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Seduta del 19/10/2005


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Audizione del dottor David Brunelli, già magistrato militare.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor David Brunelli, già magistrato militare.
Invito il dottor Brunelli ad esporre quanto di sua conoscenza in merito alle tematiche oggetto dell'inchiesta parlamentare.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non vorrei deludere le attese della Commissione...

PRESIDENTE. Non sarebbe il primo.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ho appreso dell'esistenza di questo famoso armadio solamente dopo essere uscito dalla magistratura militare, nella quale ho operato fino al 1998.

PRESIDENTE. Quanti anni aveva quando è entrato nella magistratura militare?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ventitrè.

PRESIDENTE. Pensavo di trovarmi di fronte un ottantenne, per la verità.
È stato in magistratura militare fino al 1998?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì. Dal 1983 al 1990 ho svolto funzioni di magistrato con compiti di studio presso la procura generale della Corte militare di appello. Lavoravo fianco a fianco con il procuratore generale Campanelli, che forse avete già ascoltato. Nelle diverse conversazioni che abbiamo avuto - eravamo molto in confidenza - non ho mai percepito che potessero essersi verificati episodi del genere.
Aggiungo che sono andato molto spesso a studiare nella biblioteca di palazzo Cesi (la biblioteca della procura generale) e non ho mai fatto caso se vi fosse o meno un armadio di questo tipo. Pertanto, sulla vicenda specifica dell'esistenza di questo armadio cosiddetto «della vergogna», pur associandomi alla vergogna, non saprei dirvi nulla. Né posso aggiungere qualcosa che si riferisca al periodo successivo, dal 1990 al 1996, nel quale ho svolto le funzioni di magistrato militare di sorveglianza, dunque ancora a palazzo Cesi, presso il tribunale militare di sorveglianza.


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Lì, peraltro, sono rimasto per altri due anni, allorché ho svolto funzioni di consigliere della Corte militare d'appello.
In quell'occasione ho avuto anche la fortuna - o sfortuna - di essere il giudice relatore della sentenza Priebke in appello, nella quale si è parlato, ovviamente, di queste tematiche. Tuttavia, anche in tale occasione, parlando con colleghi anche più anziani, mai è emersa una vicenda del genere.
Sull'argomento specifico, dunque, credo di non poter dire niente di più.

PRESIDENTE. Lei si è trovato lì, con diverse funzioni, dal 1990 al 1998?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Nella sede di palazzo Cesi sempre, dal 1983 al 1998.

PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.

EGIDIO BANTI. Dottor Brunelli, lei ha appena affermato che all'inizio della sua attività di magistrato militare svolgeva attività di studio presso la procura generale della Corte militare di appello. Si dà il caso che, in una precedente audizione, abbiamo ascoltato la testimonianza, fra l'altro molto interessante, di un magistrato militare in quiescenza, il dottor Di Blasi.
Il dottor Di Blasi, che era magistrato nel 1960, ossia negli anni dell'archiviazione provvisoria, ci ha riferito che all'epoca si occupava di quei fascicoli in quanto era stato incaricato dal dottor Santacroce di occuparsi di una sorta di ufficio studi (del tutto informale), esistente a quell'epoca presso la procura generale.
Nel 1983, quando lei ha svolto queste funzioni, esse erano aggiuntive rispetto al lavoro di procura vera e propria, oppure esisteva un ufficio studi distaccato, con attività proprie? Come si configurava la sua attività nell'ufficio studi, anche da un punto di vista giuridico-disciplinare?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Tra il 1962 e il 1983, come tutti sapete, è intervenuto un fatto nuovo: mi riferisco alla legge n. 180 del 1981, che ha raddoppiato le procure generali. Dopo il 1981, infatti, oltre alla procura generale militare presso la Corte di cassazione, è stata costituita anche la procura generale militare presso la Corte militare d'appello, dove appunto prestavo servizio. Alla procura generale militare presso la Corte di cassazione, ex procura generale militare presso il tribunale supremo, negli stessi anni, prestava servizio il collega ed amico Giuseppe Mazzi, che forse avrete già audito.
Le funzioni di magistrato con compiti di studio o magistrato addetto - prima del 1981 si chiamava così, mentre dal 1981 la dizione organica è quella di magistrato con compiti (o funzioni) amministrativi e di studio - sono state svolte, tra l'altro, per un certo periodo, anche dal collega Intelisano, prima che passasse alla procura militare di Roma, e successivamente dal collega Mazzi.
La mia era una figura di nuova istituzione e di nuova competenza: da una parte, svolgevo l'attività di sostituto procuratore generale aggiunto, dunque controllavo gli esiti di udienza delle procure, predisponevo gli appelli della procura generale e spesso andavo in missione per sostituire colleghi nelle procure territoriali; dall'altra, svolgevo attività di studio per i procuratori generali, Campanelli prima, quindi Romano e Maggiore.
Non mi sono mai occupato di fascicoli riguardanti crimini di guerra, né dell'attività del procuratore militare presso i tribunali di guerra soppressi, attività svolta in quegli anni, come forse sapete, dal collega Ferrari, un anziano magistrato, che credo non avesse quasi nulla da fare, se non qualche richiesta, ogni due mesi...

