COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

AUDIZIONE


Seduta di giovedì 23 ottobre 2003


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 14,15.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Comunicazioni del Governo sull'attentato alla sede della società Informest di Gorizia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Governo sull'attentato alla sede della società Informest di Gorizia.
Ringrazio il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano, per essere intervenuto all'odierna seduta e gli do subito la parola.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Alle ore 8 e 30 del 20 ottobre, nel centro cittadino di Gorizia, nella sede di Informest un'impiegata ha constatato il danneggiamento degli infissi nella stanza al piano rialzato. Il centro Informest è una struttura pubblica (e non un'azienda o società privata, come riportato da alcuni organi di stampa), a gestione privatistica, con sede principale a Gorizia ed è stata costituita ai sensi della legge n. 19 del 1991. I soci di Informest sono la regione Friuli-Venezia Giulia, la regione Veneto, la regione Trentino-Alto Adige, la provincia autonoma di Trento, l'Istituto nazionale per il commercio con l'estero, l'Unioncamere. Dalla legge istitutiva Informest viene identificata come lo strumento di consulenza in favore delle imprese italiane interessate a progetti di cooperazione e partenariato con aziende dell'Europa orientale.
Informest è, quindi, punto di riferimento a servizio della internazionalizzazione del sistema delle imprese italiane e, fra l'altro, gestisce una rete estera presente in 28 Stati dell'Europa centrorientale e in alcuni mercati asiatici emergenti. In passato tale società non aveva mai ricevuto minacce. Il personale della Questura ha accertato che durante la notte era stato fatto esplodere un ordigno composto da un involucro metallico contenente polvere pirica, innescata con una miccia a lenta combustione, collocato sul davanzale esterno della finestra che si affaccia sulla strada. La deflagrazione ha prodotto sull'infisso esterno uno squarcio di circa 25 centimetri di diametro, rompendo e sospingendo la finestra all'interno del locale per oltre un metro e frantumandone i vetri. Dichiarazioni rese da alcuni abitanti della zona hanno, inoltre, consentito di stabilire che l'esplosione è avvenuta tra le 2 e le 2,30 della notte tra il 19 e il 20 ottobre.
Dei fatti è stata informata l'autorità giudiziaria e le indagini sono state affidate alla Direzione distrettuale antimafia di Trieste. Sul territorio provinciale sono stati intensificati i servizi preventivi e di vigilanza, con particolare attenzione per quelli a protezione di possibili obiettivi a rischio. Alle 21,30 del 20 ottobre, a seguito di telefonata anonima giunta alla redazione milanese del quotidiano Il Corriere della Sera, sono state rinvenute, a Padova, in un cestino dei rifiuti in via Durer, due


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buste gialle, prive di indicazioni sul mittente e sul destinatario, non sigillate; tali buste contenevano identiche copie di un comunicato, di 20 cartelle, recante nell'intestazione la sigla Brigate Rosse, intervallata dal logo della stella a cinque punte. Il documento sembra ascrivibile all'organizzazione eversiva Nuclei territoriali antimperialisti - NTA. Con lo scritto l'organizzazione viene ridenominata «Brigate Rosse-Guerriglia metropolitana per la costruzione del fronte combattente antimperialista»; con questo i responsabili del volantino e del gesto criminoso sembrano aderire alla progettualità di lotta armata delle Brigate Rosse-Partito comunista combattente (BR-PCC). Un invito in tal senso era stato espresso in termini espliciti dai detenuti irriducibili il 7 ottobre, durante il processo d'appello per la rapina di via Prati di Papa. Altro analogo volantino è stato rinvenuto da un passante, la mattina del 21 ottobre scorso, in una cabina ubicata a Padova, in via Santa Maria della Salute (angolo via Cardan).
È ben noto che i Nuclei territoriali antimperialisti (NTA) costituiscono una realtà eversiva manifestatesi fin dal 1995 nell'area del Triveneto; finora si sono resi responsabili di attentati di dimensioni limitate per lo più contro obiettivi degli Stati Uniti e della NATO. Nel volantino in sostanza manifestano la volontà di partecipare al progetto antimperialista, richiamando il percorso intrapreso dalle Brigate Rosse nell'unica rivendicazione congiunta con altra banda armata estera, la RAF tedesca, nel fallito attentato ad Hans Tietmeyer il 20 settembre del 1988; la rivendicazione dell'attentato, individuando nell'obiettivo il simbolo della delocalizzazione dei processi produttivi verso l'est: Informest viene definito «istituto e laboratorio imperialista attraverso cui lo Stato (...) promuove e consolida (...) sull'asse est-ovest strategie e politiche che vertono attorno al processo di allargamento della coesione europea»; a tal proposito, si richiamano gli effetti dell'ingresso della Slovenia nell'Unione europea il prossimo anno.
Inoltre, nel volantino si manifesta l'intento di proseguire nella prassi «guerrigliera» contro i progetti di riforma del Governo in materia di lavoro e di pensioni (si ribadisce in proposito la valenza degli omicidi del professor Massimo D'Antona e del professor Marco Biagi), nonché l'opera giudicata «complice» dei sindacati, in particolare della CISL; infine, la commemorazione del «compagno» Galesi, morto a seguito nel conflitto a fuoco del 2 marzo 2003 a Castiglion Fiorentino.
I contenuti dello scritto rinviano a un certo spessore di conoscenza del movimento eversivo da parte degli estensori: preoccupa per questo, ma soprattutto perché dimostra il tentativo di aggregazione di parte di diverse componenti terroristiche che hanno autonome sigle di denominazione. I rilievi tecnici sul luogo del ritrovamento sono stati eseguiti dalla Polizia scientifica. Sono in corso indagini e verifiche da parte della magistratura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.

