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Seduta del 21/6/2005


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Audizione del dottor Saverio Malizia, magistrato militare in quiescenza.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Saverio Malizia, magistrato militare in quiescenza. Invito il dottor Malizia ad esporre quanto di propria conoscenza in merito alle tematiche oggetto dell'inchiesta parlamentare.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Premettendo di non avere alcuna obiezione a collaborare con le attività di questa Commissione, non so tuttavia in che modo io possa essere utile alla vostra inchiesta. Dal 1960 ho rivestito l'incarico di consigliere relatore presso il Tribunale supremo militare. Ho svolto quindi lavori di udienza, riferendo al collegio, anche attraverso l'attività di estensione delle sentenze.
Nel 1968 sono stato nominato dal ministro della difesa del tempo consigliere giuridico del suo ministero. Ho conservato questo incarico per dieci anni, sino alla fine del 1978, attraverso i vari ministri: Tremelloni, Gui, Forlani, Andreotti ed altri (avevo l'ufficio presso il ministero).
Del Tribunale supremo militare mi sono quindi occupato soltanto nell'ambito dell'attività di estensore delle sentenze.
Non so quindi cosa possa dirvi rispetto a ciò di cui vi state occupando. Ho letto qualcosa dai giornali.
Il mio nome lo avete sicuramente rinvenuto presso il Tribunale supremo militare, poi divenuto Cassazione, dal momento che il primo è stato abolito. Ho svolto quindi ulteriori funzioni presso la Corte di cassazione, terminando la mia carriera nel 1984, ben ventuno anni fa! Non so cosa posso dirvi: se mi farete domande specifiche, proverò a rispondervi.

PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

ENZO RAISI. Prima di cominciare a formulare domande specifiche, vorrei inquadrare


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il suo contributo all'interno della magistratura militare. Lei ha lavorato con il dottor Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Santacroce era il procuratore generale, io ero consigliere relatore del Tribunale supremo militare. Mi occupavo, come ho detto, delle sentenze e non della procura.

ENZO RAISI. Non ha dunque avuto collaborazioni con il dottor Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Ripeto: lui era pubblico ministero, io ero consigliere relatore. Facevo le sentenze!

CARLO CARLI. La ringrazio della sua disponibilità. È importante che ella sia qui perché tutti i contributi, anche di chi magari non era direttamente interessato alle competenze che attengono ai crimini di guerra e alla procura generale militare, sono significativi.
Ora, mi sembra di aver capito che lei nel 1960 rivestisse l'incarico di consigliere giuridico del ministro della difesa.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. A partire dal 1968 e sino al 1977. Avevo l'ufficio in via XX Settembre: partecipavo soltanto alle udienze del Tribunale supremo militare come relatore (allora vi era la questione del generale De Lorenzo). Ho dato il mio contributo ai vari ministri.

CARLO CARLI. Vorrei brevemente ricordare le finalità legate all'istituzione di questa Commissione: in buona sostanza, essa si occupa di indagare sulle ragioni per le quali non sono stati celebrati i processi relativi ai crimini nazifascisti in Italia.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Ho appreso qualcosa dalla stampa.

CARLO CARLI. In questo periodo a La Spezia è in corso un processo nei riguardi di chi ha ucciso bambini e civili a Sant'Anna di Stazzema. Questo processo doveva essere celebrato subito dopo la guerra, dal momento che vi erano tutti gli elementi forniti dalla raccolta dei rapporti e dalle testimonianze. Ma ciò non è stato fatto per varie ragioni, sulle quali la Commissione parlamentare deve indagare, in particolare sulle ragioni per cui questi fascicoli sono stati occultati e non sono stati quindi inviati alle procure militari competenti. Sono stati ritrovati nel 1994 a palazzo Cesi, in un archivio.
Esiste un provvedimento del dottor Santacroce, in data 14 gennaio 1960, con il quale egli ha adottato una decisione di archiviazione provvisoria. Vi è uno stampato, con alcune parti lasciate in bianco.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non lo poteva fare!

