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Seduta del 17/2/2005


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Audizione del presidente della provincia di Avellino, Alberta De Simone.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della provincia di Avellino, onorevole Alberta De Simone. L'odierna audizione costituisce l'occasione per acquisire dati ed elementi conoscitivi sullo stato di attuazione della vigente normativa in materia di gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio della provincia di Avellino. La Commissione ha convenuto sull'opportunità di procedere all'audizione al fine di assumere elementi informativi sulla recente vicenda, che desta forte preoccupazioni per i pericoli di inquinamento ambientale, dell'incendio divampato presso il sito di stoccaggio dei rifiuti di Manocalzati, in provincia di Avellino, nel quale sono bruciate circa 7.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani. Su tale vicenda la Commissione ha già ascoltato il sindaco di Manocalzati, mentre è stata rinviata ad altra data la prevista audizione del direttore generale dell'ARPA della Campania, che per motivi di salute non è oggi presente.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola all'onorevole De Simone, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del suo intervento.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Presidente, sabato sera, intorno alle ore 19, ho avuto notizia di questo incendio. Mi sono recata immediatamente in prefettura e, ovviamente, la provincia ha messo a disposizione tutto il personale che ha trovato. Faceva funzioni di prefetto il dottor Napolitano, il quale ci ha informati che occorreva circoscrivere immediatamente l'incendio, perché l'IRM si trova a ridosso di un'altra fabbrica molto pericolosa, di bombole, e in un nucleo abitato. È uno stabilimento per il trattamento di rifiuti autorizzato da tempo.
Il prefetto ci ha detto che occorrevano imprese che avessero mezzi molto particolari per circoscrivere l'incendio, con bracci lunghi, per cui ho attivato l'ufficio tecnico. Abbiamo trovato le imprese che facevano l'intervento immediato e, in nottata, attraverso i vigili del fuoco, che sono venuti da tutte le parti, e queste imprese, che ci hanno mandato i mezzi giusti, siamo riusciti a circoscrivere l'incendio, che poi è durato quasi sette giorni. Sono stati sette giorni di inferno, con una nube micidiale. Abbiamo chiesto all'ARPA provinciale di comunicarci i dati sulla tossicità dell'aria; due sere dopo abbiamo tenuto


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una riunione a Napoli, presso il commissariato di Governo, dove la priorità assoluta, detta personalmente da me, era quella di bloccare l'incendio, spegnere l'incendio assolutamente. Siccome i vigili del fuoco non potevano continuare a spegnere se non erano rimossi i rifiuti spenti, la rimozione ha comportato la necessità di un'ordinanza del commissario affinché fossero portati alla GESCA e poi a Parapoti.
Risolto questo problema, l'azione di spegnimento dell'incendio si è rivelata dura e difficile. Si è provato con l'acqua, con gli elicotteri, io ho chiamato più volte la protezione civile e il Ministero durante due notti che sono stata lì. Mi sono intossicata, abbiamo fatto arrivare gli elicotteri, ma lo spegnimento vero è avvenuto il sabato successivo. L'altra domenica ci hanno comunicato che l'incendio era ormai spento.
Come mai i rifiuti erano presso l'IRM? Credo che la storia la conosciate: l'anno scorso c'è stata l'emergenza e durante l'emergenza... anzi, mi stupisco che non abbiate sentito il sindaco di Avellino, perché l'80, il 90 per cento dei rifiuti depositati all'IRM è di provenienza dalla città di Avellino. Durante l'emergenza rifiuti - io all'epoca non ero presidente della provincia - nella città capoluogo abbiamo avuto cumuli di rifiuti sotto ogni palazzo, con un caldo molto forte e con problemi di ordine igienico che si possono ben immaginare.
In quella circostanza vi fu un'ordinanza del commissario prefettizio che allora reggeva il comune capoluogo di sversare e stoccare i rifiuti in un sito provvisorio, che fu individuato appunto nell'IRM di Manocalzati. Questo perché si trattava di un'azienda abilitata al trattamento dei rifiuti e aveva larghi spazi esterni. Il commissario Sbrescia emise questa ordinanza. Gli altri rifiuti provenivano dallo stesso comune di Manocalzati e, alla fine, anche dal comune di Mercogliano; ma la stragrande maggioranza di quei rifiuti veniva dal comune capoluogo.
Come provincia, abbiamo effettuato i controlli a luglio, quando questa ordinanza è stata tradotta in un decreto del commissario Catenacci per lo stoccaggio provvisorio. La provincia ha fatto il sopralluogo e ha verificato che c'era lo spazio per stoccare i rifiuti, c'erano le autorizzazioni giuste. Successivamente, se non sbaglio il 20 ottobre, il commissario ordina di togliere una parte dei rifiuti dal sito IRM. Questa ordinanza commissariale prevedeva 45 giorni per la sua esecuzione, ma non è stata eseguita e i rifiuti non sono stati tolti. Il commissario chiedeva di toglierne 2.000 tonnellate.

