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Seduta del 16/10/2002


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Audizione del professor Lucio Izzo, membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del professor Lucio Izzo, membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia.
Lei, professor Izzo, era rappresentante del Ministero del tesoro all'epoca dei fatti di cui ci occupiamo. Ha espresso opinione contraria all'affaire Telekom-Serbia nell'occasione in cui fu richiesta?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Il consiglio di amministrazione di STET, di cui ero membro prima di far parte di quello di Telecom Italia, ebbe notizia, nella seduta del 6 giugno 1997, dell'operazione Telekom-Serbia. Faccio presente che non c'era alcuna competenza diretta né del consiglio di amministrazione di STET Spa in ordine all'acquisizione, né di STET in quanto tale, dato che agiva una controllata di secondo grado; conseguentemente non c'era necessità di una formale delibera. Pertanto fu data una comunicazione dall'amministratore delegato dottor Tommasi, come semplice informativa, e non a caso - ritengo - nella trattazione di «varie ed eventuali».
Ricordo che il dottor Tommasi parlò di questa operazione, rammento vagamente che la sua esposizione aveva lo scopo di illustrare al consiglio il profilo dell'operazione stessa. Tuttavia - non ho il verbale - non ricordo chiaramente quello che fu detto. Posso riportare l'impressione che è restata nella mia mente della presentazione che venne fatta, cioè la mia reazione all'informativa. Il mio ricordo è che si trattasse di una operazione che faceva parte della «ondata» di acquisti che si era manifestata in Telecom Italia e che risaliva a qualche tempo addietro, via via che si era formata una certa liquidità dopo che era stata sanata la situazione di STET. Al riguardo, anzi, faccio presente che ho raccolto successivamente - interessandomi dell'internazionalizzazione della società - una serie di elementi circa la politica seguita dalla STET e che comprende - a parte Telekom-Serbia - una società dell'Uzbekistan, la STET Hellas, una società della Repubblica ceca (la Radiomobil), una boliviana (ENTEL), ETECSA, BARTHI Telenet (una società indiana), eccetera.
La sensazione che ebbi fu che si trattasse, in un certo senso, di una continuazione di questa politica, che peraltro non sembrava avere strategia. Per quanto possa sembrare strano, vorrei far presente che questa procedura rientrava nella cultura e nell'approccio del cosiddetto «capo azienda». È una impostazione in base alla quale, contrariamente a quanto si possa credere e a quanto io penso debba essere, l'amministratore delegato di una società


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non aveva interesse a cercare di utilizzare al meglio le competenze professionali presenti nel consiglio, ma cercava in qualche modo di fare un discorso con il quale si tenevano lontani, per così dire, qualsiasi tipo di commento o considerazione; le decisioni erano state prese dalla stessa persona, naturalmente in base alle deleghe che aveva, e per le quali svolgeva il ruolo di «capo azienda».
Questa era una caratteristica del modo con cui era gestita la STET; ritengo che analoga procedura vigesse per una serie di società a partecipazione statale, come si chiamavano all'epoca. Si tratta di un'ottica diversa da quella che mi appartiene: ritengo infatti che se si fa parte di un collegio si dovrebbe cercare di utilizzare al meglio, nell'interesse della società, le competenze professionali e le capacità esistenti nel collegio e non far finta che nella realtà queste non vi siano.

PRESIDENTE. Le ho rivolto quella domanda perché la Commissione intende conoscere se lei in quella occasione fosse rappresentante del Ministero del tesoro.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, ero in rappresentanza del Ministero del tesoro - ero stato nominato -, ma non ho reso comunicazioni al ministero stesso su questo argomento, che faceva parte - come ho detto - di un «varie ed eventuali». Si trattò di una comunicazione (Commenti).

PRESIDENTE. Professore, non devo esprimere giudizi, ma mi consentirà di dirle che sono rimasto molto colpito dalle sue dichiarazioni, in base alla logica ordinaria. Ho preso una serie di appunti e pensavo di aver sbagliato: la sua ripetizione invece mi conforta, scoraggiandomi.
Un argomento di tale importanza viene inserito tra le «varie ed eventuali», come l'acquisto di scope o il licenziamento di un camionista, e quindi non sembrava che la società (sto utilizzando le sue parole) avesse una strategia; si portavano avanti decisioni già prese, quasi si trattasse di un organo di omologazione e il Tommasi faceva finta che le competenze che l'affare richiedeva non esistessero. Ho capito bene?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Quali competenze? Tommasi aveva delle deleghe.

PRESIDENTE. Sì.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Egli agiva in base a queste deleghe.

PRESIDENTE. Ed in pratica prosciugava...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ho trovato in quella riunione che tale argomento faceva parte delle «varie ed eventuali».

PRESIDENTE. Vi fu un regolare verbale di questa seduta?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ritengo che vi fosse. Io non lo possiedo, ma se la mia memoria non mi tradisce credo che vi fosse e che esso riferisse che si trattava di «varie ed eventuali». Probabilmente nel verbale c'erano descrizioni tecniche sulla composizione del consiglio della società acquisita.

PRESIDENTE. Professore, ha un ricordo di massima (perché nessuno in queste cose usa il cronometro) su quanto durò la trattazione di questa «voce»?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Più o meno sei o sette minuti.

PRESIDENTE. Quindi, in sei o sette minuti si è decisa un'operazione di questa importanza?


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LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ripeto: non fu una decisione; fu una comunicazione che venne data.

PRESIDENTE. Ma che confortava Tommasi per avervi informato. Lei era il rappresentante del Ministero del tesoro!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, ma la faccenda era stata decisa in altra sede.

PRESIDENTE. Dunque, Tommasi viene a riferirvi e non vi comunica una «notiziola», bensì un affare di particolare rilevanza. Quest'ultimo implicava, se non un dibattito, almeno un approfondimento. Tutto dura lo spazio di sei o sette minuti. La decisione che Tommasi vi comunicò e che era già stata presa, in quale sede, a suo giudizio, era stata assunta?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Egli era l'amministratore delegato ed aveva certe deleghe: non conosco la procedura, l'organizzazione della gestione del servizio propria del dottor Tommasi. Di «varie ed eventuali» non si è mai parlato o discusso nell'ambito del consiglio. Ho fatto poi presente che c'è stata una molteplicità di acquisizioni parziali (ma che sono arrivate anche al 50 per cento, come nel caso di ENTEL); una serie di acquisizioni che assomigliano a quelle di chi si trovi dei quattrini in tasca e andando in giro scopra che sono in vendita ENTEL in Bolivia, Golden Lines in Israele, BARTHI Telenet in India, Telekom-Serbia, e le compri (Commenti). Proprio così: in altri termini, quando parlo di «strategia» faccio presente questo; STET (e poi Telecom Italia) sono società che svolgono il loro servizio fondamentalmente nell'Europa continentale. Il loro scopo è di accompagnare...

PRESIDENTE. Mi scusi, professore: la natura di Telecom Italia in questo momento ci interessa relativamente.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. E lo stesso vale per STET.

PRESIDENTE. La domanda precisa è la seguente (e se questa è un'interpretazione malevola lei, con la sua esperienza, mi corregga): siamo davanti ad un ordine del giorno. Colui il quale ha titolo per partecipare alla seduta si prepara in relazione alle voci che in esso sono comprese. Quando si inserisce fra le «varie ed eventuali» un'operazione di questa importanza, si può dire che è un'opera di nascondimento, di distrazione, di omissione, di leggerezza?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Dico semplicemente - come ho cercato di illustrare prima - che ciò faceva parte della prassi, del modo di procedere del cosiddetto capo azienda.

PRESIDENTE. Questo «capo azienda», che è una specie di Padreterno in terra, a quanto ho capito, poteva anche avere questi atteggiamenti; ma lei, che rappresentava il Ministero del tesoro, non pensò che fosse opportuno o addirittura (non voglio essere eccessivo) che fosse suo dovere riferire su tutto ciò?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente ho sempre pensato e penso tuttora che per un argomento del quale si tratta per pochi minuti fra le «varie ed eventuali» non vi sia assolutamente necessità di fare riferimenti...

PRESIDENTE. Professore, l'argomento riguardava «varie ed eventuali» dal punto di vista dell'annuncio, ma costituiva un'operazione di grande portata e quindi allertava i suoi poteri di controllo.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non è che discutessimo se l'operazione si dovesse fare o meno: essa era stata già decisa; era il risultato delle deleghe


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che egli aveva avuto e risale ad un'attività svolta nel corso del tempo.

PRESIDENTE. Qual era allora la funzione del rappresentante del Ministero del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. L'attività fondamentale della STET...

PRESIDENTE. Professore, la domanda è precisa: la prego, se può, di darci una risposta che lo sia altrettanto. Lei sa di essere un teste e che, anche se non ha giurato, ha doveri di lealtà nei confronti delle istituzioni. La prego quindi di riferirci circostanze specifiche in base a domande specifiche: la storia della STET in questo momento non ci interessa. Atteso che lei rappresentava il Ministero del tesoro, che in quel momento avrebbe dovuto essere un organo di vigilanza e di controllo, davanti a quello stato di fatto le chiedo se, a maggior ragione, l'anomalia non la spinse a riferire.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi scusi, ma non è stata la prima anomalia, se vogliamo usare questo termine. Se un certo argomento si trova all'ordine del giorno fra le «varie ed eventuali», nell'ambito del consiglio ci sono fior di giuristi; io non sono tale.

GIUSEPPE CONSOLO. Ma lei è l'amministratore!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Vorrei sapere per quale motivo... (Commenti). Io non riesco...

MICHELE LAURIA. Presidente, se si può commentare, commentiamo tutti!

PRESIDENTE. Colleghi, vi ho chiesto di non interrompere. Professore, non ci intendiamo, o forse parliamo due lingue diverse: se voglio dichiarare la guerra all'Iraq e inserisco questo punto fra le «varie ed eventuali», posso farlo perché tanto nessuno controlla? Cosa vuol dire tutto questo?

MICHELE LAURIA. È la quarta volta che sta insistendo, presidente...

PRESIDENTE. Sto insistendo nell'esercizio di un dovere, che appartiene a tutti noi, di conoscenza: non siamo qui per fingere di non capire! Se lei mi dimostrerà che fra le «varie ed eventuali» può essere inserita un'operazione di 1.500 miliardi ed il Tesoro non deve dar conto a nessuno, mi convincerà: sbaglio, ma insisto nel dire che la cosa non mi convince (Commenti)!

MICHELE LAURIA. Questa è un'opinione di parte (Vivi commenti)!