CARLO CARLI. Vorrei chiedere proprio questo: lei sa qualcosa di tale archiviazione provvisoria e, a suo avviso, era legittima?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non era possibile, è irrituale. Il procuratore generale militare ha la competenza in termini di sorveglianza sulle procure militari, ma ognuna di queste è indipendente ed ha il dovere di istruire i processi che ha in carico. Cosa c'entra la procura generale militare? È un assurdo!

CARLO CARLI. Anche noi sosteniamo lo stesso: è un atto illegale, un atto abnorme.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Perché l'avrebbe fatto?

CARLO CARLI. Noi lo chiediamo anche a lei!

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Mi spiace sentire questo: stimavo il dottor Santacroce, morto nel 1974. Era un magistrato di notevole valore.


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Non so per quale ragione potesse fare queste cose: non era nelle sue competenze.

CARLO CARLI. Pensa che questa decisione sia stata presa in totale autonomia o piuttosto può aver ricevuto un qualche input di carattere politico, vale a dire dagli esponenti politici del tempo, o meglio dal ministro della difesa? Lei sa meglio di me che fino al 1981, ai sensi della normativa precedente, il vertice della magistratura militare era nominato su proposta del ministro della difesa.
Vi era in qualche modo un rapporto con l'autorità politica, nella fattispecie governativa? È una domanda che rivolgo a lei: un provvedimento di questo genere, illegale ed abnorme, adottato dal dottor Santacroce, poteva essere adottato senza che l'autorità politica ne sapesse qualcosa?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Come posso rispondere a questa domanda? Occorre sapere se l'autorità politica era a conoscenza dell'esistenza di questi fascicoli. Non credo e non lo so.
Se si tratta di processi relativi all'occupazione tedesca, chi poteva interessarsi di queste cose? Non lo so e non lo comprendo. Probabilmente il dottor Santacroce lo ha fatto per eliminare carte che riteneva inutili. Non saprei veramente cosa pensare.

CARLO CARLI. Lei ricorda, dal momento che è stato consigliere del ministro della difesa, quali fossero le consuetudini dell'epoca nei rapporti fra il procuratore generale ed il ministro?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Il procuratore generale Santacroce era alquanto geloso delle sue prerogative. Con il ministro aveva pochi contatti. Ricordo che tra l'altro si era dispiaciuto perché io ero stato nominato consigliere del ministro. Non voleva quindi frequenti contatti con il ministro. L'ho visto poche volte: in particolare, quando si doveva trattare di qualche nomina.

CARLO CARLI. Negli anni dal 1968 al 1977 si era posto il problema della prescrizione dei crimini di guerra. Ricorda di questa tematica e, ad esempio, ricorda dei rapporti fra l'Italia e la Germania, nei quali veniva chiesto all'Italia quanti fossero i presunti criminali ancora da sottoporre a giudizio?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Fra l'Italia e la Germania vi sono stati casi come quelli di Kappler e delle Fosse Ardeatine.
Ricordo che Kappler era stato condannato all'ergastolo, ma successivamente (mi sembra nel 1976), il tribunale militare di Roma aveva disposto la sua scarcerazione. Contro questa sentenza del tribunale di Roma ho fatto presentare ricorso e la sentenza è stata annullata. Tuttavia, Kappler è scappato: un'infermiera, che lo curava (era malato di cancro), se lo è portato via! I carabinieri erano andati a dormire! È stato un caso alquanto antipatico...
Circa i rapporti con la Germania, ricordo che ministri come Andreotti o qualcun altro parlavano esclusivamente di queste cose: si ribadiva che ciò che era stato fatto contro l'Italia doveva essere punito. Non si discuteva.

CARLO CARLI. Voi ne avevate parlato anche in riunioni specifiche? Voglio dire il Ministero della difesa, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero degli esteri?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Per questi ultimi due, non ne sono a conoscenza. So che si interessavano; c'è stata una partecipazione, non so se estesa alla Presidenza del Consiglio, ma tutti erano d'accordo nel tutelare gli interessi dell'Italia e nel far pagare quello che doveva essere pagato quando i tedeschi hanno occupato l'Italia.