EGIDIO BANTI. Chiedo scusa, ma vorrei capire meglio. L'attività di studio risponde ad un mandato affidato di volta in volta dal procuratore generale oppure è prevista un'attività di routine?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, nessuna attività di routine. Ad


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esempio, già nel 1986, se non sbaglio, abbiamo studiato la questione dell'applicazione della legge di guerra ai primi militari italiani in missione all'estero. È capitato anche di approfondire questioni di carattere generale di applicazione del diritto, ma non ho mai ricevuto incarichi che riguardassero la questione dei crimini nazisti o nazifascisti.

CARLO CARLI. Dottor Brunelli, lei avrà seguito anche sui giornali le vicende relative ai crimini di guerra e all'occultamento, nonché al rinvenimento - nel 1994 -, dei fascicoli relativi a crimini nazifascisti. Lei ha affermato di non sapere nulla, tuttavia - lo sa meglio di me - anche ciò che può apparire insignificante potrebbe essere utile ai fini degli obiettivi che la legge istitutiva assegna alla nostra Commissione.
Ora, lei è stato - mi corregga se sbaglio - dal 28 marzo 1987 al 21 giugno 1988 pubblico ministero dei tribunali di guerra soppressi.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, mai ricevuto questo incarico.

CARLO CARLI. Quindi, non ha svolto nessuna...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mi permetta di interromperla, onorevole Carli. Dal momento che quell'incarico mi sembrava quasi formale, non posso escludere - ma non lo ricordo - che magari su un pezzo di carta possa essere scritta una cosa del genere. Tuttavia, che io ricordi, non ho mai svolto un atto che riguardi questa attività. Se l'ho fatto, non lo ricordo.

CARLO CARLI. È stata acquisita agli atti della Commissione una determina del procuratore generale militare, Leonardo Campanelli, che recita: «Tenuto conto, altresì, della deliberazione del Consiglio superiore della magistratura, in data 27 gennaio 1988, secondo cui l'ambito di operatività del provvedimento di supplenza non può essere tale da assorbire completamente il magistrato designato, impedendogli di continuare ad esercitare le sue funzioni presso l'ufficio di appartenenza [...]. Visto l'articolo 15 del decreto legislativo luogotenenziale 21 marzo 1946, n. 944, visti gli articoli 110 e seguenti, determina la supplenza presso l'ufficio del pubblico ministero dei tribunali di guerra soppressi, dal 1o luglio al 30 settembre 1988, del dottor Giuseppe Mazzi, che peraltro continua ad esercitare funzioni di sostituto procuratore militare applicato alla procura generale militare presso la Corte di cassazione». Leggo, altresì: «Visto che la supplenza del dottor David Brunelli cesserà il 27 giugno prossimo, giusta determinazione del procuratore generale militare presso la Corte militare di appello in data 16 gennaio 1988 [...] è pertanto necessario provvedere ad una nuova supplenza».
Questa determina parla di un incarico che riguarda la sua persona. Non so se questo corrisponda al vero; posso anche mostrargliela, se vuole.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, non ce n'è bisogno. Ho sentito benissimo quello che ha letto. Come ripeto, non escludo che sia potuta accadere una circostanza del genere; anzi, sarà pure avvenuta, ma credo di non aver mai firmato un atto recante quelle funzioni.
Dopo la morte di Ferrari, ricordo che questo incarico era svolto dal dottor Mazzi, che una volta mi parlò di una questione relativa alla grazia...

CARLO CARLI. La determina, però, parla del collocamento a riposo del dottor Francesco Ferrari, procuratore militare presso l'ufficio del pubblico ministero per i tribunali militari di guerra soppressi.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Evidentemente sarà così: avrò svolto formalmente quelle funzioni, ma non ricordo di aver mai trattato una pratica relativa a questo ufficio. Tra l'altro, oltre a non ricordare nemmeno quali competenze potessi avere, non credo comunque che tale incarico avesse a che fare con materie affini...


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CARLO CARLI. Quindi, lei non avrebbe mai esercitato questa funzione?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sicuramente no. Perlomeno, non lo ricordo, oppure ho completamente rimosso questo incarico. Comunque, se mai l'avessi, esso avrà costituito l'1 per cento dell'attività da me svolta presso quella struttura.

