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PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'esame testimoniale dell'avvocato Domenico Porpora, già ascoltato in audizione libera il 29 gennaio 2003.
Avverto l'avvocato Porpora, nella sua nuova qualità di testimone e non più di libero audito, dell'obbligo di dire tutta la
verità e delle responsabilità previste dalla legge penale per i testimoni falsi o reticenti.
Avvocato Porpora, nell'audizione già citata del 29 gennaio 2003 lei ha detto che è stato in Iritel dal dicembre 1992 all'agosto 1994, in qualità di responsabile dell'ufficio legale, e dal settembre 1994 all'agosto 1995, dopo la fusione delle cinque società telefoniche in Telecom, quale responsabile della linea centrale partecipazioni. È corretto?
PRESIDENTE. Ciò premesso, potrebbe riferire chi è stato il presidente dell'IRI dal dicembre 1992 all'agosto 1994?
DOMENICO PORPORA. Penso il professor Prodi.
PRESIDENTE. Non dica «penso», perché sono dati storici.
DOMENICO PORPORA. Sì, credo che sia stato il professor Prodi.
PRESIDENTE. Il professor Prodi: siccome di Prodi ce ne sono diversi, vuol dirci cosa intende?
DOMENICO PORPORA. Il professor Romano Prodi.
PRESIDENTE. Ci risulta che prima di accedere in Iritel lei è stato dipendente IRI dal 1980 al 1992.
DOMENICO PORPORA. No, dal 1980 al 1990. Questa circostanza l'ho già affermata.
PRESIDENTE. Sì, ci risulta proprio da quello che ha detto lei.
Saprebbe riferirci chi sia stato presidente dell'IRI in questo scorcio temporale?
DOMENICO PORPORA. Dal 1980 al 1983 l'avvocato Pietro Sette; dal 1983 al 1990 il presidente Prodi.
PRESIDENTE. Quando lei dice «il presidente Prodi», intende sempre Romano Prodi?
DOMENICO PORPORA. Sì, Romano Prodi.
PRESIDENTE. Dal contesto della sua audizione del 29 gennaio 2003 è emerso che lei, prima in qualità di responsabile dell'ufficio legale dell'Iritel e poi come responsabile della linea centrale partecipazioni in Telecom, si interessò alle prime fasi delle trattative che nel giugno 1997 portarono all'acquisizione del 29 per cento di Telekom-Serbia. In pratica, da come si è capito - correggerà lei se abbiamo capito male -, tale affare fu gestito inizialmente da lei sotto l'aspetto legale e da Tomaso Tommasi di Vignano e Giuseppe Gerarduzzi sotto l'aspetto tecnico. Se non facciamo errori, sia lei che Tommasi e Gerarduzzi provenivate dall'Iritel; è giusto quindi poter affermare che l'affare Telekom-Serbia nasce in Iritel per poi trasferirsi in Telecom unitamente ai protagonisti, cioè lei, Tommasi e Gerarduzzi? Le sembra questa una circostanza casuale?
DOMENICO PORPORA. Non ricordo se la trattativa relativa a Telekom-Serbia fosse iniziata prima della fusione delle cinque concessionarie telefoniche in Telecom. Che se ne occupassero le persone che venivano dall'Iritel è una cosa abbastanza verosimile, perché la competenza dell'Iritel tra le cinque concessionarie telefoniche riguardava proprio l'Europa.
Chiedo scusa, cos'altro mi ha chiesto?
PRESIDENTE. È giusto poter affermare che l'affare Telekom-Serbia nasce in Iritel per poi trasferirsi in Telecom, unitamente ai protagonisti, lei, Tommasi e Gerarduzzi?
DOMENICO PORPORA. Che nasca in Iritel non so, perché non ricordo se cominciò prima...
PRESIDENTE. Posso dirle, perché abbiamo licenziato una relazione intermedia e abbiamo storicizzato il periodo, che le iniziative cominciano già dal 1995.
DOMENICO PORPORA. Ma nel 1995 c'è già Telecom.
PRESIDENTE. Sì, ma è importante che ci sia questo gruppo umano che era prima in Iritel e dopo si trova in Telecom. È così?
DOMENICO PORPORA. Le tre persone erano Tommasi, amministratore delegato di Iritel, io, responsabile dell'ufficio legale e Gerarduzzi, vicedirettore generale.
PRESIDENTE. Quindi sono le stesse tre persone che poi ritroviamo in Telecom. È così: Iritel prima, Telecom dopo?
PRESIDENTE. Durante il suo viaggio a Belgrado, ebbe modo di incontrare anche l'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana, dottoressa Mirachian? Se sì, la informò dei contatti che erano in atto con il responsabile del Governo serbo per l'acquisto di Telekom-Serbia?
