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Seduta del 22/7/2004


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MEMORIA AGGIUNTIVA CON RICHIESTA DI RETTIFICHE AL RESOCONTO STENOGRAFICO N. 30 DEL 22 LUGLIO 2004 PROPOSTA DAL DOTTOR GIULIO SACCHETTI AL TESTO DELLA SUA DEPOSIZIONE

Roma, 30 luglio 2004
Chiar.mo prof. onorevole Carlo Taormina
Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Oggetto: richiesta di rettifica delle bozze relative alla deposizione resa dal sottoscritto in data 22 luglio 2004 (articolo 15, comma 3 del regolamento interno).


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Illustrissimo presidente,
in riferimento a quanto indicato in oggetto, intendo rettificare alcune dichiarazioni da me fornite alla Commissione.
In primo luogo, correggo quanto da me inizialmente affermato a proposito della presenza del pubblico ministero dottor Andrea De Gasperis nelle operazioni espletate sul cadavere di Ilaria Alpi. Avevo affermato, infatti, che il pubblico ministero non era presente in quanto non ricordavo con precisione tale circostanza. Successivamente, nel corso della deposizione, esaminando la mia prima relazione, ho potuto ricordare che il suddetto pubblico ministero era presente quando procedetti ai rilievi necroscopici presso il Cimitero Flaminio.
Vorrei anche precisare che procedetti ad ispezione esterna, con particolare attenzione al foro di ingresso al capo e al rilievo e alla repertazione di un nucleo di proiettile che estrassi dal collo, sia perché il caso appariva piuttosto semplice, sia perché il cadavere era stato traslato direttamente al cimitero ove, come è noto esiste una sala dotata solamente di tavolo anatomico ma priva di qualsivoglia attrezzatura per poter effettuare radiografie. Pertanto, anche qualora fosse stata decisa un'autopsia, assai difficilmente avrei ottenuto elementi tecnici diversi da quelli desumibili dall'osservazione esterna della lesività in questione poiché solo attraverso un esame radiografico del capo potevano essere individuati i frammenti metallici endocranici, afferenti a parti del proiettile, in modo da poterne consentire la collocazione e la repertazione. Ma tali accertamenti sarebbero stati possibili solo presso l'Istituto di Medicina Legale. Infatti, ciò fu possibile nel successivo accertamento necroscopico effettuato sul cadavere esumato.
Ricordo, in proposito, che la comune prassi, relativa ai cadaveri provenienti dall'estero e che sono a disposizione dell'autorità giudiziaria, prevede che gli stessi vengano traslati presso l'Istituto di Medicina Legale. Ignoro, però, i motivi di tale anomala procedura che, in ipotesi, potrebbe essere stata richiesta al fine di poter accelerare lo svolgimento del funerale.
Passando ora a considerare la possibilità che un proiettile esploso da un fucile Kalashnikov possa trascinare nel foro di ingresso, prodotto dal proiettile stesso sulla volta cranica, un frammento di lamiera attraversata da tale proiettile prima dell'impatto sul capo, ritengo che la stessa non possa essere presa in considerazione. E ciò sia perché un tale tipo di proiettile - che, come è noto, è animato da una notevole energia cinetica soprattutto in rapporto alla velocità supersonica - produce fori netti sulle lamiere di autoveicoli senza asportare grosse quantità di materiale dalla superficie su cui il foro si è prodotto, sia perché, anche qualora il frammento di materiale attinto dal proiettile ne segua la direzione, esso, a causa dell'angolo di impatto e del diverso peso specifico, si comporta come un proiettile secondario che, conseguentemente, non può seguire il proiettile principale nel suo tramite intrasomatico.
Nella mia esperienza di patologo forense, ho visto, negli attentati terroristici degli scorsi decenni, molti casi di lesioni al capo prodotte da proiettili esplosi da fucili Kalashnikov. Ebbene, anche nei casi in cui tali proiettili avevano attinto lamiere o vetri o cristalli blindati delle autovetture, all'interno delle quali le vittime si trovavano, ho sempre rilevato una gravissima lesività caratterizzata da lesioni sfacelative, conseguenti allo scoppio del cranio delle vittime, con vastissime lacerazioni dei tessuti molli pericranici e del volto. E di ciò potrei fornire documentazione fotografica.
Nel caso in questione, invece, nulla di tutto ciò era presente. Inoltre, il foro di ingresso da me rilevato sulla volta cranica del cadavere di Ilaria Alpi presentava una forma perfettamente circolare, il cui diametro era di circa 9 millimetri.
Poiché in tutti i manuali di medicina legale è riportato che il foro provocato dal passaggio di un proiettile nel momento in cui esso penetra in un osso piatto (come quello del cranio) presenta lo stesso diametro del proiettile, risulta incomprensibile


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come un proiettile di Kalashnikov, il cui diametro è di millimetri 7,62, possa aver prodotto un foro osseo con diametro di 9 millimetri.
Inoltre, qualora un proiettile di Kalashnikov, scamiciatosi e deformatosi a seguito dell'impatto su lamiera prima di raggiungere il capo della vittima, avesse attinto il capo di Ilaria Alpi, il foro di ingresso avrebbe presentato una forma diversa da quella circolare proprio perché prodotto da un proiettile non più perfettamente cilindrico.
Per quanto riguarda le risultanze della seconda consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero, alla quale ho partecipato assieme ad altri tre consulenti, preciso che l'attribuzione del proiettile che uccise Ilaria Alpi ad un fucile Kalashnikov derivò esclusivamente da quanto, in proposito, emerse dagli accertamenti dell'esperto balistico dottor Farneti, come chiaramente indicato in uno dei punti della relazione di consulenza.
Infine, in relazione a quanto chiestomi dall'onorevole Rosy Bindi circa la mia testimonianza avanti la Corte d'Assise in occasione del processo a carico di Hashi Omar, posso affermare che non ho ricordi precisi; credo, però, di aver ampiamente riferito, in quella sede, su tutti gli elementi che consentirono la mia prima diagnosi e di aver anche dissentito su alcune delle ipotesi relative alla ricostruzione della dinamica del ferimento mortale di Ilaria Alpi.
Sono, comunque, disponibile ad ogni chiarimento ed a qualsiasi confronto che la Commissione ritenga necessario, previo esame di tutti gli atti a mia firma, delle trascrizioni delle mie precedenti deposizioni nelle diverse sedi giudiziarie, nonché di tutti gli altri atti e documenti utilizzabili.
Con i miei migliori saluti
(Giulio Sacchetti)

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