, peraltro, che gli uffici della Corte di Appello e del Tribunale di Roma sono stati oggetto, negli ultimi anni, di modifiche della dotazione organica per effetto di vari decreti ministeriali.
Di seguito sono riportate nel dettaglio le variazioni di organico che hanno interessato gli Uffici in questione e le attuali dotazioni organiche.
1) Personale di magistratura
Modifica delle dotazioni organiche del personale di magistratura: + 25, di cui:
consigliere + 1 (pianta organica da 109 a 111) - decreto ministeriale 21 dicembre 2001;
presidente di sezione: + 1 (modifica pianta organica da 26 a 27) - decreto ministeriale 23 gennaio 2003; consigliere: + 14 (modifica pianta organica da 111 a 125) - decreto ministeriale 23 gennaio 2003; magistrato distrettuale giudicante: + 8 (da 0 a 8) - decreto ministeriale 23 gennaio 2003.
2) Personale amministrativo
Modifica delle dotazioni organiche del personale amministrativo: -34, di cui:
comunicatore (C3): + 1 (pianta organica da 0 a 1) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; contabile (C3): + 1 (pianta organica da 0 a 1) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; formatore (C3): + 2 (pianta organica da 0 a 2) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; cancelliere (C2): + 22 (pianta organica da 19 a 41) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; formatore (C2): + 4 (pianta organica da 0 a 4) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; ausiliario (B3): + 1 (pianta organica da 0 a 1) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; cancelliere (B3): + 1 (pianta organica da 40 a 41) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B3): + 4 (pianta organica da 0 a 4) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; contabile (B3): -1 (pianta organica da 9 a 8) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B2): -32 (pianta organica da 131 a 99) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B1): -15 (pianta organica da 25 a 10) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000;
cancelliere (B3): +3 (pianta organica da 41 a 44) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; operatore giudiziario (B3): +12 (pianta organica da 4 a 16) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; operatore giudiziario (B2): -1 (pianta organica da 99 a 98) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (autista) (B1): -3 (pianta organica da 17 a 14) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (B1): +1 (pianta organica da 2 a 3) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ausiliario (A1): -21 (pianta organica da 40 a 19) - decreto ministeriale 6 aprile 2001;
direttore di cancelleria (C3): -1 (pianta organica da 11 a 10) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; esperto informatico (C1): -1 (pianta organica da 5 a 4) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; esperto informatico (B3): -2 (pianta organica da 13 a 11) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; contabile (B3): -1 (pianta organica da 8 a 7) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; operatore giudiziario (B2): -6 (pianta organica da 98 a 92) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; operatore giudiziario (B1): -1 (pianta organica da 10 a 9) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; ausiliario (B1): +1 (pianta organica da 3 a 2) - decreto ministeriale 2 agosto 2002.
3) Personale dell'ufficio notifiche, esecuzioni e protesti
Modifica delle dotazioni organiche del personale dell'ufficio notifiche, esecuzioni e protesti: -19, di cui:
ufficiale giudiziario (C1): -8 (pianta organica da 102 a 94) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; ufficiale giudiziario (B3): -17 (pianta organica da 220 a 203) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; operatore giudiziario (B2): -11 (pianta organica da 210 a 199) - decreto ministeriale 26 giugno 2000;
ufficiale giudiziario (C3): + 5 (pianta organica da 0 a 5) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; ufficiale giudiziario (C2): + 34 (pianta organica da 0 a 34) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; ufficiale giudiziario (B3): -15 (pianta organica da 203 a 188) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B2): -4 (pianta organica da 199 a 195) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000;
ufficiale giudiziario (C3): -3 (pianta organica da 5 a 2) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ufficiale giudiziario (C1): +24 (pianta organica da 94 a 118) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; ufficiale giudiziario (B3): -24 (pianta organica da 188 a 164) - decreto ministeriale 6 aprile 2001;
b) Tribunale di Roma - Modifiche delle dotazioni organiche
1) Personale di magistratura
Modifica delle dotazioni organiche del personale di magistratura: -25, di cui:
giudice: -11 (pianta organica da 362 a 351) - decreto ministeriale 7 aprile 2000; presidente di sezione: -1 (pianta organica da 39 a 38) - decreto ministeriale 9 marzo 2001; giudice: -10 (pianta organica da 351 a 341) - decreto ministeriale 9 marzo 2001; giudice: -1 (pianta organica da 341 a 340) - decreto ministeriale 9 aprile 2001;
presidente di sezione: -1 (pianta organica da 38 a 37) - decreto ministeriale 21 dicembre 2001; giudice: -1 (pianta organica da 340 a 339) - decreto ministeriale 21 dicembre 2001.
2) Personale amministrativo
Modifica delle dotazioni organiche del personale amministrativo: -66, di cui:
direttore di cancelleria (C3): -2 (pianta organica da 79 a 77) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; cancellerie (C2): -3 (pianta organica da 97 a 94) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; cancelliere (C1): -5 (pianta organica da 354 a 349) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; cancelliere (B3): -12 (pianta organica da 140 a 128); operatore giudiziario (B2): -12 (pianta organica da 474 a 462) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; operatore giudiziario (B1): -7 (pianta organica da 73 a 66) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; ausiliario (autista) (A1): -7 (pianta organica da 88 a 81) - decreto ministeriale 26 giugno 2000; ausiliario (A1): -6 (pianta organica da 116 a 110) - decreto ministeriale 26 giugno 2000;
cancellerie (C1): -1 (pianta organica da 349 a 348) - decreto ministeriale 12 dicembre 2000;
direttore di cancelleria (C3): +1 (pianta organica da 77 a 78) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; cancellerie (C2): +51 (pianta organica da 94 a 145) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; cancelliere (B3): +50 (pianta organica da 128 a 178) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B3): +2 (pianta organica da 0 a 2) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; contabile (B3): +1 (pianta organica da 0 a 1) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; ausiliario (B2): +2 (pianta organica da 3 a 5) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B2): -40 (pianta organica da 462 a 422) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000; operatore giudiziario (B1): -34 (pianta organica da 66 a 32) - decreto ministeriale 30 dicembre 2000;
contabile (C1): +1 (pianta organica da 0 a 1) - decreto ministeriale 6 aprile 2001; operatore giudiziario (B3): +26 (pianta organica da 2 a 28) - decreto ministeriale
direttore di cancelleria (C3): -1 (pianta organica da 78 a 77) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; cancelliere (C2): +1 (pianta organica da 145 a 146) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; cancelliere (C1): -8 (pianta organica da 348 a 340) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; cancelliere (B3): -3 (pianta organica da 165 a 165) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; operatore giudiziario (B2): -2 (pianta organica da 421 a 419) - decreto ministeriale 2 agosto 2002; ausiliario (B1): -2 (pianta organica da 8 a 6) - decreto ministeriale 2 agosto 2002.
Corte d'appello di Roma - Dotazioni organiche attuali:
Personale di magistratura: 161, di cui:
presidente: 1; presidente di sezione: 27; consigliere: 125; magistrato distrettuale giudicante: 8.
La Sezione Lavoro dispone di un organico magistratuale composto da 5 Presidenti di sezione lavoro, tutti presenti, e 25 consiglieri lavoro; tenuto conto del trasferimento alla Corte medesima di due magistrati, risultano vacanti 2 posti di consigliere lavoro (allo stato non pubblicati dal Consiglio superiore della magistratura).
Le piante organiche dei due Uffici in questione presentano percentuali di scopertura che vanno dal 7,12 per cento della dotazione organica dei magistrati del Tribunale al 15,66 per cento della pianta organica del personale amministrativo della Corte di Appello.
Per quanto concerne specificamente la legge 13 febbraio 2001, n. 48, già citata, con la quale è stato disposto l'aumento del ruolo organico del personale di magistratura per complessive 1.000 unità, si fa presente che il primo intervento di ripartizione, effettuato con decreto ministeriale 23 gennaio 2003 e che ha previsto l'assegnazione di 234 posti, era rivolto principalmente al soddisfacimento delle esigenze operative rilevate presso la Corte suprema di cassazione e le Corti di appello, oltre che alla realizzazione delle piante organiche dei magistrati distrettuali. Pertanto, la Corte di appello di Roma è stata interessata dalla ripartizione del primo contingente realizzata con il decreto ministeriale citato, mentre per il Tribunale di Roma, così come per la maggior parte degli uffici giudiziari di primo grado, è stato ritenuto opportuno procrastinare ai successivi provvedimenti la ripartizione delle ulteriori unità recate in aumento dalla legge suindicata, ripartizione la cui realizzazione è condizionata all'espletamento delle prove scritte degli ulteriori concorsi di cui all'articolo 18 della legge n. 48 del 2001.
Il secondo intervento di ripartizione, di ulteriori 196 posti, realizzato con il decreto ministeriale 7 aprile 2005, non ha interessato gli uffici in esame.
Tuttavia le determinazioni assunte con i citati decreti ministeriali non sono da considerarsi definitive ed esaustive delle necessità operative degli uffici di I e II grado, che saranno valutate in occasione del terzo ed ultimo intervento di ripartizione dei residui 116 posti di magistrato.