DOMENICO PORPORA. Non ricordo di avere incontrato questa dottoressa.
PRESIDENTE. A Belgrado qualcuno le parlò di Telekom-Serbia?
DOMENICO PORPORA. A Belgrado noi...
PRESIDENTE. Vale a dire, le autorità diplomatiche.
DOMENICO PORPORA. Non ricordo ai avere incontrato autorità diplomatiche a Belgrado nell'unica occasione in cui mi sono recato in quella città.
PRESIDENTE. Quindi, lei non ricorda se abbia mai incontrato la dottoressa Mirachian.
DOMENICO PORPORA. No. Noi facemmo un incontro presso il Ministero delle poste serbo con i rappresentanti di tale ministero.
PRESIDENTE. Lei è stato mai capo della segreteria del presidente Romano Prodi?
DOMENICO PORPORA. Sì, in qualità di esperto estraneo alla pubblica amministrazione nel periodo in cui era alla Presidenza del Consiglio.
PRESIDENTE. Capo della segreteria?
DOMENICO PORPORA. Sì, capo della segreteria.
PRESIDENTE. Lei ha altresì dichiarato di avere svolto dal giugno 1996 fino all'ottobre 1998 l'attività di esperto estraneo alla pubblica amministrazione nell'ambito della segreteria del presidente Prodi - lo ha confermato ora - fino alla caduta del Governo da lui presieduto. È così?
PRESIDENTE. Ci può spiegare come nasce questo rapporto fiduciario?
DOMENICO PORPORA. Il rapporto fiduciario tra il presidente Prodi e me nasce proprio dal fatto di aver lavorato insieme per sette anni in IRI. Lui mi ha conosciuto e penso abbia tratto fiducia nei miei confronti.
PRESIDENTE. Perfetto. Volevo sentire il termine «fiducia». Quindi, essendoci un rapporto fiduciario, lei col presidente Prodi, in via formale, informale, in conversazioni,
davanti al caminetto, in un viaggio aereo, parlò mai di Telekom-Serbia?
DOMENICO PORPORA. Non ricordo di avere mai parlato con il presidente Prodi di Telekom-Serbia, né nel periodo in cui me ne sono occupato in Telecom, perché non ne avevo occasione né motivo, né nel periodo in cui sono stato alla Presidenza del Consiglio, perché non mi occupavo più della questione.
PRESIDENTE. Lei considera l'operazione Telekom-Serbia un affare rilevante o un affare bagattellare?
DOMENICO PORPORA. Era una delle tante operazioni svolte dalla Telecom in quel periodo.
PRESIDENTE. Non mi risponda così, perché io ho sufficiente dimestichezza con gli interrogatori per capire che non dobbiamo giocare con le circonlocuzioni. La domanda precisa è: era un affare rilevante o un affare bagattellare?
DOMENICO PORPORA. Rientrava nella strategia della Telecom di allora, che consisteva nell'ampliare la sua presenza internazionale.
PRESIDENTE. Questa è la strategia. La qualità dell'affare è rilevante o insignificante, bagattellare, modesta?
DOMENICO PORPORA. Rispetto alle dimensioni di Telecom e delle iniziative che poneva in essere, era una delle tante e, secondo, me non era né irrilevante, né bagattellare, ma era una dimensione normale, media.
PRESIDENTE. Lei si trova nella condizione di sapere che c'è uno sviluppo, un'impennata della vicenda. Visto che lei viaggiava all'interno di questo affare, perché conosceva, in ragione della sua attività pregressa, quali ne fossero le dinamiche, conosceva il rischio paese e tutte le altre condizioni che si potevano presentare eventualmente negative, è pensabile che di tutta questa vicenda lei non parlò mai al presidente Prodi? Per l'affare ordinario si può capire, ma qui siamo come di fronte ad un primario che gestisce un ospedale e all'aiuto: è possibile che non parlino mai di uno dei malati gravi? E possibile che si parlò di tutto, anche del Bologna (squadra di calcio del presidente Prodi), della Roma o della Lazio, ma mai di Telekom-Serbia?
Si ricordi che il presidente Prodi, contrariamente a questa cortina fumogena generalizzata, nel gennaio del 1997, vale a dire cinque mesi prima dell'affare, e nell'agosto del 1997, vale a dire un mese e mezzo dopo l'affare, fece una relazione, in cui indicava il grado di alto pericolo che costituiva la Serbia per gli investimenti, perché era un paese «ballerino» dal punto di vista istituzionale, economico, dell'ordine sociale e politico. E quello di cui si parla non era un affare in Honduras, per cui si poteva dire che non c'era poi tanto interesse; questo era un affare nevralgico e lei non ne parlò mai?