PRESIDENTE. Toglierle per farne cosa?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Per portarle in discarica, altrove.

PRESIDENTE. Quindi, aveva autorizzato il conferimento in un sito?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. No, ma, non volendo essere imprecisa, mi riprometto di ritrovare copia dell'ordinanza. Sono presidente da pochissimo tempo e quindi non ho memoria storica, ho dovuto ricostruire la vicenda. L'ordinanza non è stata eseguita e soltanto prima di Capodanno, nel periodo natalizio, è pervenuta alla provincia una richiesta di effettuare un controllo sull'IRM. L'incendio è avvenuto di sabato e noi avevamo mandato i nostri esperti due giorni prima, giovedì. A mio parere, quindi, ci potrebbe essere un nesso tra il controllo che la provincia ha effettuato il giovedì pomeriggio e l'incendio scoppiato esattamente due sere dopo.

PRESIDENTE. Voi cosa avete rilevato?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Le consegno il verbale relativo al controllo. Noi non eravamo abilitati a controllare gli aspetti ambientali, sui quali è competente una specifica agenzia, l'ARPAC regionale e provinciale; eravamo abilitati soltanto al controllo finanziario. Leggo che il sopralluogo


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presso l'IRM è stato effettuato il giovedì e mentre la dottoressa Della Sala, cioè il dirigente del servizio ambiente della provincia stendeva il relativo verbale, si è verificato l'incendio. La provincia chiude il venerdì alle 2 del pomeriggio e il sabato si è verificato l'incendio.

PRESIDENTE. A noi interessa capire esattamente come possa verificarsi una vicenda del genere. Poi le procure fanno il loro lavoro, però a noi interessa...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Certo, lo deve stabilire la procura. Io sono molto dell'idea che si sia trattato di un incendio doloso, ma è un'idea che non ha alcun riscontro probatorio, perché non spetta a me.

DONATO PIGLIONICA. È importantissimo il verbale redatto dalla provincia, perché se è vi è questa relazione temporale così stretta...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Sì, noi siamo andati giovedì a fare il sopralluogo.

PRESIDENTE. Ci può spiegare meglio la tipologia del sopralluogo? Immagino che l'ARPAC svolga le valutazioni tecniche...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Il sopralluogo doveva controllare la quantità di rifiuti, questa è la competenza della provincia: sono previsti un limite quantitativo e un limite temporale.

PRESIDENTE. Quindi valutavate il livello di riempimento, diciamo.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Esatto, bisognava valutare che tipo di rifiuti ci fossero e quantificare più o meno la massa di rifiuti.

DONATO PIGLIONICA. L'ordinanza commissariale in capo a Catenacci riguarda anche i meccanismi autorizzativi da parte delle province? Quali sono, cioè, le funzioni residue in capo alle province?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Quasi niente.

DONATO PIGLIONICA. Normalmente le province debbono esercitare la funzione di controllo sugli impianti di smaltimento e di trattamento dei rifiuti. Ma con l'ordinanza commissariale, cosa rimane in capo alle province?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Rimane in capo alle province solo la prima parte. Difatti, noi ci stiamo occupando molto seriamente di raccolta differenziata, alzandone i livelli. Voglio dire con molta serenità che ho inserito nel mio programma elettorale la promessa che avrei costruito un termovalorizzatore per risolvere il problema della mia provincia. Subito dopo il mio insediamento ho chiesto alla prefettura, a Catenacci e al Governo di essere autorizzata a fare una gara d'appalto per costruire un piccolo termovalorizzatore corrispondente alle esigenze della mia provincia. Quindi ho chiesto che la provincia fosse stralciata dal piano Rastrellli-Bassolino-Catenacci. Ho fatto una serie di processioni e di incontri interminabili: una volta mi rimandavano da Catenacci, ho avuto due incontri con FIBE e con il Governo, e alla fine, a fine settembre, quindi dopo tre mesi, mi è stato comunicato - alla faccia del titolo V della Costituzione, alla faccia dell'elezione diretta - che praticamente io ero obbligata a tenere i rifiuti lì dove sono per conferirli un domani niente di meno che a Santa Maria La Fossa dove, come voi sapete, non c'è neanche l'area, non si è neanche cominciato, perché c'è una forte opposizione. Non sono iniziati i permessi, tanto meno si parla di fare questa cosa. Quindi, noi siamo legati ad un fantasma di termovalorizzatore che dovrà essere costruito da FIBE in provincia di Caserta e nel frattempo