Al perfezionamento della procedura predetta seguirà la predisposizione tempestiva del terzo e ultimo intervento di ripartizione dei posti residui.
dirigente: 1; direttore di cancelleria (C3): 10; esperto informatico (C3): 2; comunicatore (C3): 1; contabile (C3): 1; formatore (C3): 2; cancelliere (C2): 41; esperto informatico (C2): 2; contabile (C2): 2; formatore (C2): 4; cancelliere (C1): 70; esperto informatico (C1): 4; bibliotecario (C1): 1; contabile (C1): 5; ausiliario (B3): 1; cancelliere (B3): 44; operatore giudiziario (B3): 16; esperto informatico (B3): 11; contabile (B3): 7; ausiliario (B2): 3; operatore giudiziario (B2): 92; operatore giudiziario (B1): 9; ausiliario (autista) (B1): 14; ausiliario (B1): 2; ausiliario (A1): 19.
personale dell'ufficio notifiche, esecuzioni e protesti: 513, di cui:
ufficiale giudiziario (C3): 2; ufficiale giudiziario (C2): 34; ufficiale giudiziario (C1): 118; ufficiale giudiziario (B3): 164; operatore giudiziario (B2): 195.
Riguardo alla figura professionale del cancelliere C2, determinata in buona parte dall'aumento apportato con 6 aprile 2001 di revisione delle dotazioni organiche dell'amministrazione giudiziaria e successive modifiche, conformemente al nuovo ordinamento professionale delineato dal contratto collettivo integrativo sottoscritto il 5 aprile 2000 in funzione delle procedure di riqualificazione del personale, negli uffici in esame l'organico di detta qualifica ha subito un incremento di ben 24 unità.
Le procedure anzidette hanno subito vari rallentamenti a seguito delle numerose decisioni emanate sia dai giudici del lavoro che da quelli amministrativi.
Le suesposte motivazioni, alle quali si aggiungono le perduranti limitazioni al reclutamento di personale previste dalle normative vigenti, hanno determinato un considerevole slittamento dei tempi previsti per la copertura di tutti i posti vacanti.
In tale prospettiva e tenuto conto della impossibilità di intervenire in tempi brevi con assunzioni o con la definizione delle procedure di riqualificazione, il ricorso a strumenti di natura temporanea costituisce la soluzione più celere di reclutamento del personale.
A tal fine, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2005 il contratto di lavoro con le unità di personale in servizio a tempo determinato (ex lavoratori socialmente utili) presenti negli uffici di Roma sia presso la Corte di appello sia presso il Tribunale, come pure sono stati rinnovati i comandi da altre amministrazioni.
In ordine agli Uffici NEP, nel richiamare quanto detto circa le difficoltà di coprire nell'immediato le vacanze, va rilevato, in particolare, che una parte delle vacanze di ufficiale giudiziario C1 nell'Ufficio NEP di Roma potrà essere coperta con aspiranti che hanno fatto domanda di trasferimento a seguito di interpello del 20 gennaio 2004. Altro strumento che potrebbe consentire la copertura delle vacanze di ufficiale giudiziario C1 va individuato nell'assunzione dei vincitori del concorso a 23 posti per il distretto di Roma.
Giova in proposito precisare che l'articolo 1 comma 97, lettera c) della legge 30 dicembre 2004, n. 311 ha previsto che «nell'ambito di autorizzazione all'assunzione... "secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni è prioritariamente considerata l'immissione in servizio dei vincitori e degli idonei al
Si fa presente, peraltro, che è possibile sopperire alla carenza di ufficiali giudiziari della posizione economica C1 mediante l'utilizzo, per alcune funzioni, del personale appartenente alla posizione economica B3 che negli uffici NEP del distretto, allo stato, presenta 7 unità in soprannumero. A tale proposito è stata diramata la circolare del 27 settembre 2002 (confermata con successiva circolare del 20 luglio 2004) con cui si ribadisce che il contratto integrativo di amministrazione, sottoscritto il 5 aprile 2000 - il quale in forza del rinvio operato dall'articolo 13, comma 5 del contratto collettivo nazionale di lavoro 1998/2001 ha integrato e specificato il sistema classificatorio già delineato con tale contratto collettivo nazionale di lavoro - ha unificato nella figura dell'ufficiale giudiziario i profili professionali di assistente e collaboratore UNEP.
Il contratto integrativo, non distinguendo le funzioni di notificazione e di esecuzione degli atti, ha previsto, pertanto, una interfungibilità di tali funzioni che può assicurare, attraverso la flessibilità nell'impiego delle risorse umane, una maggiore efficienza del servizio.
personale di magistratura: 379, di cui:
presidente: 1; presidente di sezione G.I.P.: 1; presidente aggiunto sezione G.I.P.: 1; presidente di sezione: 37; giudice: 339.
Personale amministrativo: 1359, di cui:
dirigente: 1; direttore di cancelleria (C3): 77; cancelliere (C2): 146; cancelliere (C1): 340; contabile (C1): 1; cancelliere (B3): 165; operatore giudiziario (B3): 28; contabile (B3): 1; ausiliario (B2): 5; operatore giudiziario (B2): 419; operatore giudiziario (B1): 32; ausiliario (autista) (B1): 69; ausiliario (B1): 6; ausiliario (A1): 69.
Come già sopra precisato, i posti vacanti potranno essere coperti all'esito delle procedure di riqualificazione riservate al personale dipendente.
Per quanto riguarda infine la situazione dei locali della sezione lavoro del Tribunale e della sezione lavoro della Corte di appello di Roma, si fa presente che sono terminati in data 24 dicembre 2003 i lavori di somma urgenza, disposti a seguito dei noti eventi dannosi del 3 novembre 2003 dovuti alla fuoriuscita di acqua, che hanno garantito la messa in sicurezza dei locali del secondo piano dell'edificio che ospita la sezione del Tribunale, in viale G. Cesare n. 54, e che
hanno consentito di riprendere l'attività giudiziaria nei tempi più ristretti possibile.
Già in data 2 gennaio 2004 è stata autorizzata la realizzazione della prima fase dei lavori di ristrutturazione completa dei locali direttamente interessati dall'evento dannoso sopra citato. Detti lavori hanno già avuto inizio e stanno per terminare. In tale fase il Provveditorato alle OO.PP. ha inteso consolidare l'intero calpestio del solaio al primo piano per consentire la piena agibilità dello stesso, restituendolo alla funzione giudiziaria, e di intervenire al piano terra solo nell'ambito della seconda fase.
La scelta di procedere per piani, assicurando al termine dei lavori la piena funzionalità degli stessi, è stata dell'organo tecnico che in tal modo ha cercato di limitare il più possibile i disagi derivanti dal cantiere con una esatta delimitazione delle zone di intervento.
Al termine della predetta prima fase di ristrutturazione, sarà autorizzata la seconda che riguarderà il piano terra garantendo il funzionamento della sezione lavoro.
L'eventuale disagio per il personale e per l'utenza dovrebbe essere limitato grazie a tale programmazione dei lavori e, comunque, seppure inevitabile per la permanenza di un cantiere all'interno di un luogo dì lavoro, ogni sforzo (connesso sia alla velocità delle procedure che ai sistemi di sicurezza) è stato compiuto per cercare di ridurlo, ivi compresa la buona volontà degli operatori della giustizia.
In questa sede, comunque, giova rappresentare la circostanza che questa Amministrazione intende assicurare la completa messa in sicurezza della struttura della ex Caserma Cavour, mediante una serie di interventi che saranno progettati dal Provveditorato alle OO.PP. per il Lazio e per i quali è stata consentita la relativa copertura finanziaria nell'ambito del programma di investimenti per l'anno in corso.
Per quanto attiene agli archivi in dotazione presso la sezione lavoro del Tribunale di Roma, a seguito di indagine di mercato effettuata dallo stesso ufficio, la competente Direzione ne ha autorizzato in data 4 gennaio 2005 l'acquisto di nuovi.
Per quanto riguarda la sezione lavoro presso la Corte di appello, si rappresenta che la stessa, nel mese di novembre del 2002, è stata trasferita dalla sede provvisoria di Via Lepanto alla nuova struttura di Via Rossetti, recentemente acquistata dall'Amministrazione, secondo quanto stabilito dalla Commissione di Manutenzione della Città giudiziaria, cui compete ogni decisione sull'utilizzo dei locali da parte degli Uffici rappresentati in seno alla stessa. Detta sede è stata fornita delle attrezzature necessarie a garantirne la funzionalità e, a seguito di indagine di mercato, è stato autorizzato l'acquisto di nuovi archivi.
La consegna dell'edificio in Via Romei alla Corte di Appello di Roma è avvenuta in data 22 marzo 2003. Nel mese di novembre 2003 vi ha trovato sede la Sezione lavoro d'appello (dapprima insediata in Via Rossetti ove lo spazio è risultato insufficiente). Anche per sede di Via Romei, a seguito di richiesta, è stata autorizzata l'indagine di mercato per l'acquisto di nuovi archivi.
