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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale della dottoressa Alessandra Lolli Scappini, dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. La testimonianza si svolgerà in base alle norme previste dal codice di procedura penale.
Ai sensi dell'articolo 14 del regolamento interno della Commissione, avverto la dottoressa Lolli Scappini dell'obbligo di dire tutta la verità e delle responsabilità previste dalla legge penale per i testimoni falsi o reticenti.
Invito la dottoressa Lolli Scappini a rendere la dichiarazione prevista dall'articolo 497 del codice di procedura penale.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, m'impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
PRESIDENTE. Invito la dottoressa Lolli Scappini a declinare le proprie generalità.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Alessandra Lolli Scappini, nata a Roma il 13 novembre 1941, domiciliata a Roma in via Cippico, n. 5.
PRESIDENTE. Prego, senatore Guerzoni.
LUCIANO GUERZONI. Grazie, dottoressa, per la sua disponibilità.
Vorrei chiederle una conferma ed una precisazione, premettendo che è passato molto tempo e potrebbero esservi difficoltà a ricordare.
Risulta che lei abbia lavorato a palazzo Cesi nel 1989 sui materiali da versare all'Archivio centrale dello Stato che si riferivano ai tribunali di guerra soppressi. È agli atti un verbale di consegna dell'8 giugno 1989. Conferma?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. In realtà, precedentemente al lavoro che si svolse per il versamento all'Archivio centrale del tribunale speciale, mi sono recata a palazzo Cesi qualche volta perché non ho lavorato in prima persona, nel senso che io ho firmato il verbale però hanno lavorato alcuni miei collaboratori come la dottoressa Gidaro. Una volta o due sono andata anche io, ma non ho lavorato con continuità, perché non era ancora stata costituita la commissione di sorveglianza.
LUCIANO GUERZONI. Risulta che lei abbia lavorato in quella sede anche nel febbraio del 1991, cioè dopo due anni.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì.
LUCIANO GUERZONI. Sempre per il versamento all'Archivio dello Stato dei materiali riguardanti il Tribunale per la difesa dello Stato?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì, mi pare a fine 1990-inizi 1991. Voi siete in possesso di un nostro ordine di servizio in cui è indicato quando siamo stati nominati (mi pare che fosse ottobre 1990) e fino a quando abbiamo lavorato (febbraio 1991).
LUCIANO GUERZONI. Infatti, il 21 febbraio 1991 risultano versati i materiali.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Noi ogni giorno lavoravamo e versavamo.
LUCIANO GUERZONI. A che piano erano i locali in cui lavorava?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non era uno scantinato; mi pare che fosse o un primo piano o un ammezzato; si saliva una rampa di scale.
LUCIANO GUERZONI. Un piano rialzato?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì, un piano rialzato.
LUCIANO GUERZONI. Noi abbiamo ascoltato altri suoi colleghi che ci hanno parlato di due stanze.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. C'era anche un corridoio, ma grosso modo erano due stanze.
LUCIANO GUERZONI. Una grande con il tavolo su cui lavoravate e una più piccola, in cui erano i materiali che prendevate. È così?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Il grosso dei materiali era nella stanza grande, dove c'era la cancellata. Poi ce n'era una parte nella stanzetta.
LUCIANO GUERZONI. Quindi, non c'erano una stanza grande e poi altre intorno?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, erano due stanze. Mi pare - ma non lo ricordo bene - che ci fosse anche un corridoio che portava alla biblioteca. Non ricordo però se il corridoio partisse dalla seconda stanza, oppure se vi erano la stanza grande, quella attigua e poi il corridoio, la biblioteca ed altri locali della procura. Comunque, ricordo la stanza grande e quella più piccola.
LUCIANO GUERZONI. L'indicazione delle due stanze collima con quella che ci hanno dato gli altri auditi. Nella sua prima audizione, ci era parso di capire che lei parlasse di una stanza grande e altre intorno. Ci parli dell'inferriata: dov'era?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Nella stanza grande. C'era l'inferriata d'accesso. Per entrare, il personale della procura ci apriva un'inferriata d'ingresso. Non ricordo bene però se si entrava e dopo un po' c'era l'inferriata. Poi c'era l'archivio del tribunale speciale che era enorme e conteneva tantissimi fascicoli.
LUCIANO GUERZONI. Sta parlando della stanza grande in cui lavoravate?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì.
LUCIANO GUERZONI. Lei dice che l'inferriata era nella porta d'ingresso.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Mi pare di sì.