PRESIDENTE. Assolutamente no: non glielo consento! C'è ipocrisia se lei non mi riconosce che ho doveri, in questo momento, che esercito con chiarezza e disincanto, vale a dire che non sono «incantato» dalla parte! Io sto cercando di sapere: se lei pensa che qui siamo dei notai imbecilli che devono soltanto ascoltare e dire «grazie» agli ospiti per essere intervenuti, il discorso finisce!

MICHELE LAURIA. È lei che mi ha tirato in ballo: lei sta insistendo per cinque volte...(Vivi commenti)!

PRESIDENTE. Non ho risposta! Fino a quando non l'avrò, insisterò!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi scusi, presidente...

PRESIDENTE. No, scusi lei il mio tono: si tratta solo di passione, non di altro.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questa procedura faceva parte delle competenze che erano state date con la delega al capo azienda.


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PRESIDENTE. Professore, faccio un'ultima domanda su questo punto, e poi, per quel che mi riguarda, ho concluso. Lei dice che il capo azienda ha poteri assoluti, che il rappresentante del Tesoro si trova ad assistere a «varie ed eventuali», che il rappresentante del Tesoro non deve riferire a nessuno. Ho capito bene?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questo è il modo in cui mi sono comportato io, perché ho ritenuto che, nel complesso delle materie trattate, un argomento portato esclusivamente come notizia e sul quale non doveva essere approvata alcuna delibera di assenso o diniego non dovesse essere portato a conoscenza del Ministero del tesoro, dal quale io ero stato nominato.

PRESIDENTE. Professore, la mia funzione non mi consente commenti.
Le domando: vi era in quell'occasione un rappresentante del Ministero delle poste, allora diretto dal ministro Maccanico? Nel caso di risposta affermativa, chi era?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se non ricordo male, c'era, ma non ricordo chi fosse. Credevo di averlo segnato. Non era il dottor D'Angelo?

PRESIDENTE. Non lo so. Io non c'ero.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Era un funzionario del Ministero delle poste e telecomunicazioni.

PRESIDENTE. Si ricorda il nome?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Dovrebbe essere Nicola.

PRESIDENTE. Si ricorda come si comportò il dottor Nicola D'Angelo?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se ricordo bene, si comportò non diversamente da me.

PRESIDENTE. In modo - uso un termine giuridico - acquiescente.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non so cosa abbia fatto, ma nella riunione, che io ricordi, non fu sollevata alcuna osservazione particolare.

PRESIDENTE. Passiamo alle domande dei colleghi.

ALFREDO VITO. Professore, da quanto tempo lei era nel consiglio di amministrazione di STET?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Dal febbraio 1997, quando intervenne la presidenza del professor Rossi.

ALFREDO VITO. La comunicazione effettuata il 6 giugno 1997, quindi quattro mesi dopo il suo ingresso, avvenne, come lei sa, pochi giorni prima della firma ufficiale, che è del 4 luglio 1997. In effetti, fu la comunicazione di un affare che si stava già per concludere e non c'era alcuna richiesta di autorizzazione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, ne sono sicuro.

ALFREDO VITO. Che a lei risulti, in precedenza, sotto la guida di altri amministratori delegati, si è parlato in consiglio dell'affare Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. A me non risultava, né risulta. Sinceramente non so.

ALFREDO VITO. Tra le testimonianze rese dal dottor Pascale ai giudici di Torino risulta che si parlò di questo affare. Chi


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era, all'epoca in cui l'amministratore delegato era il dottor Pascale, il rappresentante del Tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non so. Non ho conoscenza del consiglio di amministrazione precedente. Ho seguito fondamentalmente l'attività di STET e poi di Telecom Italia nel quadro - era questo il compito affidatomi - dell'internazionalizzazione e della privatizzazione che si prospettavano, per indicare le misure da adottare per agevolare questa operazione.

ALFREDO VITO. Professore, lei ha detto che questa operazione le è sembrata simile ad altre che erano state condotte per acquisizioni da parte della Telecom in altri paesi. Tuttavia, il fatto che per tutte le altre si fosse proceduto con gare internazionali, mentre per questa si è proceduto con trattativa privata, non l'ha portata...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non so se si sia proceduto a gare internazionali.

ALFREDO VITO. Posso dirglielo io.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questa faccenda dell'Uzbekistan mi lascia... Non comprendo bene che tipo di gara ci possa essere stata.

ALFREDO VITO. Sono state fatte gare internazionali a cui parteciparono la Telecom Italia e altre società di importanti paesi, e la Telecom se le aggiudicò.

MICHELE LAURIA. Non mi pare che per le acquisizioni si proceda a delle gare!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se posso essere estremamente franco, di quelle società presenti nell'elenco che ho portato non ne terrei neanche una. È un modo di vedere completamente diverso.

ALFREDO VITO. Furono tutti incauti acquisti...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Insomma, cosette che non hanno senso nel quadro di una società che lavora e serve il pubblico nell'ambito dell'Europa continentale, dell'Unione europea. L'internazionalizzazione deve avvenire in un ambito in cui si possa servire la clientela. Che scopo c'è? Quello di avere due, tre o quattro colonie? Non è questo lo scopo! Lo scopo dovrebbe essere di creare una struttura che serva ad accompagnare il servizio offerto alla clientela italiana alle destinazioni alle quali normalmente la clientela italiana si rivolge e che in massima parte sono in Europa occidentale. Quanta gente dall'Italia chiama l'Uzbekistan? Solo qualcuno lo fa.

PRESIDENTE. Professore, la prego di fornire risposte più stringate.

ALFREDO VITO. Quindi non c'era strategia negli acquisti che erano stati effettuati all'estero.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. A mio modesto avviso, no.

ALFREDO VITO. Lei dice che il Tesoro non ne era a conoscenza, ma credo che sappia che il Governo Prodi, all'atto del suo insediamento, aveva ribadito, attraverso il Ministero del tesoro, la validità di tutte le precedenti circolari emanate in ordine alle procedure da seguire ogni qualvolta una partecipata di Stato facesse affari di particolare rilevanza. In tal senso una lettera dell'allora direttore generale del Tesoro, ancora agli atti della STET, ribadiva la validità di queste procedure di informazione al Tesoro e di autorizzazione da parte di quest'ultimo di simili operazioni. Mi pare che il fatto che lei non


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abbia informato il Tesoro sulla base di questa direttiva abbia fatto sì che questo non abbia potuto esprimere il proprio parere, positivo o negativo, sull'operazione, ma la Telecom non poteva effettuare questa operazione senza che il Tesoro ne fosse stato preventivamente informato per poter dire la sua.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ripeto, non ho mai considerato che lo scopo della mia presenza in quel consiglio di amministrazione fosse quello di esercitare un controllo sul merito o sulla validità tecnica di certe operazioni. Certe operazioni erano state decise attraverso le deleghe; se non si riteneva che questo fosse il modo migliore, non si doveva procedere con le deleghe. Il discorso discende tutto da lì. Nel momento in cui esiste una delega, c'è qualcuno che agisce in base ad essa.

PRESIDENTE. Vi prego di non riprendere la domanda per commentare la vostra mancata convinzione, altrimenti non ne usciamo più. Bisogna formulare domande secche.

ALFREDO VITO. Professore, lei per deleghe intende ciò che il consiglio di amministrazione conferisce all'atto del suo insediamento all'amministratore delegato per lo svolgimento delle attività o si riferisce ad altro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Io mi riferisco a quello che lei ha detto.

ALFREDO VITO. Io mi riferisco ad altro, vale a dire al fatto che la STET, come partecipata di Stato, e quindi la Telecom, nell'avviare una trattativa per acquisire un'importante partecipazione internazionale doveva darne comunicazione al Ministero del tesoro stante una circolare del ministro del tesoro e del direttore generale del Governo Prodi che avevano confermato la precedente procedura, che era questa.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. L'operazione era stata effettuata non direttamente dalla STET ma, se non sbaglio, da STET International, una controllata di secondo grado.

ALFREDO VITO. È la stessa cosa. È una controllata della STET.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente, ma ci sono milioni di società nell'elenco.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, la invito a concludere. C'è un interesse di tutti a conoscere i fatti, ma non si può monopolizzare il teste.

ALFREDO VITO. Non ho altre domande.

GUSTAVO SELVA. Professore, mi sono fatto una convinzione, vale a dire che c'era un solo dittatore che faceva tutto, il Tomasi.

PRESIDENTE. Poiché abbiamo la necessità di verbalizzare la seduta, professore, il suo assenso alla domanda con la testa non significa niente.

GUSTAVO SELVA. Non era una domanda.

PRESIDENTE. Ha fatto una considerazione.

GUSTAVO SELVA. La domanda viene dopo.

PRESIDENTE. Poiché ha fatto un intervento, è giusto che venga verbalizzato.


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LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se vuole un mio commento a quello che lei ha detto esplicitamente...

GUSTAVO SELVA. Lei risponda semplicemente sì o no.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Il termine dittatore...

PRESIDENTE. Poi lo spiegherà.

ITALO TANONI. Aspettiamo la domanda!

PRESIDENTE. La stiamo aspettando.

GUSTAVO SELVA. Lei non avvertì l'inutilità del ruolo che svolgeva come rappresentante del Ministero del tesoro, atteso che non fu preso nemmeno dalla curiosità di sapere perché un argomento di questo genere fosse inserito tra le «varie ed eventuali»? Voglio insistere su questo punto, su cui a mio giudizio il presidente non ha ricevuto risposta: qual era la sua specifica funzione? Lei ha detto molti no, ma non ha detto quale fosse la sua specifica funzione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Signor presidente, mi sono permesso di portare un appunto in cui ho scritto alcune tematiche importanti per la società e ciò che occorreva fare; ma se lei mi chiede in merito a quella particolare operazione le dico che quell'operazione non comportava alcun obbligo per Tomasi di richiedere un parere al consiglio, una risposta positiva o negativa, perché questa era la struttura formale. Le deleghe erano state concepite in quel modo.

GUSTAVO SELVA. Qualora non ci fosse stato il suo parere, il suo controllo, il controllo dell'istituzione, il contratto poteva essere stipulato ugualmente?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Nell'ambito delle deleghe, sì. Occorreva revocare le deleghe.

GUSTAVO SELVA. Ho concluso.

CESARE RIZZI. Professore, da una domanda ben precisa del presidente Trantino e ora del presidente Selva ci è sembrato di capire che la sua funzione, il compito che lei svolgeva per il Ministero del tesoro... Lei ha detto che il dottor D'Angelo si è comportato esattamente come si è comportato lei. Ma voi non eravate due commessi della Camera, con tutto il rispetto per questa categoria! Lei era nominato dal Ministero del tesoro. Chi era all'epoca il ministro del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Era il Presidente Ciampi.