DOMENICO PORPORA. Vi sono due motivazioni per le quali non ne parlai con il presidente Prodi: in primo luogo perché, quando ero a Palazzo Chigi, ritenevo l'operazione già conclusa nel senso negativo (infatti, l'operazione avviata nella fase in cui io me ne sono occupato, esclusivamente per la parte giuridica e preliminare, non aveva avuto esito positivo). Quindi non me ne sono più occupato non solo dal 1996, ma dal 1995, quando ho cambiato incarico all'interno di Telecom, a seguito di una riorganizzazione, e sono passato ad altra area. Occupandomi di una materia diversa, cioè delle regolamentazioni comunitarie, non avevo più notizia dell'evoluzione della questione.
PRESIDENTE. Nella scorsa audizione lei ha dichiarato testualmente: «So che il presidente Prodi aveva stima per Tommasi, come per altre persone da lei citate, che conosceva per essere stato presidente dell'IRI. Non mi ha mai manifestato alcuna particolare opinione». Le chiedo: se
non le ha mai manifestato alcuna particolare opinione, come fa lei a dire che lo stimava? Da cosa lo notava, dal battito delle ciglia? La conoscenza è un dato storico oggettivo, la stima è un dato particolare che deve essere esplicitato: c'è stata occasione in cui il presidente Prodi le ha parlato di Tommasi in termini di stima?
DOMENICO PORPORA. Vorrei capire in quale contesto ho fatto queste affermazioni.
DOMENICO PORPORA. Se ricordo bene, la prima affermazione riguardava in generale il fatto che io avessi avuto la percezione di un'opinione del presidente Prodi su Tommasi ed io dissi che la mia impressione era che, avendolo conosciuto durante il periodo in cui era presidente dell'IRI come uno dei manager delle società del gruppo, ne avesse una positiva impressione, cosa che sicuramente mi è capitato di sentire dal presidente Prodi, anche se non ricordo la circostanza specifica.
La seconda affermazione riguardava la sostituzione ai vertici della STET e se il presidente Prodi mi avesse manifestato qualche considerazione circa l'opportunità o meno di sostituire i precedenti vertici con il dottor Tommasi. Se ricordo bene, io dissi che su questo non avevo avuto alcuna indicazione da parte del presidente Prodi.
PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato il professor Rossi - che, come lei sa, avviò l'ente alla privatizzazione - il quale ci ha detto che a lui non risultava che il dottor Tommasi avesse particolare attitudine, competenza e titoli per essere considerato un privatizzatore, nel senso che veniva dalla cultura IRI che è diversa dalla privatizzazione. A lei risulta che ci sia stato mai uno scambio di vedute su queste qualità particolari del dottor Tommasi? Oppure veniva considerato un amministratore come tanti?
DOMENICO PORPORA. A me non risulta che ci sia stato uno scambio particolare di opinioni su questo tema, o almeno io non sono mai stato presente in queste circostanze. Però la prima privatizzazione che si è fatta è stata proprio quella dell'Iritel che ha comportato la trasformazione di un'azienda di Stato in una società per azioni.
PRESIDENTE. Come sono compatibili queste qualità particolari asseritamente attribuibili al dottor Tommasi, con il fatto che colui il quale, in effetti, fece la privatizzazione disse «Non mi risulta che avesse tutte queste specializzazioni o queste visioni privatistiche»?
DOMENICO PORPORA. Lei adesso mi sta chiedendo un'opinione?
PRESIDENTE. No. La sua opinione è rispettabile ma non è questa che le chiedo. Le risulta che all'interno della famiglia STET-Telecom, il dottor Tommasi avesse già questa fama particolare di privatizzatore?
DOMENICO PORPORA. Come le ho detto, l'unica cosa che mi risulta è che è il solo che ha gestito la trasformazione di un'azienda di Stato in una società per azioni; gli altri venivano, invece, da un'esperienza tradizionale.
PRESIDENTE. E allora come mai non fu lui a gestire la privatizzazione e fu chiamato Rossi?
DOMENICO PORPORA. Debbo riferire cose che conosco e non ho idea di quali siano le motivazioni delle decisioni che sono state assunte. Però, nel momento in cui si trattava di fare la privatizzazione, Rossi fu nominato presidente e Tommasi amministratore delegato.
PRESIDENTE. Sì, ma è Rossi che si carica della privatizzazione, come ci ha riferito. È stato lui il dominus della privatizzazione, perché Tommasi non aveva «cultura in tal senso».
DOMENICO PORPORA. Anche qui mi trovo a dover esprimere delle opinioni. La mia opinione è che l'abbinamento di Rossi, che doveva essere l'esperto della privatizzazione, con qualcuno che conoscesse l'azienda e fosse in grado di mandarla avanti era necessario. Però questa è una mia opinione.
PRESIDENTE. Prego, presidente Cantoni.
