Back Forward

Seduta del 17/11/2005


Pag. 4


...
Esame testimoniale di Augusto Spina.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale di Augusto Spina.
Avverto che la Commissione è collegata telefonicamente con gli uffici del Nucleo operativo Carabinieri Milano Duomo, a Milano, dove si trova il testimone, per procedere in audioconferenza, come comunicato alla Presidenza della Camera.
Come ricorderete, abbiamo concordato di procedere in modo che Luigi Longo, che ascolteremo successivamente, e Augusto Spina non si incontrino, così da evitare qualsiasi possibile collusione. Raggiungeremo lo stesso risultato in questa maniera: ascolteremo l'uno dei due senza che l'altro ascolti e ascolteremo il secondo senza che il primo ascolti. In caso di contrasto, effettueremo un collegamento con entrambi e faremo ripetere all'uno quanto avrà già detto, in modo che l'altro ascolti, e viceversa.

(Il collegamento audio con Milano è attivato).

PRESIDENTE. Sono il presidente della Commissione, onorevole Carlo Taormina; con chi sto parlando?

AUGUSTO SPINA. Sono Augusto Spina.

PRESIDENTE. Vorrei sapere chi è presente lì, oltre a lei.

ALESSANDRO SCARCHINI. Sono il carabiniere scelto Alessandro Scarchini.

PRESIDENTE. Dove vi trovate?

ALESSANDRO SCARCHINI. All'interno degli uffici del Nucleo operativo Carabinieri Milano Duomo.

PRESIDENTE. Ha accertato l'identità della persona che si trova nei vostri locali?

ALESSANDRO SCARCHINI. Sì, l'ho accertata.

PRESIDENTE. Me la può riferire, per cortesia?

ALESSANDRO SCARCHINI. Spina Augusto, nato ad Ancona il 14 ottobre 1955.

PRESIDENTE. Dove è residente?

ALESSANDRO SCARCHINI. A Livorno, in via della Fontanella 43.

PRESIDENTE. Benissimo. Noi la preghiamo di essere presente durante tutta la testimonianza che stiamo per raccogliere e, laddove il teste intenda consultare documenti o atti, di controllare quali siano i documenti e gli atti che sta consultando, laddove accada. Di tali documenti o atti deve essere fatta indicazione alla Commissione prima che possano essere utilizzati;


Pag. 5

noi daremo l'autorizzazione alla eventuale utilizzazione e lei provvederà, successivamente, a controllare che effettivamente siano rese dichiarazioni sulla base di quegli atti. Mi sono spiegato?

ALESSANDRO SCARCHINI. Sì, perfettamente.

PRESIDENTE. Benissimo. La prego ora di fare intervenire al microfono il signor Spina.

AUGUSTO SPINA. Buonasera, signor presidente.

PRESIDENTE. Come si chiama?

AUGUSTO SPINA. Augusto Spina, nato ad Ancona, il 14 ottobre 1955, e residente a Livorno, in via della Fontanella.

PRESIDENTE. Perfetto. Lei è ascoltato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla uccisione di due giornalisti italiani, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, in qualità di testimone. Quindi, anche se siamo lontani, lei ha l'obbligo di dire la verità e di rispondere alle domande che io, come presidente di questa Commissione, e gli altri commissari intenderemo rivolgerle. Innanzitutto, lei intende rendere queste dichiarazioni o ha qualche motivo giuridico per il quale possa trovare ostacoli a rendere dichiarazioni? Ha pendenze penali sulla materia sulla quale intendiamo ascoltarla?

AUGUSTO SPINA. No, assolutamente non ho alcuna pendenza penale in materia e non ho alcuna difficoltà a rendere testimonianza a questa Commissione.

PRESIDENTE. Quale attività svolge, attualmente?

AUGUSTO SPINA. Al momento, sto gestendo una nave frigorifera che, tra l'altro, è coinvolta nel caso. La nave si chiamava 21 Ottobre II, oggi denominata Hawk I. Praticamente, ho sempre gestito questa nave frigorifera, tranne che per un breve periodo, quando mi trovavo presso i cantieri di Viareggio e, precisamente, presso la Società esercizio cantieri Spa.

PRESIDENTE. Come è arrivato a questa nave? È un peschereccio? Che tipo di nave è?

AUGUSTO SPINA. È una nave frigorifera da trasporto, in genere per merci refrigerate.

PRESIDENTE. Di quanti metri?

AUGUSTO SPINA. Di circa 100 metri, esattamente poco oltre i 99 metri.

PRESIDENTE. Come è arrivato a questa nave?

