Back

Seduta del 15/1/2003


Pag. 23


...
Audizione del dottor Giancarlo Miranda, dirigente pro tempore di Telecom Italia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Giancarlo Miranda, già dirigente di Telecom Italia.
È già stato sentito da altri organi istituzionali?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

PRESIDENTE. Può declinare le sue generalità?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sono Giancarlo Miranda, nato a Filettino, provincia di Frosinone, il 10 maggio 1941.

PRESIDENTE. La Commissione si sta occupando dell'affare Telekom-Serbia. Che competenza e che ruolo ha svolto in concreto?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Un'attività di carattere tecnico, definiamola una due diligence tecnica e un'analisi degli investimenti per il quadriennio successivo.

PRESIDENTE. Chi l'ha designata nell'incarico e a chi rispondeva del suo operato?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Mi ha chiamato l'ingegner Gerarduzzi ed a lui riferivo per gli aspetti di questo incarico per l'affare Telekom-Serbia.

PRESIDENTE. Ha rilevato procedure anomale nella fase precontrattuale o nello sviluppo delle trattative?


Pag. 24

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Che cosa intende per anomale?

PRESIDENTE. Non era il primo contratto che facevate con l'estero, non è così?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

PRESIDENTE. Questo contratto ha una sua specificità in negativo o in positivo? È particolare? È come gli altri? Non ha allertato nessun poter critico?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Era leggermente diverso da altre cose; normalmente, in presenza di una acquisizione all'estero l'offerente preparava una data room, nel senso che la due diligence tecnica analizzava i documenti predisposti dall'offerente in una stanza apposita, magari effettuando anche delle visite. Nella fattispecie, in Serbia non c'era la data room e di visite tecniche ne ho svolta una sola, quando mi hanno portato a visitare una centrale internazionale a Belgrado. L'analisi tecnica fu svolta essenzialmente tramite interviste ai responsabili tecnici di Telekom-Serbia.

PRESIDENTE. Vi sono state irregolarità rispetto alla prassi del gruppo STET in questo affare? Tutti quelli che l'hanno preceduta hanno concordemente ammesso un'atipicità della condotta.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. La trattativa è stata svolta direttamente da Telecom, mentre normalmente le acquisizioni erano fatte da STET International.

PRESIDENTE. Ha mai avuto rapporti con soggetti politici, alti burocrati o comunque soggetti estranei al gruppo STET?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

PRESIDENTE. Con riferimento all'affare Telekom-Serbia, è a conoscenza di rapporti del gruppo STET con il Ministero degli esteri, l'ambasciata italiana a Belgrado, il Ministero del tesoro o altre strutture pubbliche o private?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non so se Telecom avesse rapporti diretti con gli eventi politici; personalmente sono stato una volta in Serbia a trovare l'ambasciatore, su specifica richiesta dell'addetto commerciale, il quale telefonò al mio collega Tebrio Rosati chiedendogli di passare all'ambasciata per raccontare qualcosa, dato che eravamo in Serbia.

PRESIDENTE. Chi era l'addetto commerciale?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ricordo il nome.

PRESIDENTE. È a conoscenza di un elevato gradimento oppure di una forte avversione rispetto a questa operazione?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Da parte dell'ambasciatore?

PRESIDENTE. No, da parte delle autorità italiane e, nel caso, dell'ambasciatore.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ho conoscenza di questo.

PRESIDENTE. Conferma di aver avuto rapporti, e di quale natura, con Vitali, Dimitrijevic e Maslovaric?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Li ho conosciuti nel corso della trattativa.

PRESIDENTE. Che ruolo hanno assunto in questa vicenda?


Pag. 25

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Il conte Vitali e Dimitrijevic erano mediatori; Maslovaric è intervenuto più tardi, credo nel 1996. Non hanno mai partecipato alle riunioni.

PRESIDENTE. Quando si incontrò con Bascone?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Credo che fosse il mese di gennaio.

PRESIDENTE. Infatti, è il mese di gennaio 1997. Il 25 febbraio 1997 l'ambasciatore Bascone con un telegramma piuttosto allarmato manifesta i rischi che l'operazione comportava; ha mai avuto notizia di questo telegramma oppure dalla voce dell'ambasciatore - dato che vi siete incontrati - ha saputo che vi erano delle perplessità e delle avversioni all'operazione?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Durante il nostro breve incontro, forse durò mezz'ora, l'ambasciatore non fece commenti su questo. Raccontammo che stavamo conducendo la trattativa rimanendo sul vago, d'altra parte più di tanto non sapevamo. Sapevo solo che si stava conducendo una trattativa per l'acquisto di una quota e sono vento a conoscenza del telegramma dell'ambasciatore un anno fa, leggendo i giornali.