CARLO CARLI. Chi era il ministro della difesa di quel periodo?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Ho cominciato con il ministro


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Tremelloni nel 1968; poi si sono succeduti i ministri Tanassi, Gui, Andreotti e Forlani. Si interessavano soprattutto della questione De Lorenzo, del SIFAR, poi diventato SID, di «deviazioni» e della tutela del segreto militare.
Ero chiamato ad esprimere pareri su determinate questioni. Con Tanassi poi è scoppiata la questione degli aerei militari. Tanassi è stato poi condannato dalla Corte costituzionale.

CARLO CARLI. Il tema dei fascicoli occultati era presente anche all'epoca.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Mi sembra una cosa veramente strana (Legge la documentazione che viene mostrata). «Non si sono avute notizie utili»: ma questo lo deve fare il procuratore militare competente per quanto riguarda i singoli fascicoli! Cosa c'entra il dottor Santacroce? Santacroce aveva la sorveglianza sui tribunali militari, ma non poteva entrare nel merito di processi che rientravano nella giurisdizione dei tribunali militari. Mi dispiace sentire queste cose proprio con riferimento ad un procuratore generale che ho apprezzato. Questi documenti risalgono addirittura al 14 gennaio 1960.

CARLO CARLI. Vorrei un suo ulteriore commento relativamente ad un documento che, in data 25 maggio 2004, è giunto alla Commissione parlamentare. Si tratta dell'esposto presentato dal signor Vincenzo Cerceo, ex ufficiale della Guardia di finanza, il quale ha ricordato che durante le lezioni di procedura penale militare tenute nell'ambito del corso per la preparazione degli ufficiali, lei aveva sostenuto, nel 1966, l'usualità di un provvedimento di provvisoria archiviazione, in quanto questo avrebbe permesso la riapertura delle indagini senza la rituale richiesta al giudice.
Si tratta di un documento pervenuto alla Commissione. Vorrei chiederle se lei ricorda di aver trattato, nel corso delle sue lezioni tenute presso il corso ufficiali della Guardia di finanza, il tema relativo alla provvisoria archiviazione. Lo chiedo perché, come ha potuto vedere, il 14 gennaio 1960 esiste un provvedimento del genere adottato dal dottor Santacroce.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non saprei cosa dire. Questa archiviazione disposta dal dottor Santacroce è abnorme per carenza di competenza. Non so se si tratti di qualcosa di diverso. L'archiviazione può essere disposta dal giudice istruttore quando vi sono i motivi per arrivare all'archiviazione.
Vi direi tutto quello che posso per far accertare queste responsabilità che mi sembrano realmente straordinarie. È una macchia sulla giustizia militare che non mi piace!

CARLO CARLI. Nel luglio del 1959 lei era a Padova, presso la procura militare di quella città.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Ero stato nominato consigliere relatore del Tribunale supremo militare.

CARLO CARLI. Risulta ai nostri atti che lei abbia ricevuto, di ritorno dalla Corte costituzionale, un fascicolo: si trattava della sentenza della Corte costituzionale del 9 luglio 1959, con la quale veniva sancita la vigenza e la costituzionalità, con riferimento all'articolo 103 della Costituzione, dell'articolo 6 del decreto legislativo luogotenenziale 21 marzo 1946, n. 144.
In sostanza, si trattava del tema della competenza in ordine ai crimini di guerra, e quindi anche con riferimento ai fascicoli dei quali noi ci occupiamo rispetto all'occultamento. Vi era quindi una controversia per conoscere quale fosse la magistratura competente, se quella ordinaria o quella militare.
Si registra un certo atteggiamento controverso e contraddittorio da parte dell'Avvocatura dello Stato che, in un primo momento, era favorevole alla competenza della magistratura ordinaria, ma successivamente cambia radicalmente posizione sostenendo la competenza della magistratura militare.


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Al termine, la sentenza della Corte costituzionale stabilisce che la magistratura militare è competente ad esaminare questi provvedimenti. Ricorda queste vicende? Glielo chiedo rendendomi conto che tanto tempo è trascorso.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Francamente no. Sono passati 46 anni e io ne ho ormai 91. Vi è stata la questione relativa alla competenza dei tribunali penali militari quando è entrata in vigore la Costituzione.
I reati militari sono quelli che vengono stabiliti dalla legge penale militare; tuttavia, quest'ultima non stabiliva soltanto figure di reato militare, ma sosteneva anche la competenza del tribunale militare quando il reato veniva commesso da militari, in luogo militare e a danno di militari. Sono sorte tante questioni relative alla competenza fra magistratura militare e magistratura ordinaria, in particolar modo quando si trattava di concorso in un reato. Se un reato militare è commesso anche da un civile, cosa succede? E se il militare commette un reato civile ed uno militare, come è avvenuto in un caso di rapina durante la quale un militare ha ammazzato il comandante? In quel caso, lo ha giudicato il giudice ordinario, perché vi era concorso di reato tra omicidio del comandante ed insubordinazione.
Non ricordo nello specifico.