LUCIANO GUERZONI. Poiché nessuno dei suoi colleghi ricorda questa inferriata, può essere che non l'abbiano vista perché era aperta?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Può darsi, però c'era. La ricorda anche il dottor Mazzi che lavorava alla procura. Nella sua audizione in questa sede ne ha parlato.
LUCIANO GUERZONI. Mentre alcuni la escludono, un suo collega la ricorda in termini dubitativi.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Io la ricordo bene.
LUCIANO GUERZONI. Dunque, ci sono la stanza grande in cui lavoravate e i materiali. Dove ha visto l'armadio?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Nella stanzetta adiacente.
LUCIANO GUERZONI. Com'era l'armadio?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non grande; non arrivava al soffitto; forse arrivata fino a poco più di metà stanza. Era appoggiato da una parte.
LUCIANO GUERZONI. Alto più di un metro?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì, forse più di un metro; comunque, non arrivava al soffitto.
LUCIANO GUERZONI. Quant'era largo?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non era enorme.
LUCIANO GUERZONI. Era aperto o chiuso?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Era aperto.
LUCIANO GUERZONI. Che chiusura aveva?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Aveva due ante.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, di legno.
LUCIANO GUERZONI. C'era la grata sopra il legno?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, lo ricordo tutto di legno. Ricordo due ante non chiuse, accostate.
LUCIANO GUERZONI. E lei in questo armadio ha visto dei fascicoli.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì.
LUCIANO GUERZONI. Con scritto «crimini di guerra». Di che colore erano?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Grigetto. Non li ho aperti, né toccati. Li ho solo guardati.
LUCIANO GUERZONI. Lei ha detto di essere stata colpita da questo armadio e di averne parlato.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Mi sembra.
LUCIANO GUERZONI. Ha detto che qualcuno le disse che erano materiali che non vi riguardavano.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Esatto: non erano quelli di cui ci occupavamo.
LUCIANO GUERZONI. Ricorda se questo discorso lo ha fatto con qualcuno dei suoi colleghi che stiamo per audire?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Mi pare di averlo detto a qualcuno della procura, ma non ricordo a
chi. C'erano varie persone: un custode, una persona che ci apriva e poi chiudeva...
LUCIANO GUERZONI. Ricorda chi le disse che si trattava di materiale che non vi riguardava?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, non ricordo con chi ne ho parlato.
LUCIANO GUERZONI. Eppure le persone non erano molte.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Ne ricordo tre o quattro, ma ricordo solo il nome di Conte, perché ci lavoravamo a stretto contatto.
LUCIANO GUERZONI. Una risposta del genere non gliela può avere data uno dei suoi colleghi dell'Archivio.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non ricordo, ma non mi pare che fosse Conte.
LUCIANO GUERZONI. Sarà stato Mazzi.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, Mazzi no, perché lo conosco bene.
PRESIDENTE. Senatore Guerzoni, le ricordo che, non essendo in audizione libera, le domande vanno poste in maniera precisa, senza dare l'impressione di suggerire la risposta. Lo ricordo per tutti.
Do la parola al senatore Novi.
EMIDDIO NOVI. Vorrei soffermarmi ancora una volta sulla dinamica e sulla struttura, come è già avvenuto in una delle precedenti audizioni.
Dottoressa, c'era il cortile di palazzo Cesi, dal quale si entrava in una sorta di ingresso, dove c'era anche un giardino; quindi si salivano delle scale, il che già smentisce l'ipotesi dell'esistenza di uno scantinato nel quale sarebbero stati allocati o nascosti questi documenti. Salite le scale si arrivava ad un corridoio, che pare si trovasse in un piano ammezzato; quindi si entrava in un'altra stanza, dalla quale si accedeva ad un altro locale dove c'era un tavolo di lavoro, e da questo si andava in un archivio senza finestre, protetta da un cancello, dove si trovava materiale del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Poi c'era un altro locale nel quale si trovava un armadio. Si trattava di un locale molto piccolo?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non era piccolissimo; era una stanza non grande, certo non grande come quella prima, dove c'era la cancellata, che era abbastanza larga, rettangolare, molto grande.
EMIDDIO NOVI. E c'era la colonna fecale di cui si è parlato. D'altronde non è stata soltanto lei ad aver notato questo tipo di allocazione; sostanzialmente lei conferma l'esistenza di una stanza grande, dove c'era il tavolo di lavoro, l'archivio e poi l'altra stanzetta.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. In alcuni scaffali c'erano fascicoli relativi ai tribunali, ma di carattere generale, non fascicoli personali; poi ho visto questo armadio. Ma non ricordo bene, perché non andavo tutti i giorni, l'ho visto una volta che sono andata lì.