Ogni impegno dell'Amministrazione nel reperire nuovi spazi si scontra con la necessità di restare in un ambito urbano finora delimitato nella zona di Piazzale Clodio-Città giudiziaria, comprendente tutto il polo giudiziario penale, e la zona di Viale Giulio Cesare-Via Lepanto, comprendente il polo giudiziario civile. In tale ottica l'unica soluzione percorribile sembra quella di acquisire al demanio dello Stato, per la cessione in uso all'Amministrazione giudiziaria, una delle caserme del quartiere Prati, contigua alle altre caserme già in uso alla Giustizia.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
nel maggio 2001 si è aperto a Bruxelles un ufficio INPDAP, con lo scopo di svolgere un ruolo di rappresentanza, di informazione, assistenza all'utenza e di attività di formazione rivolta ai rappresentanti di Patronati presenti in Belgio e di altre istituzioni italiane (Consolati, Enti, Regioni);
l'attività dell'ufficio INPDAP nel corso del quadriennio ha segnato importanti convegni sui temi del welfare e su questioni attinenti prestazioni previdenziali;
l'ufficio ha anche affrontato e risolto problematiche concrete concernenti, ad esempio, la cadenza delle erogazioni pensionistiche, portata dalla formula bimestrale a quella mensile, determinando, così, il superamento di una condizione pregiudizievole da anni denunciata dai pensionati;
il 10 marzo 2005 il Direttore generate dell'INPDAP ha comunicato all'ufficio di Bruxelles la decisione di chiudere la sede, fissando la data al 30 giugno 2005 e decretando, così, la fine prematura di un'esperienza che aveva dimostrato di propiziare risultati importanti
se sia a conoscenza del fatto e se non ritenga di intervenire per impedire l'estinzione di una positiva esperienza.
(4-14210)
Questo Ministero, con nota n. I/VPS/40410 del 23 maggio 2001, ha dato il proprio assenso a condizione che i costi relativi alla fase di impianto, prima, e di normale funzionamento, poi, dell'ufficio trovassero compensazione nelle future maggiori entrate di carattere finanziario connesse all'avvio delle iniziative, e che venissero sviluppate ulteriori sinergie con altri Enti, oltre a quelle gia messe in atto con l'INAIL.
L'Ufficio aveva lo scopo di stabilire un più efficace collegamento con le Istituzioni comunitarie in tema di politiche socio-previdenziali e l'utilizzo di fondi disponibili per progetti da realizzare autonomamente o in collaborazione con altri Enti.
L'iniziativa si prefiggeva anche funzioni di rappresentanza e coordinamento dell'istituto sul territorio, compresa la concessione di prestazioni istituzionali al notevole numero di dipendenti statali e di Enti Locali che prestano la loro opera presso Uffici comunitari.
A seguito della verifica amministrativo-contabile, promossa e direttamente curata dal Collegio Sindacale dell'INPDAP presso l'Ufficio di Bruxelles nel maggio del 2004, è risultato che le fondamentali condizioni poste dalle Amministrazioni vigilanti all'istituzione della Sede INPDAP di Bruxelles non erano state realizzate; infatti nessun flusso finanziario aggiuntivo era stato conseguito mediante l'attività spiegata, le attività istituzionali svolte erano limitate all'informazione, ed inoltre quelle extra istituzionali proposte avrebbero invaso la competenza del Ministero degli affari esteri e di questo Ministero.
Per l'effetto, è stata segnalata dall'Organo interno di controllo l'opportunità, condivisa dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e da questa Amministrazione, di disporre la chiusura dell'Ufficio in parola.
In ottemperanza all'avviso come sopra espresso dall'Autorità di vigilanza, il Consiglio di Amministrazione dell'INPDAP, con deliberazione n. 191 del 15 giugno 2005, ha provveduto alla soppressione della Struttura con effetto dal 30 giugno 2005.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
è ormai noto il colossale dissesto del Gruppo Coop Casa Lazio, che ha travolto ben 49 cooperative associate ed ha messo in ginocchio oltre 2.500 famiglie laziali che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita e svanire il sogno della casa;
la stampa nazionale ha più volte evidenziato la gravità del problema, dando conto di un'inchiesta giudiziaria, svolta dalla procura della Repubblica di Roma, che ha portato in evidenza la dispersione di centinaia di milioni di euro raccolti tra le famiglie e svaniti nel nulla;
si è appreso inoltre della stampa di questi giorni (Il Sole 24 Ore e Soprattutto) che lo stato di dissesto in cui versava il Consorzio Coop Casa Lazio era ben conosciuto sin dal 1997 dalla Banca popolare di Novara, che nonostante ciò ha supportato il Consorzio, guidato da un certo Emilio Falco, ad oggi in stato di custodia cautelare;
la stampa riferisce dell'esistenza di una ispezione svolta dalla Banca d'Italia nei primi sei mesi del 2001 sull'operato della Banca Popolare di Novara, ispezione che avrebbe rilevato un gravissimo stato di consapevolezza dei massimi dirigenti di quell'istituto, in ordine all'irreversibile stato di insolvenza del Consorzio Coop
non è noto se e in quale modo la Banca d'Italia abbia dato seguito ai suddetti gravi rilievi ispettivi;
nessuna attività risulta essere stata posta in essere, dopo l'ispezione di Banca d'Italia, da parte di Banca Popolare di Novara, tale da impedire il protrarsi di uno stato di dissesto che ha coinvolto a far tempo dal 2001 altre centinaia di famiglie inconsapevoli e che è stato rilevato dalla magistratura nel corso del 2004 su istanza dei soci della Cooperativa Palocco 84;
risulta all'interrogante che nessuna iniziativa processuale sarebbe stata assunta dalla competente Procura della Repubblica nei confronti della Banca Popolare di Novara;
in tale gravissimo contesto, sono già derivate tensioni sociali di rilevante entità e si evidenzia un ulteriore allarmante intreccio tra alcuni settori del sistema creditizio e faccendieri che dilapidano i risparmi dei cittadini -:
di quali informazioni disponga il Governo in ordine alla gravissima vicenda di cui in premessa.
(4-13417)
In tale ambito saranno evidentemente oggetto di valutazione anche i rapporti con il sistema bancario e i pagamenti eventualmente effettuati, in violazione della «par condicio creditorum».
Allo stato degli atti, con riferimento alla Banca Popolare di Novara, risulta una ispezione della Banca d'Italia effettuata nell'anno 1999, dalla quale si evince che la situazione di grave difficoltà economica del Consorzio era nota a quell'Istituto bancario e all'autorità di vigilanza. Si tratta, però, di comportamenti che, salvo ulteriori sviluppi investigativi, non hanno, per i profili oggetto di indagine nel citato procedimento, rilievo sul piano penale.
Il Ministero dell'economia e delle finanze, per la parte di competenza, ha comunicato che la Banca d'Italia, all'uopo interpellata, ha fatto presente che, ferma restando l'impossibilità di fornire informazioni, dati e notizie di vigilanza coperti da segreto d'ufficio, non ha mancato - per quanto di competenza - di assumere le iniziative necessarie e di prestare ampia collaborazione alle Autorità competenti, fornendo le informazioni richieste e trasmettendo la documentazione disponibile.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
Ivan Liggi in servizio come agente presso la stazione di Polizia Stradale di Rimini il 24 febbraio 1997 si trovava ad inseguire Giovanni Pascale che non si era fermato all'alt;
dopo un'ora di inseguimento l'agente riusciva a fermare l'auto; il fuggitivo, si rifiutava di scendere dall'auto e successivamente ripartiva improvviso investendo i due agenti di pattuglia;
nel tentativo di rincorrere l'autovettura, partiva accidentalmente un colpo che feriva a morte Giovanni Pascale;
il 15 ottobre 2005 la Suprema Corte di Cassazione ha condannato definitivamente il poliziotto a 9 anni e 5 mesi e 130.000 euro da risarcire allo Stato;
la sorella del ragazzo deceduto ha dichiarato pubblicamente a più riprese il perdono anche a mezzo stampa e a mezzo
se sia a conoscenza della vicenda e se siano state istruite le pratiche per la concessione della grazia, dal momento che il doloroso incidente è avvenuto durante lo svolgimento delle funzioni di servizio.
(4-13835)
L'Ufficio grazie della direzione generale della giustizia penale ha gia provveduto a trasmettere, in data 26 aprile 2005, l'istanza di clemenza presentata in favore di Liggi Ivan dalla zia, al Magistrato di sorveglianza di Bologna per la completa istruttoria di grazia.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
le leggi nn. 139/92, 135/97, 194/98, 166/02 e successive modifiche ed integrazioni hanno disposto limiti di impegno quindicennali per complessivi 56,05 milioni di euro all'anno per il finanziamento di opere infrastrutturali sugli aeroporti nazionali, con stanziamento sull'apposito capitolo di bilancio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il successivo trasferimento ad ENAC, quale ente attuatore;
la legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) ha previsto il trasferimento di soli 23,74 milioni di euro a favore dell'ENAC per investimenti atti a garantire negli aeroporti nazionali elevati standard di sicurezza in attuazione di normative internazionali nonché il completamento dei lavori in corso;
l'inadeguatezza dello stanziamento, per l'anno 2005, pari a 32,3 milioni di euro di euro, non consente di far fronte ai pagamenti relativi a mutui già contratti con le banche e di attuare i programmi di investimento già varati, oggetto di convenzioni di finanziamento con le società di gestione aeroportuale, aventi la finalità della messa in sicurezza degli aeroporti anche nell'ambito di accordi Stato-Regioni;
a titolo esemplificativo si riporta il caso dell'Aeroporto di Bergamo, Orio al Serio dove la sospensione dei finanziamenti ad ENAC ha provocato la cancellazione di uno stanziamento di 4,9 milioni di euro ed è relativo all'impianto di smistamento dei bagagli in partenza e controllo del 100 per cento dei bagagli di stiva già realizzato dalla società di gestione aeroportuale SACBO spa -:
se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a ripristinare gli originari stanziamenti annuali previsti da vigenti leggi a carattere pluriennale per il finanziamento di opere infrastrutturali sugli aeroporti nazionali.