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legati da queste catene incredibili, perché io credo che un commissariamento che dura undici anni... Non c'è una prospettiva, non ci si dice che fra due anni conferiremo, per cui organizziamoci per questo periodo: è una prospettiva sine die, è un inferno, e questa è la verità.
Successivamente, in data 4 ottobre (su questo vi sono state delle polemiche, quindi voglio chiarire la scansione temporale dei fatti), il commissario Catenacci emana un'ordinanza per aprire, in località Perospaccone Formicoso, una mega discarica in provincia di Avellino, al servizio dei CDR della regione Campania. Cioè , lì si è profilata una nuova mega discarica, dopo quella di Difesa Grande, che ospitasse tutti i prodotti di tutti e sette i CDR della Campania (è scritto testualmente così). A questa ordinanza noi abbiamo fatto opposizione. Io mi sono rivolta all'EPTA personalmente e poi ho fatto un verbale d'intesa con il Governo, con la Presidenza del Consiglio dei ministri - delegato era Bertolaso, ma non in quanto Protezione civile, ma in quanto delegato della Presidenza del Consiglio - e lì mi sono impegnata a indicare tre esperti in una commissione nella quale si aggiungevano un esperto indicato da Catenacci e uno indicato dal prefetto. Questi cinque esperti avrebbero individuato dei siti (cave dimesse) dove portare FOS e sovvalli del solo CDR di Avellino.
Noi, dunque, abbiamo assunto questo impegno, abbiamo nominato questi esperti, i quali, dopo un lavoro di screening del territorio, hanno individuato cinque cave dimesse, nelle quali fare un'azione di ricomposizione ambientale, e noi, come provincia, ci siamo limitati ad approvare in consiglio provinciale due ordini del giorno che affermano che vogliamo noi il controllo della qualità della FOS. Se la FOS non è a norma di legge, infatti, non può andare nelle cave. Quindi, abbiamo semplicemente deliberato questo intento, che non abbiamo ancora avuto, di esercitare almeno il controllo della qualità della FOS da portare in questi siti individuati dagli esperti come alternativa alla mega discarica. Questo è il percorso che abbiamo seguito fino ad oggi: da giugno in poi, sono stati sette mesi e mezzo di lavoro. Abbiamo ricevuto il no al termovalorizzatore, ci siamo opposti ad una mega discarica, ci siamo assunti la responsabilità di far individuare da una commissione di esperti siti e cave dimesse idonee perché collocati su terreno impermeabile per prevedere l'accoglienza di FOS a norma di legge e di sovvalli della sola provincia di Avellino. Nel frattempo è scoppiato l'incendio all'IRM.

DONATO PIGLIONICA. I dati riguardanti la qualità dell'aria e del terreno sono in possesso della provincia? Sono state effettuate rilevazioni sulla presenza di diossine nel terreno a seguito dell'incendio? Quali sono i dati ambientali?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. I dati ambientali sull'area nei primi giorni ci hanno documentato presenze di polveri tossiche e di carbonio. Li abbiamo tutti, quindi il comune di Manocalzati ha dovuto sgomberare le famiglie vicine. Spento l'incendio, i dati relativi all'aria si sono assottigliati fino quasi a scomparire. Quelle riguardanti il suolo posso dire che non li abbiamo ancora. L'ARPAC ha fatto i rilievi, ci ha chiesto di stanziare 76.000 euro, altrimenti non era in grado di arrivare a vedere la diossina; abbiamo fatto una delibera dicendo che i soldi sono pronti e possono procedere; non abbiamo ancora i dati, ma bisogna prevedere che non siano buoni. Lì si tratta di uno stoccaggio provvisorio avvenuto in zona abitata, ai margini della città, e quindi il disastro ambientale a mio parere c'è, anche se i dati non ci sono ancora.

PRESIDENTE. Immagino che l'azienda fosse autorizzata.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Sì.

PRESIDENTE. Anche ai fini delle autorizzazioni antincendio? Avete mai valutato questo? Visto dov'era collocato l'impianto,


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vi era un piano di emergenza esterno, nel senso che, ai sensi della direttiva cosiddetta Seveso 2, c'era ed ha funzionato un piano di emergenza anche esterno all'impianto stesso, di tutela del sistema esterno? Dispongo di un dato dell'ARPAC datato 23 gennaio che sostanzialmente minimizza...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Sì, il primo giorno hanno minimizzato, ma il secondo già hanno fornito dati preoccupanti e abbiamo sgombrato le famiglie. Il secondo o il terzo giorno si è avuta la seconda analisi piuttosto seria e dopo lo spegnimento siamo riusciti ad attutire i danni dell'aria. Ma tutto quello che è accaduto ha riguardato non solo il suolo, perché in quell'area sono presenti vigneti ed orti abbastanza importanti, ma anche l'acqua, perché l'Irpinia è tutta una falda acquifera, e tre quarti del territorio della provincia hanno falde acquifere.