AUGUSTO SPINA. Come dicevo, lavoravo presso i cantieri della Sec di Viareggio, che hanno costruito questa nave insieme agli altri cinque pescherecci che sono stati donati al Governo somalo da parte del Governo italiano in un quadro di cooperazione bilaterale. Conosco tutti i passaggi, a parte un breve periodo, da quando questa flotta, compresa la nave frigorifera, fu trasferita dalla gestione della Sec. Nel pacchetto di fornitura era compresa anche la gestione - in poche parole, il management ed il know-how - di questa flotta, compresa la nave frigorifera. Poi, c'è stato un passaggio dalla Sec alla Malit, cioè la Malavasi Italia, una società italiana, di Reggio Emilia, la quale ha costituito una società con la Shifco, all'epoca ente di Stato somalo. Si è trattato di un periodo di un anno e mezzo, o quasi due anni, tra il 1989 e il 1991, più o meno.

PRESIDENTE. Quali sono stati i suoi rapporti con la Shifco? In quali termini la sua attività attuale può ritenersi collegata, se lo è, o può ritenersi essere stata collegata alla Shifco? Sa che cos'era la Shifco?

AUGUSTO SPINA. Sì. Come ho detto poc'anzi, la Shifco era, ed è ancora, un ente di Stato somalo. Infatti, da una conferma dell'Unosom 2, pare che la situazione


Pag. 6

rimanga nello status quo ante, nel senso che la Shifco era un ente di Stato somalo e rimarrà tale fino a quando non interverrà un nuovo governo che stabilirà altrimenti. Comunque, si tratta di un ente di Stato somalo. Ho lavorato per la Shifco dal 1993, quando, dietro suggerimento del proprietario della società di Viareggio, ho lasciato la Sec, che era in difficoltà, per seguire la flotta, compresa la nave frigorifera, fino all'agosto del 1998.

PRESIDENTE. Con quali funzioni?

AUGUSTO SPINA. Ero un amministrativo, seguivo la parte amministrativa della attività.

PRESIDENTE. Organizzava lei i viaggi della 21 Ottobre II?

AUGUSTO SPINA. Diciamo che erano organizzati da me; ma eravamo un gruppo. Perciò, non ero l'unico a dover stabilire dove inviare la nave a prendere un carico anziché un altro. In ogni caso, la nave frigorifera, innanzitutto, è stata chiamata nave madre, o nave di appoggio, perché l'intenzione, nel progetto, era quella di fornire attrezzature da pesca, gasolio e tutto quanto potesse essere indispensabile per consentire a questi cinque pescherecci di svolgere l'attività di pesca e per portare in Italia il prodotto, surgelato o congelato, dei pescherecci. Quindi, questo servizio doveva essere espletato dalla nave frigorifera. Dal momento che i tempi della nave frigorifera non combaciavano con i tempi dei pescherecci. Perciò, accadeva spesso, o quasi sempre, che si dovesse utilizzare la nave frigorifera per coprire quei tempi morti, per avere anche incassi e non soltanto sostenere le spese. Quindi, la si inviava a cercare carichi che potessero portare la nave frigorifera in una zona di trasbordo, dove i pescherecci operavano.

PRESIDENTE. Ho capito. Ha mai conosciuto Luigi Longo? Chi era?

AUGUSTO SPINA. Certo che lo conosco e sono ancora in contatto.

PRESIDENTE. Chi era?

AUGUSTO SPINA. Intanto, è uno dei principali broker di carichi refrigerati, uno di cui ho sempre sentito parlare; è uno dei migliori broker a livello nazionale per reperire carichi per le navi frigorifere, specialmente carichi di tonno, anche se non è il nostro caso. Però, ci siamo appoggiati alla società Longo Shipbrokers per poter utilizzare la nave frigorifera, in attesa del trasbordo dei pescherecci.

PRESIDENTE. Dove opera Longo?

AUGUSTO SPINA. Da Bari.

PRESIDENTE. Avete utilizzato altri broker nello svolgimento di queste attività?

AUGUSTO SPINA. Sì, qualche volta abbiamo provato ad utilizzare altri broker ma, alla fine, tornavamo alla Longo Shipbrokers. In pratica, i broker si tramandano le varie richieste di utilizzo della nave - della nostra come di tutte le altre - per cui molte volte si dovevano pagare due o tre commissioni a broker diversi. Per cui, tante volte abbiamo tentato di andare a Parigi, ad Amburgo o anche a Madrid presso altri broker ma questi ultimi dirottavano tutto alla Longo Shipbrokers. Quindi, tanto valeva andare direttamente da lui.

PRESIDENTE. Ho capito. Lei è a conoscenza del fatto che, in alcune occasioni, la 21 Ottobre II, partendo dai porti di Gaeta e di Formia, in qualche circostanza abbia fatto sosta ad Augusta, in Sicilia?