EMIDDIO NOVI. Ricorda in che periodo l'ha visto?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non ricordo esattamente il giorno, ma si trattava del periodo in cui abbiamo svolto questo lavoro, quindi fra l'ottobre 1990 e i primi mesi del 1991. Poi io non sono più andata, se non sporadicamente.
EMIDDIO NOVI. Quindi lei nel 1990 si è imbattuta in questo armadio.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non gli ho dato nemmeno gran peso, devo dire, al momento.
PRESIDENTE. Quindi lei afferma di aver visto l'armadio con dei fascicoli.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì.
PRESIDENTE. Le mostro ora qualche fascicolo. Ricorda se si trattava di questi?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Voglio essere onesta: non posso dirlo con sicurezza, però mi pare siano questi. Oltretutto vedo qui che c'è scritto «criminali di guerra».
EMIDDIO NOVI. Ha detto che erano grigi, e questi sono grigio-verdi.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Potrebbero essere questi.
PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Raisi.
ENZO RAISI. Dottoressa, l'altra volta, quando le ho formulato la domanda, mi ha risposto che forse aveva visto delle targhette e non dei...
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, scusi...
PRESIDENTE. Lei che cosa ha visto?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Io ho detto di aver visto dei fascicoli con su scritto «criminali di guerra», e lei invece mi ha detto che su questi fascicoli non c'era scritto «criminali di guerra». Allora io ho detto che probabilmente, se non era scritto sui fascicoli, sarà stato da qualche parte, perché ricordavo di averlo letto. Adesso vedo che c'è scritto.
ENZO RAISI. Quindi lei si fa suggestionare dal sottoscritto!
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No. Lei mi ha detto che non era possibile; ricordo benissimo la sua risposta: ha detto che su quei fascicoli non c'era scritto da nessuna parte «criminali di guerra», e dato che io ricordavo di averlo visto...
ENZO RAISI. Infatti nella maggior parte dei fascicoli non c'è scritto «criminali di guerra».
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Qui c'è scritto.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Probabilmente in alcuni, perché me lo ricordavo. Io sono archivista e mi capita di vedere che spesso, se non è scritto niente sui fascicoli, c'è una targhetta da qualche parte, specialmente sugli armadi, dove c'è scritto di che si tratta. Dato che mi ricordavo di aver letto questo, ho detto «l'avrò letto su una targhetta», ma era ipotetico. Sono passati quindici anni! Adesso mi fa piacere vedere che c'è scritto sopra e che da qualche parte l'avevo letto.
PRESIDENTE. Ricorda se c'erano finestre in quei locali?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì, mi pare ci fosse una finestra, non so se erano due, nella stanzetta; nell'altra no, era una stanza chiusa.
EMIDDIO NOVI. Quindi lei ricorda che nella stanzetta dove c'era l'armadio c'era anche una finestra.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Mi pare che ci fosse una finestra.
EMIDDIO NOVI. Mentre nella stanza dove c'era il materiale del Tribunale speciale per la difesa dello Stato non ce n'erano.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. C'era una stanza enorme mi pare senza finestre. Mi riferisco a quella con l'inferriata.
EMIDDIO NOVI. Le faccio i miei complimenti, ha una buona memoria.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Io ho molta memoria visiva.
EMIDDIO NOVI. È difficile, dopo tanti anni, ricordare certi particolari.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Ricordo per esempio il corridoio con la biblioteca, però non ricordo da dove partiva; probabilmente dall'altra parte della stanza grande.
EMIDDIO NOVI. La sua descrizione dei luoghi è perfetta.
PRESIDENTE. L'armadio era di legno o era metallico?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Si trattava di un armadio di legno vecchio a due ante; così me lo ricordo.
PRESIDENTE. Do la parola al senatore Guerzoni.
LUCIANO GUERZONI. Dottoressa, in che epoca siamo quando lei dice di aver visto l'armadio?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Anni 1990-1991, credo.
LUCIANO GUERZONI. Nessuna delle due stanze era in un sotterraneo. È sicura?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Ne sono sicura. Eravamo in un primo piano o in un ammezzato. Si saliva una scalinata.
LUCIANO GUERZONI. L'armadio è stato trovato in un sotterraneo tre anni dopo.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non so perché. Io posso dire di averlo visto lì.