CESARE RIZZI. Signor presidente, termino qui. Convochiamo il Presidente Ciampi!

MICHELE LAURIA. Protesto vibratamente, presidente! La maschera è stata tolta!

PRESIDENTE. Non c'è bisogno che protesti lei, perché il dibattito lo dirigo io. La deduzione che l'onorevole Rizzi ha tratto dalle risposte del teste non credo induca la Commissione ad arrivare alle stesse conclusioni. Infatti, il fatto che il professore non riferisca e che l'altro non riferisca non chiama in causa colui il quale non sa.

GIAMPIERO CANTONI. La mia è una richiesta al presidente affinché si verifichi chi abbia deciso le deleghe abnormi, anche contro il codice civile, di un amministratore delegato che si permette il lusso di portare nelle «varie ed eventuali», quindi contro il codice civile, delle acquisizioni, ancorché per un'informativa. Mi spiego meglio. Il professor Izzo ha detto che in sei o sette minuti si è parlato di queste


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acquisizioni, ma ha fatto una lunga lista di acquisizioni. Non ha parlato solo di Telekom-Serbia. Quindi: un'assoluta mancanza di rispetto verso il consiglio di amministrazione, che è sovrano, deve controllare e prendere decisioni per poi riferire agli azionisti di riferimento e a quelli di minoranza. Insisto per verificare chi abbia concesso questo deleghe, chi le abbia consentite, perché sono sicuro, avendo amministrato tanti anni a questi livelli e sapendo che anche per situazioni estremamente limitate il consiglio di amministrazione è sovrano, che nessun amministratore delegato possa avere delle deleghe di tale portata. Tra l'altro non è consentito dal codice civile riportare nelle «varie ed eventuali» aspetti così importanti e strategici come le acquisizioni e dunque degli impegni di esborso di tale entità.
La domanda è: secondo il professor Izzo, chi ha fornito queste deleghe abnormi, a fronte del codice civile, all'allora amministratore delegato Tomasi? So già come mi risponderà...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non sono un competente di diritto. Mi è stato sempre detto che questo tipo di deleghe faceva capo alla figura del capo azienda e che questa era una prassi normale nell'ambito delle aziende che un tempo erano riunite nell'IRI.

GIAMPIERO CANTONI. Grazie. Io le contesto formalmente il fatto che un consigliere d'amministrazione, per di più in rappresentanza del Ministero del tesoro, possa accettare la sua presenza, e quindi la responsabilità oggettiva e soggettiva dell'attività della società, senza avere alcuna delega.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi scusi, non c'è stata nessuna obiezione su quel merito.

GIAMPIERO CANTONI. Quale obiezione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sulla faccenda di cui lei ha parlato un momento fa, vale a dire che occorreva obiettare le deleghe e che non era...

GIAMPIERO CANTONI. La mia è una domanda. Lei mi risponde...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non ho mai sentito alcuna obiezione da parte di nessuno nell'ambito del consiglio in ordine a questo aspetto.

GIAMPIERO CANTONI. Benissimo, ma questo significa che noi verificheremo chi abbia adottato queste decisioni, perché non è nella prassi societaria avere un amministratore delegato con delle deleghe di tale importanza.
Lei dice di non avere il verbale, però è anche vero che questo verbale deve esistere.

PRESIDENTE. Non contestiamolo al teste. Lo chiederemo noi. Lui non c'è l'ha.

GIAMPIERO CANTONI. Chiedo che sia acquisito.

PRESIDENTE. È una richiesta implicita.

GIAMPIERO CANTONI. Non ho altre domande.

PRESIDENTE. Professor Izzo, lei è molto modesto, perché si è laureato in giurisprudenza con lode, quindi in fatto di diritto qualcosa sa.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente, ma come logica.
Sull'entità delle deleghe, certamente è un tipo di delega che non esiste, che non ha logica in una struttura come quella nordamericana e quella britannica.

MAURIZIO EUFEMI. Il professor Izzo ha parlato di società di secondo grado.


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Questo presuppone da parte sua una conoscenza del sistema delle partecipazioni statali.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questa conoscenza mi perviene dal rendiconto della società. Nel bilancio della società c'è l'elenco delle partecipate e si vede che la Telekom-Serbia era una società della STET International.

MAURIZIO EUFEMI. Facevo questa domanda in premessa per chiederle se le sia sorto un dubbio sul rispetto delle procedure relative alla catena di comando (azienda-finanziaria-IRI-Tesoro).

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non ho conoscenze su questo.

MAURIZIO EUFEMI. Non le è sorto questo dubbio?

PRESIDENTE. Se non lo conosce, non poteva avere il dubbio, senatore Eufemi.

MAURIZIO EUFEMI. Volevo saperlo dal professore.
Per quanto riguarda la sua permanenza nel consiglio di amministrazione, credo che lei partecipò nel dicembre 1997 ad una riunione del consiglio di amministrazione di Telecom; in quella sede fu esaminato un accordo internazionale e lei espresse qualche riserva.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non ricordo l'episodio di cui lei parla. Come le ho detto, se parliamo di Telekom-Serbia ....

PRESIDENTE. Mi scusi, professore, non torni a parlare dei massimi sistemi. Il senatore Eufemi ha fatto una domanda alla quale lei ha risposto: non ricordo.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Infatti non ricordo.

PRESIDENTE. Prendiamo atto. Continui, senatore Eufemi.

MAURIZIO EUFEMI. Ho fatto questa domanda perché dalle carte che ci sono pervenute e che abbiamo visionato risulta che il dottor Chirichigno ...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ma non era mio collega!

MAURIZIO EUFEMI. Ma io sto dicendo un'altra cosa. Chirichigno ha affermato che sarebbe stata violata la procedura rispetto alla catena azienda-finanziaria-IRI-Tesoro, perché c'era bisogno di una serie di autorizzazioni: questo è il punto focale. Non le è sorto questo dubbio?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No. Senta, in quel consiglio c'erano fior di giuristi; come poteva venirmi in mente che ci fosse qualcosa che non andasse sotto il profilo giuridico-formale di fronte alle autorità che sedevano nel consiglio?

MAURIZIO EUFEMI. Lei è un economista, se non sbaglio.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì.

MAURIZIO EUFEMI. E non ha visto nessun business plan di questa operazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no. Era difficile all'epoca trovare un business plan che corrispondesse ad una strategia della società. Questo è quello che c'era da riscontrare. Prima ho fatto un elenco di partecipazioni: quale business plan emergeva da quell'elenco? Vorrei puntualizzare che quest'ultimo è stato redatto da me: non è che qualcuno abbia affermato che la società aveva una certa politica internazionale


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definita da questo insieme di partecipazioni; «internazionalizzazione» è una parola che uso io e che non si utilizzava. Il business plan di una società come Telecom Italia era costituito da aspetti che non toccavano mai la strategia.

MAURIZIO EUFEMI. Presidente, francamente sono allibito di fronte ad una risposta di questo genere...

PRESIDENTE. Il suo «allibimento» colpisce me, ma non è un argomento di discussione.

MAURIZIO EUFEMI. Tuttavia prendere una decisione che costa 1.500 miliardi senza un business plan credo sia un fatto che lascia perplessi.

PRESIDENTE. È un punto che svilupperemo.

MAURIZIO EUFEMI. L'ultima domanda che desidero porre è la seguente. Non le è sorto il dubbio che fossero state superate le competenze rispetto al limite dell'affare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non ho avuto questo dubbio. Ripeto: ho fatto presente che c'erano fior di giuristi in quel consiglio; se nessuno di essi osservò che erano stati superati dei limiti, spettava a me farlo? A me non sembrava: era sempre stato detto che ci si muoveva nell'ambito delle competenze attribuite al dottor Tommasi.

GIUSEPPE CONSOLO. Professor Izzo, lei che cosa insegna?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Economia politica.

GIUSEPPE CONSOLO. È professore universitario?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, ma ora sono dimissionario da quel ruolo.

GIUSEPPE CONSOLO. Professore, lei conosce le responsabilità degli amministratori in una società per azioni?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Credo proprio di sì.

GIUSEPPE CONSOLO. Bene. Lei ha detto che il dottor Tomasi decise in base alle deleghe. Lei era anche componente del CDA Telecom?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Quando, all'epoca?

GIUSEPPE CONSOLO. Sì.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No. Ero solo nella STET.

GIUSEPPE CONSOLO. E quando è stato nel consiglio di amministrazione della Telecom?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ad un certo momento la Telecom ha assorbito la STET ed ha cambiato denominazione; poi è stata privatizzata. Io facevo parte del consiglio di amministrazione della STET, che ha svolto la sua opera fino a quando non è cessata l'attività di questa società.

GIUSEPPE CONSOLO. Forse non sono stato chiaro e le chiedo scusa. Ripeto la domanda: è stato mai nel consiglio di amministrazione della Telecom?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, successivamente.


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GIUSEPPE CONSOLO. Le risulta che il consiglio di amministrazione della Telecom avesse dato una delega al dottor Tommasi (mi riferisco ad un CDA del 1996, se non vado errato del giugno) in base alla quale lo stesso dottor Tommasi poteva procedere alla costituzione di una società in Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente, non lo ricordo.

GIUSEPPE CONSOLO. Lei ricorda che questa delega era allegata al CDA STET di cui sta rispondendo?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ripeto, non ho carte. Quello che ho detto si basa esclusivamente sulla mia memoria della faccenda. Non ho alcun elemento che possa aver utilizzato per cercare di rinfrescare tale memoria. Mi sono anche dato da fare per cercare di ottenere copia di questo verbale; ho telefonato ma sembra che non ci sia nessuna possibilità.

GIUSEPPE CONSOLO. Le ricordo che c'è un verbale del consiglio di amministrazione Telecom nel quale risulta che venne data autorizzazione al dottor Tommasi di costituire una società con Telekom-Serbia. Ricorda questo particolare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no.

GIUSEPPE CONSOLO. Quando fu nominato nel consiglio della STET?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. L'ho già detto: nel febbraio 1997.

GIUSEPPE CONSOLO. Chi era il ministro che l'ha nominata?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Il Presidente Ciampi.

GIUSEPPE CONSOLO. Aveva una conoscenza personale con il medesimo?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Il Presidente Ciampi era stato in precedenza governatore ....

PRESIDENTE. In questa occasione la prego di chiamarlo ministro Ciampi.

