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N.B.: La deposizione del signor Roger Hearing, pronunciata in lingua inglese, è stata tradotta a cura di un interprete.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale del signor Roger Hearing.
Lo avvertiamo che verrà sentito nelle forme della testimonianza e che, secondo la legge italiana, ha l'obbligo di rispondere alle domande del presidente e dei commissari e, ovviamente, l'obbligo di dire la verità. Naturalmente, se ci sono delle circostanze rispetto alle quali ritiene di doversi avvalere di qualche facoltà, anche come giornalista, potrà dirlo e noi valuteremo quali decisione prendere, di volta in volta.
Avvertiamo anche il signor Hearing che, laddove ritenga di dover fare delle dichiarazioni che pensa sia opportuno che rimangano segrete, quindi non conosciute all'esterno, è sufficiente che lo dica prima ed anche in questo caso la Commissione valuterà la decisione da prendere.
Innanzi tutto le chiediamo, signor Hearing, le sue generalità: data e luogo di nascita, residenza e attività che svolge.
ROGER HEARING. Sono nato a Londra, il 20 settembre 1960, attualmente risiedo ad Ash, nel Surrey, e la mia professione è quella di conduttore radiotelevisivo, giornalista.
PRESIDENTE. Nel passato quale attività ha svolto? In particolare, negli anni novanta quali sono le attività che come giornalista l'hanno vista occupato?
ROGER HEARING. Negli anni novanta ho iniziato come giornalista radiofonico della BBC Radio ed ho iniziato a lavorare a Londra; poi sono diventato corrispondente per l'Africa Orientale per la radio e la televisione, sempre della BBC, nella sede di Nairobi, dove mi sono occupato delle vicende che hanno riguardato paesi come Somalia, Kenya, Ruanda e Sudan.
PRESIDENTE. In quale periodo è stato in Somalia come corrispondente?
ROGER HEARING. Sono stato corrispondente per l'Africa Orientale dal 1993 al 1996. In particolare sono andato molte volte in Somalia nel 1993 e nel 1994 e negli anni del coinvolgimento della comunità internazionale nel paese.
PRESIDENTE. Ricorda in quali periodi del 1993 è stato in Somalia?
ROGER HEARING. Sono andato per la prima volta in Somalia nel giugno 1993. Sono andato ripetutamente a partire dal giugno '93 in Somalia, a seguito dell'uccisione dei soldati pakistani delle Nazioni Unite. Dopo di che, nel corso dello stesso anno, mi sono recato nel paese varie volte, ma non ricordo esattamente le date.
PRESIDENTE. Ci sono stati nel 1993 periodi in cui è rimasto fermo in Somalia e, se sì, dove?
ROGER HEARING. Sono stato parecchie volte a Mogadiscio, a volte per una settimana o per periodi più brevi o più lunghi a seconda dell'importanza degli eventi che dovevo coprire. Poi sono stato a Baidoa, a Chisimaio, ad Hargeisa, nel nord, e a volte ho viaggiato anche accompagnandomi alle forze delle Nazioni Unite per recarmi in villaggi piccoli all'interno del paese.
ROGER HEARING. Nel 1994 sono stato in Somalia varie volte, in particolare nel periodo in cui è iniziato il ritiro delle forze delle Nazioni Unite; ma a partire dall'aprile '94 ho concentrato la mia attenzione e la mia presenza in Ruanda, quando è iniziato il genocidio in quel paese.
PRESIDENTE. E da gennaio ad aprile?
ROGER HEARING. Sicuramente sono stato in Somalia a febbraio e marzo del 1994.
PRESIDENTE. Si è fermato oppure andava e tornava, per lo svolgimento del suo lavoro di corrispondente?
ROGER HEARING. Anche in questo caso dipende dalla portate degli eventi di cui mi dovevo occupare. A volte sono stato alcuni giorni, a volte una settimana, a volte meno. Diciamo che sono stato lì al massimo per un paio di settimane consecutive, non di più.
PRESIDENTE. Sempre a Mogadiscio o anche in altre città della Somalia?
ROGER HEARING. Nel 1994 sicuramente mi sono concentrato soprattutto sulla città di Mogadiscio. A volte sono andato anche a Baidoa e a Chisimaio, sicuramente sono stato più spesso a Mogadiscio, ma senz'altro ho viaggiato meno in Somalia che non nel 1993.
PRESIDENTE. Sempre per la BBC?
ROGER HEARING. Sì, diciamo che ho lavorato prevalentemente per la BBC, ma avevamo anche rapporti con altre emittenti, con altre organizzazioni. In particolare, avevamo stabilito delle alleanze con ABC America per cui, a volte, quando la situazione era troppo pericolosa per i giornalisti americani eravamo noi che fornivamo materiale.
PRESIDENTE. Quando stava a Mogadiscio dove alloggiava, in albergo o presso qualche altra struttura?
ROGER HEARING. Alloggiavo al Sahafi hotel, che, in realtà, non era un vero albergo ma in parte funzionava come una struttura alberghiera. E nel Sahafi hotel alloggiava la maggior parte della stampa straniera, dei media stranieri, a parte gli italiani. L'hotel Sahafi era nei pressi della K-For, quindi nella parte meridionale di Mogadiscio, nella zona dell'aeroporto.
PRESIDENTE. Invece gli italiani non erano al Sahafi?
ROGER HEARING. Alcuni giornalisti italiani erano al Sahafi; in particolare, poi, sono diventato amico di Massimo Alberizzi, del Corriere della Sera, ma la maggior parte dei giornalisti italiani risiedeva all'hotel Hamana.
PRESIDENTE. Ilaria Alpi lei l'ha conosciuta e, se sì, dove e quando?
ROGER HEARING. Formalmente non l'ho mai conosciuta, però ricordo di averla vista proprio il giorno della sua uccisione. La incontrai brevemente, la vidi passare nel corridoio dell'albergo Sahafi poco dopo il suo rientro dal nord. Vorrei aggiungere - vi renderete conto che sono passati undici anni, per cui è difficile ricordare esattamente i dettagli delle vicende - che sicuramente Ilaria rappresentò, al momento, una vista inconsueta, perché non c'erano molte donne, non c'erano molte donne giornaliste, non c'erano molte donne italiane giornaliste.
PRESIDENTE. A quale periodo si riferisce ricordando di aver visto soltanto di sfuggita Ilaria Alpi e precisando di non averla mai formalmente incontrata? Si tratta del periodo in cui si verificò la morte o di un periodo precedente, in altre occasioni?
ROGER HEARING. Non l'ho mai vista prima di quel giorno. Il motivo per cui mi è rimasta impressa è che quando vidi il suo corpo, dopo la sua uccisione, lo associai alla persona che avevo incontrato nel corridoio del Sahafi e mi ricordai di lei.