ENZO RAISI. Dottoressa, le mostro una piantina del locale. Nel corso della sua audizione presso questa Commissione lei ha descritto i luoghi come segue: «Lavoravamo in un locale grande con una cancellata e nei locali attigui, ed io ricordo benissimo di aver visto nel locale attiguo alla cancellata l'armadio con i fascicoli oggetto della vostra ricerca e di aver letto non i fascicoli ma l'intestazione Criminali di guerra». Ora, vedendo e riconoscendo gli spazi così come nella piantina che le ho mostrato, può essere che abbia visto l'armadio non proprio nel locale attiguo alla cancellata, cioè in quello indicato con la lettera B, ma in quello attiguo a quello chiuso con la cancellata, cioè in quello indicato con la lettera D?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Questo non lo ricordo. I locali A e B sono tutto un locale, separato... Sì, probabilmente era il locale D, stando alla piantina.
EMIDDIO NOVI. Appunto, perché lei ricorda una finestra, e nel locale B la finestra non c'è.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Mentre nel locale dove lavoravamo noi non c'era la finestra. Questo lo ricordo bene. Ho un ricordo vago, ma stando alla piantina probabilmente era il locale D. Ricordo la cancellata, un locale ed un altro locale.
GIOVANNI BRUNALE. Signor presidente, questa piantina è agli atti? Noi non abbiamo avuto modo di vederla.
ENZO RAISI. Se vuole, gliela do.
GIOVANNI BRUNALE. Il problema non è averla...
PRESIDENTE. Onorevole Raisi, questa piantina non è agli atti. Lei doveva sottoporla prima alla Commissione, che avrebbe deciso se mostrarla o meno alla visione della dottoressa Lalli Scappini.
ENZO RAISI. Le avevo chiesto se riconosceva i locali.
PRESIDENTE. Io pensavo che la piantina fosse agli atti; probabilmente l'errore l'ho commesso io e me ne scuso con i commissari, perché non è possibile agire in questo modo.
ENZO RAISI. Signor presidente, le lascio agli atti la piantina.
PRESIDENTE. Occorrerà verificarne la provenienza, con tutte le procedure previste.
Do la parola all'onorevole Delmastro delle Vedove.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Presidente, penso che questa produzione, al di là del fatto che l'onorevole Raisi non l'abbia formalizzata, dovrebbe interessare tutti i commissari: abbiamo sentito una serie di descrizioni completamente diverse l'una dall'altra, per cui quando la piantina sarà acquisita agli atti la dottoressa potrà dire, come pare aver già detto, di riconoscere o non riconoscere i locali. Abbiamo appreso che probabilmente l'armadio si trovava nel locale D, e questa è la dimostrazione di quanto sia stato utile il lavoro di predisposizione della piantina.
Detto questo, vorrei una precisazione: lei, nella precedente libera audizione del 25 gennaio, riferendosi sempre a questi fascicoli, ha detto che quelli che ha visto lei erano vecchi e rovinati. Ora a me francamente non è parso che quelli che mi hanno mostrato fossero vecchi e rovinati; trattandosi di fascicoli di cinquant'anni fa mi sembra anzi che siano in buono stato. Cosa intendeva per vecchi e rovinati, visto che non mi pare che questi lo siano?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Quelli che mi avete fatto vedere voi erano delle fotocopie; io l'ho capito dopo.
PRESIDENTE. Questi sono originali.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sono originali, e si vede.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Ma non mi pare siano...
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non so se siano tutti così.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Cioè lei ritiene che alcuni potessero essere...
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale
dello Stato. Magari quelli sopra sono più rovinati - dipende dal maneggiamento - e quelli sotto sono più nuovi.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Quindi lei ne ha visti di più rovinati rispetto a quelli che oggi le hanno mostrato.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Non che li abbia guardati tutti, perché ce ne erano tanti. Chiaramente ho letto, per capire di che si trattava, e mi parevano fascicoli vecchi.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Formulo con precisione una domanda alla quale, forse, lei ha già risposto quando ha replicato all'onorevole Raisi. Lei aveva ipotizzato anche che la scritta «Criminali di guerra» fosse all'interno dell'armadio: vale sempre il discorso che quella è una supposizione che lei ha fatto in quanto l'onorevole Raisi le aveva escluso che la scritta fosse suI fascicoli, oppure no?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. L'onorevole l'ha escluso, quasi a dubitare, ma io l'avevo letto, per cui, siccome mi ricordavo di averlo letto da qualche parte, ho soggiunto «sarà stato scritto sull'armadio». Adesso che vedo i fascicoli...
