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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo, ingegner Valeriano Tessaro. L'odierna audizione consentirà alla Commissione di assumere specifici elementi conoscitivi in ordine a talune problematiche relative alla gestione dei rifiuti trattati presso lo stabilimento industriale Portovesme Spa, con particolare riferimento alla questione dello smaltimento dei fumi di acciaieria.
La Commissione ha convenuto sull'opportunità di procedere a tale audizione al fine di poter acquisire informazioni in relazione al contenuto di una comunicazione trasmessa dagli uffici competenti della provincia di Rovigo alla procura della Repubblica presso il tribunale di Rovigo ed alla provincia di Cagliari ed avente ad oggetto la scoperta di una anomala procedura di declassamento del codice relativo a rifiuti speciali pericolosi derivanti dalla bonifica dell'area ex Acciaierie San Marco Loreo e destinati allo stabilimento Portovesme Spa.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola all'ingegner Valeriano Tessaro,
riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del suo intervento.
VALERIANO TESSARO, Capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo. Grazie, presidente. Come capo servizio dell'area politiche per l'ambiente della provincia di Rovigo sono stato delegato dal mio dirigente, il quale non ha potuto intervenire, a partecipare a questa audizione.
La provincia di Rovigo ha seguito la bonifica dell'area ex Acciaierie Loreo (si tratta di un'acciaieria dismessa tempo fa); sono stati posti in essere gli ordinari controlli relativi alle operazioni di bonifica; bonifica che, a sua volta, consisteva nello smaltimento dei fanghi prodotti dalle acciaierie Loreo e dagli impianti di abbattimento ad umido delle emissioni e dei fumi di acciaieria presenti in una piazzola di stoccaggio - circa 6 mila tonnellate per 3 mila metri cubi -, unitamente ad altri fanghi che erano presenti ed interrati nell'area dello stabilimento stesso. In sostanza, l'attività di bonifica consisteva nello smaltimento dei fanghi e nella decorticazione del terreno inquinato a causa di alcuni metalli pesanti (cadmio, piombo e zinco).
Durante l'attività di controllo si è rilevato che i rifiuti venivano destinati allo smaltimento (nella fattispecie, si avvicendavano varie ditte per la raccolta ed il trasporto) ed identificati con il codice CER 100204 (fanghi da impianti di abbattimento ad umido dei fumi di acciaierie).
Ho effettuato diversi controlli, chiedendo quale fosse stato il destino dei rifiuti alle ditte che li avevano raccolti e smaltiti, ed ho spedito lettere in varie parti d'Italia (le destinazioni, infatti, erano diverse), in particolare ricorrendo a formulari di smaltimento.
Alcuni rifiuti sono stati trasportati dalla Nuova Esa di Venezia, che si occupava della raccolta, del trasporto e della destinazione finale; dall'esame dei formulari di identificazione, ho osservato che la destinazione finale era lo smaltimento individuato con il codice D15: si tratta del deposito preliminare in attesa delle operazioni di trattamento dei rifiuti, secondo il sistema di codici da D1 a D12 previsti dal decreto legislativo n. 22 del 1997 (cosiddetto Ronchi). I rifiuti sono stati poi conferiti alla Portovesme di Cagliari; a quel punto, ho notato che l'originario codice CER era stato trasformato nel codice 100203 (rifiuti solidi derivanti da trattamento dei fumi) e che successivamente i rifiuti erano stati destinati al recupero (configurandosi, così, la voce R13).
Ho chiesto, dunque, alla Nuova Esa il perché vi fosse stato tale cambio di codice per i rifiuti e mi è stato risposto che ci si era basati su un criterio di prevalenza, ma non ho ben compreso cosa si intendesse con «criterio di prevalenza». Pertanto, ho scritto alla provincia di Cagliari, in modo da verificare la regolarità dell'operazione di smaltimento effettuata presso la Portovesme Spa. La provincia di Cagliari mi ha risposto che la Portovesme è autorizzata al recupero dei rifiuti con codice R4, ovvero al recupero di metalli pesanti in essi contenuti (zinco e cadmio).
Questa segnalazione alla provincia di Cagliari è stata da me trasmessa, per conoscenza, anche alla procura di Rovigo, essendo in corso nella provincia di Rovigo un'indagine per quanto attiene alla bonifica dell'area ex Acciaierie San Marco Loreo. Allo stesso tempo, ho informato la provincia di Cagliari che i rifiuti in questione, pur essendo non pericolosi per definizione (in base ai codici CER), avevano una concentrazione di metalli pesanti tale da superare i limiti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, per quanto attiene all'eluato.
Nella risposta della provincia di Cagliari non si evidenziava alcuna anomalia in tal senso e, pertanto, non ho proseguito oltre negli accertamenti.
PRESIDENTE. La ringrazio. La parola all'onorevole Pinto.
