Allegato B
Seduta n. 636 del 1/6/2005

TESTO AGGIORNATO AL 14 GIUGNO 2005


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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, considera esenti da IVA tra l'altro «le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell'esercizio delle professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza, ai sensi dell'articolo 99 del T.U. delle leggi sanitarie» («è soggetto a vigilanza l'esercizio della medicina e chirurgia...»);
la direttiva 77/388/CEE stabilisce che le prestazioni mediche rese alla persona nell'esercizio delle professioni sanitarie siano esenti da IVA;
con circolare n. 65 del 4 novembre 1992 del Ministero delle finanze è stato ribadito che «rientrano nell'esenzione dall'IVA le certificazioni di ogni tipo e grado, le prestazioni di medicina sportiva, le prestazioni di medicina del lavoro, le mere prestazioni di medicina fiscale, le prestazioni di accertamento di idoneità a specifiche mansioni, nonché quelle rese in sede giudiziaria purché siano collegate con lo specifico esercizio delle professioni e arti sanitarie ai sensi dell'articolo 99 sopra citato»;
la Corte di Giustizia della Comunità europea con sentenze del 20 novembre 2003 (cause 307/01 e 212/01) ha ritenuto di riconoscere come «prestazione medica» solo quelle rese «a scopo terapeutico» e quindi di poter escludere dalle prestazioni sanitarie esenti quelle «di medicina legale» e genericamente non terapeutiche;
l'agenzia delle entrate solo in data 28 gennaio 2005 con circolare 4/E ha regolamentato la materia alla luce delle sentenze della Corte di Giustizia europea, modificando in modo radicale gli orientamenti di cui alla precedente circolare n. 65 del 1992;
alcune agenzie delle entrate (Ascoli Piceno, Ferrara, Camerino) hanno intrapreso autonome azioni di recupero retroattivo dell'IVA nei confronti di taluni sanitari a far data dagli anni 1999-2000 e, cioè, in periodi in cui gli orientamenti degli uffici finanziari, ai sensi della predetta circolare 65/92, non prevedevano l'applicazione dell'IVA per prestazioni medico-legali, con conseguente grave danno economico nei confronti di soggetti che non hanno riscosso l'imposta, in quanto all'epoca si erano uniformati alle disposizioni vigenti -:
se il Governo sia a conoscenza di tali azioni intraprese sul territorio da talune agenzie delle entrate e se le stesse anche alla luce di quanto stabilito dalla legge 27 luglio 2000, n. 212, (cosiddetto «statuto del contribuente»), relativamente alla efficacia temporale delle norme tributarie (articolo 3), alla informazione del contribuente (articolo 5) e sul fatto che i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria siano improntati al principio di collaborazione e buona fede (articolo 10), siano conformi ad un corretto rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino.
(2-01580) «Ruggieri, Boccia».

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali. - Per sapere - premesso che:
la legge 365/2000 prevede la concessione dei benefici ai soggetti privati proprietari di immobili, beni mobili e beni mobili registrati danneggiati dalle calamità idrogeologiche di settembre e ottobre 2000;
circa 540 cittadini di Roccella Jonica (Reggio Calabria) nel gennaio del 2004, a soli tre mesi di distanza dalla tornata


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elettorale amministrativa, avendo ricevuto l'invito della locale Amministrazione Comunale, hanno presentato la documentazione richiesta a seguito dei danni alluvionali subiti;
a tutt'oggi, però, oltre i tre/quarti dei cittadini richiedenti non hanno avuto alcun riscontro -:
se non ritengano necessario ed urgente far avviare una procedura di controllo sulla ripartizione dei fondi, stanziati dalla legge 365/2000, dalla Regione Calabria e dai Comuni interessati.
(4-14947)

REALACCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
dalla lettura del decimo «Rapporto Ecomafia 2005», elaborato da Legambiente con la collaborazione delle forze dell'ordine, emerge un dato drammatico: nel 2004 sono state realizzate 32.000 nuove case abusive;
l'abusivismo è cresciuto ancora (+ 3,6 per cento nel 2004). Le nuove case abusive (al netto delle cosiddette trasformazioni d'uso rilevanti su costruzioni già esistenti) sono state 32.000 nello scorso anno, ovvero 3.000 in più rispetto al 2003, l'anno dell'impennata. Le stime, prudenziali, relative al 2005 indicano un ulteriore diluvio di cemento illegale: altre 32.000 nuove costruzioni abusive, accompagnate dalla sensazione di una «marea che continua a crescere»;
si vuole sottolineare che questo ulteriore aumento, di costruzioni abusive, va ad aggravare sensibilmente già una situazione devastante per il nostro patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale. Ad esempio: nel quadriennio 1998-2001 le abitazioni costruite in Italia in spregio ad ogni autorizzazione, normativa, standard di sicurezza e piani regolatori sono state 96.000. Nel quadriennio successivo (2002-2005) i casi saliranno a quasi 120 mila;
questo vertiginoso aumento sta avvenendo dopo anni virtuosi. Nel 2002 si è invertito il ciclo che negli anni precedenti aveva visto ridurre il numero di costruzioni abusive costruite in Italia: dopo il calo del 2000 (-13,8 per cento rispetto al 1999) e del 2001 (-2,3 per cento rispetto all'anno prima), nel 2002, l'abusivismo edilizio è tornato a sfondare nel nostro Paese il muro delle 30.000 costruzioni illegali, con un incremento rispetto al biennio precedente pari al 40 per cento;
sempre dalla lettura del dossier si evince che continuano a crescere i danni legati al «ciclo del cemento»: sono oggi 165, con un forte aumento rispetto al 2003;
questo è un bilancio d'oro per le ecomafie ma disastroso per il Paese. E una parte non indifferente del merito va riconosciuta, a parere dell'interrogante, all'incentivo più convincente ed efficace: il condono edilizio. Per questo motivo suonano ancora più inquietanti le voci di una circolare esplicativa della legge sul condono edilizio, prodotta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che mirerebbe ad estendere e ampliare la portata della sanatoria edilizia, attraverso l'intreccio normativo fra condono edilizio e sanatoria delle opere abusive sulle aree vincolate;
inoltre, ad oggi, non risulta essere stato emanato nessun decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con il quale si individuano opere o interventi realizzati illegalmente, i cosiddetti ecomostri, da sottoporre ad interventi di immediata demolizione, come previsto dalla legge «delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale» -:
quali misure si stiano adottando per monitorare, dissuadere e reprimere il nuovo abusivismo, in modo da non infliggere un ulteriore e definitivo colpo di grazia ad anni di battaglie per la difesa del patrimonio ambientale e culturale e per la legalità nel nostro Paese;


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se si intenda emanare urgentemente i suddetti decreti in modo da avviare immediatamente un forte intervento di repressione delle opere abusive realizzate, in modo da dare un segnale forte di ripristino della legalità;
se si intenda emanare, urgentemente, una circolare esplicativa che ribadisca l'esclusione, come previsto dalla normativa vigente in materia di condono edilizio, della condonabilità delle opere abusive realizzate sulle aree vincolate a tutela del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico.
(4-14949)

REALACCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
dalla lettura dell'articolo pubblicato dal quotidiano nazionale Il Sole 24 ore, il 29 maggio 2005 a firma di Azzurra Pacces e Giorgio Santilli, emerge che «...a oltre un anno dalla prima bozza e a cinque mesi dalla messa a punto della versione pressoché definitiva, l'ufficio legislativo del ministero dell'economia ha, nei giorni scorsi, di nuovo rispedito indietro al ministero delle infrastrutture il documento, con una lettera in cui si dice che l'emanazione di una circolare esplicativa, alle regioni, sarebbe contraria all'interpretazione che la Consulta ha dato del condono edilizio con la sentenza 196/2004...»;
sempre dalla lettura dell'articolo del Il Sole 24 ore emergerebbe che il ministero delle infrastrutture stia decidendo in questi giorni, alla luce della posizione espressa del ministero dell'economia, di andare avanti comunque, limitandosi a emanare una circolare sulle questioni che ritiene di propria competenza. Oppure desistere. La prima reazione è stata, però, di sconcerto;
inoltre sempre dalla lettura dell'articolo della Pacces e Santilli, sembrerebbe che il ministero delle infrastrutture abbia chiesto, per dipanare la questione allargamento del condono edilizio, un «aiuto» ai dicasteri competenti ambiente e attività culturali. Un contatto è stato cercato, ma senza, per fortuna, nessun esito. Dato che i due dicasteri sembrerebbero contrari ad una interpretazione estensiva sul condono edilizio;
sembrerebbe, inoltre, che il ministero dell'economia rivendichi a sé il potere e l'esclusività della questione e abbia intimato al ministero delle infrastrutture di bloccare ogni azione;
al di là delle competenze e delle forme, comunque, sembrerebbe oramai avviato un forte contenzioso tra i due ministeri. Da una parte il ministero dell'economia che attraverso il condono edilizio sembrerebbe raggiungere un importo complessivo stimabile in 5.503 milioni di euro. E dall'altra parte, il ministero delle infrastrutture, soggetto, sembrerebbe, anche a forti pressioni, favorevole a valutare in termini estensivi l'intreccio normativo fra condono edilizio e sanatoria delle opere abusive sulle aree vincolate. Consentendo magari la sanatoria degli abusi su aree vincolate, ipotesi esclusa dall'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003 -:
se quanto riportato dal quotidiano nazionale Il Sole 24 ore corrisponda a vero;
se si intenda emanare una circolare esplicativa che ribadisca l'esclusione, come previsto dalla normativa vigente in materia di condono edilizio, della condonabilità delle opere abusive realizzate sulle aree vincolate in modo da non infliggere un ulteriore e definitivo colpo di grazia ad anni di battaglie per la difesa del patrimonio ambientale e culturale e per la legalità nel nostro Paese.
(4-14951)