CARLO CARLI. Comprenderà che questo a noi risulta alquanto strano. Stiamo parlando di un documento ufficiale agli atti della Commissione.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Capisco che la questione possa apparirvi strana, ma vi garantisco - spero mi crediate - che sarei ben lieto di collaborare. Quando ho ricevuto questa convocazione mi sono chiesto quale potesse esserne la ragione. Ricordo che le funzioni svolte da quell'anziano collega erano funzioni formali; in altre parole, credo che non facesse nulla. Ricordo inoltre che dopo il collocamento a riposo e la successiva morte, qualcuno formalmente...

CARLO CARLI. Scusi, non si comprende la successione degli incarichi. Lei fu sostituito dal dottor Mazzi?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Le sembrerà strano, ma è un episodio che proprio non ricordo. Può anche darsi che, nel mio fascicolo personale, si trovi qualcosa del genere. Sicuramente, visto che andiamo alla sostanza dei fatti, non ho svolto alcuna attività legata a questo incarico formale, che possa in qualche modo esservi utile. Se fosse stato così, si tratterebbe di un'azione talmente poco rilevante da non aver lasciato traccia nella mia memoria. Tra l'altro, questo potrebbe anche essere comprensibile, dal momento che sono passati più di 15 anni.
Ho cercato di ricordare cosa potessi aver fatto negli anni che lei ha richiamato, ma, francamente, questo incarico proprio non lo rammento, dunque non è legato a nessuna mia concreta attività.

CARLO CARLI. Dai nostri atti, risulta che lei ha svolto questa funzione dal 28 marzo 1987 al 21 giugno 1988, quando fu sostituito dal dottor Mazzi.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Prendo atto di quanto mi dice, ma non ricordo di aver svolto un'attività che possa, in qualche modo, essere ricondotta a tale funzione. Una funzione che, peraltro, per me rimane misteriosa: non ho ancora ben capito cosa avesse da fare questo procuratore presso i tribunali di guerra soppressi.

CARLO CARLI. Lei, comunque, aveva il suo ufficio presso palazzo Cesi.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Palazzo Cesi era, in quegli anni, sede della procura generale.

CARLO CARLI. Dove esattamente?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Fino alla metà del 1990 ho prestato servizio alla procura generale militare presso la Corte militare d'appello, proprio nella stanza accanto a quella del procuratore generale d'appello.
Dal 1990 al 1996 - non sono sicuro se sino alla fine del 1996 o all'inizio del 1997 - sono stato al tribunale militare di sorveglianza, che si trova nell'ala opposta rispetto alla procura generale d'appello (entrando, sulla destra), dove mi occupavo di carceri e di detenuti. Dal 1996 alla fine del 1998, quando ho lasciato la magistratura militare, ho svolto la funzione di consigliere della Corte militare d'appello, dunque sono ritornato di fronte. Sono stato sempre a palazzo Cesi, quindi.
Come ho accennato precedentemente, avendo dedicato la mia vita a studiare crimini di guerra dal punto di vista scientifico - ho fatto anche qualche pubblicazione di diritto penale e militare -, ho certamente trascorso numerose giornate nella biblioteca della vecchia procura generale. Conosco, pertanto, quei locali, ma non ho mai visto una cosa del genere.


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CARLO CARLI. È noto, ormai, che i locali dove erano conservati i fascicoli dei tribunali di guerra soppressi erano contigui a quelli del Tribunale per la difesa dello Stato, dove furono conservati gli incartamenti oggetto dell'inchiesta parlamentare.
Lei sa dove è stato rinvenuto l'armadio nel quale sono stati ritrovati questi fascicoli? La stanza era lì, non in un altro palazzo. Avendo frequentato a lungo quei locali, ha mai visto questo armadio? È entrato in quella stanza?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ho già risposto. Adesso non ho presente la stanza in cui è stato ritrovato l'armadio. Dirò di più: quando ho appreso la notizia, mi sono chiesto dove mai potesse trovarsi, ma ovviamente non sono andato a cercarla, anche perché non avevo una spasmodica curiosità al riguardo.
Posso dire che, entrando, a sinistra si andava verso i libri. Di vecchi fascicoli ce n'erano, messi piuttosto male, ammucchiati ...

CARLO CARLI. Qualche volta il suo occhio si è posato su questi fascicoli?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No. Sicuramente non ho mai aperto questi fascicoli. Tra l'altro, non sono molto informato, ma se non ho capito male credo che questo armadio fosse collocato in un modo...