AUGUSTO SPINA. Sapevo che qualche volta, almeno una o due volte, si è fermata ad Augusta per bunkerare perché, come dicevo in precedenza, la nave è provvista anche di casse e doppi fondi per il trasporto di gasolio per i pescherecci. C'erano anche diverse situazioni per le quali era


Pag. 7

molto più conveniente comprarlo localmente piuttosto che nel Mediterraneo; il mercato del gasolio è un mercato che non sono mai riuscito a capire. A un certo punto ci sono state alcune convenienze per cui si bunkerava ad Augusta, sia per i servizi della nave stessa, sia per portare il gasolio ai pescherecci. Spesso e volentieri si acquistava gasolio a Malta dove, molte volte, era più conveniente che ad Augusta.

PRESIDENTE. In quale periodo si verificarono queste soste o questi passaggi per Augusta? Da quando queste soste non furono più effettuate ad Augusta, per quanto può ricordare?

AUGUSTO SPINA. È difficile ricordare perché parliamo del 1993; quindi, sono trascorsi 12 anni. La nave ha bunkerato ad Augusta un paio di volte. Ricordare l'anno ed il periodo veramente mi è difficile. Premetto che non sapevo (o, almeno, ho chiesto informazioni) che cosa mi avrebbero chiesto, per cui non mi sono preparato; ma, in un secondo tempo, potrò anche ricostruire...

PRESIDENTE. Cerchiamo di favorire la memoria. Noi disponiamo di documenti da cui risulta che queste soste si sono verificate, per quel che sappiamo noi, tra il 1991 e il 1992. Per la precisione, ci risultano due soste: partenza per Augusta il 9 gennaio 1991 e arrivo ad Augusta il 10 gennaio 1991; nell'anno successivo, partenza per Augusta l'11 gennaio 1992 e arrivo ad Augusta il 12 gennaio 1992. Le ho rivolto questa domanda perché, fino ad un attimo fa, lei ha ribadito che il suo interessamento sarebbe partito dal 1993. Conferma questa circostanza?

AUGUSTO SPINA. Gli ultimi due pescherecci, compresa la nave frigorifera, sono stati consegnati intorno al 1989 o al 1990. La consegna è stata effettuata, praticamente, quando la Shifco era aiutata finanziariamente dalla Malavasi o Malavasi Italia - non ricordo come si chiamasse - cioè fino al 1991. Dal giugno 1993 ho lasciato la Sec, non la Shifco, per seguire la Shifco, fino all'agosto 1998. Questi sono stati i passaggi. Perciò, per quanto riguarda il periodo tra il 9 e il 10 gennaio 1991, praticamente, pur non potendo confermarlo, presumo che sia vero.

PRESIDENTE. Quindi, signor Spina, il riferimento agli anni 1991 e 1992 è un riferimento che non la riguarda.

AUGUSTO SPINA. Dal 1992, se non sbaglio, ero coinvolto; sinceramente, mi ricordo che una o due volte l'abbiamo inviata ad Augusta a bunkerare per portare il gasolio ai pescherecci. In quella del 1992, probabilmente, ero coinvolto.

PRESIDENTE. Va bene. Ha ricordo di viaggi della 21 Ottobre II verso il Libano o dal Libano?

AUGUSTO SPINA. Mi ricordo che è stato effettuato un viaggio dal Libano per Tripoli, in Libia. Si tratta dell'unico viaggio con un carico di mele, se non ricordo male, che è stato sempre messo in evidenza, non capisco per quale motivo. Forse perché sono due paesi belligeranti.

PRESIDENTE. Ricorda soltanto questa occasione di collegamento con il Libano?

AUGUSTO SPINA. Sì, non ce ne sono altre.

PRESIDENTE. Ricorda altri episodi?

AUGUSTO SPINA. No, assolutamente. Che io sappia, la nave ha toccato il porto libanese soltanto una volta.

PRESIDENTE. Che cosa si trasportò in quella circostanza, in quel viaggio che - noi le diciamo, secondo le nostre documentazioni - si collocherebbe esattamente nel gennaio del 1992, lo stesso periodo nel quale si collocano la partenza per Augusta, il 10 gennaio 1992, l'arrivo ad Augusta, il 12 gennaio 1992, ed anche il passaggio per Beirut e, quindi, per Tripoli, tra il 12 gennaio ed il 22 gennaio 1992. Il periodo del 1992 le torna?