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Lei ricorda di aver parlato con alcuno dei suoi collaboratori e di avere mostrato loro questi fascicoli con la scritta «Criminali di guerra» o di averne comunque discusso?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Io non ho mostrato niente a nessuno, perché non li ho presi. A me pare di averne parlato con i colleghi, però non ricordo.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Con chi in particolare? Con tutti?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Erano tanti, non mi ricordo se con qualcuno.... Forse con Gabriele Parola, che è venuto dopo e con il quale sono piuttosto amica. Adesso, però, a distanza di anni non mi ricordo.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Non avete mai sfogliato questi fascicoli?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. No, no.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Neppure lei.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Ripeto: preciso che all'epoca io non ho - come dopo, invece - pensato minimamente... Poiché la procura tratta questo tipo di reati, ho pensato che fosse materiale magari messo lì per non essere agli occhi tutti, quindi non mi sono interessata più di tanto, per discrezione, perché non era mio compito vedere quei fascicoli, ma gli altri.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Peraltro, se non li si fosse voluti mettere agli occhi di tutti, forse sarebbe bastato chiudere l'armadio.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Certo. Probabilmente si era aperto, perché gli armadi vecchi, a volte, se non sono chiusi a chiave... era accostato, quindi, probabilmente... Io tutte queste cose non le ho pensate; mi ricordo, invece, di aver pensato (questa è una curiosità da archivista): «Interessanti, chissà se un giorno saranno versati all'Archivio, come i fascicoli del Tribunale speciale?». Tutto qui. Quindi, non ho dato peso.
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Ho capito. Grazie.
LUCIANO GUERZONI. Adesso le hanno mostrato questi fascicoli. Nella prima audizione, lei disse che erano logorati...
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Sì, mi parevano fascicoli più vecchi.
LUCIANO GUERZONI. Lei è archivista, chissà quanti ne ha visti. A noi hanno detto, allorché trovarono nel sotterraneo l'armadio, che si erano logorati perché vi era caduta sopra dell'acqua a causa di una perdita che era in quel sotterraneo. Secondo lei, poteva essere un logoramento dovuto al fatto che erano stati bagnati, e quando una copertina è bagnata resta il segno?
EMIDDIO NOVI. Mi scusi, presidente, ma dobbiamo metterci d'accordo se si tratta di un sotterraneo o di un ammezzato. Perché il collega parla di sotterraneo, mentre si è sempre parlato di ammezzato, e in un sotterraneo non si arriva salendo le scale, mentre un ammezzato si raggiunge salendo le scale e la dottoressa ha parlato di scale...
LUCIANO GUERZONI. Io ho detto che nel 1994 ci hanno detto di aver trovato questo armadio in un sotterraneo. E su questo non ci sono dubbi.
LUCIANO GUERZONI. Chi abbiamo audito, fin dall'inizio. Andate a vedere i verbali. E ci hanno detto che in questo sotterraneo, dove c'è una lampadina soltanto, a un certo punto una conduttura ha perso ed è caduta dell'acqua. Evidentemente, la mia domanda è volta a sapere se la signora abbia visto i fascicoli prima che si bagnassero o dopo.
PRESIDENTE. Formuli la domanda, senatore Guerzoni. Non si preoccupi.
LUCIANO GUERZONI. L'ho formulata. Ma vorrei anche precisare che la signora ci parla del 1991, i materiali sono stati ritrovati nel 1994: dal 1991 al 1994 possono essere stati spostati chissà quante volte.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. A questo punto io potrei formulare una teoria, perché nella stanzetta adiacente a quella in cui lavoravamo c'erano dei fascicoli, come ho detto prima, di carattere generale e non personali, quindi, diciamo, fascicoli meno importanti rispetto a quelli che esaminavamo noi, i quali mi è stato detto che erano stati portati nella stanzetta proprio perché avevano subito una perdita, eccetera. Può essere che pure l'armadio...
PRESIDENTE. Dottoressa, Scappini, mi scusi: lei deve rispondere alla domanda. Faccia la cortesia di non esporre le sue teorie.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Avevo già detto l'altra volta che i fascicoli che erano nella stanzetta si erano infiltrati di acqua sporca, tanto è vero che quando li abbiamo versati in Archivio abbiamo dovuto, a nostre spese, ripulirli, farli disinfettare. Allora mi domando: se la perdita era di sotto, i fascicoli...