PRESIDENTE. Sempre in quel periodo?
ROGER HEARING. Lo stesso giorno.
PRESIDENTE. Ho capito. Lei non l'ha conosciuta, ma le chiedo: parlando con altri colleghi, al Sahafi oppure altrove, qualcuno di loro le parlò di Ilaria Alpi, della sua presenza e della ragione della sua presenza in Somalia, a Mogadiscio?
ROGER HEARING. Dopo la sua morte mi ritrovai con alcune persone - giornalisti ovviamente - a parlare di quel che era accaduto e qualcuno mi disse, teorizzando sui motivi che potevano aver condotto alla sua morte, che la Alpi era tornata dal nord e che, probabilmente poteva essere accaduto qualcosa al nord, a Bosaso, che avesse portato poi alla sua uccisione a Mogadiscio. Ma, ripeto: sono passati undici anni.
PRESIDENTE. E da chi apprendeva queste cose, da giornalisti o da persone diverse?
ROGER HEARING. Posso dire sicuramente che si trattò soltanto di giornalisti, perché quasi nessun altro aveva accesso al Sahafi e gli unici somali che vidi furono quelli sul luogo dell'agguato, quando andammo a vedere.
PRESIDENTE. Qualcuno di questi giornalisti o chiunque altro ebbe a parlarle di interessi di Ilaria Alpi, come giornalista d'inchiesta, per questi tre settori, il traffico di rifiuti tossici, il traffico di armi o il settore della cooperazione italiana in Somalia, come fonte di attività illecite?
ROGER HEARING. Nessun giornalista mi ha mai fatto accenno a cose specifiche. Quelle che sono state avanzate sono ipotesi sul perché la Alpi potesse essere stata uccisa. C'era la sensazione diffusa che, forse, esistendo legami storici tra Italia e Somalia, a noialtri sfuggissero relazioni che erano, appunto, specifiche dei rapporti tra i due paesi e che potevano coinvolgere soltanto italiani, rappresentanti del Governo italiano e giornalisti.
PRESIDENTE. In queste ipotesi che venivano fatte ha mai sentito dire di problemi legati al traffico di armi, di rifiuti tossici o radioattivi, ovvero di mala cooperazione tra Italia e Somalia?
PRESIDENTE. Ricorda della esistenza di una strada Garoe-Bosaso?
ROGER HEARING. No, non ricordo.
PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare dell'interramento di rifiuti tossici e/o radioattivi in zone vicine a Mogadiscio, in
particolare su strade di collegamento tra Mogadiscio ed altre città della Somalia?
ROGER HEARING. No, non l'ho mai sentito.
PRESIDENTE. Lei come ha saputo dell'uccisione di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin? In particolare, dove si trovava quando l'ha saputo?
ROGER HEARING. Se il presidente acconsente, vorrei leggere alcuni degli appunti che ho preso su cose che ricordo a proposito dell'evento.
PRESIDENTE. Sono rilievi che ha fatto in quel momento?
ROGER HEARING. No. Quando sono stato contattato dalla Commissione per questa audizione, ho pensato di concentrarmi e cercare di trascrivere le cose che ricordavo su quell'evento.
ROGER HEARING. Il 20 marzo 1994 lavoravo a Mogadiscio ed alloggiavo al Sahafi hotel, nella parte meridionale della città. Nel primo pomeriggio, per quel che mi ricordo, avevo visto Ilaria Alpi brevemente, nel corridoio dell'albergo: mi colpì perché era un nuovo arrivato e perché non c'erano così tante donne giornaliste nella città, all'epoca. Poco dopo, il mio collega Carlos Mavroleon, che lavorava come produttore cameraman per la ABC, mi disse che alcuni somali lo avevano informato dell'uccisione di due giornalisti nel nord della città; quindi mi propose, mi suggerì di andare a vedere. Acconsentii e partimmo, su macchine separate, per quel che ricordo. Attraversammo la green line, la linea verde, e arrivammo nella strada che conduceva giù, verso l'hotel Hamana e l'ambasciata italiana. Per compiere quel tragitto si impiegavano dieci minuti.
ROGER HEARING. Una velocità normale. Non troppo veloce, ma non ricordo. Si viaggiava a velocità moderata perché poteva essere pericoloso, date le circostanze, andare troppo speditamente.
PRESIDENTE. Che cosa si incontrava in questo percorso di check point, controlli o cose di questo genere?
ROGER HEARING. Non ricordo dettagliatamente, ma per quel che ricordo non c'erano check point.
PRESIDENTE. E pattuglie che controllavano la strada e il passaggio della linea verde?
ROGER HEARING. In quel momento, relativamente al tragitto che noi abbiamo compiuto non ricordo alcun controllo particolare, ma in genere giravano uomini armati delle milizie delle varie fazioni che pattugliavano. Ma non abbiamo incontrato check point.
ROGER HEARING. Ricordo che la scena che vedemmo quando arrivammo fu quella di due corpi che venivano rimossi da un'auto e messi nel cofano di un'altra.
PRESIDENTE. Fermiamoci un momento su questo punto. Vorrei sapere se sul posto, oltre a tante persone che probabilmente c'erano, erano presenti anche altri giornalisti.
ROGER HEARING. Per quel che ricordo, non c'erano altri occidentali sul posto.
PRESIDENTE. E giornalisti somali?
ROGER HEARING. Forse ce ne saranno stati, ma normalmente i giornalisti somali non si lasciavano identificare, perché poteva essere pericoloso; quindi, se mai, avevano solo l'aspetto di somali, ma niente lasciava intendere che potessero essere giornalisti.
PRESIDENTE. Quindi di giornalisti non somali, europei o comunque stranieri rispetto alla Somalia, c'era solo lei. Lei è il primo che arrivò?
ROGER HEARING. Ricordo soltanto la presenza mia e di Carlos come non somali, però sottolineo ancora due cose: la prima, come ho già detto, è che sono passati undici anni; la seconda è che la scena era abbastanza cruenta, per cui c'era molta confusione. Era una situazione per cui era difficile arrivare e valutare con calma, dall'esterno.
PRESIDENTE. Però vorrei capire: non ha memoria di altri giornalisti non somali al momento in cui arrivò sul posto; ha memoria di giornalisti non somali nel tempo in cui rimase sul posto dove si era verificato l'agguato?
ROGER HEARING. Per quanto ricordo, non vidi altri giornalisti, né somali né occidentali. Per quanto riguarda il dopo, non trascorremmo lì molto del nostro tempo. Di sicuro non notai l'arrivo di altri giornalisti, però, considerando che l'hotel Hamana era molto vicino e che all'epoca soggiornavano nell'albergo numerosi giornalisti italiani, è presumibile che dopo di noi sia arrivato qualcuno di loro.