PRESIDENTE. Nel processo di valutazione di Telekom-Serbia, qual è stato è il suo ruolo?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Nessuno.

PRESIDENTE. Quindi non sa del contrasto tra UBS e altra società sulla definizione del valore dell'operazione?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Le mie competenze non mi consentivano di fare valutazioni; sono un tecnico, più che altro mi limitavo alla due diligence tecnica; preparammo scenari di investimento per portare la rete ad un certo livello di numerizzazione.

PRESIDENTE. Abbiamo una lettera datata 20 febbraio 1997 indirizzata da lei, Migliavacca e Rosati e firmata verosimilmente da Rosati e Migliavacca - non abbiamo altro elemento di giudizio - in cui si raccoglie l'ipotesi di una nuova valutazione da parte di UBS.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ho mai scritto una lettera del genere.

PRESIDENTE. Che non l'abbia firmata gliene ho dato notizia io, ma esclude di sapere qualcosa di questa lettera?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ho conoscenza di una lettera del genere.

PRESIDENTE. Rosati è suo pari grado per funzioni?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Ho letto sul giornale il nome Rodolfo Rosati, che era responsabile del personale; la persona che forse si intende è Tebrio Rosati, che è qui fuori e che ascolterete.

PRESIDENTE. Migliavacca era suo pari grado in questa operazione? Aveva le stesse sue funzioni?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Credo che Migliavacca sia venuto una sola volta in Serbia insieme con me e con Rosati, poi non si è più occupato della Serbia. Era un collaboratore nell'ambito del controllo di gestione, un terzo livello mentre io ero un secondo livello.

PRESIDENTE. Si è mai parlato di effettuare successive capitalizzazioni di Telekom-Serbia e come si pensava di utilizzare queste eventuali risorse?


Pag. 26

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ho mai partecipato a discorsi del genere.

PRESIDENTE. Le analisi sulla possibilità di crescita di nuove linee telefoniche e di maggiori consumi ricollegabili a nuovi abbonati furono ipotizzate dalla controparte serba? Vi furono offerte come elementi di attrattiva?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sì, furono elementi di attrattiva gli sviluppi dell'utenza e le modificazioni tariffarie; erano elementi probanti e decisivi per deliberare in un verso o nell'altro.

PRESIDENTE. Lei è stato nei Balcani e sapeva che il fiato della guerra alitava in quel momento: non le passò mai per la testa che la guerra avrebbe complicato l'affare in danno dell'Italia?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Nel 1997, all'atto della conclusione dell'affare, erano da poco stati siglati gli accordi di Dayton, la situazione si era calmata tanto che la guerra della NATO contro la Serbia scoppiò dopo. Al momento Milosevic era considerato il pacificatore dei Balcani dallo stesso Presidente Clinton.

PRESIDENTE. Conosce l'ingegner Spasiano?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. All'epoca era il mio capo.

PRESIDENTE. Bene, l'ingegner Spasiano ha parlato di una riunione svoltasi tra il 17 e il 19 febbraio: ne ha memoria?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sì, si svolse a Roma.

PRESIDENTE. Disse che andò malissimo perché la Nat West aveva sparato - uso l'espressione testuale - un prezzo esorbitante, il doppio di UBS, senza addurre alcuna giustificazione; la riunione si chiuse con la UBS ferma sulle sue posizioni: ha notizia di questo?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ricordo una riunione a Roma con UBS e Nat West; ricordo invece una riunione nei nostri uffici di via delle Vergini con esponenti serbi.

PRESIDENTE. Il fatto che Spasiano abbia ricordato lei tra i partecipanti, è giusto o si tratta di un cattivo ricordo?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. È un cattivo ricordo. Ricordo una riunione a Roma, probabilmente a febbraio, con esponenti serbi non con UBS e Nat West. Non ho mai partecipato a riunioni in cui si facevano valutazioni.

PRESIDENTE. La riunione con i serbi come andò?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non andò bene, nel senso che fu abbastanza interlocutoria; ci lasciammo con un nulla di fatto.

PRESIDENTE. C'era Gerarduzzi?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

PRESIDENTE. Riferiste a Gerarduzzi?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Io no, probabilmente riferì l'ingegner Spasiano.