EMIDDIO NOVI. Presidente, mi scusi. Il dirigente della segreteria della procura generale militare presso la Cassazione, dottor Alessandro Bianchi, dichiara di aver visto già nel 1974 l'armadio, anche se aperto, contenente materiale affastellato: quindi coincide questo armadio con quello che, dopo sedici anni, ha visto la dottoressa.
Questo armadio, come ho detto, nel 1974 era affastellato e successivamente, nel 1994, riposto più ordinatamente. Bianchi dice di aver trovato, nel 1974, questo materiale messo lì disordinatamente; poi, nel 1994, quando va dopo ventiquattro anni, lo trova più sistemato: era venuto qualcuno che l'aveva sistemato. Ora, il dottor Bianchi scende in un sotterraneo o sale le scale? Lo chiedo perché qui non c'è nessuna traccia del dottor Bianchi che scende in un sotterraneo; allora, come facciamo a sostenere in questa Commissione che il dottor Bianchi scende in un sotterraneo? Dovremmo ascoltarlo e sapere da lui se sale o scende. Perché se il dottor Bianchi sale, allora significa che l'armadio stava lì nel 1974, continua a stare lì nel 1990, quando lo vede la dottoressa, e sta ancora lì nel 1994. Di conseguenza, tutto questo arzigogolo si risolve chiedendo al dottor Bianchi se è sceso o salito. Si risolve così questa vicenda grottesca: se l'armadio sta nel sotterraneo, vuol dire che qualcuno l'ha spostato nel sotterraneo dall'ammezzato; se il dottor Bianchi dice di aver salito le scale, allora qui stiamo discutendo del nulla, cioè non stiamo più discutendo di un armadio che sale e scende da solo, perché della 1974 al 1994 l'armadio ha avuto sempre la stessa collocazione.
PRESIDENTE. Ci sono altre domande?
ENZO RAISI. Io coglievo l'intuizione del suo pensiero ultimo, dottoressa, cioè - considerazione non richiesta ma che lei ha fatto - che probabilmente lo hanno spostato perché anche lì pioveva. La mia domanda - visto che lei l'armadio l'ha visto, mentre io non riesco ad immaginarlo bene - è come potesse essere bagnato. Solitamente, un armadio è chiuso; può essere socchiuso, ma l'acqua non entra dentro.
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Però se è accostato al muro...
ENZO RAISI. Di che materiale era?
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Di legno. Però io su questo ho ragionato, perché ho girato tanti archivi e di carte rovinate ne ho viste molte, perché spesso gli archivi sono sotto terra, a volte ci sono finestrelle aperte sopra, all'altezza della strada, e l'acqua si infiltra. Sono tenuti male gli archivi di deposito delle amministrazioni dello Stato, molto male, e molte carte si sono rovinate nel tempo. È possibile che se l'infiltrazione dell'acqua stava nel muro, perché veniva da un gabinetto, come mi è stato detto, si sia bagnato il muro, e se l'armadio era appoggiato al muro si è bagnato. Questa è un'ipotesi.
I fascicoli che dico io, del tribunale, stavano probabilmente sotto - io ho pensato - se mi hanno detto che sono stati trasferiti nella cameretta per una infiltrazione... infatti erano sporchi, erano rovinati, un po' bagnati e noi li abbiamo disinfettati. Non quelli dello stanzone, ripeto. Quindi io ho semplicemente pensato che stavano da un'altra parte; l'hanno detto loro, poi.
ENZO RAISI. Doveva essere sicuramente una voragine!
ALESSANDRA LOLLI SCAPPINI, Dirigente pro tempore dell'Archivio centrale dello Stato. Qualcuno ha detto che c'era stato un trasudo su un muro e che i fascicoli si erano rovinati. Quindi, io ho fatto un ragionamento, che può anche essere sbagliato.
PRESIDENTE. Non essendoci alte domande, ringrazio la dottoressa Lolli Scappini, i colleghi intervenuti e dichiaro concluso l'esame testimoniale.
ENZO RAISI. Presidente, prima di passare al successivo esame testimoniale, vorrei sapere quale sia la prassi per far acquisire il documento che ho esibito.
PRESIDENTE. Ma quale ne è la provenienza?
SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE. Nel momento in cui abbiamo dato atto di averlo elaborato noi, penso che il documento sia acquisibile. Ma mi pongo un altro problema: cioè, vista l'eccezione giusta che lei ha formulato, presidente, ammesso che sia acquisibile, soltanto da quel momento si potrebbe chiedere alla dottoressa Scappini se lo riconosce.
PRESIDENTE. Collega, di questo si occuperà l'ufficio di presidenza.
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