CARLO CARLI. Risulta dalla documentazione che abbiamo acquisito. La ringrazio e mi riservo di intervenire eventualmente in seguito.

ENZO RAISI. Abbiamo appreso quindi che lei conosceva bene il dottor Santacroce e questo è già un dato importante. La domanda è la seguente: lei sapeva che nel 1945 il Consiglio dei ministri aveva deciso di avocare a sé, e quindi alla procura generale, tutti i procedimenti giudiziari inerenti a crimini di guerra?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Francamente no.

ENZO RAISI. In base alla sua esperienza personale, cosa ha ricavato rispetto alla necessità di ricercare informazioni da parte delle procure nei riguardi della Germania e degli uffici alleati in Italia?
Le rivolgo una domanda più specifica. Ricordo che all'epoca non esistevano l'Interpol né Internet, ma una serie di uffici alleati che in qualche modo potevano fare da supporto all'attività di indagine dei procuratori che cercavano di far luce su alcuni episodi di guerra. Moltissimi di questi fascicoli contengono centinaia di lettere del dottor Borsari, inviate agli uffici alleati per chiedere informazioni circa i crimini. Ha mai saputo dell'esistenza di questo carteggio, o meglio di questa volontà di informazione?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Ripeto: di queste cose non mi sono mai occupato, perché io facevo il consigliere relatore. Il cancelliere mi portava il fascicolo; leggevo gli atti e partecipavo all'udienza, stendendo la sentenza.

ENZO RAISI. Faccio ancora riferimento a quanto dichiarato dall'ufficiale della Guardia di finanza Cerceo, che risulta essere stato un suo allievo. In un esposto, egli dice che nel 1966 era allievo all'accademia militare della Guardia di finanza, che allora aveva sede in Roma.
Egli dice: «Il nostro insegnante di diritto penale e processuale militare era il generale Saverio Malizia...

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Sì, ho insegnato presso l'accademia militare.

ENZO RAISI. ...allora consigliere relatore presso il Tribunale supremo militare, lo stesso che fu arrestato in aula per reticenza al processo di Catanzaro per la strage di piazza Fontana e poi assolto per quel reato. Ecco esattamente cosa ci disse durante una sua lezione in aula. Si era posto qualche anno prima il problema del perseguimento dei responsabili dei crimini di guerra durante l'occupazione tedesca del nostro paese. Poiché si ritenne, a


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livello politico e per motivi internazionali, che non fosse il caso di dare ulteriori elementi di propaganda alle forze contrarie al sistema di alleanze del quale l'Italia faceva parte, si era deciso di risolvere la questione attraverso un procedimento di archiviazione provvisoria, che non era previsto dalla procedura penale in vigore, ma che consentiva di evitare una archiviazione per la quale sarebbero state necessarie attività istruttorie, cosa che si voleva evitare».
Lei conferma o smentisce quanto ha detto l'ufficiale Cerceo?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Fatemi leggere quanto ha dichiarato l'ufficiale della Guardia di finanza (Legge la documentazione). No, io che ho passato i miei guai contro i tedeschi non mi sognerei mai di dire queste cose! Che motivo ci poteva essere di chiudere i casi? Scherziamo? Come ho già detto, il provvedimento di Santacroce è abnorme, ed è meglio che non parli più perché mi fa male, ma che si potesse provvisoriamente archiviare i casi è poco credibile, semmai si poteva attendere del tempo per avere ulteriori elementi, ma non per archiviare.