CARLO CARLI. Alcuni dicono questo, ma si parla sempre del 1994. Lei, però, c'era già prima...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì, sono stato lì da prima del 1994. Probabilmente, in quel lato, se è quello dei locali della biblioteca, avrò anche visto degli armadi contenenti fascicoli. Francamente, però, che fossero fascicoli processuali non posso dirlo.
Mi pare di ricordare che lì lavorasse il collega Roselli, che curava la pubblicazione delle sentenze del tribunale speciale. Non so se i fascicoli fossero vicini a queste sentenze. So che il collega ogni tanto consultava queste carte, ma non me ne sono mai interessato.

CARLO CARLI. La dottoressa Alessandra Lolli Scappini, audita diverse volte, nell'audizione del 1o marzo 2005, alla domanda del vicepresidente Guerzoni, se ricordasse l'inferriata presente alla porta d'ingresso della stanza in cui lavoravano, inferriata che alcuni suoi colleghi escludevano del tutto ed altri ricordavano in termini dubitativi, risponde: «Io la ricordo bene».
Leggo dal resoconto stenografico dell'audizione le domande dell'onorevole Guerzoni e le risposte della dottoressa Lolli Scappini. «Dunque, ci sono la stanza grande in cui lavoravate e i materiali. Dove ha visto l'armadio?». «Nella stanzetta adiacente». «Com'era l'armadio?». «Non grande. Non arrivava al soffitto, forse arrivava fino a poco più di metà stanza. Era appoggiato da una parte». «Alto più di un metro?». «Sì, forse più di un metro; comunque, non arrivava al soffitto». «Quanto era largo?». «Non era enorme». «Era aperto o chiuso?».«Era aperto». «Che chiusura aveva?». «Aveva due ante». «Di vetro?». «No, di legno». «C'era la grata sopra il legno?». «No, lo ricordo tutto di legno. Ricordo due ante non chiuse, accostate». «E lei in questo armadio ha visto dei fascicoli?». «Sì». «Con scritto »crimini di guerra«. Di che colore erano?». «Grigetto. Non li ho aperti, né toccati. Li ho solo guardati». «Lei ha detto di essere stata colpita da questo armadio e di averne parlato». «Mi sembra (...)».
È evidente che si tratta di una descrizione molto precisa e puntuale. Ho voluto leggergliela, dottor Brunelli, perché questa descrizione potrebbe aiutarla a trovare qualche riferimento nella sua memoria.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ho chiesto al presidente chi fosse questa dottoressa. Adesso ho capito.

CARLO CARLI. Era la dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato.


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DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mi dispiace giocare questo ruolo di mancata collaborazione. In quei locali non era consentito l'accesso pubblico, nel senso che la biblioteca corrente di palazzo Cesi - se ne occupava una signora di cui non ricordo il nome - si trovava in altri locali, se non ricordo male situati a sinistra dell'ingresso del palazzo. Non era molto distante, ma comunque si trovava in altri locali. Nella biblioteca di palazzo Cesi c'erano, a mio parere, delle vere e proprie perle, dal punto di vista della collezione legislativa e della dottrina; alcune collezioni risalivano addirittura al 1700. Insomma, mi recavo lì con la precisa finalità di consultare dei libri.
Ricordo che, entrando, sulla destra, c'era un'altra stanza o forse due, una dentro l'altra, nelle quali si trovavano degli armadi, ma non posso riferirlo con la precisione di un archivista che entrava lì con l'intento di trovare dei documenti.

CARLO CARLI. Comunque, qualcosa la ricorda. Se la stanza fosse stata vuota, la ricorderebbe. Una stanza vuota fa sempre un certo effetto.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non era certamente vuota ed era molto polverosa, tutto il complesso - tre, quattro o forse cinque stanze, l'una dentro l'altra - lo era.
Entrando, sul lato sinistro c'erano due o tre stanze con scaffali pieni di libri; sulla destra, le stanze potevano essere una o due, una dentro l'altra, più piccole e più buie. Se lei mi chiede se in una di queste stanze potesse esserci una grata di ferro, potrei anche risponderle di sì.

CARLO CARLI. All'ingresso?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sicuramente non era visibile entrando nella prima stanza, quindi forse poteva trovarsi nell'ultima.

PRESIDENTE. C'è chi riferisce di averla vista e chi il contrario.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Personalmente, sarei più dell'idea che questa grata potesse effettivamente esserci. Tuttavia, non è un particolare che ha attirato la mia attenzione. In quelle stanze c'erano fascicoli accumulati uno sull'altro, documenti della procura militare generale. Tra l'altro, anche in altri locali, al piano terra di palazzo Cesi, si trovavano dei fascicoli, ma, trattandosi di vecchie carte processuali, non hanno attirato la mia attenzione.
Purtroppo, non posso che essere molto vago. Non so proprio dire di che colore fossero i fascicoli.