PRESIDENTE. Di altri occidentali non giornalisti o, per lo meno, di altri da lei non conosciuti come tali quando arrivò sul posto notò la presenza?
ROGER HEARING. No, non ricordo la presenza di altri occidentali, a parte me, Carlos e le due persone morte.
ROGER HEARING. L'auto della Alpi era rivolta verso il basso, con la parte anteriore verso il basso, leggermente spostata di fianco sul lato destro. Il parabrezza era completamente in frantumi.
PRESIDENTE. Ricorda da quale parte era in frantumi, se centralmente, a destra o a sinistra?
ROGER HEARING. C'erano fori di proiettile su tutta la superficie del parabrezza, per cui l'intera larghezza del parabrezza era in frantumi.
Ricordo alcuni somali che ci hanno mostrato i fori dei proiettili anche nel sedile posteriore: ci spiegarono che i due giornalisti erano usciti dall'edificio dell'ambasciata e saliti a bordo della loro auto e dopo aver percorso solo pochi metri...
PRESIDENTE. I giornalisti erano usciti da dove?
ROGER HEARING. Dall'edificio dell'ambasciata ed erano saliti nella macchina.
PRESIDENTE. Non dall'albergo Hamana?
ROGER HEARING. Al momento, questa è la versione che ci fu data. I somali che ci parlarono ci dissero che i due erano usciti dall'edificio dell'ambasciata.
Dopo aver percorso pochi metri, sopraggiunse un'altra auto, che si pose di fronte a quella dei due giornalisti, bloccandola, e alcuni uomini che erano stati in uno dei negozi, dei punti in cui si vendeva tè per la strada, corsero sparando agli occupanti dell'auto.
PRESIDENTE. Mi scusi, non ho capito. Questo è quello che le hanno raccontato i due somali? Può ripetere questa frase?
ROGER HEARING. Dopo che l'auto dei due giornalisti aveva percorso una breve distanza, sopraggiunse un'altra auto, che le si pose di fronte, bloccandola, e alcuni uomini, che erano stati in una delle rivendite di tè lungo la strada, corsero sul posto e spararono puntando contro gli occupanti dell'auto.
ELETTRA DEIANA. Questi uomini da dove venivano, dalle rivendite o dalla macchina?
ROGER HEARING. Ci dissero che le persone che avevano fatto fuoco erano state a bere tè lungo la strada.
PRESIDENTE. Quindi, quelle che avrebbero sparato sarebbero state persone diverse da quelle che stavano dentro l'auto?
ROGER HEARING. Questo è quello che ci fu detto.
ELETTRA DEIANA. Non ho capito.
PRESIDENTE. La ricostruzione che è stata a lui narrata è che l'auto dei due giornalisti italiani va avanti per un breve tratto, l'auto degli altri due la blocca, dai negozi dove si prendeva il tè escono altre persone, le quali sparano.
ELETTRA DEIANA. Questo deve essere chiarito.
ROGER HEARING. Quello che ci è stato detto è che arriva la macchina che blocca l'auto dei due giornalisti e, nel momento in cui l'auto dei giornalisti viene bloccata, accorrono le persone che fanno fuoco contro la macchina dei giornalisti.
ELETTRA DEIANA. Questo è quello che raccontano i somali presenti?
ROGER HEARING. Quando accorremmo sul posto, ovviamente chiedemmo cosa fosse accaduto ai presenti e la gente si radunò intorno a noi narrandoci questa versione.
ROGER HEARING. Ci dissero anche che l'autista dei giornalisti e la loro guardia del corpo erano corsi via. Non ricordo se la macchina che bloccò quella dei giornalisti era ancora lì quando arrivammo. Non ci soffermammo troppo sul posto e ritornammo quindi al Sahafi. Ricordo che si parlò del fatto che Ilaria fosse appena rientrata da Bosaso e ricordo che si presunse che avesse potuto dare fastidio a qualcuno lì a Bosaso.
ELETTRA DEIANA. Presidente, vorrei che il teste tornasse un momento su cosa egli ricorda precisamente dei corpi dei due giornalisti. Cioè dove erano appoggiati, se sulla strada o ancora sull'auto, dove li stavano trasportando, chi li trasportava.
ROGER HEARING. Mi perdonerete se non ricordo esattamente quello che è accaduto, ma è passato tanto tempo. L'immagine che è rimasta impressa nella mia mente è quella del contrasto tra la Ilaria elegante che mi colpì in albergo, perché non eravamo abituati a vedere in giro persone dall'aspetto così elegante, e l'immagine di un corpo ormai morto, non più elegante, spinto, ormai inerme, nel cofano della macchina...
PRESIDENTE. Non nel cofano: nel retro.
ROGER HEARING. Sì, nella parte posteriore dell'auto, con le gambe inermi.
PRESIDENTE. Ma in quale macchina?
ROGER HEARING. Ricordo che deve essersi trattato per forza di un'auto diversa da quella su cui viaggiavano che ormai era resa inguidabile, per l'assalto, per i colpi d'arma da fuoco.
Ricordo che si trattava di un modello pick-up e che c'era il pianale tirato fuori dal sedile posteriore, a coprire la parte posteriore, perché i corpi vennero infilati al di sotto.
PRESIDENTE. In questo pianale ha visto il corpo di Ilaria Alpi o anche il corpo dell'altra persona uccisa?
ROGER HEARING. Ricordo che il corpo di Ilaria Alpi era posto sul lato
sinistro e che quello di Miran Hrovatin o era già o era stato messo in un secondo momento sul lato destro.
ELETTRA DEIANA. Lei ricorda solo i movimenti sul corpo di Ilaria Alpi?
ROGER HEARING. Non offro una garanzia al 100 per cento, però ricordo che il corpo di Hrovatin era già nell'auto.
PRESIDENTE. Quando lei ha avuto davanti quest'immagine, i due corpi erano già lì fermi nella parte posteriore del pick-up, o ha visto chi ce li ha portati?
ROGER HEARING. Ricordo che il corpo di Hrovatin era già nell'auto, che quello di Ilaria Alpi veniva spinto da un gruppo di somali che erano lì radunati intorno all'auto, a compiere quest'operazione.
ELETTRA DEIANA. Vorrei avere conferma che si trattava di un gruppo di somali e che non vi erano occidentali.
ROGER HEARING. Me lo sarei ricordato, se ci fosse stato un occidentale, perché quasi sicuramente mi avrebbe colpito. Sarebbe stata una scena inconsueta vedere un occidentale.
PRESIDENTE. Ha mai conosciuto un certo Giancarlo Marocchino?