PRESIDENTE. La parola al senatore Morra.

CARMELO MORRA. Con l'onorevole De Simone non siamo riusciti ad incrociarci.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Io l'ho invitata, collega, lei non è salito, comunque sarà per un'altra volta.

CARMELO MORRA. Sarà per un'altra volta. Comunque oggi penso che...

PRESIDENTE. Che vuol dire «salito»?

CARMELO MORRA. Va bene, lo sappiamo noi.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Ci parliamo in gergo, ma se vuole glielo spieghiamo.

CARMELO MORRA. Dunque, andiamo oltre l'incendio. Vorrei riprendere quanto detto dall'onorevole De Simone a proposito della pianificazione per il FOS ed i sovvalli della provincia di Avellino, in particolare dall'ordinanza del commissario Catenacci richiamata, che individuava l'altopiano del Formicoso come ipotesi per lo stoccaggio di FOS e sovvalli. L'onorevole De Simone ha parlato di tutto il CDR della regione Campania; io sapevo, fino a poco tempo fa, per il CDR della provincia di Avellino: va bene, prendo atto di questo...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. L'ordinanza è scritta, si può leggere.

CARMELO MORRA. Regione Campania, va bene.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Siccome su questo equivoco...

CARMELO MORRA. No, non ce l'ho l'ordinanza...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. La interrompo tranquillamente, perché su questo equivoco si è costruito l'insulto alla mia persona.

CARMELO MORRA. No, no, non è questo...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Siccome l'ordinanza è pubblica ed è pubblicata, chiunque sa leggere la legge!

CARMELO MORRA. Nel merito questo non inficia il discorso che sto facendo.

PRESIDENTE. Se mi è consentito, però, l'insulto non accadrà qui.

CARMELO MORRA. No, sicuramente non accadrà qui.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Questo è sicuro.


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CARMELO MORRA. Vorrei essere messo anche nelle condizioni di esporre fino in fondo le domande che vado a porre, quindi con un dibattito tranquillo, perché non ci sono qui le condizioni per andare oltre la tranquillità.
Dunque, partiamo da questa ordinanza. Tale ordinanza fu ritenuta, come da documento firmato dalla Protezione civile... da parte dell'onorevole De Simone quella scelta fu ritenuta inopportuna dal punto di vista sociale e inadeguata dal punto di vista tecnico. Per quanto riguarda le motivazioni tecniche, nel verbale sono contestate dallo stesso Catenacci, che aveva individuato... Per quanto riguardo l'inopportunità sociale - e questa è la prima domanda che io rivolgo all'onorevole De Simone - chiedo se questa stessa inopportunità sociale ravvisata per Formicoso non sia presente anche nella località Ischia di Savignano Irpino, atteso che quel territorio, quel sito individuato, dista soltanto due-tre chilometri in linea d'aria dalla megadiscarica di Difesa Grande, di cui conosciamo tutti la storia, che penso non sia necessario ripetere qui.

PRESIDENTE. Difesa Grande è quella di Ariano Irpino?

CARMELO MORRA. Sì, dista soltanto due o tre chilometri ed è stata chiusa in seguito a movimenti popolari di cui lei è a conoscenza, presidente, soltanto nel marzo 2004. E allora si disse che, per quanto riguarda i rifiuti, questo territorio ha già dato e non sarà più interessato...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Chi lo disse?

CARMELO MORRA. Lo disse l'allora presidente della provincia. C'è continuità, poi, nell'attività degli amministratori. Allora era presidente, mi pare, l'ingegner Maselli...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Sì, ma non mi ha lasciato un sito.

CARMELO MORRA. Sì, però mi faccia completare.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. L'ho dovuto individuare io.

CARMELO MORRA. Mi faccia completare, per favore, poi avrà tutto il tempo per rispondere e io, caso mai, per controbattere.
Siamo, dunque, alla dichiarazione di «inopportunità sociale» (e poi vorrei sapere il perché) dell'altopiano del Formicoso. In quella sede si nomina la commissione cui faceva riferimento: tre esperti nominati dalla provincia, uno dal prefetto, uno dalla prefettura di Avellino, e vengono individuati cinque siti.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Cinque cave.

CARMELO MORRA. Cinque cave, dichiarate idonee alla ricomposizione morfologica e ambientale. Si dà il caso che non c'è una priorità tra i cinque siti, è un elenco di siti. In testa vi è località Ischia di Savignano Irpino. Risulta dagli atti che quella non è una cava, o comunque non è una cava dismessa l'altro ieri, ma dismessa forse cento anni fa o più. In ogni caso, non so se sono pervenute all'amministrazione provinciale le ultime relazioni del CNR e dell'autorità di bacino della regione Puglia, che sono in netto contrasto con i sopralluoghi effettuati dalla commissione nominata dall'amministrazione provinciale, dal prefetto Catenacci e dal prefetto di Avellino. Io queste relazioni le allego agli atti, ma vorrei leggere le considerazioni conclusive di quella del Consiglio nazionale delle ricerche in merito alla valutazione della idoneità del sito Fornace, contrada Ischia, Savignano Irpino.