CARLO CARLI. Comunque, lei è entrato in quelle stanze.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Probabilmente sì, per verificare che, appunto, non c'erano libri. Certamente non ho mai avuto occasione di aprire un fascicolo o fascicoli del genere. Tra l'altro, non so neanche che cosa fossero. Non so nemmeno se ho visto questo armadio, questi fascicoli, da lontano...

CARLO CARLI. C'erano fascicoli sugli scaffali e armadi.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. È possibile che ci fossero fascicoli su scaffali e anche armadi chiusi. Le riferisco, tuttavia, una notizia per niente precisa. Non potrei giurarci. Mi sono chiesto, francamente, quando la vicenda è venuta alla luce, dove potessero trovarsi questi fascicoli; è chiaro che, col senno di poi, questa vicenda ha un'importanza fondamentale, e di essa ci vergogniamo. Tuttavia, che in quei locali ci fossero fascicoli processuali in senso lato, o fascicoli di pratiche, certo non poteva suscitare interesse né sorpresa, trattandosi dell'archivio di un tribunale.

CARLO CARLI. Lei ci ha già riferito che non aveva mai sentito parlare, nell'ambiente della procura militare, né fuori di esso, di fascicoli attinenti ai crimini nazifascisti, che da tempo dovevano essere inviati alle autorità competenti.


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DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Certo, solo dopo ne ho appreso l'esistenza. Parlavo quotidianamente con Leonardo Campanelli, che credo sia l'unico, di quelli con cui conversavo, che potesse sapere una cosa del genere, essendo stato, in quegli anni, magistrato addetto al procuratore generale Santacroce. Probabilmente lui e Orecchio potevano aver saputo qualcosa al riguardo.
Avevo un rapporto quotidiano con Leonardo Campanelli e si parlava parecchio. Se l'avete conosciuto, avrete notato che è uno che dice le cose come stanno, con grande immediatezza. Non mi ha mai detto, però, né lontanamente mi ha mai fatto pensare ad una cosa del genere, pur avendomi raccontato tantissimi aneddoti relativi al dottor Santacroce, alle sue abitudini, e ai precedenti procuratori generali (uno di essi mi pare si chiamasse Borsari).
Come ripeto, il dottor Campanelli non mi ha mai fatto neanche lontanamente pensare ad una cosa del genere, tant'è che, quando ci fu il caso di Priebke, con quella sorta di archiviazione del 1962...

CARLO CARLI. Del 1960, se è quella alla quale mi riferisco io. L'archiviazione che noi conosciamo è quella del 14 gennaio 1960. Se lei, però, ha notizie di altre archiviazioni, potrebbero essere molto utili alla Commissione.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Credo che nella sentenza d'appello relativa al caso Priebke ci sia un riferimento a questa archiviazione, che risultava negli atti del nostro fascicolo di appello.
Mi sembra di ricordare che l'anno fosse il 1962, ma potrebbe essere benissimo il 1960. Non posso esservi utile per altri versi, ma questo posso verificarlo.

PRESIDENTE. Se può verificare...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Assolutamente posso farlo.

CARLO CARLI. Se può farlo sarebbe per noi estremamente utile.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ricordo distintamente di aver letto di questa archiviazione.

CARLO CARLI. A firma di chi?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Poteva trattarsi di Di Blasi. Il dottor Santacroce certo non firmava l'archiviazione di questi atti.

PRESIDENTE. Le archiviazioni provvisorie sono tutte firmate da Santacroce.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Quelle provvisorie sì, ma l'archiviazione di Priebke, che io ricordi, fu firmata da Di Blasi.

PRESIDENTE. Allora può essere del 1962.

CARLO CARLI. E l'archiviazione del 1962 a cosa era riferita?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mi sembra di ricordare l'assurda motivazione secondo la quale erano rimasti ignoti gli autori del reato, quando invece l'autore non era affatto ignoto, ma solo irreperibile.

CARLO CARLI. A firma Di Blasi?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. A me sembra di sì, ma lo posso verificare con una certa precisione.

PRESIDENTE. Evidentemente non era tra i fascicoli...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, non era tra i fascicoli di vostro interesse, in quanto l'argomento era stato trattato nell'ambito del processo Kappler nel 1948.

PRESIDENTE. C'era stato già un processo. È probabile che i fascicoli di questo tipo si trovassero fuori dal «nostro» armadio.


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DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Credo proprio di sì. Ritengo che questo fascicolo sia stato consultato nel 1948 dal tribunale e che si sia fatto uno stralcio sulla posizione di coloro che non erano presenti. Dopodichè, sarà rimasto pendente presso la procura militare di Roma. Non so se Di Blasi, all'epoca, fosse giudice istruttore, ma penso di sì.

CARLO CARLI. Comunque, se ci potesse fornire una nota scritta ...