GIUSEPPE CONSOLO. Non vorrei enfatizzare un problema che non esiste: a me non interessano i rapporti di natura privata, ma quelli di natura istituzionale. Trovo singolare che lei abbia avallato un'operazione di 1.500 miliardi quale rappresentante dell'azionista di maggioranza e che si sia trincerato dietro al fatto di non essere un giurista. Il presidente ha ricordato che lei è laureato in giurisprudenza e lei ha affermato di essere professore ordinario di economia politica.
Come finì nel consiglio della STET? Perché fu nominato lei e non il signor Bianchi, Verdi o Rossi?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Perché fui nominato io e non il signor Bianchi, Verdi o Rossi, suppongo non lo debba chiedere a me.

GIUSEPPE CONSOLO. Qual era il suo nesso funzionale con il Ministero del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Credo di averne dato notizia precedentemente.

PRESIDENTE. Ha già risposto.

ITALO TANONI. Non possiamo ripetere mille volte le stesse domande!


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PRESIDENTE. Ho detto che ha già risposto: credo che io serva proprio a questo. Non posso prevedere le domande!

GIUSEPPE CONSOLO. Qualcuno le fece menzione del problema Telekom-Serbia, che stava per essere acquisita dalla STET?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mai sentito assolutamente nulla su questa faccenda.

GIUSEPPE CONSOLO. Lei era al corrente del fatto che precedentemente c'era un embargo che impediva operazioni commerciali con la Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

GIUSEPPE CONSOLO. Non ha mai sentito parlare di embargo...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Solo successivamente i giornali hanno riportato una serie di notizie, ma in quel momento assolutamente no.

GIUSEPPE CONSOLO. Ho terminato.

PRESIDENTE. Credo che a questo punto sia necessario chiarire l'aspetto relativo all'embargo.

ITALO TANONI. Era già superato!

PRESIDENTE. Dobbiamo spiegare qualcosa per tutti. La cessazione dell'embargo avviene il 1o ottobre 1996 con la risoluzione ONU n. 243: abbiamo la Gazzetta Ufficiale del 16 ottobre 1996. Il regolamento CEE, successivamente ....

ITALO TANONI. Mi scusi, presidente: parliamo del 1997, quindi l'embargo era già superato!

PRESIDENTE. Se lei è così previggente da sapere anche quello che dovrò dire, dovrebbe ringraziarmi per queste notizie, che non ho certamente trovato sulla Domenica del Corriere ma compulsando montagne di carte: voglio doverosamente diffondere questa conoscenza tra tutti voi. Non è un patrimonio personale!
Dicevo che il regolamento CEE n. 990 del 1993 prevedeva che i divieti non si applicassero alle telecomunicazioni. Il parere Perrone, alla pagina 183, spiega: «Non si applica ai servizi postali ed alle telecomunicazioni». Comunque, a pagina 182, sempre il parere Perrone chiarisce che c'è una clausola di salvaguardia in quanto si verifica una condizione sospensiva. Infine, per la MAK, avendo sede in Macedonia, non sussistono problemi.
Voglio dire che l'embargo resta per altre «voci» e non certamente per quel che attiene ad elementi di cui dobbiamo tenere conto per l'oggi e per il futuro.
Continuiamo con le domande.

CARLO TAORMINA. Professor Izzo, quando fu nominato presso il consiglio di amministrazione della STET aveva altri incarichi di provenienza governativa o ministeriale?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no. Ero in altri consigli di amministrazione: ho dato al presidente un curriculum in cui essi sono indicati. Ero nel consiglio di amministrazione della EFI Banca; successivamente sono stato nel consiglio di amministrazione della Società interbancaria di gestione, ma non avevo altri incarichi.

CARLO TAORMINA. Nella EFI Banca da chi era stato nominato?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ero stato nominato su proposta del presidente della EFI Banca, che all'epoca era il dottor Sarcinelli.

CARLO TAORMINA. Non era quindi un incarico riveniente da nomina governativa?


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GIAMPIERO CANTONI. Non era Sarcinelli!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Allora vuol dire che ricordo male; io fui nominato nel 1996.

PRESIDENTE. Colleghi, non cambia nulla, chiunque fosse il presidente. Proseguiamo.

CARLO TAORMINA. Comunque non si trattava di una nomina governativa o ministeriale.
Lei svolgeva il ruolo di componente del consiglio di amministrazione di STET come rappresentante del Ministero del tesoro: con chi aveva rapporti o contatti presso quest'ultimo? Con chi si consultava? A chi riferiva le sue esperienze e le sue impressioni? Oppure si trattava di un incarico per cui lei usciva di casa per partecipare al consiglio di amministrazione ed era una cosa sua, che esercitava nell'ambito della sua gestione personale?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. La seconda è la risposta esatta.

CARLO TAORMINA. Era un fatto personale.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Esatto. La mia idea è che io fossi stato nominato sulla base di una fiducia che mi era implicitamente stata accordata ed avevo un certo modo di agire e di pensare; se quest'ultimo non fosse stato gradito, ciò mi sarebbe stato fatto presente e ne avrei tratto le conclusioni.

CARLO TAORMINA. Chi avrebbe dovuto farglielo presente?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Lo stesso ministro del tesoro che mi aveva nominato.

CARLO TAORMINA. Perché direttamente lui?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se non lui, qualcuno per suo conto: era lui la persona che mi aveva nominato. Se non gradiva il modo con cui svolgevo il mio compito avrebbe certamente potuto farmi richiamare o richiamarmi direttamente, chiedermi di andarmene. Mi sarei immediatamente ...

CARLO TAORMINA. Quindi lei, all'interno del Ministero del tesoro, al di là dell'allora ministro Ciampi, non aveva rapporti con nessun funzionario, con il capo di gabinetto, con il direttore generale, eccetera?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

CARLO TAORMINA. Quindi la cosa non transitava assolutamente per il ministero?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

CARLO TAORMINA. Non ha avuto mai alcun dubbio nello svolgimento della sua attività? Mi scusi, professor Izzo: lei non era un consigliere di amministrazione qualsiasi; aveva una caratura pubblica perché la nomina proveniva dal Ministero del tesoro. Non le è mai venuto il dubbio se accedere o meno a determinate decisioni? Alcune di esse non hanno suscitato in lei talvolta qualche perplessità o riflessione da riferire ad esponenti del ministero, se non al ministro in persona?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No. Non posso pensare di sollevare un'obiezione sul sistema delle deleghe che esiste in Italia.


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CARLO TAORMINA. Non parlo delle deleghe ...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. In generale no. Credo di aver svolto la mia funzione in modo corretto ed anche in maniera da procurare utilità alla stessa società. Se lei vuole potrò fornirle una documentazione ....

CARLO TAORMINA. Non sto contestando l'utilità che lei ritiene di aver prodotto. Per quanto tempo lei è stato consigliere di amministrazione della STET e poi di Telecom?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Nella STET fino a quando si è arrivati alla privatizzazione; nella Telecom da quando è stata privatizzata fino a fine 1998-inizio 1999, cioè quando c'è stata l'operazione Colaninno.

CARLO TAORMINA. In questo piuttosto apprezzabile periodo di tempo, durante il quale lei ha svolto queste funzioni per il Ministero del tesoro, non ha avuto rapporti né ha parlato di niente con nessuno?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No. Mi scusi, ma mi sembra di essere messo sotto accusa! Ritengo di aver fatto una cosa giusta.

CARLO TAORMINA. Nessuno la mette sotto accusa!

PRESIDENTE. Professore, nessuno le sta dando la pagella. Vogliamo sapere.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ripeto che mi sono comportato come ho ritenuto di dover fare.

CARLO TAORMINA. Ma lei ottemperava a questo incarico in modo per così dire «automatico», per usare un'espressione non forte? In altre parole, si recava in consiglio di amministrazione e votava ...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Usi pure l'espressione forte!

CARLO TAORMINA. Allora, quando partecipava al consiglio di amministrazione deliberava consapevolmente o no?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ritengo di essere persona capace di intendere e di volere.

CARLO TAORMINA. Lei ha voluto la domanda forte. Le chiedo: quando andava in consiglio e doveva affrontare problemi più o meno delicati (lasciamo perdere l'ordine del giorno e le «varie ed eventuali»), importanti, che coinvolgevano denaro pubblico, perché il Ministero del tesoro amministra i nostri soldi...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente, l'ho sempre fatto con la massima coscienziosità.

CARLO TAORMINA. Le chiedo: lei non ha avuto mai occasione o necessità di consultare nessuno?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, mai.

CARLO TAORMINA. Rispetto a Telekom-Serbia, mi è parso di capire che lei ne abbia sentito parlare una volta sola, quel giorno in cui fu effettuata la comunicazione relativa tra le «varie ed eventuali», perché prima non le era mai successo.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, assolutamente.


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CARLO TAORMINA. Non ne ha mai sentito parlare né in consiglio di amministrazione né fuori?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Prima, no. Successivamente sono uscite notizie sui giornali...

CARLO TAORMINA. Andiamo per ordine. Prima lei non ne ha sentito parlare da nessuno...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non sapevo nemmeno che esistesse.

CARLO TAORMINA. Dopo che ha saputo che esisteva Telekom-Serbia e la questione di cui ci stiamo occupando oggi per altri profili, lei è stato interpellato da qualcuno all'interno del Ministero del tesoro? Qualcuno le ha detto di prestare una particolare attenzione a questa trattativa oppure anche in questo caso il ministero è stato totalmente assente, nel senso che non ha avuto nulla da ridire su quanto stava avvenendo a livello di deliberazione presso la STET per Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Come le ho detto, ho agito nel consiglio di amministrazione nel modo che ritenevo più opportuno. Se qualcuno mi avesse detto qualcosa, si sarebbe instaurato un certo tipo di discorso che invece - ripeto - non c'è stato mai, in nessuna occasione.

CARLO TAORMINA. Quindi il suo operato è stato approvato.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Io non ho chiesto alcuna approvazione.

CARLO TAORMINA. Non è stato disapprovato.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Per quanto è a mia conoscenza, no.

CARLO TAORMINA. Quindi, nessuno l'ha mai chiamata dal Ministero del tesoro, dal ministro del tesoro, Ciampi, o da chiunque altro, per dirle che l'operazione andava bene o non andava bene oppure per suggerirle di farla diversamente.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mai.

CARLO TAORMINA. Né prima né dopo.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Né prima né dopo.

CARLO TAORMINA. Professore, aveva mai letto le deleghe e il loro contenuto?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, le avevo lette, ma sono sempre definite in modo estremamente generico e comprensivo. Mi sono sempre sembrate tali. Le ripeto...