PRESIDENTE. Vediamo ora il filmato, per cercare di contestualizzare queste dichiarazioni, in modo che ci possa dire in quale momento è arrivato. Questo è il filmato dell'ABC.
(La Commissione procede alla visione di un filmato).
ROGER HEARING. Quello sono io.
PRESIDENTE. Questa persona con gli occhiali era lei?
ROGER HEARING. Quello sono io.
PRESIDENTE. Questi sono i due somali che le hanno fatto le dichiarazioni di cui ci ha parlato prima?
ROGER HEARING. Credo che siano loro.
PRESIDENTE. Diamo atto che nel filmato si osserva il testimone che intervista due cittadini somali. Richiesto se si tratti delle persone che gli hanno riferito di come si erano svolti i fatti, secondo quanto dichiarato in precedenza, risponde positivamente. Si dà atto altresì che trattasi del filmato ABC.
Proseguiamo nella visione del filmato.
Lei sa chi era questa persona che sta parlando adesso, a cui scende il sangue dalla fronte?
PRESIDENTE Non sa che questo era l'uomo della scorta di Ilaria Alpi?
ROGER HEARING. Non lo ricordo assolutamente. Può darsi che mi stesse dicendo qualcosa del genere, ma non lo ricordo.
PRESIDENTE. Ricorda se l'altra persona che gli sta accanto, il somalo con i baffi, era l'autista di Ilaria Alpi?
PRESIDENTE. Questa è l'automobile nella quale venne collocato il corpo di Ilaria Alpi. È esatto?
ROGER HEARING. È difficile dirlo, per me, perché l'immagine che ho nella mente è quella del corpo di Ilaria Alpi spinto nella parte posteriore di un pick-up.
PRESIDENTE. Conosceva questo filmato?
ROGER HEARING. Non ricordo questa scena in particolare.
PRESIDENTE. Come lei vede, adesso stanno trasportando Ilaria Alpi verso l'auto bianca, dove poi sarebbe stata collocata nella parte posteriore. Lei non ha visto questa scena?
PRESIDENTE. Non l'ha vista perché stava facendo l'intervista?
PRESIDENTE. Come lei vede, in questo momento stanno collocando il corpo di Ilaria Alpi nell'auto, dove poi lei l'avrebbe vista.
La persona a sinistra, che tiene il corpo di Ilaria, è un occidentale, un bianco.
ROGER HEARING. Lo vedo benissimo, però non me lo ricordavo.
PRESIDENTE. Adesso se lo ricorda?
ROGER HEARING. Assolutamente no.
PRESIDENTE. Ci dica quale immagine ricorda.
ROGER HEARING. Ricordo quest'immagine, con le sue gambe spinto in alto.
PRESIDENTE. Questa però non è l'immagine.
PRESIDENTE. Tutta questa manovra che si sta compiendo e che è testimoniata dal questo filmato lei non l'ha vista? Lei non ha assistito a questa manovra?
ROGER HEARING. Questa potrebbe essere l'inizio della parte che comincio a ricordare.
PRESIDENTE. Proseguiamo con la visione del filmato. Ci dica l'immagine che ricorda.
ROGER HEARING. Ricordo questa immagine.
PRESIDENTE. Dunque, tutte le manovre viste prima o non le ricorda o non era presente?
ROGER HEARING. Non ricordo esattamente che cosa stessi facendo. Se al momento non ricordo tutta la manovra è perché o stavo intervistando qualcuno o mi guardavo intorno per vedere un po' la situazione.
PRESIDENTE. A proposito dell'intervista, è possibile che l'intervista che lei ha fatto ai due somali che abbiamo visto prima sia stata fatta da lei dopo aver visto quest'immagine, e quindi che possa essere una ricostruzione fatta mettendo pezzi in progressione cronologica diversa?
ROGER HEARING. È possibile, ma non ricordo in dettaglio tutta la sequenza degli eventi.
PRESIDENTE. L'operatore Carlos è arrivato insieme a lei o prima?
ROGER HEARING. Per quel che ricordo, arrivò insieme a me.
PRESIDENTE. Questo è il filmato che ha girato il suo cameraman?
ROGER HEARING. Non ho mai visto il filmato.
PRESIDENTE. È la prima volta che lo vede?
ROGER HEARING. Per quel che ricordo, sì.
PRESIDENTE. Quanto a persone somale con le quali lei parlò sul posto, parlò soltanto con queste due che ha intervistato, o anche con altre?
PRESIDENTE. Che fine hanno fatto le interviste a quei somali che ha realizzato? Le ha trasmesse, le ha utilizzate?
ROGER HEARING. Non ricordo se mandai in onda l'audio dell'intervista ai due somali, l'audio dei due somali, ma utilizzai il materiale per scrivere un racconto che poi lessi al notiziario, alla radio.
PRESIDENTE. Quindi, lei vide queste scene. Vide anche partire la macchina nella quale erano stati collocati i due corpi? Oppure andò via prima?
ROGER HEARING. Non posso dirlo con certezza. Diciamo che non ricordo, ma ho l'impressione che ce ne andammo contemporaneamente al pick-up.
PRESIDENTE. Perché andaste via? C'era ancora gente sul posto, alla quale si sarebbe potuta chiedere qualche notizia o informazione per sapere esattamente che cosa fosse accaduto in realtà. Perché andaste via subito? Per fare il servizio ? Per quale ragione?
ROGER HEARING. La prassi, quello che ci veniva normalmente insegnato, era che, per ragioni di sicurezza, in un posto, in particolare come Mogadiscio, quando si verificava un evento come quello a cui avevamo assistito, non era bene soffermarsi a lungo. Quindi l'ideale sarebbe stato andar via in tempi abbastanza ristretti. Perciò, dopo aver intervistato i due somali con cui parlai, ritenni di aver svolto il mio lavoro.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Deiana.
ELETTRA DEIANA. Vorrei sapere con più esattezza: da dove si mosse, come venne a conoscenza dell'accaduto, chi la avvertì? Lei ha parlato prima di Carlos Mavroleon, e del fatto che lui l'avrebbe avvertita. Dove eravate? E in che modo Carlos Mavroleon seppe della notizia?
ROGER HEARING. Non so in che termini Carlos venne a conoscenza dell'evento. Di solito si apprendeva quel che accadeva fuori dai somali dell'albergo. Bastava che uno apprendesse qualcosa da un amico che ce lo veniva a dire.
ELETTRA DEIANA. Voi dove eravate? All'hotel Sahafi?
ELETTRA DEIANA. E che possibilità c'erano di contatto tra quelli che stavano nella strada, all'hotel Hamana e loro che stavano al Sahafi?
