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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore delegato della Bagnolifutura Spa, Carlo Borgomeo, e del direttore dei lavori per la bonifica del sito di Bagnoli, Gianfranco Caligiuri. L'odierna audizione consentirà alla Commissione di acquisire dati ed elementi conoscitivi in merito alle attività svolte dalla società Bagnolifutura, relativamente allo stato di avanzamento delle operazioni di bonifica del sito di Bagnoli ed alle problematiche ad esso connesse.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola al dottor Borgomeo, quindi al dottor Caligiuri, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine dei loro interventi.
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato della Bagnolifutura Spa. Signor presidente, penso che per quanto riguarda il completamento della bonifica del sito di
Bagnoli-Coroglio potrei trattare dell'assegnazione della gara risalente alla fine dello scorso anno.
PRESIDENTE. Sta facendo riferimento all'annosa vicenda che ha coinvolto il TAR?
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato della Bagnolifutura Spa. No. Credo si siano registrati ben undici ricorsi, nessuno dei quali ha interrotto alcun termine, poiché sono stati tutti respinti, sia sotto l'aspetto del merito sia sotto l'aspetto della legittimità. Lo ripeto, riguardo alla scadenza dei termini non abbiamo subito ritardi di alcun tipo. La gara, al massimo ribasso - equivalente al 19,6 per cento -, è stata assegnata ad una società avente sede a Torino. Vorrei precisare che per noi quest'assegnazione è risultata essere molto positiva, poiché la ditta assegnataria non ha previsto alcun subappalto. Tra l'altro, sicuramente la Commissione è al corrente del fatto che la scelta dei fornitori passa attraverso un protocollo di legalità promosso dal prefetto e siglato dagli enti locali e dalle organizzazioni sindacali.
Il piano esecutivo è stato redatto, il consiglio di amministrazione della Bagnolifutura lo ha approvato, quindi possiamo affermare di aver pienamente rispettato i tempi; ciò significa che il completamento della bonifica è previsto per la fine del 2006.
La bonifica procede per lotti, quindi non bisognerà attendere il completamento di tutta l'operazione per poter infrastrutturare il terreno.
Per non far perdere tempo alla Commissione, dico subito che il vero problema che la società Bagnolifutura si trova di fronte è quello dei conferimenti dei rifiuti inerti. Voi sapete che questa vicenda è regolata da un accordo di programma che prevede la destinazione, in un sito dato, che non può essere modificato se non cambiando l'accordo di programma. Il sito dato è il sito di Pianura-Pisani.
Il comune di Napoli ha affidato alla Bagnolifutura l'incarico di redigere un progetto di rinaturalizzazione del sito, nell'ambito del quale è previsto anche il riempimento di una vecchia cava, entro certe dimensioni assegnate. Abbiamo predisposto questo progetto, che è stato approvato dal comune, quindi è stata avviata la procedura utilizzando la legge Ronchi ai fini dell'esproprio. In base a ciò il prefetto ha convocato una riunione preliminare per la Conferenza dei servizi, e lì ci siamo trovati di fronte ad una novità: è stata data un'interpretazione del decreto ministeriale n. 3 del 2003, che rende l'operazione piuttosto difficile. A questo punto il prefetto ha formalmente sospeso l'iter, ripromettendosi di riprenderlo più avanti.
L'interpretazione di questo decreto, per quanto ci riguarda, è sopravvenuta, nel senso che noi eravamo serenamente convinti che gli inerti si potessero conferire, in quanto tali materiali erano appunto classificati inerti. L'interpretazione successiva, invece, pare rallentare l'operazione, nel senso che sembra non consentire una classificazione quali inerti dei rifiuti che sono a Bagnoli, se non dopo una serie di ulteriori analisi. Oggettivamente sembra abbastanza difficile poter svolgere tali analisi in un sito come quello di Coroglio-Bagnoli. Mentre ci trovavamo in questa situazione di impasse è arrivata una circolare interpretativa del Ministero dell'ambiente (però destinata ad un altro soggetto, al commissario del Sarno), che sembrerebbe tranquillizzarci. Auspicherei in questa sede, in qualità di operatore del settore, l'individuazione di un meccanismo che consenta di interpretare in modo adeguato questo decreto, pur tenendo conto dei parametri europei, i quali sembrano effettivamente un po' troppo «cattivi» e severi.