PRESIDENTE. Se ci potesse trasmettere un appunto oggettivo...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Assolutamente sì.

PRESIDENTE. Ci sarebbe utile per dare certezza all'ipotesi che abbiamo formulato. Suppongo che i fascicoli che avevano portato ad un iter giudiziario compiuto, o almeno ad un grado di giudizio, fossero conservati separatamente, in quanto non ne abbiamo rinvenuto alcuno di tal genere tra quelli di cui ci occupiamo.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sicuramente, questo fascicolo non recava la firma di Santacroce, che era persona molto cauta. Quando ho appreso che aveva firmato lui questi atti, sono rimasto piuttosto perplesso.

CARLO CARLI. Mi consenta di porle un'altra domanda. È emerso, dallo studio delle carte, che alcuni atti provenienti dall'archivio dei crimini di guerra nazifascisti sono stati rubricati dagli uffici della procura generale militare con le sigle «SOPP/CRIM». Sa niente di questo?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non ne ho la più pallida idea. Questa classifica sarebbe stata fatta quando sono state ritrovate le carte?

CARLO CARLI. Sì.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non so nulla in proposito, ma potete chiederlo ai magistrati che hanno svolto questo lavoro.

CARLO CARLI. Si è mai imbattuto in registri che riportavano l'elenco o riferimenti a questi fascicoli?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mai. Direi proprio di no.

CARLO CARLI. Le chiedo scusa, mi può ripetere quali funzioni svolgeva?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ero magistrato con compiti amministrativi e di studio - questa la dizione - fino al 1990.

CARLO CARLI. Quindi, non si occupava direttamente...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Lo ripeto, da una parte trattavo l'attività giudiziaria corrente della procura generale di appello, dall'altra studiavo questioni generali, non di storia, ovviamente, ma di diritto vigente. Pertanto, poteva trattarsi di dare un parere sull'applicazione della legge di guerra oppure di collaborare con il procuratore generale per stabilire come organizzare le procure territoriali della Repubblica; era possibile che fossi io a preparare le circolari che emanava il procuratore generale. Questa era la mia funzione.

CARLO CARLI. Pertanto, lei non ha mai svolto la funzione di pubblico ministero.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì, quando ero applicato presso le varie procure territoriali. Ho lavorato a Bari, a Roma, a Padova...

CARLO CARLI. A Roma?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì, in viale delle Milizie.


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CARLO CARLI. Lei era in servizio presso la Corte di appello, in quegli anni?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì, in quegli anni ero in servizio alla procura generale presso la Corte militare d'appello. Mi occupavo di provvedimenti di applicazione per fare il pubblico ministero di udienza, quindi andavo a sostenere l'accusa in giudizio.

CARLO CARLI. Comunque, nell'esercizio di queste funzioni, lei non si è mai ritrovato con registri che contenevano annotazioni e sigle di questo genere?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mai e poi mai. Si trattava sempre di attività giudiziaria corrente. L'unico processo noto è quello di Priebke.

CARLO CARLI. Quindi, non si occupava di pratiche che risalivano ad anni passati?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, assolutamente. Mi interessavo solo di fatti accaduti in quegli anni.

PRESIDENTE. Dottor Brunelli, non le chiedo se abbia visto l'armadio. C'è chi lo ha visto e chi non lo ha visto. Mi colpisce, però, il fatto che tutti coloro che abbiamo audito si ricordino benissimo di alcuni dettagli - per i quali, comunque, è passato lo stesso numero di anni -, ma quando si arriva al nucleo delle questioni che ci interessano, il tempo sembra avere cancellato tutto. Voglio che si senta a suo agio, dal momento che questo è venuto fuori già prima di ascoltare lei. Comunque, faremo uno studio «psicologico» per capire la ragione di questa incongruenza.
Detto questo, lei si trovava nell'ambiente che abbiamo descritto quando è stato scoperto l'armadio, nel 1994. Ricorderà che tutta la stampa del mondo, ma parliamo in particolare di quella italiana, si è occupata della vicenda. Lei era lì anche nel 1996, quando il Consiglio della magistratura militare ha condotto - a quanto è emerso, con notevoli discussioni e forti contrasti - un'inchiesta sulla vicenda. Immagino che lei conosca la risoluzione conclusiva di tale inchiesta, la quale afferma che, con questa archiviazione, è stato commesso un grosso reato contro l'ordinamento.
Ricorda i giorni nei quali i giornali riferivano questi fatti? Ricorda il clima, l'atmosfera? Ha parlato con qualcuno?
Inoltre, essendo il Consiglio della magistratura militare un organismo piuttosto importante, converrà che è abbastanza straordinario che si riunisca per condurre un'inchiesta, tra l'altro sulla procura generale. Lei ricorda qualcosa? Queste due circostanze le suggeriscono qualche ricordo? Quale clima, quale atmosfera, quali discorsi, quali preoccupazioni ricorda? Oppure regnava l'indifferenza totale? Scusi il dettaglio nel quale mi dilungo, ma quello che mi interessa è la sostanza della questione.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ho avuto notizia della scoperta di questo armadio probabilmente dal collega Giorgio Rolando che, forse, all'epoca era segretario del consiglio. Non ne sono sicuro, comunque.
Tra colleghi ci si domandava cosa stesse succedendo. Sapevo che della vicenda si stavano occupando i dottori Bonagura e Nicolosi, ma non ho ricevuto notizie certe al riguardo. A palazzo Cesi non si parlava molto, neanche in quegli anni, di questa faccenda. Il consiglio l'ha tenuta piuttosto riservata, nei limiti in cui era possibile farlo.
Mi rendo conto che sto dando una dimostrazione di scarsa collaborazione; tuttavia, voglio precisare che quando, nel 1982, siamo entrati nella magistratura militare - eravamo trenta nuovi adepti -, ci siamo trovati di fronte ad una struttura gerarchica, nonché vecchissima, e abbiamo contribuito a rovesciarla completamente (personalmente ho svolto anche le funzioni di segretario dell'Associazione nazionale magistrati militari, per qualche anno). Una volta completata l'opera, con l'istituzione del Consiglio della magistratura militare, credo che la magistratura militare fosse