ENZO RAISI. Mi scusi se ritorno sul tema dell'archiviazione provvisoria, ma essendo lei un esperto di diritto penale militare può essere utile farlo. Era a conoscenza che nel 1951 il tribunale militare di Padova aveva già proceduto ad un'archiviazione provvisoria?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. No.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Torno sull'argomento per avere una delucidazione precisa proprio prendendo ad esempio il fascicolo che le è stato mostrato prima, sempre con riferimento al provvedimento di archiviazione provvisoria.
Un fascicolo di questo genere come arrivava nell'ufficio di Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Se Santacroce ha chiesto alle procure militari di avere i fascicoli riguardanti questa materia, la cosa può essere credibile; come potesse averli avuti in maniera diversa mi appare incomprensibile. D'altra parte, si sarebbe trattato di un passaggio non previsto dalla legge: il procuratore generale può chiedere i fascicoli per esaminarli, per agevolare le indagini o per fornire notizie, ma non per archiviare.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Laddove la procura generale militare avesse chiesto ad un tribunale militare «l'avocazione», che cosa avrebbe dovuto fare la procura militare competente?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Chiedere almeno il motivo della richiesta.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Che lei sappia, è mai accaduto che qualcuno si sia rifiutato di consegnare i fascicoli?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non so niente né della richiesta né di un eventuale rifiuto.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Indipendentemente da come questo fascicolo e numerosi altri, di cui è rimasta solo la copertina ed il provvedimento di archiviazione, siano finiti sul tavolo di Santacroce, da un punto di vista procedurale, quali avrebbero dovuto essere il comportamento o le decisioni di Santacroce di fronte ad un fatto di questo genere?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Dal punto di vista procedurale, il procuratore generale non ha la facoltà di richiedere i fascicoli per trattenerli; può invece avere la possibilità di chiedere i fascicoli per avere informazioni su determinati casi.


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SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Non ci interessa in particolare in che modo Santacroce abbia ricevuto i fascicoli; la cosa più rilevante della vicenda è che si trovano dei fascicoli di procedimenti per violenza con omicidio contro ignoti militari tedeschi che al loro interno non hanno assolutamente nulla. A prescindere da come siano giunti sul tavolo di Santacroce, a suo avviso come avrebbe dovuto comportarsi Santacroce per rispettare la procedura?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non capisco come possa essergli giunto un fascicolo vuoto; se invece il fascicolo è giunto con l'incarto processuale, che non si trova più, può soltanto voler dire che qualcuno alla procura generale lo ha fatto sparire.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Certo, ma lei al posto di Santacroce cosa avrebbe fatto?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Avrei mandato i fascicoli ricevuti al tribunale militare competente. L'archiviazione provvisoria non è prevista dalla procedura, si tratta di una forzatura che mi lascia quasi incredulo. Possibile che Santacroce sia ricorso a qualcosa del genere?

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Questo non lo so; comunque lei non ha mai sentito parlare di archiviazioni provvisorie?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Anni fa ho letto sulla stampa della sparizione di questi fascicoli, ma allora ero già in pensione da tempo. Comunque, mentre ero in servizio non ho mai sentito parlare di niente del genere.

SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. L'archiviazione provvisoria avrebbe potuto essere un provvedimento di «congelamento» in attesa che pervenissero degli atti inerenti al procedimento?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Come si fa a parlare di archiviazione provvisoria se non vi sono gli atti? È una contraddizione in termini.

GIOVANNI BRUNALE. Lei sa che in questa sede il professor Maggiore, il dottor Nicolosi ed il capitano Puliti, durante recenti audizioni, hanno dichiarato che lei era un collaboratore del dottor Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Che c'entro io con il dottor Santacroce? Queste dichiarazioni peraltro non mi erano note. Io non ho mai collaborato con il dottor Santacroce; se lo fossi stato mi sarei sicuramente tirato fuori da questa faccenda.