GIAMPIERO CANTONI. Prima, il presidente Trantino ha confermato che durante il Governo Prodi viene distaccato da Telecom Italia. Non mi risulta che abbia detto: distaccato in Telecom Italia, perché a me risulta che lei era in Telecom Italia e viene distaccato presso la Presidenza del Consiglio dove assume il ruolo di segretario particolare del Presidente del Consiglio.
GIAMPIERO CANTONI. E lei ha dichiarato di essere capo della segreteria.
GIAMPIERO CANTONI. Mi conferma che lei era distaccato da Telekom-Serbia a capo della segreteria del Presidente Prodi?
DOMENICO PORPORA. Guardi, credo che ci sia un errore, io ero un dipendente di Telecom Italia, non di Telekom-Serbia.
GIAMPIERO CANTONI. Sì, di Telecom Italia.
PRESIDENTE. Sì, c'è stato un equivoco, un lapsus.
GIAMPIERO CANTONI. È un mio lapsus. Me ne scuso.
CARLO TAORMINA. Dobbiamo stare attenti, noi.
GIAMPIERO CANTONI. Dobbiamo stare molto attenti. Ma io sono un po' annoiato, perché tutti coloro che vengono qui sono totalmente estranei e non hanno mai parlato di questo, e allora la mia noia mi porta ad essere un pochino disattento, mi scuso molto di questo lapsus.
DOMENICO PORPORA. Ci mancherebbe altro.
GIAMPIERO CANTONI. Dunque, era distaccato da Telecom Italia.
DOMENICO PORPORA. Io ero un dipendente di Telecom Italia a cui è stato dato un incarico di esperto estraneo alla pubblica amministrazione, perché la Presidenza del Consiglio può avvalersi, per la sua organizzazione, in base alla legge n. 400 del 1988, di estranei alla pubblica amministrazione. Quando mi fu conferito questo incarico, chiesi l'autorizzazione di poter svolgere l'incarico all'allora amministratore delegato Chirichigno. Questa autorizzazione mi fu concessa, e quindi ho espletato questo incarico di estraneo alla pubblica amministrazione.
GIAMPIERO CANTONI. Ma le dispiace rispondere alla mia domanda? Lei era o non era distaccato da Telecom Italia?
DOMENICO PORPORA. La formula giuridico-formale non è un distacco ma un'autorizzazione allo svolgimento di un incarico.
GIAMPIERO CANTONI. La formula che invece io ritengo giusto evidenziare è che lei era un dipendente, era pagato da Telecom Italia e forniva, in funzione della legge che lei ha indicato, la sua opera come capo di segreteria.
GIAMPIERO CANTONI. Quindi, il legame tra Telecom Italia, quindi il legame che lei ha sempre avuto in questa operazione di Telekom-Serbia era direttamente trasferito da questo suo distacco, in base alla legge, a capo della segreteria del Presidente Prodi.
DOMENICO PORPORA. Come ho avuto modo di dire poc'anzi il mio legame con l'operazione Telekom-Serbia termina nell'agosto del 1995 e quindi precedentemente...
GIAMPIERO CANTONI. No, guardi, lei non è che termina in agosto e da quel momento lei viene distaccato alla Presidenza del Consiglio e ha finito qualsiasi cosa. Lei è un distaccato, pagato da Telecom Italia, e fornisce la sua professionalità come capo segreteria del Presidente Prodi. È questo che io voglio sapere con chiarezza, e non l'iter seguito, che lei ha chiesto l'autorizzazione e che l'autorizzazione le è stata data. Lei era pagato da Telecom Italia ed era a capo della segreteria del Presidente Prodi. Sì o no?
DOMENICO PORPORA. Io ero pagato da Telecom Italia, ero capo della segreteria del Presidente Prodi, come esperto avevo un emolumento che riversavo a Telecom Italia. Prima considerazione.
GIAMPIERO CANTONI. A noi questo problema non interessa.
DOMENICO PORPORA. Lei però mi deve consentire di dire una cosa.
CARLO TAORMINA. Scusi, questo è un reato. Sono stati fatti dei processi per queste cose.
CARLO TAORMINA. Sì, li ho fatti io. Funzionari dell'ENI che andavano a fare i capi segreteria dei ministri. Reati per i quali ci sono state condanne.
GIAMPIERO CANTONI. Siccome ritengo anomalo questo comportamento, e nell'anomalia c'è una continuità tra Telecom Italia, Telekom-Serbia e il capo della segreteria del Presidente del Consiglio con il quale lei, guarda caso, per otto anni ha collaborato, come operatività, all'IRI... È una mia curiosità, però lei mi deve consentire di formularle questa domanda e mi deve rispondere senza giri di parole...
DOMENICO PORPORA. Non faccio giri di parole.
GIAMPIERO CANTONI. ...perché probabilmente le contestiamo il reato.