(4-14529)
Per la realizzazione di infrastrutture aeroportuali previste dalle leggi nn. 139/92, 539/95, 515/96, 641/96, 345/97, 135/97, 295/98, 194/98, 388/2000, 448/2001 e 166/2002 sono effettuati, sempre dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti all'Enac, i trasferimenti dei fondi iscritti nel cap. 7954 che, fino all'anno finanziario 2003, erano previsti nella Tabella F della legge finanziaria annuale.
Relativamente al cap. 2161, nel corso degli anni dal 2002 al 2004, risultano trasferiti all'ENAC i seguenti fondi:
Anno 2002: trasferimenti euro 48.427.010,54; spese previste di funzionamento ENAC euro 14.159.517,53; surplus positivo + euro 34.267.493,01.
Anno 2003: trasferimenti euro 34.037.000,00, spese previste euro 14.159.517,53; surplus positivo +euro 21.877.482,47.
Anno 2004: trasferimenti euro 13.551.499,17; spese previste di funzionamento ENAC euro 14.159.517,53; surplus negativo -euro 608.018,36.
Anno 2005: disponibili sul P.G. 01 (articolo 7 d.lgs. n. 250/97) euro 48.112.000,00; Spese di funzionamento previste euro 14.159.517,53; Surplus positivo +euro 33.952.482,47.
Relativamente al cap. 7954, sulla base delle specifiche leggi di finanziamento, dovrebbe essere previsto annualmente uno stanziamento pari ad euro 58.631.351,00 e ciò è avvenuto fino all'anno 2003. Nell'anno 2004 è stato invece previsto uno stanziamento pari ad euro 7.746.854,00, aumentato nel corso dell'anno di euro 37.300.000,00 in applicazione della legge n. 47/2004, mentre nell'anno 2005 lo stanziamento previsto è pari ad euro 23.746.854,00.
Sul cap. 7954 risulta, pertanto, una evidente carenza di fondi per la realizzazione di infrastrutture aeroportuali. Al fine di ovviare a tale carenza sono state quindi avviate le iniziative necessarie per poter utilizzare il surplus di fondi esistente in parte corrente per le spese di funzionamento per investimenti infrastrutturali.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
in data 30 giugno 2004 presso il ministero del lavoro è stato sottoscritto un accordo, tra la Regione Puglia, l'Inps - Direzione Centrale e Direzione Regionale e la Filtea-CGIL, Femca-CISL, Uilta-UIL, che prevede un finanziamento del ministero del lavoro pari ad 11 milioni di euro per interventi di proroghe delle procedure di mobilità e Cassa Integrazione Straordinaria attivate dalle imprese con oltre 15 addetti e l'estensione alle aziende al di sotto di 15 unità lavorative degli stessi strumenti di Ammortizzatori sociali per l'anno 2004;
in particolare tale accordo, nella provincia di Lecce, ove vi è una perdurante crisi che investe il settore dell'artigianato e delle piccole e medie imprese del settore tessile, abbigliamento, calzaturiero, interesserebbe circa 2000 persone;
tale accordo è l'attuazione dell'articolo 3 comma 137 della legge 350/2003 (Legge Finanziaria 2004) -:
se il Governo non ritenga di dover procedere tempestivamente alla attuazione e al finanziamento degli Accordi sottoscritti al fine di evitare una situazione di gravissima tensione sociale conseguente a prevedibili massicci licenziamenti di lavoratori in una provincia, quale quella di Lecce già segnata da un altissimo tasso di disoccupazione e da una grave crisi economica.
(4-11064)
Le citate modifiche attengono sia all'aumento del limite complessivo di spesa, disponibile per la concessione di proroghe al trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità di disoccupazione speciale, sia alla variazione del termine ultimo entro il quale il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può concedere le predette proroghe.
In particolare, il suddetto limite di spesa è stato portato da 310 milioni di euro a 360 milioni di euro e il termine per la concessione delle proroghe è stato posticipato dal 31 dicembre 2004 al 30 aprile 2005.
Si rappresenta, inoltre, che questo Ministero ha emanato, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, il decreto interministeriale n. 35462 del 27 gennaio 2005, con il quale sono stati concessi sia il trattamento straordinario di integrazione salariale, sia di indennità straordinaria di mobilità alle aziende del settore tessile, calzaturiero e dell'abbigliamento, ubicate nella regioni: Puglia, Emilia Romagna e Umbria.
In relazione a tale decreto, l'INPS ha fatto presente di aver emanato le istruzioni operative con i messaggi n. 6280 del 23 febbraio 2005 e n. 17373 del 34 maggio 2005.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il decreto legislativo n. 151 del 27 aprile 2001, agli articoli 16 e 17, tratta dei periodi corrispondenti al congedo di maternità, verificatisi al di fuori del rapporto di lavoro, che vengono considerati utili ai fini pensionistici, a condizione che il soggetto possa far valere, all'atto della domanda, almeno cinque anni di contribuzione versata in costanza di rapporto di lavoro;
la contribuzione figurativa viene accreditata secondo le disposizioni di cui all'articolo 8 della legge 30 aprile 1981, n. 155, con effetto dal periodo in cui si colloca l'evento. Lo stesso decreto legislativo sopra citato, all'articolo 35, non pone più alcun limite alla collocazione temporale dell'evento da riconoscere, fermo restando il requisito dei cinque anni di contribuzione;
dai «contenuti all'articolo 35 del decreto in parola si evince la chiara volontà del legislatore di venire incontro a tutti i soggetti che all'atto della maternità non avevano alcun rapporto di lavoro»;
appare pertanto inimmaginabile che la volontà del legislatore possa essere annullata dai criteri operativi che pregiudicano di fatto le legittime aspettative di migliaia di lavoratori ai quali il legislatore ha voluto riconoscere senza limite alcuno i periodi di maternità verificatisi fuori dal rapporto di lavoro;
il decreto in questione non pone alcun limite temporale alla domanda di richiesta del beneficio e non poteva essere altrimenti;
l'Inpdap, facendo riferimento a normative di carattere generale, ha inserito, secondo l'interrogante, arbitrariamente, due condizioni: presentazione della domanda in costanza di rapporto di lavoro, ovvero entro il termine di 90 giorni dalla cessazione definitiva del servizio. Condizioni queste, a parere dell'interrogante, del tutto arbitrarie tant'è che la informativa Inpdap 8 febbraio 2003 fa riferimento all'articolo 25 del decreto (che nulla dice in ordine ai tempi di presentazione della domanda) e stabilisce che l'istanza deve essere presentata anteriormente al momento del collocamento a riposo oppure al termine ordinatorio di 90 giorni dalla data alla circolare Inpdap -:
quale sia la corretta interpretazione della norma di cui in premessa e quali
(4-11481)
In particolare, per effetto dell'articolo 35, comma 5, del decreto legislativo in esame, i periodi fuori dal rapporto di lavoro, corrispondenti a quelli di astensione facoltativa per maternità (ora congedi parentali) fruibili in costanza del rapporto di lavoro, possono essere riscattati, ai fini del conseguimento del diritto e della determinazione dell'importo della pensione, a prescindere dal fatto che si collochino temporalmente prima o dopo il 1o gennaio 1994, alla sola condizione che il dipendente interessato sia in possesso di almeno 5 anni di contribuzione versata per effettiva attività lavorativa.
L'eccezione posta nell'interrogazione riguarda le modalità operative della richiesta di riscatto che, ponendo un limite perentorio alla presentazione delle stesse, vengono ritenute lesive della volontà del legislatore il quale ha voluto riconoscere, senza alcun limite, i periodi di maternità collocati al di fuori del rapporto di lavoro.
In ottemperanza alle disposizioni previste dall'istituto di riscatto disciplinato rispettivamente dal regio decreto-legge 680 del 1938 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, la domanda di riscatto in argomento può essere presentata da parte degli iscritti alla Gestione subentrata alla ex Casse pensioni (ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 274 del 1991), così come dagli iscritti alla gestione separata dei trattamenti pensionistici del personale delle Amministrazioni statali (circolare n. 38 del 2004), soltanto in costanza di rapporto di lavoro ovvero entro il limite perentorio di 90 giorni dalla data di cessazione dal servizio.
Pur nel rispetto del riconoscimento della maternità come condizione umana di alto valore sociale e meritevole di un complesso di tutele più ampie possibili, l'INPDAP, in assenza di una diversa previsione normativa, si attiene a quanto già regolato da leggi.