Pag. 8

AUGUSTO SPINA. Sì, diciamo che potrebbe essere anche logico. Sinceramente, non ricordo bene ma è ovvio e logico che da Gaeta, o da Formia, andando verso sud, abbia bunkerato ad Augusta e, poi, sia andata a Beirut, in attesa di arrivare al trasbordo, quindi, per riempire quei tempi di cui dicevo. Ovviamente, da Beirut a Tripoli il viaggio è brevissimo. Generalmente, un viaggio completo può durare tra i 25 e i 30 giorni. Nel mar Mediterraneo, è capitato a volte di effettuare viaggi dal sud dalla Francia verso l'Algeria o la Tunisia, trasportando polli o altri prodotti, non ricordo con precisione. Comunque erano viaggi molto rari, ma brevissimi, che ci portavano ad arrivare all'appuntamento con i pescherecci in tempo utile, senza fare aspettare i pescherecci. Come lei ben sa, infatti, le navi hanno costi da sostenere e, ogni giorno che si perde, sono soldi che si buttano via. Perciò è bene che la nave frigorifera sia pronta ad attendere i pescherecci e viceversa.

PRESIDENTE. Ricorda che cosa si trasportò?

AUGUSTO SPINA. Mele. Stava trasportando mele.

PRESIDENTE. Un carico di mele; benissimo.
Lei sa che qualcuno, invece, afferma che questa tratta da Beirut a Tripoli, non so se in occasione di questo viaggio o di un altro, sarebbe stata destinata non al trasporto di mele ma, invece, al trasporto di casse di armi. Lei sa se su questa tratta, non solo in questa occasione - e le rivolgo, a questo punto, una domanda specifica - ma in altre occasioni sia stata utilizzata la 21 Ottobre II per effettuare trasporto di armi?

AUGUSTO SPINA. Assolutamente mai, assolutamente no. Nel viaggio specifico da Beirut a Tripoli trasportava mele; c'è anche, ovviamente, una documentazione che si può prendere a Beirut, dalle autorità portuali di Beirut, relativamente alle operazioni di carico e altra documentazione presso le autorità portuali di Tripoli, riguardo alla discarica. Le cose sono state fatte sempre alla luce del sole. Negli altri viaggi, assolutamente, assolutamente mai è stato trasportato neppure un granello di arma, neppure un pezzettino di ferro che potesse...

PRESIDENTE. E da Tripoli?

AUGUSTO SPINA. Da Tripoli nemmeno; mai. La nave non ha mai caricato alcunché a Tripoli.

PRESIDENTE. Ha ricordo di viaggi della 21 Ottobre II verso l'Irlanda?

AUGUSTO SPINA. Sì, sì, certamente.

PRESIDENTE. Che cosa trasportavate in Irlanda?

AUGUSTO SPINA. Carne; generalmente, dall'Irlanda si carica carne. Sono stati effettuati viaggi, generalmente, in direzione dell'Egitto, di Alessandria, ma cercavamo anche viaggi che ci portassero ad attraversare il passaggio di Suez, che ha un costo. Perciò, nel trasporto facevamo caricare al noleggiatore anche il passaggio attraverso il canale di Suez. Effettivamente, siamo riusciti a fare qualche viaggio per Hodeidah e Aden e per l'Iran, per Bandar Khomeini e Bandar Abbas. Sono stati effettuati due viaggi dall'Irlanda proprio verso i paesi arabi.

PRESIDENTE. Avete fatto approdo a Bandar Abbas?

AUGUSTO SPINA. Sì, certo, per scaricare; si scarica in banchina, sempre.

PRESIDENTE. Ho capito. Ha ricordo di altri viaggi verso l'Iran oppure soltanto di questa occasione di Bandar Habbas, alla quale ha fatto riferimento adesso? Ricorda di un arrivo a Bandar Khomeini (non so si tratti dello stesso porto)?


Pag. 9

AUGUSTO SPINA. Sì, a Bandar Khomeini e a Bandar Habbas. Si tratta di due porti ben distinti e di due viaggi ben distinti.

PRESIDENTE. Sono due cose distinte.

AUGUSTO SPINA. Sì, sono due porti distinti e due viaggi distinti.

PRESIDENTE. Perfetto. In entrambi i casi, di che cosa fu il trasporto?

AUGUSTO SPINA. Di carne. Ricordo che erano partiti dall'Irlanda, una volta da Greenhorn, mi pare, e l'altra volta da Waterford, se non sbaglio. Comunque, dall'Irlanda per l'Iran.

PRESIDENTE. Ha mai conosciuto Costantini Bernardino? Chi era?

AUGUSTO SPINA. Sì, certo. Era un contabile della Shifco.

PRESIDENTE. Dove operava?

AUGUSTO SPINA. Dove operavamo un po' tutti. Quando la nave frigorifera arrivava, la Pia, all'epoca, o la Panapesca, che finanziavano le campagne di pesca e, quindi, anche il trasporto, ci concedevano in uso gli uffici, le scrivanie ed un telefono per organizzare sia la discarica della merce sia l'imbarco dei materiali a Gaeta e Formia, principalmente a Gaeta.

PRESIDENTE. Siete mai andati in Somalia?