DOMENICO PORPORA. Sono stato dipendente di Telecom Italia. Su autorizzazione di Telecom Italia ho accettato questo incarico alla Presidenza del Consiglio, riversando i relativi emolumenti. La cosa che io mi permettevo solo di dire è che di Telekom-Serbia non mi sono occupato più da quando, ancora in Telecom Italia, e non alla Presidenza del Consiglio, ho cambiato incarico, occupandomi di tutt'altra materia in un'altra area di Telecom Italia.
GIAMPIERO CANTONI. Pregherei il presidente di analizzare questa anomalia che si è verificata, in quanto è un fatto che oggi conosciamo e quindi si è verificato.
PRESIDENTE. Si è verificata un'ammissione che può avere rilievo penale. Questa è l'osservazione che è stata fatta, fondata sul fatto che un ente distoglie un proprio impiegato, un funzionario, nel caso suo, un funzionario apicale, e lo destina ad altra amministrazione, che non è all'interno di quell'ente. Infatti, avrei potuto capire se questa operazione fosse stata compiuta da STET verso Telecom o viceversa o verso una collegata. Invece, in questo caso, lei viene distaccato - perché questo è il termine - assegnato, ad altra amministrazione e nello stesso tempo resta finanziariamente in carico di Telecom. Quindi, l'osservazione del presidente Taormina ha ricordato analoghe fattispecie. Succede in questi casi che ci sia una contestazione di reato. Quindi, la Commissione ha il dovere, per il principio di legalità, di trasmettere gli atti per quello che oggi è intervenuto e che quindi non
può essere un problema di gestione domestica. È un problema che attiene all'azione pubblica. Prego, presidente Cantoni.
GIAMPIERO CANTONI. Vorrei anche sottolineare, presidente, che, come lei vede, nel susseguirsi di varie audizioni e testimonianze, ci sono dei legami strettissimi, ma assolutamente tutti fanno finta di non vedere, non hanno visto, non hanno sentito. Però, più noi andiamo avanti, più vediamo gli intrecci che, a mio avviso, sono quantomeno ambigui. Questa è una mia osservazione che desidero sia a verbale.
PRESIDENTE. Quello che abbiamo scritto è come il pianeta delle scimmie, dove nessuno vede e dove nessuno sente...
GIAMPIERO CANTONI. La seconda domanda. Lei si occupa della campagna elettorale di Prodi con il ruolo di primissimo piano nella segreteria organizzativa?
DOMENICO PORPORA. No, ho partecipato alla campagna elettorale solo come simpatizzante ed elettore.
GIAMPIERO CANTONI. A noi risulta che lei ha occupato un ruolo di primissimo piano nella segreteria organizzativa del Presidente.
DOMENICO PORPORA. Posso sapere, se mi contestate questa circostanza, cosa...
GIAMPIERO CANTONI. Nel momento in cui lei dichiara che non è così, ma noi abbiamo prove diverse, lei dovrà rispondere di questa sua affermazione, perché dichiara il falso. Quindi sarebbe meglio che ci dicesse esattamente qual è il ruolo di simpatizzante e qual è il ruolo che effettivamente lei ha avuto, perché ci sono delle relazioni che ci indicano, e testimoni che ci indicano, che lei si occupa della campagna elettorale di Prodi, del Presidente Prodi, con ruolo di primissimo piano nella segreteria organizzativa di Prodi.
DOMENICO PORPORA. Io non ho fatto parte della segreteria organizzativa di Prodi
GIAMPIERO CANTONI. Diciamo della campagna elettorale.
DOMENICO PORPORA. Assolutamente, non riesco a capire quale sarebbe il ruolo che avrei dovuto svolgere, perché non ho avuto un ruolo operativo né in organizzazioni di partito, né in organizzazioni...
PRESIDENTE. Avvocato Porpora, per andare al concreto, c'era allora l'autobus, il treno, c'era un mezzo, sì, il pullman. Lei seguiva il Presidente Prodi in questa attività locomotoria?
DOMENICO PORPORA. Credo di essere salito sul famoso pullman due volte, durante tutta la campagna elettorale, ma solo per partecipare ad iniziative e non perché avessi un ruolo organizzativo rispetto a questa.
PRESIDENTE. Sì, ma lei partecipò perché chiese un passaggio mentre transitava il pullman o si dedicò con la sua competenza, nel senso che essendo un uomo che sapeva organizzare, impiegava i propri talenti a questo fine? Questo è lo scopo della domanda.
DOMENICO PORPORA. No, non avevo un ruolo organizzativo.
PRESIDENTE. E allora che cosa faceva? Ce lo spieghi, perché vorremmo saperne di più. In questo pullman, lei si sedeva e ammirava il paesaggio? Svolgeva un ruolo, no?