ROGER HEARING. Di solito le informazioni correvano nella città per mezzo di walkie-talkie, radio ad onde corte, di cui i somali erano in possesso. Normalmente era quello il modo in cui si avevano informazioni. Però, nel caso specifico, non so come si sia appresa la notizia.
ELETTRA DEIANA. Cioè il suo collega l'ha chiamato, l'ha informato, aveva già avuto l'informazione, cioè non erano insieme?
ROGER HEARING. Non eravamo insieme.
ELETTRA DEIANA. Ricorda se Mavroleon le ha detto da quanto tempo era accaduto il fatto?
ROGER HEARING. Ricordo solo che Carlos venne da me dicendomi che alcuni somali gli avevano detto che due giornalisti erano stati uccisi nel nord della città.
ELETTRA DEIANA. Che rapporti professionali c'erano tra lei e Carlos Mavroleon?
ROGER HEARING. Come ho già detto, Carlos lavorava come produttore cameraman per la ABC, e ho parlato dell'alleanza stretta all'epoca tra BBC e ABC, per cui non avevo con me un cameraman della BBC. Allora, mi servivo di Carlos, in virtù dell'alleanza tra le due emittenti. Perciò, lui filmava, e poi usavamo i suoi filmati
per produrre dei reportage televisivi, ma in questo caso non è accaduto. Non abbiamo usato il suo filmato per fare un reportage.
ROGER HEARING. Non so perché non l'ho utilizzato. Di solito, se avevo del materiale, contattavo Londra, chiedendo se a Londra erano interessati alla preparazione di un servizio televisivo. A Londra si prendevano le decisioni, sì o no, a seconda degli eventi del giorno e del budget, perché ovviamente costava denaro alla BBC consentire l'acquisizione di filmati per la produzione di reportage.
PRESIDENTE. Il testo, del quale lei ha parlato, che poi costituì il servizio per radio, dov'è rintracciabile?
ROGER HEARING. È questo. L'ho trovato negli archivi della BBC.
PRESIDENTE. Ce lo può leggere?
ROGER HEARING. Sì. Leggo: «Due giornalisti italiani sono stati uccisi con colpi d'arma da fuoco nella capitale somala, Mogadiscio. I due, un uomo e una donna, si ritiene lavorassero per la televisione italiana, sono stati uccisi nella loro vettura, accanto all'ormai abbandonato edificio dell'ambasciata italiana, nel nord della città. Il nostro corrispondente per l'Africa orientale, Roger Hearing, ci riferisce da Mogadiscio che il continuato ritiro delle truppe delle Nazioni Unite e americane ha lasciato il paese particolarmente vulnerabile ad episodi di violenza casuale. I due giornalisti sono stati aggrediti nella loro auto che aveva percorso una brevissima distanza muovendosi dall'edificio della ex ambasciata italiana. Il parabrezza, la parte frontale della macchina, è stata colpita da proiettili, secondo alcuni testimoni oculari, ad opera di attentatori, che avevano inseguito la macchina. L'autista somalo dei giornalisti pare sia scappato illeso. La scena si è svolta accanto ad un albergo normalmente usato nel passato da giornalisti italiani per la sua vicinanza all'ambasciata e ai soldati di guardia. Ma l'ambasciata è stata abbandonata come parte degli accordi relativi al ritiro dei soldati italiani delle Nazioni Unite, e la zona, da allora, è diventata teatro di attacchi di banditi. Questo è il primo incidente del genere, dall'ultimo episodio che ha visto la morte di quattro giornalisti, lo scorso mese di luglio, nel bel mezzo dell'operazione americana e delle Nazione Unite, condotta contro il leader, generale Aidid. Non si ritiene ci sia un movente politico alla base di questa aggressione. La parte settentrionale di Mogadiscio è un'area dominata dai seguaci del rivale del generale Aidid, Ali Mahdi Mohammed. Adesso che il ritiro dei soldati americani è quasi alla fine, e anche numerosi contingenti delle Nazioni Unite sono stati ritirati, è aumentato moltissimo il livello della criminalità violenta a Mogadiscio e nel resto del paese, il che ricorda il periodo di anarchia che ha preceduto l'arrivo degli americani, 15 mesi fa. Sono andati avanti i colloqui sponsorizzati dalle Nazioni Unite nella capitale keniota, Nairobi, tra i supporter del generale Aidid e Ali Mahdi, nel tentativo di prevenire lo scoppio di una nuova guerra civile, ma a meno che non si trovi una soluzione, violenze come questa probabilmente continueranno a verificarsi».
PRESIDENTE. Si dà atto che il testo tradotto e consegnato dal teste è allegato agli atti dell'inchiesta.
Lei, dopo essere andato via, nei giorni successivi è rimasto a Mogadiscio? E per quanto tempo?
ROGER HEARING. Ricordo di essermi fermato ancora a Mogadiscio per preparare il reportage sul ritiro delle truppe delle Nazioni Unite, ma non ricordo esattamente quanto tempo.
PRESIDENTE. In quel periodo si interessò ancora a questo caso dell'uccisione dei due giornalisti italiani facendo domande, assumendo informazioni, per capire quale potesse essere stata la causa dell'uccisione, e chi potesse avere ucciso i due giornalisti?
ROGER HEARING. Non ricordo di essermene occupato ancora, perché avevamo ormai registrato delle immagini e il testo e quindi la storia era archiviata, e sono passato ad altri fatti.
PRESIDENTE. Quindi, le due persone che sono state intervistate e che abbiamo visto poc'anzi nel filmato non le ha più incontrate? Le uniche dichiarazioni che ha raccolto sono quelle? Non ha raccolto dichiarazioni di nessun genere da parte di nessun altra persona? Insomma: capitolo chiuso?
ROGER HEARING. Per quello che ricordo, non ho intervistato nessun altro.
PRESIDENTE. Le risulta che nell'agguato, oltre all'uccisione di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, furono feriti taluni degli aggressori?
ROGER HEARING. Non ne sono a conoscenza.
PRESIDENTE. Qualcuno le ha mai riferito che due attentatori sarebbero stati ricoverati in un ospedale di Mogadiscio?
ROGER HEARING. Non l'ho mai saputo.
PRESIDENTE. Ha mai conosciuto un somalo detto Washington?
PRESIDENTE. E un somalo detto Garibaldi?
PRESIDENTE. Sa quale risultato ha avuto in Italia l'indagine per l'uccisione di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin? Sa che c'è stato un processo e, se sì, come si sia risolto?
ROGER HEARING. Tre settimane fa, quando l'ufficio della sua Commissione mi ha spedito il messaggio di posta elettronica, per la prima volta ho appreso che c'era stata un'inchiesta e che c'era stato un processo a proposito del caso.
PRESIDENTE. Ha mai conosciuto il giornalista somalo Ali Mussa?