L'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo 151 del 2001 prevede che: «in favore dei soggetti iscritti al fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle forme di previdenza sostitutive ed esclusive dell'assicurazione generale obbligatoria, i periodi corrispondenti ai congedi di maternità e paternità (astensione obbligatoria), di cui agli articoli 16 e 17 dello stesso decreto legislativo, per eventi verificatisi al di fuori del rapporto di lavoro, sono considerati utili ai fini del diritto e della misura della pensione, a condizione che, all'atto della domanda, gli aventi diritto possano far valere almeno cinque anni di contribuzione (nell'arco dell'attività lavorativa) versata in costanza di rapporto di lavoro. La contribuzione figurativa è accreditata secondo le disposizioni di cui all'articolo 8 della legge n. 155 del 1981 con effetto dal periodo in cui si colloca l'evento da riconoscere». Per una corretta interpretazione di tale norma l'informativa INPDAP n. 8 del 28 febbraio 2003, stabilisce che l'istanza di accredito figurativo del richiamato articolo 25 debba essere presentata da «soggetti iscritti» e quindi da soggetti in servizio alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 151 del 2001 (27 aprile 2001), anteriormente al momento del collocamento a riposo, ovvero entro il termine ordinatorio di 90 giorni dalla data di pubblicazione della stessa per coloro che siano cessati dal servizio ovvero titolari di pensione indiretta o di reversibilità.
Il termine di 90 giorni (28 febbraio-29 maggio 2003) previsto dalla citata informativa per presentare la domanda di accredito figurativo deve intendersi ultimo e non prorogabile, in quanto il requisito di «iscritto» richiesto dall'articolo 25 -
Si ritiene, peraltro, di far rilevare che una diversa interpretazione creerebbe disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori cessati dal servizio dopo la predetta data del 29 maggio 2003, ai quali è preclusa la possibilità di presentare istanza di accredito figurativo dopo la cessazione dal servizio.
Unica eccezione si prefigura nel caso della prosecuzione volontaria, per la quale la condizione di «soggetti iscritti» richiesta dagli articoli 25 e 35 del decreto legislativo n. 151 del 2001 deve intendersi perfezionata; i contributi volontari hanno lo stesso valore di quelli obbligatori versati dall'Ente datore di lavoro, e provvedono alla copertura assicurativa dei periodi scoperti da contribuzione, conservando tutti i diritti derivanti dal rapporto assicurativo precedentemente instaurato con l'Istituto.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la sede provinciale INPS di Belluno, istituita fra le prime in Veneto e in Italia, oggi si trova in serie difficoltà che possono compromettere lo svolgimento delle funzione previdenziali ed assistenziali destinate ai cittadini già penalizzati in tanti altri servizi per le peculiarità della zona montagnosa;
a fine anno si perderanno per quiescenza alcune figure professionali di rilievo, altre entro il prossimo anno: Responsabili di Processo, Capi di Agenzia, Segreteria del Comitato, tutto a causa della rigidità del processo evolutivo delle carriere che penalizza la periferia e ha come unica alternativa la mobilità fra Enti pubblici, utile ma non adeguata a fronteggiare la situazione;
la riorganizzazione in pool regionale degli ispettori INPS ha come risultato la figura di un solo ispettore con sede a Belluno, mentre prima operava un gruppo di ispettori ben coadiuvato dalla Direzione e profondo conoscitore della realtà socioeconomica locale. I dati recenti parlano di una continua crescita del mercato nero e della necessità di una copertura che sia in grado di contrastarlo;
nella sede di Belluno ora si verifica la presenza di un solo medico e la sua completa assenza presso le Agenzie periferiche. Per colmare questa carenza attualmente ci si avvale dello staff di medici regionali, in un territorio dove spostarsi il più delle volte è complicato;
la normativa attualmente in vigore realizza economie di scala mediante la concertazione dei servizi in staff a livello regionale, quindi i problemi sopraelencati sicuramente si riscontrano anche nelle altre realtà lavorative. La morfologia e la specificità bellunese sono tali che rendono il problema ancor più acuto -:
se il Ministro ritenga doveroso promuovere, per quanto di propria competenza quelle iniziative programmate tra Stato e Regioni che riconoscano alle popolazioni di montagna il diritto di avere servizi adeguati e non inferiori a quelli di cittadini che abitano in altre zone morfologicamente più fortunate.
(4-12699)
In merito all'attività di vigilanza, l'Istituto premette che la stessa ha carattere regionale e, pertanto, in tale ambito si ricorre all'impiego dell'intero corpo ispettivo in relazione a programmi e alle esigenze delle diverse strutture provinciali.
In particolare, nella provincia di Belluno tale attività viene garantita, mediamente, da cinque funzionari ispettivi, che operano sul territorio indipendentemente dalla Sede di appartenenza.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
numerosi giovani piloti civili, al termine di una lunga, difficile quanto costosa preparazione e pur in possesso di tutti i prescritti brevetti e necessarie abilitazioni trovano grandi difficoltà al momento dell'assunzione poiché le compagnie aeree aggiungono sempre nuove indispensabili abilitazioni per vettori in loro possesso e tali abilitazioni sono a totale carico economico dei piloti, per importi di molte migliaia di euro;
nel gennaio 2001 un gruppo di 147 giovani, pur sostenendo una spesa individuale di oltre 140 milioni delle vecchie lire, per partecipare ai corsi Skymaster organizzati dall'Alitalia e pur superando tutte le successive prove selettive previste, ad oggi, a distanza cioè di 4 anni, non solo non hanno avuto la preventivata assunzione da parte della Alitalia, ma hanno anche - con rammarico e stupore - dovuto apprendere che i corsi da loro svolti a pagamento non sono spendibili presso compagnie non italiane in quanto non rispettano gli standard europei necessari per avere titolo di assunzione lavorativa -:
come mai gli accordi sindacali, siglati nel 2001 per tutelare anche i su citati giovani piloti, siano stati disattesi e se verranno almeno rispettati i punti fondamentali, ossia il mantenimento in validità delle licenze da loro conseguite e la priorità di assunzione rispetto a qualsiasi altro pilota nel Gruppo Alitalia.
(4-15364)
Infatti, Enac sottolinea che nel contratto che l'allievo firmava per l'accettazione delle modalità di pagamento, non si faceva alcun riferimento ad una eventuale successiva assunzione da parte di Alitalia in caso di superamento del corso di addestramento.
Quanto sopra veniva evidenziato nell'ambito dell'accordo sindacale del 20 luglio 2001 sottoscritto tra Alitalia, Alitalia Team e le Organizzazioni sindacali e veniva altresì previsto che i piloti ex allievi Skymaster avrebbero rappresentato un bacino di riferimento prioritario laddove le loro caratteristiche fossero risultate adeguate e coerenti con le necessità delle suddette aziende.
Purtroppo, la crisi dell'industria aeronautica determinata dagli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, ha obbligato la compagnia a definire un piano di emergenza che ha determinato il blocco delle assunzioni di piloti, considerata anche la significativa contrazione del network Alitalia avvenuta a seguito della chiusura di numerosi scali di rete internazionale.
Al fine di rispettare la parte dell'accordo in cui si prevedeva la possibilità di eventuali inserimenti anche in altre realtà del Gruppo, comunque, non su base di priorità, Alitalia Express dal 2002 ha incluso tra le assunzioni di piloti effettuate, anche 92 piloti provenienti dalla Scuola Skymaster.
L'Enac pone in rilievo che sempre seguendo tale logica, Alitalia ha offerto agli altri piloti formati presso la Scuola Skymaster
Per quanto riguarda gli altri impegni previsti nell'accordo sindacale del 20 luglio 2001, relativamente ai sostegni di tipo economico e ai costi per il mantenimento in corso di validità dei titoli aeronautici conseguiti, la crisi di cui si è fatto cenno ha impedito il concreto avvio dei programmi previsti.
A tal proposito, la società Alitalia ha dovuto adottare specifiche misure di contenimento dei costi che hanno determinato la cancellazione di tutte le voci di spesa non necessarie a garantire la continuità aziendale.
L'Ente pone inoltre in evidenza che le questioni sollevate dai piloti che hanno frequentato presso l'Alitalia o presso altre organizzazioni d'addestramento nazionali i corsi cosiddetti «ab initio» integrati, vale a dire corsi che consentono di conseguire la licenza professionale di volo partendo da zero, sono all'attenzione della Direzione licenze del personale dell'ENAC.
L'Ente nazionale per l'aviazione civile rappresenta che con l'introduzione dei regolamenti europei JAR FCL 1,2,3 ed a seguito della delibera del Consiglio di amministrazione dell'Ente medesimo n. 4/2000, a partire dal 1o ottobre 2000 l'Italia si è impegnata a rilasciare licenze di pilotaggio conformi ai requisiti europei JAR (Joint Aviation Requirements) seguendo i nuovi programmi d'addestramento e controllo, oppure mediante conversione del titolo nazionale, purché determinate condizioni dettate dal JAA (Joint Aviation Authority) vengano rispettate.
Nel caso in questione, i piloti che hanno frequentato un corso secondo le regole nazionali, pur avendo comunque sette anni di tempo per poter fare l'esame finale al maturare quindi dei requisiti d'esperienza, potrebbero essere impiegati solo presso operatori nazionali. Cosa in questo momento assai problematica a causa della crisi del settore.
D'altro canto, gli operatori esteri richiedono una licenza con i requisiti europei JAR, preclusa ai piloti che hanno svolto l'addestramento secondo la precedente normativa.