PRESIDENTE. Senatore Morra, stiamo facendo uno strappo alla regola. Ascolteremo, ma voglio significare che in genere siamo abituati a fare domande.


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CARMELO MORRA. È una paginetta e mezzo. Dato che non abbiamo avuto occasione di incontrarci perché non sono salito, se mi dà l'occasione in questa sede...
Nelle sue considerazioni conclusive il CNR dice: «I dati acquisiti nel corso del presente studio consentono di esprimere una valutazione oggettiva sulla idoneità della cava Fornace ad ospitare residui di impianti di trattamento di rifiuti quali FOS e sovvalli. Le informazioni geomorfologiche indicano che il versante in destra orografica del torrente Rifieto è attualmente sede di fenomeni franosi diffusi. La stessa area della cava risulta in disequilibrio e pertanto il materiale in essa riposto può essere dislocato verso l'adiacente torrente Rifieto. In prossimità del piazzale di cava sono presenti sedimenti alluvionali, permeabili per filtrazione. Essi sono sede di acquiferi direttamente connessi con i corsi d'acqua principali e costituiscono pertanto dei sistemi idrogeologici estremamente vulnerabili. I sedimenti fini che affiorano diffusamente nell'area sono classificabili (dal punto di vista granulometrico), come limi e non come argille; pertanto essi non costituiscono una barriera geologica impermeabile per le adiacenti alluvioni. Nell'ipotesi che i dissesti in atto non subiscano una accelerazione conseguente alla ricomposizione morfologica proposta, è verosimile che il torrente Rifieto, e quindi il torrente Cervaro, vengano raggiunti dalle acque di lisciviazione dei rifiuti. Le sostanze dannose per l'ambiente eventualmente presenti nella FOS e nei sovvalli, se derivanti da trattamenti di rifiuti urbani indifferenziati, sarebbero trasferite sia negli acquiferi dei due corsi d'acqua e sia in un sistema ambientale protetto qual è l'Area naturale protetta di interesse comunitario (SIC) e la Zona per la protezione speciale (ZPS) della vicina Puglia. Le conseguenze di tale migrazione sarebbero aggravate dalla ridotta portata del torrente Rifieto che rende l'idrosistema maggiormente vulnerabile a causa della sua minore capacità di autodepurazione».
Questo per quanto riguarda il CNR. Per quanto concerne l'autorità di bacino della Puglia, questa, in risposta al partito della Rifondazione comunista, federazione provinciale di Avellino, invia una lettera, per conoscenza, anche al commissario per l'emergenza rifiuti in Campania, al comune di Savignano Irpino e alla regione, avente ad oggetto la realizzazione della discarica in contrada Ischia di Savignano Irpino.
Leggo testualmente: «Con riferimento alla richiesta contenuta nella nota in epigrafe indicata, relativa alla costruzione di una discarica in zona Ischia, si fa presente quanto segue. L'Autorità di Bacino agisce in conformità alla legge n. 183 del 1989, e in particolare persegue il governo unitario e integrato dei bacini idrografici e delle risorse ad essi collegate, indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di attuazione dei singoli bacini idrografici regionali ed interregionali. Con la delibera n. 25, nella seduta del 15/12/2004, il Comitato istituzionale ha adottato il Piano di bacino, stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI). Detta delibera è stata trasmessa anche al comune di Savignano Irpino con la nota n. 3039 del 21/12/2004. Ciò premesso si comunica che, da una verifica del predetto PAI, il territorio del comune di Savignano Irpino risulta per la quasi totalità perimetrato a rischio frane. In particolare la zona segnalata (Ischia), come interessata dall'intervento in oggetto indicato, risulta essere classificata in parte a "pericolosità media e moderata" (PG1) e in parte a "pericolosità molto elevata" (PG3). Non avendo agli atti alcun elaborato grafico relativo alla ubicazione dell'intervento non è possibile dare notizie più dettagliate. Si fa tuttavia presente che la delibera di adozione del PAI, all'articolo 7 comma 2, ha stabilito che, in via transitoria, fino all'entrata in vigore della delibera di approvazione "la realizzazione degli interventi le cui istanze risultano già acquisite dalle amministrazioni comunali, non è assoggettata alle misure di salvaguardia". Per tutto quanto sopra, si ritiene comunque opportuno porre alla particolare attenzione e responsabilità per le rispettive competenze, del commissario per l'emergenza rifiuti e del comune di Savignano