GIOVANNI BRUNALE. Nella sua funzione di consigliere relatore in seno alla procura, che tipo di rapporti ha intrattenuto con il dottor Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Con Santacroce si parlava delle sentenze emesse e di quelle che sarebbero state emesse. Dopo le sentenze, in genere Santacroce voleva sapere com'era andata a finire l'udienza, ma la sentenza la scrivevo io, non mi veniva suggerita da qualcuno.
Ho avuto una collaborazione con Santacroce per quanto riguarda la legislazione penale militare allora in evoluzione, abbiamo lavorato insieme per elaborare nuove norme processuali. Abbiamo insediato anche una commissione presso la procura generale proprio per trattare questo tema.
Come ho detto prima, con l'intervento della nuova legislazione c'erano molti «buchi» nella giurisdizione militare che bisognava colmare; bisognava stabilire in che modo lo si dovesse fare, ma soltanto da un punto di vista dottrinario. Del resto, nella mia qualità di libero docente di diritto penale militare presso l'università di Roma La Sapienza ero considerato, magari a torto, competente per tali questioni.


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Perciò vi partecipavo, ma solo per questa ragione, solo per le questioni dottrinarie e legislative.

GIOVANNI BRUNALE. Quindi, durante la sua permanenza presso la procura, in qualità di consigliere relatore, i suoi rapporti erano legati soltanto a questo ambito?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Alle sentenze e all'attività giudiziaria. Quando, nel 1968, il ministro mi chiese di assumere l'incarico di consigliere giuridico, il dottor Santacroce ci rimase un po' male, per la verità.

GIOVANNI BRUNALE. Perciò, lei esclude in modo assoluto di essere stato informato in qualche modo, durante quel periodo e in particolare nel 1960, di essere stato edotto di quella decisione così abnorme e illegale assunta dalla procura?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Nel 1960?

GIOVANNI BRUNALE. Esattamente, nel 1960.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Sono arrivato presso il Tribunale supremo militare alla metà del 1960, in qualità di consigliere relatore e ho redatto soltanto sentenze, punto e basta.

GIOVANNI BRUNALE. Benissimo, la ringrazio per questo.
Le chiedo ora di aiutarmi a capire meglio come si sia svolta la fase successiva perché la sensazione che ho avuto, in qualità di componente di questa Commissione, è che lei abbia appreso soltanto oggi, in questa sede, che il dottor Santacroce, nel 1960, appose la formula della provvisoria archiviazione. Lei è rimasto sorpreso da questo e mi è sembrato di capire che abbia appreso questa circostanza soltanto in questo momento, nel corso di questa audizione.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Mi sembra aberrante, perché Santacroce era un giurista.

GIOVANNI BRUNALE. Tuttavia, dal momento che questo è avvenuto - ahimè! - le rivolgo la seguente domanda. Nel 1994, cioè undici anni fa, nel nostro paese è scoppiato il caso, anche dal punto di vista giornalistico e dell'informazione più completa, essendo stati occultati negli ambienti di palazzo Cesi, fino al 1994, numerosissimi fascicoli inerenti alle stragi e ai crimini nazifascisti. Tali fascicoli sono stati occultati con l'apposizione, a far data 1960, della provvisoria archiviazione. In quel momento, nel 1994, pur essendo in quiescenza, ma avendo vissuto i suoi anni professionali all'interno della magistratura militare, si sarà informato comunque, seppure giornalisticamente, di ciò che era avvenuto; non ha capito che si trattava di qualcosa di abnorme? La provvisoria archiviazione, infatti, non è nota da oggi ma è stata resa nota fin da quel momento. Le domando questo: perché lei afferma di averlo capito solo oggi e non già negli anni passati?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Riguardo all'archiviazione ho appreso dalla stampa notizie che non erano precise. Ricordo di aver letto un articolo relativo al ritrovamento di alcuni fascicoli ma non sapevo se si trattasse di provvisoria archiviazione effettuata da Santacroce o di una vera e propria archiviazione. Avevo capito che erano stati ritrovati alcuni fascicoli dimenticati in un armadio.

GIOVANNI BRUNALE. La interrompo, dottor Malizia, perché è stata istituita un'apposita commissione interna alla magistratura militare che ha redatto, con il tempo che ha avuto a disposizione, la propria relazione finale. Credo di poter affermare che quella relazione sia stata un elemento di chiarezza e che chiunque abbia lavorato in un ambiente come quello per moltissimi anni avesse la curiosità di capire che cosa era stato fatto. Lei non ha avuto questa curiosità?


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SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. No. C'è stata una commissione presso la procura generale?

GIOVANNI BRUNALE. Certamente.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Questo non lo sapevo.