Non abbiamo quindi grandi problemi, se non quello del conferimento, per cui stiamo iniziando a ragionare sulla possibilità di uno stoccaggio provvisorio all'interno del sito. Esso dovrà essere autorizzato, a legislazione vigente, dall'amministrazione provinciale di Napoli. Naturalmente, questo conferimento allo stoccaggio provvisorio all'interno del sito potrà durare un certo numero di mesi, diciamo pure forse un anno, dopodiché la questione
si riproporrà. Quindi, per sintetizzare, dirò che per il momento non vi sono ritardi. Il tempo di assegnazione della gara, di circa nove mesi, rappresenta la media per lavori di questa entità. Dunque su questi aspetti non vi sono stati ritardi; sono intervenuti dei ritardi nell'individuazione del sito da parte dell'amministrazione comunale, che tuttavia per il momento non hanno inciso.
Vorrei toccare ora una questione che penso sia di interesse generale. Essendo la STU assimilata ad una stazione appaltante pubblica, noi ci siamo trovati, in alcune fasi delle operazioni, in un possibile conflitto tra meccanismi di controllo, tra la normativa per i lavori pubblici di cui alla legge n. 109 e la normativa prevista dal Ministero dell'ambiente. Si tratta di due sistemi di controllo che non si parlano tra di loro. Questo per noi è un grande problema perché, per essere un po' banali, o sbagliamo, oppure, per non sbagliare, ci fermiamo; ci sono cioè delle richieste da parte, per esempio, dell'autorità preposta ai lavori pubblici, che contrastano con alcune procedure fissate e concordate dalla normativa sull'ambiente.
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato della Bagnolifutura Spa. Chiederei di rispondere a questa domanda all'ingegner Caligiuri, autore tra l'altro di una memoria sul tema.
GIANFRANCO CALIGIURI, Direttore dei lavori per la bonifica del sito di Bagnoli. Stiamo parlando di un'opera del valore di 40 milioni di euro; pertanto, nella normativa riguardante i lavori pubblici, è prevista una verifica delle progettazioni, che noi, proprio perché operiamo secondo un decreto interministeriale, emanato dal Ministero dell'ambiente insieme al Ministero del tesoro, che non lo prescrivevano, non abbiamo fatto. Questa è una prima cosa che ci è stata fatta notare da parte del sistema di vigilanza dei lavori pubblici. Ci sono poi alcuni altri aspetti legati ai controlli in corso d'opera.
Il Ministero dei lavori pubblici prevede che ci siano dei controlli a cadenza trimestrale e chiede che tutte le varianti comportino una redistribuzione sistematica del quadro di spesa previsto per il lavoro, perché sono insiti proprio nel sistema dei lavori pubblici l'accantonamento e la riparametrazione della spesa in funzione dello stato di avanzamento dei lavori. Il decreto interministeriale che ci finanzia non lo prevede affatto. Dai primi contatti che abbiamo avuto con il nucleo di valutazione competente per Bagnoli del Ministero dell'ambiente, ci è stata anzi rappresentata l'interpretazione che il ribasso d'asta consista in una cifra, non da accantonare come previsto dalla legge n. 109, ma che invece possa essere addirittura persa, se non specificamente allocata su un'altra voce di spesa. Quindi, noi volevamo fare una perizia di variazione di spesa (perché abbiamo i ribassi d'asta e così via), però non siamo in grado di compilarla con serenità, perché ci sono questi due pareri discordanti. D'altra parte, il ribasso d'asta a noi interessa, e non intendiamo assolutamente perderlo. La nostra opera sicuramente presenterà degli imprevisti nel corso dei lavori, che dovranno essere gestiti, ed il ribasso potrebbe fungere a tale scopo. Siamo appena all'inizio di questa diatriba, però credo che andando avanti, di fronte ad un taglio eventuale del finanziamento, ci sarà poi da preoccuparsi.
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato di Bagnolifutura Spa. Questo è lo stato dell'arte. I lavori della bonifica sono di fatto incominciati, stanno montando le macchine per il lavaggio, la cosa sta insomma andando avanti. Il vero vincolo, ripetiamo, è attualmente costituito dal problema del conferimento degli inerti, e quindi della probabile necessità di stoccarli provvisoriamente all'interno del sito.
DONATO PIGLIONICA. La realizzazione della discarica faceva parte dell'accordo che prevedeva che fosse la regione a farsene carico, attraverso la figura del commissario, o ricordo male io?