PIERO RUZZANTE. La ringrazio, presidente. Successivamente, a nome del nostro gruppo, interverrà il collega Maran che ha richiesto questa informativa.
Vorrei porre al sottosegretario una questione sul documento di rivendicazione ritrovato a Padova. Nella legislatura precedente esisteva una Commissione d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, i cui membri - facevo parte della stessa -, nei casi di rivendicazione, potevano prendere visione della documentazione, cosa che ritengo estremamente importante.
È vero che lei ha dato alcuni elementi di contenuto e altri sono stati riportati dagli organi di informazione, ma ritengo che, a volte, in questi documenti di rivendicazione vi siano passaggi che possano essere ritenuti, forse anche dagli stessi inquirenti, di poco conto e che, invece, non lo sono. Siccome abbiamo potuto appurare che vi sono parecchi riferimenti a questioni anche locali relative al Friuli e al Veneto, abbiamo l'impressione che potrebbe


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essere utile una consegna ufficiale di questo documento almeno ai rappresentanti dei gruppi della I Commissione Affari costituzionali. Attraverso la trasmissione di questa documentazione e la sua lettura - ovviamente, siamo preoccupati dell'evoluzione della situazione - possiamo, da un lato, essere documentati sull'elaborazione dei movimenti terroristici e, dall'altro, dare anche il nostro contributo rispetto alle indagini in corso.
Credo che si tratti di una questione importante, per questo l'ho posta preliminarmente. È vero che ampi stralci del documento sono disponibili attraverso gli organi di informazione o sui siti Internet, ma preferiremmo che la conoscenza di questo documento avvenisse in maniera ufficiale e non attraverso organi che non sono tenuti a svolgere questa funzione.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ruzzante. Io ovviamente rispondo per quel che riguarda la Commissione, darò poi la parola al sottosegretario in relazione all'eventuale consegna del documento.
Credo che quello che l'onorevole Ruzzante ha detto possa essere fatto proprio da questa Commissione. Pertanto mi riservo, e ne parlerò in sede di ufficio di presidenza, di scrivere personalmente una lettera al Presidente Casini, per capire se, nel corso dei lavori della Commissione e in una situazione di questo tipo, per noi nuova, possa essere richiesta la presentazione di documenti, ammesso che non si tratti di documenti riservati. È una verifica che come presidente di questa Commissione posso fare e farò. Detto questo, do la parola al sottosegretario.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Pur avendo ascoltato con molta attenzione la richiesta e le comunicazioni del presidente, non sono in questo momento in condizioni di dare una risposta.
Credo che sia prudente chiedere all'autorità giudiziaria, che in questo momento sta svolgendo degli accertamenti, in che misura sia necessario mantenere il vincolo del segreto di indagine anche sull'intero contenuto del documento. Fatto questo accertamento e in base al tipo di risposta ricevuta, l'esito sarà conseguente.

PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Ricordo che su questo argomento può intervenire un deputato per gruppo per cinque minuti.

ALESSANDRO MARAN. Ringrazio il sottosegretario Mantovano. Ho sollecitato l'intervento del Governo sull'argomento, anche considerando che questo attentato, fatto con un piccolo ordigno, in realtà, non è il primo episodio, perché c'era stato quello dell'Ince nel 2001.
Questo avviene proprio alla vigilia del processo di allargamento: a maggio 2004 la Slovenia entrerà nell'Unione europea e verranno a cadere anche fisicamente quelle barriere sulle quali per cinquant'anni anni si sono ammassate forze armate e ideologiche. Si è molto sottolineato in questi giorni il fatto che Gorizia non sia particolarmente nota per le vicende terroristiche, ma non è proprio così. Ricordo tra tutte la vicenda di Peteano: lungo quel confine evidentemente le tensioni si sono manifestate con la durezza che proveniva dalla vicina guerra fredda.
La cosa che più colpisce e sulla quale vorrei richiamare l'attenzione del Governo è proprio la sproporzione tra la gravità dell'attentato e la portata politica della rivendicazione contenuta nello scritto che è stato ritrovato in una cabina telefonica.
Insisto pertanto sulla richiesta che ci sia data la possibilità di verificare quel documento nel merito e nel dettaglio, anche perché proprio oggi il giornale di Gorizia, il Piccolo, ha pubblicato un articolo documentatissimo, che espone nel dettaglio gli argomenti usati dalla rivendicazione. A tutti è dato di leggere di che si tratta, per cui sarebbe meglio averne contezza nella versione originale.
Il documento, dalla lettura virgolettata del giornale, sembra tradire un obiettivo: la continuità con le vicende precedenti, la riorganizzazione, ma anche un programma politico vero e proprio che ha come obiettivo l'integrazione europea e gli


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strumenti di questo processo. Cito ciò che qui viene riportato tra virgolette: secondi i brigatisti «il processo di integrazione europea è frutto di una pax europea e di un processo di rigerarchizzazione dei poteri dei gruppi capitalisti dominanti cui la nostra organizzazione, con l'azione combattente espressa contro l'esecutivismo e la fisicità dell'avamposto imperialista rappresentato da Informest, ha individuato partecipazione e responsabilità del sistema delle politiche che dall'esaurimento della contraddizione bipolare hanno marciato lungo la direzione est-ovest, designata ad imprimere velocità e a favorire il processo di allargamento dell'Unione, progetto imperialista di coesione e di integrazione europea». Poi continuano le precisazioni circa il ruolo che all'interno di questo processo ha la specialità statutaria della regione Friuli-Venezia Giulia e il ruolo di crocevia all'interno del processo di integrazione europea di quell'area e degli strumenti pubblici e privati che l'istituto regionale si è dato.
Quel che lasciano presagire questo documento e questa analisi è che si tratta di un programma che prevede altri attentati in futuro. Di fronte a questo fatto dovremmo cercare di adottare misure di contrasto anche per capire qual è la rete organizzativa, quale la portata, quali gli obiettivi e le ambizioni che si nascondono dietro questo attentato.

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 14,35.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Mantovano. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Informo la Commissione che gli organi inquirenti hanno comunicato che nulla osta alla trasmissione di copia del volantino delle Brigate rosse. Consegnerò pertanto al presidente della Commissione copia del documento, perché la distribuisca ai rappresentanti dei gruppi, pregando tutti di usare la necessaria cautela e riservatezza.

PIERO RUZZANTE. Presidente, ritengo sia interesse del Governo e degli organi inquirenti stabilire metodologie che consentano al Parlamento di prendere visione di questi documenti. Ribadisco la richiesta di poter disporre, anche in futuro, di questo tipo di materiale per dare il nostro contributo alle indagini in corso.

PRESIDENTE. Provvederò oggi stesso a distribuire ai rappresentanti dei gruppi, nel corso dell'ufficio di presidenza, copia del volantino messo a disposizione dal sottosegretario Mantovano, associandomi ovviamente alla sua richiesta di riservatezza.
Ringrazio il sottosegretario di Stato Mantovano e i colleghi intervenuti.
Sono così esaurite le comunicazioni del Governo sull'attentato alla sede della società Informest di Gorizia.

La seduta termina alle 14,40.