PRESIDENTE. Infatti, lei non è un cittadino qualunque, ma è un cittadino con funzioni.
DOMENICO PORPORA. Ho semplicemente partecipato, come dicevo, come simpatizzante, alle iniziative elettorali che venivano poste in essere.
PRESIDENTE. E in quel momento lei era in aspettativa, oppure continuava la sua attività, ovviamente retribuita, nella segreteria del Presidente Prodi?
GIAMPIERO CANTONI. Da Telecom Italia.
PRESIDENTE. Certo, sempre lo abbiamo detto, Telecom l'ente pagante.
DOMENICO PORPORA. Chiedo scusa, qui stiamo parlando semplicemente del diritto legittimo di...
PRESIDENTE. Nessuno contesta. Se lei avesse partecipato alle attività del pullman del Presidente Berlusconi diremmo esattamente le stesse cose. Non è che la questione cambi a seconda dei destinatari. Noi diciamo un'altra cosa. Lei veniva pagato da Telecom Italia. Svolgeva una sua attività.
PRESIDENTE. Nel momento in cui lei si dedicava, come ogni cittadino può fare, a questa attività di simpatizzante, lei si distoglieva dal lavoro, oppure...?
DOMENICO PORPORA. Non l'ho mai fatto distogliendomi dal lavoro, ma sempre durante le giornate o di ferie, o durante...
PRESIDENTE. Perfetto. Prego, presidente Cantoni.
GIAMPIERO CANTONI. Se è vero, come ha detto il dottor Miglio, che in base al business plan erano stati evidenziati punti di criticità nella conclusione delle trattative per l'acquisto di Telekom Serbia, potrebbe indicarci in che cosa consistevano tali perplessità sostanziate nei citati punti critici?
DOMENICO PORPORA. Guardi, non ne sono a conoscenza, perché, come dicevo, ciò riguarda un momento successivo a quello in cui mi sono occupato della questione.
GIAMPIERO CANTONI. Ma il dottor Miglio ha fatto una dichiarazione diversa.
DOMENICO PORPORA. Ha detto che io avevo partecipato a questa valutazione?
GIAMPIERO CANTONI. Ha detto così.
DOMENICO PORPORA. Io non ricordo di aver partecipato a questa valutazione.
PRESIDENTE. Il dottor Miglio ha fatto un elenco.
GIAMPIERO CANTONI. Perplessità sostanziale nei citati punti critici. Quindi, nel business plan c'erano alcuni punti critici. Lei era nello staff, era, come ha detto il presidente, nella triade, e quindi era anche abbastanza logico che dovesse conoscere questi punti critici dell'affare Telekom-Serbia, che poi lei dimenticò quando venne distaccato, ma in quel momento doveva...
DOMENICO PORPORA. No, chiedo scusa. Nell'ambito dell'organizzazione di Telecom c'erano diverse funzioni e diverse competenze. La mia parte riguardava solo gli aspetti squisitamente legali e societari, quindi non ricordo di aver partecipato a discussioni sul business plan, che erano di competenza dei tecnici che dovevano esaminarlo.
GIAMPIERO CANTONI. Ma i punti critici del business plan sono aspetti societari. Lei mi diceva che si incaricava e si occupava di aspetti aziendali, e il business plan è il cuore di un aspetto aziendale nella valutazione di un business. Qual era il suo compito, altrimenti?
DOMENICO PORPORA. Era semplicemente quello, rispetto agli atti che in quella fase si stavano esaminando e che erano addirittura degli atti preliminari (erano dei memorandum understanding che dovevano semplicemente servire a concordare con la controparte). Poi, se peraltro nella fase in cui mi sono occupato...
GIAMPIERO CANTONI. Questi sono gli aspetti critici, perché deve concordare con l'altra parte...
DOMENICO PORPORA. No, concordare con l'altra parte di discutere per vedere come si potesse realizzare l'iniziativa.
GIAMPIERO CANTONI. E quindi, questo è il business plan, perché sono gli aspetti tipici che si evidenziano e bisogna concordare con la controparte. Dunque, conoscendo la sua professionalità (altrimenti il Presidente Prodi non l'avrebbe tenuto otto anni vicino all'IRI, e poi non l'avrebbe chiesto come distaccato della Telecom, pagato da Telecom Italia alla Presidenza del Consiglio, né tanto meno l'avrebbe portato nella sua campagna elettorale), mi sembra che il suo ruolo debba avere assolutamente una preminenza, unitamente agli altri due: Tommasi di Vignano e Gerarduzzi.