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato di Bagnolifutura Spa. Come ricordava l'ingegner Caligiuri, il decreto di finanziamento con relativo accordo di programma allegato per Bagnolifutura ha rappresentato una sorta di condanna a morte dal punto di vista finanziario, perché essendo la logica del Ministero dell'economia quella di concedere un finanziamento a condizione che fosse definitivo e decisivo per il completamento ha portato a degli interventi aggiuntivi sui quali, però, vi è stata sempre la riserva di Bagnolifutura. Ad esempio, se l'autorità portuale, pur dovendo rimuovere una colmata, non operava in tal senso, era Bagnolifutura a dover intervenire con le proprie risorse. È stato così anche per la cava. L'accordo di programma fa riferimento ad una delibera del commissariato di Governo che si impegna a tal fine, tuttavia Bagnolifutura ha dovuto deliberare che, qualora l'impegno non sarà rispettato, essa stessa dovrà farsene carico.
DONATO PIGLIONICA. E per le risorse? Poiché è appurato che il finanziamento era definitivo - si trattava di un finanziamento cospicuo, anche se a vostro dire insufficiente a completare il risanamento - Bagnolifutura si è impegnata a subentrare sempre con rivalsa nei confronti del soggetto che non è intervenuto?
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato di Bagnolifutura. No. Intanto vorrei confermare ciò che ha messo giustamente in luce: il finanziamento è definitivo, tanto che dal mio punto di vista è stata applicata un'innovazione che rasenta l'illegittimità del decreto di finanziamento, perché esso è strutturato in modo che noi dobbiamo coprire il 30 per cento del SAL generale per avere il 25 per cento. Ciò significa che Bagnolifutura dovrebbe teoricamente rispondere dell'inadempienza di un terzo; il Ministero dell'ambiente ci darà il SAL al quale abbiamo diritto a condizione che l'intera operazione di bonifica proceda, anche per quelle parti di cui non rispondiamo.
Abbiamo dovuto subire quest'imposizione contro la nostra volontà; resta il fatto che questo è l'ultimo finanziamento. Ciò spiega perché l'ingegner Caligiuri si è mostrato preoccupato degli effetti di eventuali risparmi di gara. Detto questo, però, le risorse sono contenute nel piano finanziario di Bagnolifutura; noi abbiamo finalmente potuto prendere atto di un piano economico-finanziario di dieci anni, basato non sulla semplice trasformazione urbana, ma su Bagnolifutura che procede alla trasformazione urbana, caricandosi quindi di tutte le perdite già realizzate e delle eventuali perdite future. Naturalmente, come forse saprete, è in corso un dibattito nell'ambito della città che immagina due scenari possibili per l'impostazione del lavoro futuro della società di trasformazione urbana: uno scenario che porta ad un sostanziale pareggio di bilancio, con una leggera perdita, ed un altro che porterebbe a notevoli utili. Ciò dipende dal fatto che Bagnoli venda direttamente il costruito o semplicemente i suoli. Nelle diverse ipotesi il piano finanziario prevede che si possa perdere nelle varie fasi intermedie; naturalmente ciò non esclude il tentativo di rivalsa nei confronti degli inadempienti.
TOMMASO SODANO. Tornando al tema oggetto dell'attenzione della nostra Commissione - il sito di Pianura e l'eventuale sito temporaneo -, nell'eventualità che foste costretti ad utilizzare un sito temporaneo avete già individuato un'area? Viste le proteste scatenate da parte dei cittadini un anno fa avete già immaginato un'opera di caratterizzazione per dare tranquillità alla popolazione del quartiere?
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato di Bagnolifutura. La questione procede per tre livelli. Il primo è quello ideale, previsto dall'accordo di programma, che identifica come adatto il sito di Pianura, che ha una capienza più che sufficiente. Noi abbiamo approvato il piano di realizzazione, esiste il progetto per la preparazione della cava, stiamo attendendo l'esito della procedura di esproprio che, come ricordavo poco fa, ha
subito recentemente una battuta d'arresto a seguito dell'innovazione nell'interpretazione di una norma sulla classificazione dei rifiuti. Ci stiamo orientando - ma vanno operate delle verifiche e va modificato l'accordo di programma - ad aprire una cava in provincia di Latina, che sarebbe già pronta per gli inerti e già in possesso di autorizzazione. L'altra subordinata, assolutamente provvisoria nel tempo, è quella dello stoccaggio interno, che non può proseguire per più di un anno, pena il blocco dei lavori della bonifica. Questa cava ha un regime di autorizzazione da parte dell'amministrazione provinciale, che può autorizzare lo stoccaggio interno, che ha il grande vantaggio di non fermare ora i lavori di bonifica, ma non può rappresentare la soluzione. Essa non può in alcun modo diventare definitiva, perché gli inerti vanno trasferiti.