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Irpino cui la presente è diretta per conoscenza, la situazione di pericolosità individuata dal PAI, predisposto da questa autorità. Infatti, tenuto conto dei tempi indicati per la operatività delle misure di salvaguardia del PAI, appare doveroso l'approfondimento, a mezzo di idonee indagini, delle caratteristiche del sito al fine sia di possibili dissesti idrogeologici che di ulteriori rischi connessi ad inquinamenti fluviali».
Ho letto le due relazioni perché non so se sono pervenute anche all'onorevole De Simone. Se ne è a conoscenza, qual è il suo pensiero in merito al futuro della ipotizzata discarica in località Ischia?

PRESIDENTE. Tra i cinque siti ipotizzati è già stato scelto questo? La parola al collega Piglionica.

DONATO PIGLIONICA. Quante aree dell'Irpinia non sono sismiche?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Nessuna, l'Irpinia è tutta sismica.

CARMELO MORRA. Non è vero.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Come non è vero? È tutta sismica.

CARMELO MORRA. Solo io ne ricordo due di aree non sismiche.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. È tutta sismica: il terremoto del 1962 interessò tutto l'arianese, quello del 1980 devastò gli altri due terzi della provincia. Abbiamo avuto 3.000 morti, non è uno scherzo l'Irpinia.

CARMELO MORRA. C'è grado e grado di sismicità.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Se posso rispondere, io rispondo degli atti miei, di tutti gli altri, di cui non è competente la provincia, rispondono, a mio parere, altre autorità.
Noi abbiamo chiesto di poter essere estrapolati dalla gestione regionale commissariale e di poter costruire un piccolo termovalorizzatore al solo servizio della provincia di Avellino. A fine settembre ci è stato detto di no. C'è questo vincolo contrattuale con FIBE che per noi è assolutamente un catenaccio, non c'è niente da fare.

PRESIDENTE. Presidente, alimenteremo questa sua tesi, perché ci piace.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Il 4 ottobre viene emanata l'ordinanza per aprire una discarica, direi anzi una megadiscarica in località Formicoso, al servizio dei CDR dell'intera regione. Siccome noi una megadiscarica al servizio dell'intera regione l'abbiamo avuta e l'abbiamo appena chiusa e non è messa in sicurezza - e questo lo sottolineo -, ci siamo opposti...

PRESIDENTE. Chi deve metterla in sicurezza?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Il commissario, siamo commissariati. Noi ci siamo opposti ad una megadiscarica. Nell'opporci alla megadiscarica, incontrando la Presidenza del Consiglio dei ministri, abbiamo anche assunto le nostre responsabilità, cioè quella di trovare un sito, non una discarica, per collocare sovvalli e FOS a norma di legge, come è scritto nel verbale di intesa istituzionale da me sottoscritto con Bertolaso...

DONATO PIGLIONICA. A norma di legge in Campania nel campo dei rifiuti?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Appunto. A noi serve la FOS a norma di legge, perché solo il senatore che mi interroga non comprende che, se non è a norma, non va in nessun sito, si chiami Savignano o Baiano.


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PRESIDENTE. Non vorrei tranquillizzare troppo il collega Morra, ma se gli impianti di CDR continuano a lavorare - per quello che risulta a noi - come lavorano, almeno per quanto risulta a noi, non solo la FOS non è tale, non solo il sovvallo non è tale, ma nemmeno il CDR è CDR, e quindi siamo ben lontani.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Ma l'impegno dell'amministrazione provinciale che io qui rappresento è quello di utilizzare i siti individuati da una commissione di esperti di primo livello. Abbiamo fatto venire un ingegnere ambientale dall'università di Modena, un professore universitario di Bologna, gli esperti nominati dalla provincia non li abbiamo presi in Irpinia, solo il geologo è irpino.

CARMELO MORRA. Il CNR...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Poi veniamo al CNR e a tutte le cose che si scrivono. Noi abbiamo individuato... (Interruzione del senatore Morra). Le consiglio, senatore, di leggere la relazione al piano regolatore generale di Savignano, approvata dal sindaco dello stesso comune, che insieme a lei va facendo le manifestazioni, dove è scritto che quel luogo è assolutamente impermeabile (Interruzione del senatore Morra). Se la vada a leggere, prima di quella del CNR legga la relazione al PRG. Comunque...

PRESIDENTE. Presidente, mi aiuti però.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Veniamo al dunque.

CARMELO MORRA. Una risposta me la dovrebbe dare...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Ora ci arrivo.

CARMELO MORRA. Come mai il Formicoso, individuato come megadiscarica regionale, individuato dal prefetto Catenacci come megadiscarica per il CDR dell'intera regione Campania, è fuori dai cinque siti?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Esatto.