CARLO TAORMINA. Mi scusi, professore, come giustamente ci dice il presidente, le domande devono essere secche, ma devono esserle anche le risposte.
Io le chiedo: le deleghe alle quali lei ha fatto più volte riferimento e che sarebbero state il titolo di legittimazione per Tomasi per svolgere questa operazione, le deliberazioni del consiglio di amministrazione, i pezzi di carta, li aveva letti o no?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente. Li avevo letti.

CARLO TAORMINA. E qual era la delega riguardante Telekom-Serbia? Lei ha trovato una delega per Telekom-Serbia?


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LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, non mi ricordo affatto.

CARLO TAORMINA. Ecco, questo è il problema. E allora, qual è la delega che lei ha ritenuto dovesse consentire a lei di ritenere, come ha ritenuto e come ritiene oggi, che si riferisse a Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Il profilo strategico ed operativo di tutte le operazioni della capogruppo STET era stato dato nell'ambito della logica di queste deleghe al dottor Tommasi.

CARLO TAORMINA. Professore, lei è un collega universitario, è persona esperta e quindi «l'ambito della logica» è qualcosa che dice tutto e non dice niente. La delega significa che l'amministratore delegato è nella legittimazione giuridica per svolgere una determinata attività che altrimenti sarebbe di competenza del consiglio di amministrazione. Certamente ci può essere una genericità, certamente ci può essere una specificità; mi pare di capire che in questo caso di specificità non se ne parli. Vorrei sapere quale sia la delega che lei ha letto e dalla quale ha tratto la convinzione che Telekom-Serbia vi fosse ricompresa.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi scusi, ma io ho detto che non ho i verbali delle riunioni, perché non li ho mantenuti. Queste deleghe...

CARLO TAORMINA. Ma la mia domanda è un'altra: ha letto la delega? E quale delega ha letto che portava Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Penso di sì. Io ho letto sempre con estrema attenzione tutte le carte che mi venivano passate.

CARLO TAORMINA. E allora qual era la delega?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non lo ricordo.

GIUSEPPE CONSOLO. Però l'ha letta!

CARLO TAORMINA. Ritiene che ci fosse una delega, o lo esclude, che riguardasse...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Senta, se io ho agito in quel modo evidentemente c'era!

CARLO TAORMINA. «Evidentemente c'era» lo vedremo noi.

UMBERTO RANIERI. Questa è l'opinione del professor Izzo, di cui deve tenere conto!

CARLO TAORMINA. Professore, la sua risposta alla mia domanda se lei fosse a conoscenza dell'esistenza di una delega che consentisse la gestione dell'affare Telekom-Serbia è che deve ritenersi...

ITALO TANONI. Ha già risposto!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Telekom-Serbia entrava nell'ambito generale delle competenze affidate all'amministratore delegato.

PRESIDENTE. Ha già risposto.

CARLO TAORMINA. Mi scusi, presidente, ma poiché mi è parso di capire che delega specifica con riferimento a questo affare non ci sia stata, vorrei sapere quale sia la delega generica di cui il professor Izzo dichiara di avere riscontrato l'esistenza e che autorizzava allo svolgimento di questa operazione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom


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Italia. Questo non lo ricordo. Ricordo semplicemente che c'era la competenza. Su questo non c'è alcun dubbio, perché nessun membro del consiglio osservò che non fosse coerente con le deleghe di cui l'amministratore delegato era stato dotato.

CARLO TAORMINA. Professor Izzo, a parte i «non ricordo», tornando un attimo alla possibile genericità della delega, a lei non è mai venuto il dubbio - lo chiedo come fatto e non come opinione - né in occasione della comunicazione tra le «varie ed eventuali», né successivamente (perché mi pare che la comunicazione sia del febbraio 1997, poi passano mesi prima di arrivare alla conclusione dell'affare), che la genericità della delega non fosse in linea con la particolarità dell'affare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non ho avuto alcun dubbio. Le ripeto, ho appreso della faccenda Telekom-Serbia la prima volta in cui se ne parlò e basta.

CARLO TAORMINA. E poi non ne ha più sentito parlare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, né prima né dopo.

CARLO TAORMINA. Mi ha sorpreso piacevolmente l'espressione che lei ha usato rispondendo alla domanda di un collega a proposito delle varie operazioni tra le quali era inserita anche Telekom-Serbia in quella famosa comunicazione di cui ci ha più volte parlato: «cosette che non hanno senso». Lei era un rappresentante del ministro del tesoro: quando parla di «cosette che non hanno senso», in che termini intende che non avessero senso? Ha fatto già riferimento alla ragione strategica, cioè che secondo lei sul piano strategico si trattava di questioni abbastanza eccentriche rispetto agli interessi nazionali della STET. Le domando: non le pare che un'eccentricità come quella alla quale lei stesso ha fatto riferimento dovesse rappresentare un campanello d'allarme o comunque fonte di un dubbio da comunicare a chi le aveva conferito il mandato di rappresentante del Ministero del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Io non l'ho pensato. Se vuole sapere le ragioni, gliele dico.

CARLO TAORMINA. Me le dica.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Le ragioni sono le seguenti: non esisteva una visione internazionale del ruolo di Telecom Italia, come del resto è illustrato molto chiaramente da questa serie di spezzoni che, più o meno in giro per il mondo, dall'America latina all'Asia fino all'ex Unione Sovietica, vengono comprati. Non so, è come se io camminassi - per dare un'immagine - per strada, vedessi un negozio nella cui vetrina ci fossero degli oggetti che mi colpissero perché sono un po' strani, un po' esotici, l'Uzbekistan...

CARLO TAORMINA. Professore, se si tratta di operazioni che sono eccentriche sul piano strategico, traducendo in soldoni, sono - scusate la ripetizione - soldi buttati via.

PRESIDENTE. Questo è un commento.

CARLO TAORMINA. Chiedo questo come premessa alla domanda: se si è trattato per questa ragione di soldi buttati via, lei come rappresentante del Ministero del tesoro ha sentito il dovere di dirlo a qualcuno o no?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non è un discorso di buttare via, è un discorso di priorità. Esistono sempre, in qualunque società, un vincolo di bilancio e quindi una serie di scelte. Qualcuno


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le fa in un certo modo, qualcun altro le fa in un altro modo; personalmente non le avrei fatte.

CARLO TAORMINA. Lei non può dire «personalmente non le avrei fatte», perché era rappresentante del Ministero del tesoro. Le domando se come rappresentante del Ministero del tesoro questa affermazione che lei fa in questo momento, vale a dire che personalmente non le avrebbe fatte, l'abbia trasferita a chi di ragione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No.

CARLO TAORMINA. E perché no?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Credo di aver indicato il modo e la logica con cui mi sono comportato.

CARLO TAORMINA. Io ho fatto una domanda.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi sono sempre comportato con l'idea che se chi mi aveva nominato non gradiva, criticava, aveva degli appunti da muovermi...

CARLO TAORMINA. Era quella la situazione con la quale si confrontava. Se ci fosse stato qualcosa di contrario rispetto all'operazione, qualcuno le avrebbe detto qualcosa...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Qualcuno mi avrebbe detto qualcosa.

CARLO TAORMINA. Ho concluso.

PRESIDENTE. Professore, lei operava a titolo gratuito oppure godeva di un trattamento economico?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Avevo un trattamento, nella STET, ma adesso non ricordo bene quale fosse. Se non ricordo male, era uguale a quello degli altri consiglieri. Quindi, può sapere quale fosse. Non si trattava certamente di una cifra...

PRESIDENTE. Io sono stato a stento consigliere comunale, e quindi non so quanto percepiscano i consiglieri d'amministrazione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Credo che la cifra si aggirasse sui 15-20 milioni per tutto il periodo della mia prestazione. Comunque, presidente, queste indicazioni sono nel bilancio.

PRESIDENTE. È solo una mia curiosità.

CARLO TAORMINA. Formulo una richiesta, in relazione alle risposte fornite dal professor Izzo in particolare in ordine alle modalità di controllo del Ministero del tesoro rispetto al suo rappresentante all'interno del consiglio di amministrazione STET-Telecom: a questo punto l'ex ministro del tesoro Ciampi dovrebbe essere sentito da questa Commissione per capire se quanto qui affermato corrisponda o meno a verità.

PRESIDENTE. Escutendo i precedenti in proposito ed avendo già scalettato tutte le prossime audizioni, si tratta di una questione che l'ufficio di presidenza valuterà in un momento successivo.

MICHELE LAURIA. Io non metterò il carro davanti ai buoi, anche perché non ci sono elementi per farlo, e mi limiterò ad alcune brevissime domande.
Professore, mi pare di capire che la sua presenza in rappresentanza del Ministero del tesoro servisse a verificare ciò che si muoveva in Europa, il rispetto delle direttive comunitarie, le pressioni dei vari commissari nel settore delle comunicazioni,


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che volevano accelerare - giustamente - la privatizzazione del settore anche in Italia e che quindi strategicamente la priorità del Ministero del tesoro fosse questa e questo il suo compito principale. Mi sbaglio?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No. Credo che lei dica cose corrette. Quando sono stato nominato ovviamente mi sono posto la domanda: come mai sono stato nominato per svolgere questa attività? Evidentemente chi mi ha nominato conosce le mie competenze, sa quello che posso fare e il contributo che posso portare. Tenuto altresì conto che, come fu annunciato fin dal febbraio 1997, l'obiettivo dell'attività del gruppo STET era quello di arrivare alla privatizzazione, era evidente, sulla base delle mie competenze, che il problema - che poi in effetti si è rivelato come il problema fondamentale - era la posizione della Telecom Italia, prima STET, nel contesto europeo, con l'idea, con l'obiettivo, con il desiderio di costruire qualcosa che potesse ampliarne l'efficacia, le competenze e la capitalizzazione. Era questo l'elemento rilevante.

MICHELE LAURIA. Professore, lei sa, per aver operato alcuni anni nel settore delle comunicazioni, che il limite del nostro monopolio all'epoca era, diversamente da British Telecom, Deutsche Telekom, France Telecom, di non avere un peso sovranazionale. Anche in vista della privatizzazione, occorreva renderla appetibile; poi, se alcune operazioni erano ottime ed altre discutibili è un altro discorso. Acquisiva dove poteva acquisire. È chiaro che Telecom non poteva entrare nel Regno Unito, in Francia o in Germania, ma doveva entrare in Jugoslavia...

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente.

MICHELE LAURIA. Questo con una strategia che è discutibile per alcune operazioni e comprensibile per altre. Conferma o meno questa mia impressione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Gliela confermo. Naturalmente occorre tener presente che nel frattempo si erano andate creando una serie di società private che agivano in Europa e in ordine alle quali Telecom Italia avrebbe potuto esercitare una sua attività per poter entrare nell'azionariato. Una molto famosa era la società Colt, un'altra la Buick. Vi era una molteplicità di società private, oltre naturalmente a questo insieme di società di cui vi ho parlato in precedenza. Non era semplicemente Telecom Italia a farlo, lo faceva anche France Telecom; si portavano, per così dire, una serie di bottoni di vario colore, ma il punto di fondo restava sempre la presenza in Europa. È questo il problema rilevante.