ROGER HEARING. È un nome che mi dice qualcosa, lo riconosco.
PRESIDENTE. Ha mai avuto modo di parlare dell'omicidio dei due giornalisti italiani con questo giornalista somalo?
ROGER HEARING Non ricordo se l'ho fatto, se gliene ho parlato o no.
PRESIDENTE. Ha conosciuto Ibrahim Omar Nune come collaboratore dell'ANSA a Mogadiscio?
ROGER HEARING. Non ricordo di aver mai incontrato nessuno con questo nome.
PRESIDENTE. Ha conosciuto un altro giornalista somalo chiamato Reuter?
PRESIDENTE. Conosce il giornalista Aden Mohammed Sabrie, collaboratore della BBC?
ROGER HEARING. Se avessero lavorato davvero per la BBC, probabilmente mi ricorderei di loro, ma c'è da dire che in Somalia c'era il BBC Somaly Service che lavorava in modo abbastanza indipendente rispetto alla BBC di Londra, per cui non conoscevo tutti quelli che ne facevano parte.
PRESIDENTE. Ricorda qualcuno di questi con cui si è confrontato a proposito dell'omicidio dei due giornalisti italiani?
PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare di un somalo chiamato Gelle?
ROGER HEARING. No. Non mi dice niente.
PRESIDENTE. E ha mai conosciuto, o sentito nominare, un somalo chiamato Bahal?
ROGER HEARING. No, non ricordo di aver mai sentito questo nome.
PRESIDENTE. Ha mai sentito nominare Omar Dini?
PRESIDENTE. Conosce questa persona (Mostra una fotografia)?
PRESIDENTE. Si dà atto che, mostrata al teste la foto segnaletica riguardante Ali Ahmed Rage, detto Gelle, documento n. 112.0, dichiara di non conoscerlo.
In quel periodo, lei era lì da qualche giorno, ha avuto notizia (ne ha parlato prima ricordando quello che aveva annotato) di contrasti che i somali avevano in particolare con gli italiani?
ROGER HEARING. Come ho già detto qualche risposta fa, in genere i giornalisti, gli operatori del settore umanitario in Somalia sapevano che tra Italia e Somalia c'era un passato storico che rendeva le relazioni tra le due parti, quella somala e quella italiana, diverse dalle relazioni che legavano i somali al resto di noi. Alcuni dissero che i soldati italiani a Mogadiscio avevano stipulato accordi con fazioni somale per poter operare in maniera più sicura rispetto alle altre truppe delle Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Di ragioni di contrasto, di critica rispetto agli italiani in Somalia in quei tempi, proprio a ridosso dell'uccisione dei due giornalisti, lei ha ricordo?
ROGER HEARING. No, non ho mai saputo di problemi specifici, di contrasti specifici. Però - lo ribadisco - c'era soltanto la consapevolezza, la sensazione che tra italiani e somali ci fossero delle questioni che a noialtri sfuggivano.
PRESIDENTE. Lei ha mai sentito parlare di Aidid e di Ali Madhi? Certamente sì.
ROGER HEARING. Sì, ho parlato con loro molte volte.
PRESIDENTE. Vi è capitato di parlare della posizione di Aidid, o di Ali Mahdi, nei confronti degli italiani?
ROGER HEARING. No, per quel che mi è dato di ricordare.
PRESIDENTE. Ha mai saputo dell'esistenza di qualche contrasto rispetto a problemi legati alle armi tra italiani, Aidid da una parte e Ali Mahdi dall'altra?
PRESIDENTE. E di problemi legati al fondamentalismo islamico, che lei sappia, ne esistevano all'epoca in cui avvennero i fatti di cui stiamo trattando?
ROGER HEARING. No. L'unica notizia che ho è dell'esistenza di un gruppo fondamentalista in una località chiamata Luq, vicino al confine con l'Etiopia.
PRESIDENTE. Quindi nessuna evidenza.
ROGER HEARING. No, nessuna prova.
PRESIDENTE. Lei ha conosciuto il generale Fiore, comandante del contingente italiano?
ROGER HEARING. L'ho visto, ma non credo di avergli mai parlato.
PRESIDENTE. Ha mai saputo che quel giorno il generale Fiore, in un comunicato stampa, fece presente che l'origine dall'uccisione dei due giornalisti poteva individuarsi nell'azione di una squadra di fondamentalisti islamici?
ROGER HEARING. No, non l'ho mai sentito.
PRESIDENTE. L'ambasciatore italiano a Mogadiscio, Scialoja, lo ha conosciuto?
PRESIDENTE. Di italiani chi ha conosciuto e con chi ha trattato?
ROGER HEARING. Si è trattato per lo più di giornalisti: Massimo Alberizzi, del Corriere della Sera, che ho citato prima...
PRESIDENTE. Dello Stato italiano nessuno?
ROGER HEARING. Ho sicuramente conosciuto qualche ufficiale italiano, ma non ricordo il nome.
PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare dell'avvocato Douglas Duale?
PRESIDENTE. La parola all'onorevole Deiana.
ELETTRA DEIANA. Io vorrei sapere, signor Hearing, se lei abbia fatto, in quei giorni o nello stesso giorno dell'omicidio dei due giornalisti italiani, un servizio in un campo di malati di colera.
ROGER HEARING. Non ricordo di averlo fatto proprio quel giorno, però è possibile che io abbia preparato un servizio del genere, perché si trattava di un tipo di notizia su cui spesso ci concentravamo.
ELETTRA DEIANA. Ricorda se questo campo di malati di colera era a Mogadiscio nord, vicino alla zona dove è avvenuto l'agguato?
ROGER HEARING. Non ho nessun ricordo di questo campo.
ELETTRA DEIANA. In che senso non ha nessun ricordo? Ha detto di aver fatto il servizio.
ROGER HEARING. Dico che non ricordo perché non ricordo specificamente di essermi trovato in un posto...
ELETTRA DEIANA. Poteva essere un ospedale.
ROGER HEARING. ... dove si trovavano malati di colera. Spesso giravamo servizi in campi profughi o in campi dove c'erano persone malate, però in particolare non ricordo questo del colera.
ELETTRA DEIANA. Presidente, si può mostrare al signor Hearing la scena in cui si vede Marocchino che mostra degli oggetti dei due giornalisti?
PRESIDENTE. Sì, la radio portatile. Chiedo che si proietti il filmato cui fa riferimento l'onorevole Deiana.
(La Commissione procede alla visione di un filmato).
PRESIDENTE. Ecco. Conosce questa persona?
ROGER HEARING. No, non ricordo.
PRESIDENTE. Si dà atto che l'ufficio mostra al teste la ripresa di Giancarlo Marocchino sul luogo dell'agguato. Chiesto se conosca o abbia mai visto questa persona, il teste risponde «non lo conosco e non l'ho mai visto». Esatto?