CARMELO MORRA. Dai cinque siti individuati dalla commissione di super esperti!

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Perché la commissione di esperti ha avuto mandato di trovare le cave dimesse per fare un'opera di ricomposizione ambientale.

CARMELO MORRA. È già ricomposta quell'area.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Lei l'ha vista quell'area?

CARMELO MORRA. Ci vivo in quell'area, è ricomposta!

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Insomma, adesso dobbiamo ridurre questa Commissione a una barzelletta tra me e lei, senatore Morra? O lo vogliamo fare consentendomi di rispondere?

PRESIDENTE. Presidente... (Commenti del senatore Morra).

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Lei mi ha chiesto perché non c'è Formicoso: perché al Formicoso non c'è cava, noi abbiamo fatto studiare le cave.

CARMELO MORRA. L'aveva individuato il commissario Catenacci!

PRESIDENTE. Senatore Morra...


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ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Sì, fa la politica sui rifiuti, questa è la storia...

CARMELO MORRA. Non facciamo politica!

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. ...e di quarto livello pure.

CARMELO MORRA. Non facciamo politica!

PRESIDENTE. Veniamo a noi e concludiamo.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. La commissione di esperti ha studiato le cave e ne ha individuate esattamente cinque.

PRESIDENTE. Quindi, se comprendo bene, presidente, la domanda posta alla commissione di esperti era diversa da quella posta da Catenacci.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Esatto.

PRESIDENTE. La provincia ha posto una domanda (trovateci le cave utilizzabili al fine del ripascimento), Catenacci invece ha posto un'altra domanda (trovateci un buco dove fare una discarica).

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. No, Catenacci ha individuato una località agricola per fare una megadiscarica. Noi, nel contestarla, abbiamo detto che avremmo pensato noi a come provvedere...

PRESIDENTE. La differenza è chiarissima.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. ...e abbiamo pensato ad un'azione di ricomposizione.

DONATO PIGLIONICA. Un'ultima riflessione, che vale soprattutto per me, non per il senatore. Quando si ha necessità di un sito di determinate dimensioni e se ne identifica uno di dimensioni dieci volte superiori, il giorno dopo si viene commissariati e vi si portano i rifiuti di tutta la regione. Il giorno dopo, è successo in Puglia.

PRESIDENTE. Colleghi, state dando contributi straordinari, ma non straordinariamente conferenti, se mi è consentito.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. I cinque siti li ho portati tutti al Governo e a Catenacci. A quel punto, la funzione della provincia è conclusa. La provincia ha nominato gli esperti, ha preso atto dello studio fatto dagli esperti, che hanno individuato cinque siti e hanno inteso collocare la provincia in una botte di ferro, perché sono andati nelle uniche zone impermeabili che esistono nella provincia di Avellino, che è una grande riserva acquifera...

PRESIDENTE. Quindi, la provincia non ha scelto.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. No, mai, la provincia non ha mai scelto né Savignano né Ariano né Baiano: ha nominato gli esperti, ha preso il lavoro degli esperti e lo ha consegnato al Governo e al commissario di Governo; si è limitata, come ho detto prima, ad approvare due ordini del giorno in consiglio provinciale in cui ha detto «vogliamo noi il controllo della qualità della FOS che va in discarica».

PRESIDENTE. I cinque siti quali erano? Savignano ...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Savignano, Ariano, perché le argille si concentrano lì: l'orogenesi, quando sorsero le montagne, è stata che da una parte si trovano le falde acquifere e dall'altra l'argilla.

PRESIDENTE. Savignano, Ariano, Baiano...


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ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Savignano, Ariano, Sant'Angelo, Lacedonia, Baiano, questo è l'ordine.

PRESIDENTE. Bene. L'ordine segue...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Gli esperti non li hanno messi in ordine alfabetico, perché altrimenti l'ordine sarebbe diverso: in ordine alfabetico sarebbe stato Ariano, Baiano, Lacedonia, e così via.

PRESIDENTE. Quindi, voi avete preso atto dell'indicazione degli esperti.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Abbiamo preso tutto il loro studio...

PRESIDENTE. E lo avete trasferito al commissario.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Al commissario e anche a Bertolaso e lì è finita la nostra azione.

CARMELO MORRA. Presidente, vorrei consegnare le relazioni.

PRESIDENTE. Con grande piacere, senatore Morra, le consegni e noi le trasmettiamo anche al presidente della provincia.

CARMELO MORRA. No, il presidente della provincia le ha. Le voglio solo depositare agli atti a futura memoria, perché su due siti si dicono le stessissime cose. In particolare, Savignano Irpino, località Ischia, e Sant'Angelo dei Lombardi, località...