AUGUSTO SPINA. Personalmente, sono andato proprio ad aprire gli uffici della Shifco, nel 1987, quando sono state riconsegnate le cinque navi da pesca. Queste navi, infatti, sono state costruite e consegnate in due tempi diversi. Le prime tre, cioè la 21 Ottobre II, la Kusman e la Farax erano state consegnate nel 1982 al Governo somalo. Poi, sono state bloccate, non so per quali motivi in quanto, all'epoca, non ero nato, per così dire; infatti, ancora studiavo e, comunque, ancora non ero in quell'ambiente; ho iniziato a lavorare con la Sec nel 1984. Lo so perché, ovviamente, sono sempre stato coinvolto e quindi conosco tutta la storia di questa flotta, dalla nascita fino ad oggi. Nel 1986, sono state ripristinate a Mombasa da dove, nel 1987, hanno ripreso il mare. Sempre nel 1987, si sono riaperti gli uffici a Mogadiscio ed io sono stato l'artefice - non so se definirmi in tal modo - di questa riapertura degli uffici. Sono rimasto a Mogadiscio per tre mesi poi ci sono ritornato, occasionalmente, nel 1989. Dopodiché, dalla caduta del governo non ci sono più andato.

PRESIDENTE. A proposito di questi viaggi in Somalia o, comunque, di quelli di cui può essere direttamente a conoscenza o di altri di cui è venuto a conoscenza altrimenti, ha mai sentito parlare o è a conoscenza dell'utilizzazione della 21 Ottobre II per il trasporto di armi?

AUGUSTO SPINA. No; come ho detto prima, mai e poi mai è stato effettuato trasporto di armi dalla nave frigorifera e tanto meno dai pescherecci.

PRESIDENTE. E qualcuno le ha mai detto qualcosa a proposito della utilizzazione della 21 Ottobre II per il traffico di armi?

AUGUSTO SPINA. Assolutamente no.

PRESIDENTE. Costantini le ha mai confidato di avere avuto notizia della utilizzazione di questa nave per il traffico di armi?

AUGUSTO SPINA. Mai, mai mezza parola, né per sbaglio né per scherzo, è passata nei corridoi dove eravamo o negli uffici. Mai e poi mai.

PRESIDENTE. In una occasione, esattamente il 9 maggio del 1997, sentito dai Carabinieri di Vico Equense - strana circostanza - Costantini ha dichiarato: «Ho domandato spesso al personale somalo il perché dei loro continui viaggi in Libano e loro mi hanno sempre detto che


Pag. 10

andavano in Libano a rifornirsi di armi per la Somalia, che facevano entrare nel loro Stato dal Sudan. In modo particolare, i somali indicavano come principale trafficante di armi il fratello di Mugne e poi lo stesso ingegnere». Ha capito la dichiarazione?

AUGUSTO SPINA. Ho capito la dichiarazione e rimango esterrefatto. Se la dichiarazione è veritiera, mi sembra assurda; almeno per quanto io so e per quanto conosca Costantini mi sembra strana una dichiarazione del genere, non mi sembra veritiera. Comunque, se è vera e se l'ha fatta... Comunque, mai e poi mai...

PRESIDENTE. Che l'abbia fatta è sicuro. Se abbia detto il vero, è un altro discorso; che l'abbia fatta è sicuro. Comunque, mi pare di capire che a lei non risulti la continuità di questi viaggi in Libano, perché lei ne ricorda uno soltanto di viaggio in Libano.

AUGUSTO SPINA. Esatto. Lo confermo. Ricordo soltanto un viaggio da Beirut a Tripoli...

PRESIDENTE. Per il trasporto di mele.

AUGUSTO SPINA. ... per il trasporto di mele, esattamente.

PRESIDENTE. Va bene. E di Mugne? Di questo riferimento del traffico di armi al fratello di Mugne? Ha conosciuto il fratello di Mugne?

AUGUSTO SPINA. Sì, l'ho conosciuto perché, ovviamente...

PRESIDENTE. Chi era?

AUGUSTO SPINA. Si chiamava Said Abdallah, se non sbaglio. Lo chiamavano «Marina», perché i somali hanno questa abitudine di dare soprannomi a tutti; mi ricordo che si chiamava «Marina». L'ho conosciuto, certamente. L'ho conosciuto qui, in Italia perché, tra l'altro, viveva a Roma; l'ho conosciuto perché è il fratello di Mugne.

PRESIDENTE. Omar Mugne, l'ingegnere, lo ha conosciuto ?

AUGUSTO SPINA. Sì, certamente, l'ho conosciuto fin dal 1987, a Mogadiscio. Ci siamo incontrati.

PRESIDENTE. Questo riferimento che Costantini fa a Mugne e al fratello - quindi sia a Marino che a Omar - come trafficanti di armi, non le torna?