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ormai diventata simile alla magistratura ordinaria.
Abbiamo contribuito, dunque, a dare una svolta epocale alla magistratura militare, cambiandone completamente i connotati. Ricordo che, quando abbiamo appreso la notizia, abbiamo partecipato con questi sentimenti alla vicenda, ma non abbiamo chiesto di conoscerne i particolari, né ci furono riferiti. Non posso offrire neanche la testimonianza de relato.

PRESIDENTE. Riguardo agli atti dei tribunali di guerra soppressi, lei arriva in questo ufficio nel 1990...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Nel 1990?

PRESIDENTE. Lei ha affermato di aver cominciato nel 1990.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Presso il tribunale di sorveglianza, presidente.

PRESIDENTE. Per le funzioni che svolgeva, le è stato commissionato di studiare questa decisione? A un certo punto si decide che debbano essere riversati all'Archivio di Stato gli atti di questi tribunali. Non è un problema semplice, oltretutto vi sono delle implicazioni di ordine giuridico: lei non se n'è occupato?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Nel 1990 ho assunto le funzioni di magistrato militare di sorveglianza, quindi svolgevo le funzioni di magistrato delle carceri.

PRESIDENTE. Non svolgeva ancora la funzione...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Dal 1990 in poi, per sette anni, ho svolto la funzione di magistrato operante nelle carceri, con competenze del tutto diverse rispetto a questa.

PRESIDENTE. Non svolgeva ancora la funzione principale di cui ci ha parlato prima?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Quella l'avevo svolta fino al 1990, ma solo con compiti amministrativi e di studio, alla procura generale d'appello.

PRESIDENTE. Questo è il punto. È chiaro che se c'è stato uno studio risale a prima del 1990. Comunque sia, non le è stato affidato questo incarico?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Signor presidente, credo - ma non lo ricordo - che se ne occupasse la procura generale presso la Corte di cassazione, che aveva in carico questi atti. Noi eravamo alla procura generale presso la Corte d'appello, quindi non ricordo questo particolare.

PRESIDENTE. Lei ha conosciuto il dottor Scandurra?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì.

PRESIDENTE. Le pongo una domanda che può apparirle curiosa: quando lei si rivolgeva al suo superiore, lo faceva con l'appellativo riferito alla carica che costui ricopriva o al suo grado militare?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non ho mai....

PRESIDENTE. Francamente, mi risulta alquanto strano immaginare che, in un luogo del quale tutta la stampa del mondo parlava, peraltro in termini abbastanza forti, si parlasse appena della vicenda. Probabilmente c'era anche un'atmosfera che ci piacerebbe conoscere. Per questo ho posto la domanda.
Non metto in dubbio le sue parole, ma vorrei capire come possa accadere una cosa del genere.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sono convinto che nel 1996, ma


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anche nel 1994, l'atmosfera fosse profondamente cambiata e penso di aver contribuito a questo cambiamento.
Per quanto mi riguarda, non ho mai chiamato «generale» un mio collega; ho sempre utilizzato appellativi come «dottore» o «consigliere». Quasi sempre, inoltre, ci si dava del tu, salvo che con il dottor Scandurra, con il quale tuttora ci diamo del lei.