MARIA GABRIELLA PINTO. Ingegner Tessaro, non ho ben compreso la conclusione
della sua relazione in ordine a ciò che lei ha comunicato alla provincia di Cagliari. Può ripetere, per cortesia, l'ultimo periodo della sua relazione?
VALERIANO TESSARO, Capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo. Certamente. In data 24 febbraio 2003 ho scritto alla provincia di Cagliari - e per conoscenza alla procura della Repubblica di Rovigo - che presso lo stabilimento Portovesme di Cagliari erano stati recuperati rifiuti contrassegnati con il codice R4 di cui all'allegato C del decreto legislativo cosiddetto Ronchi (riciclo/recupero dei composti metallici); ho evidenziato, altresì, che dalla corrispondenza intercorsa col primo destinatario (ovvero, la Nuova Esa) si era appurato che il rifiuto era stato dapprima identificato con il codice CER 100204 e destinato allo smaltimento ma che successivamente aveva cambiato codice, secondo un criterio di prevalenza (il codice era divenuto, difatti, 100203) e destinato alla Portovesme per il recupero. Le analisi allegate avevano evidenziato la natura tossico-nociva del rifiuto per la presenza di piombo, cromo totale e cadmio ed un eluato superiore ai limiti ex lege n. 319 del 1976 (cosiddetta Merli), per cadmio, piombo, rame e zinco, pur rimanendo non pericoloso per definizione. Invitavo, quindi, la provincia di Cagliari a fare i necessari controlli.
La provincia di Cagliari ha risposto alla provincia di Rovigo con lettera protocollata l'11 aprile, nella quale si dice che i rifiuti conferiti dalla Nuova Esa sono stati regolarmente accettati dallo stabilimento Portovesme e che la società Portovesme è tuttora regolarmente autorizzata al trattamento dei citati rifiuti per il recupero dei metalli zinco e piombo in essi contenuti, con determinazione del direttore generale; alla lettera erano allegate copia dei formulari di identificazione e copia dell'autorizzazione ex articolo 28 del decreto legislativo Ronchi, rilasciata dalla regione autonoma della Sardegna alla Portovesme Spa il 24 novembre 2000.
PRESIDENTE. Ingegnere, può dirci chi ha effettuato la bonifica? Inoltre, vorrei che ci dicesse con quali criteri si è proceduto allo smaltimento, qualora, ovviamente, questo fosse previsto nel capitolato della bonifica.
VALERIANO TESSARO, Capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo. L'acciaieria San Marco Loreo è fallita, quindi vi è stato un periodo nel quale lo stabilimento è stato gestito sotto la curatela fallimentare di un giudice delegato. La ditta che si è occupata dello smaltimento ed ha acquisito l'ex stabilimento è la Union industry di Bergamo, la quale ha presentato un progetto di smaltimento, approvato dal comune, in base all'articolo 17 del decreto legislativo cosiddetto Ronchi. Nel progetto si prevedeva lo smaltimento dei fanghi giacenti presso lo stabilimento e lo smaltimento, tramite decorticazione, del terreno inquinato da fanghi derivanti dall'attività delle acciaierie stesse.
MARIA GABRIELLA PINTO. Ingegner Tessaro, nella sua relazione lei ha fatto una riflessione sulla risposta che è stata fornita alla provincia di Rovigo, nella quale si fa riferimento ad un criterio di prevalenza. Può illustrare meglio questo punto? Dopo la risposta che vi è stata data, che cosa è accaduto? Che cosa si è fatto, a seguito della vostra lettera e della risposta in cui si invocava il criterio di prevalenza?
VALERIANO TESSARO, Capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo. Onorevole Pinto, ho scritto alla Nuova Esa, chiedendo informazioni relative a tale criterio di prevalenza. Nella risposta che ci è pervenuta dalla Nuova Esa è scritto testualmente: «In riferimento alla nota della provincia di Rovigo, relativa al materiale di cui in oggetto, comunichiamo che il criterio di prevalenza viene adottato in base alla percentuale in peso dei vari rifiuti costituenti il lotto conferito. Alleghiamo rapporto tecnico e rapporto di analisi».
Francamente, non so dire su che cosa si basi tale criterio di prevalenza, a meno che non si tratti di fanghi miscelati con terreno di bonifica e quindi la Nuova Esa abbia privilegiato un codice relativo alle operazioni di trattamento di materiali comunque derivanti da un'attività di lavorazione del ferro e dell'acciaio.
PRESIDENTE. È stato interrogato dalla procura di Rovigo? Sa quale sia lo stato dell'arte?
VALERIANO TESSARO, Capo servizio area ambiente della provincia di Rovigo. So che c'era un'indagine in corso, ma non sono stato ancora sentito dalla procura di Rovigo.
PRESIDENTE. Se non vi sono altre sollecitazioni, vorrei ringraziare l'ingegner Valeriano Tessaro per la squisita disponibilità e per le utili informazioni che ci ha fornito, nonché i colleghi intervenuti. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.10.
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