ROGER HEARING. No, non ricordo di averlo mai visto.
PRESIDENTE. Perfetto. Chiedo al tecnico di tornare al punto in cui Marocchino ha in mano quegli oggetti e, nel frattempo, proseguo con le domande.
Per andare dall'hotel Sahafi all'hotel Hamana lei portò con sé una scorta? Che scorta aveva?
ROGER HEARING. Sì, avevamo sempre i nostri autisti e le guardie del corpo, che noi ingaggiavamo.
PRESIDENTE. Quante erano le guardie del corpo?
ROGER HEARING. Di solito, nella mia auto ne avevo quattro o cinque.
PRESIDENTE. Quando lei è andato dal Sahafi al posto in cui si era verificato l'agguato, chi era con lei nella macchina oltre l'autista?
ROGER HEARING. Eravamo l'autista, io e le mie guardie del corpo.
PRESIDENTE. Questi quattro o cinque?
ROGER HEARING. Quattro o cinque.
PRESIDENTE. Era necessario avere questa scorta per andare tranquilli?
ROGER HEARING. Sì, all'epoca era quello che pensavamo.
PRESIDENTE. Ecco l'immagine che volevo mostrarle. La persona che porta quegli oggetti lei non l'ha mai vista sul posto?
ROGER HEARING. Non ricordo, non ci ho mai fatto caso.
ELETTRA DEIANA. L'ultima domanda che volevo farle è se ricorda o se ha ripensato alle impressioni o alle ipotesi che, come giornalista, aveva avanzato su questo episodio. In genere, i giornalisti si pongono delle domande, cercano di formulare delle ipotesi.
ROGER HEARING. Di solito, quando accadevano episodi del genere noi giornalisti ci riunivamo al Sahafi, era già accaduto per incidenti precedenti. Dopo la morte di Ilaria Alpi cercammo di avanzare delle ipotesi; pensammo che o si era procurata dei nemici durante le sue attività di ricerca, o aveva avuto problemi con le guardie del corpo, perché spesso in posti come la Somalia c'erano delle regole da rispettare con le guardie del corpo che si ingaggiavano: spesso si suscitavano le gelosie, le rivalità di altre fazioni, di altri gruppi di guardie del corpo e a volte si creavano problemi anche tra clan, per cui se non si capivano subito e non si rispettavano le regole dei gioco si poteva finire così.
ELETTRA DEIANA. Le persone somale con cui lei parlò quando arrivò sul posto in che lingua parlavano?
ROGER HEARING. Parlavano somalo, probabilmente, come accadeva quasi sempre, e ci facevamo aiutare per lo più dagli autisti, da altri somali.
ELETTRA DEIANA. Quindi è possibile che le cose che lei ha capito, le cose che le sono state riferite circa la dinamica dell'agguato, in particolare da dove fossero usciti i due giornalisti e da dove provenissero coloro che li ammazzarono, siano una ricostruzione sbagliata o, comunque, approssimativa, che lei ha capito in maniera approssimativa e non ha approfondito. È possibile?
ROGER HEARING. La scena, ovviamente, era molto ingarbugliata, c'era molta confusione; è probabile che i due somali abbiano capito male quello che era accaduto, o abbiamo voluto fare intendere a me qualcosa di sbagliato. Per me, comunque,
la prassi è arrivare su un posto e cercare di sapere dalla gente direttamente cosa è accaduto.
ELETTRA DEIANA. Lei, da giornalista, non ha ritenuto importante approfondire i particolari?
ROGER HEARING. All'epoca, ritenni importante cercare di sapere subito cosa fosse accaduto dalle persone presenti, ma ritenni altrettanto importante non fermarmi troppo, perché, in fondo, erano appena stati uccisi due giornalisti.
PRESIDENTE. Però c'è un particolare: nel servizio che manda in onda non si parla del fatto che le persone che sparano escono dai negozi dove si consumava il tè.
ROGER HEARING. Di solito cerco di concentrare i dettagli che di volta in volta reputo importanti per chi ascolta.
PRESIDENTE. Le risulta che nei due giorni precedenti quello in cui i due giornalisti sono stati uccisi era stato raccomandato ai giornalisti italiani di andarsene da Mogadiscio perché rischiavano di essere sequestrati o aggrediti? Non parlo dei due soltanto, ma di tutti i giornalisti italiani.
ROGER HEARING. Non ho mai sentito parlare di minacce specifiche per i giornalisti italiani, però, per esempio, per quelli britannici e statunitensi era consueto sentire che era meglio andare via perché, comunque, la situazione tra le fazioni era molto difficile.
PRESIDENTE. Ma domando, più precisamente: all'hotel Sahafi, dove lei alloggiava, il giorno in cui Ilaria Alpi fu uccisa c'erano giornalisti italiani?
PRESIDENTE. Un nome per tutti: Alberizzi c'era?
ROGER HEARING. So che in quel periodo era in giro per la Somalia, ma non ricordo specificamente se fosse a Mogadiscio in quel giorno.
PRESIDENTE. Lei sa quali erano i giornalisti italiani che normalmente andavano all'hotel Hamana? Ricorda, ad esempio, Remigio Benni?
ROGER HEARING. Remigio Benni, sì.
PRESIDENTE. Sa quali sono i giornalisti italiani che alloggiavano all'hotel Hamana?
ROGER HEARING. Non ricordo in particolare. Di sicuro so che c'era Benni.
ROGER HEARING. Questo nome non mi dice niente.
PRESIDENTE. Le ripeto la domanda per maggiore precisione. Lei ha saputo o non ha saputo affatto che all'hotel Hamana non c'era più nessun giornalista italiano, perché tutti erano andati via il giorno prima del 20?
ROGER HEARING. Non ero informato.
PRESIDENTE. La parola all'onorevole Schmidt.
GIULIO SCHMIDT. Mi scuso per aver perso la prima parte delle domande del presidente, per cui il presidente stesso mi fermerà se ripeto una domanda che egli ha già fatto.
Su questo avvenimento lei ha fatto un solo servizio?
GIULIO SCHMIDT. Dalla BBC per quale motivo non le chiesero di approfondire con un successivo servizio le ragioni dell'attentato?
ROGER HEARING. Non ricordo specificamente in cosa è consistita la mia conversazione con la BBC di Londra. Posso solo immaginare che, probabilmente, la scaletta degli eventi internazionali era tale per cui quello che poteva sembrare molto importante a me o ad altri era meno importante per altre persone, quindi non mi fu chiesto.
GIULIO SCHMIDT. Le risulta che ci fossero contatti tra la BBC e l'Unosom?
ROGER HEARING. Che contatti intende?