MICHELE LAURIA. E lei è stato coerente con questo mandato di fondo, che poi era quello che voleva, anche in base alle direttive comunitarie, il Governo dell'epoca. Io non voglio entrare nella politica estera, che non è di competenza di questa Commissione, né mi arrampicherei sugli specchi riguardo al fatto che l'operazione fosse o meno a conoscenza di qualcuno, perché bisogna vedere se questa operazione, al di là della valutazione opinabile sulla politica estera, fosse... Ci sono state scorrettezze e chi le ha commesse: il problema è questo e non altre cortine fumogene.
Un'altra domanda, che per lei sarà noiosa (tra l'altro risulta da altre audizioni; per esempio lo stesso Chirichigno, salvo conferma, dirà che aveva un ruolo operativo e che non era a conoscenza o non ricorda bene il verbale e quindi doveva essere più attivo ed attento di lei che invece doveva essere attento in ordine alle strategie generali che abbiamo sommariamente detto): lei si è insediato a febbraio e a giugno la questione viene inserita nelle «varie ed eventuali». Si tratta di una delle tante operazioni effettuate allora nel mondo dalle società di telecomunicazioni di migliaia di miliardi...


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LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Guardi che hanno continuato a farle!

MICHELE LAURIA. Conferma che non era informato di questa operazione neanche a giugno, quando è avvenuta?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no. È stata la prima ed ultima volta in cui ne ho sentito parlare.

MICHELE LAURIA. L'ha valutata solo in quella sede. Mi conferma questa circostanza?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì.

PRESIDENTE. Mi è stato rimproverato che consento la reiterazione delle domande. Su questo il professore ha risposto 162 volte!

MICHELE LAURIA. Presidente, lei si renderà conto del motivo per cui ho dovuto rifare la domanda!

PRESIDENTE. Infatti non mi sono opposto alla sua domanda. Gliel'ho solo ricordato.

UMBERTO RANIERI. Professore, lei è stato membro del consiglio di amministrazione, scelto, credo, sulla base della sua biografia, delle sue competenze, della sua professionalità e della conoscenza delle materie economiche.

CARLO TAORMINA. Potevano scegliere anche me!

UMBERTO RANIERI. La linea di condotta ed il modo in cui il professore si è comportato corrispondono perfettamente all'apprezzamento che è stato fatto delle sue doti di esperienza, di competenza e di conoscenza dei problemi, cosa che lei non ha in campo economico, onorevole Taormina... (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Onorevole Ranieri, formuli la domanda.

UMBERTO RANIERI. Volevo dire che nelle considerazioni dell'onorevole Taormina c'è molta approssimazione, sommarietà e non conoscenza dei fatti.

CARLO TAORMINA. No, le conoscenze le ho tutte!

PRESIDENTE. Vi prego!

UMBERTO RANIERI. Non mi pare proprio, ed è evidente dal modo in cui ...

PRESIDENTE. Onorevole Ranieri, lei quest'oggi è irriconoscibile! Il suo aplomb, la prego!

CARLO TAORMINA. Il nervo è scoperto, presidente!

UMBERTO RANIERI. Non ci sono nervi, né coperti né scoperti!

GIUSEPPE CONSOLO. Ranieri, sei noto per la tua classe ...!

UMBERTO RANIERI. Avendo assistito ad un comportamento che, come è stato appena detto, non si ispira a classe, ho dovuto cedere, e me ne rammarico (Commenti del deputato Taormina).

PRESIDENTE. Onorevole Taormina, lei non può instaurare un dialogo perché toglie tempo agli altri!

CARLO TAORMINA. L'onorevole Ranieri dice che non abbiamo classe ...!

UMBERTO RANIERI. No, questo è stato osservato da un collega della Commissione e non mi è sembrato di cogliere ... Ma non voglio avviare un confronto con l'onorevole Taormina.


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PRESIDENTE. Onorevole Ranieri, non è un contesto in cui si discutano le qualità dell'onorevole Taormina. Si svolgerà un dibattito più generale in futuro.

UMBERTO RANIERI. In questo momento non voglio interloquire perché non è il caso (Commenti del deputato Taormina). Per quanto mi riguarda non è mai accaduto e non credo che ce ne sarà motivo.

PRESIDENTE. La domanda, onorevole Ranieri.

UMBERTO RANIERI. Professor Izzo, volevo chiederle se può riassumere, veramente in un attimo, il senso e lo scopo della sua presenza nel consiglio di amministrazione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Penso ci si attendesse da me che in primo luogo cercassi di comprendere sotto il profilo internazionale (la mia competenza riguarda l'economia internazionale e mi sono anche interessato sul piano professionale delle vicende internazionali delle principali società ex monopoliste europee) che cosa si potesse fare per far crescere il peso, l'importanza ed il ruolo che Telecom Italia poteva assumere in Europa sotto il profilo delle grandezze quantitative che le sottostanno e quindi quali dovessero essere le iniziative, le strategie ed i contatti da realizzare.
Una volta focalizzato tutto ciò, credo dovessi individuare anche quali modifiche nell'organizzazione e nella struttura interna fossero più opportuni. Un esempio: la posizione verticistica che esisteva in Telecom Italia era completamente diversa da quella di certi operatori americani o inglesi, nel senso che lì esisteva ...

PRESIDENTE. Professore, non divaghi: risponda alla domanda dell'onorevole Ranieri.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Credo di aver dato risposta.

PRESIDENTE. Perfetto. Si fermi qui.

UMBERTO RANIERI. Quale fu il giudizio che si formò sul grado di internazionalizzazione della società quando avviò il suo compito all'interno del consiglio di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non c'era un livello di internazionalizzazione come si dovrebbe intendere normalmente, ma questo era vero per tutte le società ex monopoliste, perché l'Europa - «telefonicamente» parlando - era stata gestita come una serie di pezzi staccati, in cui le comunicazioni da Roma a Parigi sino alla frontiera erano considerate italiane e poi francesi. Era un modo sostanzialmente vecchio di vedere le cose, che faceva parte del bagaglio che ci si portava dietro. Occorreva cercare di superare questa impostazione: sono queste le idee che ho cercato incidentalmente di portare avanti dopo la privatizzazione.

UMBERTO RANIERI. Professore, malgrado la questione dell'operazione Telekom-Serbia fosse affrontata nell'ambito di un «varie ed eventuali» (aspetto questo che credo susciti in tutti interrogativi e perplessità, considerate le dimensioni dell'operazione stessa, e che ci si limitò a discuterne nel volgere di alcuni minuti), in che modo se ne discusse? Vi fu un parziale, limitato dibattito o comunque un tentativo di approfondimento?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. A quanto ricordo il dottor Tommasi fece una descrizione della struttura di comando che esisteva in Telekom-Serbia e del modo in cui l'acquisizione avrebbe portato al cambiamento di tale struttura e delle presenze nel consiglio di amministrazione, ma non si disse nulla sotto il profilo economico o strategico dell'operazione. Sarebbero stati aspetti certamente rilevanti per chi doveva prendere il controllo dell'operazione, ma non per altri.


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UMBERTO RANIERI. Quindi, non vi furono osservazioni che approfondirono tutti gli aspetti della questione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

UMBERTO RANIERI. Non vi furono successivamente altre occasioni di discutere del tema?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

UMBERTO RANIERI. Personalmente apprezzo molto il modo in cui lei ha interpretato il suo ruolo di membro del consiglio di amministrazione, fondato sul riconoscimento di competenze e professionalità. Lei quindi ignorava l'esistenza della questione prima e non ne ha discusso dopo.
Vorrei concludere dicendo che considero un non senso costituzionale e politico la richiesta avanzata dall'onorevole Taormina circa l'audizione in Commissione del Presidente Ciampi.

MICHELE LAURIA. Quindi è un problema che non si pone, ovviamente.

PRESIDENTE. Si è detto che l'ufficio di presidenza, esaurite le audizioni previste, si occuperà della questione e deciderà con la necessaria ponderatezza. Quando abbiamo deciso di audire il professor Izzo qualcuno mi chiese se fosse tanto importante: pare che abbiamo avuto la «mano felice» nello scegliere persone che ci mettono a contato con realtà a noi sconosciute.

CARLO TAORMINA. Anche inimmaginabili!

PRESIDENTE. Questo rientra nel campo delle valutazioni.

ITALO BOCCHINO. Professor Izzo, lei ha detto di non aver avuto, nel corso del suo mandato di consigliere di amministrazione della STET per conto del Tesoro, alcun rapporto con le strutture ministeriali. Chi la chiamò per dirle che sarebbe stato o che era stato nominato consigliere di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Fu una segretaria della STET che mi telefonò durante la seduta del consiglio precedente per domandarmi se ero disponibile.

ITALO BOCCHINO. Nessuno l'aveva mai interpellata precedentemente?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

ITALO BOCCHINO. Quindi lei ha ringraziato la segretaria per la nomina?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no....

ITALO BOCCHINO. Cioè, non ha chiamato nessuno per ringraziare per l'apprezzamento della sua professionalità?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certamente no: non è mia abitudine fare una cosa del genere.

ITALO BOCCHINO. Ne prendo atto.
Le è mai capitato di incontrare, nel periodo in cui è stato consigliere di amministrazione della STET, il direttore generale del Tesoro Draghi?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Penso di sì, in qualche convegno. Se non ricordo male, se ne svolse uno a Siena, ma non abbiamo mai parlato della faccenda dei telefoni.


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ITALO BOCCHINO. Intendevo dire se avete mai parlato della sua presenza in STET e di cose legate alla STET, non alla Telekom-Serbia.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

ITALO BOCCHINO. Lei ha detto di essere perplesso sulla strategia complessiva di acquisizione di società di telecomunicazioni di paesi che non hanno un traffico telefonico importante con l'Italia. Riferì queste sue perplessità al Ministero del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No.

ITALO BOCCHINO. Oggi ritiene giusto aver fatto questa scelta?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certo, corrisponde al modo in cui ho interpretato il mio ruolo, giusto o sbagliato che sia.

ITALO BOCCHINO. Ha mai ricevuto direttive dal Ministero del tesoro sulla questione Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente mai.

PRESIDENTE. Ha già risposto!
Mi consentite, colleghi, di dare la parola alla collega Zanotti, non rispettando l'ordine di richiesta di parola, appartenendo ella al sesso migliore? Prego, onorevole Zanotti.