GIOVANNI BRUNALE. Al Consiglio della magistratura militare.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Questo non lo sapevo.

GIOVANNI BRUNALE. Questo lei non lo ho saputo mai? Ne prende atto ora?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Mai.

GIOVANNI BRUNALE. Bene, la ringrazio; mi basta questo.

EMIDDIO NOVI. Dottor Malizia, lei è stato convocato, ed è presente oggi in questa Commissione, in quanto un ufficiale della Guardia di finanza, il colonnello della riserva Vincenzo Cerceo, ha inviato una comunicazione alla presidenza nella quale si afferma, tra l'altro, che lei avrebbe dichiarato, nel corso di un colloquio con gli studenti che frequentavano le sue lezioni, che l'archiviazione provvisoria, non prevista dalla procedura penale in vigore, avrebbe consentito di evitare un'archiviazione per la quale sarebbero state necessarie alcune istruttorie - la qual cosa si voleva evitare - dando la possibilità di aprire, eventualmente, quei casi, se fosse stato necessario. Lei avrebbe dichiarato, in altri termini, che l'archiviazione provvisoria era uno strumento per evitare istruttorie che avrebbero creato tensioni politiche, e non solo politiche, tra l'Italia ed uno Stato alleato.
Successivamente, un magistrato della procura generale militare di Santacroce, Ottavio Orecchio, ha dato una sua versione dell'archiviazione provvisoria decisa da Santacroce.
Questo magistrato, cioè, ha spiegato i motivi che spinsero Santacroce a ipotizzare e a praticare l'archiviazione provvisoria. Le leggo la versione di questo magistrato: «Le determinazioni da lui prese erano di duplice tipo: quando sussistevano elementi per individuare gli autori dei crimini, il procuratore generale adottava provvedimenti di trasmissione degli atti alle procure competenti». Quindi, quando c'erano elementi o carteggi, Santacroce agiva come previsto dalla procedura. «Quando, invece, difettavano tali elementi» - prosegue questo magistrato - «il procuratore generale adottava un provvedimento di archiviazione provvisoria, in attesa di nuove notizie che giustificassero l'adozione di provvedimenti di altro tipo». Quindi, non è vero che Santacroce non volesse portare avanti il lavoro istruttorio ma, in realtà, mancavano i presupposti di questo lavoro. «I provvedimenti» - continua ancora il magistrato - «di archiviazione provvisoria erano determinazioni autonomamente prese dal procuratore generale», cioè, non c'entravano nulla con la procedura ma erano determinazioni autonomamente prese dal procuratore generale, «che presentavano qualche analogia con i provvedimenti che venivano adottati relativamente ai reati di assenza dal servizio per i quali non era cessata la permanenza».
In altri termini, Santacroce, di fronte alla mancanza di documenti e all'impossibilità di proseguire il lavoro istruttorio, per analogia si rifà a quest'altra tipologia, cioè ai provvedimenti adottati relativamente ai reati di assenza dal servizio per i quali non era cessata la permanenza. In sostanza, diceva Santacroce: siccome non so che cosa fare e non posso trasmettere gli atti alle procure e manca qualsiasi possibilità di lavoro istruttorio, mi invento questo tipo di procedura anomala, per così dire.
Mi rifaccio per analogia, come lei sa, essendo un giurista....


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SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. In ogni caso, non è mai competenza della procura generale militare.