PRESIDENTE. A un certo punto, si decide che una parte dei fascicoli dei quali ci occupiamo (in totale 695) vengano trattenuti - se non erro, si tratta di 230 o 270 fascicoli, comunque meno di 300 -, con la motivazione di voler condurre una ricerca storico-giudiziaria, ovvero uno studio per capire cosa è avvenuto lungo il percorso che si può ipotizzare per ognuno di questi fascicoli.
Lei si è occupato della messa a punto di questa ricerca?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ripeto: dal 1990 ho svolto le funzioni di magistrato militare di sorveglianza; dal 1996, come consigliere della Corte militare d'appello, mi occupavo dei fascicoli processuali correnti.
Apprendo solo in questo momento che sono state operate tali divisioni e con questa proporzione abbastanza significativa.

CARLO CARLI. Dell'indagine storico-giudiziaria condotta dal procuratore generale militare, prima presso la Corte d'appello, poi presso la Corte di cassazione, lei non ha mai saputo niente?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Mai saputo nulla. Credo che l'indagine sia cominciata negli anni in cui certamente non svolgevo più funzioni presso la procura generale d'appello, e forse non ero nemmeno più magistrato di sorveglianza.

PRESIDENTE. È stata decisa - questo si vocifera, visto che non c'è nessuna delibera, nessuna carta che lo confermi - nel 1994, subito dopo che il gruppo, anche da lei citato, ha ordinato le carte uscite dall'armadio scoperto nel luglio 1994. A un certo punto, si decide di inviare il materiale alle procure competenti per territorio, ma trattenendo un certo numero di fascicoli. Comunque, lei non se n'è occupato?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No. Mi è venuto in mente che la signora Anna, se non ricordo male, era la bibliotecaria di palazzo Cesi. Non so se l'avete audita. Lo dico in quanto mi sono state rivolte domande anche riguardo alla collocazione.

PRESIDENTE. Non ci risulta.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Una signora Anna, sino agli anni 1989-1990...

PRESIDENTE. Quando lei frequentava la biblioteca...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sì. Era lei che teneva i libri correnti in quella stanza e mi dava le chiavi per recarmi nei rispettivi locali a consultarli. Può darsi che lei possa riferirvi qualche notizia in più. Ne ricordo solo il nome, però, null'altro.

CARLO CARLI. È molto importante, perché la bibliotecaria era naturalmente a conoscenza...

PRESIDENTE. È un'informazione interessantissima, in quanto abbiamo scoperto che c'era anche un'altra persona che aveva le chiavi di queste stanze.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sicuramente la signora Anna le aveva.

CARLO CARLI. Aveva le chiavi delle stanze...

PRESIDENTE. Non solo della biblioteca, ma anche degli archivi?


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DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. La porta era comune. Ricordo che passavo prima di tutto dalla stanza della signora Anna e prendevo le chiavi.

CARLO CARLI. Sa se questa signora è ancora in servizio?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. No, credo che non lo sia già dai primi anni novanta o fine anni ottanta. All'epoca, comunque, la signora avrà avuto circa cinquant'anni, quindi è ragionevole pensare che sia tuttora in vita.

CARLO CARLI. Anna Zincone?

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Non mi sembra. Zincone potrebbe essere il cognome di un'altra persona, comunque non lo escludo. La signora Anna era in servizio alla procura generale militare presso la Corte di cassazione. Se volete ascoltare Alessandro Bianchi, sicuramente saprà darvi i dati che vi interessano.

CARLO CARLI. Grazie, credo sia un'informazione molto utile.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Ricordo bene questa simpatica signora, che aveva la qualifica di operaio. Personalmente, tra l'altro, mi sono battuto per qualche anno per cercare di organizzare meglio quella biblioteca. La signora Anna aveva l'usanza di conservare i libri in base alla loro altezza o al loro colore. Visto che mi avete chiesto di che colore fossero i fascicoli, può darsi che lei lo ricordi meglio di me. Se li ha visti, potrà darvi qualche indicazione.

CARLO CARLI. A volte le indicazioni migliori vengono dagli operai. Credo che questa sia un'informazione molto interessante.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Sono d'accordo con lei.

CARLO CARLI. Non era una polemica nei suoi confronti.

PRESIDENTE. Non esageriamo...

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Posso essere d'accordo, da questo punto di vista, considerata la situazione.

PRESIDENTE. Speriamo che il dottor Brunelli si sia trovato a suo agio.

DAVID BRUNELLI, già magistrato militare. Assolutamente sì, anche se avrei voluto fornirvi qualche indicazione in più. Forse, non sono stato molto utile.

PRESIDENTE. Contano anche le intenzioni, non si preoccupi.
Non essendovi altri interventi, ringrazio il dottor David Brunelli per la disponibilità manifestata e i colleghi intervenuti. Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 21,05.

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