AUGUSTO SPINA. No, non mi torna assolutamente. Non mi torna e rimango scettico, nonostante ci sia stata questa dichiarazione. Rimango senza parole, non so che dire perché, sinceramente, Costantini non mi ha mai confidato una cosa del genere. Eppure, eravamo collaboratori, siamo stati fianco a fianco per alcuni periodi; per cui, c'era la situazione per confidarsi anche cose di questo genere. Mai e poi mai è venuta fuori una cosa del genere, mai un riferimento o uno scherzo; nulla.

PRESIDENTE. Ha conosciuto Biagio D'Aloisi?

AUGUSTO SPINA. No; ne ho sentito parlare ma non l'ho mai conosciuto.

PRESIDENTE. Ne ha sentito parlare come persona? Che cosa faceva?

AUGUSTO SPINA. Mi pare che fosse un direttore di macchina che era stato avvicinato da Torrealta. So che è morto, recentemente.

PRESIDENTE. Le risulta che Biagio D'Aloisi avesse qualcosa a che fare con il traffico di armi?

AUGUSTO SPINA. No, assolutamente no. Del resto, che Biagio D'Aloisi era un direttore di macchina di un peschereccio, non so quale, lo so dalle chiacchiere che


Pag. 11

facciamo, essendo ovviamente coinvolti, non direttamente ma quasi direttamente, essendo coloro che hanno gestito le navi da pesca e la nave frigorifera. Per cui, le accuse rivolte alla nave di traffico d'armi e via dicendo non sono altro che accuse indirizzate a noi. Del resto, la nave non si muove da sola e non prende decisioni per conto suo, ci sono sempre gli uomini dietro, personaggi quali Mancinelli e Fanesi. A bordo dei pescherecci ci sono 40 persone. So soltanto che su 250 somali, più o meno, che si sono alternati sui pescherecci e sulla nave frigorifera, solo uno ha dichiarato di avere visto sbarcare alcune casse. Non so; tra l'altro, si tratta di un certo Samiyar, se non sbaglio, che è stato sbarcato di forza nel porto di Livorno e consegnato alle forze dell'ordine, alla polizia, perché ha minacciato il comandante, non so se con un coltello; comunque, è stato sbarcato di forza.

PRESIDENTE. Va bene. Adesso darò la parola all'onorevole Carmen Motta che le rivolgerà una o più domande. La prego di voler rispondere.

CARMEN MOTTA. Signor Spina, alle domande del presidente lei ha risposto in modo molto preciso. Io le rivolgerò una domanda che le potrà apparire, invece, un po' più generica e non così ben circostanziata come quelle che le ha proposto il presidente Taormina. Tuttavia, gliela pongo ugualmente perché, nel corso del nostro lavoro di Commissione, molte volte abbiamo avuto modo di occuparci di queste navi Shifco, di traffico di armi e di traffico di rifiuti tossici e nocivi. Quindi, le chiedo, signor Spina: come mai, secondo lei, da tanti anni e così insistentemente queste navi, donate dalla cooperazione italiana alla Somalia, sono state oggetto di chiacchiere, di tanta attenzione e sono state ripetutamente portate alla ribalta anche dei media come navi sulle quali c'era un forte sospetto? Da questo punto di vista, lei che cosa può dire, come sua opinione, come suo parere o anche in base alla sua conoscenza, magari, di qualche elemento che questa Commissione ancora non possiede?

AUGUSTO SPINA. C'è stato, certamente, un continuo martellamento da parte dei media, da parte dei giornalisti, comunque, di centrosinistra, se vogliamo dare una connotazione politica. Anche noi abbiamo fatto tanti commenti. Ci interrogavamo sul perché eravamo sempre coinvolti in queste situazioni a cui davamo anche un certo risvolto politico, vuoi perché Ilaria Alpi era di Raitre, vuoi perché tutti i giornalisti che hanno sempre promosso queste indagini sono di Raitre o, almeno, di sinistra, in ogni caso. Volevo sottolineare che noi, a seguito di queste notizie, abbiamo portato avanti due querele, una contro il Tempo ed una contro La Nazione, che sono stati condannati al risarcimento.

CARMEN MOTTA. Mi scusi se la interrompo, signor Spina. Lei ha citato due giornali che non sono affatto riferibili al centrosinistra; comunque, è lo stesso.