GAMBALE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il settore delle scommesse sportive è disciplinato dal decreto del Ministro delle finanze 2 giugno 1998, n. 174 (Regolamento


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sulle scommesse sportive), dal decreto 7 aprile 1999, che approva la Convenzione tipo per l'esercizio delle scommesse sportive al totalizzatore nazionale e a quota fissa, dai decreti interdirigenziali 6 giugno e 2 agosto 2002, dalla legge n. 326 del 2003, dalla legge n. 350 del 2003 (Legge finanziaria 2004) articolo 4, comma 194;
la normativa richiamata stabilisce che la raccolta delle scommesse è affidata ad imprese aggiudicatarie di una concessione di servizi operante in ambito comunale, a seguito di un regolare bando di gara;
queste imprese hanno operato fin dall'inizio della raccolta, 1o gennaio 2000, in situazioni di estremo disagio, dovuto a varie cause tra cui: la sopravvalutata situazione di mercato, che ha determinato una previsione di minimi garantiti spropositatamente più alta rispetto alla reale raccolta e che ha determinato l'intervento del legislatore volto a ridurli; la concentrazione di soggetti concessionari, organizzati di fatto come providers, in luogo di una capillare ed uniforme distribuzione sul territorio; l'elevata imposizione fiscale, ridotta solo dal 2003; la presenza sul territorio italiano, nonostante i divieti normativi, di bookmakers-operatori stranieri (CTD); la mancata puntuale regolamentazione della raccolta attraverso gli strumenti telefonici e telematici, che ha provocato delle vere e proprie aberrazioni di mercato, con l'ingiustificato approfittamento dei vuoti normativi da parte di pochi operatori;
l'amministrazione, spinta da queste problematiche, il 13 aprile 2005 ha emanato una circolare esplicativa della precedente circolare (14 luglio 2002), che è stata per ben 2 anni utilizzata ed interpretata in maniera «audace» da alcuni, dando luogo ad una concorrenza sleale, oltre che abbattere tutti i vincoli legati alla territorialità della concessione;
la disciplina sanzionatoria italiana posta dalla legge n. 401 del 1988 si è applicata poco e con scarsi risultati ai fini della repressione del fenomeno dell'illegalità;
i disagi elencati sono aumentati dalle difficoltà provocate dalla presenza della criminalità, organizzata e non, presente nei territori di maggiore raccolta, come la Campania, da sempre interessata alle attività che comportano la gestione d'ingenti somme di denaro, alle scommesse clandestine, al totonero, al lotto clandestino;
per le suddette ragioni d'ordine pubblico e di moralità, il sistema concessorio, attraverso una rete di concessionari, è necessario per l'espletamento del servizio, che è direttamente ed intimamente legato alla tutela anche dei giocatori;
nonostante i ritardi ed i disagi elencati, le imprese del settore solo nell'anno 2003 hanno fruttato complessivamente all'erario, attraverso l'imposta unica, oltre 67 milioni di euro;
si apprende, che a breve, avverrà la pubblicazione, ad opera dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, di un bando di gara per il riassetto del settore delle scommesse a quota fissa;
tale bando di gara prevede un consistente allargamento dell'attuale rete dei concessionari delle scommesse sportive attraverso un modello già adottato per la gestione dei concorsi pronostici sportivi (Totocalcio e Totogol), degli apparecchi da intrattenimento (slot), e per la gestione del Bingo;
dalle notizie pubblicate in data 27 maggio 2005 dall'Agenzia di stampa AGICOS, si apprendono dichiarazioni dell'A.A.M.S. la quale asserisce che sia il sindacato SNAI che SNAI Spa, ed altri soggetti interessati a questa sezione di mercato, hanno partecipato a diversi incontri formali e non proprio sull'argomento bando -:
quali iniziative il Ministro intende adottare a tutela dei consumatori e a garanzia della trasparenza delle imprese e della legalità del gioco;
come il Ministro intenda predisporre un progetto di riforma complessivo del settore, che, ove non tenesse conto della


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situazione attuale del mercato, porrebbe rischi concreti all'attività dei concessionari attuali, con possibili e gravi ripercussioni anche in termini produttivi, occupazionali e sociali;
quali conseguenze il nuovo bando di gara, promosso da parte dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, porterà sull'attuale sistema concessorio;
quali procedure il Governo intende adottare nei confronti dell'AAMS dopo le dichiarazioni pubblicate il 27 maggio 2005 dall'Agenzia di Stampa AGICOS.
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