DOMENICO PORPORA. Torno a dire che io mi sono occupato della questione solo in una fase preliminare, in cui chi si occupava della gestione della trattativa era l'ingegner Gerarduzzi. Gli unici aspetti di cui sono stato a conoscenza riguardavano gli elementi necessari per articolare, tramite l'assistenza di avvocati esperti, i testi di quello che doveva essere questo primo accordo, del tutto preliminare, che era propedeutico rispetto a tutta l'attività successiva, e che peraltro, nel periodo in cui me ne sono occupato, non andò a compimento, perché poi l'operazione si è realizzata in maniera, tra l'altro, diversa rispetto a come era stata impostata originariamente.
GIAMPIERO CANTONI. Diversa? Perché?
DOMENICO PORPORA. Perché, originariamente, si ipotizzava un accordo con il Ministero delle poste serbo per costituire una nuova società in cui loro avrebbero conferito tutti gli impianti e le attrezzature, e noi invece avremmo conferito denaro per ristrutturare la rete telefonica serba. In realtà, da quello che poi ho appreso successivamente, leggendo i giornali e seguendo anche l'attività della Commissione, si è costituita una società da parte dei serbi e non vi è più stata una società costituita insieme e in questa società si è acquisita una partecipazione da parte della Telecom.
GIAMPIERO CANTONI. Quindi, se ha seguito la Commissione, avrà visto anche il malaffare che si è evidenziato, la sopravvalutazione, il pagamento.
DOMENICO PORPORA. Sono tutte cose di cui io, però, non sono al corrente.
GIAMPIERO CANTONI. Però, le ha conosciute dalla Commissione, evidentemente, se le ha seguite.
DOMENICO PORPORA. Qualcosa, perché poi non è che...
GIUSEPPE CONSOLO. Lo ha detto lei che le ha seguite.
DOMENICO PORPORA. Certo, le ho seguite nel senso che ho letto sui giornali quello che ogni tanto appariva, quindi non so quanto la mia conoscenza sia puntuale.
GIAMPIERO CANTONI. Saprebbe fornirci elementi di valutazione in merito all'apporto del cosiddetto conte Vitali e del professor Dimitrievic nell'affare Telekom-Serbia, per cui essi percepirono l'assurda cifra di 30 miliardi, pari al 2 per cento dell'intero importo pagato?
DOMENICO PORPORA. Come dicevo prima, siccome della trattativa si occupava l'ingegner Gerarduzzi, e collaboravano con lui, non sono in grado di conoscere direttamente quale fosse l'effettivo apporto che loro fornirono.
GIAMPIERO CANTONI. Non è stato neanche sorpreso da questa situazione?
DOMENICO PORPORA. Non ho capito la domanda, chiedo scusa.
GIAMPIERO CANTONI. A una persona come il conte Vitali, che era un facilitatore, è abbastanza inusuale, soprattutto per un'azienda controllata dallo Stato (e quindi direttamente sotto la responsabilità del presidente dell'IRI e del Presidente del Consiglio, del Ministero del tesoro), pagare un importo di 30 miliardi di lire, pari al 2 per cento, nell'ambito di coloro che hanno seguito questa operazione. Non c'è stata nessuna valutazione? È passata così, inosservata, come acqua che scivola?
DOMENICO PORPORA. Ma io ho appreso del compenso a Vitali solo leggendolo sui giornali, perché non ne ero al corrente.
Per quanto riguarda l'attività di assistenza che si doveva svolgere nel contratto da parte di Dimitrievic, attraverso una sua società, questa doveva essere legata alle diverse fasi di attuazione e doveva comportare una serie di attività di assistenza nei rapporti anche con gli enti locali serbi per la realizzazione delle opere e quant'altro. Non sono in grado di valutare la congruità o meno, perché non è il mio mestiere.
GIAMPIERO CANTONI. Certo, ma lei, operando per moltissimi anni nell'ambito degli enti statali, nell'IRI, può dirci se era normale che ci fossero dei facilitatori che prendessero queste commissioni con questa metodologia? Che lei sappia, era una cosa normale?
DOMENICO PORPORA. Io non ne sono al corrente, perché non mi occupavo di questa materia.
GIAMPIERO CANTONI. Lei però ha affermato di essersi occupato di Telekom-Serbia solo dal novembre 1994 al maggio o giugno 1995. È così?
DOMENICO PORPORA. Sì, perché, per quanto posso ricordare, è l'epoca in cui mi occupavo delle partecipazioni di Telecom, e quindi è l'epoca in cui è possibile che me ne sia occupato. Non ricordo adesso le date precise.
GIAMPIERO CANTONI. In pratica, si è limitato a predisporre gli schemi per il memorandum understanding, che è un atto preliminare.