AUGUSTO SPINA. Ho fatto riferimento a questi due giornali perché sono stati condannati, poiché dichiaravano: «Come ormai è ben noto, la flotta Shifco fa traffico d'armi». Tutte queste illazioni o calunnie - non so come chiamarle - hanno portato la flotta praticamente quasi al fermo. Battendo bandiera somala, infatti, dal 1998 non potevano più esportare. Qualche persona autorevole a Bruxelles aveva suggerito di cambiare bandiera. Abbiamo preso la bandiera del Belize, anziché quella somala, per poter continuare ad operare e per poter continuare ad avere, anche noi, uno stipendio. Ci siamo ritrovati, poi, a dover dismettere la bandiera del Belize proprio a causa di questi rumours. Abbiamo ottenuto la bandiera delle Seychelles e anche in questo caso, ultimamente, ci hanno cancellato, proprio per questi rumours. Fatto sta che la flotta è quasi in disarmo e fra poco, fra qualche settimana, rimarrà in disarmo, proprio perché ci sono questi rumours e perché siamo costretti a vendere il prodotto nei paesi arabi, non potendo più esportarlo in Italia. Tutto a causa di questi rumours, di queste dichiarazioni dei giornalisti che, in


Pag. 12

11 o 12 anni, non hanno trovato un briciolo di fondamento, di verità, un briciolo di prova. In una telefonata di alcuni anni fa con Torrealta, dopo circa 45 minuti di telefonata, esclamai: o siamo tanto bravi o non c'è niente!
Non capisco perché continui ad esserci un tale accanimento (ce lo siamo sempre domandati) contro questa flotta. Sono un padre di famiglia anch'io e posso capire la situazione: probabilmente, per non gettare delle ombre su questa vicenda... Per tutelare i nostri figli facciamo tante cose, per non dire delle pazzie. Ho visto ultimamente anche un film, Flightplan, dove si mette in evidenza quanto una madre possa dannarsi l'anima pur di aiutare i propri figli. Non intendo dilungarmi su argomenti che magari non sono attinenti alle indagini, però, questo è quanto: personalmente, sono stato chiamato una volta nel 1995 dai carabinieri di Gaeta e da quella data a oggi - siamo nel 2005, anzi, quasi nel 2006 - è la seconda volta che vengo chiamato per queste indagini. Eppure, sono stato coinvolto direttamente. Cosa ci sia dietro tutto questo non glielo so spiegare.

PRESIDENTE. Lei ricorda che una nave della Shifco fu sequestrata?

AUGUSTO SPINA. I somali hanno questo vizio. Infatti, ancora oggi si parla di pirateria e guerre tribali. Comunque, fatto sta che la Shifco ha subito tre sequestri, di cui due duplici, cioè con due navi per volta. Il primo sequestro è stato operato ai danni della Farax Omar....

PRESIDENTE. Dove?

AUGUSTO SPINA. Nelle acque somale. I pescherecci hanno sempre pescato nelle acque somale... insomma, davanti alle coste somale.

PRESIDENTE. In che periodo?

AUGUSTO SPINA. Nel 1994, proprio nel periodo in cui Ilaria Alpi era a Mogadiscio. Infatti, ella si recò a Bosaso dove un certo Bogor rilasciò la dichiarazione da cui partirono poi tutte queste indagini che però non hanno portato a niente. Secondo noi si è sempre trattato di un cattiveria tribale da parte di questo Bogor ai danni di Mugne: la storia è sempre stata questa. Il primo, infatti, dichiarò che la nave era stata sequestrata perché portava armi ma mai, assolutamente, ciò venne accertato o confermato.

PRESIDENTE. Lei dov'era, all'epoca?

AUGUSTO SPINA. Ero in Italia. Dal 1989 non sono più stato in Somalia.

PRESIDENTE. All'epoca, i due fratelli Mugne stavano in Somalia?

AUGUSTO SPINA. No, da quando il Governo cadde. Un fratello Mugne abitava a Roma mentre l'altro si trasferì nel vicino paese dello Yemen.

PRESIDENTE. Qualcuno le ha riferito che questo sequestro poteva in qualche modo essere connesso con il traffico di armi?

AUGUSTO SPINA. No, ho saputo dai giornali e dalla televisione che prima dell'uccisione c'era stata la visita di Ilaria Alpi a Bosaso. Tutto il resto della storia, poi, lo conosciamo.

PRESIDENTE. Lei conosce o ha mai sentito nominare Giancarlo Marocchino? Se sì, da chi?

AUGUSTO SPINA. Dai telegiornali e dalla televisione. Dalle indagini che sono state condotte è venuto fuori il suo nome; però non l'ho mai conosciuto personalmente.

PRESIDENTE. La parola all'onorevole Motta.

CARMEN MOTTA. Grazie, presidente.
Una precisazione. ho capito che il signor Spina, nel 1994, all'epoca del sequestro


Pag. 13

della nave a Bosaso, non era in Somalia; dunque, non aveva alcun ruolo nella vicenda, a quei tempi: è così?

AUGUSTO SPINA. Come ho detto, dal giugno del 1993 ho lasciato la Sec di Viareggio, di cui ero dipendente, per seguire la flotta fino al 2 agosto del 1998.

CARMEN MOTTA. Quindi, nel 1994, lei non era in Somalia?

AUGUSTO SPINA. Esatto.