L'Enac fa conoscere, infine, che per ovviare ad una situazione così penalizzante ha ritenuto di prendere in considerazione la particolare valenza formativa dei corsi «integrati» frequentati da questi piloti e ha predisposto un percorso che, tenendo conto delle caratteristiche dell'addestramento già svolto, consenta loro di conseguire la licenza di volo con i requisiti JAR.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
una recente ricerca sulla salute umana ed ambientale commissionata dalla associazione «Greenpeace» presso un laboratorio di analisi (laboratorio indipendente olandese, TNO) avrebbe evidenziato la presenza di composti potenzialmente pericolosi, all'interno di prodotti commercializzati nel nostro Paese;
tali prodotti alla luce della loro specifica peculiarità sarebbero destinati al consumo e all'utilizzo, in particolare, da parte dei bambini (giocattoli, detergenti per l'infanzia, magliette);
l'elaborazione dei dati e lo sviluppo della ricerca avrebbe evidenziato una situazione di potenziale incidenza diretta sulla salute pubblica;
il rischio di avvelenamento sarebbe causato dalla insidiosa presenza di ftalati, alchifenoli, muschi sintetici, composti organostannici, sostanze chimiche presenti all'interno dei prodotti afferenti dei generi più disparati;
la notizia è stata diffusa nell'ambito di una conferenza stampa di presentazione dei risultati della ricerca e, conseguentemente, divulgata dai mezzi di informazione;
inevitabile si è registrata la comprensibile preoccupazione dei cittadini particolarmente scossi dal rischio che tali sostanze possano compromettere, in particolare, la salute dei soggetti più deboli ed indifesi della popolazione;
l'allarme lanciato dalla indagine svolta nei laboratori di analisi merita, ad avviso dell'interrogante, di essere accolto con profondo senso di responsabilità allo scopo di consentire verifiche rapide mediante l'utilizzo di mezzi avanzati e risorse adeguati -:
quali iniziative urgenti il Ministro intenda adottare per consentire una approfondita verifica di quanto denunciato;
se non ritenga necessario calibrare, sotto il profilo della prevenzione sanitaria, studi specifici e ricerche scientifiche per individuare e contrastare la presenza di sostanze nocive nei prodotti di consumo e di utilizzo degli ignari consumatori;
se non ritenga opportuno promuovere iniziative dirette a realizzare un completo monitoraggio delle sostanze utilizzate nei prodotti industriali legati al consumo dei bambini allo scopo di fornire utili indicazioni per una più attenta modalità di utilizzazione e conservazione dei prodotti industriali presenti nel mercato.
(4-14102)
Sulla base di quanto reperibile sul web, in merito al suddetto studio, le indagini appaiono essere state incentrate sulla potenziale esposizione dei consumatori a sostanze chimiche, attraverso tre tipologie di prodotti:
a) giocattoli;
b) cosmetici;
c) prodotti di consumo.
Quanto agli ftalati, a livello nazionale sono stati emanati specifici provvedimenti normativi che disciplinano l'uso di esteri ftalici, prevedendo in alcuni casi il divieto d'impiego in quei settori nei quali si sia ravvisato un potenziale rischio per i consumatori.
Tra questi, si segnalano in particolare:
a) il decreto ministeriale del 30 settembre 1999, che vieta l'uso di alcuni esteri ftalici in giocattoli in plastica morbida, destinati a bambini di età compresa tra 0 e 36 mesi;
b) il decreto ministeriale 17 dicembre 1999, n. 538, successivamente aggiornato dal decreto ministeriale 28 marzo 2003, n. 123, con i quali viene limitato o vietato l'uso di alcuni esteri ftalici nei materiali a contatto con alimenti e negli oggetti per puericultura.
Le diverse proposte di strategie per la riduzione dei rischi previsti per gli esteri ftalici, elaborate dall'apposito gruppo tecnico comunitario («Risk Reduction Strategy Group of the Member States for the Implementation of Council Regulation (EEC) 793/93 on the Evaluation and Control of Risks of Existing Substances»), sono attualmente in corso di pubblicazione.
Relativamente ai prodotti cosmetici, nei quali sono ricompresi i detergenti per l'infanzia, si segnala che con il decreto legislativo 15 febbraio 2005, n. 50, recante «Attuazione della direttiva 2003/15/CE e della direttiva 2003/80/CE, in materia di prodotti cosmetici», viene vietato l'utilizzo, nei prodotti cosmetici, di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, Categoria 1, 2 o 3, ai sensi dell'allegato I del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, di attuazione della direttiva 92/32/CEE concernente classificazione,
Una sostanza, classificata nella categoria 3, può essere utilizzata nei cosmetici solo se è stata sottoposta alla valutazione del Comitato Scientifico per i prodotti cosmetici e non alimentari (SCCNFP) dell'Unione europea e dichiarata accettabile per l'utilizzo nei prodotti cosmetici.
Per i prodotti di consumo in generale, ai quali sono riconducibili tutti i prodotti destinati al consumatore, qualora non soggetti a disposizioni specifiche, il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 172 «Attuazione della Direttiva n. 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti», prevede che il produttore possa immettere: sul mercato solo prodotti «sicuri», che presentano un rischio nullo o minimo; anche la composizione del prodotto è considerata fra gli elementi da valutare per giudicare se lo stesso prodotto è «sicuro».
Il decreto n. 172 del 2004 prevede, inoltre, misure di sorveglianza e controllo dei prodotti immessi sul mercato.
Per le tre tipologie di prodotti menzionati, esiste una disciplina normativa mirata alla prevenzione dell'esposizione a sostanze chimiche potenzialmente pericolose e alla sorveglianza del mercato.
Qualora si dovessero riscontrare sul mercato prodotti non conformi alla normativa contenenti sostanze pericolose, la cui presenza rappresenti un rischio inaccettabile per l'uomo, tali prodotti verrebbero ritirati dal mercato mediante le procedure specifiche previste.
Quanto alle magliette per bambini, le sostanze riscontrate dall'indagine sono gli ftalati, derivanti da stampe applicate al tessuto, e non dal tessuto stesso.
In base alle conoscenze attuali, l'assorbimento cutaneo di esteri ftalici è generalmente molto ridotto; in particolare, l'assorbimento cutaneo dello ftalato di diisononile (DINP) negli animali da laboratorio è risultato essere pari al 2-4 per cento delle dosi applicate, ed è accertato che la pelle umana è da 4 a 30 volte meno permeabile della cute dei ratti.
Nel rapporto del «National Toxicology Program» statunitense (NTP-CERHR Export Panel Report, on DINP, NTP-CERHR-DINP-00, Oct. 2000), è riportato che studi di comparazione fra l'assorbimento dermale di ftalati nell'uomo e nei ratti suggeriscono che l'assorbimento cutaneo di DINP nell'uomo possa essere ritenuto trascurabile.
Analoga conclusione viene riportata anche nel Rapporto di Valutazione del Rischio sul DINP, preparato a livello comunitario in base al Regolamento 793/93/CEE (Risk Assessment Report, Final Report, 2003).
Pertanto, si ritiene che non sussistano elementi per far supporre un effettivo pericolo derivante da tali articoli di abbigliamento, secondo i correnti metodi di valutazione del rischio.
Si segnala che l'approccio europeo relativo alle sostanze chimiche sarà armonizzato nel Regolamento «Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals» (REACH), di imminente approvazione, e ai lavori preparatori del quale hanno fattivamente partecipato rappresentanti del Ministero della salute e dell'Istituto superiore di sanità.
Nel rispetto della funzione di vigilanza svolta dalle Regioni e Province Autonome, sarà cura del Ministero della salute segnalare l'esigenza della massima attenzione nell'espletamento dei controlli da parte degli enti istituzionalmente competenti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
gli ex dipendenti dell'Ente Portuale di Venezia (circa 120), collocati in prepensionamento nel maggio del 1998 per effetto del decreto-legge n. 457 del 1997, così come convertito il 27 febbraio 1998, stanno usufruendo di un trattamento pensionistico calcolato sulla base delle normative precedenti alla data del loro prepensionamento, comprendente esclusivamente gli elementi retributivi fissi, escludendo gli elementi accessori;
tale modalità di calcolo è secondo l'interrogante palesemente errata; tali lavoratori
tali lavoratori hanno inoltrato fin dalla data del loro pensionamento domanda all'Inpdap di Venezia per l'ottenimento di quanto loro dovuto ai sensi dell'articolo 8, comma 4 della legge n. 30 del 1998, previo il pagamento da parte degli interessati dei relativi oneri contributivi;
dopo sei anni l'Inpdap di Venezia non ha ancora provveduto a ricalcolare le pensioni e a liquidare gli arretrati, nonostante si tratti solo di 120 casi -:
se il Ministro intenda intervenire per sollecitare l'Inpdap di Venezia a risolvere il caso dopo sei anni.
(4-11576)
L'articolo 1, comma 7, della legge n. 647 del 23 dicembre 1996 prevede che, su richiesta dell'interessato, possano essere inclusi nella prima quota di pensione tutti quegli emolumenti accessori percepiti dal dipendente, previo pagamento da parte dello stesso dei contributi, sia per la quota a carico dell'Ente sia per la quota a carico dell'iscritto.
A seguito delle istanze avanzate dagli interessati per la valutazione del salario accessorio nella prima quota di pensione, il competente Ufficio Entrate Contributive ha predisposto un primo prospetto di calcolo per la valutazione dei contributi e relativi interessi da corrispondere per il riconoscimento, nel calcolo della pensione, degli emolumenti accessori percepiti dalla data di collocamento a riposo al 31 dicembre 1995, in quanto dal 1o gennaio 1996 tali emolumenti sono diventati pensionabili.