GIULIO SCHMIDT. Che oltre a parlare con lei, la BBC abbia parlato con qualche dirigente americano Unosom.
ROGER HEARING. Sarebbe inconsueto se avessero parlato direttamente con qualcuno all'Unosom. Probabilmente, se avessero voluto farlo avrebbero usato me come persona di contatto.
GIULIO SCHMIDT. Probabilmente questa domanda le è già stata fatta, ma quanto tempo si è fermato in Somalia? Qual è la sua esperienza generale della Somalia?
ROGER HEARING. Sono stato parecchio in Somalia, in particolare nel 1993-94. Nonostante abbia trovato la Somalia un paese molto difficile, complicato da capire, ritenevo molto importante essere presente lì.
GIULIO SCHMIDT. Quali servizi di particolare rilievo fece sulla Somalia?
ROGER HEARING. In particolare dal giugno 1993, quando sono arrivato in Somalia, mi sono concentrato sul confronto tra Nazioni Unite e Stati Uniti su quello che è accaduto a proposito del generale Aidid, sul tentativo degli Stati Uniti di catturare il generale Aidid, e poi mi sono concentrato sul fallimento, sull'incapacità delle Nazioni Unite di raggiungere un accordo con Aidid e di ripristinare, riportare in vita lo Stato somalo, come i somali speravano che accadesse. Poi mi sono occupato del ritiro delle truppe delle Nazioni Unite e degli americani dalla Somalia.
GIULIO SCHMIDT. Nessuno della BBC le sottopose mai l'argomento del traffico delle armi e dei rifiuti radioattivi?
GIULIO SCHMIDT. Lei si occupò dell'attentato a Li Causi, un altro italiano che fu ucciso?
GIULIO SCHMIDT. Lei girava spesso per i mercati?
ROGER HEARING. Sì, l'ho fatto.
GIULIO SCHMIDT. Ha mai visto nei mercati videocassette con immagini della sharia?
GIULIO SCHMIDT. Con immagini particolarmente violente, esecuzioni?
GIULIO SCHMIDT. Non le ha mai viste anche se ha guardato attentamente, o perché era distratto?
ROGER HEARING. Non sapevo neanche che esistessero.
GIULIO SCHMIDT. Ha mai avuto contatti con qualche esponente dei servizi segreti internazionali?
PRESIDENTE. Una battuta soltanto. Quando vi avvertirono che sarebbe stato meglio andare via dalla Somalia, perché era pericoloso, in che cosa consistevano gli avvertimenti? Che minacce facevano?
ROGER HEARING. Le minacce erano di violenza o di sequestro nei nostri confronti. Io stesso sono stato affrontato, una volta, dal leader di un clan che mi disse che se non avessi scritto qualcosa di positivo sul clan avrei rischiato il sequestro.
PRESIDENTE. E cosa ha fatto in quel caso, ha scritto in positivo?
ROGER HEARING. Ho denunciato - diciamo - la persona che mi aveva minacciato, riferendo della minaccia che mi era stata rivolta al capo del clan superiore al clan il cui esponente mi aveva minacciato.
PRESIDENTE. E che quindi la proteggeva. Siamo abituati anche noi in Italia, in certe zone!
ROGER HEARING. Gli chiesi di non molestarmi, di non minacciarmi. Gli ho detto, semplicemente, «toglimi questi cani dalle calcagna».
PRESIDENTE. Ci sono state, invece, situazioni in cui questi avvertimenti hanno portato al sequestro delle persone o a qualcosa di peggio, che lei sappia?
ROGER HEARING. Sì, so di episodi.
PRESIDENTE. Li può raccontare?
ROGER HEARING. So dell'episodio di una corrispondente di Associated Press che fu sequestrata dalle sue guardie del corpo perché cominciava a girare la voce che Associated Press avrebbe chiuso gli uffici a Mogadiscio, facendo rimanere disoccupate queste persone. Quindi, il tentativo fu di rapire la corrispondente per avere denaro prima che Assoiciated Press se ne andasse.
PRESIDENTE. Quanto tempo prima della vicenda di Ilaria Alpi?
ROGER HEARING. Dopo l'uccisione di Ilaria Alpi.
PRESIDENTE. Quanto tempo dopo, grosso modo?
ROGER HEARING. In coincidenza con il ritiro delle truppe internazionali. Era cominciata la chiusura degli uffici, quindi qualche mese dopo l'uccisione di Ilaria.
PRESIDENTE. In quale zona di Mogadiscio?
PRESIDENTE. Quindi in una zona diversa da quella in cui Ilaria Alpi fu uccisa.
ROGER HEARING. Sì, per quel che ricordo, avvenne nella zona sud di Mogadiscio, perché era la zona in cui operavamo, normalmente.
PRESIDENTE. Ricorda altri episodi?
ROGER HEARING. So che ce ne sono stati, ma non ne ricordo altri in particolare.
PRESIDENTE. A lei quando fu fatta questa minaccia?
ROGER HEARING. È possibile nella seconda metà del 1993.
ELETTRA DEIANA. Ha mai saputo che uso avesse fatto Mavrolon del filmato lì girato?
ROGER HEARING. Non ricordo neanche se lui mi disse qualcosa a proposito del filmato. Non ricordo proprio niente.
ELETTRA DEIANA. Lei ha più lavorato con Carlos, successivamente?
ROGER HEARING. Probabilmente sì. Lavorai di nuovo con lui perché era comunque
in giro in quella zona, ma non ricordo cose specifiche che ho fatto con lui
ELETTRA DEIANA. Sa che fine ha fatto questo cameraman?
ROGER HEARING. So che è morto nel 1998.
ELETTRA DEIANA. Il 18 marzo 1994 ci fu una riunione, all'hotel Sahafi, organizzata dalle autorità militari italiane, con i giornalisti italiani. Lei seppe qualcosa di questa riunione, di che cosa si parlò, e perché venne organizzata?
ROGER HEARING. No. Non ho mai saputo che ci fosse stata.
ELETTRA DEIANA. Lei era alloggiato al Sahafi?
ROGER HEARING. Sì, ero lì, ma non ho ricordo di questa riunione.
PRESIDENTE. La ringraziamo per il contributo di conoscenze che ha conferito alla Commissione. Se per caso dovesse avere qualche altra informazione o qualche ricordo ulteriore rispetto alle circostanze sulle quali l'abbiamo interrogata, la Commissione è sempre a sua disposizione.
ROGER HEARING. Vorrei scusarmi con il presidente e con i membri della Commissione per la mia memoria così labile, ma è veramente passato molto tempo e non è facile ritenere tutti i ricordi.
PRESIDENTE. Grazie ancora. Dichiaro concluso l'esame testimoniale.
La seduta termina alle 22,40.
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