GIAMPIERO CANTONI. Lei ha anche dichiarato di non essere a conoscenza di un importante consiglio di amministrazione di Telecom Italia riguardante la vicenda Telekom-Serbia, avvenuto il 18 marzo 1996, in quanto a quell'epoca (ripeto quello che lei ha dichiarato) non si occupava più di questa cosa. Lei intendeva dire che di tale questione non ne ha più sentito parlare dalla metà del 1995 e quindi non ne ha potuto parlare con alcuno fino alla sua conclusione avvenuta circa due anni dopo? Rifletta bene, perché abbiamo delle dichiarazioni al riguardo.
DOMENICO PORPORA. Di questa vicenda non mi sono più direttamente occupato, quindi non avevo cognizione diretta dei fatti.
GIAMPIERO CANTONI. Quindi, non ne ha più sentito parlare dalla metà del 1995 e quindi - ripeto - lei non ne ha parlato con alcuna persona fino alla sua conclusione avvenuta circa due anni dopo?
DOMENICO PORPORA. Io non ricordo di averne parlato con alcuno, ma sicuramente non me ne sono più occupato direttamente.
GIAMPIERO CANTONI. Un conto è non occuparsene direttamente, un conto è parlarne.
DOMENICO PORPORA. Io non ricordo di aver parlato con qualcuno di questa vicenda nel periodo successivo a quello nel quale mi sono occupato direttamente della questione, visto che non me ne occupavo.
GIAMPIERO CANTONI. Ho finito, grazie.
PRESIDENTE. Prego, senatore Consolo.
GIUSEPPE CONSOLO. Presidente, avevo preparato delle domande, però di fronte alla dichiarazione di un componente di questa Commissione, l'onorevole Taormina, il quale ha parlato della commissione di un reato ricordando dei precedenti specifici analoghi, ritengo che in primo luogo, in presenza di questo fatto, noi si debba trasmettere copia del verbale alla procura della Repubblica territorialmente competente, e non credo neanche che possiamo proseguire nell'interrogatorio perché, a questo punto - rispetto a quanto gli è stato chiesto, lo ricordo a me stesso, in merito alla circostanza che l'avvocato Porpora, dipendente della Telecom, svolgesse le sue funzioni invece presso la Presidenza del Consiglio, e che svolgesse funzioni amministrative che sono al di fuori della previsione di legge, e di fronte al ricordo dell'onorevole Taormina nei confronti di fattispecie analoghe che hanno portato addirittura a processi penali e alla condanna degli imputati - abbiamo l'obbligo di trasmettere gli atti come pubblici ufficiali, e in secondo luogo non possiamo continuare ad interrogare una persona che potrebbe essere indagata di reato connesso.
PRESIDENTE. Chiedo allora agli altri due colleghi che si erano iscritti a parlare, in particolare per specificità di competenza al presidente Taormina, se egli concorda con questa tesi, e quindi che si proceda all'interruzione dell'interrogatorio per lesione di un principio che riguarda alla fine le prerogative dell'interessato, o se si debba continuare.
CARLO TAORMINA. A me pare evidente che la questione sollevata dal senatore Consolo è assolutamente fondata.
PRESIDENTE. Assolutamente fondata. Onorevole Vito, lei è dello stesso avviso?
ALFREDO VITO. Avrei voluto fare qualche domanda in più proprio sulla vicenda.
PRESIDENTE. Sì, ma l'argomento è preliminare, quindi, se non si risolve la questione di pregiudizialità, ogni domanda sarebbe impropria.
ALFREDO VITO. Era al fine di fare emergere la questione stessa in maniera più appropriata.
PRESIDENTE. Non lo può fare se c'è lo sbarramento.
ALFREDO VITO. Mi rimetto alle valutazioni espresse.
PRESIDENTE. Colleghi, sottopongo alla Commissione la richiesta del senatore Consolo di interrompere l'esame testimoniale dell'avvocato Porpora, trasmettendo gli atti, come richiesto, all'autorità giudiziaria, sicché successivamente si saprà se debba essere ripreso, oppure no, e quando. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
Avvocato Porpora, lei è libero. Bisogna far sapere che non è che questa Commissione sia diventata un muro basso dove ognuno può fare i comodi propri, senza che ciò si traduca in un atto di ritorsione, bensì di osservanza del principio di legalità: noi non stabiliamo né imputazioni né condanne, sarà l'autorità giudiziaria a dire se c'è stato un comportamento adeguato, sempre secondo le esigenze di legge.
GIUSEPPE CONSOLO. Ovviamente, andrà alla procura di Roma e non altrove, perché è accaduto a Roma.
PRESIDENTE. Io vivo nella sua stessa città. La competenza appartiene a questa non solo perché c'è stata questa «confessione», ma c'è di più: l'attività si è svolta a Roma, quindi, se c'è un illecito, esso si è configurato a Roma.
GIUSEPPE CONSOLO. Ricordo comunque il precedente del presidente Nan che trasmette a Roma e gli atti vengono trasmessi a Torino.
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