L'ufficio liquidazione pensioni ha quindi determinato la pensione definitiva valutando in quota A tutti gli emolumenti percepiti (fissi e accessori) fino al 31 dicembre 1995 e in quota B il salario accessorio dal 1o gennaio 1996.
I dubbi interpretativi sorti sulla valutabilità in quota A anche del salario accessorio percepito successivamente al 1o gennaio 1996, sono stati risolti previo quesito rivolto all'Ufficio Normativa della Direzione Centrale Trattamenti Pensionistici dell'Istituto, che si è espressa favorevolmente sul riconoscimento del salario accessorio percepito dal 1o gennaio 1996 nella prima quota di pensione (A) previo versamento volontario dei contributi.
Di conseguenza, il locale Ufficio Entrate Contributive ha provveduto a ricalcolare l'onere a carico dei dipendenti e ha trasmesso la documentazione all'Ufficio Pensioni per la liquidazione, soltanto dopo aver ottenuto da parte degli interessati l'accettazione del trattamento definitivo così come rideterminato.
Malgrado l'arretrato in materia pensionistica gravante presso la Sede di Venezia, nel corso dell'anno 2004 si è provveduto a liquidare 40 delle 120 pratiche in argomento ed ad approntarne 29, dedicando, comunque, ogni attenzione alla completa definizione dei restanti casi entro breve termine.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
in queste ore stanno per essere diffuse le «quote» 2005 per l'ingresso in Italia di lavoratori provenienti da nazioni estere extracomunitarie;
appare evidente come la gran parte delle predette «quote» saranno immediatamente coperte con un gran numero di domande;
risulta che l'accoglimento delle domande avverrà in base all'ordine di presentazione, ma ancora in queste ore non è dato di sapere se e quando verranno presentate le liste di disponibilità. Quindi vi saranno probabilmente code, resse agli sportelli, incertezza sul perché o come qualcuno potesse già sapere quando sarebbero state pubblicate tanto da presentarsi agli sportelli in anticipo o nelle primissime ore dopo la pubblicazione;
ad avviso dell'interrogante, dovrebbe essere rivisto il criterio con cui vengono oggi assegnate le predette «quote», nel senso di determinare un periodo (ad esempio dal 1 al 31 gennaio) durante il quale le imprese interessate possano depositare (od inviare a mezzo posta) le richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari agli Uffici provinciali del lavoro, unendo alla domanda solo un minimo di documentazione;
se ad ogni domanda fosse assegnato un numero, i Ministeri avrebbero innanzitutto una mappa di quante sono le richieste, anche per capire come dividere le quote tra le diverse nazioni;
fissate le quote e divise per regioni e province, ove il numero delle domande fosse superiore ai posti disponibili si procederebbe in un tempo certo (per esempio entro fine febbraio) mediante estrazione ad assegnare i permessi di lavoro, invitando le ditte richiedenti a presentare solo allora tutta la dovuta documentazione. Verrebbero inoltre estratti un congruo numero di «numeri eccedenti» per integrare quei posti che, per mancanza di documentazione, sopravvenuti avvenimenti o per situazioni inaccettabili ai sensi di legge, si fossero resi liberi dei posti già assegnati mediante la prima estrazione e non conseguentemente coperti;
ciò permetterebbe la copertura di tutti i posti previsti per ogni nazione di provenienza;
in questo modo tutto verrebbe gestito nella calma, nella regolarità, nell'interesse degli uffici e degli utenti e con la possibilità di gestire tutta l'operazione in tempi precisi, stante l'assurdità che oggi vengono premiati i «primi depositari» di una domanda da presentarsi per una data che non si conosce che solo successivamente -:
se i ministri interessati non ritengano di dover prendere in seria considerazione queste proposte, dettate anche da esperienze estere in condizioni analoghe;
se ritengano di dover adottare iniziative normative nel senso sopra descritto.
(4-12625)
In particolare, si è previsto la presentazione della documentazione da parte del datore di lavoro ai fini della richiesta di nulla osta non dovrà più avvenire recandosi personalmente presso la Direzione Provinciale del Lavoro, ma tramite invio postale con raccomandata. Con tali provvedimenti è stata, dunque, realizzata una notevole semplificazione e facilitazione delle procedure, soprattutto, in considerazione del numero di Uffici postali presenti sul territorio nazionale (n. 14.000) contro i 103 uffici provinciali del lavoro.
Si ricorda, inoltre, che l'innovazione più rilevante è stata introdotta dallo «sportello unico», a seguito dell'entrata in vigore, il 25 febbraio 2005, del nuovo regolamento di attuazione del testo unico sull'immigrazione, previsto dall'articolo 22, del decreto legislativo n. 286 del 1998 e disciplinato dall'articolo 30, del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 334 del 2004.
Il predetto «sportello unico» è composto dai rappresentanti della Prefettura, della Direzione Provinciale del Lavoro e della Polizia di Stato ed in esso, quale sede unica
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed il Ministero dell'interno, con la direttiva del 13 maggio 2005 e con le circolari nn. 1 e 3 hanno provveduto a dettare le linee guida per l'operatività delle nuove strutture.
Per quanto riguarda, poi, la diffusione delle informazioni relative ai decreti di programmazione dei flussi di ingresso, la stessa viene assicurata attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Infatti, i due distinti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2004, concernenti la programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari e neocomunitari sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale il 2 febbraio 2005.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la stampa nazionale ha dato ampio risalto all'iniziativa del Sindaco di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, Gianluca Buonanno;
il sindaco ha deliberato di concedere un contributo di 100 euro a tutti i cittadini diciottenni che intendono conseguire la patente di guida ed un ulteriore bonus di 50 euro se avranno trascorso un certo periodo da «patentati» senza perdere punti;
l'iniziativa appare meritevole di attenzione in quanto introduce un forte interessamento dell'ente locale all'educazione dei giovani al volante, per favorire la sicurezza delle persone ed il corretto utilizzo della vettura;
muovendo dall'iniziativa del sindaco di Varallo Sesia non ritenga di concerto con il Ministro dell'interno e con l'Associazione nazionale comuni d'Italia (ANCI), di adottare iniziative volte a sensibilizzare i commi italiani per farli partecipare concretamente e costruttivamente all'importante appuntamento del conseguimento della patente di guida da parte dei giovani ed alla valutazione premiale per quei giovani che non perdono punti per la violazione delle norme del codice della strada.
(4-12945)
In tale ambito, pertanto, le singole amministrazioni comunali possono organizzare le iniziative che ritengono più opportune sulla base delle autonome disponibilità organizzative ed economiche mentre risulta di più difficile attuazione porre in essere azioni coordinate soprattutto in considerazione delle differenti esigenze risorse priorità e piani di intervento proprie di ogni comune.
Tuttavia è bene ribadire che la sicurezza stradale ha costituito e continua a costituire uno dei punti focali dell'attività del Governo che ha assunto numerose e importanti iniziative in materia, tra le quali si ricorda l'assegnazione di ulteriori due punti agli automobilisti che non abbiano subito decurtazioni negli ultimi due anni, come stabilito dall'articolo 7 comma 3 lettera
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
per i lavoratori che sono stati esposti a rischi legati all'amianto sono state previste dall'articolo 13 comma 7 e 8 della legge 252 del 1992 particolari provvidenze, modificate ed integrate poi dalla legge 271 del 1993 e seguenti;
per poter addivenire alle predette provvidenze i lavoratori devono poter dimostrare di essere stati effettivamente a contatto con ambienti o lavorazioni legate al rischio amianto;
questo è stato il caso della ditta SISMA spa che per molti anni ha operato con uno stabilimento a Villadossola (provincia del Verbano Cusio Ossola) e con sede legale oggi a Odolo (Brescia), tenuto conto che lo stabilimento di Villadossola oggi non è più operativo sotto il nome SISMA;
per poter documentare all'INAIL le mansioni effettivamente svolte dai singoli lavoratori, in presenza di una avvenuta chiusura dello stabilimento come SISMA si è proceduto a raccogliere una serie di dichiarazioni autenticate da parte dei dirigenti e/o capireparto che - sotto la propria e diretta responsabilità e con dichiarazioni sottoscritte ai sensi di legge - hanno certificato le specifiche mansioni dei lavoratori;
queste dichiarazioni sono state prodotte all'INAIL con la documentazione attestante le qualifiche di ogni lavoratore, ma che ad oggi l'INAIL del VCO non riscontra le domande, nel senso che non dichiara se accettare o meno questa documentazione come probante per la corresponsione dei benefìci di legge, ove sia certificata la effettiva presenza dei lavoratori in mansioni o lavorazioni pericolose;
sono interessati a questo tipo di provvedimento molte decine di lavoratori nel solo ex stabilimento di Villadossola -:
se non ritenga di sollecitare i vertici INAIL ad adottare una posizione chiara in merito a questa documentazione, che l'interrogante si augura sia in senso positivo per i lavoratori;
se non si consideri come vi sia una urgenza di una presa di posizione in questo senso, stante lo stato di salute e l'età di diversi ex lavoratori già pensionati e che quindi si trovano in situazioni di particolare ed accertata necessità di un congruo indennizzo economico.
(4-13931)
Preliminarmente l'Istituto rappresenta che l'esposizione generica a fibre di amianto si diversifica in relazione al livello di esposizione, sulla base del quale viene riconosciuto al lavoratore il diritto ai benefici previdenziali. Il livello di esposizione necessario è stabilito in misura non inferiore a 100 fibre per litro, intesa come media annuale ponderata sulle otto ore lavorative.