EMIDDIO NOVI. Sto spiegando questo tipo di ragionamento. Il magistrato Ottavio Orecchio dice testualmente: «Ricordo che nel 1974, dopo l'arrivo di Campanelli, il quale non era favorevole all'accentramento presso la procura generale e quindi propendeva per la competenza delle singole procure, molte carte concernenti criminali di guerra tedeschi ed italiani furono trasmesse ai procuratori militari competenti per le indagini giudiziarie. Mi era peraltro noto l'orientamento del dottor Santacroce, che era contrario al giudizio in contumacia per i crimini di guerra».
In questa posizione vi è sostanzialmente una spiegazione logica dell'operato del dottor Santacroce, che, per quanto mi sembra di capire, non era diretta ad occultare alcunché; essa era con ogni probabilità diretta, dinanzi all'impossibilità di lavorare, ad assumere una determinazione autonoma. È chiaro che, ragionando a posteriori, questo atteggiamento è un comportamento anomalo che lascia spazio a letture ben diverse. Non siamo così ingenui da ritenere che questo non rientri nel novero delle cose, che quindi spiega certe anomale procedure.
Mi preme chiarire che lei, in quell'occasione, non dichiarò che questa procedura, in qualche senso anomala, fu adottata per non fornire ulteriori armi di propaganda alle forze che erano contrarie al sistema di alleanze della NATO. Le si attribuisce tale lettura di questa procedura anomala: lei avrebbe detto, nell'ambito di quel corso, che era stata adottata una procedura anomala per evitare di fornire argomentazioni alla propaganda delle forze politiche che erano contrarie alla NATO e simpatizzanti per il patto di Varsavia.
Lei smentisce questa sua argomentazione, che risalirebbe al 1966, e della quale ha reso memoria scritta il colonnello Vincenzo Cerceo?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. C'è modo e modo di esporre le cose. Come ricordavo in precedenza, per quanto riguarda l'archiviazione provvisoria questa si può adottare quando non si riesce assolutamente ad andare avanti e non si trovano elementi sufficienti per procedere. Non si trovano, ad esempio, le persone che dovrebbero deporre, né l'incolpato, se c'è. In questo caso, vi può essere, come diceva il magistrato Ottavio Orecchio, qualcosa di simile a quanto accadeva per gli assenti alla chiamata, ai disertori e ai latitanti (si attendeva l'arresto del latitante).

EMIDDIO NOVI. Allora, esisteva una logica, dal punto di vista giuridico, in questi provvedimenti, che noi definiamo anomali, adottati da Santacroce?

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Dal punto di vista della procura militare. Se infatti non si riesce ad esaurire un procedimento, perché mancano i testimoni, le prove o quant'altro, piuttosto che archiviarlo, lo si può lasciare in sospeso, in prospettiva dell'acquisizione di nuovi elementi. Questo può accadere; tuttavia, per quanto riguarda l'archiviazione generale, della quale si parlava, questa non può essere.

EMIDDIO NOVI. Non so come si possa parlare di archiviazione generale, nel momento in cui il magistrato Ottavio Orecchio dichiara che il procuratore generale ha adottato provvedimenti di trasmissione degli atti alle procure competenti, quando vi erano gli elementi per procedere. Quando invece difettavano gli elementi costitutivi di un processo, allora, e soltanto allora, ricorreva all'archiviazione provvisoria, seguendo quella procedura per analogia.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. A che epoca risale tale affermazione?

EMIDDIO NOVI. Il dottor Orecchio parla nel 1966.


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SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. Non ricordo bene; tuttavia, il dottor Orecchio era addetto al procuratore generale militare, dottor Santacroce, e seguiva queste cose. Io ero addetto alle sentenze e di queste cose non so niente.

EMIDDIO NOVI. Dal momento che lei è stato chiamato in causa per quell'affermazione resa nel 1966, nello stesso periodo questo collaboratore del dottor Santacroce fornisce questa lettura delle decisioni dell'allora procuratore generale. Questo per dire che vi era anche questa lettura che faceva riferimento a questa analogia giuridico-processuale e che quindi probabilmente l'archiviazione provvisoria, come lei stesso ha affermato, ricorre in presenza di alcuni elementi.

CARLO CARLI. Ovviamente non era questo il caso. Qui vi sono i fascicoli: lei può vedere che la fattispecie che rappresentava il collega Novi è tutta un'altra. Qui vi sono testimonianze precise nei fascicoli!

EMIDDIO NOVI. Mi sono rifatto ad una presa di posizione resa in forma scritta da un collaboratore del dottor Santacroce nel 1966. Il procuratore Santacroce segue un percorso logico-giuridico che ha portato ad adottare quelle decisioni.
È chiaro che se i fascicoli non erano incompleti, ma anzi contenevano già elementi utili per il proseguimento dell'inchiesta, si tratta di un discorso diverso, che comporta responsabilità precise.

SAVERIO MALIZIA, Magistrato militare in quiescenza. È una brutta gatta!

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, ringrazio il dottor Malizia e i colleghi intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,35.

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