PRESIDENTE. Molto bene, le acquisiamo agli atti.

CARMELO MORRA. Presidente, vorrei rivolgere qualche altra domanda.

PRESIDENTE. Secche e concise, senatore Morra, senza commenti perché ne abbiamo già fatti in eccesso.

CARMELO MORRA. No, nessun commento. Ho chiesto se era a conoscenza della relazione del CNR. Non ne è a conoscenza?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Non mi riguarda.

CARMELO MORRA. Non la riguarda, quindi non...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Riguarda chi deve eseguire. Si rivolga a Catenacci e al suo Governo, non mi riguarda.

CARMELO MORRA. Ci rivolgeremo... Io spero che l'amministrazione provinciale, quando non competente perché commissariata...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Appunto, perché non è competente.

CARMELO MORRA. ...resti fuori da questa storia.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Appunto.

CARMELO MORRA. Io ritengo che l'intervento dell'amministrazione provinciale...

PRESIDENTE. Senatore Morra, mi fa fare un'azione che in genere non faccio. Per essere molto corretti, la provincia ha fatto un'azione, se ho capito bene, assumendosi ovviamente anche la responsabilità istituzionale e politica di questa azione. Ma è chiara l'azione: una struttura tecnica che ha elencato su domanda una serie di opportunità. Poi ha trasferito questo lavoro a chi ha la responsabilità dal punto di vista commissariale. Ora, sia per far politica...


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CARMELO MORRA. Andiamo oltre, non facciamo politica.

PRESIDENTE. ...sia per capire il fenomeno, credo che abbiamo le idee chiarissime.

CARMELO MORRA. Andiamo oltre, perché noi qui stiamo parlando con la rappresentante di un'amministrazione provinciale che, oltre che interessarsi di rifiuti, per quanto...

PRESIDENTE. Però qui ci interessiamo solo di rifiuti, purtroppo, o per fortuna, forse.

CARMELO MORRA. Ma alla presidente di un'amministrazione provinciale quale quella di Avellino io dovrei dire qualcos'altro, perché non si deve parlare solo di rifiuti: i rifiuti interagiscono e impattano anche con l'ambiente, con un ambiente che va anche oltre i confini amministrativi. Non a caso, Difesa Grande si trova...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Ma siamo venuti per l'IRM.

CARMELO MORRA. ...a due chilometri dalla Puglia...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. E l'IRM dove si trova?

CARMELO MORRA. ...e Ischia si trova pure a due chilometri dalla Puglia. Io chiedo al presidente dell'amministrazione provinciale se, nell'individuare una località per discarica...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Ancora.

CARMELO MORRA. ...tiene anche conto di quelle che sono le politiche di sviluppo che stanno dall'altra parte e se queste politiche di sviluppo vengono minimo minimo danneggiate da un'eventuale discarica posta ai confini. I rifiuti, in genere...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Questo è pazzo.

CARMELO MORRA. Lasciamo stare la pazzia, perché qualcuno ha dimostrato sul campo la pazzia...

PRESIDENTE. Presidente, non mi aiuta!

CARMELO MORRA. ...e non sono stato io a dimostrarla quel giorno ad Avellino.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Come io devo individuare...? Che devo individuare? Io non ho neanche individuato i siti.

CARMELO MORRA. Sto parlando al...

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Io non sapevo dell'esistenza della cava di Savignano prima che gli esperti...

CARMELO MORRA. Non mi faccia dire quello che non si può dire in questa Commissione.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. ...l'andassero a vedere.

PRESIDENTE. Senatore Morra...

CARMELO MORRA. Perché si arriva alla località Ischia?

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Questo, comunque, non c'entra con l'argomento per cui io sono stata convocata, per cui... (Commenti del senatore Morra). Caro senatore, se ne vada alle manifestazioni!

PRESIDENTE. Presidente!


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CARMELO MORRA. Io vado alle manifestazioni e nelle aule parlamentari.

ALBERTA DE SIMONE, Presidente della provincia di Avellino. Pure io. Ma lo so fare.

CARMELO MORRA. Non lo ha dimostrato!

PRESIDENTE. Consentitemi di concludere nel modo più utile possibile, che è quello di aver compreso altri aspetti utili alla Commissione per andare avanti nel proprio studio. In questo senso ringraziamo il presidente della provincia di Avellino per la cortesia di essere stata qui, ma anche per le utili indicazioni che ci ha fornito, che sono state per noi sicuramente straordinariamente rilevanti ed utili al fine della comprensione del fenomeno e, devo dire, per quanto attiene alla vicenda della provincializzazione, assolutamente in linea con il lavoro che la Commissione sta svolgendo. Troppo spesso le sollecitazioni locali animano questa Commissione, ma spero che questa animosità non incida sui nostri lavori. Grazie. Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.20.

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