DONATO PIGLIONICA. Sento parlare dei soli inerti, ma ci sono altri materiali che meritano una certa attenzione. Tra tutti i problemi gli inerti, dal punto di vista ambientale, sono probabilmente i più banali. Cosa potete dirci delle altre tipologie di trattamento?
GIANFRANCO CALIGIURI, Direttore dei lavori per la bonifica del sito di Bagnoli. Gli altri trattamenti sono essenzialmente di vagliatura e lavaggio e puntano a trasformare i rifiuti di Bagnoli per la gran parte in rifiuti inerti.
DONATO PIGLIONICA. Quindi gli inerti sono il risultato di un trattamento.
GIANFRANCO CALIGIURI, Direttore dei lavori per la bonifica del sito di Bagnoli. Sì, non nascono come inerti, sono sempre il frutto di una serie di trattamenti che partono dalla classificazione del rifiuto passando per l'identificazione dell'inquinante. Ciò produce per la gran parte rifiuti inerti e molto materiale riutilizzabile nel sito, perché il nostro obiettivo era anche quello di non far uscire tutto fuori; difatti l'obiettivo che raggiungeremo a fine operazione è la riutilizzazione nel sito di circa il 45 per cento dei materiali trattati. Quelli che escono sono in maggioranza rifiuti inerti, secondo quando prescritto dalla legge. Ci sono comunque ancora 170 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi. Naturalmente in corso d'opera vi saranno dei ritrovamenti molto localizzati di materiali vari, perché si tratta pur sempre di un'area siderurgica. Ad esempio, se abbiamo un invaso di tre metri per tre di oli combustibili, è chiaro che in questo caso si caratterizza il materiale, e la ditta ha per contratto l'obbligo di conferirlo a consorzi, a discariche o a termovalorizzatori.
Per quanto riguarda l'amianto, l'impresa si è presa l'onere di trasferire in discarica tutti i materiali contenenti amianto; si tratta soprattutto di terreni contenenti residui di frammenti di lavorazione di amianto. Avremo, quindi, questo problema di cernita: è stata prevista, cioè, un'operazione di cernita per poter minimizzare i volumi. Successivamente, l'impresa che ha assunto per contratto questo onere conferirà in discariche autorizzate il materiale contenente amianto.
PRESIDENTE. In tal modo, la città della scienza dovrà essere delocalizzata?
CARLO BORGOMEO, Amministratore delegato di Bagnolifutura Spa. La città della scienza costituisce un'eccezione al ripristino della linea di costa deciso con la variante al piano regolatore della zona occidentale. In altri termini, mediante un accordo di programma è stato deciso che la città della scienza rimanga dove ora si trova, fin quando non sia realizzato l'ammortamento degli investimenti. Questa formula è tecnicamente apprezzabile ma un po' generica, perché possono essere necessari quindici, venti anni o anche di più.
TOMMASO SODANO. Come per l'aeroporto di Capodichino.
PRESIDENTE. Più o meno. Tuttavia, l'aeroporto consente, perlomeno, l'atterraggio degli aerei.
Ho motivo di ringraziare gli intervenuti, non soltanto per la squisita cortesia di essere venuti qui, ma anche per le utili indicazioni che ci hanno offerto. La questione di Bagnoli è per noi interessante non soltanto in relazione alla specifica situazione campana ma anche al fine di affrontare la più complessa problematica delle bonifiche e di individuare i punti di difficoltà e di criticità, in modo da evitare che si ripetano altrove le stesse situazioni. Pertanto, ringraziamo il dottor Carlo Borgomeo e l'ingegner Caligiuri, riservandoci ulteriori opportunità di incontro in futuro. Auspichiamo che questo timing straordinariamente sia rispettato, soprattutto a vantaggio dell'azione di tutela ambientale.
Dichiaro conclusa l'audizione.
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