Pertanto, non è sufficiente la semplice presenza, anche se accertata di materiali contenenti amianto sul luogo di lavoro per accedere ai benefici previdenziali, ma è determinante il livello di esposizione, nella cui valutazione si presuppone necessaria una conoscenza delle operazioni potenzialmente a rischio, delle figure professionali addette, della durata e delle frequenze delle stesse.
La Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Con.T.A.R.P.) dell'INAIL competente territorialmente, al fine di definire la richiesta dei benefici previdenziali in questione, ha svolto gli opportuni accertamenti tecnici redigendo i relativi pareri.
Le domande pervenute sono n. 733 e di queste sono state considerate positive n. 373 posizioni sulla base della documentazione e delle informazioni raccolte, fornite dall'allora proprietario e amministratore dell'azienda.
Le risposte negative, già notificate o in fase di notifica sono riferibili a lavoratori che hanno operato in reparti e/o con qualifiche diverse da quelle individuate dalla Con.T.A.R.P.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
nei giorni scorsi i Cub-Rdb dell'ospedale Umberto I di Mestre hanno denunciato la situazione del reparto di pneumologia-geriatria nel quale 16 infermieri, tra professionali e generici (quattro dei quali part-time) e 5 operatori socio sanitari si occupano di 45 posti letto, con dei turni che coinvolgono quindi non più di 3-4 infermieri per periodo di servizio;
la tipologia di pazienti del reparto è costituita soprattutto da utenti non autosufficienti che hanno bisogno di un'attenzione continua e di cure anche personali che 3-4 infermieri per turno non riescono a soddisfare;
per colmare i vuoti di organico il personale infermieristico è spesso costretto saltare i riposi, a ore di straordinario, alla reperibilità continua, a rimandare le vacanze con la conseguenza che alcuni infermieri hanno accumulato più di 30 giorni di ferie arretrate;
a questo già precaria situazione si aggiunge la decisione della Regione Veneto di dimezzare i fondi della specificità veneziana richiesti dalla Asl 12 - più di 30 milioni di euro in meno - oltre che il problema del ritardo dei fondi sociali, che il Comune di Venezia sta ancora attendendo;
ilVeneto ha ricevuto lo 0.7 per cento in meno di risorse rispetto alle altre regioni;
isindacati del personale di comparto sono fortemente allarmati per questa situazione e hanno dichiarato che: «Ciò significherà ulteriori tagli ai servizi, quindi nuovi accorpamenti tra i reparti, meno posti letto e blocco delle assunzioni» (La Nuova Venezia - 18 aprile 2004) -:
se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione;
se non ritenga di dover intervenire per garantire ai cittadini un servizio sanitario efficiente e funzionale che assicuri i livelli essenziali di assistenza e che, salva la specificità della regione Veneto, garantisca che siano assicurate equità e accessibilità ai servizi di base che devono essere uniformi sul territorio secondo quanto espresso negli articoli 3 e 32 della nostra Costituzione.
(4-09794)
Tali assunzioni, (...) devono, comunque, essere contenute, fatta eccezione per il personale infermieristico del Servizio sanitario nazionale, entro percentuali non superiori al 50 per cento delle cessazioni dal servizio verificatesi nel corso dell'anno 2003, (...). Per gli enti del Servizio sanitario nazionale possono essere disposte esclusivamente assunzioni, (...) di personale appartenente al ruolo sanitario».
Al fine di attuare detta disposizione è stato stipulato, in data 20 maggio 2004, un Accordo, in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, con il quale si è proceduto alla «fissazione di limiti e criteri per le assunzioni a tempo indeterminato nell'anno 2004 per le Regioni, le Province e i Comuni e per gli enti del Servizio sanitario nazionale, ai sensi dell'articolo 3, comma 60, della Legge 24 dicembre 2003, n. 350».
Le Regioni, pertanto, hanno potuto autorizzare, per l'anno 2004, «gli enti e le aziende del servizio sanitario nazionale operanti nell'ambito della rispettiva Regione, ad assumere esclusivamente personale appartenente al ruolo sanitario a tempo indeterminato entro il limite e secondo i criteri stabiliti dall'articolo 3 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e comunque entro i limiti delle risorse finanziarie previste nell'Accordo tra Governo, Regioni e province autonome dell'8 agosto 2001».
Per quanto riguarda il personale infermieristico, è stata esplicitamente prevista l'esenzione dai limiti fissati dall'Accordo stesso («sono escluse dai limiti di cui al presente Accordo, (...), nonché le assunzioni del personale infermieristico del Servizio sanitario nazionale»).
Alle Amministrazioni regionali è stata attribuita la facoltà, in deroga al cosiddetto «blocco delle assunzioni», per fronteggiare situazioni di particolare disagio organizzativo, di reclutate personale «in relazione agli specifici fabbisogni ed esigenze degli enti e delle aziende del Servizio sanitario nazionale operanti nell'ambito della medesima regione, tenendo conto dei profili professionali del personale da assumere, dell'essenzialità dei servizi da garantire e dell'incidenza delle spese del personale sulle entrate correnti».
Si fa presente, inoltre, che l'articolo 1, comma 98, della legge 30 dicembre 2004 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005)» prevede che «(...) con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare previo accordo tra Governo, regioni e autonomie locali da concludere in sede di Conferenza unificata, per le amministrazioni regionali, gli enti locali di cui all'articolo 2, commi 1 e 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,» e gli enti del Servizio sanitario nazionale, sono fissati criteri e limiti per le assunzioni per il triennio 2005-2007, previa attivazione delle procedure di mobilità e fatte salve le assunzioni del personale infermieristico del Servizio sanitario nazionale. (...) Fino all'emanazione dei decreti di cui al presente comma trovano applicazione le disposizioni di cui al primo periodo del comma 95».
Il comma 95, a sua volta, fa divieto «per gli anni 2005, 2006 e 2007 alle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, alle agenzie, (...), agli enti pubblici non economici, agli enti di ricerca ed agli enti di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165» di «procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, ad eccezione delle assunzioni relative alle categorie protette».
Relativamente alla questione segnalata dall'interrogante la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Venezia ha comunicato che, in ordine alle assegnazioni patrimoniali disciplinate dalla Regione Veneto in sede di riparto del Fondo Sanitario Regionale, la Giunta Regionale, con il provvedimento 12/C.R. del 5 marzo 2004 - «Assegnazione alle Aziende sanitarie del Veneto delle risorse finanziarie per l'esercizio 2004 ai fini dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza» - ha previsto l'erogazione di 29.542.000,00 euro, mentre per il 2003 l'importo assegnato, per la stessa fattispecie, è stato pari ad euro 25.477.000,00, come disposto dalla delibera Giunta regionale 1402 del 16 maggio 2003, «Riparto F.S.R. 2003 e direttive per i bilanci economici preventivi e budget generali delle Aziende sanitarie del Veneto».
In merito alla situazione dell'Unità Operativa di Pneumologia/Geriatria dell'Ospedale «Umberto I» di Mestre, il Direttore Generale dell'Azienda U.L.S.S. n. 12 Veneziana ha comunicato che:
«L'Unità Operativa di Pneumologia/Geriatria è costituita rispettivamente da n. 23 e n. 20 posti letto;
Il personale assegnato è costituito da:
n. 1 Caposala;
n. 15 Infermieri;
n. 2 Infermieri Generici;
n. 5 OSS/OTAA.
Il medesimo personale fruisce correntemente dei riposi previsti e il congedo ordinario relativo all'anno 2003 sarà completato entro il mese di settembre del corrente anno.
Lo stesso non è soggetto a turni di pronta disponibilità e non si sono verificate situazioni che hanno indotto il personale a rinviare o rinunciare a periodi di congedo programmato.
I turni di lavoro nelle 24 ore sono così distribuiti:
Infermieri: mattina 5/4; pomeriggio 3; notte 2.
Personale di supporto: mattina 3, pomeriggio 1; notte -.
Nell'ambito della predetta Unità Operativa, da una stima vi è la presenza di circa un 35 per cento di ricoverati non totalmente autonomi le cui prestazioni vengono erogate dal personale infermieristico coadiuvato dal personale di supporto che non è impegnato in attività di sanificazione ambientale, servizio esternalizzato».
Per quanto riguarda l'allarme lanciato dall'organizzazione sindacale RdB Sanità CUB sulla situazione del Reparto di Pneumologia/Geriatria, è stato segnalato che presso il reparto è stato distribuito un volantino, a firma "il personale del reparto».
Con lettera firmata, tutto il personale della stessa unità operativa, salvo due infermieri (di cui uno assente per ferie) ha espresso il proprio dissenso sui contenuti del volantino.
Tale comportamento è stato stigmatizzato dall'Azienda sanitaria, con nota trasmessa all'organizzazione sindacale citata.
Il Direttore Generale ha precisato che «Per quanto rappresentato si ritiene che presso l'O.O. di Pneumologia/Geriatria venga assicurata adeguata assistenza ai ricoverati. Al fine del potenziamento delle attività di acudienza e mobilizzazione dei ricoverati non autosufficienti, questa Azienda ha già previsto il potenziamento del personale di supporto con l'utilizzazione della graduatoria, di operatori socio-sanitari, formulata con procedura concorsuale, recentemente conclusa.».
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.