PRESIDENTE. Il 29 aprile 1997, lei, Parente e Pileri a Belgrado...

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Parente sì, Pileri non sono certo che ci fosse.

PRESIDENTE. ...vi siete incontrati con un funzionario serbo - dica lei il cognome -


Pag. 27

che consegnò la valutazione degli immobili e degli impianti di Telekom-Serbia.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sì, facemmo una delle tante interviste sugli assetti tecnici.

PRESIDENTE. Si chiama verifica sul campo?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Chiamiamola così.

PRESIDENTE. Chi ha fatto la verifica?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Io, l'ingegner Parente e questo funzionario, sulla carta.

PRESIDENTE. Possiamo definirla due diligence?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. È un po' azzardato e anomalo; si trattava del risultato di una comunicazione di un esperto tecnico serbo.

PRESIDENTE. Quindi lei non sa se siano state fatte pressioni su UBS al fine di alzare la valutazione inizialmente proposta?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia a. Non lo so.

PRESIDENTE. Quando entra OTE nell'operazione?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Molto tardi, verso la fine.

PRESIDENTE. Secondo lei perché?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. È una mia opinione, ma ho ritenuto che Telecom non volesse esporsi finanziariamente più di tanto, cercava un partner per limitare gli investimenti.

PRESIDENTE. Con quale compagnia aerea raggiungevate Belgrado?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Molto spesso con aerei privati; qualche volta io ho volato con Alitalia.

PRESIDENTE. Di quale flotta?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ricordo chi fosse il proprietario della compagnia, era un aereo piccolo.

PRESIDENTE. Era sempre la stessa compagnia oppure la cambiavate?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Ho sempre viaggiato con lo stesso aereo e lo stesso equipaggio.

PRESIDENTE. Per caso la compagnia era dell'ENI?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non lo so dire.

PRESIDENTE. Per quanto mi riguarda ho concluso e do la parola al senatore Consolo.

GIUSEPPE CONSOLO. Lei ha detto di essersi recato a Belgrado in aereo, utilizzando alcune volte aerei privati, altre l'Alitalia: quale compagnia ha utilizzato?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Ho detto che qualche volta - due o tre volte - ho volato con Alitalia, molto spesso, la maggior parte dei casi, ho volato con aerei privati; non so dirle di chi era la compagnia, posso dirle che si trattava di un aereo a sei posti.

GIUSEPPE CONSOLO. Può mettere in grado la Commissione di risalire, dando le


Pag. 28

informazioni che reputa più opportune, alle compagnie che hanno noleggiato questi aerei?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non contattavo io per l'affitto dell'aereo.

GIUSEPPE CONSOLO. Chi lo faceva?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Probabilmente l'ingegner Gerarduzzi o qualcuno del suo staff. Non io, né certamente l'ingegner Spasiano.

GIUSEPPE CONSOLO. Partiva da Ciampino?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sì.

GIUSEPPE CONSOLO. Quando è andato in Jugoslavia, al di là delle persone di cui abbiamo appena parlato, quali cittadini italiani ha incontrato?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Solo l'addetto commerciale e l'ambasciatore, nessun altro.

GIUSEPPE CONSOLO. Ricorda il nome dell'addetto commerciale?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

GIUSEPPE CONSOLO. Ha mai sentito parlare o ha mai incontrato persone anche apparentemente estranee a Telekom Serbia?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Oltre alle persone dell'ambito Telecom, a Dimitrjievic, il conte Vitali e l'ambasciatore Maslovaric non ho incontrato nessun altro.

GIUSEPPE CONSOLO. È mai capitato che venisse dato occasionalmente un passaggio ad un cittadino italiano, uomo o donna che sia, sugli aerei sui quali lei ha viaggiato?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Intende sugli aerei privati?

GIUSEPPE CONSOLO. Sì, oppure che li abbia incontrati sugli aerei.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sull'aereo privato normalmente eravamo noi di Telecom ed il conte Vitali.

GIUSEPPE CONSOLO. Ci pensi bene, dottor Miranda, c'era a bordo qualche persona che, occasionalmente, approfittava del passaggio, dato che la Telecom vi aveva acconsentito?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ho memoria di questo. Non ricordo che a bordo vi fossero altre persone oltre agli uomini di Telecom ed al conte Vitali.

GIUSEPPE CONSOLO. Qualche signora a lei sconosciuta, il cui nome le è stato detto in un secondo tempo?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No, credo proprio di no.