KATIA ZANOTTI. Presidente, la ringrazio per questa galanteria, davvero rara.

GIUSEPPE CONSOLO. C'è stata l'unanimità!

KATIA ZANOTTI. Professor Izzo, credo che i colleghi che hanno visionato il materiale a nostra disposizione - ciò è già stato riferito nel corso della sua audizione - sapranno che il CDA di Telecom, in data 18 marzo 1996, diede mandato all'allora presidente Chirichigno di procedere nella trattativa con Telekom-Serbia. A quell'epoca presidente ed amministratore delegato di STET erano il dottor Agnes ed il dottor Pascale. Nel materiale che abbiamo avuto modo di visionare in questi giorni ci sono alcune deposizioni che sottolineano come STET non conducesse allora e non abbia condotto nessuna trattativa per quanto riguarda l'affare Telekom-Serbia.
Un'unica domanda, professor Izzo. Nelle modalità di lavoro del consiglio di amministrazione di STET nei mesi in cui è iniziata la sua attività, per quanto un certo argomento fosse iscritto tra le «varie ed eventuali», non si dava la possibilità ai componenti del consiglio di disporre di un'istruttoria che desse conto di un certo percorso, considerando che voi foste informati esattamente tre giorni prima della firma del contratto, che avvenne - come abbiamo saputo - il 9 giugno a Belgrado?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non è mai stata data alcuna informativa: non era nella prassi e nelle abitudini fornirne.

FRANCESCO CHIRILLI. Professore, lei è al corrente che un'azienda advisor fu incaricata di stimare il valore del 29 per cento di Telekom-Serbia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non ricordo: se questa notizia fu data, non ricordo assolutamente alcun nome o elemento al riguardo.

FRANCESCO CHIRILLI. Ricorda quanto fu stimato e pagato il 29 per cento?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, francamente non ricordo.


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FRANCESCO CHIRILLI. Quindi lei, che era rappresentante del Ministero del tesoro, proprietario in quota della STET, non ritenne di verificare la valutazione della quota che si andava ad acquistare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Cosa intende per «verificare»?

FRANCESCO CHIRILLI. Verificare la bontà e la congruità della stima.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non avevo nessun motivo per ritenere che i numeri che venivano forniti fossero campati per aria. Se avessi avuto motivo di ritenerlo, avrei detto che non ci stavo.

FRANCESCO CHIRILLI. Di fatto, quindi, lei avallava l'acquisto per quell'importo senza verificarne la congruità?

MICHELE LAURIA. Non era sua competenza!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Scusate, che cosa significa parlare di «congruità»? Significa fare un'ispezione con la lente d'ingrandimento? Mi dovevo basare sui numeri che mi venivano forniti dalle competenti autorità statali!

PRESIDENTE. È una risposta.

FRANCESCO CHIRILLI. Lei leggeva annualmente i bilanci della STET?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, certo, ma mai di Telekom-Serbia.

FRANCESCO CHIRILLI. Perfetto. Quindi lei era al corrente del fatto che la quota di Telekom-Serbia acquistata e iscritta in bilancio nell'anno 1997 era di 900 miliardi?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ora che lei mi ricorda la cifra, può darsi che l'abbia notato: quello che per me era importante era il 29 per cento.

FRANCESCO CHIRILLI. Ha verificato l'anno successivo quale fosse l'importo iscritto in bilancio per quella stessa quota?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No.

FRANCESCO CHIRILLI. Perché?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Perché questa operazione non mi interessava (Commenti).

FRANCESCO CHIRILLI. A fronte delle notizie di stampa, che dopo due anni da quell'acquisto riportavano che quella quota era stata svalutata da 900 a 390 miliardi, con una perdita secca per il Tesoro di 460 miliardi, lei non ritenne di intervenire per capire cosa stesse accadendo?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No, e c'erano ragioni per cui non ritenni di farlo.

FRANCESCO CHIRILLI. Quali?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non era una svalutazione di entità superiore a quelle che si erano verificate su volumi di investimento e di spesa ben più importanti e che riguardavano la diffusione della banda larga o altre questioni.

PRESIDENTE. Diciamo che era nella norma... (Commenti).

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì: poteva verificarsi.


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FRANCESCO CHIRILLI. Era nella norma una perdita per il Tesoro in due anni di 460 miliardi, più del 50 per cento?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ma quale perdita, mi scusi? C'erano fior di utili!

FRANCESCO CHIRILLI. Della quota Telekom-Serbia.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ma si guarda al complesso della gestione e non ad ogni singola operazione; allora, se si verifica un enorme volume di profitti su una certa operazione, si deve effettuare la differenza?

FRANCESCO CHIRILLI. Lei quindi non ritenne che la singola operazione fosse bisognosa di approfondimento?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no!

PRESIDENTE. Ha già risposto.

MICHELE LAURIA. Voi dimenticate che l'OPA sulla Telecom è stata l'affare più colossale per le casse dello Stato italiano!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Questa è stata la società che ha avuto il massimo volume di profitti tra tutte quelle a partecipazione statale.

FRANCESCO CHIRILLI. Quindi era logico che si svalutasse del 50 per cento!

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Era chiaro che in una società di 125 mila miliardi di valore vi fossero attività in perdita anche per il 30, il 40 o il 50 per cento.

FRANCESCO CHIRILLI. E non temeva che dal Tesoro le facessero qualche osservazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se si fosse voluto, qualcuno lo avrebbe fatto: io non l'ho ricevuta né ho avuto notizia indiretta di essa.

FRANCESCO CHIRILLI. Professore, nel giugno 1997 il senatore radicale Pietro Milio presentò un'interrogazione sull'affare Telekom-Serbia che fu smistata al Ministero del tesoro. Lei ne fu messo al corrente?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. No.

FRANCESCO CHIRILLI. Eppure quell'interrogazione aveva forte attinenza con il suo ....

PRESIDENTE. Mi scusi: il professore ha detto che non sapeva perché non fu messo al corrente; è inutile insistere sul punto.

FRANCESCO CHIRILLI. Professore, lei ha detto che si sforzava di far crescere il ruolo di Telecom in Europa, per cui lesse senza meravigliarsi che 900 miliardi erano iscritti per la quota di Telekom-Serbia, nel 1997. Perché due anni dopo, quando i miliardi erano diventati 390, lei non lesse quell'importo?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non so perché non lo guardai. Si tratta di un bilancio enorme, non so se lei lo abbia mai visto. È un ambito nel quale una singola operazione, anche di mille miliardi, perde sostanza: quello che importava era il risultato complessivo delle attività principali e se esse producevano utili. Questo era il quadro di fondo.

FRANCESCO CHIRILLI. Grazie, professore.


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PAOLO BRUTTI. Professore, premetto che alcuni miei colleghi le hanno rivolto delle domande sulla questione della brevità della discussione, in sede di consiglio di amministrazione, della materia relativa alla comunicazione dell'allora amministratore delegato della conclusione dell'affare Telekom-Serbia e sull'utilizzazione del metodo di decidere mediante delle deleghe, come se questi fossero metodi al confine della legittimità, utilizzati nel caso specifico per coprire qualche cosa.
In qualche seduta del consiglio di amministrazione di STET furono formalmente attribuite le deleghe?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì.

PAOLO BRUTTI. Tra queste vi furono anche le deleghe attribuite ai consiglieri?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. I consiglieri non avevano alcuna delega, che io ricordi. Non l'aveva neanche il presidente! Aveva solo potere di firma e di rappresentanza, ma deleghe per l'attività operativa ne aveva soltanto Tommasi.

PAOLO BRUTTI. Quindi le deleghe si riferiscono soltanto all'amministratore delegato. Tra le deleghe di quest'ultimo vi era quella di procedere ad acquisizioni o a cessioni mediante atti della società o di sue consociate?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Mi sembra di sì. Certamente.

PAOLO BRUTTI. I risultati delle azioni compiute esercitando i poteri delegati venivano riportati in consiglio di amministrazione per notizia?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Che significa «i risultati delle azioni»? Per esempio la conclusione dell'operazione Telekom-Serbia? No, assolutamente. Non se ne parlò mai.

PAOLO BRUTTI. Allora quando fu riportata nelle «varie ed eventuali» si trattava di una comunicazione al consiglio?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Si trattava di una comunicazione che la trattativa stava per concludersi.

PAOLO BRUTTI. Che stava per concludersi nell'ambito delle deleghe legittimamente assegnate?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Certo.

PAOLO BRUTTI. Lei pensa che nella materia dell'acquisizione di Telekom-Serbia l'allora amministratore delegato esorbitò dalle deleghe ufficialmente votate nel consiglio di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no.

PAOLO BRUTTI. Credo che, data questa condizione, forse un'opinione più precisa su questa materia potremmo averla sentendo, invece che un consigliere privo di deleghe, l'amministratore delegato, che è il responsabile di tutta questa questione. Non ho altre domande.

PRESIDENTE. Abbiamo predisposto una scaletta di audizioni che vedeva al primo posto proprio l'amministratore delegato.

GIUSEPPE CONSOLO. Prima leggiamo queste deleghe!

PRESIDENTE. Abbiamo scelto questo percorso perché nel processo ci sono due indagati. Prima di ascoltare gli indagati vorremmo sentire gli altri, perché l'indagato


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ha delle sue salvaguardie legali che può esperire, mentre gli altri queste salvaguardie non devono averle. Ecco perché non è stata immediatamente prevista l'audizione di Tommasi, fermo restando che abbiamo tutti l'interesse a sentirlo.

ENRICO NAN. Professore, in quei sei-sette minuti il merito dell'informativa è stato rivolto ad individuare quello che sarebbe stato il controllo di Telekom-Serbia. Vuole essere più preciso?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non ho un verbale, ma è un ricordo che ho nella mente...

ENRICO NAN. Si parlò non di questioni finanziarie ma di controllo. È così?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì. Si parlò di come era organizzato il consiglio di amministrazione, di quanti membri c'erano per conto di uno e per conto di un altro (mi ricordo che nella faccenda erano dentro anche i greci), di quanti in rappresentanza di Telecom Italia. È questo quel che ricordo.

ENRICO NAN. Perché parlò della questione del controllo? Per qualche motivo particolare?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no. La faccenda fu presentata così. Si disse che stava per essere finalizzata questa struttura e che ciò sarebbe avvenuto in questo e in quest'altro modo. Anzi, se non ricordo male, c'era ancora discussione su quel tema.

ENRICO NAN. Nessuno è intervenuto evidenziando le difficoltà politiche esistenti?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

ENRICO NAN. Lei ha detto che Tommasi aveva ampio mandato per le operazioni di acquisto.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Non solamente per quelle ma per tutta l'attività operativa della società.