CARMEN MOTTA. Quando è avvenuto questo sequestro lei è stato informato dell'accadimento. La motivazione sarebbe comunque dovuta ad uno scontro tra fazioni rivali somale. Una delle fazioni avrebbe cioè dato una motivazione non veritiera, per coprire il vero motivo della diatriba tra queste fazioni somale?
Se è così, le chiedo quale fosse, secondo lei, il vero motivo di tale conflitto fra le diverse fazioni somale.

AUGUSTO SPINA. Un motivo economico, perché alla fine venne chiesto un riscatto. La nave fu liberata dietro pagamento di un riscatto. Non c'era alcun'altra motivazione se non questa, anche alla luce di quanto poi avvenne. La nave fu infatti liberata subito dopo il pagamento del riscatto.

PRESIDENTE. Chi ha pagato il riscatto?

AUGUSTO SPINA. L'assicurazione.

PRESIDENTE. Lei si è interessato del pagamento del riscatto?

AUGUSTO SPINA. Sono stato ovviamente coinvolto, però ora non ricordo i vari passaggi. All'epoca, la società assicuratrice era Assitalia o Generali. Infatti, a parte due anni durante i quali la copertura è stata garantita da un'assicurazione inglese (con cui peraltro siamo in causa perché non vogliono riconoscere il reclamo), le nostre navi sono sempre state assicurate da assicuratori italiani: o Assitalia o Generali.

PRESIDENTE. Le Generali hanno posto delle difficoltà a pagare il riscatto?

AUGUSTO SPINA. Sì, ovviamente.

PRESIDENTE. Notevoli difficoltà? Come le avete superate?

AUGUSTO SPINA. La polizza assicurativa era attiva, con tanto di premi pagati, per cui non si vedeva il motivo per cui ciò non dovesse avvenire. L'unica difficoltà che ricordo sia stata avanzata consisteva nella condizione secondo cui noi, come armatori, avremmo dovuto prima pagare il riscatto, dopodiché inoltrare il reclamo (come di prassi è per qualsiasi reclamo).

PRESIDENTE. A cosa serviva il pagamento del riscatto?

AUGUSTO SPINA. Per noi è servito a liberare la nave e l'equipaggio.

PRESIDENTE. Ma lei sa benissimo che non è questa la ragione del pagamento del riscatto, come sa il motivo per il quale fu imposto il sequestro! Parliamo del sequestro che avviene a Bosaso nel marzo del 1994. Perché fu imposto il sequestro?

AUGUSTO SPINA. Da quanto ricordo, per chiedere un riscatto, tant'è vero che, una volta pagato il riscatto, le navi vennero liberate.

PRESIDENTE. Non ha ricordo di un problema inerente alle licenze di pesca?

AUGUSTO SPINA. Non ricordo che vi fosse questo problema. Può darsi che, magari, nelle trattative, tale motivazione fosse venuta fuori...

PRESIDENTE. Pretestuosa?

AUGUSTO SPINA. Si, probabilmente.


Pag. 14

PRESIDENTE. Voi avete fatto pressione sulle Generali perché pagassero?

AUGUSTO SPINA. Certamente, perché si pretendeva che l'armatore anticipasse il riscatto e che poi presentasse il reclamo, come voleva la prassi. Però, ovviamente, posto che si parlava di 300-400 milioni di allora, ma chi li aveva tutti quei soldi? Per cui, anche per evitare problemi con l'equipaggio...

PRESIDENTE. Si parlò di armi, in quell'occasione?

AUGUSTO SPINA. No; durante le trattative, assolutamente no. Soltanto la dichiarazione di Bogor parlò di armi. Come ho già detto, egli disse ad Ilaria Alpi che il sequestro era avvenuto perché la nave portava delle armi. Questa dichiarazione è agli atti e c'è una videocassetta per verificare quanto vi sto dicendo.

PRESIDENTE. Da dove ha appreso la notizia secondo la quale, nell'intervista rilasciata a Ilaria Alpi dal sultano di Bosaso, quest'ultimo avrebbe riferito della presenza di armi nelle navi sequestrate?

AUGUSTO SPINA. Dalla televisione e dai vari servizi che sono stati fatti.

PRESIDENTE. Lei ha mai visto l'intervista al sultano di Bosaso?

AUGUSTO SPINA. Certamente.

PRESIDENTE. Ricorda che il sultano di Bosaso ha fatto tale affermazione?

AUGUSTO SPINA. Non ricordo se era un commento dei giornalisti o la stessa dichiarazione di Bogor.

PRESIDENTE. La confusione è giustificata.
Se non vi sono altre domande, ringrazio il signor Augusto Spina e dichiaro concluso l'esame testimoniale. Dispongo che il collegamento audio con Milano venga disattivato.

(Il collegamento audio con Milano viene disattivato).

Back Forward