GIUSEPPE CONSOLO. C'erano persone fisiche italiane interessate per conto di multinazionali all'installazione di ripetitori in Serbia? Ancorché impropriamente lei ha detto di essersi occupato di due diligence tecnica, che è un'espressione alquanto singolare dal momento che la due diligence è un discorso economico ben diverso. Ha mai sentito parlare di qualcosa di diverso?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. In merito all'affare Telekom-Serbia no; magari vi erano ditte italiane che seguivano Telecom


Pag. 29

per poter lavorare in seguito. Ricordo che l'Iritel piazzò due stazioni satellitari in Bosnia nel 1994.

GIUSEPPE CONSOLO. Mi riferisco a ripetitori installati in Serbia da una multinazionale, per la quale qualcuno teneva dei contatti: lei ne sa qualcosa?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ne sono al corrente.

GIUSEPPE CONSOLO. Insomma, vecchi ripetitori da sostituire con nuovi: ne sa qualcosa?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non ne sono al corrente.

GIUSEPPE CONSOLO. Ha per caso incontrato qualcuno che si occupava di operazioni commerciali di alcune società telefoniche come la Ericsson?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

GIUSEPPE CONSOLO. La ringrazio.

PRESIDENTE. Do la parola al collega Eufemi.

MAURIZIO EUFEMI. Dottor Miranda, mi rivolgo a lei perché competente su taluni aspetti tecnici. Abbiamo riscontrato che la due diligence non è stata operata: come poteva essere attribuito un valore se questa attività non veniva e non fu mai svolta?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Il compito della due diligence tecnica non consisteva tanto nell'attribuzione di un valore quanto nella conoscenza dello stato della rete della Telekom-Serbia e nella predisposizione di scenari di investimento per portare la rete ad un certo livello di numerizzazione. Non valutavo l'aspetto tecnico, perché non era compito mio.

MAURIZIO EUFEMI. D'accordo, ma la valutazione degli impianti è propedeutica a quella economica. Come si poteva controbattere alla valutazione dei serbi se non vi erano questi elementi?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Mi scusi, in quel caso avevo preso atto della situazione attuale della rete serba e delineato uno scenario di investimento per il quinquennio. L'esposizione degli investimenti può dare un valore alla rete, perché se gli investimenti sono pesanti vi può essere un effetto negativo sulla valutazione della società; il contrario avviene se gli investimenti non sono pesanti.

MAURIZIO EUFEMI. Chi vi ha ordinato di andare a Belgrado a febbraio?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Gerarduzzi.

MAURIZIO EUFEMI. Gerarduzzi le ha ordinato di incontrare l'ambasciatore Bascone?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

MAURIZIO EUFEMI. Chi vi ha ordinato di incontrare l'ambasciatore Bascone a Belgrado?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Non l'ha ordinato nessuno. Eravamo a Belgrado per partecipare alla riunione con i serbi, quando - dico quello che so - l'addetto commerciale telefonò al mio collega Tebrio Rosati per chiedere se, trovandoci a Belgrado, potevamo andare in ambasciata a raccontare che cosa facevamo in Serbia. Nessuno di Telecom ci ordinò di andare. Eravamo già a Belgrado.

MAURIZIO EUFEMI. Chi era il capo missione della vostra azienda?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Gerarduzzi.


Pag. 30

MAURIZIO EUFEMI. Era con voi?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No.

MAURIZIO EUFEMI. Però, vi ha ordinato di andare dall'ambasciatore?

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. No, a Gerarduzzi ho detto qualche giorno dopo di essere andato dall'ambasciatore.
Ripeto, eravamo a Belgrado ed il mio collega Tebrio Rosati mi ha detto di aver ricevuto una telefonata dall'addetto commerciale. Ha aggiunto di aver parlato con l'ingegner Spasiano...

PRESIDENTE. Senatore Eufemi, la richiesta di incontro è partita dall'ambasciata, non da Telecom.

GIANCARLO MIRANDA, Dirigente pro tempore di Telecom Italia. Sì; l'addetto commerciale ha chiamato l'ingegner Tebrio Rosati, che si è consultato con il nostro capo Spasiano, il quale ci ha dato l'OK e noi siamo andati.

PRESIDENTE. Il percorso è chiaro.
Tenuto conto del protrarsi dell'audizione e dell'imminenza di votazioni presso l'Assemblea della Camera dei deputati, rinvio il seguito dell'audizione del dottor Miranda e l'audizione dell'ingegner Tebrio Rosati alla seduta di mercoledì 19 febbraio 2003.

La seduta termina alle 15,50.

Back