ENRICO NAN. Quindi, il Tommasi poteva procedere ai pagamenti senza alcun controllo, senza rendere conto a nessuno?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Che io sappia, sì. Credo che lui avesse questa possibilità. È una faccenda della quale non si è mai parlato in consiglio.

ENRICO NAN. Le risulta, stando alle sue esperienze alla STET, che siano state effettuate altre operazioni con acquisto in contanti?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non ho badato se fosse un'operazione fatta per contanti. Una cosa mi sembra abbastanza evidente, vale a dire che in Telecom Italia all'epoca non c'era l'abitudine di pagare con azioni della società.

ENRICO NAN. Io le ho posto un'altra domanda: intendo un prelievo di cassa in contanti.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Nessuno ha parlato in consiglio di questo aspetto, né allora né dopo. In ordine a quale fosse la procedura per pagare non fu assolutamente detto nulla.

ENRICO NAN. Quando vi furono delle polemiche sui giornali, nessuno sentì l'esigenza, nel consiglio di amministrazione, di aprire un dibattito su questa vicenda e di convocare il collegio dei sindaci per verificare i conti?


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LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. A mia memoria, nessun giornale parlò all'epoca di quella faccenda.

ENRICO NAN. Una domanda che non è polemica ma che è posta per capire meglio: lei ha detto che in questa operazione non ha visto una strategia economica e ha detto anche che la sua funzione come rappresentante del ministero era quella di rilanciare il ruolo di Telecom Italia. Poiché queste due affermazioni sono inconciliabili, lei non ha avvertito l'esigenza di adottare un'iniziativa, di obiettare a qualcuno, per esempio all'amministratore delegato, che quell'operazione non andava nella direzione degli interessi del Ministero del tesoro?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Guardi, io non ho dato alcuna comunicazione di questa faccenda al dottor Tommasi; io ricevevo queste informazioni, pensavo che non corrispondessero alla migliore politica internazionale, ma certamente - potrà sembrare peculiare - non per un dettaglio come l'operazione Telekom-Serbia; è il quadro complessivo che deve essere riconsiderato, ma il quadro complessivo significa: chi era l'amministratore delegato? Non era mio compito scegliere l'amministratore delegato.

ENRICO NAN. La ringrazio.

ACCURSIO MONTALBANO. Professore, nel corso della nostra audizione lei ha affermato di aver ritenuto di non dover fare alcuna comunicazione al Tesoro in seguito alla seduta del consiglio di amministrazione in cui ha appreso dell'operazione Telekom-Serbia. Ha anche affermato, se non ho capito male, che lei non ha mai ricevuto alcuna sollecitazione o indicazione da parte di organi del Ministero del tesoro in ordine a tale operazione.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. È corretto.

ACCURSIO MONTALBANO. Se capisco la ratio della nostra audizione, vorrei togliermi un ultimo scrupolo e toglierlo anche ai colleghi: nel corso di tutta la vicenda Telekom-Serbia e nell'esercizio delle sue funzioni di componente del consiglio di amministrazione della STET, ha mai ricevuto da qualcuno, a qualunque titolo interessato all'operazione Telekom-Serbia, sollecitazioni tese ad indirizzare le sue eventuali prese di posizione all'interno di quel consiglio di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Assolutamente no.

ROBERTO CALDEROLI. Professore, lei è stato nominato nel 1997 membro del consiglio di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì.

ROBERTO CALDEROLI. Da chi è stato nominato?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Penso dal ministro del tesoro, che aveva diritto a fare quelle nomine. Credo che tutto il consiglio sia stato nominato dal Tesoro. Sul piano formale fu il Tesoro.

ROBERTO CALDEROLI. Dopo la telefonata di cui ha riferito all'onorevole Bocchino da parte della segretaria ricevette il decreto di nomina da parte del ministero?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no, non l'ho mai visto.

ROBERTO CALDEROLI. Presidente, le chiedo se sia possibile acquisire agli atti il decreto di nomina.

PRESIDENTE. È suo diritto.

ROBERTO CALDEROLI. All'interno del consiglio di amministrazione il ruolo di


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consigliere era precedentemente occupato da altra persona che rappresentava il ministero?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non lo so.

ROBERTO CALDEROLI. Lei ha avuto la nomina alla nascita del consiglio di amministrazione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì, nel momento in cui fu creato il consiglio, nel febbraio 1997.

ROBERTO CALDEROLI. Quindi partecipò alle fasi in cui il consiglio di amministrazione votò le deleghe all'amministratore delegato.

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Sì.

ROBERTO CALDEROLI. In altre occasioni nella voce «varie ed eventuali» vennero trattati argomenti della dimensione di quella oggi in discussione?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente non ricordo. È questa una materia molto vasta. Per ricordare bisognerebbe poter consultare i verbali del consiglio, allora potrebbe darsi che certe cose tornino alla mente. Ho riflettuto su questa cosa nel momento in cui mi è pervenuta la vostra convocazione, ma francamente non ricordo.

ROBERTO CALDEROLI. Vorrei chiedere al presidente se sia possibile, prima della futura audizione dell'allora amministratore Tommasi, acquisire i verbali delle sedute in cui il consiglio di amministrazione attribuì le deleghe all'amministratore delegato, in modo che quando lo ascolteremo sapremo di quali poteri poteva essere dotato. Prima mi sembrava di aver capito che argomenti o affari di notevole dimensione, anche solo come semplice comunicazione, venivano comunque trattati alla voce «varie ed eventuali». Corrisponde a verità?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. È semplicemente una mia impressione, ma il fulcro di tutta la faccenda è l'entità delle deleghe. Una volta concesse le deleghe, il seguito viene da sé.

ROBERTO CALDEROLI. E allora per quale motivo si ricorda del fatto che questa specifica materia è stata trattata nelle «varie ed eventuali» e non si ricorda delle altre?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ricordo anche di altre materie, ma credo che non siano rilevanti. Questa è una faccenda di cui, se non vado errato, si è parlato successivamente sulla stampa. C'è una massa di materie che certamente sono state trattate, ma credo di aver dato alla Commissione il senso e la logica di come avveniva la gestione operativa sul piano delle operazioni correnti nonché sul piano strategico. Una volta definito questo, il resto segue.

ROBERTO CALDEROLI. Da parte di chi era stato nominato l'amministratore delegato?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. L'amministratore delegato era stato nominato dal consiglio, e se non ricordo male la nomina fu unanime.

ROBERTO CALDEROLI. Visto il suo ruolo all'interno di questo consiglio che cosa sarebbe dovuto accadere, secondo i suoi parametri, per sentire la necessità di riferirne a colui che lo aveva nominato?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Le ripeto la filosofia e il modo in cui mi sono comportato: io sono un insegnate


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universitario, ho determinate competenze e conoscenze. Suppongo che mi si nomini sulla base di queste competenze e conoscenze, a torto o a ragione attribuitemi. Se qualche cosa del mio modo di fare non è gradito, me lo si dice, me lo si fa sapere, e dopo 24 ore c'è la mia lettera di dimissioni. Se questo non accade, continuo a svolgere il lavoro come penso vada svolto e nel migliore dei modi.

ROBERTO CALDEROLI. Visto che lei è stato parte attiva anche nella fase della nomina dell'amministratore delegato, essendo in quel momento il rappresentante del Ministero del tesoro, da cosa ha fatto discendere il fatto che Tommasi fosse di gradimento anche del ministero, e quindi del socio di maggioranza, in qualità di amministratore delegato? Non ha sentito il bisogno di confrontarsi?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Io non ho chiesto niente a nessuno. Io non ho proposto il dottor Tommasi; ho sentito fare questa proposta, ed aggiungo che non ero il solo rappresentante del Tesoro in quel consiglio. C'erano altre persone che lo rappresentavano.

PRESIDENTE. Chi erano?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Da quanto ricordo, si trattava del dottor Augusto Zodda, che era un funzionario del Ministero del tesoro.

ROBERTO CALDEROLI. Ricorda chi abbia proposto la candidatura di Tommasi ad amministratore delegato?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Francamente no.

PRESIDENTE. Vorrei informarvi di un'esigenza che avverto e che attiene al ruolo di garante del principio di legalità. È stato perlustrato uno scenario del tutto sconosciuto ai magistrati di Torino in ordine a queste condotte in collisione con norme del codice civile e altre condotte che hanno bisogno di approfondimento. Ritengo sia mio dovere a questo punto sottoporvi l'inderogabile opportunità che gli atti di questa nostra seduta vengano trasmessi all'autorità giudiziaria perché accerti - se vi sono - ipotesi di reato. Noi non siamo giudici, abbiamo una responsabilità politica; gli altri adempimenti prescindono dalle nostre competenze.

MICHELE LAURIA. Signor presidente, perché gli atti di questa seduta e non delle altre?

PRESIDENTE. Perché nelle altre non sono emerse notizie di questa portata. Se lei lo crede e motiva la richiesta, trasmettiamo i verbali di ogni seduta. Comunque, questo problema sarà affrontato in sede di ufficio di presidenza, che si riunirà la prossima settimana. Ho il dovere di informarvi perché dei fatti emersi e delle notizie apprese...

MICHELE LAURIA. Quali sarebbero?

PRESIDENTE. Poiché è in corso un'indagine volta all'accertamento di responsabilità in ordine al dottor Tommasi e ci sono circostanze del tutto pretermesse negli atti al nostro potere, credo sia imprescindibile che i magistrati di Torino abbiano queste notizie, per poi farne l'uso che credono.

MICHELE LAURIA. Questa precisazione è stata opportuna! (Commenti del deputato Nan).

PRESIDENTE. Comunque se ne occuperà l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi: su questo non c'è dibattito, onorevole Nan.

ENRICO NAN. Vorrei solo sapere dove si svolgevano questi consigli di amministrazione, perché c'è un problema di competenza territoriale.


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PRESIDENTE. Possiamo ricavare questa notizia dai verbali. Comunque, professore, dove si svolgevano nel caso di specie?

LUCIO IZZO, Membro pro tempore del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Se non ricordo male, questa faccenda fu trattata a Torino.

PRESIDENTE. Allora tutto è più semplice.
Avverto che il professor Izzo ha consegnato il suo curriculum vitae, nonché una nota con un allegato, relativa alla partecipazione di STET alla Telekom-Serbia. Tali atti - se non vi sono obiezioni - sono da considerare atti liberi dei quali sarà possibile estrarre copia su richiesta.
(Così rimane stabilito).

Dichiaro conclusa l'audizione.

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